martedì 31 luglio 2012

Film 432 - Il cavaliere oscuro

Ed è di nuovo Uomo Pipistrello...


Film 432: "Il cavaliere oscuro" (2008) di Christopher Nolan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Squadra che vince non si cambia e Christopher Nolan lo sa bene. Aggiungendo ai collaudati Christian Bale, Michael Caine, Gary Oldman e Morgan Freeman (più una veloce apparizione di Cillian Murphy) altri attori estremamente famosi come Heath Ledger, Aaron Eckhart e Maggie Gyllenhaal che prende la parte lasciata da Katie Holmes, il regista prosegue la sua personalissima messa a nuovo del famoso Batman che, al cinema, grazie a lui trova nuova gloria. Un incasso da capogiro ($1,001,921,825) totalizzato senza l'aiuto del 3D e una valanga di nomination all'Oscar (8) e 2 statuette vinte (la più importante a Heath Ledger come attore non protagonista) ne consacrano ufficialmente il successo.
In un crescendo di pathos, violenza, crudeltà e colpi di scena Bruce Wayne si dovrà confrontare con quello che, al momento, è certamente il suo nemico più imprevedibilmente svitato e sadico: Joker. Heath Ledger saprà dipingerne un ritratto malato e distorto tanto efficace quanto disturbante. Rivederlo in questa prova mi ha convinto che, effettivamente, l'Oscar sia stato più che mai meritato nonostante la sua tragica fine glielo avesse praticamente assicurato quasi quale ammenda hollywoodiana ed estremo saluto.
Ho molto rivalutato questa pellicola di cui avevo un'idea, appunto, influenzata dagli eventi del momento in cui era uscita. In effetti la morte dell'attore ha richiamato una tale eco da farmi perdere la 'concentrazione' necessaria a crearmi un'opinione personale su questo "The Dark Knight" che valutavo, addirittura, inferiore al precedente capitolo della saga. Ad essere sinceri, invece, la differenza è piuttosto evidente e, anzi, si nota una certa consapevolezza, per non dire maturità, rispetto a "Batman Begins".
Batman è sempre più antieroe moderno, forzato alla latitanza dalla società in cui vive che lo ritiene, addirittura, un criminale. Eppure non esiterà a sacrificarsi per essa fino a diventare capro espiatorio di una situazione che, teoricamente, dovrebbe risolversi nel prossimo "Il cavaliere oscuro - Il ritorno".
Tra uno squilibratissimo Jocker e un incazzatissimo Due Facce nuovo di pacca, l'Uomo Pipistrello ha certo il suo bel da fare per contrastare dei criminali sempre più accaniti ed efferati nel loro agire. E le implicazioni morali non tarderanno ad arrivare.
Ben fatto e, soprattutto, ben strutturato, "Il cavaliere oscuro" è certamente uno dei film tratti da fumetti più risciuto del cinema moderno. L'impronta di Nolan è talmente marcata da risultare ormai simbolo visibile e imprescindibile per ogni sua pellicola (guardare per credere "Insomnia", "The Prestige", "Inception") tanto da rendere riconoscibile e distinguibile ogni suo prodotto. Una mastrioska narrativa complessa, ma ben comprensibile che rende ogni visione piacevolmente intrigante. Come in questo caso.
Consigli: Meglio vedere questo film dopo aver visionato almeno una volta il primo. Troppi particolari e troppi personaggi renderebbero difficoltosa - per non dire noiosa - la visione di "The Dark Knight" senza una preventiva preparazione.
Parola chiave: Harvey Dent.

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Ric

lunedì 30 luglio 2012

Film 431 - Batman Begins

Serata Uomo Pipistrello...


