lunedì 31 luglio 2017

Film 1393 - Okja

Crusiosissimo di recuperare questo titolo, mi sono messo in pari appena lo streaming me lo ha concesso!

Film 1393: "Okja" (2017) di Bong Joon-ho
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Edo
Pensieri: Dopo "Snowpiercer" che mi era molto piaciuto, ero davvero curioso di capire come potesse essere questo nuovo film di Bong Joon-ho a cui è addirittura stato concesso l'onore di aprire l'ultimo Festival di Cannes, con non poche polemiche. Perché a produrre, qui, è nientemeno che Netflix.
Privo di Palma d'Oro, andata a "The Square" di Ruben Östlund, "Okja" arriva disponibile in streaming a tutto il pubblico della piattaforma statunitense (che, tra l'altro, ha deciso di non distribuire la pellicola nelle sale. Comunque chi non fosse abbonato non faticherà a trovarne un link piratato che bypassi la necessità di pagare l'abbonamento) che in questa occasione può usufruire di un contenuto originale - che non è una novità - ma derivato da un contesto festivaliero. La curiosità non era poca.
L'ultima fatica del regista coreano rispecchia per atmosfere ed alcuni personaggi, oltre che una certa ideologia di fondo, il precedente sforzo a tinte americane: si ritrova Tilda Swinton nel ruolo della cattiva e l'idea di quella candida spinta dal basso a non farsi schiacciare dal più forte e prepotente; i due protagonisti della storia, invece, non faticano a rimandare a qualcuno degli eroi animati di casa Studio Ghibli.
Al di là di somiglianze e rimandi, comunque, devo dire che per quanto "Okja" sia un interessante esperimento del melting pot cinematografico odierno, il risultato finale non mi ha convinto del tutto. Il mix di fiabesco e reale non sempre si interseca alla perfezione e non tutti i personaggi sono così riusciti - l'inutilità di Johnny Wilcox (Jake Gyllenhaal) ne è esempio -, per cui alla fine non si può fare a meno di chiedersi se non si potesse fare qualcosa di meglio con quel budget da 50 milioni di dollari. L'idea del supermaiale è intrigante e la critica sociale delle penne di Bong Joon-ho e Jon Ronson non passa certo inosservata, eppure questo non basta a rendere davvero degno di nota il prodotto in questione.
Il cast è pazzesco, la produzione si toglie ogni sfizio e, tecnicamente, il film non ha nulla da rimproverarsi. Avrei preferito forse la si prendesse meno alla lontana e che, sicuramente, si approfondisse di più la questione legata alla menzogna da parte della Mirando Corporation e della fuorviante comunicazione messa in atto per ingannare le masse. Detto ciò, "Okja" rimane un interessante esperimento cinematografico che, probabilmente, senza un colosso come Netflix alle spalle, difficilmente avrebbe visto la luce, men che meno quella della sala cinematografica.
Cast: Tilda Swinton, Paul Dano, Ahn Seo-hyun, Byun Hee-bong, Steven Yeun, Lily Collins, Yoon Je-moon, Shirley Henderson, Daniel Henshall, Devon Bostick, Choi Woo-shik, Giancarlo Esposito, Jake Gyllenhaal.
Box Office: /
Consigli: Possessori di netflix, non avete scuse: il caso cinematografico di Cannes 2017 è a vostra portata, in qualità HD e per di più all'interno del vostro abbonamento, per cui guardarlo è d'obbligo. Per gli altri che, volendo, avrebbero da mettere in conto la necessità di recuperare un link più di straforo, posso dire che "Okja" è un prodotto interessante, sicuramente godibile in certe parti, impegnativo per altre. Non tutto funziona alla perfezione, ma sicuramente vale la pena da una chance a questa storia che ha qualcosa da raccontare.
Parola chiave: Mattatoio.

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Bengi

martedì 25 luglio 2017

Film 1392 - Wonder Woman

Sempre in vacanza in Lussemburgo, sono tornato al cinema per recuperare un film che, altrimenti, in Italia non sarei più riuscito a vedere. In più ho preferito vederlo in lingua, convinto che la versione originale avrebbe fatto non poco la differenza...

