martedì 30 giugno 2020

Film 1736 - Skyscraper

Intro: Altra seratina casalinga in compagnia di un film, questa volta ci siamo concessi un titolo abbastanza recente e che nessuno di noi aveva già visto.
Film 1736: "Skyscraper" (2018) di Rawson Marshall Thurber
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas
In sintesi: di solito mi gusto con immenso piacere pellicole come questa, coccolato dalla totale innecessità di concentrazione e sforzo mentale, ma a tutto c'è un limite. Dove sembra non esserci un limite, invece, è alla stupidità e alla spavalda noncuranza della plausibilità della sceneggiatura di "Skyscraper", un prodotto che si presenta come di facile consumo, sì, ma esagera talmente tanto nella messa in scena che sfocia inevitabilmente nel ridicolo. E parliamoci chiaro, non è solo a causa della scena - tanto pubblicizzata anche nel trailer - del salto nel vuoto compiuto da un uomo con un arto artificiale (la gamba), è proprio nel suo insieme che la storia non funziona: è tutto estremizzato ed esagerato, tanto caricato all'ennesima potenza che ricorda titoli di decadi precedenti e che pensavamo superati.
Invece questo film si arrampica su una struttura narrativa che punta tutto su un climax visivo e che sacrifica il resto in nome della spettacolarità testosteronica, figlio di una vecchia retorica machista che sa di stantio fin dall'inizio. Aggiungo che Dwayne Johnson, con all'attivo 10 titoli da protagonista in 4 anni, ha decisamente saturato il mercato cinematografico con la sua presenta. Non sarebbe tanto un problema la sua sovraesposizione, non fosse che riproponendo sempre lo stesso identico personaggio stereotipato del muscoloso risolvi situazioni estreme non aggiunge davvero niente alla sua filmografia finendo per darsi la zappa sui piedi. E "Skyscraper" ne è un evidente esempio.
Cast: Dwayne Johnson, Neve Campbell, Chin Han, Roland Møller, Noah Taylor, Byron Mann, Pablo Schreiber, Hannah Quinlivan.
Box Office: $304.9 milioni
Vale o non vale: Brutto, banale e inefficacemente spettacolare, "Skyscraper" tenta senza successo di creare tensione proponendo un action thriller ad alta quota che finisce per implodere sull'inconsistenza della sua trama che vive di cliché e banalità. Gli effetti speciali non bastano.
Premi: /
Parola chiave: Protesi.

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Bengi

lunedì 29 giugno 2020

Film 1735 - Second Act

Intro: Era da quando avevo visto i poster appesi per tutta Auckland che ho sentito l'esigenza di vederlo. Non mi sono fatto scappare l'occasione non appena il film è stato disponibile in streaming.
Film 1735: "Second Act" (2018) di Peter Segal
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: è inutile nasconderlo, ho uno sweet-spot per le commediole facili facili e pure un po' sceme. In molte di queste, bisogna dirlo, Jennifer Lopez non solo è presente, ma ci sguazza proprio, per cui non ho potuto resistere alla tentazione di ritrovare l'immenso talento recitativo di J.Lo nuovamente mostrato sul grande schermo, questa volta in salsa businesswoman in carriera che non ha un soldo, ma è truccata e agghindata meglio di Chiara Ferragni. Adoro questi paradossi. 

Lopez qui è Maya, una donna che, dopo anni di eccellente lavoro per la grande catena di negozi per cui lavora, si vede soffiare la promozione che tutti, lei compresa, si aspettavano le sarebbe finalmente stata concessa. Ci rimane male e, con una spintarella esterna, riuscirà a rivoluzionare la sua vita e la sua carriera sulla base di una serie invenzioni creative da curriculum (leggi bugie).
Che "Second Act" profumasse di gran boiata fin da subito non c'era dubbio, in ogni caso ho sufficientemente apprezzato il ritorno della nostra cantate-attrice-modella-produttrice-businesswoman-ballerina-fashion designer ad uno dei suoi primi amori cinematografici, regalando al pubblico di aficionados l'ennesima performance monocorde tanto inevitabile quanto rassicurante. Che poi J.Lo si sarebbe riscattata con l'imminente "Hustlers" nessuno poteva profetizzarlo, eppure la magia è successa e adesso pare in molti l'abbiano perdonata per le precedenti performance in prodotti quali "Angel Eyes - Occhi d'angelo", "Via dall'incubo", "Amore estremo - Tough Love", "Jersey Girl", "Un amore a 5 stelle", "Prima o poi mi sposo", "Piacere, sono un po' incinta", "Che cosa aspettarsi quando si aspetta" e probabilmente questo "Second Act". Onestamente io devo ancora capire quanto di questo miracolo da Actors Studio sia effettivamente da riconoscerle in quanto fino ad ora si è spesso trovata in prodotti terribili: è il confronto con le sue precedenti performance ad averle reso giustizia o, in effetti, la sua performance dell'anno scorso come miglior spogliarellista professionista non protagonista è merito di un miglioramento qualitativo?
Rimarremo tutti ancora nel dubbio per un po' - il suo prossimo film, "Marry Me" è attualmente in post-produzione e si preannuncia più sulle corde di questa storia che di quella di "Hustlers" -, nella speranza che J.Lo continui a scegliere progetti più originali e nelle sue corde. Qui si salva in corner.
Cast: Jennifer Lopez, Leah Remini, Vanessa Hudgens, Treat Williams, Milo Ventimiglia, Annaleigh Ashford, Dave Foley, Larry Miller, Dan Bucatinsky.
Box Office: $72.3 milioni
Vale o non vale: Stiamo davvero parlando di niente, un prodotto buono per un momento a cervello spento che non racconta alcunché di originale o può fare affidamento su indimenticabili performance. Poi, per carità, ho visto ben di peggio (anche se sul casuale ricongiungimento madre-figlia ho fatto veramente fatica).
Premi: /
Parola chiave: Lavoro.