Film 431: "Batman Begins" (2005) di Christopher Nolan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Piuttosto motivato dal prossimo arrivo al cinema del capitolo conclusivo della trilogia di Nolan - che ultimamente non sbaglia un colpo - mi è venuta voglia di rispolverare i due dvd comprai anni or sono per vedere quale fosse effettivamente il mio giudizio a riguardo. Avendoli visti entrambi una sola volta al cinema, non avevo un'idea ben definita.
Il mio giudizio rimane diviso a metà: è una bella saga, ma non una di quelle che guarderei a ripetizione. Da 'una volta ogni tanto', diciamo.
Come sempre i film del regista londinese (oggi il suo compleanno) sono strutturati a strati, partono da lontanissimo per spiegare in maniera piuttosto definita e puntuale gli avvenimenti presenti della storia. Se, da una parte, il rischio è di avere sempre prodotti piuttosto lunghi, dall'altra il risultato è evidentemente molto chiaro. Anche qui, mixando tecniche orientali, arriviamo a capire come e perchè Bruce Wayne/Christian Bale diventa Batman partendo dalle sue origini e ripercorrendo gran parte della sua esistenza attraverso i passaggi chiave (morte dei genitori, paura dei pipistrelli, prigionia in Bhutan e training presso la Lega Delle Ombre). Personalmente ho trovato questo background di Batman un po' strano, ma del resto da qualche parte doveva pur aver imparato a combattere...
Il talento di Nolan, comunque, riesce a riportare la saga dell'Uomo Pipistrello ai suoi fasti originali dei due "Batman" burtoniani, ricreando un'atmosfera cupa e di violento decadimento sociale. Gotham è alla deriva, i criminali e la corruzione segnano il quotidiano della città e nessuno si aspetta che la situazione possa cambiare. L'eroe che arriva e salva la situazione, però, non è l'epilogo finale che ci si potrebbe aspettare.
Troppo astuto per segnare nettamente una divisione tra buoni e cattivi, Nolan - che è anche sceneggiatore insieme a David S. Goyer - confonde le acque e fa di Bruce Wayne un eroe moderno segnato da dubbi e incertezze, mosso da ira e necessità di vendetta capace, però, di grandi sacrifici per la sua città: diventerà simbolo della lotta al crimine, ma da bandito lui stesso.
Un po' come per l'Uomo Ragno che viene additato come criminale, anche Batman sarà costretto ad indossare parallelamente spoglie buone e cattive - ancora di più nel secondo capitolo - sacrificandosi per il bene comune e finendo per diventare capro espiatorio. E' una lunga costruzione di questo filo silenzioso della storia, che Nolan tesse scrupolosamente da questo primo "Batman Begins" per arrivare al tanto atteso finale (da noi il 29 agosto) di "Il cavaliere oscuro - Il ritorno" e tutto, nel complesso, sembra funzionare alla perfezione.
In sostanza è un ottimo prodotto, cupo e schietto, scritto con consapevolezza e intelligenza, con buoni effetti speciali e una potente colonna sonora. Sempre di più Nolan visionario.
Ps. Tra i tanti volti conosciuti moltissimi hanno poi o avevano già partecipato a film del regista: lo stesso Bale, Michael Caine, Cillian Murphy, Ken Watanabe. Altri noti comprimari sono Liam Neeson, Gary Oldman, Morgan Freeman, Tom Wilkinson e Katie Holmes.
Consigli: Con $372,710,015 Batman torna alla grande sullo schermo con un prodotto ben realizzato e carico di adrenalina. La trama è ben scritta e il film recitato al meglio (ci sono 3 premi Oscar tra gli attori), il tutto per un supereroe che torna di prepotenza ad essere uno dei più riusciti della storia del cinema.
Parola chiave: Acqua.

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Ric

martedì 24 luglio 2012

Film 430 - Final Destination 5

Dato che il primo è carino e il secondo e terzo li avevo già visti, ho puntato a proseguire con la saga (anche se, per motivi tecnici, ho dovuto saltare il quarto capitolo)...


Film 430: "Final Destination 5" (2011) di Steven Quale
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Allora, oggettivamente il film è orrendo. Non che mi aspettassi niente, ma proprio così inutile non credevo. Non c'è nemmeno più il tentativo di mascherare il bieco intento splatter dietro una trama che assomigli anche solo per errore a quella di un film destinato alle sale cinematografiche. E' un peccato perchè, di per sé, la saga di "Final Destination" avrebbe un potenziale da non sottovalutare. Se dopo 5 pellicole, infatti, l'incasso al botteghino è ancora alto ($157,887,643), forse si poteva cercare di rendere questo episodio meno fotocopia di tutti gli altri o simil b-movie per tentare di regalare nuova linfa al prodotto.
Di fatto non c'è nulla di nuovo e la trama è imbarazzante.
Nessun attore che sia davvero conosciuto se non Tony Todd (che ha tenuto a battesimo la saga, ma già visto in "Il corvo" e "Platoon"), Jacqueline MacInnes Wood ("Beautiful"), David Koechner ("The Office", "Agente Smart - Casino totale") e Courtney B. Vance (piuttosto attivo in tv: "FlashForward", "E.R. - medici in prima linea" e il recentissimo "Revenge").
Consigli: Lo consiglio giusto ai fan della saga. Recitazione e trama, comunque, ai minimi sindacali.
Parola chiave: Ponte.

