sabato 30 novembre 2019

Film 1685 - A Star Is Born

Intro: Il caso cinematografico e pop del 2018, ovvero imperdibile!
Film 1685: "A Star Is Born" (2018) di Bradley Cooper
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: onestamente ero molto, molto scettico. Sia perché non trovavo necessario il terzo remake di uno stesso film, sia perché la scelta di Lady Gaga come protagonista mi pareva discutibile. Col passare del tempo e considerato il successo globale riscontrato, una parte di me era assurdamente curiosa di capire come potesse essere successo che un titolo a cui avevo dato così poco credito potesse aver trovato un riscontro tanto sensazionale.
Ora diciamocelo, "A Star Is Born" non è un capolavoro, ma sicuramente ha il grande pregio di combinare intelligentemente una storia vecchia come il mondo - lui famoso e su una strada difficile, lei sconosciuta e talvolta indifesa, ma estremamente talentuosa: si innamorano e collaborano - con una colonna sonora molto contemporanea e ben riuscita grazie a una Lady Gaga in formissima e un Bradley Cooper sorprendentemente dotato. Detto questo, a mio avviso i grandi prodigi di questa pellicola terminano qui. Gaga è brava a fare Gaga, ovvero una cantante non convenzionalmente bella, ma dalla voce e il talento pazzeschi, il che non sminuisce la sua performance, ma di certo non la eleva a indimenticabile. E fino ad ora l'ho sempre vista vestire i panni dell'eccentrica o della dotata, che sia qui, in "Sin City: A Dame to Kill For" o "American Horror Story: Hotel". Insomma, mi pare giocasse un po' in casa. Mentre ho trovato eccessiva la fine riservata al personaggio di Cooper, Jack, a tratti quasi scontata;
"A Star Is Born" mi ha lasciato una buona impressione generale, anche se non ho stabilito una connessione con i suoi personaggi protagonisti o la storia in generale. Mi aspettavo il finale drammatico visto il rimando quasi didascalico di una scena iniziale e nonostante tutte le mie buone intenzioni non mi sono innamorato della coppia Ally + Jack come, invece, ha fatto il resto del globo. Col tempo, però, ho imparato ad apprezzare "Shallow" che, ammetto, avevo inizialmente ignorato e anche con un certo stupido snobismo.
A un anno di distanza da quando ho visto la pellicola al cinema, comunque, sento di poter dire di aver in parte rivalutato la mia prima impressione su questo remake che no, non è un capolavoro, ma è certamente meglio di quello che sarebbe potuto essere stato (ovvero un disastro. Tra i tanti considerati anche Beyoncé, Tom Cruise, Will Smith e Jennifer Lopez...).
Cast: Lady Gaga, Bradley Cooper, Andrew Dice Clay, Dave Chappelle, Sam Elliott, Greg Grunberg, Shangela, Willam, Ron Rifkin, Michael Harney, Halsey, Alec Baldwin.
Box Office: $435 milioni
Vale o non vale: Fan di Gaga buttatecivi come se non ci fosse un domani; fan dei musical qui c'è pane per i vostri denti; fan di Cooper non rimarrete indifferenti al suo fascino da bello e dannato (e pure un po' abbrustolito visto il livello di pigmentazione cutanea facciale). Per tutti gli altri questo "A Star Is Born" è un esperimento che può piacere per innumerevoli ragioni, come non. Io mi aspettavo di meglio sicuramente, ma col tempo ho imparato a riconsiderarne certi aspetti sicuramente ben riusciti e realizzati.
Premi: Candidato a 8 Oscar - tra cui Miglior film, sceneggiatura, attrice protagonista (Gaga), attore protagonista e non protagonista (Cooper e Elliott) - la pellicola ha vinto per "Shallow" come Miglior canzone originale (Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt). 5 nomination ai Golden Globe (anche Miglior film e attori protagonisti) e premio per la Miglior canzone. Ai BAFTA il film ha vinto per la Migliore musica su 7 nomination (anche qui Miglior film e attori). Ai Grammy di quest'anno la pellicola - candidata anche per Record of the Year e Song of the Year - ha vinto 2 premi per Best Pop Duo/Group Performance e Best Song Written for Visual Media per "Shallow"; ai Grammy 2020 il film ha ricevuto 3 ulteriori menzioni: Best Compilation Soundtrack for Visual Media e Song of the Year e Best Song Written for Visual Media per la canzone "I'll Never Love Again".
Parola chiave: Musica.