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Bengi

Film 1734 - Non-Stop

Intro: Sempre con Karen, sempre sul divano, questa volta abbiamo dato il benvenuto al nostro club di film casalinghi a Lucas per una serata all'insegna dell'azione.
Film 1734: "Non-Stop" (2014) di Jaume Collet-Serra
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas, Hugh
In sintesi: a me un film d'azione ambientato su un aereo con un ricattatore misterioso che mette il protagonista nei guai facendolo sembrare lui il colpevole mi aggrada alquanto. Poi, per carità, non è il miglior prodotto mai visto, però "Non-Stop" fa il suo sporco dovere e - pur ricalcando un po' la storia di "Flightplan" - riesce comunque a regalare allo spettatore un paio d'ore tra adrenalina e colpi di scena efficaci.
Film 731 - Non-Stop
Film 990 - Non-Stop
Film 1734 - Non-Stop
Cast: Liam Neeson, Julianne Moore, Scoot McNairy, Michelle Dockery, Nate Parker, Jason Butler Harner, Anson Mount, Corey Stoll, Lupita Nyong'o, Corey Hawkins.
Box Office: $222.8 milioni
Vale o non vale: Buon cast, scene d'azione quanto basta, risultato finale apprezzabile considerando in partenza che si tratta di un film mainstream dallo scopo commerciale. Ogni volta che lo rivedo non mi delude.
Premi: /
Parola chiave: Texts.

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Bengi

Film 1733 - Baby Driver

Intro: Di nuovo a Auckland e povero in canna, con Karen abbiamo cominciato a guardare un sacco di film da casa, scegliendo tra la mia selezione personale di pellicole. Una serie di pomeriggi piacevoli passati comodamente seduti sul divano tra popcorn al caramello (pururu in Argentina) e la mia iniziazione alla mia futura dipendenza: il mate.
Film 1733: "Baby Driver" (2017) di Edgar Wright
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Karen
In sintesi: sono rimasto affascinato da questo film la prima volta che l'ho visto e anche questa seconda visione non mi ha deluso! Ritmato, divertente e godibile, "Baby Driver" beneficia di un grandissimo cast, un montaggio adrenalinico e una colonna sonora pazzesca. Vedere per credere.
Film 1443 - Baby Driver
Film 1733 - Baby Driver
Film 2018 - Baby Driver
Cast: Ansel Elgort, Kevin Spacey, Lily James, Eiza González, Jon Hamm, Jamie Foxx, Jon Bernthal, Flea, Sky Ferreira.
Box Office: $226.9 milioni
Vale o non vale: Adrenalina, grande colonna sonora, una storia che funziona dall'inizio alla fine e un grande cast, il tutto per un film che regala un paio d'ore di perfetto intrattenimento.
Premi: Candidato a 3 Oscar per il Miglior montaggio (un furto che non abbia vinto) e mixaggio e montaggio sonoro; una candidatura ai Golden Globes per il Miglior attore protagonista (Elgort) e 1 BAFTA vinto su 2 nomination per il Miglior montaggio. 1 nomination ai Grammy per Best Compilation Soundtrack for Visual Media.
Parola chiave: Debito.

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Bengi

sabato 27 giugno 2020

Film 1732 - The Prime of Miss Jean Brodie

Intro: Avevo sempre voluto recuperare la filmografia di Maggie Smith, specialmente il ruolo per cui si è aggiudicata il primo Oscar, così ne ho approfittato alla prima occasione.
Film 1732: "The Prime of Miss Jean Brodie" (1969) di Ronald Neame
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Hugh
In sintesi: onestamente mi aspettavo qualcosa di diverso e ho trovato il film affrontabile solo grazie alla magnifica performance di Maggie Smith.
Jean Brodie è un personaggio difficile e complesso, reso antipatico dalle sue ideologie e un certo attaccamento al potere che passa anche per una buona dose di lavaggio del cervello. La necessità che esprime di ingraziarsi e plasmare le menti delle sue pupille è il leitmotiv di tutta la storia che, tra l'altro, è tratta dall'opera teatrale derivante dal romanzo di Muriel Spark.
In generale mi ha ricordato qualcosa di "Mona Lisa Smile", anche se il personaggio della protagonista qui è molto più complesso.
Ps. Non c'entra molto, ma non riesco a capacitarmi della bruttezza della locandina...
Cast: Maggie Smith, Robert Stephens, Pamela Franklin, Gordon Jackson, Celia Johnson.
Box Office: $6,650,000
Vale o non vale: Si citano Benito Mussolini e Francisco Franco, si parla di sesso, si analizza un personaggio a tratti scomodo, a tratti ridicolo che, però, nelle mani di Maggie Smith prende vita in maniera credibile e riuscita. Non è un film per ogni occasione, ma sicuro i fan della Smith non mancheranno di apprezzare la puntuale bravura della loro beniamina.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Miglior attrice protagonista (Smith), era candidato anche per la Miglior canzone originale ("Jean" di Rod McKuen); candidato a 3 Golden Globe (Miglior film drammatico e miglior attrice protagonista), ha vinto quella per la canzone originale; 3 nomination ai BAFTA e 2 vittorie per Miglior attrice protagonista e attrice non protagonista per Celia Johnson (contro di lei era candidata Pamela Franklin). In concorso al Festival del Cinema di Cannes 1969.
Parola chiave: Dipinto.