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Ric

lunedì 23 luglio 2012

Film 429 - In Time

Dopo aver dovuto per la terza volta riorganizzare il mio weekend, sono finito sul divano a guardare questa pellicola insieme al (paziente) Andrea.


Film 429: "In Time" (2011) di Andrew Niccol
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea
Pensieri: "In Time" mi è piaciuto per l'idea che motiva questa storia: è intrigante. Al bando i soldi, nel futuro il nuovo metodo di pagamento è il tempo. Tempo che possiede ogni individuo e senza il quale, necessariamente, si giunge alla morte. Il tempo è denaro e i poveri corrono, perchè non ci si può concedere il lusso di fare una passeggiata o dormire più dello stretto necessario.
In uno scenario di potenziale immortalità, è chiaro che i giochi di potere si sprecano. I ricchi custodiscono il tempo nelle banche e ne rendono disponibile quantità elargite col contagocce. Il popolo, quindi, distratto dalla necessità di sopravvivenza finisce per rimanere soggiogato da un meccanismo che si autoalimenta: lavoro da schiavi per guadagnare tempo per saldare i debiti proprio con coloro che quel tempo gliel'hanno fatto appena faticosamente sudare.
In una cornice interessante, quindi, si sviluppa la vicenda di amore e rivoluzione tra Will e Sylvia (Justin Timberlake e Amanda Seyfried) che, inevitabilmente, finiranno per cambiare le cose. Questa è la parte debole della pellicola, quella più scontata.
In uno scenario che ricorda molto un mix tra "Hunger Games" - anche qui abbiamo i distretti - e "1984" di Orwell, la vicenda si snoda inizialmente in maniera interessante e originale, in un futuro distopico che richiede sangue e rivoluzione per riportare l'equilibrio cancellato dalla brama di potere. Nello svolgimento, però, e molto nei personaggi, si finisce per raccontare macchiette sbiadite, nulla che non sia già stato visto in decine di altri prodotti come questo.
Manca la vera spinta rivoluzionaria, l'onda travolgente che motivi il cambiamento. Il che rende "In Time" riuscito solo a metà.
Ps. Molti protagonisti della tv in questa pellicola: Vincent Kartheiser ("Mad Men"), Johnny Galecki ("The Big Bang Theory"), Olivia Wilde ("Dr. House - Medical Division"), Matt Bomer ("White Collar - fascino criminale").
Consigli: Non male l'idea di partenza, ma si poteva puntare di più sull'originalità.
Parola chiave: Henry Hamilton.

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Ric

giovedì 12 luglio 2012

Film 428 - Orgoglio e pregiudizio

Dopo il sapore agrodolce lasciatomi dal viaggio a Londra, ho cominciato (finalmente) la lettura di uno dei classici della Austen. Oltre ad avermi rapito - non avevo mai letto camminando per la strada - ha suscitato nuovamente in me la necessità di rivedere il film tratto dal romanzo della famosa scrittrice.

