lunedì 10 febbraio 2014

Film 668 - I dieci comandamenti

Questi sì che sono i film che si devono vedere almeno una volta nella vita! E colossal sia!

Film 668: "I dieci comandamenti" (1956) di Cecil B. DeMille
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Un carrozzone delle meraviglie ricolmo di sfarzo, gioiellini tecnologici, set faraonici (letteralmente), grandissime stelle del cinema (Charlton Heston, Yul Brynner, Anne Baxter), una storia tratta dal libro più venduto di tutti i tempi, grandi pretese di verità, stereotipi a non finire, elementi kitsch, amori, disavventure, conversioni, verdognoli gas mortali, schiavitù, emancipazione, persecuzione, falsi idoli e tavole di pietra scritte dal fuoco. C'è tutto quello che si possa desiderare in questo prodotto cinematografico, sforzo sovrumano di produzione per il pubblico generalista che, all'epoca, non ha tardato a ricompensare l'immenso lavoro di Cecil B. DeMille.
220 minuti di film sono qualcosa di apparentemente inaffrontabile per l'uomo moderno, eppure una volta si portava nelle sale la gente anche con titoli come questo, riuscendo nell'impresa di incassare tanto e lasciar pienamente soddisfatto il pubblico.
Visto con occhi moderni "I dieci comandamenti" è una pellicola ingenua che si basa troppo su una caratterizzazione dei personaggi legata a fede, miti o leggende ed inevitabilmente da questo punto di vista l'approccio è fallimentare. Mi rendo conto, però, che sia sciocco guardare un film di 58 anni fa utilizzando lo stesso metro di giudizio utilizzato per le pellicole contemporanee, quindi mi limito a dire che, per quanto riguarda l'aspetto tecnico, qui si parla di capolavoro. Effetti speciali per l'epoca grandiosi, maestosi, da noi addirittura impensabili anche solo fino a un ventennio (uhm... decennio?) fa. La necessità di trattare la storia di Mosè dagli albori implica una serie di passaggi pseudo storici che impongono un avanzato uso della tecnologia e, in questo, gli americani sono imbattibili. 

Per quanto riguarda la trama, invece, bisogna innanzitutto considerare che non tutti possono necessariamente condividere questa visione così filocattolica delle origini del mondo, quindi va tutto preso con le pinze. Chiaramente, nell'ottica di una disillusione totale nei confronti dell'approccio religioso, tutto quanto è qui raccontato rappresenta nulla più che una storia come un'altra, basata su fantascientifici avvenimenti che hanno dell'incredibile. In alternativa, volendo crederci, la ricostruzione è dettagliata, ma rimane molto superficialmente legata a una serie di visioni della vita che si esprimono attraverso una caratterizzazione piuttosto banale di ogni personaggio. Solo per dire, Mosè è assolutamente buono, assolutamente giusto, assolutamente fedele alla parola di Dio, assolutamente fedele al suo credo, assolutamente determinato a salvare il suo popolo di origine. Con tutta questa tendenza all'assoluto si fatica ad intravedere un barlume di veridicità anche solo parziale.
Ciò detto, rimane che "The Ten Commandments" sia un film assolutamente da vedere almeno una volta nella vita poiché, assieme ad altri titoli cult, rappresenta anche lui a suo modo un'eccellenza umana nel consacrare la creatività all'arte. Può non piacere, in definitiva, ma non si può dire che questo film non abbia in qualche modo influito o influenzato la storia del cinema commerciale moderno.
Ps. 7 nomination all'Oscar - tra cui quella per Miglior film - e una statuetta vinta per i Migliori effetti speciali.
Box Office: $122.7 millioni (l'incasso mondiale, aggiustato tenendo conto dell'inflazione, ammonta a qualcosa come $2,098,600,000)
Consigli: Inevitabilmente è necessario avere molto da dedicare alla visione del film. Sarebbe meglio avere compagnia, perché un po' di commento durante la visione non solo è divertente e piacevole, ma aiuta anche a superare i momenti più lenti o meno interessanti. La trasformazione di Charlton Heston da giovane principe d'Egitto ad allampanato speaker della voce di Dio è tra lo stereotipo dell'uomo saggio e il kitsch, ma l'attore in ogni caso non ne perde in fascino. Anne Baxter da amare dal primo all'ultimo minuto. Lei, ma anche i suoi magnifici outfit fascianti in stile peplum, che hanno senso nell'Egitto faraonico come una t-shirt alla corte del Re Sole.
Parola chiave: Vero Dio.

Trailer

Bengi

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