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venerdì 26 giugno 2020

Film 1731 - I, Tonya

Intro: Onestamente non pensavo lo avrei rivisto così presto, eppure qualcosa mi diceva che avrei dovuto rivederlo.
Film 1731: "I, Tonya" (2017) di Craig Gillespie
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Hugh
In sintesi: avevo altissime aspettative rispetto a questa pellicola la prima volta che l'ho vista, il che ha portato a un giudizio non esattamente soddisfacente della prima visione. Eppure qualcosa di questo film mi ha sempre affascinato, rapito da una colonna sonora fantastica, impressionato dal perfetto lavoro di montaggio e, ovviamente, colpito dalle meravigliose performance di Robbie e Janney. Tutto considerato, quindi, non riuscivo bene a spiegarmi cosa non avesse funzionato al primo tentativo.
La realtà è che, rivedendolo, ho apprezzato immensamente "I, Tonya" e il suo potentissimo pugno nello stomaco. Probabilmente distratto dalla curiosità rispetto all'incidente tra Tonya e Nancy Kerrigan, mi ero lasciato meno coinvolgere dal resto della storia che, devo dire, questa volta mi ha colpito di più nel complesso. Margot Robbie fa un lavoro spettacolare nell'interpretare la controversa atleta di pattinaggio sul ghiaccio, riuscendo a mettere in scena un personaggio complesso e rischioso con, a mio avviso, grandissima cognizione di causa: Tonya Harding è incazzata, è delusa dalla vita, si aggrappa ad ogni pezzetto di felicità che pensa di essere riuscita a trovare, vuole dimostrare a tutti la grande campionessa che può essere.
Si riesce a simpatizzare con il personaggio per la maggior parte della storia, si prova pena per le sofferenze, gli abusi, la violenza, eppure nemmeno Tonya è del tutto innocente e ha sicuramente appreso l'arte della sopravvivenza mettendo in pratica una serie di "giochetti" rintracciabili in vari momenti della trama. Un personaggio complesso, dicevo, e qui interpretato magistralmente.
Non so se il film renda giustizia alla storia vera e ai suoi personaggi, specialmente la sua protagonista, ma credo che, in generale, "I, Tonya" sia in grado di consegnare ai suoi spettatori un'esperienza narrativa e visiva meno scontata di quanto non ci si aspetterebbe, brillante e incisiva, che lascia lo spettatore con i suoi dubbi su cui ponderare, ma senza dubbio rimane impressa.
Film 1540 - I, Tonya
Film 1731 - I, Tonya
Cast: Margot Robbie, Sebastian Stan, Julianne Nicholson, Bobby Cannavale, Allison Janney, Paul Walter Hauser, Caitlin Carver, Mckenna Grace.
Box Office: $53.9 milioni
Vale o non vale: La storia presenta varie sfumature sia di drammaticità che di credibilità, il tutto per un gioco di specchi (con la realtà dei fatti), che mette in scena più punti di vista e lascia a chiedersi quale mai potrà essere la verità. Ma ci importa davvero? Neanche tanto, perché "I, Tonya" non è un documentario, quanto un buon biopic dal ritmo incalzante e la messa in scena audace e iper realistica. C'è molto dolore, tanta violenza, talento e la rappresentazione della fragilità umana. Oltre che una colonna sonora pazzesca. Vedere per credere.
Premi: Candidato a 3 premi Oscar per Miglior attrice protagonista (Robbie) e montaggio, ha vinto quello per la Miglior attrice non protagonista (Janney). Janney ha vinto nella stessa categoria sia ai Golden Globes che ai BAFTA. Il film è stato candidato per Miglior musical o commedia e Miglior attrice protagonista ai Golden Globes e per Miglior attrice protagonista, sceneggiatura originale, trucco e costumi ai BAFTA.
Parola chiave: Fama.

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Film 1730 - The DUFF

Intro: Alla ricerca di qualcosa per spegnere il cervello, ho pensato di rivedere questa pellicola.
Film 1730: "The DUFF" (2015) di Ari Sandel
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ho voluto rivedere questo film perché me lo ricordavo simpatico e perché, dopo aver cominciato a vedere "Good Girls" (che consiglio vivamente), mi era venuta voglia di vedere qualcosa che vedesse Mae Whitman un po' più protagonista. Che io sappia, purtroppo non ci sono molti esempi a portata di mano, motivo per cui la scelta più semplice mi è sembrata quella di recuperare in lingua "The DUFF" che, tutto sommato, rappresenta una commedia facile facile perfetta per un momento di disimpegno. C'è di meglio? Sì, ma questo non vuol dire che non valga la pena recuperarlo per farsi due risate.
Film 1007 - L'A.S.S.O. nella manica
Film 1730 - The DUFF
Cast: Mae Whitman, Robbie Amell, Bella Thorne, Bianca Santos, Skyler Samuels, Romany Malco, Ken Jeong, Allison Janney.
Box Office: $43.5 milioni
Vale o non vale: Basato sul principio che in ogni gruppo di adolescenti si trova il/la ragazz* meno attraente che funge da ruota di scorta, "The DUFF" si scardina dalla sua idea di base in maniera facile e sicuramente già vista, ma beneficia della bravissima Whitman che regala una performance brillante e in parte. Il tutto per un prodotto perfettamente semplice e immediato per questo inizio di calura estiva al sapore di quarantena.
Premi: /
Parola chiave: Labels.

