domenica 29 ottobre 2023

Film 2213 - My Big Fat Greek Wedding 3

Intro: Di nuovo al cinema, subito a recuperare il nuovo capitolo di un franchise carino sì, ma di cui non credevo sinceramente ci fosse bisogno di una nuova uscita in sala.

Film 2212: "My Big Fat Greek Wedding 3" (2023) di Nia Vardalos
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: confermo, non si necessitava della terza uscita cinematografica de "Il mio grosso grasso matrimonio greco" però, dato che ce l'abbiamo, qual è il responso?
Di fatto il film è simpatico, fa quasi tenerezza in un certo senso. Capisco che la sua creatrice Nia Vardalos (qui per la prima volta anche regista) non voglia mollare il colpo rispetto a quello che è stata per lei un'inaspettata miniera d'oro, però questo terzo capitolo aggiunge veramente poco rispetto alla caratterizzazione dei personaggi e racconta un'avventura familiare - per la prima volta in Grecia, stranamente - vista e rivista che non solo non racconta niente di nuovo, ma lo fa anche in un modo che è stranamente quasi amatoriale.
Non che mi aspettassi un capolavoro, per carità, ma la regia non è buona, il montaggio sempre fuori tempo e incapace di conferire il giusto ritmo alla storia e, cosa peggiore, la sceneggiatura è estremamente elementare: le battute ci sarebbero, ma in un cattivo mix di montaggio e scrittura non all'altezza, il risultato finale è così blando che dopo un po' ci si chiede se questo non sarebbe stato un prodotto più adatto alla televisione. Non che i prodotti televisivi siano inferiori al cinema di oggi, anzi molto spesso è il contrario. Però questo tipo di operazione commerciale sembra più mirata ai soli fan del franchise - che ormai sono pochi, diciamocelo - quindi per me avrebbe avuto più senso produrre un ultimo capitolo-nostalgia per i fan da mandare in televisione come saluto ai divertenti personaggi del primo film. Insomma, mi pare si sia mirato veramente troppo in alto per un prodotto così mediocre come questo, per non dire che forse si siano sopravvalutate un filino troppo le potenzialità di un franchise che non ha mai davvero fatto il botto oltre alla prima, iconica uscita al cinema ($368.7 milioni il primo film, $90.6 il secondo - uscito a 14 anni di distanza dall'originale - e neanche $40 milioni di incasso per questo terzo episodio. Il franchise ha visto anche una serie tv di brevissima durata, "My Big Fat Greek Life", chiusa dopo 7 episodi nel 2003).
Detto questo, non posso dire di aver detestato "My Big Fat Greek Wedding 3", è una banale commediola innocua che ricorda in maniera sbiadita i fasti del primo film, però è innegabile che il risultato finale di questo prodotto sia decisamente sotto la media e privo di particolare brio. La sensazione che si ha alla fine della visione è quasi più che gli attori del film volessero una scusa per farsi una vacanza spesata in Grecia che ci fosse davvero l'urgenza di raccontare il prossimo capitolo della vita della famiglia Portokalos.
Film 1772 - My Big Fat Greek Wedding
Film 2100 - My Big Fat Greek Wedding
Film 1126 - Il mio grosso grasso matrimonio greco 2
Film 2213 - My Big Fat Greek Wedding 3
Cast: Nia Vardalos, John Corbett, Louis Mandylor, Elena Kampouris, Gia Carides, Joey Fatone, Lainie Kazan, Elias Kacavas, Melina Kotselou, Alexis Georgoulis, Andrea Martin.
Box Office: $38.4 milioni
Vale o non vale: L'idea di girare un episodio in Grecia di un franchise che dell'essere greci ne ha fatto ragione del proprio successo, sulla carta, sembrerebbe geniale. Anzi, verrebbe da chiedersi come mai questa avventura ellenica non sia avvenuta prima.
In realtà il risultato finale è privo di brio e non riesce nemmeno lontanamente ad evocare i fasti del primo capitolo di questo franchise. Manca mordente, manca la necessità di raccontare questa storia che vada oltre il banale 'è il sequel del famosissimo "Il mio grosso grasso matrimonio greco" e, siccome si è prodotto un secondo, allora se ne deve girare anche un terzo'.
Detto ciò, i fan del prodotto originale e/o del secondo film potrebbero apprezzare questo nuovo tentativo di capitolo, ma il risultato finale va preso per quello che è: una commediola che non ingrana mai veramente, dove tutto alla fine va sempre per il verso giusto e che non aggiunge nulla al prodotto originale. Il film dura a malapena un'ora e mezza, quindi male che vada se non piace non si è perso troppo tempo.
Premi: /
Parola chiave: Journal.
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Bengi

venerdì 27 ottobre 2023

Film 2212 - A Haunting in Venice

Intro: Non andavo al cinema a Dublino da 2 mesi ormai, il che per me è veramente strano. Per tornare finalmente in sala ho scelto una pellicola che non vedevo l'ora di vedere: entro nella mia renaissance cinematografica!