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Bengi

Film 1684 - Swimming with Men

Intro: Non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo film. Poi per caso ci sono capitato su IMDb e ho deciso di recuperarlo quanto prima perché dal trailer mi sembrava un prodotto valido.
Film 1684: "Swimming with Men" (2018) di Oliver Parker
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: l'ho trovata una pellicola molto carina, simpatica e ben realizzata. La storia, tratta da un fatto realmente accaduto, racconta di un gruppo di uomini di mezza età (se non terza) che si appassionano e praticano il nuoto sincronizzato, finendo per rappresentare il Regno Unito ai Campionati mondiali che si vanno a tenere a Milano;
il film parte un po' lento, ritrae perfettamente la monotona vita del suo protagonista Eric (Rob Brydon). Una volta che la storia ingrana, non mancano i momenti divertenti e quelli commoventi, nonché quelli tra il i ridicolo/surreale e il tenero, come nella scena finale.
Risulta comunque un prodotto piacevole, privo di schiamazzi o toni concitati, per un risultato finale che è una commedia delicata e molto leggera.
Cast: Rob Brydon, Jane Horrocks, Rupert Graves, Daniel Mays, Adeel Akhtar, Thomas Turgoose, Jim Carter, Charlotte Riley, Christian Rubeck.
Box Office: /
Vale o non vale: Recentemente è uscito in Italia il film "Le grand bain" che pensavo essere il remake francese di (o l'originale francese da cui fosse tratta) questa pellicola; in realtà scopro ora che la sceneggiatura di "Swimming with Men" si ispira al documentario svedese del 2010 "Men Who Swim" di Dylan Williams. In ogni caso questo film è simpatico e piacevole e vale la pena di dargli una chance.
Premi: /
Parola chiave: Amicizia.

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mercoledì 27 novembre 2019

Film 1683 - Anastasia

Intro: Erano molti anni che volevo vedere questo film, sia per la storia intrigante che per la presenza di Ingrid Bergman, qui alla sua seconda performance da Oscar.
Film 1682: "Anastasia" (1956) di Anatole Litvak
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una bella pellicola, prodotto d'altri tempi per modi garbati e tempistiche più dilatate. 

La storia è intrigante e mescola bene realtà e finzione, con l'happy ending qui inevitabile che si discosta dall'attuale fine sicuramente meno idilliaca, con la famiglia imperiale dei Romanov completamente sterminata dai bolscevichi, Anastasia (Anastasija Nikolaevna Romanova) compresa. Nel tempo, come si sa, numerose ragazze si sono spacciate per Anastasia miracolosamente scappata al suo destino, quando nella realtà si sa che la ragazza - 17enne all'epoca - è di fatto deceduta durante il massacro avvenuto a Ekaterinburg.
Chiaramente questo film né la sua storia (tratta dall'opera teatrale di Marcelle Maurette) avevano intenzione di mettere in scena un ritratto veritiero della faccenda, tanto più che solo recentemente - grazie a DNA e ulteriori indagini - si è venuti a conoscenza del fato che ha colpito tutti i membri della famiglia imperiale. Qui siamo di fronte al racconto romantico e ottimistico di quella casualità della vita che vede una ragazza qualunque, inconsapevole del suo passato nonché ricoverata in un istituto di salute mentale, ritrovare non solo le proprie origini, ma la fiducia in se stessa e, nel mentre, incontrare il vero amore. Quello tanto grande e soddisfacente da farti decidere di abbandonare tutto il resto. Come nelle favole.
Cast: Ingrid Bergman, Yul Brynner, Helen Hayes, Akim Tamiroff, Martita Hunt, Felix Aylmer, Sacha Pitoëff.
Box Office: $4.3 milioni (noleggio della pellicola in America e Canada).
Vale o non vale: Intrigante e affascinante, recitato benissimo. Un classico da recuperare.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Migliore attrice protagonista su 2 candidature (Migliore colonna sonora); candidato a 2 Golden Globes per la Migliore attrice per Bergman e Hayes, ha vinto la prima. Nominato al BAFTA per la Miglior sceneggiatura. La Bergman ha vinto anche il David di Donatello come Miglior attrice straniera.
Parola chiave: Identità.

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Film 1682 - Fantastic Beasts and Where to Find Them

Intro: La scelta più facile per una serata in compagnia.
Film 1682: "Fantastic Beasts and Where to Find Them" (2016) di David Yates
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Julian
In sintesi:
Film 1266 - Animali fantastici e dove trovarli
Film 1412 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1583 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1682 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1695 - Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald
Film 1754 - Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald
Film 2103 - Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore
Cast: Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller, Samantha Morton, Jon Voight, Carmen Ejogo, Colin Farrell, Ron Perlman, Johnny Depp, Zoë Kravitz.
Box Office: $814 milioni
Vale o non vale: Harry Potter è Harry Potter, anche se Newt Scamander ha i suoi buoni momenti. a volte servirebbe un po' di brio, ma visto cos'hanno fatto con il secondo episodio, qui è tutta vita.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar, ha vinto quello per i Migliori costumi (il primo Academy Award per un film ispirato alla saga della Rowling); 5 nomination ai BAFTA (tra cui Miglior film britannico) e un premio per le scenografie.
Parola chiave: Beasts.