Film 1392: "Wonder Woman" (2017) di Patty Jenkins
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Dopo l'avventura testosteronica (e un po' fine a se stessa) di "Batman v Superman" questo "Wonder Woman" realizza per la DC Comics quello che il primo "Captain America" ha fatto per la Marvel: alza la posta in gioco, crea un contesto, va oltre il mero divertimento. Con alcune sostanziali differenze. La prima è che Diana Prince è una donna, la seconda è che questa pellicola funziona meglio, molto meglio.
Per quanto riguarda il primo aspetto, bisogna dire che era ora che anche i blockbuster legati ai supereroi si accorgessero di poter sopravvivere tranquillamente - e fare una barca di soldi - mettendo una donna al comando. Certo, il diktat combattimento & superpoteri non si bypassa, ma riscoprire la grande potenzialità dei personaggi femminili è qui un vero piacere. Gli appassionati di cinecomics, come si vede dall'incasso, non si fanno certo spaventare dal genere del protagonista, sicché è inutile farsi troppe remore legate alla sessualità di chi sta al centro della storia, quando quest'ultima è buona. Ed è qui che passiamo al secondo punto.
La trama di questo primo "Wonder Woman" è ben scritta e coinvolgente, in grado di costruire climax narrativi efficaci e soddisfacenti, per un risultato finale che è un'inattesa sorpresa. Non penso di dire qualcosa di singolare se sottolineo il mio scetticismo nei confronti di un prodotto partorito dalla stessa casa di produzione di altri titoli francamente mediocri relativi allo stesso franchise. Per il nuovo Superman non provo alcun interesse - se non per la presenza di Amy Adams - e lo scontro tra quest'ultimo e l'ennesimo Uomo Pipistrello è stato meno eccitante del previsto, per cui la sorpresa non è stata poca nello scoprire che sì, anche alla DC sono in grado di scrivere una bella sceneggiatura e persino non rovinarla attraverso bislacchi effetti speciali (perché Doomsday in "Dawn of Justice" era veramente ridicolo).
Il mondo di Diana e la sua protagonista funzionano bene, soprattutto grazie ad un racconto che furbescamente utilizza l'espediente narrativo del ricordo (siamo in un gigantesco flashback) e dà pieni poteri alla sua eroina, magnificamente incarnata da una Gal Gadot quasi sempre in parte, in qualche occasione acerba. L'accompagnamento di Chris Pine - che in tutta la pellicola urla il nome della protagonista allo stesso identico modo concitato - è perfetto e i due formano una coppia particolarmente affiatata, oltre che bella. La storia non li risparmierà.
Effetti speciali funzionali, uso massiccio ma ben calcolato del rallenty, combattimenti di grande intrattenimento, una fotografia accattivante e, quello che ho preferito, una colonna sonora pazzesca (di Rupert Gregson-Williams). Tutti questi elementi insieme fanno sì che "Wonder Woman" sia il primo prodotto DC Comics per il cinema per il quale valga veramente la pena di andare al cinema. La speranza è che, avendo imparato dai precedenti errori, la produzione proceda d'ora in avanti seguendo il percorso e il buon lavoro fatto in questa occasione (a novembre ci aspetta il primo "Justice League" cui seguiranno il sequel e, naturalmente, "Wonder Woman 2").
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1128 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1218 - Suicide Squad
Film 1392 - Wonder Woman
Film 1640 - Wonder Woman
Film 1708 - Aquaman
Film 1459 - Justice League
Film 2019 - Zack Snyder's Justice League
Cast: Gal Gadot, Chris Pine, Robin Wright, Danny Huston, David Thewlis, Connie Nielsen, Elena Anaya, Ewen Bremner, Lucy Davis, Saïd Taghmaoui.
Box Office: $779.6 milioni
Consigli: Pellicola riuscita e di grande intrattenimento che consegna, dopo anni di tentativi e persino una Megan Gale in lizza per il ruolo, Wonder Woman al grande schermo. Personalmente ho trovato il film una grande sorpresa, con un finale strappalacrime che non mi sarei davvero immaginato. In lingua è un'esperienza coinvolgente e perfettamente comprensibile anche senza i sottotitoli, perciò l'opzione è da tenere in considerazione. Sicuramente uno dei blockbuster sui supereroi più riusciti.
Parola chiave: Ares.

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Bengi

lunedì 24 luglio 2017

Film 1391 - Baywatch

Vacanzina in Lussemburgo, come ogni volta torno volentieri al cinema a gustarmi qualche pellicola in lingua originale!

Film 1391: "Baywatch" (2017) di Seth Gordon
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sciocco, sboccato, esibizionista e spesso volgare. Eppure questo revival di uno dei telefilm più famosi di sempre riesce a catturare qualche sorriso e, limitandosi ad accontentarsi di quello che passa in convento, si può perfino apprezzare l'ora e mezzo di intrattenimento facile facile.
L'impressione che ho avuto è che Dwayne Johnson sia sempre di più la spalla ideale (anche se qui è protagonista), l'uomo giusto per le pellicole di disimpegno, capace di adattarsi a qualsiasi compagno di grande schermo e riuscendo sempre di più a portare a casa un risultato soddisfacente. Qui, inoltre, è affiancato da un ipertrofico Zac Efron che, certamente, è capace di districarsi bene in un tipo di prodotto del genere (e sceneggiature facili facili) con una certa professionalità. Anche se, devo ammetterlo, in questa occasione l'ho trovato particolarmente inespressivo e presente nel film giusto perché atleticamente perfetto per il personaggio (un ex sportivo due volte medaglia d'oro). Priyanka Chopra è, invece, una cattiva accettabile che fa una fine ingrata, per quanto sorprendentemente inattesa. Di sicuro per lei atterrare sul pianeta blockbuster significa ritagliarsi uno spazio importante nella Hollywood che conta, peccato che "Baywatch" di fatto non abbia funzionato (69 milioni di dollari per produrlo e un incasso di a malapena 100milioni superiore, senza contare le critiche estremamente negative).
Per quanto riguarda la sceneggiatura, in generale si sceglie di concentrarsi su moltissimi espedienti sessuali cercando di ri-assestare l'approccio decisamente più serio - anche se spesso derisibile, per carità - della serie tv. Sinceramente non penso che fosse necessario, più che altro perché questo va un po' ad intaccare il ricordo e il senso dell'originale. Forse il tentativo era quello di incuriosire i giovani con le restrizioni per età e linguaggio tanto severe in America (il famoso fascino del proibito). Si poteva puntare su altro, anche se il risultato finale non è così male come i critici lo hanno definito.
Cast: Dwayne Johnson, Zac Efron, Priyanka Chopra, Alexandra Daddario, Jon Bass, Kelly Rohrbach, Ilfenesh Hadera, Yahya Abdul-Mateen II, Hannibal Buress, David Hasselhoff, Pamela Anderson.
Box Office: $169.7 milioni
Consigli: Tenendo presente che si tratta di una boiata, il risultato finale è anche godibile. Scemo, volgare, chiassoso, sesso dipendente, il "Baywatch" cinematografico rispolvera le vecchie glorie della serie tv Mitch Buchannon, Matt Brody, Stephanie Holden e CJ Parker e le rilancia al giorno d'oggi, tra patti di fratellanza ai limiti della consanguineità, prove fisiche da implosioni muscolari e un intreccio narrativo tanto semplice da non intaccare i toni sciocchini dell'operazione. Non mancano, ovviamente, due camei ad hoc.
Parola chiave: Pesce.

