mercoledì 2 gennaio 2013

Film 495 - Urlo

Una pellicola che volevo recuperare da molto tempo, ma che non avevo mai avuto l'occasione di vedere. Ci volevano il momento giusto e, soprattutto, la compagnia giusta.


Film 495: "Urlo" (2010) di Rob Epstein, Jeffrey Friedman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Leoo
Pensieri: Un film su Allen Ginsberg l'avevo già visto di recente ("On the Road"), ma non avevo ancora collegato il nome al personaggio e, quindi, a questo film. Tralasciando l'esperienza della pellicola con la Stewart e Hedlund, "Howl" dei registi Epstein e Friedman è davvero uno strano esperimento di cinema, nonché un'inaspettata e non convenzionale esperienza.
Innanzitutto il connubio di immagini in bianco e nero, a colori e in aggiunta momenti di narrazione animata (cartoon) molto suggestiva, creano un insolito mix che all'inizio confonde un po', poi prende la sua forma nella cornice dell'opera.
In effetti trasporre un poema (molti passaggi vengono letti) sullo schermo non era un'impresa facile; mixarlo con momenti di vita dell'autore e aggiungerci perfino il processo americano all'editore del libro, Lawrence Ferlinghetti, ancora meno. Eppure, a mio avviso, la sfida è vinta.
Le ipnotiche, caotiche ed erotiche immagini disegnate accompagnano la lettura di un'opera complessa e particolare rendendo il messaggio più accessibile e addolcendo quello che a volte è un linguaggio molto scurrile. Non è un prodotto per tutti, me ne rendo conto, però è certamente apprezzabile lo sforzo di rapportarsi a "Urlo" cercando di esprimere e riportare in immagini le emozioni che la lettura del poema trasmette. Diciamo che, in fin dei conti, è premiabile anche solo per la fantasia dei suoi autori.
Inutile dire, poi, che mi sono molto interessato alla parte del processo, che racconta in maniera molto chiara la disavventura giudiziaria (finita positivamente) di quel Ferlinghetti che decise, nel 1956, di pubblicare Ginsberg. Scelta coraggiosa (oltre che lungimirante).
Per quanto riguarda, invece, l'interpretazione di James Franco posso solo dire che l'ho apprezzata. Non avendo presente Allen Ginsberg (a livello di modo di parlare, espressioni o caratteristiche peculiari espressamente sue) e, soprattutto, avendo guardato il film in italiano, posso solamente limitarmi a dire che Franco mi è sembrato capace di reggere un ruolo difficile e per niente scontato.
La storia d'amore tra lo scrittore e Peter Orlovsky è tenera; la necessità di sperimentare le esperienze della vita segue un principio che secondo me ha senso; che si possa utilizzare un linguaggio volgare anche in un contesto letterario - anche se chiaramente oggi è un tipo di critica che non ha più valore - mi sembra un diritto rivendicabile dall'autore, che lascerà al lettore la possibilità di scegliere se il risultato finale gli piacerà o meno; che nella vita si possa anche non capire una cosa, ma che non per questo la conseguenza necessaria sia che quella cosa è brutta o sbagliata, mi pare (utopicamente) imprescindibile. Tutti questi elementi sommati direi che hanno concorso alla strutturazione in me di un giudizio positivo riguardo a questo "Urlo" cinematografico che più che sperimentale (come ha fatto la maggior parte della critica) definirei coraggioso.
Un film che affonda profondamente nel testo che vuole analizzare e ne esalta - spesso molto efficacemente - temi e poetiche, sottolineando in maniera forte la necessità di essere ed esprimere sé stessi, un diritto che non può essere messo sotto censura.
Consigli: Bisogna prepararsi ad un'altalena di emozioni, a una carrellata visiva di immagini potenti ed evocative, ad un testo letterario difficile e intenso, ad un prodotto filmico che sconfina in diversi generi e modi di fare cinema. Per chi ama la poesia, Ginsberg, la libertà di espressione (di sé) e biopic è certamente un titolo che non può essere perso.
Parola chiave: Beat generation.

Trailer

Ric

1 commento:

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