Film 2212: "A Haunting in Venice" (2023) di Kenneth Branagh
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: la trilogia di Branagh su Hercule Poirot vira vigorosamente verso l'horror e regala il film di Halloween che a settembre decisamente non mi aspettavo!
Nonostante un'evidente squilibrio tra primo e secondo tempo, col primo decisamente più spinto verso i classici archetipi del cinema dell'orrore e il secondo più conforme al genere murder mystery - e, in generale, quella che è la conclusione che ci si aspetta da un prodotto di questa trilogia - "A Haunting in Venice" è assolutamente una boccata d'aria fresca dopo il deludente "Death on the Nile" uscito poco più di un anno fa (a me sembra una vita fa, a dire il vero, ma era solo il febbraio 2022).
Più ispirato, cupo e intrigante, questo film tratto dal romanzo "Hallowe'en Party" di Agatha Christie funziona quasi sempre a meraviglia, rovinandosi un pochino solo verso il finale. Del resto era inevitabile: i protagonisti sono pochi e tutti rinchiusi dentro lo stesso edificio, 2 muoiono e uno è Poirot... Diciamo che dopo avere sospettato prima di uno e poi dell'altro, alla fine ci sia arriva un po' per esclusione a chi potrebbe essere l'assassino. Ciononostante, la risoluzione del crimine lascia comunque soddisfatti.
Ottimo il cast principale, che annovera nomi particolarmente noti Kenneth Branagh (come al solito anche regista), Tina Fey, Jamie Dornan e Kelly Reilly insime a un cast internazionale che include la freschissima di premio Oscar Michelle Yeoh, Riccardo Scamarcio e Camille Cottin. In questo caso, oltre a solleticare l'interesse del pubblico con nomi di richiamo importanti, questa volta si è scelto un gruppo attoriale capace e dotato e, bisogna dirlo, il risultato finale ne giova assai. Non che il cast della seconda pellicola fosse meno impressionate (a livello di "namedropping" è sicuramente "Death on the Nile" a farla da padrone), solo che non tutti in quel caso si sono dimostrati all'altezza della parte.
Insomma, questo "A Haunting in Venice" è stato veramente una piacevole sorpresa che ha inaspettatamente stimolato il mio appetito per tutte quelle pellicole horror e thriller che il mese di ottobre richiede (e mi sono concesso!).
Film 1451 - Murder on the Orient Express
Film 2093 - Death on the Nile
Film 2212 - A Haunting in Venice
Cast: Kyle Allen, Kenneth Branagh, Camille Cottin, Jamie Dornan, Tina Fey, Jude Hill, Ali Khan, Emma Laird, Kelly Reilly, Riccardo Scamarcio, Michelle Yeoh.
Box Office: $116,318,485 (ad oggi)
Vale o non vale: Non tanto riuscito quanto il primo, ma un grandissimo balzo in avanti rispetto al secondo, "A Haunting in Venice" è un buonissimo whodunit che regala un'altra grande performance di Branagh e riporta al cinema l'opera dell'insuperabile Agatha Christie. Perfetto per questa stagione!
Premi: /
Parola chiave: Honey.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 26 ottobre 2023

Film 2211 - Red, White & Royal Blue

Intro: Tornato dal Messico e in assenza di Ciarán, mi sono consolato con la pellicola di Amazon Prime in quel momento sulla bocca di tutti.

Film 2211: "Red, White & Royal Blue" (2023) di Matthew López
Visto: dal computer
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: la romcom gay che ci meritiamo.
Spensierato, divertnete, sexy quanto basta e irriverente al punto giusto, questo "Red, White & Royal Blue" riporta la tradizionale storia d'amore con complicazioni annesse al centro del racconto, posizionandosi inoltre in una sorta di realtà alternativa che chiama in causa altri titoli tradizionalmente drammatici come "House of Cards" e "The Crown", per un risultato finale che si segue con piacere e fa (finalmente) dimenticare la debacle che è stata "Bros".
Non guasta, poi, che i due bei protagonisti Taylor Zakhar Perez e Nicholas Galitzine presentino un'evidente chimica e siano perfettamente in grado di portare sulle proprie spalle le sorti di questa pellicola - tratta dal romanzo di Casey McQuiston - contornati da un buon cast tra cui spiccano Stephen Fry e una Uma Thurman dal curioso accento (del sud, mi pare?).
Insomma, l'adattamento di "Red, White & Royal Blue" funziona e dimostra quanto sia più che mai possibile raccontare la storia d'amore tra due persone dello stesso sesso e farla risultare credibile (seppure in un contesto, qui, incredibile) e, soprattutto, tanto normale quanto qualunque altra storia d'amore. Poi, per carità, è una commedia romantica e, per sua natura, ripulisce, sanifica e idealizza il racconto delle vicende umane; ciononostante il risultato finale è un ulteriore punto a favore della normalizzazione e dello sdoganamento di valori che si oppongo a quella chiusura mentale che ultimamente sembra prendere, ahimè, sempre più piede.
Cast: Taylor Zakhar Perez, Nicholas Galitzine, Clifton Collins Jr., Sarah Shahi, Rachel Hilson, Stephen Fry, Uma Thurman.
Box Office: /
Vale o non vale: Carino, spensierato e, neanche a dirlo, con lieto fine. Certo, molto patinato, ma per chi apprezza o per chi fosse alla ricerca di qualcosa di leggero, questo è sicuramente un titolo da tenere in considerazione.
Premi: /
Parola chiave: King.
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Bengi

lunedì 23 ottobre 2023

Film 2210 - Bring It On

Intro: Di nuovo in aereo, questa volta sulla via del ritorno, scelgo un film che Ciarán aveva visto all'andata e mi aveva consigliato di recuperare.