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giovedì 20 luglio 2017

Film 1390 - Una pazza giornata di vacanza

Avevo visto che Netflix lo aveva aggiunto al suo catalogo, così ho deciso di recuperarlo appena ho potuto!

Film 1390: "Una pazza giornata di vacanza" (1986) di John Hughes
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Mah, in tutta sincerità questa pellicola non mi ha impressionato. Avevo letto ottime critiche - ok, di 30 anni fa - e considerato che sono fan sia delle pellicole anni '80 che delle precedenti avventure cinematografiche di Hughes ("Sixteen Candles", "Breakfast Club") ero veramente ben disposto nei confronti di "Ferris Bueller's Day Off".
In realtà ho trovato il film troppo artificioso e sfacciatamente irreale, con picchi di assurdità quando Ferris si presenta a scuola per andare a prendere Sloane facendo finta di essere suo padre: limitatamente diverte, più che altro irriverente e poco riuscito. Il resto della pellicola è ok, una sorta di manifesto del 'take it easy American style' declinato alla liceale, con un protagonista carismatico cui non ce n'è una che non vada a segno, tanto sfacciatamente fortunato da risultare quasi antipatico. Peggio di lui solo l'invidiosa sorella - una giovanissima Jennifer Grey - che alla fine non si sa bene perché finirà per salvare cil cu*o al fratello odiato per tutto il resto del tempo. Uhm...
In generale, quindi, mi aspettavo qualcosina di diverso, un'avventura un filino più credibile e meno baraccona. Tutto sommato rimane nei canoni del prodotto divertente anni '80 che ai giorni nostri risulta un po' scricchiolante. Suppongo che trent'anni fa Ferris e i suoi amici risultassero molto, molto più anticonformisti, sregolati e... simpatici.
Cast: Matthew Broderick, Alan Ruck, Mia Sara, Jennifer Grey, Jeffrey Jones, Lyman Ward, Cindy Pickett, Edie McClurg, Charlie Sheen.
Box Office: $70.1 milioni
Consigli: Cercavo un film spassono, vivace, divertente e non è che non l'abbia trovato, semplicemente non l'ho troppo gradito. Mi aspetto altro, forse qualcosa più alla "Breakfast Club" o "Bella in rosa", in ogni caso non quello che ho visto. Mia opinione personale a parte, sono sicuro che l'effetto nostalgia o semplicemente la briosa voglia di fare casini di Ferris piaceranno ai più. Come la scena finale, perfettamente riproposta dopo i titoli di coda nientemeno che da "Deadpool" in persona!
Parola chiave: Saltare la scuola.

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mercoledì 19 luglio 2017

Film 1389 - Insonnia d'amore

Ancora una volta Netflix fornisce la soluzione per il film da guardare a cena...

Film 1389: "Insonnia d'amore" (1993) di Nora Ephron
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Edo
Pensieri: Cult dei primi anni '90 che non ricordo di aver mai visto per intero prima di questa occasione, "Sleepless in Seattle" della Ephron è stato un po' una delusione. Non che mi aspettassi capolavori eccelsi della cinematografia americana, però da una pellicola candidata per l'Oscar alla sceneggiatura qualcosina in più me la immaginavo. Tant'è.
I diktat dell'operazione romantica ci sono tutti, tra relazioni di coppia stantie, possibili partner sbagliati, un colpo di fulmine non convenzionale e un incontro in cima all'Empire State Building che sa di fiaba come poche altre cose al mondo, il tutto confezionato per piacere a quel pubblico che cerca sì l'happy ending, ma anche una strada ben infiocchetata che ce lo conduca. Io solitamente apprezzo il tipo di operazione commerciale, eppure in questa occasione ho gradito meno di quanto mi ero prefigurato. Non è colpa certo di Hanks e Ryan, una coppia sullo schermo capace di funzionare ampiamente; probabilmente è stato il semplice caso dell'aspettativa vs realtà, dove quest'ultima non ha corrisposto le attese.
Ps. 2 candidature agli Oscar del 1994 per Miglior sceneggiatura originale e canzone ("A Wink and a Smile"), 3 nomination ai Golden Globes (Migliori film commedia, attore e attrice protagonisti) e 2 ai BAFTA (sceneggiatura e colonna sonora).
Cast: Tom Hanks, Meg Ryan, Bill Pullman, Ross Malinger, Rob Reiner, Rosie O'Donnell, Gaby Hoffmann, Victor Garber, Rita Wilson, Frances Conroy.
Box Office: $227.8 milioni
Consigli: Delizia per romanticoni incalliti, scelta perfetta per una serata di disimpegno e nostalgia canaglia, questo film è sicuramente uno dei più famosi legati al genere commedia romantica e sono sicuro che per molti il risultato finale sia ancora soddisfacente. Per tutti coloro che, al contrario, desiderassero un piglio meno fiabesco, meglio evitare.
Parola chiave: Radio.

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venerdì 14 luglio 2017

Film 1388 - How to Talk to Girls at Parties

Ultimo film visto al Biografilm Festival 2017. Una bellissima esperienza, indimenticabile - come del resto lo è stato quest'ultimo anno - per la quale ringrazio il mitico Cinema Galliera.

