sabato 30 ottobre 2021

Film 2050 - Jodorowsky's Dune

Intro: Terza (e ultima) pellicola al Galliera. Neanche a dirlo, non ne avevo mai sentito parlare...

Film 2050: "Jodorowsky's Dune" (2013) di Frank Pavich
Visto: al cinema
Lingua: svedese, inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: devo ammettere non avessi una gran voglia di vedere questo film, forse non ero del tutto convinto. Ma Marta, la mia manager, continuava a ripetermi che fosse un documentario fantastico, così mi sono lasciato convincere. E, in effetti, non posso dire di non aver gradito l'opera di Frank Pavich, specialmente grazie ad un Alejandro Jodorowsky particolarmente in forma (che repeterà la parola "person" almeno 25 volte durante i 90 minuti di durata... La cosa mi ha fatto molto ridere).
Da una parte Jodorowsky ricorda un po' un Benigni messicano, così pieno di vita e amore per ciò che fa, la sua arte; dall'altro non si può fare a meno di pensare che non sia un filino fuori di testa. In senso buono, ci mancherebbe. Anche perché ci deve essere del genio nel riuscire a mettere insieme una squadra di talenti come riuscì a fare lui: Salvador Dalí, Orson Welles, Gloria Swanson, David Carradine, Mick Jagger, Udo Kier, Amanda Lear, Pink Floyd e Magma tutti pronti a mettersi in gioco per una delle pellicole più ambiziose mai realizzate. E quando dico 'mai realizzate' si intenda letteralmente.
Già, perché del "Dune" di Jodorowsky oggi rimane solo un ricordo, la speranza di riuscire a realizzare un prodotto all'avanguardia e spettacolare che, però, non trovò mai tutti i fondi sufficienti alla realizzazione vera e propria. E da quello che ci mostra questo documentario, è un vero peccato.
Rimangono testimonianze concrete nella forma di libri, fotografie, interviste, fumetti e, naturalmente, questo film, il che aumenta il valore della creatura di Pavich. Che, va detto, è un piacere da vedere.
Cast: Alejandro Jodorowsky, Michel Seydoux, H. R. Giger, Chris Foss, Nicolas Winding Refn, Amanda Lear, Richard Stanley, Brontis Jodorowsky, Mike Oldfield, Magma.
Box Office: $647,280
Vale o non vale: Se siete fan dell'opera di Frank Herbert, "Dune", allora non potete perdervi questo documentario. Specialmente se intendete recuperare (o lo avete già fatto) l'attesissimo primo capitolo cinematografico di Villeneuve o, addirittura, il film dell'84 diretto nientemeno che da David Lynch.
Premi: In competizione a Cannes 2013 per la Golden Camera.
Parola chiave: Person.

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giovedì 28 ottobre 2021

Film 2049 - The Most Beautiful Boy in the World

Intro: Seconda pellicola recuperata grazie al cinema Galliera di cui, anche in questo caso, non avevo mai sentito parlare prima. Daje di documentario!

Film 2049: "The Most Beautiful Boy in the World" (2021) di Kristina Lindström, Kristian Petri
Visto: al cinema
Lingua: svedese, inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: storia triste dell'attore Björn Andrésen che, scelto nel ruolo di Tadzio nientemeno che da Luchino Visconti, vedrà la sua vita sconvolta - per non dire rovinata - dall'esperienza cinematografica che avrebbe di lì in avanti definito parte della sua esistenza: il film "Morte a Venezia".
Premesso che della pellicola del '71 sapessi poco e niente - vidi il film negli anni del liceo e ricordo che mi piacque moltissimo -, da questo "The Most Beautiful Boy in the World" mi aspettavo una sorta di dietro le quinte della realizzazione del film, quasi un'occhio indiscreto che andasse a sviscerare pregi e difetti di un'opera e una vicenda controverse. Insomma, mi ero immaginato un documentario più "investigativo", se vogliamo.
In realtà la fatica di Lindström e Petri, per quanto intrigante, si concentra solo inizialmente sulla produzione cinematografica, per poi indirizzare la narrazione unicamente su Andrésen, i suoi traumi e le complicate vicende personali. Il che non è necessariamente un male, ma rimane il fatto che il prodotto finale ha più a che fare con un biopic che un approfondimento socio-culturale sugli elementi che hanno portato alla creazione della pellicola ispirata al racconto di Thomas Mann.
"The Most Beautiful Boy in the World" non è facile da digerire. La fragilità estrema di Andrésen - sia fisica che mentale - mette lo spettatore di fronte a una serie di domande difficile e complesse che non lo abbandonano una volta terminata la visione. Quanto è lecito spingersi per ottenere ciò che si vuole, per di più in nome dell'arte? Quanti e quali sono gli elementi sacrificabili per mettere realizzare un capolavoro? Chi paga le conseguenze di azioni silenziose, ma senza scrupoli?
E' a queste domande che il film tenta di dar voce, stimolando una riflessione che parte, sì, dal soggetto protagonista del documentario (Andrésen), ma sconfina in quel territorio di compentenza di ogni singola coscienza.
Cast: Björn Andrésen, Riyoko Ikeda, Hajime Sawatari, Annike Andresen, Ann Lagerström, Luchino Visconti.
Box Office: $8,714
Vale o non vale: Pellicola dai toni tutt'altro che leggeri, "The Most Beautiful Boy in the World" pone di fronte a una serie di fatti complessi da decodificare e accettare con l'occhio moderno, anche se sono sicuro che meccanismi predatori del genere si verifichino tutt'oggi più di quanto non vogliamo immaginare.
Non si puà certo dire che si tratti di un documentario spensierato o che affronti tematiche perfette per una serata a casa sul divano, quindi nel momento in cui doveste scegliere di recuperare questo titolo, siate emotivamente preparati.
Premi: In concorso nella sezione documentari al Sundance Film Festival di quest'anno.
Parola chiave: Provino.