Film 2210: "Bring It On" (2000) di Peyton Reed
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non un capolvaoro ma simpatico, "Bring It On" sembra più un prodotto di pieno anni '90 che di inzio duemila.
Un po' perché sia Kirsten Dunst che, in particolare, Eliza Dushku erano al picco della loro carriera (o, per Dunst, il picco della prima parte, quantomeno), un po' perché l'atmosfera ricorda titoli più o meno simili di quel periodo come "American Pie", "Clueless", "10 Things I Hate About You", "Drop Dead Gorgeous" e per certi versi anche "Miss Congeniality".
Il risultato finale è a tratti abbozzato, sembra quasi che la storia investa un sacco di tempo a creare una certa aspettitiva rispetto ad alcuni avvenimenti specifici, poi quando ci si arriva improvvisamente c'è un cambio di passo e le cose si fanno più frettolose e si rimane con un finale che si realizza davvero nel giro di pochi minuti.
Comunque "Bring It On" ha il suo charme, soprattutto per i nostalgici di quel tipo di cinema americano adolescenziale che oggi sono si produce più.
Cast: Kirsten Dunst, Eliza Dushku, Jesse Bradford, Gabrielle Union.
Box Office: $90.5 milioni
Vale o non vale: Divertente quanto basta, leggero e consapevolmente "sciocchino", "Bring It On" funziona soprattutto grazie al suo tono spensierato che non si prende mai troppo sul serio e un cast giovanissimo ma palesemente già ricolmo di talenti, Kirsten Dunst in testa (all'epoca delle riprese 17enne) che per buona parte porta da sola la storia sulle spalle.
Premi: Candidato all'MTV Movie Award per Best Dance Sequence.
Parola chiave: Nationals.
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Bengi

sabato 21 ottobre 2023

Film 2209 - Blue Beetle

Intro: Dopo 4 giorni di vacanza messicana, Ciarán ha dovuto prendersi un giorno di riposo perché non si sentiva troppo bene, quindi ho dovuto improvvisare una giornata in solitaria tra musei, parchi e, neanche a dirlo, una capatina al cinema.

Film 2209: "Blue Beetle" (2023) di Ángel Manuel Soto
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: felice di aver ritrovato la mia tradizione di un film in ogni Paese in cui mi reco, mi sono decisamente approcciato a questa pellicola con le migliori intenzioni: ero stanco dopo aver passato ore ed ore al museo antropologico di Città del Messico (assolutamente da visitare) e avevo decisamente bisogno di una pausa seduta. Le 2 ore di durata di "Blue Beetle" mi sono, dunque, sembrate la soluzione perfetta, soprattutto considerato che si era pure messo a piovere.
La verità è che questa pellicola non mi ha deluso e, anzi, vi ho trovato esattamente quello che stavo cercando: spensierato divertimento. Poi, per carità, c'è ampio margine di miglioramento, ma non mi pare proprio che il risultato finale sia tanto terribile quanto la critica sembrerebbe far credere. Forse il problema non è tanto questo titolo in particolare, quanto il fatto che il mercato cinematografico è stato letteralmente invaso da prodotti simili sui supereroi e il vero problema qui è che "Blue Beetle" si è unito veramente tardi alla festa.
Certo, un antagonista più incisivo e meno generico avrebbe sicuramente aiutato, però ho apprezzato l'approccio più "familiare" che la storia sceglie, preferendo di includere i vari membri della famiglia di Jaime (Xolo Maridueña) invece che relegarli semplicemente a personaggi secondari. La vera forza di questo film, infatti, è la centralità dei personaggi secondari o, per meglio specificare, della famiglia Reyes. E sì, ci sono alcune somiglianze con la parabola narrativa iniziale di Peter Parker, ma la caratterizzazione di personaggi come la nonna (la candidata all'Oscar Adriana Barraza) o lo zio (George Lopez), probabilmente due dei personaggi più inaspettatamente assurdi della storia delle pellicole sui supereroi - con il grande pregio di risultare genuini e non forzati - vale da sola la visione di questo film. Qualcuno potrebbe obiettare che "Blue Beetle" dovrebbe concentrarsi più sul suo protagonista che su chi gli sta intorno, eppure alla fine non si può fare a meno di non amare questi due personaggi (e in misura minore anche la sorella, interpretata da Belissa Escobedo).
Una cosa che, devo ammettere, ho trovato alcunto irritante è, invece, il personaggio di Jenny Kord (Bruna Marquezine), classico stereotipo dell'9interesse amoroso del protagonista per di più in questo caso interpretato da un'attrice secondo me non perfetta per la parte. (There was something about her...)
In generale, comunque, ho trovato "Blue Beetle" spensieratamente piacevole. Certo non rivoluzionario, ma un buon esempio di primo capitolo della storia di un nuovo supereroe. Dubito ce ne sarà un secondo considerato il gigantesco flop al botteghino che è stato questo film per la DC - $104 milioni solo per produrlo - però, per quanto mi riguarda, un prodotto divertente.
Cast: Xolo Maridueña, Adriana Barraza, Damián Alcázar, Raoul Max Trujillo, Susan Sarandon, George Lopez, Bruna Marquezine, Belissa Escobedo, Elpidia Carrillo, Harvey Guillén, Becky G.
Box Office: $129 milioni
Vale o non vale: Visivamente molto curato - con un'attenzione particolare per colori e luci - "Blue Beetle" va preso per quello che è, ovvero una prodotto per spegnere il cervello che mira a intrattenere e divertire il pubblico. E, in questo senso, ho trovato il primo film su un supereroe di ogirini latine perfettamente conforme alle aspettative e tutto sommato ben realizzato.
Premi: /
Parola chiave: The greater good.
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Bengi