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Bengi

giovedì 25 giugno 2020

Film 1729 - Captain Marvel

Intro: Quando esce un nuovo Marvel, noi ci fiondiamo al cinema. Quando sei ad Auckland, però, aspetti di andarci il giorno in cui il film è in sconto (visto il prezzo), per cui mentre aspettavo di poter andare a recuperare questo film, avevo già sentito qualche opinione in proposito e non tutte positive.
Film 1729: "Captain Marvel" (2019) di Anna Boden, Ryan Fleck
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas
In sintesi: vedendo questo film ricordo che ho pensato che fossi contento per Brie Larson che, dopo una serie di ruoli minori, poi un Oscar, poi la necessità di confermarsi quale star hollywoodiana, è riuscita a trovare un ruolo degno di essere interpretato (nonché estremamente mainstream e popolare).
"Captain Marvel" non è il miglior film dell'universo Marvel, ma è un film che funziona per diverse ragioni: la prima è sicuramente Larson che è perfetta per il ruolo; seguono diversi altri motivi tra cui annovero l'atmosfera retrò, il parallelismo con "Top Gun", il tono divertito e il ritmo che tiene per la maggior parte del film. Insomma, questa pellicola riesce nel non semplicissimo intento di continuare l'arco narrativo creato fino a questo punto, aggiungendo l'ennesimo nuovo punto di vista che deve andare a caratterizzare il nuovo personaggio introdotto, ma deve anche rispettare il canone fin qui veicolato con i titoli precedenti. A me pare che l'operazione sia decisamente riuscita.
Ps. Posso solo dire che il poster non mi piace?
Cast: Brie Larson, Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Djimon Hounsou, Lee Pace, Lashana Lynch, Gemma Chan, Annette Bening, Clark Gregg, Jude Law, Akira Akbar, Mckenna Grace.
Box Office: $1.128 miliardi
Vale o non vale: Due delle curiosità che hanno spesso catalizzato l'attenzione della stampa americana rispetto a questo film riguardano un paio di primati, che mi hanno lasciato un po' perplesso più che altro perché ad oggi sono conquiste che è ancora necessario sottolineare rispetto a un prodotto del genere. "Captain Marvel", infatti, è stato il primo titolo Marvel co-diretto (nemmeno diretto...) da una donna e il primo film con protagonista un supereroina ad abbattere il muro del miliardo di dollari di incasso al botteghino mondiale.
Non voglio fare di questo post uno statement, quindi mi limiterò a dire che, nonostante la rinfrescante ondata di inclusione e ampliamento di tematiche e punti di vista, se perfino nel proficuo mondo dei supereroi ci si deve ancora stupire che il genere del/la protagonista non sia rilevante siamo ancora decisamente in un grosso pantano.
Dovremo aspettare "Wonder Woman 1984" e "Mulan" per capire a che punto della questione siamo, nella speranza che le storie siano sufficientemente buone da valorizzare il prodotto finale affinché non ci si debba più stupire che, con una donna a portare tutta l'operazione commerciale sulle spalle, le probabilità di una hit commerciale è probabile quanto con un protagonista maschile. Nel frattempo, guardatevi "Captain Marvel" con spensieratezza: il film è fatto bene, Brie Larson è magnifica e perfetta nel ruolo e tutta l'operazione funziona.
Premi: /
Parola chiave: Emotions.

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Bengi

lunedì 15 giugno 2020

Film 1725 - The Nutcracker and the Four Realms

Intro: Ero più che altro incuriosito dal fatto che il film sia stato un gigantesco flop per la Disney.
Film 1725: "The Nutcracker and the Four Realms" (2018) di Lasse Hallström, Joe Johnston
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: costruito sulla base tecnica e visiva di alcuni precedenti prodotti Disney di successo - particolarmente "Alice in Wonderland" -, "The Nutcracker and the Four Realms" non riesce però a generare sufficiente magia o interesse rispetto ad un progetto che risulta esteticamente molto bello, ma narrativamente irrilevante. Manca di ritmo e, ancora peggio, di qualcosa originale da dire. E non basta l'atmosfera gioiosa e festiva del Natale a salvare tutta l'operazione.
Cast: Keira Knightley, Mackenzie Foy, Eugenio Derbez, Matthew Macfadyen, Richard E. Grant, Misty Copeland, Helen Mirren, Morgan Freeman.
Box Office: $174 milioni
Vale o non vale: Keira Knightley è insopportabile, Mackenzie Foy non particolarmente incisiva come protagonista e si ha la sensazione che il cast da sogno e la famosissima storia de "Lo schiaccianoci" di Čajkovskij siano assolutamente sprecati.
Premi: /
Parola chiave: Chiave.

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Bengi

domenica 14 giugno 2020

Film 1724 - Beautiful Boy

Intro: Volevo vedere questo film sia perché Timothée Chalamet è tra i protagonisti, sia perché era stato candidato a qualcuno dei premi che contano. E si sa che io gli award show li adoro...
Film 1724: "Beautiful Boy" (2018) di Felix van Groeningen
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: personalmente ho trovato questo film noiosissimo, ma non tanto in termini di realizzazione, quanto rispetto all'idea di base che presenta.
Il processo autodistruttivo e autolesionista di un tossicodipendente è stato ripreso, riadattato e riproposto ormai in tutte le salse, per cui mi rendo anche conto che non sia facile produrre qualcosa di nuovo sull'argomento, eppure ho trovato "Beautiful Boy" non solo banale nella sua idea centrale, ma anche maledettamente arrogante.
C'è una strafottenza nel personaggio di Nic (Chalamet) che fa venire voglia di prenderlo a schiaffi e un'impotenza frustrante in quello di David (Carell) che si riversa completamente sullo spettatore, tanto che ci si chiede più volte durante la visione perché questa famiglia non faccia qualcosa di concreto per riprendere in mano le redini della propria vita. Sì, ci sono i litigi, i confronti, le riabilitazioni, le buone intenzioni, eppure sembra che tutti si siano arresi all'idea che questa sia la loro vita, che non ci sia una via d'uscita e che l'unico modo di affrontare tutto questo dolore sia riconoscerlo e trovare un modo per accomodarcisi dentro.
Ho voluto finire di vedere "Beautiful Boy" perché trovo Timothée Chalamet un bravissimo attore e, onestamente, mi sono dovuto sforzare per trovare la forza di non mollare la visione per ben più di una volta. Detesto quei titoli che ti mettono di fronte ad una situazione difficilissima con il solo scopo di renderti testimone di un disagio. E' troppo facile ritrarre il dolore in questo modo, troppo banale e passivo. E' come se questo film, al pari della famiglia di cui parla, si sia arreso in partenza e trovi piacere nel solo fatto di mettere in scena una dramma che abbia l'unico scopo di fare pietà (e quindi sollecitare le simpatie emotive del pubblico o della critica). Non ci siamo. Ps. Tratto dalla storia vera - e relative opere letterarie - di David Sheff ("Beautiful Boy: A Father's Journey Through His Son's Addiction") e Nic Sheff ("Tweak: Growing Up on Methamphetamines").
Cast: Steve Carell, Timothée Chalamet, Maura Tierney, Amy Ryan, Kaitlyn Dever, LisaGay Hamilton, Timothy Hutton.
Box Office: $16.6 milioni
Vale o non vale: In inglese con il termine crowd-pleaser ci si riferisce a qualcosa o qualcuno che piace alla gente, che esercita un fascino positivo sulle persone. Estendendo il termine a questa pellicola, credo che uno degli intenti di fondo (voluto o no) fosse quello di proporre al pubblico un drammone che conquistasse le simpatie dello spettatore e, per estensione, di quella critica che ha forte potere persuasivo rispetto alle premiazioni che contano. Qualche risultato concreto c'è stato, ma il box-office è stato disastroso - il film è costato tra i 19.3 e i 25 milioni di dollari - e tutto sommato in pochi si ricordano dell'esistenza di "Beautiful Boy". Ed è un peccato, per il cast è assolutamente perfetto e ci sarebbero molti spunti sui quali poter lavorare con serietà, però la sceneggiatura sceglie di intraprendere una strada banale e passiva, tanto gratuitamente complicata quanto frustrante.
Ci sono film sulla droga o la dipendenza sicuramente più interessanti e riusciti, uno su tutti "Trainspotting".
Premi: Candidato al Golden Globe e BAFTA per il Miglior attore non protagonista (Chalamet).
Parola chiave: Riabilitazione.