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lunedì 25 novembre 2019

Grammy Awards 2020: nomination e vincitori

62nd Annual Grammy Awards

Music for Visual Media
Best Compilation Soundtrack for Visual Media
The Lion King: The Songs – (Various Artists)
Quentin Tarantino's Once Upon a Time in Hollywood – (Various Artists)
Rocketman – Taron Egerton
Spider-Man: Into the Spider-Verse – (Various Artists)
A Star Is Born – Lady Gaga & Bradley Cooper

Best Score Soundtrack For Visual Media
Avengers: Endgame – Alan Silvestri, composer
Chernobyl – Hildur Guðnadóttir, composer
Game of Thrones: Season 8 – Ramin Djawadi, composer
The Lion King – Hans Zimmer, composer
Mary Poppins Returns – Marc Shaiman, composer

Best Song Written for Visual Media
"The Ballad of the Lonesome Cowboy" (from Toy Story 4)
Randy Newman, songwriter (Chris Stapleton)
"Girl in the Movies" (from Dumplin')
Dolly Parton & Linda Perry, songwriters (Dolly Parton)
"I'll Never Love Again (Film Version)" (from A Star Is Born)
Natalie Hemby, Lady Gaga, Hillary Lindsey & Aaron Raitiere, songwriters (Lady Gaga & Bradley Cooper)
"Spirit" (from The Lion King)
Beyoncé Knowles-Carter, Timothy McKenzie & Ilya Salmanzadeh, songwriters (Beyoncé)
"Suspirium" (from Suspiria)
Thom Yorke, songwriter (Thom Yorke)

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Film 1681 - Mike and Dave Need Wedding Dates

Intro: Una commedia scema con un cast interessante... Mi sono lasciato convincere.
Film 1681: "Mike and Dave Need Wedding Dates" (2016) di Jake Szymanski
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: questo film è oggettivamente orrendo. Brutto, stupido, volgare e per niente divertente. Non basta dire due parolacce per sembrare irriverenti.
Cast: Zac Efron, Anna Kendrick, Adam DeVine, Aubrey Plaza, Stephen Root, Sugar Lyn Beard, Sam Richardson, Kumail Nanjiani, Jake Johnson, Wendy Williams.
Box Office: $77.1 milioni
Vale o non vale: Terribile e perdibile.
Premi: /
Parola chiave: Ecstasy.

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domenica 24 novembre 2019

Film 1680 - Crazy Rich Asians

Intro: Un vero e proprio fenomeno al box-office americano, non potevo perdermi il film sorpresa del 2018!
Film 1680: "Crazy Rich Asians" (2018) di Jon M. Chu
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: diciamoci la verità, non avesse generato tanto scalpore, probabilmente non lo avrei visto al cinema. Ma, va detto, considerato tutto il clamore attorno ad una pellicola così di sorprendente successo per un'America non abituata ad un cast all-Asian (per quanto Asian-American), non potevo davvero esimermi dal farmi un'opinione personale su "Crazy Rich Asians", apparentemente così speciale.
E insomma, tanto speciale poi non è. Nel senso che è un prodotto ben confezionato e curatissimo a livello di messa in scena e sicuramente l'aspetto etnico ha giocato una parte importante nella partita della pubblicità diretta e indiretta, ma rimane il fatto che siamo di fronte ad una commedia romantica come le altre, né più bella né più brutta. Ci sono attrici e attori che ci hanno costruito sopra carriere attorno a prodotti come questo - a volte ricevendo anche non poche critiche -, eppure in questo caso pareva di stare di fronte al miracolo. Il punto è che quando ci si stupisce che il pubblico reagisca positivamente a un titolo che proponga attori asiatici nel ruolo di personaggi asiatici, si sposta l'attenzione su un altro aspetto non molto felice, come sottintendendo che un prodotto che non sia al 100% white, American and pround non possa trovare un proprio spazio all'interno della proposta cinematografica non solo USA, ma anche globale (che poi, in realtà, è stata proprio l'America a risultare il mercato più interessato a questo prodototto, con un incasso complessivo di $174.5 milioni contro i $64 incassati nel mondo).
Insomma, senza voler togliere niente al successo ottenuto qui, mi limito a dire che mi aspettassi di più, visto e considerato quanto chiacchierare si è fatto attorno a questo successo commerciale. Credevo che fosse merito della qualità della sceneggiatura e, invece, mi sono trovato di fronte al solito prodotto romantico e a tratti divertente - sicuramente godibile -, anche se per nulla innovativo.
Ps. Due sequel sono già in lavorazione, tratti dagli omonimi romanzi: "China Rich Girlfriend" e "Rich People Problems".
Cast: Constance Wu, Henry Golding, Gemma Chan, Lisa Lu, Awkwafina, Ken Jeong, Michelle Yeoh, Harry Shum Jr., Nico Santos.
Box Office: $238.5 milioni
Vale o non vale: Tratto dal romanzo omonimo di Kevin Kwan, una storia d'amore tra lui che è ricco e bono e lei che è carina ma di basso ceto sociale. Niente di nuovo, ma sicuramente godibile. Bei costumi (già in esposizione ai Warner Bros. Studios, Burbank, Los Angeles).
Premi: Candidato a 2 Golden Globe per Miglior film commedia o musical e Miglior attrice protagonista (Wu).
Parola chiave: Tradizioni.

