Lo sappiamo tutti che mi piace dare una speranza a qualsiasi film. Bene, martedì, dopo la mia prima giornata di lavoro come commesso-magazziniere (ah, che fatica!), ho deciso che un bel film avrebbe potuto risollevarmi! Anche se con 'bel' intendevo proprio che volevo fosse bello...
Film 64: "Donne, regole... e tanti guai!" (2007) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cosa hanno in comune "Pretty Woman", il prossimo "Valentine's Day" e "Se scappi ti sposo" a parte Julia Roberts? Il regista, Garry Marshall. Che, guarda caso, è regista anche di questa pellicola ambientata in Idaho. Siamo in una piccola cittadina, classico luogo dove tutti conoscono tutti. Georgia/Jane Fonda vive lì e, quando la storia comincia, sta aspettando l'arrivo di sua figlia Lilly/Felicity Huffman alias Lynette Scavo di "Desperate Housewives" che, a sua volta, sta portando il suo disastro di figlia Rachel/Lindsay Lohan da sua nonna.
Immagino che il film volesse portare ad esempio quello di un confronto generazionale tra donne in uno snodo particolarmente difficoltoso e sofferto della loro vita. Peccato che il risultato sia decisamente mediocre e che il film faccia un po' un buco nell'acqua. Se l'idea era quella di accostare vita vera e finzione, non ci siamo proprio. Anche perchè, se al Lohan sniffa anche gli acari della polvere, non vuol dire che sia la più indicata a fare una ragazzina viziata e selvaggia. Ovviamente, se è antipatica e troietta ci dev'essere qualcosa sotto, e quindi - zac! - il colpo di scena: molestata dal patrigno! Sarà vero oppure no?! Nessuno lo capisce fino alla fine del film, perchè la ragazza tende a ritrattare e la madre non è esattamente un asso di genitore con cui possa confrontarsi.
Ecco, il film è tutto qui, non ha guizzi né spessore, racconta solo in modo abbastanza superficiale la storia di diversi deragliamenti personali tenendo sempre bene in evidenza l'aspetto amoroso. Se Rachel ci prova anche con i 50enni (a proposito: Dermot Mulroney non sa recitare ed è piuttosto evidente. Volessero accorgersene anche gli addetti ai casting, per favore...) e con i giovani mormoni in attesa di matrimonio per la vita, rimane sempre e comunque nell'aria un qualcosa di morboso e torbido, l'idea di una ragazzina e un uomo adulto che se ne approfitta, anche se in realtà il film non mostra nulla.
Perfettamente inutile, comunque, il personaggio di Jane Fonda che, non fosse per il titolo originale ("Georgia rule", regola di Georgia; anche qui ringraziamo chi cambia i titoli per la programmazione in Italia) potrebbe benissimo anche non esserci. Sorprendentemente, invece, un passo falso e pure molto evidente, per Felicity Huffman, che con questo ruolo di madre incapace e alcolizzata non solo non ha aggiunto niente al suo curriculum, ma ha pure dovuto portare orribili parrucche stoppose e indossare tutite alla Simona Ventura che farebbero imbarazzare perfino una 20enne. Il fisico c'è, il viso un po' meno.
In definitiva? Assolutamente trascurabile.
Consigli: Evitate di guardarlo con vostra madre, potreste farvi venire la voglia di rispolverare vecchie faccende in sospeso...
Parola chiave: Regola di Georgia.
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Bengi
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