martedì 9 novembre 2010

Film 178 - Memorie di una geisha

Comprato il dvd anni fa, aspettavo il momento di rivederlo. Qualche giorno fa l'occasione giusta si è presentata.


Film 178: "Memorie di una geisha" (2005) di Rob Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Visivamente di grande impatto, un film dai colori bellissimi e una fotografia indimenticabile. Rimangono impresse nella mente le raffinatissime immagini che ricreano un mondo esotico a noi totalmente estraneo. Inutile dire che la potenza di questo film risieda tutta in questo.
Rob Marshall è un narratore spesso incapace e limitato nella visione d'insieme. Accompagnare i personaggi non basta per innalzarli al successo che meritano. Peccato, questa inaguatezza non ha reso il film del tutto indimenticabile.
Certo la spettacolarità di certe scene è innegabile, molte sono di una raffinatezza assoluta. Perfino i titoli di coda mi sono piaciuti (tranne il momento con i nomi abbinati ai volti dei personaggi, cosa che trovo piuttosto pacchiana e quindi fuori luogo per un film che narra il culto del buon gusto). Ma l'aspetto puramente tecnico non può bastare a rendere un film un capolavoro. Forse la meticolosa ricerca dell'immagine perfetta ha distolto l'attenzione dalla visione d'insieme delle cose. Rimane tutto un po' freddo, la sensazione è che manchi qualcosa. Rigidi diktat che vanno rispettati dalla geisha riflettono i rigidi canoni che Marshall ha voluto seguire per la realizzazione del suo film. Peccato che di cultura giapponese un americano ne sappia il giusto e, perdonatemi, un po' il prodotto ne risente.
Alla lunga pare che in questo film si parli per frasi fatte. Grandi massime della geisha sono, grosso modo, le seguenti: non sei fatta per amare; non puoi vivere una vita che sia tua; devi saper fermare un uomo con lo sguardo; vendi la tua verginità al più alto prezzo possibile e riscatta il tuo debito. Queste sono solo alcune delle sconcertanti asserzioni che popolano il film. Spaventosa l'idea che la vita di una persona possa essere sacrificata per l'accondiscendere alle volontà e piaceri altrui. Io non sono per niente esperto della cultura giapponese, ma un po' di amaro in bocca questo tipo di concezione della figura femminile me l'ha lasciato. La geisha non è nulla senza il suo danna, personaggio ricco che provvede a lei e alle sue spese. Non sono qui per criticare usanze e costumi di altri paesi, ovviamente. Ammetto solo che la cosa mia abbia lasciato un po' perplesso.
Il film in sé, comunque, ripercorre un tratto di storia intenso (c'è anche la seconda guerra mondiale) e lo fa attraverso il ricordo di una Sayuri/Ziyi Zhang ("La tigre e il dragone", "La foresta dei pugnali volanti") ormai anziana che narra di sé e di quando è stata la più famosa geisha di tutto l'hanamachi.
Ps. 3 Oscar su sei nomination: migliori scenografie, costumi e fotografia. Niente da fare per la stupenda colonna sonora di John Williams per cui il compositore, però, ha vinto il Golden Globe e il Grammy.
Film 178 - Memorie di una geisha
Film 261 - Memorie di una geisha
Film 1775 - Memoirs of a Geisha
Consigli: Un film che lascia sicuramente incantati per come è stato ben confezionato. Va visto quantomeno per il bell'excursus all'interno di una cultura a noi totalmente ignota.
Parola chiave: Mizuage.


#HollywoodCiak
Bengi

1 commento:

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