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martedì 26 ottobre 2021

Film 2048 - Io, lui, lei e l'asino

Intro: Tornato in Italia per tre settimane tra la fine di agosto e settembre, ricomincio a lavorare per qualche tempo al mio amato Cinema Galliera. Questa la prima pellicola - di cui non avevo mai sentito parlare prima - che ho recuperato comodamente seduto in poltrona e rigorosamente munito di mascherina.

Film 2048: "Io, lui, lei e l'asino" (2020) di Caroline Vignal
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: basato sul percorso descritto nell'opera di Robert Louis Stevenson, "Travels with a Donkey in the Cévennes", questo film racconta in maniera simpatica la storia di una maestra (Laure Calamy) che ha una storia clandestina con il papà (Benjamin Lavernhe) di una delle sue alunne e decide di seguirlo durante la vacanza che l'uomo farà insieme alla sua famiglia che la moglie ha organizzato all'ultimo minuto. Particolare - non da poco - di questa avventura nelle campagne francesi? Il viaggio si farà sulle spalle di un asino.
La commedia di Vignal è piacevole quanto basta a far passare una buona oretta e mezza in compagnia della strana coppia maestra-asino che, bisogna ammettere, funziona piuttosto bene sullo schermo. Il personaggio principale (umano) inizialmente si fa fatica ad apprezzare per una serie di nevrosi e ingenuità che rendono difficile per lo spettatore i tentativi di provare empatia per una così cieca testardaggine e illusione sentimentale. Man mano che la storia procede, però, bisogna ammettere che Antoinette riesce a farsi scoprire più profondamente - anche grazie alla contrapposizione con il padre/amante, un brutto personaggio che non si fatica a disprezzare - per cui non si potrà fare a meno di tifare per lei. Non tanto sulla sfera amorosa (disastrosa), quanto per il suo percorso di formazione che procede di pari passo ai chilometri di viaggio macinati. E, strano a dirsi, all'"aiuto" del quadrupede.
Insomma, "Io, lui, lei e l'asino" non è un capolavoro del cinema moderno francese, ma è certamente un racconto piacevole di una piccola avventura on the road che ha un sapore molto intimo e personale e che dà valore alla riscoperta di sé e al trovare la propria forza per affrontare le sfide della vita (qui in particolare quelle amorose). Personalmente non mi sarei aspettato un tale numero di candidature ai César, ma abbiamo visto prodotti ben peggiori trovare anche maggior riscontro.
Ps. Io licenzierei chiunque della distribuzione italiana abbia deciso di approvare un titolo così imbarazzante, anche considerato che il "lui" cui si fa riferimento ha un ruolo minore all'interno della storia e nel secondo tempo non è nemmeno presente. Detto ciò, il titolo originale è "Antoinette dans les Cévennes".
Cast: Laure Calamy, Benjamin Lavernhe, Olivia Côte, Marc Fraize, Jean-Pierre Martins.
Box Office: $6.3 milioni
Vale o non vale: Simpatico piccolo film francese che, non si sa bene come, riesce a rendere un asino protagonista di tutta la vicenda. Forse il concentrarsi più sulle tappe del viaggio che sull'aspetto amoroso avrebbe aiutato a "vendere" allo spettatore più un'esperienza che una storia, ma tutto sommato "Antoinette dans les Cévennes" lascia soddisfatti.
Premi: Candidato a 8 César 2021 tra cui Miglior film, sceneggiatura, attore non protagonista (Lavernhe) e montaggio, il film ha vinto per la Miglior attrice protagonista (Calamy). In concorso a Cannes 2020.
Parola chiave: Patrick.

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Film 2047 - Molly's Game

Intro: Dando un'occhiata alla mia lista di titoli salvati su Netflix, ho ritrovato questa pellicola che avrei voluto recuperare a tempo perso. E così, una sera, gli ho dato una chance.

Film 2047: "Molly's Game" (2017) di Aaron Sorkin
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non si può certo dire che Aaron Sorkin non sia un abile storyteller, però per quanto mi riguarda nel suo caso il vero problema sta sempre nelle parole, nello specifico nel numero spropositato di cui ne fa uso. In questo caso è andata meglio.
La storia (vera) di Molly Bloom e la sua scalata verso il successo economico grazie ad un business illegale legato al gioco del poker per ricconi dalla scommessa - e la mancia - facile è sicuramente molto interessante e viene ben controbilanciata dai ben più mesti toni dell'altro risvolto della medaglia di questa vicenda, ovvero l'indagine dell'FBI che mette Molly spalle al muro. In questo senso la storia funziona bene e tiene alta l'attenzione dello spettatore, curioso di capire quale sia l'elemento che porterà effettivamente alla rovina l'attività della protagonista, davvero ben interpretata da una Jessica Chastain ultimamente meno sulla cresta dell'onda di qualche anno fa e che meriterebbe, invece, qualche attenzione in più (va detto che nei suoi confronti al momento si parla di un possibile nomination ai prossimi Oscar per la pellicola "The Eyes of Tammy Faye").
Detto questo, "Molly's Game" funziona quanto basta e mantiene quanto promette, anche se il risultato finale non è un capolavoro senza tempo. Un prodotto onesto che dà ampio spazio al talento della Chastain che si riconferma - ci fosse stato bisogno di ribadirlo - in grado di portare sulle proprie spalle le sorti di tutta la baracca.
Cast: Jessica Chastain, Idris Elba, Kevin Costner, Michael Cera, Jeremy Strong, Chris O'Dowd, Bill Camp, Brian d'Arcy James, Graham Greene, Justin Kirk, Joe Keery.
Box Office: $59.3 milioni
Vale o non vale: I fan di Sorkin apprezzeranno questo suo primo approccio alla regia, un buon esordio dello sceneggiatore premio Oscar per "The Social Network". "Molly's Game" è un buon titolo, anche se non esattamente la proposta giusta per una serata distasea a cervello spento. Come la scrittura profusa di dialoghi e personaggi di Sorkin richiede, bisogna prestare abbastanza attenzione per tenere le fila di questa storia vera.
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale e a 2 Golden Globes per la sceneggiatura e la Miglior attrice protagonista (Chastain).
Parola chiave: Tripped over a stick.