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martedì 19 novembre 2019

Film 1679 - Solo: A Star Wars Story

Intro: Sono un fan della saga originale e non mi dispiace che la si porti avanti con nuovi titoli collaterali per approfondire le storie di altri personaggi, per cui ero molto motivato all'idea di recuperare questo film che, purtroppo, non ero riuscito a vedere al cinema.
Film 1679: "Solo: A Star Wars Story" (2018) di Ron Howard
Visto: dal computer di Greg
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente questa pellicola mi ha un po' deluso. Non ero rimasto particolarmente impressionato nemmeno da "Rogue One", ma con questo (ennesimo) episodio della saga di "Star Wars" mi pare si sia persa un po' la bussola. Più ce altro perché rimane la domanda: ce n'era veramente bisogno?;
non che c'entri alcunché con il risultato finale, ma ho la sensazione che ultimamente i titoli che vedono coinvolti Ron Howarde ed Emilia Clarke non vadano così bene come sperato al botteghino. E' come se, nonostante l'indiscutibile successo delle due star, ultimamente si stia un po' sopravvalutando la loro capacità di portare interesse, appeal ai progetti in cui sono coinvolti. E anche se questo "Solo" teoricamente non avrebbe avuto bisogno di una promozione anche a livello di star coinvolte, a posteriori parrebbe il contrario (l'Hollywood Reporter quantifica le perdite di questo prodotto per la Disney intorno ai 50-80 milioni di dollari);
tutto sommato "Solo: A Star Wars Story" non è una pellicola tremenda, ci mancherebbe, ma mi pare manchi di quello spirito divertito e spensierato che caratterizza gli altri titoli. Nonostante i toni dark e maturi facciano parte del franchise, qui mi è sembrato ci si sia concentrati troppo su intrighi e colpi di scena, lasciando fuori per troppo tempo l'aspetto ludico. Insomma, risultato finale così così.
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Cast: Alden Ehrenreich, Woody Harrelson, Emilia Clarke, Donald Glover, Thandie Newton, Phoebe Waller-Bridge, Joonas Suotamo, Paul Bettany, Jon Favreau.
Box Office: $393.2 milioni
Vale o non vale: Non il miglior episodio di "Star Wars", ma i fan dovrebbero apprezzare. L'avventura poteva essere più divertente, ma sicuramente rimane un film d'intrattenimento ben fatto.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Coaxium.

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lunedì 18 novembre 2019

Film 1678 - The House with a Clock in Its Walls

Intro: Non che questa pellicola mi attirasse particolarmente, ma il fatto che ci fosse Cate Blanchett mi ha convinto.
Film 1678: "The House with a Clock in Its Walls" (2018) di Eli Roth
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: pellicola piacevole e innocua che combina divertimento familiare ed atmosfere cupe per un risultato finale ok, anche se non eccellente. Peccato perché con due comprimari come Jack Black e Cate Blanchett si poteva sicuramente provare ad ottenere un prodotto più scoppiettante o avventuroso. In generale la sensazione è che "The House with a Clock in Its Walls" abbia qualcosa da dire, anche se non è in grado di sfruttare appieno il suo potenziale.
Ps. Ma vogliamo parlare di quanto hanno photoshoppato la Blanchett nel poster?!
Cast: Jack Black, Cate Blanchett, Owen Vaccaro, Renée Elise Goldsberry, Sunny Suljic, Kyle MacLachlan, Lorenza Izzo.
Box Office: $131.5 milioni
Vale o non vale: Dal romanzo di John Bellairs, un film per tutta la famiglia intrattiene in maniera spensierata, anche se non fa totalmente centro. Sufficiente a distrarre per una serata di disimpegno e qualche trucchetto di magia.
Premi: /
Parola chiave: Libro.

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venerdì 15 novembre 2019

Film 1677 - A Quiet Place

Intro: Un horror dal successo globale con, come protagonisti, la coppia (anche nella vita reale) Emily Blunt e John Krasinski: non vedevo l'ora di vederlo!
Film 1677: "A Quiet Place" (2018) di John Krasinski
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: diciamo che, come al solito, dopo tanto sentirne parlare in positivo, quando poi ho visto il film le mie alte aspettative non sono state rispettate. "A Quiet Place" è un buon prodotto, un horror che funziona, ma non il capolavoro di cui in tanti avevano parlato. Funziona? Assolutamente, ma come tantissime altre pellicole. Probabilmente la grande attenzione mediatica è derivata dal fatto che, nonostante i molti fattori possibilmente sfavorevoli della pellicola (quasi assenza di dialoghi, debutto alla regia di un attore, genere horror che non spesso garantisce incassi stratosferici), il risultato al box-office mondiale è stato sorprendentemente buono (il film è costato tra i 17 e i 21 milioni di dollari, generando un incasso netto di $93 milioni considerate anche le spese di marketing), il che ha portato in molti a gridare al miracolo;
la scena più potente e che rimane più impressa è sicuramente quella in cui la madre - una sempre grandissima Emily Blunt - deve partorire senza poter emettere un suono: sconvolgente, drammatica e, allo stesso tempo magnetica, non si può distogliere lo sguardo!
Ps. Visto il grande successo nessuna sorpresa che sia in produzione un sequel previsto per il 20 marzo 2020.
Film 1677 - A Quiet Place
Film 2031 - A Quiet Place Part II
Cast: Emily Blunt, John Krasinski, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Cade Woodward, Leon Russom.
Box Office: $340.9 milioni
Vale o non vale: nonostante le critiche eccelse e le alte aspettative che crea, "A Quiet Place" è meno indimenticabile di quanto non ci abbiano far voluto credere. Ciò detto, rimane un prodotto ben fatto, un horror con i suoi momenti che vive soprattutto delle grandi interpretazioni di suoi protagonisti. Ed è sicuramente meglio riuscito di "Bird Box" con Sandra Bullock. Premi: Candidato all'Oscar per il Migliore montaggio sonoro, al Golden Globe per la Migliore colonna sonora e al BAFTA per il Migliore sonoro.
Parola chiave: Weakness.

