Me lo avevano caldamente consigliato e non ho perso tempo. Del resto già dal trailer ero rimasto piacevolmente colpito...
Film 588: "Paulette" (2012) di Jérôme Enrico
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Questa pellicola me ne ha ricordate precisamente altre due: "L'erba di Grace" e "Irina Palm". La prima più che altro per la tematica, la seconda per atmosfere e potenza della sua protagonista.
"Paulette", tra l'una e l'altra, è una commedia che parte dura, ma finisce come in una favola. Chiaramente il fatto che si parli di droga spacciata da un'anziana signora è già comico di per sé. Va aggiunto che la signora è solita avercela con il modo, apostrofando chiunque in modo volgare ed offensivo. Insomma, si parte carichi.
Il tutto scema un pochino man mano che si procede, più che altro perché la sopracitata signora Paulette/Bernadette Lafont deve seguire forzatamente un percorso di formazione che la porterà ad una maturazione consapevole nei confronti di amici e parenti, smussando un odio compresso in anni di solitudine, ristrezze economiche e sogni infranti. Tutto perché comincerà a spacciare droga fatta in casa (e quindi potrà permettere qualche soddisfazione prima impensabile), poi ad affezionarsi al nipotino mulatto (cosa non semplice per una che odia ogni forma di immigrazione) ed infine ritrovare l'amicizia sincera nelle compagne prima di giochi, poi di business (tra queste c'è una stupenda Carmen Maura).
Senza alcuna pretesa oltre quella di intrattenere con simpatia - e un pizzico di denuncia sociale -, il mix di "Paulette" funziona dall'inizio alla fine, accontentando un pubblico generico che vuole ridere in attesa di un finale a lieto fine che è praticamente scontato.
Devo dire chequesto film ha sinceramente soddisfatto le mie aspettative e, nella prima parte, mi ha proprio divertito. Il fatto, poi, che nella cornice si affronti la realtà sociale delle banlieue francesi - sempre con lo spirito della commedia, naturalmente - pone doppiamente a favore di questa pellicola che, nel suo piccolo, riesce a puntare l'attenzione anche su questioni sociali importanti. Certamente senza la pretesa di una denuncia politica forte ed impegnata, rimane apprezzabile che si porti all'attenzione del grande pubblico il disagio e le necessità di una condizione che coinvolge moltissime persone.
Chiaramente un prodotto come questo vive principalmente del mestiere dei suoi protagonisti (altrimenti risulterebbe un vuoto involucro di volgarità e malcostume), quindi bisogna necessariamente segnalare, in ultima nota, la bravura di Bernadette Lafont che, anche grazie ad ottimi comprimari, delinea (divertita) la sua Paulette, donandole un tocco di lunatica stramberia che la renderà magnetica e adorabile.
Consigli: Nonostante i miei pregiudizi sul cinema francese, questa commedia è divertente e ben riuscita. Sorvolando sulla semplicità fiabesca della trama, ci si diverte confrontandosi con un tema certamente insolito. Il gruppo di anizane amiche, poi, ricorda molto quelle dell'esperimento italiano "Pranzo di ferragosto". Ma qui non ci si annoia.
Parola chiave: Coffee shop.
Trailer
Bengi
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