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venerdì 22 ottobre 2021

Film 2046 - Reminiscence

Intro: Ultime giornate alla DCU, il che significa scatoloni, stanchezza e bisogno di svago. Ecco come entra in scena questa pellicola...

Film 2046: "Reminiscence" (2021) di Lisa Joy
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ero incuriosito da "Reminiscence" fondamentalmente per due motivi, ovvero il fatto che non ne avessi mai sentito parlare prima e che tra i protagonisti ci fosse una delle mie favorite, Rebecca Ferguson (quest'anno, tra l'altro, in grande spolvero considerando la sua presenza nell'acclamato "Dune" di Villeneuve). Questo mi è bastato per decidere di vederlo.
Devo dire che - considerate le mie bassissime aspettative - il film di Lisa Joy non sia così terribile, specialmente perché sostenuto da una storia che abbonda decisamente di idee e ambizioni estetiche. Che sono poi, al contempo, i due punti deboli di tutta l'operazione. Sia perché tutto l'hype creato inzialmente non viene sufficientemente ricompensato dallo svolgimento e finale, sia perché non si può campare di sola estetica, soprattutto quando ricordano tantissimo un prodotto di Nolan (qui principalmente "Inception"). La musiche di Ramin Djawadi (già conosciuto per "Westworld" e "Game of Thrones"), sono molto simili a quelle del suo conterraneo Hans Zimmer, il che non aiuta a contestualizzare questa pellicola in un ambito tutto suo.
Senza contare che abbiamo già visto Hugh Jackman portare in scena una spirale di ossessione e infelicità causata da qualche trucchetto magico e il legame dei ricordi in un altro film (sempre di Nolan): "The Prestige".
Insomma, con tutta la buona volontà del mondo, questo "Reminiscence" partiva decisamente svantaggiato. Non aiuta il fatto che il tutto manchi di un certo spessore, che sembri sempre di star assistendo alla messa in scena di un'ottima produzione tv, piuttosto che di una produzione cinematografica dal costo stimato tra i 54 e i 68 milioni di dollari; aggiungo che, stranamente, nonostante la durata non superi le due ore, ci sono talmente tanti eventi raccontati che la storia finisce per sembrare infinita.
Diciamoci, comunque, pure la verità: "Reminiscence" non sarà un capolavoro - è certamente disordinato e confuso in certe parti e troppo carito di elementi narrativi, tanto da non sapere che direzione prendere - ma abbiamo decisamente visto di peggio.
Ps. C'è molto della serie HBO "Westworld" in qusto "Reminiscence" (che poi è finito in streaming su HBO Max): Lisa Joy e suo marito Jonathan Nolan (entrambi coinvolti in regia, sceneggiatura, produzione esecutiva nella serie), Thandiwe Newton e Angela Sarafyan (entrambe attrici) e Ramin Djawadi (compositore).
Cast: Hugh Jackman, Rebecca Ferguson, Thandiwe Newton, Cliff Curtis, Marina de Tavira, Daniel Wu, Angela Sarafyan, Nico Parker.
Box Office: $15.5 milioni
Vale o non vale: Francamente non sarei stato felice di aver speso dei soldi per vedere questo film, ma se avete occasione di recuperarlo via streaming... perché no? Hugh Jackman è sempre un attore di alto livello e Rebecca Ferguson non delude in questo ruolo sexy con un tocco di dipendenza. Senza contare che Thandiwe Newton ruba spesso la scena.
Premi: /
Parola chiave: Lost keys.

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mercoledì 20 ottobre 2021

Film 2045 - Snake Eyes

Intro: Sono a tiro con il trasloco, ultime serate alla DCU, sono esausto dopo le varie fatiche mentali e fisiche da tesi e progetto finale. Scelgo di recuperare un titolo facile facile che, in teoria, mi promette svago e cervello spento.

Film 2045: "Snake Eyes" (2021) di Robert Schwentke
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ne hanno parlato tutti malissimo, per cui mi aspettavo una m*rda totale (per usare un francesismo). In realtà "Snake Eyes" non è così terribile nel senso assoluto del termine, quanto più un prodotto inutile che, per giustifcare la sua presenza sul grande schermo, avrebbe dovuto offrire molto di più ai suoi spettatori. Non a caso è stato un flop colossale ($88–110 milioni di budget solo per produrlo).
La verità è che il problema non è tanto questo titolo di per sé, quanto il fatto che del franchise cinematografico sui G.I. Joe frega niente a nessuno. I primi due film live-action "G.I. Joe: The Rise of Cobra" e "G.I. Joe: Retaliation" sono tremendi - con una qualità degli effetti speciali imbarazzante - per cui posso intuire che il tentativo qui fosse quello di rilanciare il brand in termini più "maturi" e qualitativamente migliorati, però rimane il fatto che di questo revival della saga interessasse proprio a pochi.
Non aiuta, poi, quel senso di dejà-vu che colpisce fin dalle prime battute di questa pellicola che ricorda il certo non non indimenticabile "The Wolverine" (quello ambientato in Giappone, per capirsi), già di suo piuttosto inconsistente dal punto di vista tecnico-qualitativo. Qui mi è parso ci fossero troppe somiglianze con il titolo su Wolverine del 2013, dal senso di origin story che vorrebbe dare un background, una storia personale al protagonista Snake Eyes (già presente nelle due precedenti pellicole e allora interpretato da Ray Park), all'ambientazione, fino a una qualità tecnica non eccelsa e una serie di co-protagonisti non esattamente impeccabili a livello di recitazione (Úrsula Corberó mi senti?!).
Insomma, nonostante le buone intenzioni del suo protagonista Henry Golding che ci mette evidentemente della buona volontà - ma fallisce nuovamente nell'imporsi quale figura di riferimento della nuova ondata giovane ad Hollywood - "Snake Eyes" finisce per risultare l'ennesimo titolo blockbuster che punta tantissimo, se non tutto, sulle sue buone scene d'azione, dimenticandosi che al giorno d'oggi sia necessario mettere sul piatto davvero molto, molto di più.
Cast: Henry Golding, Andrew Koji, Úrsula Corberó, Samara Weaving, Haruka Abe, Takehiro Hira, Iko Uwais, Peter Mensah.
Box Office: $37 milioni
Vale o non vale: Non ho conosciuto molti fan del franchise "G.I. Joe" della Hasbro, eppure qualcuno deve pur esserci se si è concretizzata la produzione di questo film. Che, in general, mi sento di dire sia tanto innocuo quanto insipido, buono per un momento di svago a cervello spento. I fan della saga, invece, potrebbero (dovrebbero?) apprezzare.
Però, ecco, siamo lontanissimi da quel prodotto maturo e dal tono più serio che probabilmente la produzione stava cercando di veicolare con questo nuovo episodio cinematografico (un po' come quello che è stato fatto con la saga di Bond una volta entrato Craig al comando). Ci sarebbe ancora tanta strada da fare che, mi sa, non verrà mai percorsa.
Premi: /
Parola chiave: Vendetta.