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martedì 12 novembre 2019

Film 1676 - Love, Simon

Intro: Non ero riuscito a vederlo al cinema, ma ero davvero interessato a recuperare questo film, quindi appena lo streaming è stato disponibile ne ho approfittato.
Film 1676: "Love, Simon" (2018) di Greg Berlanti
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una pellicola non perfetta, ma a cui non mancano i buoni momenti e le migliori intenzioni, "Love, Simon" porta sul grande schermo elementi complessi - omosessualità, adolescenza, amicizia, scuola, popolarità, insicurezza, coming out - e li mescola tutti insieme attraverso quell'escamotage che un tempo sarebbe stato del romanzo epistolare, qui in versione email: Simon comincia una conversazione del tutto onesta sulla sua omosessualità con uno sconosciuto amico di penna del suo liceo, Blue, e finisce per innamorarsene. Scoperto da un altro compagno di scuola, Simon viene ricattato affinché il suo secreto rimanga tale. Nel mezzo ci sono famiglia e amici, inconsapevoli dell'orientamento sessuale del ragazzo, e un mondo esterno che, alla sua età, fa più paura di quanto non dovrebbe;
dicevo, questo film presenta tutte le migliori intenzioni, anche se a mio avviso non fa completamente centro principalmente a causa finale. Non che tutte le storie debbano terminare con un epilogo drammatico per risultare credibili, ma l'ending proposto qui sa tantissimo di pellicola romantica e pochissimo di un qualsiasi tentativo di approccio realistico. Poi, per carità, è ovvio che ci si trovi di fronte a un prodotto costruito per attrarre un certo tipo di pubblico e che il finale sia imbastito nel tentativo di compiacerne le aspettative, ma da persona omosessuale che ha faticato a costruirsi un'adolescenza tranquilla e qualunque, posso assicurare che raramente nella vita (SPOILER) il tuo misterioso amico di penna di cui ti innamori email dopo email non solo risulti essere proprio la persona che speravi che fosse, ma per giunta ti ricambia. Mi rendo conto che "Love, Simon" sia un titolo di finzione e presenti il pregio di portare un positivo messaggio sull'omosessualità a un pubblico vasto, per cui, espressa la mia perplessità, lascio correre: tutto sommato si tratta di un prodotto ben fatto che ha un bravissimo protagonista in Nick Robinson e che, a fine visione, non lascia scontenti della scelta di averlo visto.
Cast: Nick Robinson, Josh Duhamel, Jennifer Garner, Katherine Langford, Alexandra Shipp, Jorge Lendeborg Jr., Keiynan Lonsdale, Miles Heizer, Logan Miller, Tony Hale, Talitha Bateman.
Box Office: $66.3 milioni
Vale o non vale: per chi apprezza le pellicole pulite e politically correct in cui i teenager si confrontano con tematiche complesse della vita, sicuramente "Love, Simon" è da vedere; ma anche per tutti gli altri che, nel caso, volessero farsi un'idea di quanta pressione la società riesca ad esercitare al giorno d'oggi sulla gioventù. Molto bravo Nick Robinson mentre Katherine Langford si sforza parecchio e ce ne accorgiamo. 
Tratto dal romanzo di Becky Albertalli
Premi: /
Parola chiave: Ferris wheel.

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Bengi

sabato 9 novembre 2019

Film 1675 - A Simple Favor

Intro: Prima volta la cinema in Nuova Zelanda!
La scelta di titoli non era il massimo, per cui si è optato per questo, che francamente mi attirava il giusto... Anche perché era stato venduto da alcuni critici come un "Gone Girl" tutto al femminile. Non solo amo particolarmente questo tipo di comparazioni, ma creare un tipo di aspettativa del genere di solito non giova alla pellicola "fotocopia".
Film 1674: "A Simple Favor" (2018) di Paul Feig
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Greg
In sintesi: le premesse sono intriganti, il cast è in parte, la mise-en-scène ha il suo perché grazie allo stile sofisticato e glam, ma "A Simple Favor" non mantiene le promesse e si risolve in un finale francamente facile da indovinare. Non che questo riduca la possibilità di godersi la storia - nessuno si aspettava certo che fossimo di fronte ad un capolavoro -, però è un peccato che dopo un buon primo tempo, la seconda parte del film opti per una risoluzione che non aggiunge niente di nuovo a quanto già proposto da titoli simili;
Anna Kendrick, Blake Lively e Henry Golding formano un ottimo trio: giovani, belli e desiderosi di mettersi in gioco. La Lively ha qui probabilmente uno dei ruoli più creativi della sua carriera, mentre la Kendrick torna sui toni rigidini di "Up in the Air". Insieme le due si spartiscono bene lo screentime da protagoniste;
insomma, "A Simple Favor" poteva essere più eccitante, eccentrico o addirittura selvaggio? Definitivamente. Il risultato finale però non è male, molto fresco e porta sul grande schermo un gruppo di attori giovani che, inevitabilmente, conferisce alla pellicola un'anima più vitale e frizzante: la storia non sarà troppo originale, ma nell'insieme questo film si merita la sufficienza.
Cast: Anna Kendrick, Blake Lively, Henry Golding, Andrew Rannells, Linda Cardellini, Jean Smart, Rupert Friend, Eric Johnson.
Box Office: $97.6 milioni
Vale o non vale: Tratta dall'omonimo romanzo di Darcey Bell, questa pellicola non sarà indimenticabile, ma funziona in termini di personalizzazione del progetto, cast e ritmo. C'è sicuramente di meglio, ma è comunque in titolo godibile.
Premi: /
Parola chiave: Twins.

