venerdì 31 marzo 2023

David di Donatello 2023: nomination e vincitori

David di Donatello 2023 

Miglior Film
Esterno Notte
Il Signore delle Formiche
La Stranezza
Le Otto Montagne
Nostalgia

Miglior Regia
Marco Bellocchio (Esterno Notte)
Gianni Amelio (Il Signore delle Formiche)
Roberto Andò (La Stranezza)
Felix Van Groeningen & Charlotte Vandermeersh (Le Otto Montagne)
Mario Martone (Nostalgia)

Miglior esordio alla regia
Carolina Cavalli (Amanda)
Jasmine Trinca (Marcel!)
Niccolò Falsetti (Margini)
Giulia Louise Steigerwalt (Settembre)
Vincenzo Pirrotta (Spaccaossa)

Miglior sceneggiatura originale
Astolfo (Gianni Di Gregorio, Marco Pettenello)
Chiara (Susanna Nicchiarelli)
Esterno Notte (Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino)
Il Signore delle Formiche (Gianni Amelio, Edoardo Petti, Federico Fava)
L’Immensità (Emanuele Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni)
La Stranezza (Roberto Andò, Ugo Chiti, Massimo Gaudioso)

Miglior sceneggiatura non originale
Bentu (Salvatore Mereu)
Brado (Massimo Gaudioso, Kim Rossi Stuart)
Il Colibrì (Francesca Archibugi, Laura Paolucci, Francesco Piccolo)
Le Otto Montagne (Felix Van Groeningen, Charlotte Vandermeersh)
Nostalgia (Mario Martone, Ippolita Di Majo)

Miglior attrice protagonista
Amanda – Benedetta Porcaroli
Esterno notte – Margherita Buy
L’immensità – Penélope Cruz
Settembre – Barbara Ronchi
Siccità – Claudia Pandolfi

Miglior attore protagonista
Esterno notte - Fabrizio Gifuni
Il signore delle formiche - Luigi Lo Cascio
La stranezza - Ficarra e Picone
Le otto montagne - Alessandro Borghi
Le otto montagne - Luca Marinelli

Migliore attrice non protagonista
Amanda - Giovanna Mezzogiorno
Esterno notte - Daniela Marra
La stranezza - Giulia Andò
Nostalgia - Aurora Quattrocchi
Siccità - Emanuela Fanelli

Miglior attore non protagonista
Esterno notte - Fausto Russo Alesi
Esterno notte - Toni Servillo
Il signore delle formiche - Elio Germano
Le otto montagne - Filippo Timi
Nostalgia - Francesco Di Leva

Miglior produttore
Esterno Notte (Lorenzo Mieli, Simone Gattoni)
La Stranezza (Angelo Barbagallo, Attilio De Razza)
Le Otto Montagne (Wildside, Rufus, Menuetto, Pyramide Productions, Vision Distribution, Elastic, Canal+, Ciné+, Sky)
Nostalgia (Medusa Film, Maria Carolina Terzi, Luciano e Carlo Stella, Roberto Sessa, Angelo Laudisa)
Princess (Carla Altieri, Roberto De Paolis, Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri, Rai Cinema)

Miglior fotografia
Esterno notte - Francesco Di giacomo
I racconti della domenica, La storia di un uomo perbene - Giovanni Mammolotti
La stranezza- Maurizio Calvesi
Le otto montagne - Ruben Impens
Nostalgia - Paolo Carnera

Miglior compositore
Esterno notte - Fabio Massimo Capogrosso
Il pataffio - Stefano Bollani
La stranezza - Michele Braga, Emanuele Bossi
Le otto montagne - Daniel Norgren
Siccità - Franco Piersanti

Miglior canzone originale
Se mi vuoi - Diodato (Diabolik - Ginko all'attacco!)
Caro amore lontanissimo - Marco Mengoni (Il colibrì)
Culi culagni - Stefano Bollani (Il pataffio)
Margini - Niccolò Falsetti (La palude)
Proiettili - Joan Thiele, Elisa Toffoli, Emanuele Triglia, Elodie (Ti mangio il cuore)

Miglior scenografia
Giada Calabria, Loredana Raffi – La stranezza
Andrea Castorina, Marco Martucci, Laura Casalini – Esterno notte
Marta Maffucci, Carolina Ferrara – Il signore delle formiche
Massimiliano Nocente, Marcella Galeone – Le otto montagne
Tonino Zera, Maria Grazia Schirippa, Marco Bagnoli – L’ombra di Caravaggio

Migliori costumi
Maria Rita Barbera – La stranezza
Daria Calvelli – Esterno notte
Massimo Cantini Parrini – Chiara
Valentina Monticelli – Il signore delle formiche
Carlo Poggioli – L’ombra di Caravaggio

