Perso al cinema, era da un po' che ci tenevo a vedere questo film. Anche senza l'esperienza in sala, rimaneva la possibilità che si trattasse di un buon disaster movie anche se fruito fra le mura domestiche.
Film 1104: "Everest" (2015) di Baltasar Kormákur
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Basato sulla storia vera delle due spedizioni guidate da Rob Hall (Jason Clarke) e Scott Fischer (Jake Gyllenhaal), questa pellicola parla, neanche a dirlo, del disastroso tentativo di scalata dell'Everest tragicamente conclusosi con la morte dei due scalatori (e non solo) l'11 maggio 1996.
La pellicola si propone, quindi, come disaster movie in piena regola, più lontano dalle ipotesi catastrofiche di Roland Emmerich, ma non per questo - sulla carta - meno emozionante. Dove, però, il regista tedesco riesce nel creare suspense, pathos e coinvolgimento, questo titolo fatica a ingranare, trovare uua dimensione. L'incertezza è tutta qui: pellicola catastrofica o sorta di biografia cinematografica?
Con questa doppia anima, il risultato finale finisce per essere sì, buono, ma non eccelso. Indeciso se puntare sullo spunto drammatico da connessione empatica o emozione per gli occhi da effetto speciale di qualità, "Everest" rimane bloccato in un limbo che non valorizza nessuno dei due approcci e finisce col lasciare un po' insoddisfatti. Anche perché, diciamolo pure, con la sovrabbondanza di personaggi che c'è, il rischio di lasciare spaesati gli spettatori non solo c'era, ma si è anche concretizzato. Sia perché, una volta sul monte, le tute coprenti rendono tutti somiglianti più o meno l'uno all'altro, sia perché metà dei personaggi presenti era di fatto marginale. Non dico sacrificabile, per carità, ma i grandi nomi scelti per svettare in locandina - mi riferisco a Keira Knightley e soprattutto a Robin Wright - fungono da specchietto per le allodole. Hanno parti talmente misere da essere a malapena riscontrabili in termini di minuti di presenza video.
Anche questo aspetto riflette bene il conflitto di tutta l'operazione: dramma o spettacolarizzazione? Ha senso dare così poco spazio al dolore delle mogli che perdono i mariti, pur dandoglielo, per poi concentrarsi così tanto sulla lezione mai imparata della natura selvaggia che non si piega al volere dell'uomo proponendo "Everest" come una delle esperienze cinematografiche del 2015? Secondo me no.
In definitiva, quindi, un'occasione un po' sprecata. Si poteva scegliere di bilanciare meglio gli equilibri della narrazione e, forse, tantare di sfoltire un minimo il risalto dato di fatto a tutti i personaggi. Il grande cast chiamato in massa ne esce un po' mortificato e anche se l'ottima qualità tecnica di tutta l'operazione porta a casa il risultato, non so quanto questo sposti l'ago della bilancia nell'economia del risultato finale. Che è ok, ma si poteva anche essere migliore.
Ps. Tratto dal saggio "Aria sottile" ("Into Thin Air") di Jon Krakauer, il film ha aperto fuori concorso il Festival del Cinema di Venezia 2015.
Cast: Jason Clarke, Josh Brolin, John Hawkes, Robin Wright, Emily Watson, Keira Knightley, Sam Worthington, Jake Gyllenhaal, Michael Kelly, Thomas Wright, Martin Henderson, Elizabeth Debicki, Naoko Mori.
Box Office: $203.4 milioni
Consigli: Certamente d'imbatto per la storia che racconta, eppure non così efficace come si sarebbe potuto pensare. I coprotagonisti sono tanti e praticamente tutti famosi, ma l'apporto di ognuno non sopperisce all'eccessivo numero di protagonisti presenti in scena. Visivamente potente e tecnicamente ineccepibile, "Everest" è un prodotto mosso dalle migliori intenzioni che, però, si perde un po' per strada. Sicuramente non un film per rilassarsi, meglio approcciarvisi essendo preparati al peggio. I titoli di coda, poi, sono un pugno nello stomaco.
Parola chiave: Ossigeno.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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