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Bengi

9 novembre 2009 - 9 novembre 2019: 10° compleanno!

10 anni fa, lunedì 9 novembre 2009, pubblicavo il primo post di HollywoodCiak.
1 film al giorno... Julie & Julia
Da allora 1807 post qui sul blog, 2.950 follower e un hashtag ufficiale da 8.000 menzioni solo su Instagram. Nel mezzo, l'amore per il cinema che non manca mai e la voglia di condividerla con gli altri.
Chi l'avrebbe mai detto che nel 2019 saremmo ancora stati qui?
Auguri HollywoodCiak!
Bengi
#HollywoodCiak

venerdì 8 novembre 2019

Film 1674 - 120 battements par minute

Intro: In Italia non sono mancate le polemiche a causa della scarsissima partecipazione in sala del pubblico, soprattutto quello della comunità LGBTQ+, teoricamente la più interessata a supportare e rendere popolare una pellicola portabandiera di quell'ideologia e quel senso di lotta ancora oggi così importante all'interno del gruppo (specialmente nel nostro Paese). Onestamente non credo che il supporto della propria causa passi necessariamente per il pagamento di un ticket, ciò detto ci si sarebbe sicuramente aspettati un'accoglienza più calorosa.
Ovviamente ero interessato a farmi un'idea personale rispetto a questo film, anche per capire se la carenza di pubblico in sala potesse essere direttamente legata alla qualità del prodotto.
Film 1674: "120 battements par minute" (2017) di Robin Campillo
Visto: dal computer portatile
Lingua: francese, sottotitoli in inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: il mio francese è arrugginito come non mai, ma non avevo voglia di vedere questa pellicola tradotta; i sottotitoli in inglese sono stati molto d'aiuto, anche se a tratti - specialmente all'inizio - mi è servito tempo per assestarmi sul triangolo da ascolto in francese ma leggo in inglese e cerco di tradurre in italiano. Difficoltà tecniche a parte, "BPM (Beats per Minute)" mi è molto piaciuto: fa riflettere, fa commuovere e mette in evidenza l'ancora oggi rilevante problematica della questione dell'AIDS;
i fatti qui riportati si svolgono in una Parigi dei primi anni '90, raccontano la piaga della malattia e il conseguente stigma di chi la contrae, nonché la lotta degli attivisti e l'indifferenza di coloro che - credendosi immuni o superiori - preferiscono far finta che il problema non esista. Ma non solo, perché c'è la bella storia d'amore tra Sean e Nathan (Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois), nonché viene messa in luce l'importanza del confronto e attivismo della e nella comunità LGBTQ+; il tutto mostrato con garbo, evitando vittimismi o stereotipazioni. Insomma, "120 battements par minute" ha qualcosa da dire e lo dice bene.
Cast: Nahuel Pérez Biscayart, Arnaud Valois, Adèle Haenel, Antoine Reinartz, Felix Maritaud, Médhi Touré, Aloïse Sauvage, Simon Bourgade, Catherine Vinatier.
Box Office: $7.7 milioni
Vale o non vale: Simile per tematiche ed elementi della storia a quel "The Normal Heart" di Ryan Murphy, questo film analizza e racconta la scena Parigina della comunità omosessuale esposta alla piaga della malattia e l'indifferenza - per non dire intolleranza - generale. Fa male ricordarsi cosa si sia dovuto passare per ottenere il riconoscimento alla normalità e all'accettazione, nonché pensare a quante persone abbiano perso la vita durante questo percorso ancora in essere. 

"120 battements par minute" è un bel film da vedere, ricordandosi che per vincere le battaglie, i combattimenti richiedono enormi sacrifici.
Premi: Vincitore del Grand Prix e Queer Palm al Festival di Cannes 2017; 12 nomination ai César e 6 premi vinti per Miglior film, sceneggiatura, attore non protagonista (Reinartz), attore esordiente (Biscayart), colonna sonora e montaggio.
Parola chiave: AIDS.