venerdì 20 ottobre 2023

Film 2208 - The Fabelmans

Intro: Secondo titolo scelto nella mia lista di pellicole da recuperare mentre in viaggio verso Città del Messico, questa volta ho optato per uno dei grandi protagonisti agli Oscar di quest'anno.

Film 2208: "The Fabelmans" (2022) di Steven Spielberg
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: lo dico subito, questo film non mi ha particolarmente entusiasmato. Considerate le critiche entusiaste e la valanga di premi e nomination, mi aspettavo davvero un miracolo cinematografico. Invece "The Fabelmans" non mi ha colpito e, anzi, a tratti ho fatto fatica a finirlo.
E' vero che sul piccolo schermo del sedile di un aereo, in una situazione non esattamente fatta per godersi appieno l'esperienza cinematografica, la visione di un titolo come questo tende nettamente a perderci, però ammetto che la mia insoddisfazione rispetto all'ultimo progetto cinematografico di Spielberg non sta tanto nella fruizione, quanto nel prodotto finale in sé. Non ho amato il personaggio principale - e no, non sto parlando di Sammy Fabelman (Gabriel LaBelle), che pure non risulta particolarmente simpatico, ma di sua madre Mitzi (Michelle Williams) - né il tono generale del film che mi è parso volesse a tutti i costi evocare una straordinarietà delle circostanze che finisce per risultare forzata.
C'è da aggiungere che l'uscita più o meno ravvicinata con il "Belfast" di Kenneth Branagh del 2021 non aiuta: l'idea generale è simile (le origini familiari dei due grandi artisti), la dinamica familiare la fa da padrone, l'incasso al box-office è identico ("Belfast" ha incassato $49 milioni, costandone però tra i 10 e i 15, un quarto di "The Fabelmans"), l'apprezzamento della critica unanime, il numero di nomination agli Oscar esattamente lo stesso (Branagh ha però vinto per la Miglior sceneggiatura originale). Insomma, il paragone nasce spontaneo.
Ma dove Branagh riesce con successo a generare emozioni genuine attraverso il suo racconto, qui ho faticato a provare alcuna empatia per qualsivoglia personaggio. Forse solo il padre (Paul Dano), che inizialmente riveste il ruolo di "antagonista", ma di fatto è il più incompreso della famiglia. Non aiuta che Michelle Williams abbia il ruolo più detestabile di tutto l'ensable quando, onestamente, su di lei avevo riposto ogni mia buona speranza per questo film (non fatemi commentare, poi, quell'orrenda accoinciatura e quell'atroce frangetta).
Aggiungo che, forse, ho anche un po' perso interesse nell'opera moderna di Spielberg. Dopo gli evidenti buchi nell'acqua che sono stati titoli come "Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull", "War Horse", "The BFG" e "West Side Story" - e, francamente, per quanto mi riguarda anche "The Post" e "The Adventures of Tintin" che non ho trovato particolarmente appassionanti - ammetto che l'urgenza di recuperare l'ultima fatica del regista americano viene, con ogni titolo, sempre meno (tant'è che non ho visto "West Side Story" e ho recuperato per puro caso "Ready Player One", che pure mi è molto piaciuto).
Tutto quanto detto fin qui, condito con il fatto che "The Fabelmans" dura 2 ore e mezza, mi ha fatto gridare a tutto tranne che al capolavoro.
Cast: Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle, Judd Hirsch, David Lynch.
Box Office: $45.6 milioni
Vale o non vale: Decisamente non il film di Spielberg che ho amato di più, né che rivedrò più di una volta. Molto lungo, in alcune parti caotico, costellato di personaggi a cui si fa fatica ad affezionarsi. A mio avviso, se si cerca un titolo semi-autobiografico su un regista contemporaneo, allora miglio scegliere "Belfast" di Branagh; mentre se si cerca una pellicola che leghi insieme cinema ed emozioni, allora "Nuovo Cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore.
Premi: Candidato a 7 premi Oscar per Miglior film, regia, sceneggiatura originale, attrice protagonista (Michelle Williams), attore non protagonista (Judd Hirsch), colonna sonora e scenografia. Candidato al BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale e vincitore di 2 Golden Globe per Miglior film drammatico e regia su 5 nomination (attrice protagonista, Williams, colonna sonora e sceneggiatura). Vincitore del David di Donatello per il Miglior film straniero.
Parola chiave: Tradimento.
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Bengi