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martedì 19 ottobre 2021

Film 2044 - The Mask

Intro: Ultima serata assime ai miei adorati coinquilini nella nostra accomodation nel campus della DCU. Il giorno dopo Oisin si sarebbe trasferito e, di lì a 5 giorni, sarebbe stato il mio turno di cambiare casa.
La fine di un'era.

Film 2044: "The Mask" (1994) di Chuck Russell
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Kate, Oisin
In sintesi: per la nostra ultima serata insieme abbiamo scelto un classico intramontabile, buon esempio di storia (sulla carta) estremamente stravagante che, di fatto, riesce nel suo intento di risultare sufficientemente assurda quanto credibile - tutto merito di Jim Carrey -, divertente e di intrattenimento anche a distanza di 27 anni dalla sua uscita nelle sale.
A rendere il tutto ancora più incredibilmente memorabile sono la presenza di una Cameron Diaz mozzafiato e una scena iconica - quella del ballo per strada con i poliziotti - rimasta inconica. Un classico.
Film 928 - The Mask - Da zero a mito
Film 2044 - The Mask
Cast: Jim Carrey, Peter Riegert, Peter Greene, Amy Yasbeck, Richard Jeni, Cameron Diaz, Reg E. Cathey, Tim Bagley.
Box Office: $351.6 milioni
Vale o non vale: Chi non conosce "The Mask" e chi, negli anni, non lo ha visto almeno una volta?!
Se fate parte di quel (ristretto) gruppo di persone che non abbia idea di cosa stia parlando... beh, correte a recuperare!
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali. Una nomination ai Golden Globe per il Miglior attore protagonista commedia o musical (Jim Carrey). 3 nomination ai BAFTA per gli effetti speciali, trucco e scenografia. 1 nomination ai Razzie per la Peggior nuova star per questo film e anche per "Ace Ventura: Pet Detective" e "Dumb and Dumber".
Parola chiave: Pigiama.

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lunedì 18 ottobre 2021

Film 2043 - La Casa de las Flores: la película

Intro: La serie tv l'ho cominciata grazie ad Eric che me l'ha fatta vedere una sera ad Ushuaia. Devo dire che all'inizio fossi un po' scettico, ma piano piano mi ha conquistato. Così, quando ho scoperto che sarebbe uscito il film su Netflix, l'ho subito recuperato. Anche perché avevo ormai consegnato la tesi. Di nuovo libertà!!!

Film 2043: "La Casa de las Flores: la película" (2021) di Manolo Caro
Visto: dall'iMac
Lingua: spagnolo
Compagnia: nessuno
In sintesi: beh, considerato quando mi sia piaciuta la serie - forse non troppo l'ultima stagione... - devo dire che questo esordio cinematografico non le rende giustizia.
Mancano, è vero, un sacco di personaggi principali che avevano reso la storia in precedenza molto simpatica e maledettamente assurda e sopra le righe, per cui questo esperimento con solo metà del cast e tante delle varie narrazioni secondarie abbandonate finisce per lasciare un po' delusi.
Non aiuta che si riprenda le fila del racconto in flashback già intrapreso con l'ultima stagione, a mio avviso la più debole e confusionaria. Non che "La Casa de las Flores" sia mai stato un prodotto troppo equilibrato (proprio in vista della sua natura satirica nei confronti delle telenovelas ispaniche), ma qui mi pare si sia perso di vista il senso del progetto in nome di un revival che, sulla carta, pareva un'ottima idea e, invece, si è rivelato più debole del previsto.
Poi, per carità, il ritorno di Paulina de la Mora è sempre un piacere e Cecilia Suárez la interpreta magnificamente, però rimane un po' l'amaro in bocca per un prodotto che avrebbe potuto (e dovuto) essere molto meglio di così.
Cast: Cecilia Suárez, Aislinn Derbez, Darío Yazbek, Juan Pablo Medina, Paco León, Norma Angélica, Isabel Burr, Tiago Correa, Javier Jattin, Ximena Sariñana, Luis de La Rosa, Christian Chávez, Emilio Cuaik.
Box Office: /
Vale o non vale: Essenzialmente un titolo per i fan della seria, "La Casa de las Flores: la película" è un film che non avrà alcun senso per chi non abbia conosciuto prima la famiglia de la Mora. Perché sì, c'è un mistero da risolvere, ma senza un minimo di background precedente, questa storia sarebbe davvero difficile da seguire.
Premi: /
Parola chiave: Delia.

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venerdì 15 ottobre 2021

Film 2042 - The Suicide Squad

Intro: Sembrava che finalmente la DC Comics ce l'avesse fatta ad imbroccarne una... Ma sarà stato davvero così?