Film 1387: "How to Talk to Girls at Parties" (2017) di John Cameron Mitchell
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Alessandra, Irene
Pensieri: La partenza è col botto, aggressiva, veloce, dinamica e a tempo di rock. Una vera magia! Poi passano pochi minuti e qualcosa si interrompe, si cambia registro e siamo subito fuori da quell'entusiasmo punk-giovanile che ci aveva tanto entusiasmato all'inizio: ma cosa succede?
E' qui che si materializza il problema di "How to Talk to Girls at Parties", ovvero la possibilità di fare un paragone concreto tra ciò che sarebbe potuto essere (ovvero qualcosa alla "Trainspotting") e ciò che si rivelerà in realtà (ovvero proprio niente di che). Le potenzialità del progetto sono sprecate, l'iniziale anarchia degenerativa viene subito fatta fuori dai classici canoni da produzione cinematografica più o meno mainstream - per quanto qui si provi con forza a volerlo evitare - e il risultato finale è un caotico miscuglio di tante cose insieme, pure troppe. Gli alieni, la scena punk-rock, gli anni '80, la differenza di classe, l'incontro con l'altro intergalattico, la scoperta di sé, ecc ecc sono davvero troppi elementi che alla fine non riescono a risultare coesi e la sensazione è che si sia voluta mettere troppa carne al fuoco, senza saperla gestire o, che è peggio, senza avere una precisa idea di quale sarebbe dovuto essere il risultato finale. Che, di conseguenza, è un gran casino.
Concludo dicendo che Nicole Kidman qui sembra una vecchia gattara pazza un po' troppo ripiena di botox e parrucche alla "RuPaul's Drag Race", mentre il candore-misto-sessuale alla "Lolita" di Elle Fanning mi lascia sempre un po' turbato - la ragazza ha compiuto 19 anni il 9 aprile 2017, le riprese del film sono cominciate nel novembre 2015... -; la vera sorpresa qui è Alex Sharp, carismatico e trascinante protagonista maschile che davvero ricorda un Renton adolescente (e certamente più innamorato). A parte lui, una colonna sonora particolare e i costumi degli alieni sufficientemente bizzarri, "How to Talk to Girls at Parties" non funziona.
Ps. In concorso a Cannes 2017.
Cast: Elle Fanning, Alex Sharp, Nicole Kidman, Ruth Wilson, Matt Lucas, Alice Sanders, Jenny Joanna Scanlan, Elarica Gallacher, Jessica Plummer.
Box Office: /
Consigli: In tutta franchezza... ho visto e c'è di meglio. Poi, se si è curiosi di recuperarlo o si è fan del racconto breve di Neil Gaiman da cui è tratto è un conto, altrimenti si può tranquillamente tralasciare la visione.
Parola chiave: Figli.

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giovedì 13 luglio 2017

Emmy Awards 2017: nomination e vincitori

E siamo giunti al periodo dell'anno in cui la tv si riprende il suo spazio: appena rivelate le candidature ai prossimi Emmy Awards, che si terranno domenica 17 settembre (proprio quando me ne partirò per l'Australia mannaggia!) e saranno presentati da Stephen Colbert.
Television Academy Chairman and CEO Hayma Washington and celebrity presenters Anna Chlumsky and Shemar Moore announced the nominees for the 69th Emmy Awards on Thursday, July 13, 2017. The ceremony will be held on Sunday, September 17, 2017 at the Microsoft Theater in Downtown Los Angeles, California, and will be broadcast in the U.S. by CBS. The ceremony will be hosted by Stephen Colbert.
And the nominees are...
69th Primetime Emmy Awards

Best Drama Series
House of Cards (Netflix)
Better Call Saul (AMC)
The Crown (Netflix)
The Handmaid's Tale (Hulu)
This Is Us (NBC)
Westworld (HBO)
Stranger Things (Netflix)

Best Comedy Series
Veep (HBO)
Atlanta (FX)
Black-ish (ABC)
Master of None (Netflix)
Modern Family (ABC)
Silicon Valley (HBO)
Unbreakable Kimmy Schmidt (Netflix)

Best Limited Series
Big Little Lies (HBO)
Feud (FX)
The Night Of (HBO)
Fargo (FX)
Genius (National Geographic)

Best Actress in a Drama Series
Claire Foy (The Crown)
Elisabeth Moss (The Handmaid's Tale)
Robin Wright (House of Cards)
Evan Rachel Wood (Westworld)
Viola Davis (How to Get Away with Murder)
Keri Russell (The Americans)

Best Actor in a Drama Series
Sterling K. Brown (This Is Us)
Anthony Hopkins (Westworld)
Bob Odenkirk (Better Call Saul)
Matthew Rhys (The Americans)
Liev Schreiber (Ray Donovan)
Milo Ventimiglia (This Is Us)

Best Actress in a Comedy Series
Ellie Kemper (Unbreakable Kimmy Schmidt)
Allison Janney (Mom)
Julia Louis-Dreyfus (Veep)
Tracee Ellis Ross (Black-ish)
Lily Tomlin (Grace and Frankie)
Jane Fonda (Grace and Frankie)
Pamela Adlon (Better Things)

Best Actor in a Comedy Series
Jeffrey Tambor (Transparent)
Aziz Ansari (Master of None)
Donald Glover (Atlanta)
Anthony Anderson (Black-ish)
William H. Macy (Shameless)
Zach Galifianakis (Baskets)

Best Actress in a Limited Series or a Television Movie
Nicole Kidman (Big Little Lies)
Jessica Lange (Feud)
Susan Sarandon (Feud)
Reese Witherspoon (Big Little Lies)
Carrie Coon (Fargo)
Felicity Huffman (American Crime)

