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martedì 16 novembre 2010

Film 184 - Gone Baby Gone

Nuovo lunedì, nuova cena (con intrusa imprevista) e, ovviamente, nuovo film.


Film 184: "Gone Baby Gone" (2007) di Ben Affleck
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea, Andrea Puffo, Diego, Gianpaolo
Pensieri: Una bambina è stata rapita alla madre (Amy Ryan) incapace, distratta e ubriacona e la zia richiama l'attenzione dell'opinione pubblica per smuovere la situazione. Vengono chiamati anche gli investigatori privati Patrick Kenzie/Casey Affleck ("L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford", "Will Hunting - Genio ribelle") e Angie Gennaro/Michelle Monaghan ("Eagle Eye", "Mission: Impossible 3", "North Country - Storia di Josey") per tentare strade in cui la polizia riuscirebbe poco a districarsi. E così parte la discesa nei bassi fondi, incontrando i personaggi più disparati e disperati, accomunati tutti fondamentalmente da due cose: la pistola e la parolaccia facile.
In questo racconto di una storia decisamente non facile, Ben Affleck dimostra di sapersi destreggiare bene nella direzione della pellicola. Forse il fatto che, spesso, la critica lo voleva più analfabeta che creativo ha reso possibile il piccolo miracolo di elevare il nostro Ben ad autore quantomeno degno di affiancarsi alla schiera dei 'veri' registi. Probabilmente il discorso che vale sempre si adatta perfettamente anche qui: cosa ti aspetti da uno che per qualche tempo è stato famoso solo per essere il fidanzato di Jennifer Lopez? E se poi questo decide di fare un film, lo scrive e dirige ed il risultato alla fine è migliore di quanto ti aspettassi è perchè lui è stato effettivamente bravo o semplicemente il solo fatto che abbia messo insieme una serie di passaggi più complessi del normale lo ha reso, inconsciamente, degno di merito?
Ammetto di essermi posto la domanda più volte. Il mio parere è che Affleck personaggio sia stato a volte preso di mira ingiustamente, forse perchè agli albori affiancato a Matt Damon, per il quale il giudizio del grande pubblico e della critica è sempre stato più favorevole. Scrollarsi di dosso la fama di 'bambinone' grande e grosso non è facile, specie se peggiori fidanzandoti con una che ha più la reputazione di viziata che di cantante. Seguono premi per le peggiori interpretazioni ("Amore estremo - Tough Love") e anni di film davvero sbagliati (oltre al già citato sono da aggiungere "Daredevil" e "Jersey Girl") a decretare definitivamente l'affossamento del nostro eroe. Che si riprende dopo qualche anno a suon di famiglia, Coppa Volpi e regia.
Il risultato, in definitiva è buono, un'opera prima intensa, ma non banale, che evita lo scivolone del retorico o della lacrimuccia a tutti i costi. I fatti sono quelli che sono, né più né meno e non importa quanto siano terribili, devono essere raccontati. La verità è spaventosamente dura, l'accettazione e la scelta (come avremmo reagito noi fossimo stati al posto di Patrick Kenzie? Non si può fare a meno di chiederselo) qualcosa di assolutamente personale.
Insomma, un bel film, non facile, ma di grande effetto.
Ps. Nomination all'Oscar per Amy Ryan come miglior attrice non protagonista.
Consigli: Potrebbe essere utile confrontare questa pellicola con il romanzo da cui è tratta ("La casa buia" di Dennis Lehane) per verificare quanto la trasposizione di Affleck sia stata fedele.
Parola chiave: Remy Bressant.



Ric

sabato 9 gennaio 2010

Film 52 - Hollywoodland

Quando uscì nel 2006 io e Gloria decidemmo che dovevamo vederlo assieme. Attendemmo l'arrivo nelle sale italiane nel 2007, poi per una serie di circostanze non siamo mai riusciti a vederlo. Fino a mercoledì. Nel mezzo due diplomi in lingue, una vacanza in Francia e una in Olanda, lavoretti, università, una laurea, storielle, amori e, come dice qualcuno, altri disastri. Che terminano il 6 gennaio 2010, il giorno più inutile dell'anno.