Film 428: "Orgoglio e pregiudizio" (2005) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Rivederlo mentre sto ancora leggendo il libro mi porta ad essere un po' più critico rispetto alle precedenti visioni del film di Joe Wright. Molte libertà vengono concesse rispetto all'originale romanzo, eppure devo dire che non manca un certo tocco poetico e raffinato, merito della mano del regista (ispirato anche in "Espiazione" e, speriamo, anche nel prossimo "Anna Karenina") e della bellissima colonna sonora di Dario Marianelli.
Il mio momento preferito rimane sempre la prima dichiarazione d'amore di Darcy/Matthew Macfadyen sotto il porticato in mezzo alla campagna inglese battuta dalla pioggia, con Elizabeth/Keira Knightley fradicia e ancora all'oscuro della bontà d'animo del suo interlocutore. Lizzy rifiuterà, ma l'intensità della Knightley è evidente è il duo di attori, per quanto stranamente assortito, funziona perfettamente.
Il contrasto più evidente rispetto al romanzo, comunque, risulta il tempo. Chiaro che per necessità il film deve scorrere, ma quella dimensione di attesa e faticosa pazienza, nonché incertezza dettata dall'essere totalmente in balia di eventi molto dilatati nello spazio, si perde totalmente in favore di una trama che brucia visite di settimane in passaggi che sembrano giorni, le stagioni in un giro di altalena.
Nel complesso, in ogni caso, "Pride & Prejudice" è proprio un bel prodotto, equilibrato e piacevole, piuttosto fedele all'opera della Austen specialmente in certi dialoghi tanto identici da dimostrare che, nonostante sia un libro dell'800, è capace di suscitare emozioni anche in tempi tanto frenetici come i nostri.
Film 282 - Orgoglio e pregiudizio
Film 428 - Orgoglio e pregiudizio
Film 1748 - Pride & Prejudice
Consigli: La collaborazione Joe Wright-Keira Knightley inizia con questa pellicola (che regala all'attrice la sua prima e finora unica nomination all'Oscar) che rappresenta un buon modo per farsi un'idea del lavoro di entrambi insieme.
Parola chiave: Mr. Wickham.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 9 luglio 2012

Film 427 - Final Destination

Un dei miei cult horror preferiti.


Film 427: "Final Destination" (2000) di James Wong
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Quando non c'è niente di meglio è preferibile andare sul sicuro. Questa pellicola - che è tra i miei teen horror preferiti - sembrava risultare la scelta più azzeccata per un'afosa serata di fine giugno. E, infatti, non ha disatteso le nostre speranze.
Tra il mistico (ci credi alla morte che ti reclama perchè è scoccata la tua ora?), l'occulto (previsioni di morte) e lo splatter (teste mozzate, litri di sangue) "Final Destination" apre le porte ad una saga (fino ad ora 5 titoli) che ha saputo crearsi un suo fedelissimo pubblico nonostante gli ormai 12 anni di onorata carriera. Non che si sia reinventato un genere, ma chiaramente si è saputo catturare l'attenzione di un pubblico giovane con una mossa astuta: giocare col 'piano' della morte.
Scoprire chi sia il prossimo che dovrà morire e quindi tentare di sabotare la prevista dipartita è qualcosa che, bisogna ammetterlo, si lascia guardare con un certo interesse. Sia perchè la conta dei rimasti scatena il nostro sadismo da poltrona, sia perchè attendere di scoprire cosa si è inventata questa volta quella "vecchia baldracca" (e qui cito il film) per riportare a sé uno dei prescelti è un piacevole gioco d'astuzia che stimola lo spettatore bramoso delle più macabre efferatezze (sullo schermo, naturalmente!).
Sempre ragionando nell'ottica del cosa-sto-per-vedere, direi che questo è un prodotto che tiene fede alle promesse che fa. Ci sono mistero e morte, una venatura orrifica naturale (più della morte che viene a cercarti...) e un intreccio narrativo che non deluderà certo gli appassionati del genere. Nel suo ambito è un prodotto a mio parere ben realizzato e capace di tenere alti suspance ed intrattenimento. Lo rivedo sempre molto volentieri!
Consigli: Visto il primo, tanto vale rispolverare anche gli altri capitoli.
Parola chiave: Volo 180.

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Ric

Film 426 - Chernobyl Diaries - La mutazione

Niente semifinale per me che, tra il primo e il secondo tempo, me ne sono andato al cinema con la mia tessera 3.