Best Actor in a Limited Series or a Television Movie
Robert De Niro (The Wizard of Lies)
Riz Ahmed (The Night Of)
Ewan McGregor (Fargo)
Geoffrey Rush (Genius)
John Turturro (The Night Of)
Benedict Cumberbatch (Sherlock: The Lying Detective)

Best Supporting Actress in a Drama Series
Ann Dowde (The Handmaid's Tale)
Samira Wiley (The Handmaid's Tale)
Uzo Aduba (Orange Is the New Black)
Millie Bobby Brown (Stranger Things)
Chrissy Metz (This Is Us)
Thandie Newton (Westworld)

Best Supporting Actor in a Drama Series
John Lithgow (The Crown)
Jonathan Banks (Better Call Saul)
Mandy Patinkin (Homeland)
Michael Kelly (House of Cards)
David Harbour (Stranger Things)
Ron Cephas Jones (This Is Us)
Jeffrey Wright (Westworld)

Best Supporting Actress in a Comedy Series
Kate McKinnon (Saturday Night Live)
Vanessa Beyer (Saturday Night Live)
Leslie Jones (Saturday Night Live)
Anna Chlumsky (Veep)
Judith Light (Transparent)
Kathryn Hahn (Transparent)

Best Supporting Actor in a Comedy Series
Alec Baldwin (Saturday Night Live)
Louie Anderson (Baskets)
Ty Burrell (Modern Family)
Tituss Burgess (Unbreakable Kimmy Schmidt)
Tony Hale (Veep)
Matt Walsh (Veep)

Best Supporting Actress in a Limited Series or a Television Movie
Regina King (American Crime)
Shailene Woodley (Big Little Lies)
Laura Dern (Big Little Lies)
Judy Davis (Feud)
Jackie Hoffman (Feud)
Michelle Pfeiffer (The Wizard of Lies)

Best Supporting Actor in a Limited Series or a Television Movie
Alexander Skarsgard (Big Little Lies)
David Thewlis (Fargo)
Alfred Molina (Feud)
Stanley Tucci (Feud)
Bill Camp (The Night Of)
Michael K. Williams (The Night Of)

Outstanding Guest Actor in a Drama Series
Hank Azaria as Ed Cochran on Ray Donovan (Episode: "Norman Saves The World") (Showtime)
Brian Tyree Henry as Ricky on This Is Us (Episode: "Memphis") (NBC)
Gerald McRaney as Dr. Nathan Katowski on This Is Us (Episode: "The Big Day") (NBC)
Ben Mendelsohn as Danny Rayburn on Bloodline (Episode: "Part 32") (Netflix)
Denis O'Hare as Jessie on This Is Us (Episode: "Last Christmas") (NBC)
BD Wong as Whiterose on Mr. Robot (Episode: "eps2.3_logic-b0mb.hc") (USA)

Outstanding Guest Actress in a Drama Series
Alexis Bledel as Ofglen on The Handmaid's Tale (Episode: "Late") (Hulu)
Laverne Cox as Sophia Burset on Orange Is the New Black (Episode: "Doctor Psycho") (Netflix)
Ann Dowd as Patti Levin on The Leftovers (Episode: "The Most Powerful Man In The World (And His Identical Twin Brother)") (HBO)
Shannon Purser as Barb Holland on Stranger Things (Episode: "Chapter Three: Holly, Jolly") (Netflix)
Cicely Tyson as Ophelia Harkness on How to Get Away with Murder (Episode: "Go Cry Somewhere Else") (ABC)
Alison Wright as Martha on The Americans (Episode: "The Soviet Division") (FX)

Outstanding Guest Actor in a Comedy Series
Riz Ahmed as Paul-Louis on Girls (Episode: "All I Ever Wanted") (HBO)
Dave Chappelle as Himself on Saturday Night Live (Episode: "Host: Dave Chappelle") (NBC)
Tom Hanks as Himself on Saturday Night Live (Episode: "Host: Tom Hanks") (NBC)
Hugh Laurie as Tom James on Veep (Episode: "Blurb") (HBO)
Lin-Manuel Miranda as Himself on Saturday Night Live (Episode: "Host: Lin-Manuel Miranda") (NBC)
Matthew Rhys as Chuck Palmer on Girls (Episode: "American Bitch") (HBO)

Outstanding Guest Actress in a Comedy Series
Becky Ann Baker as Loreen Doring on Girls (Episode: "Gummies") (HBO)
Angela Bassett as Catherine on Master of None (Episode: "Thanksgiving") (Netflix)
Carrie Fisher (posthumously) as Mia on Catastrophe (Episode: "Episode 6") (Amazon)
Melissa McCarthy as Herself on Saturday Night Live (Episode: "Host: Melissa McCarthy") (NBC)
Wanda Sykes as Daphne Lido on Black-ish (Episode: "Lemons") (ABC)
Kristen Wiig as Herself on Saturday Night Live (Episode: "Host: Kristen Wiig") (NBC)

Best TV Movie
The Wizard of Lies (HBO)
Black Mirror (Netflix)
Dolly Parton's Christmas of Many Colors: Circle of Love (NBC)
The Immortal Life of Henrietta Lacks (HBO)
Sherlock: The Lying Detective (PBS)

Best Variety Talk Series
Last Week Tonight (HBO)
Full Frontal with Samantha Bee (TBS)
Jimmy Kimmel Live! (ABC)
The Late Show with Stephen Colbert (CBS)
The Late Late Show with James Corden (CBS)
Real Time with Bill Maher (HBO)

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Emmy Awards 2017: Nominees live announcement


Anna Chlumsky and Shemar Moore will present the nominations for the 69th Emmy Awards from the Wolf Theatre at the Television Academy's Saban Media Center on Thursday, July 13 at 8:30 AM PT /11:30 AM ET.
Join us for the live announcement here!
#HollywoodCiak
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Film 1387 - Il buio oltre la siepe

Avevo già visto questa pellicola anni fa, ma era da un po' che desideravo rivederla, più che altro per rispolverarne il ricordo. Avevo anche comprato il dvd, senza mai concretizzare una visione. Ci ha pensato Netflix e la necessità di scegliere un film da guardare a cena a creare la giusta opportunità.