martedì 17 ottobre 2023

Film 2207 - Renfield

Intro: Finalmente in ferie, durante il volo per il Messico ho recuperato qualche pellicola che non ero riuscito a vedere durante la prima parte dell'anno. Ho cominciato coi vampiri.

Film 2207: "Renfield" (2023) di Chris McKay
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: avevo grandi aspettative per questa pellicola, un po' perché sono un fan di Nicholas Hoult, un po' perché sembrava che in "Renfield" si ritrovasse un Nicolas Cage in gan spolvero, per me ottime ragioni per vedere il film.
La verità è che il risultato finale non mi è piaciuto, ho trovato il tutto molto (troppo?) simile a "What We Do in the Shadows", ma senza la comicità contagiosa e lo humor dissacrante. Di fatto "Renfield" mi è parso solo dissacrante, ma solamente in quel modo che non aggiunge niente di nuovo al prodotto finale. Insomma, il tutto è molto standard, se non addirittura inferiore alla media e alle aspettative. Il tutto considerato anche che per produrre questo titolo si sono spesi 65 milioni di dollari e, pur presentando un'estetica coesa e tenicamente ben realizzata, questo non basta ad elevare un risultato finale decisamente mediocre. Peccato, il potenziale c'era tutto.
Cast: Nicholas Hoult, Awkwafina, Ben Schwartz, Shohreh Aghdashloo, Brandon Scott Jones, Adrian Martinez, Nicolas Cage.
Box Office: $26.7 milioni
Vale o non vale: Sicuramente non il miglior film sui vampiri. Nicolas Cage è effettivamente in forma - soprattutto dopo l'exploit del recente, e decisamente migliore, "The Unbearable Weight of Massive Talent" - e come conte Dracula ha il suo perché, ma la storia è solo così così e, onestamente, non fa nemmeno ridere. Aggiungo che la presenza di Awkwafina, ormai in modalità sovraesposizione, un po' stanca.
Premi: /
Parola chiave: Circle of dust.
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Bengi

domenica 15 ottobre 2023

Film 2206 - Oppenheimer

Intro: Potevo forse mancare di partecipare al fenomeno culturale dell'anno? Assolutamente no! E così, dopo aver visto "Barbie" il giorno dell'uscita (prima o poi arriverà anche quella recensione, giuro!), la settimana dopo sono andato subito a recuperare il suo "rivale" di grande schermo.