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Bengi

martedì 5 novembre 2019

Film 1673 - The Nun

Intro: Adoro "The Conjuring" e gli horror in generale: potevo farmi scappare questo titolo?!
Film 1673: "The Nun" (2018) di Corin Hardy
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: beh, beh, beh, da chi ha portato al cinema "The Conjuring" e "Annabelle" mi aspettavo davvero molto, molto di più. Questo "The Nun" non solo non aggiunge niente alla saga in sé, ma è proprio un prodotto mal riuscito. La trama è inesistente, il film non fa paura - gli unici momenti di spavento sono costruiti tramite apparizioni improvvise o balzi del suono - e il risultato finale è a dir poco deludente. Peccato, perché l'ambientazione e l'atmosfera ci sono tutte e le premesse parrebbero sufficienti a far sperare all'ennesimo buon prodotto di paura. La realtà è che questa volta il franchise ha toppato e non di poco (nonostante l'ottimo risultato al botteghino parrebbe suggerire il contrario. Non a caso ci sarà un sequel).
Ps. La protagonista Taissa Farmiga è la sorella minore di Vera Farmiga che, in "The Conjuring", interpreta Lorraine Warren.
Film 578 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1179 - L'evocazione - The Conjuring
Film 1190 - The Conjuring - Il caso Enfield
Film 1450 - The Conjuring 2
Film 2029 - The Conjuring: The Devil Made Me Do It
Film 804 - Annabelle
Film 1157 - Annabelle
Film 1405 - Annabelle: Creation
Film 1657 - Annabelle: Creation
Film 1782 - Annabelle Comes Home
Film 1673 - The Nun
Film 2216 - The Nun II
Film 1774 - The Curse of La Llorona
Cast: Demián Bichir, Taissa Farmiga, Jonas Bloquet, Bonnie Aarons, Charlotte Hope, Ingrid Bisu, Patrick Wilson, Vera Farmiga, Lili Taylor.
Box Office: $365.6 milioni
Vale o non vale: Chi ha apprezzato quanto finora fatto fin qui dalla saga di "The Conjuring" & co. potrebbe apprezzare, nonostante l'evidente dislivello qualitativo tra i prodotti precedenti e questo titolo. A tutti gli altri consiglio di rivolgersi altrove.
Premi: /
Parola chiave: Valak.

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#HollywoodCiak
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lunedì 4 novembre 2019

Film 1672 - Mission: Impossible - Fallout

Intro: Critiche entusiaste, enorme successo commerciale, un franchise praticamente rinato: appena atterrato a Sydney me lo sono andato a vedere!
Film 1672: "Mission: Impossible - Fallout" (2018) di Christopher McQuarrie
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente un grandissimo sesto capitolo. Dopo un primo episodio iconico e due capitoli successivi piuttosto dimenticabili (soprattutto il secondo), dal quarto in poi la saga di "Mission: Impossible" ha ritrovato vigore, nonché una propria voce che nel quinto episodio ("Rogue Nation") ha definitivamente riportato Ethan Hunt sulla cresta dell'onda;
intelligente la scelta di far tornare Rebecca Ferguson - nonché tutto il cast del precedente film -, dando così un senso di continuità ad un franchise meno unitario di quanto ci si aspetterebbe. Mi pare che abbandonare la strada dell'"ogni episodio è una nuova avventura" sia una strategia sensata nel momento in cui si intenda costruire un brand più attorno alla storia che solamente al personaggio protagonista. Un po' come è successo ultimamente a 007, che ha trovato in "Casino Royale" il capostipite di un rinato James Bond che, finalmente, si sbottona un po' e - soprattutto - non dimentica e cancella la sua memoria interna man mano che si producono nuovi capitoli sulle sue avventure. In questo senso "Fallout" è un ulteriore passo in avanti per l'agente dell'IMF che qui continua la sua missione impossibile e va a chiudere, in aggiunta, un arco narrativo romantico cominciato con "Mission: Impossible 3"; "Mission: Impossible - Fallout" è un prodotto adrenalinico e di grande intrattenimento visivo a cui si aggiunge una trama che funziona (suspense e colpi di scena), il tutto per un risultato finale che lascia soddisfatti. Tra spie, doppio gioco, pugni e mazzate, inseguimenti e la minaccia di esplosioni nucleari e contaminazioni globali, l'ultima avventura dell'agente Hunt è un tour de force che non manca di stupire - per gli ottimi effetti speciali e la rigorosa devozione al franchise di Cruise - e intrattenere. Cosa potrà mai succedere ancora? Due sequel sono già stati annunciati per il 2021 e 2022...
Ps. Poco ha a che fare con il film per sé e più che altro ce l'ha con la mia visione, ma ho trovato una coincidenza curiosa che, dopo 3 settimane passate in India di cui una tra Kashmir e Ladakh, la prima pellicola che vedo al cinema tornato in Australia sia ambientata proprio in alcuni di quei posti che ho visitato e appena salutato!
Film 1005 - Mission: Impossible
Film 1027 - Mission: Impossible II
Film 1049 - Mission: Impossible III
Film 409 - Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Film 1058 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma
Film 1012 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1206 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1672 - Mission: Impossible - Fallout
Film 1747 - Mission: Impossible - Fallout
Film 2205 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Cast: Tom Cruise, Henry Cavill, Ving Rhames, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Sean Harris, Angela Bassett, Michelle Monaghan, Alec Baldwin, Vanessa Kirby, Wes Bentley.
Box Office: $791.1 milioni
Vale o non vale: Azione a gogo, non pochi colpi di scena, un amore a cui mettere la parola fine e l'ennesima, nuova minaccia di distruzione su scala globale per la sesta avventura cinematografica di Ethan Hunt (un Tom Cruise che fatica ad invecchiare) che, ne sono certo, non deluderà né fan né spettatori occasionali. Il film è ben confezionato e la storia funziona su tutti i livelli. Un ottimo sequel.
Premi: Candidato a 1 BAFTA per il Miglior sonoro.
Parola chiave: The Apostles.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 3 novembre 2019