Film 1387: "Il buio oltre la siepe" (1962) di Robert Mulligan
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Edo
Pensieri: Che fosse un gran film lo ricordavo, eppure faticavo a mettere insieme i pezzi di tutta la trama.
Tratto dall'omonimo romanzo premio Pulitzer di Harper Lee - l'unico che abbia mai scritto, a dire il vero - "Il buio oltre la siepe" racconta la storia di Atticus Finch, dei suoi due bambini e del processo che sconvolgerà la cittadina in cui abitano (la fittizia Maycomb, Alabama). Accusato di stupro un ragazzo di colore, Finch ne diventerà l'avvocato difensore e dimostrerà alla giuria e alla cittadinanza bigotta e razzista che il ragazzo è sempre stato innocente. Il finale agrodolce sottolineerà ancora di più il difficoltoso rapporto di convivenza tra i diversi cittadini e le rispettive mentalità, tra retrogradi e discriminatori, chi accetta la via più facile e conveniente e chi, invece, lotta per l'uguaglianza dei diritti o semplicemente crede nel rispetto degli altri a prescindere dal colore della pelle.
Questo è il quadro che "To Kill a Mockingbird" dipinge per lo spettatore, una piccola speranza in un mare di odio e miopia, una lotta costante e ancora oggi attuale su quanto sia facile lasciarsi influenzare da egemonie e prepotenze sociali e quanto, invece, sia ancora necessario fare per assicurare a tutti uguaglianza e rispetto.
Detto questo, rimane il fatto che questa pellicola sia uno stupendo classico, senza contare che è stata il trampolino di lancio per un Robert Duvall qui asso nella manica nel finale. Gregory Peck si aggiudica il suo primo ed unico Oscar come Miglior attore protagonista (consegnatoglia da Sophia Loren, N.d.A.) e bisogna dire che, da solo, fa praticamente tutto il film.
Insomma, un classico imperdibile per tanti differenti motivi, un titolo che non può mancare nella filmografia dei cinefili più appassionati.
Ps. Candidato a 8 premi Oscar, tra cui Miglior film e regia, ne ha vinti 3: Miglior attore protagonista, sceneggiatura e scenografia (bianco e nero).
Cast: Gregory Peck, Mary Badham, Phillip Alford, John Megna, Ruth White, Paul Fix, Brock Peters, Frank Overton, Robert Duvall, William Windom, Alice Ghostley.
Box Office: $13.1 milioni
Consigli: Certo non un titolo per ogni occasione, ma sicuramente una pellicola da vedere almeno una volta nella vita. Intelligente e raffinato, questo film riesce davvero ad incantare lo spettatore anche dopo 55 anni dalla sua uscita al cinema.
Parola chiave: Stupro.

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mercoledì 12 luglio 2017

Film 1386 - Manifesto

Terzo appuntamento con il Biografilm Festival, questa volta in un bollente pomeriggio di inizio estate. Probabilmente l'attesa relativamente a questa pellicola era alta, dato che ho fatto fatica ad accedere alla sala, gremita di spettatori. Dalla mia posizione un po' parziale - una prima fila leggermente a sinistra -, ho dovuto lottare con l'assenza di parte dei sottotitoli, coperti per metà dal palco. Poco male, avrei visto questo film a qualunque costo e in qualunque condizione.

Film 1386: "Manifesto" (2015) di Julian Rosefeldt
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Un film complesso e non facile da digerire. Sicuramente un esperimento interessante, sarcastico e provocatorio, vincente nell'idea e nella realizzazione che, pur usufruendo di un'unica protagonista, è capace di spaziare tra contesti e ambienti differenti, sia sociali che culturali. In questo e nella camaleontica performance della Blanchett sta il successo della pellicola che, altrimenti, sarebbe potuta risultare noiosa, monotona e ostica da seguire.
Grazie agli escamotage di trucco e costumi (e scenografia), man mano che procede il racconto lo spettatore è sempre più curioso di scoprire il nuovo, successivo personaggio e quale sarà l'interpretazione che l'attrice saprà darne. Tra quelle che ho preferito, la vedova al funerale, la giornalista e la casalinga alto-borghese (in quest'ultima scena la Blanchett appare a tavola con la sua vera famiglia).
Riguardo alla protagonista, è inutile girarci intorno: è mostruosamente brava, una meraviglia da guardare e ascoltare. In pochi attori sarebbero stati in grado di sostenere una prova del genere e uscirne vincenti. Ma Cate può tutto, ormai lo sappiamo.
La pellicola in generale fluisce abbastanza bene. Ci sono parti più ostiche, ma nel complesso non si segue con troppa fatica. Certo, bisogna essere ben preparati e disposti nei confronti di un prodotto cinematografico che non ha veri e propri dialoghi, ma declamazioni di diversi manifesti della storia (da quello comunista a quello futurista, da quello situazionista al Dogma 95...). Se si è pronti a tutto, allora si rimarrà sorpresi da un titolo che sembra più un esercizio che un prodotto culturale. Funziona.
Cast: Cate Blanchett.
Box Office: /
Consigli: Quando dico che si tratta più di un esperimento che di un vero e proprio film, il motivo è che "Manifesto" è stato concepito come un'istallazione artistica, mostrata in anteprima all'Australian Centre for the Moving Image (ACMI) di Melbourne. Dunque non il classico esempio di prodotto per il cinema e sicuramente non una scelta per ogni occasione. Richiede tempo, una buona dose di concentrazione oltre che di vero interesse, altrimenti si rischia solo di rimanere delusi della scelta fatta. In ogni caso, gli interessati godranno di una grandissima prova d'attrice.
Parola chiave: Arte.

