lunedì 24 febbraio 2020

Film 1777 - Rocketman

Intro: Subito corso al cinema a recuperarlo!
Film 1751: "Rocketman" (2019) di Dexter Fletcher
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Cobi
In sintesi: diciamoci la verità, dopo i fasti di "Bohemian Rapsody" non era scontato che un altro film su un altro gigantesco artista della musica mondiale, sempre gay e sempre - per così dire - coloratissimo, avrebbe ottenuto successo. E, invece, "Rocketman" ha fatto la magia. Non tanto a livello di incasso, che è stato nettamente inferiore, quanto più che altro sul piano della storia e dell'autenticità. Già perché dove la pellicola sui Queen fallisce sono proprio il piano narrativo e quello della credibilità, proponendo Freddie come uno scalmanato eccentrico bisessuale a cui il successo accade facile nei primi 20 minuti di storia; qui, invece, partiamo a tribolare già dall'inizio, tra sessioni in riabilitazione, complicate relazioni familiari e un necessario lavoro su se stessi per accettarsi e regalarsi al mondo in maniera autentica. Un lavoro di uomo e di artista che passa anche attraverso la perfetta interpretazione di Taron Egerton, capace di una trasformazione non solo fisica: è lui che ingrassa, è lui che canta, è lui che ci mette l'anima. E si vede.
Mi rendo conto che l'analisi di una storia attraverso la negazione di un'altra non sia la maniera migliore di proporre un qualcosa che sia piaciuto. Una parte di me ha gradito quella spensierata giocosità che è stato "Bohemian Rapsody", pur rimanendo profondamente scioccato dalla mancanza di approfondimento di alcune tematiche (la questione omosessuale in primis) e la banalità con cui è descritta la scalata al successo del gruppo; diversamente qui mi sono trovato di fronte ad un racconto completo e maturo che affronta senza inibizioni i demoni di un uomo che si è messo in gioco dopo anni di difficoltà e perdizione e che ha trovato la sua forma di centro. Ed è proprio qui che, mi sembra, "Rocketman" sbaragli la concorrenza, proponendosi non solo come un musical o un biopic, ma proprio come un riassunto sensato e patinatissimo di un percorso di vita e dell'affermazione di un essere umano e del messaggio che vuole portare con sé. Elton John è un artista talentuoso, un omosessuale fiero, una persona che ha sofferto, qualcuno che ha avuto e ha qualcosa da dire. Piacciano o meno le sue canzoni, piaccia o meno lui, è innegabile una certa potenza carismatica di fondo che, anche grazie a questo film, ce lo fa amare (ancora) un pochino di più.
Cast: Taron Egerton, Jamie Bell, Richard Madden, Bryce Dallas Howard, Gemma Jones, Stephen Graham, Tate Donovan.
Box Office: $195.2 milioni
Vale o non vale: Colorato, cantato benissimo, interessante e ben raccontato, il biopic su Elton John è molto meglio di quanto non ci si sarebbe aspettati. Ironico e onesto, racconta la vita di Reginald Kenneth Dwight mettendone in luce i fasti, ma anche tutte le cadute e le difficoltà, per un quadro generale molto umano e per il quale non si fatica a provare empatia. Un grandissimo Taron Egerton vince il Golden Globe ma viene scippato di una nomination all'Oscar nonostante canti e si trasformi completamente per la parte e ne esca da assoluto vincitore. Un bel film, meno scontatamente legato a certi cliché di quanto ci si immaginerebbe.
Premi: Vincitore dell'Oscar e del Golden Globe per la Miglior canzone originale (Elton John and Bernie Taupin for "(I'm Gonna) Love Me Again"); Taron Egerton ha vinto il Golden Globe come Miglior attore protagonista musical o commedia. 4 nomination ai BAFTA (Miglior film britannico, attore protagonista, trucco e sonoro). In concorso a Canne per la Queer Palm e 1 nomination ai Grammy per Best Compilation Soundtrack for Visual Media.
Parola chiave: Rehab.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

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