Film 2042: "The Suicide Squad" (2021) di James Gunn
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Kate, Oisin, Rafael
In sintesi: James Gunn passa alla concorrenza, scrive e dirige questo sequel del primo (disastroso) "Suicide Squad" e tenta di riproporre quella magia inaspettata che aveva regalato a "Guardians of the Galaxy" un successo tanto clamoroso quanto inaspettato.
Tutto qui sembra voler replicare quella stessa formula: un gruppo di antieroi, un personaggio creato al computer a cui spetta un range di frasi estremamente limitato (Vin Diesel per Groot, Sylvester Stallone qui per King Shark), il ritorno dell'immancabile fratello Sean Gunn in un microscopico ruolo, stesse atmosfere, fotografia che richiama i Guardiani. Insomma, non sarà una fotocopia, ma il confronto pare inevitabile.
La verità è che questo "The Suicide Squad" - da notare la presenza dell'articolo che starebbe a evidenziare il distacco dal primo tentativo di David Ayer - non è per niente male e funziona, ciononostante il tonfo da flop è stato epocale ($185 milioni solo per produrlo). E, lo ribadisco, non è tanto per il film, che mantiene quello che promette nel trailer, quanto per il fatto che probabilmente non ci fosse davvero bisogno di una nuova pellicola sullo sgangherato gruppo di criminali coordinati da Amanda Waller (Viola Davis) a 5 anni dalla prima uscita in sala. Senza contare che questo sequel ha perso la leadership di Will Smith - rimpiazzato da Idris Elba - e che il personaggio di Harley Quinn, per quanto magistralmente interpretato da Margot Robbie, abbia visto negli ultimi anni una sovraesposizione che non ha pagato (3 film in 5 anni, con uno standalone completamente dedicato a lei, "Birds of Prey", che ha a malapena incassato 200 milioni di dollari; la Robbie tornerà ad interpretare il personaggio nel prossimo "Gotham City Sirens").
Tutti questi elementi insieme, più la data di uscita nei cinema in piena estate e l'uscita simultanea sulla piattaforma streaming HBO Max, insieme alle incertezze da Covid non ha decisamente favorito il successo di un prodotto di cui, probabilmente, in molti non sentivano il bisogno.
Film 1218 - Suicide Squad
Film 2042 - The Suicide Squad
Cast: Margot Robbie, Idris Elba, John Cena, Joel Kinnaman, Sylvester Stallone, Viola Davis, David Dastmalchian, Daniela Melchior, Michael Rooker, Jai Courtney, Peter Capaldi, Alice Braga, Pete Davidson, Sean Gunn.
Box Office: $167.4 milioni
Vale o non vale: Grande miglioramento rispetto allo standard DC, "The Suicide Squad" è un film violento che fatica a farsi notare tra la mischia di titoli su (anti)eroi prodotti ultimamente (la serie tv "The Boys" ha una fotografia simile, solo per fare un esempio) che finisce per passare un po' inosservato.
Di per sé il film non è male, l'umorismo è godibile, le scene d'azione ben fatte e in generale questo titolo rappresenta un grande passo avanti rispetto al primo titolo. Di sicuro, però, non un prodotto per tutti.
Premi: /
Parola chiave: Starro the Conqueror.

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Film 2041 - Scary Movie 3

Intro: Saltiamo avanti di 200 film e torniamo al contemporaneo. Non esattamente con questo film, ma in generale con la filmografia che compone il mio 2021. Per un po' ho deciso di fare così, salti in avanti e indietro nel passato per riuscire a portare avanti le recensioni che avevo lasciato indietro, pur rimanendo più o meno in pari con i film del momento.

Film 2041: "Scary Movie 3" (2003) di David Zucker
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Kate, Oisin, Rafael
In sintesi: sempre divertente, sempre geniale, a mio avviso una delle parodie di altre pellicole ("The Ring", "Signs", "The Matrix Reloaded", "8 Mile") più risciuta in assoluto.
Film 1038 - Scary Movie
Film 383 - Scary Movie 3
Film 1449 - Scary Movie 3
Film 2041 - Scary Movie 3
Film 1603 - Scary Movie 4
Film 550 - Scary Movie V
Cast: Anna Faris, Anthony Anderson, Kevin Hart, Leslie Nielsen, Camryn Manheim, Simon Rex, George Carlin, Queen Latifah, Eddie Griffin, Denise Richards, Regina Hall, Charlie Sheen, Pamela Anderson, Jenny McCarthy, Ja Rule, Jeremy Piven, Redman, Macy Gray, Simon Cowell.
Box Office: $220.7 milioni
Vale o non vale: Se si conoscono i titoli a cui questo "Scary Movie 3" si ispira non mancano sicuramente le risate. Divertente e irriverente, per certi versi geniale, questo terzo capitolo della saga rimane il meglio riuscito.
Premi: /
Parola chiave: "Pootie Tang".

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giovedì 14 ottobre 2021

Film 1840 - Wild

Intro: Ero curioso di vedere questo film, ma non ne avevo mai avuto l'occasione. E forse è stato meglio così, perché l'ho recuperato con, alle spalle, anni di viaggi e avventure.

Film 1840: "Wild" (2014) di Jean-Marc Vallée
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: squadra che vince non si cambi(er)a('). In che senso? Beh, di qui a 2 anni Witherspoon produrrà e reciterà in "Big Little Lies" con, al suo fianco, Laura Dern e Jean-Marc Vallée alla regia. Insomma, questa pellicola era soltanto l'inizio.
Devo dire che "Wild" mi è piaciuto, più che altro perché non è stato niente di quello che mi aspettavo. E' totalmente avventuroso e racconta senza troppi fronzoli la storia personale - e vera, tra l'altro - di Cheryl Strayed che molla tutto e si mette a percorrere 1,800 dei 4260km della Pacific Crest Trail. Il tutto a scopo terapeutico (superare il divorzio) e riscoprire se stessa.
Le premesse sembrerebbero moltissimo quelle di "Eat Pray Love" e, invece, l'approccio è - fortuna! - assolutamente differente. Niente glam, niente flirt romantici, niente filosofia di facile consumo e, al contrario, una rappresentazione credibile e consapevole delle fatiche che un tipo di avventura del genere richiede. Specialmente a un'escursionista inesperta come Cheryl.
Spesso crudo, esteticamente coeso (a tratti ricorda "Nomadland") e con una Reese Witherspoon che ci mette tutta se stessa, questo "Wild" è stato una vera sorpresa. Forse non avrei candidato Laura Dern all'Oscar, ma questa è un'altra storia.
Cast: Reese Witherspoon, Laura Dern, Thomas Sadoski, Michiel Huisman, Gaby Hoffmann.
Box Office: $52.5 milioni
Vale o non vale: Più simile a titoli come "127 Hours" (Danny Boyle), "Into the Wild" (Sean Penn) o al recentissimo "Nomadland" (Chloé Zhao) che al glam mainstream di "Eat Pray Love" di Ryan Murphy, "Wild" racconta con lucidità le fatiche fisiche e mentali della sua protagonista senza mancare di regalare allo spettatore non poche, magnifiche vedute.
Premi: Candidato a 2 Oscar per la Migliore attrice protagonista (Witherspoon) e la Miglior attirce non protagonista (Dern). Reese Witherspoon è stata candidata anche al BAFTA e al Golden Globe nella stessa categoria.
Parola chiave: PCT.