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martedì 11 luglio 2017

Film 1385 - The Lost City of Z

Secondo appuntamento con il Biografilm Festival 2017, prima volta al cinema alle 9.30 di mattina. That's devotion!

Film 1385: "The Lost City of Z" (2016) di James Gray
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Alessandra
Pensieri: Ero molto motivato a recuperare questa pellicola, incuriosito dal cast abbastanza eterogeneo e dai vari red carpet che sembravano suggerire un'atmosfera abbastanza glam, per quanto sinossi e poster suggerissero altro. E in effetti di altro si tratta.
L'aura glam di questo "The Lost City of Z" sta tutta nei suoi bei protagonisti e nella produzione della Plan B Entertainment di Brad Pitt, per il resto siamo abbastanza fuori dai canoni patinati, per quanto la bella fotografia e la colonna sonora particolarmente coinvolgente rendano il risultato finale piacevole.
Ma la vera sorpresa di questo film è Sienna Miller, capace di rubare la scena ogni volta che venga inquadrata. Matura, in parte, brava, un'ottima prova per un'attrice che fino ad ora avevo sempre considerato più di facciata che di contenuto. Da questo punto di vista anche Pattinson è stato una piacevole (ri)scoperta dopo un periodo di assenza dalle produzioni importanti abbastanza significativo. Che fine avesse fatto non lo so, di sicuro qui lascia il segno. Il protagonista Hunnam, che pure è bravo, rimane però bloccato nelle ossessioni del proprio (vero) personaggio e alla lunga tende a ripetersi. Ho apprezzato di più il percorso fatto dagli altri due attori.
In generale, comunque, il film è molto intrigante, anche se forse in alcune parti troppo lungo. Di sicuro è particolarmente dettagliato e verosimile e l'ambientazione selvaggia della giungla ricorda spesso quella scoperta dell'America che tutti conosciamo. I fatti raccontati sono meno noti, ma certo non meno appassionanti (o crudi). Sarà un viaggio alla scoperta dell'"ignoto" anche per lo spettatore, con il corpo seduto in sala, ma la mente immersa in pensieri e sensazioni da vero esploratore.
Cast: Charlie Hunnam, Robert Pattinson, Sienna Miller, Tom Holland, Angus Macfadyen, Ian McDiarmid, Franco Nero.
Box Office: $17.1 milioni
Consigli: Ossessionato dal bisogno di esplorare, scoprire e in generale di una vita avventurosa, il colonnello Percival Fawcett guiderà numerose spedizioni in Sud America alla ricerca di Z, la città perduta cui il titolo fa riferimento. Questo, a grandi linee, il tema portante di un biopic molto ben realizzato, anche se particolarmente lungo (quasi 2 ore e mezza). Tecnicamente impeccabile, ben recitato, in generale credibile, mi ha spesso ricordato l'ultimo Scorsese di "Silence", per quanto qui il ritmo tenga e l'avventura non manchi. Certo non un film facile, richiede interesse e tempo da dedicargli, eppure non ci si pente della scelta.
Parola chiave: Amazzonia.

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Bengi

lunedì 10 luglio 2017

Film 1384 - Tom of Finland

Con l'ingresso esercenti per il Biografilm Festival di quest'anno, ho avuto la fortuna di avere accesso a molte anteprime e pellicole che ero curioso di vedere o recuperare. I prossimi post si rifatto tutti alle visione di questi titoli... da festival!

Film 1384: "Tom of Finland" (2017) di Dome Karukoski
Visto: al cinema
Lingua: finlandese, inglese
Compagnia: Alessandra, Edo, Alessia, Ale, Matteo
Pensieri: La storia è interessante e tratta la vita di una persona della quale, disegni a parte, non conoscevo nulla. Mai mi sarei (ingenuamente) immaginato una tale difficoltà nell'emergere artistico di Tom (vero nome Touko Valio Laaksonen), soprattutto considerando la provenienza nordica (nella mia testa Europa del nord = progresso). Un percorso sofferto affiancato dagli eventi drammatici della guerra e degli ancora inesistenti diritti LGBT, una combinazione di elementi che andrà a influenzare tempistiche e modi di emersione del fenomeno. Il quale, va detto, nel giusto contesto (USA), non tarderà a riscontrare un successo fulmineo e particolarmente gratificante per il nostro protagonista.
Mi fa sentire bene pensare che al giorno d'oggi si possa così serenamente parlare di una storia del genere e che, ancora di più, la mia città ne ospiti l'anteprima nazionale. La comunità omosessuale ha le sue diverse testimonianze sparse per tutto il mondo ed è sempre interessante - spesso istruttivo - scoprire come certi avvenimenti o fenomeni siano venuti a verificarsi. In questo caso specifico, di Tom of Finland conoscevo solamente i disegni omoerotici, inconfondibili per stile e soggetti. E' stato bello approfondire la storia, anche se forse il film temporeggia un po' troppo su percorsi narrativi secondari. In ogni caso un risultato finale che funziona, con un forte e credibile protagonista e una storia tanto d'impatto da risultare di per sé intrigante. Bella la fotografia e la colonna sonora, recitazione in generale convincente. Ho trovato sorprendente la facilità con cui gli attori passino dal finlandese all'inglese con accento e lessico piuttosto credibili. Fosse stata una produzione italiana il risultato non sarebbe stato altrettanto riuscito.
Cast: Pekka Strang, Lauri Tilkanen, Jessica Grabowsky, Taisto Oksanen, Seumas Sargent, Jakob Oftebro, Niklas Hogner.
Box Office: €3.8 milioni
Consigli: La Finlandia porta al cinema uno dei suoi personaggi LGBT più famosi (il più famoso?) e ne tira fuori un biopic che, nonostante una certa dose di glam, ritrae piuttosto seriamente il contesto e la strada che ha portato Tom a diventare un famoso e apprezzato disegnatore.
Un titolo non per tutti, eppure una storia che andrebbe ascoltata, al di là del giudizio artistico che si possa avere, anche solo per ricordarci che dove siamo arrivati ora è una conquista cui non devono mancare di seguirne molte altre ancora.
Parola chiave: Disegni.