Film 426: "Chernobyl Diaries - La mutazione" (2012) di Bradley Parker
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nella stagione horror 2012 - che, per quanto mi riguarda, al momento è alquanto priva di titoli interessanti - direi che "Chernobyl Diaries" è uno dei titoli più ruffiani che si potessero mettere sul mercato. L'idea promettente di una mutazione genetica che coinvolge la popolazione Pripjat' dopo l'esplosione nucleare della centrale di Černobyl' parrebbe interessante da sviluppare, eppure chi ha messo in piedi questo prodotto cinematografico non ha saputo fare altro che districarsi tra banalità e già visto, in un crescendo di tensione (quella sì ben architettata) che delude decisamente alla resa dei conti.
La trama è banalmente riassumibile così: gruppo di ragazzetti americani che visita l'Europa finisce per sperimentare il turismo estremo (che consiste nel passare una giornata presso la città fantasma di Pripjat') dove, però, rimane presto vittima dei mutanti carnefici che vivono silenziosamente nel luogo teoricamente disabitato.
Se, anche non avendo ancora visto il film, la storia era intuibile, speravo almeno nel brivido di una rappresentazione ben realizzata. E, invece, i mostri non sono nemmeno mai inquadrati da vicino, solo abbozzati a metri di distanza, tanto che, dovendo farlo, non so nemmeno descriverli con precisione.
L'incapacità recitativa, poi, dei due protagonisti Jonathan Sadowski e Devin Kelley, per non dire l'inutilità della presenza del cantante (?) Jesse McCartney che riveste uno dei ruoli più marginali, contribuisce a dare l'idea di un film frettoloso, figlio della sola necessità di un incasso facile (anche riuscito, considerando i $17,971,607 guadagni a fronte della spesa di 1 solo milione di dollari investito).
Il mio giudizio, insomma, è totalmente negativo e sconsiglio vivamente la visione. C'è molto di più rappresentativo per il genere orrifico che non sia figlio solo dello splatter, la leggenda metropolitana o la pigrizia di chi scrive certe banalità.
Consigli: Brutto e fatto male. E' interessante solo per la ricostruzione della città fantasma e riesce solamente nell'intento di creare una buona suspance, anche se per il resto non ci siamo.
Parola chiave: Centrale nucleare.

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Ric

giovedì 5 luglio 2012

Film 425 - Alta fedeltà

Alla ricerca di qualcosa di nuovo da vedere in una serata casalinga, ho rispolverato questo dvd che avevo comprato qualche tempo fa.


Film 425: "Alta fedeltà" (2000) di Stephen Frears
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sono rimasto folgorato da questo film. Non ricordo una visione così piacevole da non so più quanto tempo. L'ho trovato bellissimo.
Anche se non posso dire sia il mio solito genere di pellicola - un po' indie - "High Fidelity" mi ha proprio convinto: bei dialoghi, una concezione dell'amore simile alla mia, una storia interessante e un protagonista davvero azzeccato (John Cusack, che ha scritto anche la sceneggiatura tratta dal libro di Nick Hornby).
Ora faccio un attimo di autocritica. Sono consapevole che il momento che sto attraversando mi rende particolarmente sensibile a certe tematiche. Probabilmente anche solo un anno fa avrei 'capito' di meno i sentimenti o le emozioni che si riportano in questa storia. Ma adesso, per come sono cambiato, posso dire di essermi sentito davvero vicino a Rob Gordon/Cusack e, suppongo anche per questo, ho tanto gradito quanto ho visto. La richiesta di matrimonio di Rob a Laura/Iben Hjejle è una delle più belle e vere che abbia mai sentito e riflette alla perfezione ciò che credo manchi a molti di noi oggi: la capacità di renderci conto di cosa abbiamo già a dispetto di un mondo di fantasie irreali che potrebbero distrarci proprio dal vedere finalmente che tutto ciò di cui abbiamo bisogno è già a nostra disposizione.
Ripeto, so di essere particolarmente suscettibile all'argomento per motivazioni totalmente personali, ma per come mi sono andate le cose ultimamente, se avessi avuto la possibilità di un dialogo sincero, anche io avrei voluto dire alla persona che mi stava di fronte le stesse cose che dice Rob a Laura.
In un contesto come questo, quindi, credo sia facile capire per quale motivo io sia tanto affascinato da "Alta fedeltà". L'idea della finale, sincera maturazione e presa di coscienza del protagonista è un percorso di formazione (non scontato) che eliminerebbe alla fonte molti dei problemi di coppia del nostro presente. La frenetica necessità del ricercare sempre qualcos'altro nella speranza che sia migliore, più interessante o più stimolante ci ha reso ciechi nei confronti dei nostri veri sentimenti. Accorgersi, appunto, di avere già quello di cui si ha bisogno è un esercizio di maturità che non in molti sono capaci di fare (anche io, eh!).
Oltre, quindi, a condividere un'idea delle cose di coppia con chi è autore di quest'opera, ho trovato anche molto simpatica l'idea morbosa delle classificazioni a tutti i costi che accomuna i protagonisti (tra cui anche un giovanissimo Jack Black): una particolarità che li rende ancora più nerd.
Altra trovata carina è il flusso di coscienza traboccante che il protagonista rivolge direttamente allo spettatore guardando in macchina. Rende perfettamente il senso di intimo che il tono confidenziale delle cose riferite sottintende. Approfondisce con spessore il carattere del personaggio e lo rende ancora più simpatico agli occhi di chi guarda per le cose spesso strampalate che racconta. In questo John Cusack è davvero formidabile.
Tra gli altri attori conosciuti la sorella di Cusack, Joan ("Una donna in carriera", "In & Out"), Catherine Zeta-Jones ("Chicago"), Tim Robbins ("Mystic River"), Lisa Bonet ("I Robinson") e Lili Taylor ("Haunting - Presenze").
Insomma, lo spaccato sociale che racconta la storia è secondo me ben analizzato e rappresentato con ironia, disillusione e una certa dose di cinismo che rende il tutto un mix davvero riuscito. Un cult.
Consigli: Se è piaciuto il film bisogna recuperare assolutamente il libro. Cosa che ho tutta l'intenzione di fare.
Parola chiave: Top Five.