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mercoledì 13 ottobre 2021

Film 1838 - A Cure for Wellness

Intro: Così, all'improvviso, mi era tornata in mente questa pellicola. E perché non recuperarla, dato che Eric non l'aveva mai vista?

Film 1838: "A Cure for Wellness" (2016) di Gore Verbinski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: non che questo film sia un capolavoro, ma l'idea su cui la storia si basa è sufficientemente inquietante (per quanto non originale in assoluto) da funzionare.
Onestamente non capisco perché "A Cure for Wellness" non abbia avuto alcun riscontro con il pubblico - l'incasso è imbarazzante considerando che il film è costato 40 milioni di dollari - e ricollego un po' la sua performance deludente a un cast privo di appeal hollywoodiano, ai 146 minuti di durata e, da non sottovalutare, la data di uscita in febbraio, un mese che non è certo sinonimo di orrori e paura.
Detto ciò, e considerati tutti i limiti della storia specialmente nel finale, rimane il fatto che questo non sia un titolo malvagio e che, tutto considerato, il film in sé funzioni. Soprattutto grazie alla visione di Verbinski e a una coesa estetica d'insieme molto particolare. Vedere per credere.
Film 1337 - La cura dal benessere
Film 1838 - A Cure for Wellness
Cast: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Harry Groener, Celia Imrie, Lisa Banes, Godehard Giese.
Box Office: $26.6 milioni
Vale o non vale: Non ricordavo molto la storia, per cui è stato a tratti come vederlo la prima volta (con la differenza che questa volta mi è piaciuto di più). Non un capolavoro e sicuramente nemmeno il classico horror americano, ma certamente un titolo da tenere presente se si fosse in cerca di qualche spavento più psicologico e mentale.
Premi: /
Parola chiave: Water.

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Film 1836 - The Good Liar

Intro: Non vedevo l'ora di avere l'occasione di recuperarlo al cinema. Così, appena il multiplex di Ushuaia lo ha messo in cartellone, sono corso a vederlo.

Film 1836: "The Good Liar" (2019) di Bill Condon
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una di quelle pellicole che sulla carta sembrerebbero promettere faville e, invece, alla fine non soddisfa appieno.
Non perché "The Good Liar" sia un brutto film - assolutamente! - solo non riesce a proporre una storia e/o un'atmosfera che valga la caratura dei suoi magnifici protagonisti Helen Mirren ed Ian McKellen. I due, a dire il vero, sembrano fatti per lavorare insieme.
In generale, comunque, questo film regala un'oretta e mezza di thriller ben recitato che presenta una storia dai molti elementi e i molteplici risvolti che, seppure non indimenticabile, almeno funziona. E - ci tengo a ribadirlo - il merito è tutto della coppia di grandissimi attori.
Cast: Helen Mirren, Ian McKellen, Russell Tovey, Jim Carter, Mark Lewis Jones, Laurie Davidson.
Box Office: $33.9 milioni
Vale o non vale: Aspettandomi molto da questo film, ammetto che il risultato finale mi abbia un po' deluso. Cioè non toglie che si tratti di un prodotto soddisfacente e di qualità, con una coppia di protagonisti che fa scintille. Il film varrebbe praticamente anche solo per loro.
Premi: /
Parola chiave: Joint account.

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venerdì 8 ottobre 2021

Film 1835 - Halloween H20: 20 Years Later

Intro: Non so come sia venuto a conoscenza dell'esistenza di questa pellicola, so solo che non appena è successo ho sentito l'esigenza - e sottolineo esigenza - di recuperare questo certo capolavoro horror di fine anni '90.

Film 1835: "Halloween H20: 20 Years Later" (1998) di Steve Miner
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: di nuovo al cinema nel giro di una settimana con il prossimo "Halloween Kills" dopo il rilancio del franchise con "Halloween" del 2018, non c'era davvero momento migliore per parlare di questo (ben mediocre) "Halloween H20: 20 Years Later", probabilmente una delle pellicole dal titolo peggiore della storia del cinema.
"H20" mette chiaro fin da subito il senso di tutta questa operazione commericale (perché di artistico qui non c'è niente): celebrare l'anniversario dell'uscita del primo film riportando Laurie Strode e Michael Myers faccia a faccia per un ultimo duello all'ultimo sangue. Che poi ultimo non è stato per nulla dato che siamo ancora qui a parlarne.
Al di là di tutta la banalità in salsa horror-pop anni '90 di questo prodotto, che assomiglia per toni ed estetica a tutta una marea di altri titoli simili prodotti con risultati altalenanti durante il decennio della mia infanzia (penso a "I Know What You Did Last Summer", "Urban Legend", "Scream", ma anche "Buffy the Vampire Slayer"), non c'è davvero molto da dire su "Halloween H20: 20 Years Later": non fa paura, non ha alcuna scena iconica, non agginge niente al franchise. Anche se, considerato che fino al 2018 questo fosse il capitolo della saga più remunerativo di sempre, sono sicuro che il punto fosse tutt'altro.
Film 1042 - Halloween - La notte delle streghe
Film 1835 - Halloween H20: 20 Years Later
Film 1689 - Halloween
Film 2062 - Halloween Kills
Film 2145 - Halloween Ends
Cast: Jamie Lee Curtis, Adam Arkin, Michelle Williams, Adam Hann-Byrd, Jodi Lyn O'Keefe, Janet Leigh, Josh Hartnett, LL Cool J, Joseph Gordon-Levitt, Lisa Gay Hamilton.
Box Office: $75 milioni
Vale o non vale: Non è certo un film memorabile, ma il cast ha degli ottimi comprimari - considerato i llivello della pellicola - tra cui nientemeno che la magnifica Janet Leigh di "Pshyco" (che è poi madre nella realtà di Jamie Lee Curtis).
E' sicuramente un titolo più per gli appassionati di Michael Myers che per un pubblico più generico, anche se non fatico ad immaginarmi questo film in una lista di pellicole preparatorie da guardare in vista dellimminente notte di Halloween.
Premi: /
Parola chiave: Anniversario.

