Si preannunciava come un potenziale candidato agli Oscar e, invece, non è stato considerato praticamente da nessuna premiazione. Eppure a firmare la regia c'era un grandissimo del cinema...
Film 371: "J. Edgar" (2011) di Clint Eastwood
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Mattia
Pensieri: E dopo "Changeling" Clint torna al cinema classico con ricostruzione storica. E' vero, in mezzo c'è stato anche "Invictus - L'invincibile", ma non avendolo visto, non posso fare paragoni. Da questa pellicola mi aspettavo grandi cose, eppure non tutto ha funzionato. Sarà che certi momenti sono un po' 'strani' (passatemi il termine generico), sarà che 137minuti di pellicola sono tanti e che il risultato finale è piuttosto discontinuo, di fatto "J. Edgar" non è riuscito al 100%.
DiCaprio è sempre una buona scelta e la Watts è una brava attrice, ma mi è parso che i personaggi siano stati poco approfonditi oltre la rappresentazione 'standard' che ne si voleva dare sullo schermo.
Molta, tra l'altro, l'aspettativa riguardo la storia d'amore gay tra J. Edgar Hoover/Leonardo DiCaprio e Clyde Tolson/Armie Hammer che, forse, ha distratto dall'impatto finale complessivo del film su chi guarda, specialmente su un pubblico medio (non poche le risate in sala durante i momenti di coppia). Non è riuscita bene la rappresentazione di questo amore nascosto - di cui pare non ci sia effettiva prova -.
Molto fastidiosa, poi, la pressante figura materna (Judi Dench), così certamente sicura del ruolo primario che avrà il figlio nella società americana dell'epoca che lo sprona, sì, ma in maniera tanto rigorosa da lasciare perplessi.
E' una pellicola, in realtà, di pochi sentimenti - e sentimento - e tante frasi ad effetto, ma nessuna mai davvero capace di innalzare il film ad un livello superiore al semplice biopic un po' patinato e ben curato sotto il profilo tecnico. La sceneggiatura, tra l'altro, è del premio Oscar (per "Milk") Dustin Lance Black da cui mi aspettavo qualcosa che andasse oltre ai temi topici madre importante, potere e relazione gay e approfondisse con più efficacia un personaggio complesso mostrandone lati meno stereotipati e più personali.
Il prodotto, comunque, è chiaramente di buon livello, ma non ispirato, diciamo. Clint è un grandissimo, ma anche con l'ultimo "Hereafter" non mi aveva convinto. Anche qui un'occasione che si poteva sfruttare meglio.
Aggiungo che il trucco per invecchiare gli attori non mi è piaciuto. Regia buona, comunque, e bella fotografia.
Consigli: Film cupo e trama così così, ma DiCaprio andava considerato molto di più (solo una nomination ai Golden Globes). Per gli amanti di Eastwood è in ogni caso una tappa obbligata.
Parola chiave: FBI.
Trailer
Ric
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