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sabato 8 luglio 2017

Film 1383 - La cosa più dolce...

Alla ricerca di una scemata da vedere durante la cena. E Netflix ha fornito il titolo giusto.

Film 1383: "La cosa più dolce..." (2002) di Roger Kumble
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Edo
Pensieri: Gigantesca boiata piuttosto volgare che funziona solamente grazie al trio di protagoniste, una sorta di "Charlie's Angeles" a sfondo sessuale.
La storia è sciocca, ma alcune parti sono simpatiche e, tutto sommato, se si cerca totale disimpegno questo film è la scelta giusta. Poi, certo, non è per tutti i palati...
Cast: Cameron Diaz, Christina Applegate, Selma Blair, Thomas Jane, Jason Bateman, Parker Posey.
Box Office: $68,696,770
Consigli: Si tratta di una pellicola sciocca, molto volgare, ma a tratti divertente che non rimane impressa certo per la sua genialità. In ogni caso, se si vuole solamente un po' di distrazione a cervello spento, può anche funzionare. Rimane il fatto che mi chiedo come possa Cameron Diaz aver pensato che questo film potesse far bene alla sua carriera...
Parola chiave: Matrimonio.

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venerdì 7 luglio 2017

Spider-Man: Homecoming - Tutto quello che c'è da sapere

Peter Parker is hitting theaters again this weekend: are you going to see the new Spider-man movie reboot? Here's some details about the new picture to arouse your curiosity!

Il ritorno in sala di Peter Parker è previsto nel mondo per questo weekend di luglio. Voi andrete al cinema a vederlo? Ecco qualche elemento in più su "Spider-Man: Homecoming"!

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Film 467 - The Amazing Spider-Man
Film 718 - The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro
Film 1394 - Spider-Man: Homecoming

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Film 1382 - Un mercoledì da leoni

Pellicola scelta per l'arrivederci di stagione del Cinema Galliera, l'evento si è svolto secondo il dicktat dell'apericinema, ovvero prima un abbondante aperitivo e a seguire la visione del film. Una bellissima serata in cui, udite udite, mi sono perfino cimentato nella preparazione dei cocktail (leggi spritz).

Film 1382: "Un mercoledì da leoni" (1978) di John Milius
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Patty, Danilo, Francesca, Claudia, Giulia
Pensieri: Avevo già visto questo film tantissimi anni fa in vhs (gasp!) a casa della mia amica Claudia e no, non mi ricordavo una mazza. O meglio, la sensazione che mi ero portato dietro in questi anni era di un prodotto che non mi si confacesse troppo.
Anni e anni (e anni) dopo, rivedere "Un mercoledì da leoni" è stata una piacevole riscoperta. A essere onesti la prima parte del film è un po' lenta e funziona peggio del secondo tempo, ma credo che in parte la cosa sia dovuta alla distanza temporale che separa questo prodotto dai nostri giorni; il che rende più faticoso all'inizio adattarsi a dinamiche, dialoghi e in generale le caratteristiche della storia, ma una volta che se ne comprendono i meccanismi, tutto funziona.
Come dicevo, il secondo tempo riesce a tenere alto l'interesse degli spettatori, catturato dalle scene mozzafiato in mare, tra altissime onde ed acrobazie sulla tavola davvero impressionanti. La regia, da questo punto di vista, è particolarmente funzionale quando si tratta delle scene in acqua. Tenendo presente che si tratta di un prodotto degli anni '70 che non usa effetti speciali né può contare sulle migliorie tecnologiche oggi disponibili, stupisce e colpisce la capacità di rendere in maniera così poetica e reale, concreta la passione per il surf. Della serie: ci si appassiona anche se non si è fan dello sport.



Cast: Jan-Michael Vincent, William Katt, Gary Busey, Lee Purcell, Darrell Fetty.
Box Office: $4.5 milioni
Consigli: E' una dichiarazione d'amore al surf. Non si tratta, quindi, di un titolo per chiunque, anche solo per la fatica che si deve fare all'inizio per decifrare il "linguaggio" fatto di altre tempistiche, battute, modi di proporre le storie. Detto questo, la recitazione non è sempre all'altezza, ma la colonna sonora è pazzesca e le scene in acqua strepitose. In mezzo la vita dei tre protagonisti (l'unio oggi ancora famoso è Busey), il Vietnam, la disillusione, la ricerca di se stessi. Non è un film perfetto, ma una sua poetica apprezzabile.
Parola chiave: Surf.

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