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giovedì 7 ottobre 2021

Film 1834 - The Thing

Intro: Non che avessi intenzione di vedere questo film, ma ero ospite a casa di Emi e Miguel, la tv era accessa e ci siamo messi a guardarlo...

Film 1834: "The Thing" (2011) di Matthijs van Heijningen Jr.
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric, Miguel
In sintesi: non ho visto l'orginale di Carpenter - che so essere cult - quindi bisogna dire che partissi "svantaggiato" nei confronti della storia. In ogni caso, quello che ho visto qui è solo un prodotto banale e irrilevante che sicuramente non rende giustizia al primo film.
Cast: Mary Elizabeth Winstead, Joel Edgerton, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Ulrich Thomsen, Eric Christian Olsen, Trond Espen Seim, Kristofer Hivju.
Box Office: $31.5 milioni
Vale o non vale: Banale e privo di alcunché da dire, questo prequel di "The Thing" non aggiungerà niente alle vostre filmografie horror e/o scifi. C'è di meglio.
Premi: /
Parola chiave: Denti.

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mercoledì 6 ottobre 2021

Film 1833 - 47 Meters Down: Uncaged

Intro: Ennesimo cambio di toni e atmosfera per un sequel che mi riporta alla paura irrazionale più grande che ho: gli squali.

Film 1833: "47 Meters Down: Uncaged" (2019) di Johannes Roberts
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: né l'orinale né questo sequel sono di certo capolavori dell'horror, però devo ammettere che intrattengono entrambi a dovere per un'ora e mezza di godibile paura subacquea. E' magnificamente inquietante quanto "Jaws"? No, ma non era quello il punto.
Visto il budget limitato (questa volta 12 milioni di dollari, poco più del doppio dei 5.3 del primo titolo) e gli incassi non certo stellari, è chiaro che il senso del ritorno in sala di questo franchise risieda nel pubblico che avesse gradito il primo film o comunque pellicole simili (per intenderci: trame improbabili, animali famelici, effetti speciali così così).
In quest'ottica "47 Meters Down: Uncaged" è un prodotto sufficientemente buono da risultare efficace e centrare il suo obiettivo di paura e cliché (sugli squali e non), il tutto per un risultato finale che richiama il primo film, ma riesce in ogni caso a proporre qualcosa di diverso (non mi sento di dire nuovo). Di certo non un capolavoro, ma ho visto ben di peggio.
Ps. Il film delle "figlie di": Corinne Foxx è la primogenita di Jamie Foxx, mentre Sistine Stallone è, ovviamente, la figlia dell'intramontabile Sylvester.
Film 1404 - 47 Metri
Film 1833 - 47 Meters Down: Uncaged
Cast: Sophie Nélisse, Corinne Foxx, Brianne Tju, Sistine Stallone, Davi Santos, Khylin Rhambo, Brec Bassinger, John Corbett, Nia Long.
Box Office: $46.7 milioni
Vale o non vale: La trama è accessoria perché siamo tutti in attesa del momento in cui l'ennesimo squalo sbranerà l'ennesimo malcapitato, però, per chi fosse alla ricerca di qualche brivido da squalo famelico e ragazzine in trappola in un'antica città sommersa, questo è decisamente il titolo giusto.
Premi: /
Parola chiave: Guideline.

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Film 1832 - How the Grinch Stole Christmas

Intro: Cambiamo decisamente tono e ci catapultiamo diretti sul periodo dell'anno preferito da Eric per recuperare una pellicola che non avevo mai visto.

Film 1832: "How the Grinch Stole Christmas" (2000) di Ron Howard
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: non sono mai stato un fan del Grinch o di questa storia in generale, per cui devo ammettere che "How the Grinch Stole Christmas" non fosse esattamente il mio genere di pellicola. Poi sì, per carità, il film è una favoletta piacevole che si lascia guardare senza problemi e, anzi, si presenta perfetta per le feste natalizie, però ecco, dovessi proprio scegliere, per me "The Nightmare Before Christmas" rimane il vero classico di Natale per eccellenza.
Cast: Jim Carrey, Jeffrey Tambor, Christine Baranski, Molly Shannon, Bill Irwin, Taylor Momsen, Mindy Sterling, Josh Ryan Evans, Deep Roy, Anthony Hopkins.
Box Office: $345.1 milioni
Vale o non vale: Piacevole favola per tutta la famiglia tratta dal famoso racconto per bambini "How the Grinch Stole Christmas!" di Dr. Seuss, titolo perfetto per le festività dietro l'angolo. Poi c'è Christine Baranski, che per me è già sufficiente.
Premi: Candidato a 3 premi Oscar per Migliori costumi, scenografie e trucco, ha vinto nell'ultima categoria; vincitore del BAFTA per il Miglior trucco e Jim Carrey candidato al Golden Globe per il Miglior attore protagonista musical o commedia. 2 nomination ai Razzie per il Peggior remake o sequel e la peggior sceneggiatura.
Parola chiave: Cuore.