Film 2206: "Oppenheimer" (2023) di Christopher Nolan
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: non che non mi sia piaciuto, per carità, ma non posso dire che questo sia il mio film di Nolan preferito.
Ora che l'isteria di massa da Barbenheimer è calata - non del tutto esaurita, però, si sta già parlando di Oscar per entrambe le pellicole - e che i mesi sono passati, credo di aver sufficientemente digerito questo "Oppenheimer", ma devo dire che subito dopo la visione a luglio non sapevo veramente che pensare. Ribadisco, in generale il film mi è piaciuto, ma non mi sono nemmeno strappato i capelli dalla gioia. Ho letto critiche estasiate, gli amici unanimi nel definirlo un capolavoro, il mondo impazzito per questo biopic. Io, invece, a un certo punto mi sono persino addormentato (per un secondo... Non è stata una grande idea andare allo spettacolo delle 19 dopo una giornata di lavoro per recuperare un titolo di 3 ore).
Penso che per me sia stato difficile seguire in inglese tutte le spiegazioni tecniche relative alla costruzione della bomba, per non parlare della valanga di personaggi praticamente tutti maschi di cui non riuscivo a memorizzare nemmeno un nome (a parte Einstein, ma vabbé). Quindi, a un certo punto, ammetto che il mio cervello ha mollato un po' il colpo e inserito il pilota automatico, cercando di seguire il comprensibile e lasciando a margine quegli aspetti di cui faticavo a cogliere il senso. Come ho già detto nella recensione precedente, poi, mi sono un po' stufato di questi film che durano una serata intera a prescindere e, anche qui, penso che qualcosina la si sarebbe potuta sforbiciare, specialmente all'inizio. Lungi da me insegnare ai maestri del cinema come fare il proprio lavoro, però questo trend del "lungo a tutti i costi" in questo periodo mi sta decisamente mettendo alla prova. vviamente non è una banale questione di pellicola lunga = difficoltà di seguire fino alla fine, eppure mentalmente e fisicamente mi rendo conto che le nuove tempistiche cinematografiche mi stanno un po' alterando la percezione dell'esperienza al cinema.
In ogni caso, per tornare al soggetto di oggi, "Oppenheimer" è un prodotto magistralmente realizzato, impeccabile in ogni dettaglio e, forse, il titolo giusto per regalare a Nolan il tanto meritato Oscar alla regia (dopo 5 nomination, di cui scandalosamente solo 2 per la Miglior regia): ribadisco, non il suo film che preferisco, ma sicuramente un riconoscimento che, è innegabile, anche solo dopo il colossale successo di questa pellicola deve essere finalmente conferito. Posso già immaginare la valanga di nomination, specialmente tecniche, che il film riuscirà a farsi riconosere - effetti speciali e colonna sonora, costumi, scenografie, trucco e sonoro - insieme a un'altra candidatura che secondo me è a questo punto imprescindibile, ovvero quella come Miglior attore protagonista per Cillian Murphy. E, lo sussurro solamente, a mio avviso c'è grande probabilità che l'attore irlandese finalmente lo vinca. (Ma lasciamolo un sussurro per adesso.)
Insomma, decisamente un'esperienza cinematografica e assolutamente un fenomeno culturale insieme al quel "Barbie" di Greta Gerwig, un duo inarrestabile che ha letteralmente preso d'assalto l'estate 2023 e, non c'è bisogno di dirlo, il botteghino (le due pellicole insieme hanno incassato oltre due miliardi e trecento milioni di dollari). Poi "Oppenheimer" è stato sicuramente meno "quello che mi aspettavo" e più un biopic intriso di tecnicismi che mi hanno un po' disorientato, però non sono assolutamente pentito di averlo visto. E poi Cillian Murphy è semplicemente straordinario.
Cast: Cillian Murphy, Emily Blunt, Matt Damon, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett, Casey Affleck, Rami Malek, Tony Goldwyn, James D'Arcy, Matthias Schweighöfer, Alex Wolff, Michael Angarano, Matthew Modine, Dane DeHaan, Jack Quaid, Gustaf Skarsgård, James Remar, Gary Oldman, Kenneth Branagh.
Box Office: $942 milioni
Vale o non vale: Nonostante sia stato un dei due film della stagione estiva 2023, direi che questo sia il più "complesso" da digerire per lo spettatore casuale. "Barbie" è facilmente il prodotto più mainstream, colorato e musicale, mentre qui siamo di fronte al racconto dettagliatissimo - e di 3 ore - della storia vera di J. Robert Oppenheimer, il fisico teorico che sta dietro la creazione della bomba atomica. Insomma, non un titolo per tutti.
Chi ama Nolan non mancherà di trovare la sua nuova fatica cinematografica entusiasmante per un motivo o per un altro - il film è tecnicamente perfetto - e sicuramente siamo di fronte a uno dei migliori titoli di quest'anno, uno che certamente farà furore alle varie cerimonie di premiazione che si dovrebbero apprestare a partire a breve (scioperi permettendo). Come ho già detto, non il prodotto per tutti i palati, ma insime a "Barbie" assolutamente uno dei fenomeni culturali - forse addirittura IL fenomeno culturale - più impattanti dell'ultimo periodo. Vedere l'hashtag #Barbenheimer per credere.
Premi: /
Parola chiave: Clearance.
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venerdì 13 ottobre 2023

Film 2205 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One

Intro: Nonostante non vedessi l'ora di vederlo, non sono riuscito ad andare subito al cinema a recuperarlo e, quando ho cominciato a leggere delle recesioni estremamente positive, ho cominciato a preoccuparmi... Tutto troppo bello per essere vero?