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Film 1723 - Moana

Intro: Non fremevo particolarmente per rivedere questo cartoon, ma di fatto era l'unica opzione gratuita disponibile sul volo da San Francisco a Honolulu...
Film 1723: "Moana" (2016) di Ron Clements, John Musker
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: la prima volta che ho visto "Moana" non sono rimasto particolarmente impressionato, più che altro considerato l'alto livello qualitativo raggiunto dalla partnership Disney - Pixar negli anni. In ogni caso rivedere questo titolo (in italiano "Oceania"), e specialmente in inglese, mi ha aiutato a riconsiderare un po' della mia disillusione. Sarà che sono stato circondato per un anno dalla cultura Māori - subendone inevitabilmente il fascino -, sarà che per una volta un prodotto mainstream abbraccia una cultura diversa da quella americana o da quel modo di dipingere quelle di altri paesi in maniera stereotipata, di fatto ho rivissuto con piacere l'avventura raccontata qui.
Film 1314 - Oceania
Film 1723 - Moana
Cast: Auliʻi Cravalho, Dwayne Johnson, Rachel House, Temuera Morrison, Jemaine Clement, Nicole Scherzinger, Alan Tudyk.
Box Office: $690.8 milioni
Vale o non vale: Carino, estremamente colorato e avventuroso, con una protagonista riuscita e una storia eco-friendly che funziona. Non una pellicola sconvolgente, ma si lascia guardare con piacere anche una seconda volta.
Premi: Candidato a 2 Oscar e Golden Globe per il Miglior film d'animazione e canzone originale ("How Far I'll Go" di Lin-Manuel Miranda); candidato al BAFTA per il film d'animazione. 2 nomination ai Grammy e vittoria per Miranda nella categoria Best Song Written for Visual Media.
Parola chiave: Voyagers.

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sabato 13 giugno 2020

Film 1722 - American Sniper

Intro: Tutti a parlarne benissimo, tutti a consigliarmi di vederlo. Mi sentivo un po' in colpa per non averlo ancora recuperato, così quando si è presentata l'occasione di una serata casalinga con Jenny in quel di San Francisco, abbiamo deciso di lanciarci.
Film 1722: "American Sniper" (2014) di Clint Eastwood
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: sono da sempre un fan della filmografia di Eastwood (regista), eppure questo film me lo ero perso e, francamente, non avevo granché interesse a recuperarlo. La storia sulla guerra in Iraq, la retorica repubblicana, la distruzione fisica e mentale che portano con sé questo tipo di esperienze non sono tematiche che trovo appassionanti quando sono alla ricerca di un film da vedere, ma Eastwood è Eastwood e mi sembrava un po' sciocco lasciarmi influenzare dalla mia pigrizia.
Per farla breve e usare le parole di Wikipedia, "American Sniper" racconta la storia vera di Chris Kyle, militare della Navy SEAL della Marina degli Stati Uniti, che «Per ben quattro volte consolida la sua reputazione e aumenta il numero di vittime fino a diventare il cecchino più letale nella storia delle forze armate statunitensi».
Ora, ammetto di faticare a trovare interessante qualcosa come una conta di persone uccise - "cattive" o meno che siano - per cui rimango in parte indifferente al fascino che questo titolo può avere su certe persone. Riconosco, però, che il lavoro di Eastwood vada ben oltre il mero enumerare target colpiti, portando sullo schermo la fatica del ritorno alla vita civile, le difficoltà nel far integrare esperienze così agli antipodi come la quotidianità in famiglia e il dover combattere (per scelta) una guerra. Fatta questa dovuta precisazione, devo dire che in ogni caso questa pellicola non ha colpito punti di interesse che mi stimolano particolarmente, per cui per quanto si possa approfondire la storia di Kyle e i suoi cari, le sue gesta eroiche e le sue successive difficoltà a fare i conti con i traumi subiti, rimango un po' distaccato rispetto alla scelta di offrirsi volontario per missioni letali per quattro volte di fila, senza contare che non considero la guerra quale esercizio di democrazia e mai mi arruolerei volontariamente per un'esperienza tanto brutale, cruda e traumatizzante per tutte le parti coinvolte.
Ecco, quindi, che non posso dire che "American Sniper" sia un brutto film, al contrario, il problema è che, per quanto si possano raccontare gli effetti collaterali, le difficoltà, il prezzo pagato da chi ha vissuto queste esperienze, a me non fa che rimanere in testa il fatto che la promozione del film - nel trailer, nella tagline del poster, su YouTube, ecc - abbia scelto di pubblicizzarlo attraverso parole - "The most lethal sniper in U.S. history" e "150 kills made history" - che a mio avviso evidenziano l'aspetto di principale interesse per la produzione, ovvero quello violento, quasi ludico di tutta la storia. Va detto che, visto l'incasso mondiale e la cascata di nomination ottenuti, la comunicazione ha centrato i suoi obiettivi, però rimango convinto che la guerra sia un soggetto sensibile da rappresentare e la conta di persone uccise non sia una rappresentazione che rende giustizia al personaggio di cui parla la storia.
Cast: Bradley Cooper, Sienna Miller, Luke Grimes, Jake McDorman, Cory Hardrict, Kevin "Dauber" Lacz, Navid Negahban, Kyle Gallner, Sam Jaeger.
Box Office: $547.4 milioni
Vale o non vale: Un prodotto non facile, una tematica estremamente complicata, una dose altissima di retorica repubblicana e - mi sento di dirlo - una certa glorificazione dell'azione militare. Eastwood è anche questo, ha le sue visioni politiche, ma è innegabile che il talento per la costruzione solida di storie appassionanti non gli manchi. Lo preferisco in altre vesti meno patriottiche.
Premi: Candidato a 6 premi Oscar - tra cui Miglior film, attore protagonista (Cooper) e sceneggiatura non originale -, ha vinto quello per Miglior montaggio sonoro; candidato a 2 BAFTA per Miglior sceneggiatura non originale e sonoro. Nominato al David di Donatello per il Miglior film straniero.
Parola chiave: Cecchino.