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martedì 5 ottobre 2021

Film 1831 - Climax

Intro: Altro film di Gaspar Noé scelto da Eric, un'altra disorientante esperienza cinematografica

Film 1831: "Climax" (2018) di Gaspar Noé
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese, francese
Compagnia: Eric
In sintesi: mentirei se dicessi che "Climax" mi sia piaciuto. Sicuramente è un'esperienza cinematografica forte che non manca di colpire lo spettatore, ma a parte lo shock di molte delle scene e dei passaggi della sceneggiatura, quello che rimane di questa storia è davvero poco.
Ci sono il ballo e le coreografie, le droghe e le allucinazioni, la violenza e le rivelazioni sconvolgenti, eppure il risultato finale pare molto fine a se stesso, un racconto che lascia perplessi ed esterrefatti, ma non va oltre i confini della sua narrazione.
Sicuramente, però, a livello estetico "Climax" ha il suo appeal.
Cast: Sofia Boutella, Kiddy Smile, Romain Guillermic, Souheila Yacoub, Claude Gajan Maull, Giselle Palmer, Taylor Kastle, Thea Carla Schøtt.
Box Office: $2 milioni
Vale o non vale: I fan di Noé dovrebbero apprezzare, anche se è evidente che questo non sia un prodotto per tutti.
Premi: /
Parola chiave: Sangria.

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sabato 2 ottobre 2021

Film 2055 - No Time to Die

Intro: Faccio un balzo in avanti con le recensioni per anticipare quello che è il film del momento che ho visto al cinema il giorno di uscita, giovedì 30 settembre. Esattamente un anno prima, invece, mi trasferivo ufficialmente in Irlanda.

Film 2055: "No Time to Die" (2021) di Cary Joji Fukunaga
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: John
In sintesi: dopo averlo tanto atteso, aspettato e immaginato, finalmente l'ultimo James Bond è arrivato al cinema. Ultimo anche per il suo protagonista Daniel Craig che, alla sua quinta avventura da 007, saluta ufficialmente il franchise. Con il botto.
Già perché se "No Time to Die" parte un po' lentamente e sembra non ingranare inizialmente, la realtà è che, una volta preso il ritmo, la storia non delude, soprattutto grazie ad un finale che definire da bomba è dire poco. BOOM.
Devo ammettere che all'inizio, un po' inebetito dalla splendida cornice italiana di Matera - tanti ricordi dalla vacanza dell'anno scorso! - un po' esasperato dalla lunga attesa e desideroso di scoprire questa nuova storia, il film di Fukunaga mi è parso un filino complesso da seguire, con una trama particolarmente intricata di cui faticavo a tenere il passo. Ci sono tanti passati con cui fare i conti e questa volta non è il passato di Bond ad essere messo sotto la lente di ingrandimento, quanto quello della sua amata Madeleine Swann (Léa Seydoux), il che ingarbuglia ancora di più le carte in tavola. L'intricato intreccio si scioglierà lentamente e porterà alla ribalta anche le pericolose intenzioni di un cattivo che, però, risulta essere l'unico vero anello debole di tutta la storia.
Rami Malek nei panni di Lyutsifer Safin non è assolutamente il problema che, invece, risiede in una sceneggiatura che ha preferito optare per un antagonista "casuale", che sembra quasi lì per caso. Nonostante la classica minaccia globale (in questo caso inquietantemente preveggente, considerando che si parla di una sorta di virus su scala mondiale), il punto qui è che Lyutsifer e Bond non condividono alcun passato, non sono vecchi nemici, non hanno punti in comune non fosse che Bond deve salvare il mondo e Lyutsifer è il prossimo sulla lista a voler tentare il colpaccio. Poi sì, è vero che il cattivo sfigurato ha una connessione diretta con l'amore di Bond, Madeleine, ma per come viene sviluppata la storia il super villain di questa pellicola è più collaterale del previsto.
Parte del motivo sta nel fatto che la sceneggiatura - co-firmata dalla sempre più lanciata Phoebe Waller-Bridge e dallo stesso regista - avesse la necessità di portare avanti una narrazione in cui molti elementi avevano necessità di spazio: la love story di Bond e Madeleine, il passato oscuro della donna, vecchi nemici da riportare sullo schermo un'ultima volta e vecchi amici da salutare definitivamente, tutte le varie e necessarie scene action e, perno portante di tutta l'operazione, un finale shock che lascia lo spettatore a bocca aperta.
Tutto questo cinsiderato, "No Time to Die" è stato il grande spettacolo d'azione che doveva essere (anche se meno del solito) con un'ottima dose di elementi più profondi e ponderati per dare spazio alla crescita del personaggio che, da quando Craig è entrato in squadra, ha gradualmente guadagnato spazio nelle avventure di 007.
Insomma, "Bond 25" si è fatto a lungo attendere, ma ne è valsa sicuramente la pena. E ora la grande domanda: what's next for James Bond? Ps. Ana de Armas, che ha già lavorato con Craig in "Knives Out", ha un ruolo piccolo, veloce, ma veramente ben riuscito che rimane impresso.
Film 468 - Casino Royale
Film 1745 - Casino Royale
Film 471 - Quantum of Solace
Film 483 - Skyfall
Film 618 - Skyfall
Film 1165 - Skyfall
Film 1738 - Skyfall
Film 1044 - Spectre
Film 1167 - Spectre
Film 2055 - No Time to Die
Cast: Daniel Craig, Rami Malek, Léa Seydoux, Lashana Lynch, Ben Whishaw, Naomie Harris, Jeffrey Wright, Christoph Waltz, Ralph Fiennes, Billy Magnussen, Ana de Armas, David Dencik, Rory Kinnear.
Box Office: $321.2 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Quest'anno ha portato con sé una certa dose di film "evento", molti dei quali lo sono stati più che altro come conseguenza della mancanza di numerose proposte cinematografiche valide e concorrenti. La realtà è che "No Time to Die" è uno dei pochi film evento del 2021, nonché appuntamento imperdibile per i fan del franchise e del Bond targato Daniel Craig. Da vedere.
Premi: La canzone portante del film cantata da Billie Eilish, "No Time to Die", ha vinto il Grammy per Best Song Written for Visual Media. Candidato a 5 BAFTA per Miglior fotografia, montaggio, effetti speciali, sonoro e film britannico dell'anno.
Parola chiave: Nanobots.

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