Miglior trucco
Paola Gattabrusi, Lorenzo Tamburini – Il colibrì
Enrico Iacoponi – Esterno notte
Federico Laurenti, Lorenzo Tamburini – Dante
Luigi Rocchetti – L’ombra di Caravaggio
Esmé Sciaroni – Il signore delle formiche

Miglior acconciatura
Desiree Corridoni – L’ombra di Caravaggio
Alberta Giuliani – Esterno notte
Samantha Mura – Il signore delle formiche
Rudy Sifari – La stranezza
Daniela Tartari – L’immensità

Miglior montaggio
Esmeralda Calabria – La stranezza
Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni – Esterno notte
Nico Leunen – Le otto montagne
Simona Paggi – Il signore delle formiche
Jacopo Quadri – Nostalgia

Miglior suono
Gaetano Carito, Lilio Rosato, Nadia Paone – Esterno notte
Emanuele Cecere, Silvia Moraes, Giancarlo Rutigliano – Nostalgia
Emanuele Cicconi, Mimmo Granata, Alberto Bernardi – Il signore delle formiche
Carlo Missidenti, Marta Billingsley, Gianni Pallotto – La stranezza
Alessandro Palmerini, Alessandro Feletti, Marco Falloni – Le otto montagne

Migliori effetti visivi
Alessio Bertotti – Dampyr
Massimo Cipollina – Esterno notte
Marco Geracitano – Siccità
Rodolfo Migliari – Le otto montagne
Simone Silvestri, Vito Picchienna – Diabolik – Ginko all’attacco!

Miglior documentario
Il cerchio di Sophie Chiarello
In viaggio di Gianfranco Rosi
Kill Me If You Can di Alex Infascelli
La timidezza delle chiome di Valentina Bertani
Svegliami a mezzanotte di Francesco Patierno

Miglior film internazionale
Bones and All
Elvis
Licorice Pizza
The Fabelmans
Triangle of Sadness

David Giovani
Corro da te
Il colibrì
L’ombra di Caravaggio
La stranezza
Le otto montagne

#HollywoodCiak
Bengi

martedì 28 marzo 2023

Film 2173 - Marcel the Shell with Shoes On

Intro: Come ogni anno, cerco come posso di recuperare i film candidati all'Oscar prima che si tenga la cerimonia. In particolare, in questa occasione ci tenevo particolarmente a vedere questa pellicola in sala, a maggior ragione perché avevo visto solo uno dei film d'animazione candidati ("Puss in Boots: The Last Wish") e per di più nemmeno al cinema...

Film 2173: "Marcel the Shell with Shoes On" (2021) di Dean Fleischer Camp
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: ho trovato questo film carino per tutti gli ovvi motivi del caso - l'appeal estetico, la voce del protagonista, l'idea generale della storia - anche se, ammetto, verso il finale tutta questa "adorabilità" ha finito per stancarmi. Non tanto da rovinarmi la visione, per carità, ma sicuramente dopo un'ora e mezza di "commovente" Marcel ero un po' provato (emotivamente).
"Marcel the Shell with Shoes On" è un bel film e questo non glielo toglie nessuno. Mi è piaciuto l'approccio documentaristico applicato all'animazione in stop-motion e tutta l'estetica del progetto, dalla bella fotografia alle trovate geniali che applicano oggetti del quotidiano alle varie necessità di Marcel e della sua comunità di conchiglie. Mi è piaciuto il doppiaggio di Isabella Rossellini - qui indimenticabile anche solo con la voce - e mi è piaciuta l'idea generale del progetto, capace di trovare unicità in un'idea di base già esplorata (il punto di vista dei piccoli e fragili, eroi improbabili per di più di dimensioni minuscole).
Come ho detto, avrei preferito che la trama si fosse concentrata un po' meno sugli aspetti commoventi, magari esplorando di più la tematica del "Marcel che diventa famoso" e come reagisce la gente alla sua storia, oppure il rapporto tra la piccola conchiglia e la persona che lo sta filmando (voglio dire, Dean il documentarista sarà consapevole che una parte di quello che sta facendo ricade nello sfruttare la sfortunata situazione di Marcel, no? Senza contare, poi, che la gente successivamente dà di matto in una Marcel-mania che spaventerà il piccolo protagonista ormai diventato famoso. Sicuramente avrei gradito che si espandesse di più questa parte della storia).
In ogni caso, "Marcel the Shell with Shoes On" è certamente un esempio di cinema creativo e in grado di portare sullo schermo qualcosa di interessante e diverso dalla marea di prodotti copia-incolla che vediamo di recente. Non è perfetto, ma ciò non toglie che sia una bella pellicola, ben realizzata.
Cast: Jenny Slate, Rosa Salazar, Thomas Mann, Dean Fleischer Camp, Lesley Stahl, Isabella Rossellini.
Box Office: $7 milioni
Vale o non vale: "Marcel the Shell with Shoes On" è un film molto tenero che funziona per tutta la famiglia. Per chi non digerisce troppo le pellicole che non si risparmiano numerosi momenti commenti, meglio guardare altrove.
Premi: Candidato all'Oscar, al BAFTA e al Golden Globe per il Miglior film d'animazione 2023.
Parola chiave: 60 Minutes.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 25 marzo 2023

Film 2172 - Volver

Intro: Ciarán è decisamente nella sua Pedro Almodóvar era, quindi ci siamo lanciati in uno dei capolavori più recenti del grande regista spagnolo.