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giovedì 11 giugno 2020

Film 1721 - Isn't It Romantic

Intro: Dopo la magica esperienza al Chinese Theatre di Los Angeles, ci siamo lanciati nella seconda avventura cinematografica americana, questa volta nella uggiosa San Francisco. E la scelta è ricaduta su questa pellicola un po' per necessità - incastro di orari ed impegni - un po' perché dopo aver rischiato di rimanere bloccati con la macchina a noleggio in mezzo al deserto del Nevada (compreso di lupi), avevamo bisogno di guardarci qualcosa di semplice e possibilmente divertente.
Film 1721: "Isn't It Romantic" (2019) di Todd Strauss-Schulson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: parliamoci chiaro, avessi saputo che nel giro di una settimana avrei potuto vedere questo film gratis su Netflix... col cavolo che avrei pagato! Cioè, niente di male con "Isn't It Romantic", adoro poi che finalmente Rebel Wilson abbia il ruolo della protagonista e non solo della spalla strana e fuori di testa, però gridiamolo pure al mondo: i film di Netflix fanno schifo e il 90% di quelli che vengono prodotti sono spazzatura inguardabile sul computer, figuriamoci al cinema.
Poi, ribadisco, questo film in particolare non è così male, fa il suo dovere in termini di intrattenimento, piacevoli gag scacciapensieri, numeri musicali, belloni mezzi nudi, ecc ecc, però non è che fosse necessario spenderci dei dollari per recuperarne la visione. No no. Diciamo che, dovessi inquadrarlo in riferimento a prodotti che ho già visto e me lo ricordano, citerei: "Pretty Woman", "They Came Together" e "I Feel Pretty". Insomma, niente di nuovo.
Cast: Rebel Wilson, Liam Hemsworth, Adam DeVine, Priyanka Chopra, Betty Gilpin, Brandon Scott Jones, Jennifer Saunders.
Box Office: $48.8 milioni
Vale o non vale: Facile facile, scacciapensieri, sufficientemente diverte, esteticamente "plasticoso" e perfettamente ripulito come ogni titolo concepito-prodotto-raffinato-industrializzato dalla macchina Netflix, "Isn't It Romantic" funziona praticamente grazie alla bravura comica di Rebel Wilson.
Premi: /
Parola chiave: Beguiling. (incantevole, seducente, ammaliatore)

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mercoledì 10 giugno 2020

Film 1720 - Alita: Battle Angel

Intro: Ho sempre sognato di vedere anche solo da fuori il TCL Chinese Theatre di Los Angeles, luogo di culto per i cinefili di tutto il mondo. Quando l'anno scorso ho avuto la possibilità non solo di ammirarlo da fuori, ma anche di assistere effettivamente ad una proiezione, non mi sono lasciato scappare l'occasione.
Film 1720: "Alita: Battle Angel" (2019) di Robert Rodriguez
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: non era importante quale film vedere, quanto essere effettivamente al Chinese Theatre che, devo dire, al suo interno si presenta magnificamente decorato. Più gigantesco teatro che sala cinematografica nel senso stretto del termine, ammetto che già da sola la location ha contribuito tantissimo alla fruizione dell'esperienza nel suo complesso, tra un dolby surround spaccatimpani e un'alta risoluzione da brividi. In quest'ottica la scelta di "Alita: Battle Angel" è stata assolutamente azzeccata, per non dire che la visione ne ha decisamente giovato; non so quanto il recuperare questo film sul computer o la tv di casa possa risultare altrettanto appagante e gratificante. Dunque, di partenza assolutamente disinteressato rispetto al titolo scelto, mi sono ritrovato catapultato nell'universo "Alita" inconsapevolmente: ma ne è valsa la pena? Assolutamente sì.
Robert Rodriguez - qui al suo film finora più commerciale - confeziona un potente blockbuster che fa uso intelligente della tecnologia messa a disposizione dagli effetti speciali visivi e sonori e porta in vita l'opera manga di Yukito Kishiro ("Gunnm" o "銃夢") in maniera divertente e dinamica, il tutto per un risultato finale che è una montagna russa di emozioni. Insomma, il film funziona molto più di quanto mi sarei potuto immaginare.
E' un peccato che la brava protagonista Rosa Salazar sia "nascosta" dietro la trasformazione digitale richiesta al suo personaggio, in ogni caso l'attrice riesce a risultare credibile anche se mai effettivamente "presente" sullo schermo. Insieme a lei ben 3 premi Oscar (Christoph Waltz, Jennifer Connelly e Mahershala Ali che insieme fanno 5 statuette) e un produttore/sceneggiatore che di nome fa James Cameron... Tanto per dire. (Forse a lui si deve, tra l'altro, la scelta di caricare i titoli di coda grazie a una canzone pop coi fiocchi, scegliendo qui di dare spazio a Dua Lipa - sempre più sulla cresta dell'onda - con la canzone "Swan Song". Altri film estremamente commerciali di Cameron presentato canzoni ad hoc cantate da dive del pop mondiale: per "Titanic" l'intramontabile "My Heart Will Go On" di Céline Dion e per "Avatar" la canzone "I See You" di Leona Lewis).
Insomma, per quanto 
non conoscessi il materiale originale da cui la storia è tratta e non avessi nessuna aspettativa di sorta rispetto alla visione di "Alita: Battle Angel" - visto e considerato che la pellicola non ha esattamente sbancato il box-office americano -, devo dire che in generale il film mi è piaciuto, giocando a suo favore anche la questione della fruizione visiva, per me nuova e assolutamente avvolgente. Certo, non si tratta di un capolavoro, ma in termini di prodotto commerciale pompato di effetti speciali, a mio avviso si tratta di un titolo che fa il suo dovere. Promette e mantiene.            
Cast: Rosa Salazar, Christoph Waltz, Jennifer Connelly, Mahershala Ali, Ed Skrein, Jackie Earle Haley, Keean Johnson.
Box Office: $404.8 milioni
Vale o non vale: E' un film che funziona se si è alla ricerca di disimpegno e divertimento, stilisticamente e tecnicamente ben confezionato. Hollywood fagocita e dà forma alla sua Alita sulla base del modello di Kishiro, il tutto per 2 ore "da luna park" che saranno gradite ai fan della produzione mainstream dai toni epici e cyberpunk. C'è un po' di Luc Besson come idea generale, ma con molti, molti più soldi e mezzi.
Premi: /
Parola chiave: Corse.

