lunedì 26 agosto 2013

Film 573 - Ben-Hur

Non avendolo MAI visto dovevo assolutamente recuperare!


Film 573: "Ben-Hur" (1959) di William Wyler
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: Probabilmente è il titolo cinematografico più famoso di tutti i tempi da oltre 50anni (poi però è arrivato "Titanic"...), con alcune delle scene cult della storia cinematografica moderna (le bighe dicono niente?).
"Ben-Hur", diciamocelo, è fuori dagli standard contemporanei per un'infinità di motivi - numero musicale di apertura, tempi di narrazione giurassici (212min di pellicola), storia di Gesù incastonata alla trama modello favoletta-rassicurante, ecc - e va necessariamente preso per quello che è o, meglio, per ciò che è stato. L'occhio dello spettatore moderno, quindi, dovrà avere la capacità di abituarsi serenamente ad un mix di fattori come quelli già elencati che, ai giorni nostri, sarebbe letale per una pellicola messa in produzione coi fini di accaparrarsi un buon botteghino. Ciò detto, il film di William Wyler è certamente un capolavoro del suo genere - di quelli, per dire, che mia nonna ha sempre amato, perfetto specchio dei suoi tempi - e affronta tutte le tematiche giuste per essere un faro di etica morale edificante.
La silenziosa ascesa di Giuda Ben-Hur dopo la messa in schiavitù (vicinissima a quella di Jean Valjean vista nell'ultimo "Les Misérables"), il messaggio cristiano, il riscatto e l'amore fedele, sono tutti baluardi, fari in una nebbia umana da dissipare con lo stesso coraggio e la stessa fermezza dimostrati dal protagonista del film. Da questo punto di vista "Ben-Hur" dev'essere stato un prodotto molto apprezzato dai moral(issim)i organi di censura dell'epoca. Ai giorni nostri diciamo che, però, il tutto risulta un po' trito.
In particolare mi sento di dire che la storia personale di Gesù che si intreccia alle vicende del protagonista interpretato da Charlton Heston mi ha infastidito in quanto inaspettata. Nonostante il numero musicale d'apertura sembri inizialmente fuori contesto (è sui famosi indici della Creazione di Adamo di Michelangelo), non appena la trama prende un attimo corpo palesa l'iconica scelta. Gesù, per tutta la durata della pellicola si incontrerà in non più di tre-quattro passaggi, mai inquadrato in volto; la sua presenza, comunque, 'santifica' il prodotto finale e fa contenti tutti (i cattolici). Io ne avrei fatto volentieri a meno.
A parte questo, comunque, non ci si può esimere dal visionare almeno una volta nella vita questo film, senza la necessità di amarlo in quanto acclamato, ma per capire come e perché possa aver influenzato la storia del cinema e in maniera collaterale la cultura popolare più o meno recente.
Personalmente ho trovato davvero emozionante la scena delle quadrighe (tra l'altro Sergio Leone, anche se non accreditato, fu uno dei responsabili della troupe della seconda unità che ne curò la realizzazione), con un montaggio serratissimo e delle inquadrature davvero d'avanguardia, al pari di scene d'azione che potremmo vedere tranquillamente ai giorni nostri.
Insomma, questo film merita di essere visto almeno una volta nella vita: che si apprezzino i peplum di sfondo religioso, che si voglia ammirare la cura delle scenografie e dei costumi, che ci si voglia chiedere come diavolo sia stato possibile realizzare un kolossal di tale portata o fare il gioco delle differenze tra la recitazione di oggi e quella di un tempo; l'importante è farsi una personalissima idea riguardo a questo prodotto commerciale capace di insinuarsi nell'immaginario cinematografico di intere generazioni di spettatori.
Io l'ho trovato grandioso e maledettamente lungo, spettacolare e kitsch, autocelebrativo e dalla morale facile, ma comunque passaggio imprescindibile della storia cinematografica americana e certamente titolo rappresentativo di un genere che per anni ha spopolato (io, al momento, su questa linea ho visto solo "Cleopatra"; ci sarebbero da recuperare "Quo Vadis", "Sansone e Dalila", "I dieci comandamenti", ...) che sono pezzi di storia del cinema mondiale.
Ps. Prima pellicola a vincere 11 premi Oscar, manterrà il suo record imbattuto fino all'arrivo di "Titanic" e, qualche anno dopo "Il signore degli anelli - Il ritorno del re".
Consigli: L'unica cosa che posso dire è che bisogna assolutamente vederlo!
Parola chiave: Peste.

Trailer

Bengi

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