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Ric

martedì 3 luglio 2012

Film 424 - Margin Call

Ancora qualche sprazzo 'post-Oscar' che fa arrivare anche in Italia film indipendenti che in America risalgono alla stagione passata.


Film 424: "Margin Call" (2011) di J.C. Chandor
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Ok di solito non sono molto attratto dai film che parlano di Wall Street, mercato, azioni o speculazioni, quindi di fatto se mi sono interessato a questo prodotto è per motivi collaterali.
Innanzitutto un cast di protagonisti che conoscevo dal primo all'ultimo: Kevin Spacey ("American Beauty"), Paul Bettany ("Il codice Da Vinci"), Jeremy Irons ("Il mistero Von Bulow"), Zachary Quinto ("Star Trek: Il futuro ha inizio"), Simon Baker ("The Mentalist"), Demi Moore ("Soldato Jane"), Stanley Tucci ("Hunger Games") e Penn Badgley ("Gossip Girl"). Poi un intreccio che, dal trailer, mi sembrava decisamente intrigante. Infine una nomination all'Oscar per la Miglior sceneggiatura originale che mi ha convinto del fatto che valesse davvero la pena di dare un chance a questo "Margin Call" .
L'idea in sé è, appunto, ai miei occhi piuttosto interessante (una banca d'investimento vede la sua fine nell'arco delle 24ore successive all'incipit del film a causa della crisi finanziaria e di errori di valutazione di certi dipendenti al vertice), ma, se devo essere totalmente sincero, non ci ho capito granché. Sarà che seguire la vicenda per chi non è del settore richiede una certa concentrazione o che il tutto tende a sembrare di non partire mai, di fatto il risultato è stato un po' un buco nell'acqua.
Non so se ci si volesse più concentrare sulla parte 'tecnica' dell'aspetto crisi o se per rendere il più verosimile possibile il contesto si sia deciso di presentare senza filtri un ambiente che non è certo quotidiano per la maggior parte di noi, però il risultato è certamente un mix complesso di paroloni e formule che non permettono una chiara comprensione di ciò che sta vedendo allo spettatore medio. Chiaro che nel complesso la vicenda è più che comprensibile, ma, sperando di rendermi più chiaro possibile, direi che questa pellicola ha lo stesso difetto di "Wall Street: il denaro non dorme mai": fatico a comprenderne tutti i passaggi e, inevitabilmente, mi stanco.
Forse con qualcuno di fianco che possa spiegare il susseguirsi di catastrofi finanziare che si stanno verificando potrebbe anche essere meno snervante seguire la trama, ma per quanto mi riguarda alla fine della visione sono rimasto con un certo numero di interrogativi (tecnici) che mi hanno lasciato un'idea di incompiutezza legata a questo film.
Consigli: Nel complesso è un film interessante e il cast è buono. Perde però in efficacia il messaggio per via dei numerosi tecnicismi che, chi guarda senza essere un esperto, fatica a fare propri.
Parola chiave: Crisi finanziaria.

Trailer

Ric