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martedì 9 giugno 2020

Film 1719 - Bad Times at the El Royale

Intro: Sempre sull'aereo, sempre alla ricerca di film da recuperare.
Film 1719: "Bad Times at the El Royale" (2018) di Drew Goddard
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: le critiche sembravano buone, il cast è da grandi occasioni, il trailer intrigante, per cui avevo tutte le migliori intenzioni quando ho scelto di vedere "Bad Times at the El Royale". La verità è che niente di questo film mi ha veramente convinto e ho trovato il tutto abbastanza insignificante, sicuramente non memorabile come, invece, tutta l'operazione (commerciale) sembrerebbe suggerire. Peccato, perché mi aspettavo una pellicola di buon intrattenimento e con qualcosa da dire quando, invece, è risultato essere più che altro un prodotto narcisista e intricato senza essere soddisfacente. Sembra che Chris Hemsworth, oltre agli Avengers, continui a non azzeccarne una.
Cast: Jeff Bridges, Cynthia Erivo, Dakota Johnson, Jon Hamm, Cailee Spaeny, Lewis Pullman, Chris Hemsworth, Xavier Dolan, Nick Offerman, Lewis Pullman, Jim O'Heir.
Box Office: $31.9 milioni
Vale o non vale: Mi aspettavo grandi cose e, invece, "Bad Times at the El Royale" non è davvero niente di che. Le atmosfere sono anche giuste, ma la strada intrapresa è meno originale di quanto l'intricata narrazione vorrebbe far pensare. Si può vedere, ma nessuna grande aspettativa.
Premi: /
Parola chiave: Rapina.

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lunedì 8 giugno 2020

Film 1718 - Tomb Raider

Intro: Avevo provato a cominciarlo ancora in Australia durante i sei mesi di reclusione al Takarakka, ma la qualità del file scaricato era tremenda, così ho deciso di posticipare. Ne ho approfittato una volta in aereo verso la mia nuova avventura: America (Los Angeles durante gli Oscar 2019, Las Vegas e San Francisco) e Nuova Zelanda.
Film 1718: "Tomb Raider" (2018) di Anthony Russo, Joe Russo
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: c'era bisogno di un reboot della saga su Lara Croft? Assolutamente no, ma ho abbracciato la nuova proposta cinematografica principalmente per la presenza della mia adorata Alicia Vikander, qui in nel suo ruolo finora più commerciale. Dopo produzioni europee ("A Royal Affair"), ruoli provocatori ("Ex Machina") e un Oscar ("The Danish Girl"), era giunto inevitabilmente il momento per lei di confrontarsi con qualcosa di più globale e mainstream in termini di carriera. Il risultato finale? Niente di elettrizzante onestamente, anche se è indubbio che la ragazza ce l'abbia messa tutta per riportare in vita l'eroina dei videogames della Crystal Dynamics.
Precedentemente interpretata da Angelina Jolie - che ha reso il ruolo francamente iconico in termini di look e stile -, la produzione qui ha voluto giocare più su un dinamismo da film d'azione tradizionale, piuttosto che su una plasticità gonfiata e una realizzazione palesemente fittizia, il tutto per ricercare un realismo in grado di validare la storia. Niente di nuovo, è quello che, per dire, è successo di recente con il reboot di "Jumanji", anche se qui mi pare il risultato finale sia decisamente meno riuscito. Manca sicuramente una componente divertita e divertente, il che appesantisce un prodotto votato teoricamente all'intrattenimento facile e spensierato. Poi, per carità, "Tomb Raider" si lascia guardare, ma decisamente non rimane impresso. Vikander non ha ancora conseguito uno star power tale da mobilitare le masse al cinema, la pellicola manca di un'estetica propria che la contraddistingua dalle altre o dalle precedenti e il progetto finisce per rimanere schiacciato tra il tentativo di sganciarsi dai precedenti due capitoli cinematografici e l'esigenza di presentarsi come rilevante in quanto più serio rispetto a quanto prodotto finora sul personaggio di Lara Croft. Servono più idee e una trama più accattivante, ma a mio avviso Alicia Vikander risulta una scelta azzeccata.
Cast: Alicia Vikander, Dominic West, Walton Goggins, Daniel Wu, Kristin Scott Thomas, Derek Jacobi, Nick Frost.
Box Office: $274.7 milioni
Vale o non vale: Niente di entusiasmante, "Tomb Raider" funziona per chi fosse in cerca di una distrazione facile e dimenticabile per una serata tranquilla all'insegna dell'avventura e dell'azione. Ma niente di più. Un sequel è in lavorazione.
Premi: /
Parola chiave: Himiko.