Film 52: "Hollywoodland" (2006) di Allen Coulter
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Gloria
Pensieri: Chi ha ucciso Superman?
George Reeves viene trovato morto nella sua stanza. In casa qualche amico e la fidanzata, che giurano di non centrare niente. Ma Reeves lascia tutto in eredità ad una certa Toni Mannix: chi è e cosa c'entra con lui?
Ecco il mistero da risolvere, una storia vera che tutt'oggi non ha una spiegazione. Questo film non pare voler dare una vera e propria spiegazione dell'accaduto, quanto più ipotizzare i vari scenari. Non so se coincidano con quelli dell'epoca, ma tutto sembra tranne che un suicidio, quindi il detective privato Louis Simo/Adrien Brody vaglia le due possibilità più ovvie: o la fidanzatina o il marito dell'amante Toni Mannix. Del resto, a quanto sembra, tutti hanno i loro scheletri nell'armadio e tutti sembrano saper fare benissimo il doppio gioco. La fine porterà consiglio.
Sia a me che a Gloria questo film è piaciuto. In particolare posso dire che a mio avviso ne è valsa la pena aspettare. Non sono rimasto deluso, nonostante il protagonista Brody non sia tra i miei preferiti e non lo consideri tra gli attori più dotati. Qui il suo fisichino asciutto da 'nerd' squattrinato rende bene, lo devo ammettere, e nella parte, Mr Oscar per "Il pianista", non sfigura. Sorprendentemente, comunque, ruba la scena il signor Ben Affleck nella parte di Reeves. La curiosità che avevamo nei confronti di questa pellicola veniva in gran parte dal richiamo 'Coppa Volpi a Ben Affleck' che non ci poteva sembrare un'opzione reale in un mondo quantomeno sensato. E invece - pensa! - Ben ci ha stupito: recita!
Sembrerà una sciocchezza, ma forse chi ha un minimo di dimestichezza con la filmografia di Affleck potrà convenire con me che non è certo famoso per le parti impegnate o particolarmente ben rese. Non ha espressione né capacità particolari. E' solo belloccio (ma qui è vistosamente ingrassato) e ha avuto la fortuna di vincere un Oscar insieme a Matt Damon (vedi il post su "Will Hunting - Genio ribelle"). Qui, invece, avendo la parte focale è costretto a lanciarsi in movimenti facciali a lui sconosciuti e rende, finalmente! Conserviamo l'istante in eterno, o almeno finché non si ripresenterà tale rarità! Però forse la Coppa Volpi potevano darla a qualcun'altro...
Comunque, nel ruolo dell'amante troviamo la bellissima Diane Lane, qui particolarmente sfiorita forse grazie al trucco, una brava attrice che non riesce a ritagliarsi uno spazio nel mondo del cinema - e non parlo del personaggio. Chi sa della sua nomination all'Oscar? Chi conosce un suo film? Chi saprebbe collegare il nome al viso con una freccia nei giochini delle riviste da spiaggia? Un peccato, magari con meno attenzione a gente evidentemente inutile (sì, parlo di te Mischa Barton!) avrebbero più spazio quelli di talento. Stesso vale per Bob Hoskins, che dopo il magnifico "Chi ha incastrato Roger Rabbit" è costretto ad una carriera sicuramente non all'altezza delle sue capacità recitative. Peccato.
Nella parte della fidanzatina di Reeves, infine, troviamo la Robin Tunney dei telefilm "Prison Break" e "The Mentalist". Ha l'espressione sempre imbronciata, ma più che altro per colpa delle sue labbra...
Un film interessante, lento come lo erano i film di allora (Reeves muore nel '59), ma mai noioso. Una bellissima fotografia che presenta un'immagine carica di nostalgia. Una pellicola che ha anticipato un po' i tempi, precedendo di tre anni la serie tv "Mad men". Peccato che "Hollywoodland" non l'abbia visto nessuno...
Ps. Nei panni della mamma di Reeves c'è Lois Smith, la nonna di Sookie in "True Blood".
Consigli: Non aspettatevi una soluzione certa del caso...
Parola chiave: Toni: "E' un'attrice? Una cantante? ... Fa anelli di fumo con la fica?!"