Film 1671 - The Heat

Intro: Era da un po' che volevo rivederlo e, soprattutto, ero alla ricerca di un po' di svago spensierato per cui questo film mi sembrava la scelta più azzeccata.
Film 1671: "The Heat" (2013) di Paul Feig
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente mi ricordavo che fosse una pellicola un po' più divertente, diciamo meglio riuscita. Poi, per carità, questo "The Heat" non è terribile, ma nemmeno indimenticabile... Forse un po' troppo sbroccato alla lunga ed entrambe Bullock e McCarthy ripropongono personaggi già visti (rispettivamente "Miss Congeniality" e "Bridesmaids" o "Identity Thief").
Film 602 - Corpi da reato
Film 1671 - The Heat
Cast: Sandra Bullock, Melissa McCarthy, Demián Bichir, Marlon Wayans, Michael Rapaport, Jane Curtin, Tony Hale, Ben Falcone.
Box Office: $229.9 milioni
Vale o non vale: Una commedia non indimenticabile, anche se ha i suoi momenti. Poteva essere meglio? Sì, ma rimane comunque passabile.
Premi: /
Parola chiave: Talpa.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 1 novembre 2019

Film 1670 - Winchester

Intro: La combo Helen Mirren + horror mi sembrava un richiamo impossibile da ignorare!
Film 1670: "Winchester" (2018) di The Spierig Brothers
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente non solo una gran boiata, ma anche una gran delusione. Non tanto perché non ci si potesse aspettare un potenziale di cagata pazzesca, ma più che altro perché sulla carta gli elementi parevano esserci tutti: una grande attrice come Helen Mirren, un racconto di spiriti ispirato nientemeno che a una storia vera (quella dell'ereditiera Sarah Pardee Winchester, moglie nientemeno che del signore delle armi Oliver Fisher Winchester, e della sua ossessione per il continuo ampliamento della Winchester House in cui viveva), atmosfere sufficientemente inquietanti e dark.
Nonostante sarebbe parso plausibile aspettarsi quantomeno un prodotto decente, nella realtà questo "Winchester" manca di una trama interessante che non si esaurisca una volta rivelato il misterioso comportamento ossessivo della sua protagonista e non sorprende, quindi, che non riesca ad andare oltre quella bidimensionalità comune a tutti quegli horror misto thriller che non aggiungono nulla al genere di cui fanno parte. Peccato, si poteva fare molto di più.
Cast: Helen Mirren, Jason Clarke, Sarah Snook, Laura Brent, Bruce Spence.
Box Office: $46 milioni
Vale o non vale: Se siete alla ricerca di un buon horror - magari ancora sulla scia di Halloween appena passato - consiglio vivamente di evitare questo film. Non solo non soddisfa e non fa paura, ma anzi lascia francamente piuttosto delusi.
Premi: Candidato a 4 Razzie Award per Peggior film, regia, sceneggiatura ed attrice protagonista.
Parola chiave: Armi.

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Film 1669 - Book Club

Intro: 3 premi Oscar e una candidata all'Oscar come protagoniste, un'idea di base simpatica e piccante per una commedia sulla terza età che promette non pochi momenti divertenti e disinvolti... Dovevo assolutamente vederlo!
Film 1669: "Book Club" (2018) di Bill Holderman
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: un inaspettato successo commerciale per una commedia che mette in prima linea quattro magnifiche protagoniste e il loro club del libro, per l'occasione inaspettatamente a tinte osé. A trainare questo "Book Club", infatti, è una trovata molto semplice: cosa succede quando quattro signore completamente diverse tra loro decidono di dedicarsi alla lettura delle avventure erotiche nientemeno che del Sig. Christian Grey?
Il pretesto è simpatico e Keaton, Fonda, Bergen e Steenburgen sono attrici meravigliose in grado di valorizzare la pellicola che, di per sé, è meno riuscita di quanto non mi sarei aspettato; in generale, comunque, il film funziona abbastanza bene e consegna al suo pubblico un prodotto divertente e, per una volta, incentrato su un gruppo di protagoniste tutto femminile e over 60, il tutto per un risultato finale non esilarante, ma in ogni caso piacevole.
Cast: Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen, Mary Steenburgen, Craig T. Nelson, Andy García, Don Johnson, Ed Begley Jr., Richard Dreyfuss, Alicia Silverstone.
Box Office: $104.4 milioni
Vale o non vale: Sicuramente un titolo che vale principalmente per il grande cast che porta sul grande schermo, un gruppo di attori che si mette in gioco e aggiunge valore al prodotto finale. Il pretesto comico è intrigante e parrebbe promettere scintille, anche se in realtà il film risulta meno brillante di quanto non appaia dal trailer. Detto questo, un prodotto simpatico e fresco che ricorda, ancora una volta, che la vita dopo i 60 anni continua.
Premi: /
Parola chiave: "Fifty Shades of Grey".

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#HollywoodCiak
Bengi