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Film 1717 - Avengers: Infinity War

Intro: Ogni tanto ci sta riprendere la grande saga Marvel per ricordarsi che anche un film commerciale può avere molto da dire.
Film 1717: "Avengers: Infinity War" (2018) di Anthony Russo, Joe Russo
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: i film Marvel sono sempre un ottimo intrattenimento quando si ha voglia di qualcosa di semplice e tecnicamente ben fatto. L'arco narrativo è estremamente curato, gli effetti speciali pazzeschi e il cast da grandi occasioni. Per chi apprezza questo genere non c'è niente di meglio.
Film 411 - The Avengers
Film 808 - The Avengers
Film 1568 - The Avengers
Film 930 - Avengers: Age of Ultron
Film 932 - Avengers: Age of Ultron
Film 1177 - Avengers: Age of Ultron
Film 1571 - Avengers: Age of Ultron
Film 1613 - Avengers: Infinity War
Film 1717 - Avengers: Infinity War
Film 1757 - Avengers: Endgame
Film 1792 - Avengers: Endgame
Film 2023 - Avengers: Endgame
Cast: Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo, Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle, Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen, Anthony Mackie, Sebastian Stan, Danai Gurira, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt.
Box Office: $2.048 miliardi
Vale o non vale: I fan dei supereroi non possono che apprezzare, chi è in cerca di un divertimento semplice ed efficace dovrebbe trovare quello che cerca. Insomma, perfetto per tante occasioni anche se, certo, non si tratta di un prodotto qualitativamente impegnato. Comunque un buon titolo, oltre che un film-ponte che funziona e traghetta a dovere verso l'epico finale.
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Genocidio.

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venerdì 5 giugno 2020

Film 1714 - Matangi/Maya/M.I.A.

Intro: Non appena ho scoperto dell'esistenza di questo biopic, ho subito deciso che avrei dovuto vederlo; ho aspettato a farlo con Edo, anche lui un fan accanito dell'artista al centro di questa storia.
Film 1714: "Matangi/Maya/M.I.A." (2018) di Steve Loveridge
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese, tamil
Compagnia: Edo
In sintesi: diciamoci la verità, chiunque abbia ideato il titolo di questo documentario sulla cantante inglese di origini singalesi M.I.A. (al secolo Mathangi "Maya" Arulpragasam) non ha fatto un grande favore al marketing e alla promozione di questo film. Poi, chiaro, una volta identificati i tre nomi per i quali è possibile riconoscere la rapper - facendoli conseguentemente corrispondere a conseguenti fasi della sua vita - diventa tutto un attimo più chiaro. Rimane il fatto che chi non fosse familiare con la storia della protagonista rimanga inevitabilmente tagliato fuori o quantomeno perplesso. Non dico che sia necessariamente una regola portare tutto alle semplificazione in nome di una maggiore spendibilità comunicativa, però mi sembra un peccato che sia così complesso anche solo identificare il film sui motori di ricerca (perfino su iMDB si fatica a trovarlo).
Ciò detto, "Matangi/Maya/M.I.A." è un'interessante immersione nel mondo della cantante che mi pare renda giustizia non solo all'artista, ma anche alla persona e alle sue idee. Da fan, posso dire di aver trovato abbastanza coinvolgente il risultato finale, sufficientemente specifico per quanto riguarda la genesi dell'artista, della sua visione del mondo e, naturalmente, delle sue canzoni. Per chi non conoscesse M.I.A. - o la conoscesse anche solo per quella scemenza di "incidente" al Super Bowl XLVI con Madonna e Nicki Minaj - può essere una buona occasione per recuperare un po' di contesto relativamente ad un'artista interessante e impegnata (passatemi il termine) e molto meno scontata di tante altre figure osannate di questi tempi.
Ps. Piccola curiosità, il film è stato passato anche al Biografilm Festival di Bologna nel 2018.
Cast: M.I.A.
Box Office: /
Vale o non vale: Interessante e sufficientemente approfondito, anche se non perfetto (a partire dal titolo), "Matangi/Maya/M.I.A." vive della grande forza del suo "oggetto di studio", la rapper inglese M.I.A., un'artisti contemporanea sicuramente da seguire. Nel documentario non solo approfondimenti sulla vita personale, le origini, i successi (anche una nomination all'Oscar per il film "Slumdog Millionaire"), ma anche la genesi di alcune delle sue canzoni più famose ("Born Free", "Paper Planes", "Bad Girls" and "Borders"). I fan apprezzeranno e non poco. Per tutti gli altri, uno spunto di approfondimento in più, che non fa mai male.
Premi: /
Parola chiave: Refugee.

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giovedì 4 giugno 2020

Film 1713 - Ralph Breaks the Internet

Intro: Onestamente non avevo una gran fretta di vederlo, anche se sapevo prima o poi lo avrei recuperato.
Film 1713: "Ralph Breaks the Internet" (2018) di Phil Johnston, Rich Moore
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: il grande ritorno di "Ralph Spaccatutto" è simpatico e coloratissimo, anche se onestamente per la maggior parte sembra una marchetta ad ogni brand che la massificazione di internet ha portato con sé. Niente di male, per carità, il product placement si piazza perfettamente all'interno della storia, in ogni caso il risultato finale non va oltre il classico prodotto per tutta la famiglia atto allo svago spegni cervello. Avevamo bisogno di questo sequel? No, ma "Ralph Breaks the Internet" si lascia tranquillamente guardare.
Film 516 - Ralph Spaccatutto
Film 1713 - Ralph Breaks the Internet
Cast: John C. Reilly, Sarah Silverman, Gal Gadot, Taraji P. Henson, Jack McBrayer, Jane Lynch, Alan Tudyk, Alfred Molina, Ed O'Neill, Bill Hader.
Box Office: $529.3 milioni
Vale o non vale: Probabilmente la parte migliore di tutto il film sta nel momento in cui Vanellope (Sarah Silverman) incontra tutte le principesse Disney, in una sorta di dissacrante scontro tra passato e presente che mette alla berlina il vecchio approccio della casa di Topolino rispetto alla sue famose protagoniste. Il resto della storia è divertente e simpatica, regala un'avventura per grandi e piccini che funziona, ma risulta meno epica e indimenticabile di quando la massiccia campagna di marketing non avrebbe fatto pensare.
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior pellicola d'animazione.
Parola chiave: Wi-Fi.

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