Ric

sabato 12 dicembre 2009

Film 33 - Will Hunting - Genio ribelle

Giovedì per cena avevo voglia di un film veloce prima di andare a casa della mia amica Claudia per fare quattro chiacchiere. Quindi ne ho visto uno che avevo cominciato qualche anno fa, senza mai finirlo.


Film 33: "Will Hunting - Genio ribelle" (1997) di Gus Van Sant
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cosa c'è di speciale in un film come questo? Niente, non fosse che l'hanno scritto a quattro mani Matt Damon e Ben Affleck, due giovanissimi attori che grazie alla sceneggiatura di questo film hanno vinto l'Oscar. Non fosse che all'epoca erano in molti ad avere dubbi sul fatto che Affleck sapesse effettivamente scrivere, questa cosa non avrebbe fatto tanto chiasso.
Il film non è brutto, per carità, si guarda piacevolmente. Ma poi ci si ferma lì. Non ho sentito la voglia di rivederlo, per esempio. La mia curiosità iniziale era capire il valore di quest'opera e verificare se effettivamente ci fosse qualcosa di sensazionale che valesse la pena premiare. Certo, scrivere una sceneggiatura non è per tutti, ma qui ci sono tantissimi riferimenti culturali alla 'Wikipedia', ma non effettivamente granché approfonditi. Io non ce l'avrei mai fatta a scrivere una pappardella di roba del genere, quindi lode al merito, però non credo che la definizione di capolavoro sia azzeccata.
E' la storia di questo ragazzo povero, ovviamente orfano e maltrattato, che in realtà è un Einstein al quadrato. Risolve l'irrisolvibile, pensa l'inpensabile e, soprattutto, definisce Minnie Driver come 'bellissima', cosa evidentemente impossibile. Va oltre ogni limite umano, insomma. Poi però è anche estremamente odioso, antipatico, indisponente. E' geniale e mestruato. Uff, ma dov'è la novità? Nessuno lo capisce, solo lo psicologo (anche lui, ovviamente, maltrattato da piccolo) Robin Williams ci riesce perchè è fuori dal comune, lui non vuole vincere premi, vuole vivere felice e in pace con sé stesso. A sì? Nuova anche questa...
Non si va molto oltre in questo film. Will riesce a ritornare sulla retta via, addirittura si becca un lavoro vero con straordinarie opportunità future, allo psicologo torna la voglia di vivere, Ben Affleck fa una sviolinata al suo amico Matt Damon che neanche Frodo&Sam ne "Il Signore degli Anelli" e Minnie Driver non migliora esteticamente.
Tutto sommato si vede volentieri, ma è più blockbuster di quanto i 10milioni di dollari di budget non vogliano far pensare. Non ho trovato una filosofia particolarmente illuminante, né nulla che mi abbia ispirato. L'esempio del genio è una realtà che si discosta totalmente dalla mia, quindi non mi sono sentito particolarmente coinvolto. E poi non riuscivo a smettere di chiedermi se avesse scritto la sceneggiatura solo Matt Damon e poi per amicizia ci avesse aggiunto anche il nome dell'amico, come vorrebbe un pettegolezzo... Ah, i 'rumors'! ps. Qualcosa come 9 nomination agli Oscar e 2 premi vinti. A Robin Williams l'hanno dato solo perchè lo meritava da anni, ovviamente non per questa pellicola, ma meglio di niente. E, infatti, quella è stata la sua ultima nomination (ma, insieme a lui tantissimi altri attori ricevono il loro Oscar per un'interpretazione in un film che non vale, solo perchè l'Academy era in debito con loro per interpretazioni valide e non premiate. Penso a Renée Zellweger, Nicole Kidman, Judi Dench, Whoopi Goldberg, ecc ecc). pps. Casey Affleck, fratello di Ben e quindi raccomandato per un ruolo in questo film, è assolutamente identico a Mika!
Consigli: Da vedere in compagnia e deridere la faccia da maialino di Matt Damon.
Parola chiave: Problema matematico




Ric