Film 2205: "Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One" (2023) di Christopher McQuarrie
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: dai, forse ho esagerato un po', non è che fossi così preoccupato. La verità è che la saga di "Mission: Impossible" è stata sempre particolarmente costante in termini di qualità - a parte col secondo capitolo - quindi la verità è che fossi cautamente ottimista. Dico cautamente perché non sono un grandissimo fan dei finali divisi a metà, ma una volta visto "Dead Reckoning Part One" devo ammettere che capisco ci fosse già troppa carne al fuoco per poter anche concludere la saga (che poi, finirà davvero col prossimo film? Io ne dubito).
Detto ciò, questa prima parte del finale è veramente ben fatta, il film scorre che è una meraviglia senza mai tempo per annoiarsi: scene d'azione pazzesche, combattimenti all'ultimo sangue, trame e sottotrame, effetti speciali bomba, il tutto per un risultato finale che è un vero e proprio spettacolo cinematografico. Devo dire che Cruise e McQuarrie sono un grande team e insieme sono riusciti a riunire in maniera sensata ed efficace tutti gli elementi caratterisci della saga che la hanno resa così popolare, ma dando al prodotto finale - o almeno agli ultimi 3 diretti da McQuarrie - quel senso di coesione che prima mancava. E il franchise ne ha palesemente guadagnato.
Come sempre grande cast con molti ritorni e qualche aggiunta (la più evidente è certamente quella di Hayley Atwell), potentissima colonna sonora e montaggio fantastico (che fa la differenza per un prodotto come questo).
Purtroppo "Dead Reckoning Part One" non è stato quel colossale successo al botteghino che ci si aspettava, ma sicuramente il minore incasso rispetto ai precedenti non riflette la qualità del prodotto finale: davvero un gran film d'azione. Attendiamo ansiosi la seconda parte a giugno del prossimo anno.
Film 1005 - Mission: Impossible
Film 1027 - Mission: Impossible II
Film 1049 - Mission: Impossible III
Film 409 - Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Film 1058 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma
Film 1012 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1206 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1672 - Mission: Impossible - Fallout
Film 1747 - Mission: Impossible - Fallout
Film 2205 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Cast: Tom Cruise, Hayley Atwell, Ving Rhames, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Vanessa Kirby, Esai Morales, Pom Klementieff, Mariela Garriga, Henry Czerny, Cary Elwes.
Box Office: $567.5 milioni
Vale o non vale: Un'altra missione impossibile, un altro giro di giostra con Ethan Hunt e compagni, come al solito braccati e in giro per il mondo (questa volta ci sono anche Roma e Venezia). Gli appassionati di questa saga apprezzeranno sicuramente, il film è realizzato magistralmente, il ritmo è solito e le performance sono al top, Tom Cruise in primis (che davvero non molla mai il colpo!). Unica pecca, il film dura quasi 3 ore, il che ultimamente sembra essere diventata la prassi hollywoodiana, ma francamente trovo questo trend alquanto fastidioso. Però, onestamente, "Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One" scorre che è un piacere. Alla prossima missione!
Premi: /
Parola chiave: Key.
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martedì 10 ottobre 2023

Film 2204 - Joy Ride

Intro: Dopo aver letto critiche molto positive sul progetto, ero curioso di recuperare questa commedia. E sera, alla prima occasione, me la sono vista.

Film 2204: "Joy Ride" (2023) di Adele Lim
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non che questa pellicola non sia divertente, per carità, però come al solito leggere prima le critiche un po' guasta l'effetto sorpresa e, devo ammettere, da "Joy Ride" mi aspettavo qualcosa di più.
Invece, per un motivo o per un altro, il film ne ricorda tanti altri che abbiamo già visto - in particolare "Girls Trip" - e la sensazione è che, a parte per qualche battuta spinta e il contesto culturale differente rispetto ad altri prodotti simili, di fatto questa non sia altro che la stessa storia raccontata in maniera leggermente diversa.
Tutto sommato, comunque, il risultato finale è godibile e anche se i personaggi non sono particolarmente innovativi - la parte di Lolo (Sherry Cola) 5 anni fa sarebbe andata ad Awkwafina - è stato comunque un piacere ritrovare Stephanie Hsuin dopo il gigantesco successo di "Everything Everywhere All at Once" e la nomination all'Oscar (e il ruolo in "American Born Chinese").
Cast: Ashley Park, Sherry Cola, Stephanie Hsu, Sabrina Wu, Ronny Chieng, Annie Mumolo, Daniel Dae Kim, Baron Davis.
Box Office: $15.2 milioni
Vale o non vale: Carico e sufficientemente caotico da risultare simpatico. Interessante la cornice asiatica che dà un tocco più personale ad una trama che, altrimenti, avrebbe finito per propinare la stessa solfa per l'ennesima volta (il viaggio alla ricerca di sé e della madre che abbandona lo ha fatto anche Britney Spears in "Crossroads"...). Buono per una serata a cervello spento.
Premi: /
Parola chiave: Madre biologica.
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#HollywoodCiak
Bengi

sabato 7 ottobre 2023

Film 2202 - Insidious: The Red Door

Intro:

