venerdì 5 aprile 2013

Film 525 - Vita di Pi

Terzo appuntamento cinematografico con Leoo malato a casa. Torniamo a concentrarci sugli Oscar!


Film 525: "Vita di Pi" (2012) di Ang Lee
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: Visivamente è veramente bello, curato, affascinante, coinvolgente e dettagliatissimo. Funziona grazie a colori vividi, un sonoro che rende giustizia a qualunque cosa sia mostrata sullo schermo. Il tutto genera un mix che è veramente un'esperienza da provare.
Il viaggio di Pi Patel/Suraj Sharma è un percorso di crescita che diventa di vita dal momento in cui la nave su cui sta viaggiando affonda e una parte della sua famiglia con lei. Rimarrà, infatti, solo sulla scialuppa di salvataggio (che sarà la sua nuova casa) assieme a nientemeno che una iena, un orango, una zebra e una tigre del Bengala. Cosa c'entra la famiglia? Si capirà solo nel finale.
Il racconto è certamente avventuroso e affascinante, con il doppio risvolto di magia e mistero affiancato alla ricerca di risposte razionali per collocare in qualcosa di conosciuto le esperienze che Pi (Piscine Molitor Patel) racconta di aver vissuto, ma che nel concreto non si capisce come possano essersi verificate. 

La convivenza forzata di Pi e della tigre è certamente il cardine del racconto, che mette al centro della vicenda lo scontrarsi del protagonista con sé stesso, sperduto in mezzo a chissà quale oceano, a dover fare i conti con la solitudine, le nuove necessità legate alla sua condizione e un percorso di formazione che scopriremo nel finale essere stato un lavoro sul proprio io davvero sconvolgente.
Da questo punto di vista "Life of Pi" mi ha soddisfatto, mi è piaciuto e ha saputo dare le risposte che cercavo durante la visione della pellicola. Questo, combinato alla preziosa ricerca estetica e all'occhio sensibile di Ang Lee (che qui vince il suo secondo Oscar alla regia dopo "I segreti di Brokeback Mountain"), mi sono sembrati i veri punti di forza del prodotto.
Guardando, però, oltre l'estetica e la riuscita della trama (tratta dal libro omonimo di Yann Martel), non posso dire di esserne rimasto affascinato. "Vita di Pi" è, sì, un bel film, ma probabilmente mi è stato rovinato dai numerosi elogi della critica. Non perchè non mi sia piaciuto o sia brutto o non si meriti i riconoscimenti e i complimenti che ha ricevuto, ma perchè tutto ciò ha creato in me un'elevata aspettativa, quasi la certezza di una folgorazione istantanea e magica che, invece, non è avvenuta. Non c'è stato pieno coinvolgimento, non sento la voglia di rivedere questo prodotto.
Precisazione personale a parte, ribadisco che il film ha pregi innegabili. 127 minuti di pellicola quasi mai pesanti; tantissime scene a due dove solo un personaggio è dotato di parola che, eppure, funzionano benissimo; colori vividi e scene spettacolari; il carisma semplice e puro del protagonista Suraj Sharma che regge un'intera pellicola sulle sue spalle nonostante sia al suo esordio come attore.
Scene top sicuramente quelle della balena, dei pesci volanti e, neanche a dirlo, il momento di addio tra Pi e la tigre. Resa impetuosa e inarrestabile la tempesta che travolge la nave giapponese su cui Pi sta viaggiando con la famiglia.
Insomma, oggettivamente non gli manca niente, me ne rendo conto. Eppure non me ne sono innamorato.
Ps. 120 milioni di dollari per produrlo e un incasso mondiale di $604,384,111. Ange Lee vince anche questa scommessa. Mitico.
Consigli: 4 premi Oscar (regia, fotografia, colonna sonora ed effetti speciali), 1 Golden Globe e un incasso stratosferico (aiutato anche dal 3D): "Vita di Pi" è sicuramente un esperimento artistico di Ang Lee di grande effetto, merito delle capacità del regista di rendere i suoi film sempre visivamente molto potenti, associando le immagini ad una storia che valga la pena di essere raccontata. E' una pellicola che non lascerà delusi. Magari non se ne rimane profondamente innamorati, ma è una full immersion in mondi lontani, avventure fantastiche e colori carichi di vita. Sicuramente si trova un proprio personale motivo perchè la visione ne sia valsa la pena.
Parola chiave: Richard Parker.

Trailer

Bengi

1 commento:

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