Film 2202: "Insidious: The Red Door" (2023) di Patrick Wilson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: decisamente non il più riuscito tra i titoli della saga, anche se per certi aspetti il film funziona, specialmente per quanto riguarda tono e atmosfera. Va detto che dopo un po' questa continua oscurità rompe le scatole, però considerato che parliamo di un horror capisco il senso dietro questa scelta.
In generale, diciamo, non trovo davvero ci fosse necessità di rimettere mano a questa saga, "Insidious" 1 e 2 funzionavano perfettamente come duo dell'orrore, mentre il terzo capitolo era sufficientemente disconnesso dai primi due da funzionare comunque piuttosto bene da solo. "Insidious: The Last Key", invece, funziona solo perché Lin Shaye è una grande protagonista, ma la storia di per sé non convince quanto gli altri episodi.
Detto ciò, ribadisco che di questo "Insidious: The Red Door" non se ne sentisse troppo il bisogno, ma evidentemente i produttori hanno avuto ragione a riportare questa saga al cinema, considerando che questo è il titolo del franchise che ha incassato di più ad oggi. In termini di progressione della storia, però, ho faticato davvero ad appassionarmi al racconto. Ty Simpkins è un protagonista davvero poco simpatico e l'ostilità con il padre "cinematografico" Patrick Wilson (qui al suo esordio alla regia) a mio avviso non è gestita con la profondità necessaria.
Per quanto riguarda l'elemento di paura, invece, qui più che negli altri episodi è visibile quella che secondo me è l'unica debolezza di questa saga, ovvero che è magnifica nel evocare l'atmosfera giusta e creare suspanse, ma nel momento in cui si tratta di affrontare il demone di rappresentanza, una volta svelato l'arcano e messo il mostro davanti alla telecamera, parte della magia - o paura, in questo caso - svanisce. Ed è normale, per carità, ma "Insidious" ha un'anima più evocativa e continua un po' a perdersi quando si tratta di mettere il pubblico di fronte all'"orrore" creato così perfettamente dalla storia fino in quel momento.
Insomma, decisamente non il mio preferito della saga, comunque "Insidious: The Red Door" poteva essere un quinto episodio di una saga decisamente peggiore.
Film 626 - Insidious
Film 959 - Insidious
Film 690 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 960 - Oltre i confini del male: Insidious 2
Film 2202 - Insidious: The Red Door
Film 956 - Insidious 3: L'inizio
Film 2157 - Insidious 3: L'inizio
Film 1619 - Insidious: The Last Key
Cast: Ty Simpkins, Patrick Wilson, Sinclair Daniel, Hiam Abbass, Leigh Whannell, Angus Sampson, Lin Shaye, Rose Byrne.
Box Office: $188.6 milioni
Vale o non vale: I fan del franchise dovrebbero apprezzare, anche se a parere mio il picco di genialità dei primi due film è ormai impossibile da eguagliare. E va bene così, basterebbe (per una volta) non continuare a riesumare storie che hanno già raccontato quello che voleva raccontare.
Certamente un'opzione decente per Halloween, ma non il migliore della serie.
Premi: /
Parola chiave: Dipinto.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 2 ottobre 2023

Film 2201 - Harry Potter and the Philosopher's Stone

Intro: Curiosamente, nonostante siamo fan entrambi, non abbiamo mai visto i film assieme. Abbiamo cominciato con il primo (e subito dopo siamo passati al secondo, ma ammetto diesseremi addormentato a metà visione...).

Film 2201: "Harry Potter and the Philosopher's Stone" (2001) di Chris Columbus
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: il primo "Harry Potter" è sempre quello più magico, che dà il via a tutta l'avventura e, quindi, ha un posto speciale nel mio cuore. E, onestamente, è sempre bello riguardarlo anche per la millesima volta, il fascino del primo episodio della saga non diminuisce o svanisce mai.
1. Film 166 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 346 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 744 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 1773 - Harry Potter and the Philosopher's Stone
Film 2085 - Harry Potter e la pietra filosofale
Film 2201 - Harry Potter and the Philosopher's Stone
2. Film 171 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 348 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 745 - Harry Potter e la camera dei segreti
Film 1446 - Harry Potter and the Chamber of Secrets
3. Film 174 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 349 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 747 - Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Film 1454 - Harry Potter and the Prisoner of Azkaban
Film 1645 - Harry Potter and the Prisoner of Azkaban
4. Film 88 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 181 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 357 - Harry Potter e il calice di fuoco
Film 748 - Harry Potter e il calice di fuoco
5. Film 366 - Harry Potter e l'ordine della Fenice
Film 749 - Harry Potter e l'Ordine della Fenice
Film 1470 - Harry Potter and the Order of the Phoenix
6. Film 14 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 185 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 370 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 750 - Harry Potter e il principe mezzosangue
Film 1471 - Harry Potter and the Half-Blood Prince
7. Film 186 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 189 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 297 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 420 - Harry Potter e i doni della morte: Parte I
Film 752 - Harry Potter e i Doni della Morte - Parte I
Film 1495 - Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 1
8. Film 283 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 421 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 594 - Harry Potter e i doni della morte: Parte II
Film 755 - Harry Potter e i Doni della Morte - Parte II
Film 1497 - Harry Potter and the Deathly Hallows: Part 2
9. Film 751 - Harry Potter: The Making of Diagon Alley
Film 2083 - Harry Potter 20th Anniversary: Return to Hogwarts
Cast: Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, John Cleese, Robbie Coltrane, Warwick Davis, Richard Griffiths, Richard Harris, Ian Hart, John Hurt, Alan Rickman, Fiona Shaw, Maggie Smith, Julie Walters.
Box Office: $1.017 miliardi
Vale o non vale: A 22 anni dall'uscita nelle sale, non credo davvero ci sia più bisogno di dire perché valga la pena guardare la saga potteriana: se piace piace, se non piace non piace.
Premi: Candidato a 3 premi Oscar per Miglior colonna sonora, costumi e scenografie. 7 nomination ai BAFTA per Miglior film britannico, attore non protagonista (Robbie Coltrane), costumi, trucco, scenografie, effetti speciali e sonoro.
Parola chiave: Stone.
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#HollywoodCiak
Bengi