Film 2172: "Volver" (2006) di Pedro Almodóvar
Visto: dal computer portatile
Lingua: spagnolo
Compagnia: Ciarán
In sintesi: decisamente il mio film preferito di Almodóvar tra tutti quelli che ho visto, "Volver" non smette mai di piacermi, visione dopo visione.
Ispirato, dolce nonostante il tema drammatico che propone, questo film si nutre della magnifica performance di Penélope Cruz - che non avrebbe mai battuto Helen Mirren in "The Crown", ma si meritava di vincere - e di un cast superbo che regala performance iconiche una dopo l'altra (il film ha vinto a Cannes il premio per la miglior interpretazione femminile conferita a tutto il cast del film). Insomma, personalmente uno dei film di sempre che preferisco. La scena in cui Cruz interpreta la canzone "Volver" (in realtà la voce è di Estrella Morente) è un grandissimo momento di cinema.
Film 1093 - Volver
Film 2172 - Volver
Cast: Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave.
Box Office: $87.2 milioni
Vale o non vale: Un bellissimo film che riunisce Almodóvar e la sua musa più recente Cruz in un film capace di affrontare con garbo e con quel tocco personale del grande regista tematiche difficili come l'abuso e l'omicidio, unendo elementi farseschi a una storia che sembra inizialmente qualcosa di estremamente diverso da quello che si rivelerà poi essere. E la cosa incredibile è che, nonostante l'assurdità - parliamo di fantasmi, nientemeno - non si mette mai in discussione la veridicità del racconto.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior attice protagonista (Cruz). 2 nomination ai BAFTA e ai Golden Globes per il Miglior film straniero e la Miglior attrice protagonista. 1 candidatura ai David di Donatello per il Miglior Film dell'Unione Europea. In competizione a Cannes per la Palma d'Oro, ha vinto per la Miglior sceneggiatura (Almodóvar) e la Miglior interpretazione femminile (eccezionalmente conferita a Penélope Cruz, Carmen Maura, Lola Dueñas, Blanca Portillo, Yohana Cobo, Chus Lampreave).
Parola chiave: Incendio.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 21 marzo 2023

Film 2171 - Knock at the Cabin

Intro: Il trailer ci aveva davvero molto incuriosito, per cui ci siamo fiondati al cinema appena uscito il film nelle sale.

Film 2171: "Knock at the Cabin" (2023) di M. Night Shyamalan
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: ancora una volta, come sempre, M. Night Shyamalan porta al cinema una pellicola dalle premesse promettenti, ma uno svolgimento deludente.
"Knock at the Cabin", infatti, parte da un'idea intrigante: una famiglia (omogenitoriale) si reca in vacanza in uno chalet di montagna, dove tutto sembra inizialmente filare liscio. Poi, a sorpresa, quattro sconosciuti si presentano alla porta, richiedendo che uno dei componenti della famiglia venga sacrificato in nome della salvezza dell'umanità. Non importa chi sceglieranno tra i due papà o la piccola figlia adottiva, l'importante è che sia la famiglia a scegliere.
Se, fino a qui, il film riesce a mantenere le promesse del trailer, oltre questo punto la storia comincia a perdersi, al pari dell'interesse dello spettatore. 
I quattro sconosciuti dell'apocalisse sono personaggi poco incisivi di cui, di fatto, viene approfondito solamente il personaggio interpretato da Dave Bautista, relegando gli altri tre a una marginalità (e, francamente, "dimenticabilità") che danneggia il racconto e la suspense in generale. 
In aggiunta, la mancanza di una motivazione alla base della terribile richiesta di sacrificio, non fa che indebolire la trama e distrarre chi guarda. Sì, è in gioco il destino dell'umanità... ma perchè? Chi la minaccia? Per quale motivo e a che scopo?
La sensazione finale, considerate le varie "piaghe" che si abbatteranno sulla terra durante la durata del racconto, è che si tratti di una sorta di punizione divina e fa strano, onestamente (e vista la scelta della coppia gay), che sia proprio questa famiglia con due papà a) 
ad avere le sorti di ogni persona sul pianeta tra le mani e b) la causa di tutta la sofferenza conseguente alla scelta che, per forza di cose, sentono di non riuscire a fare. 
Mi rendo conto che il film sia tratto dal romanzo horror "The Cabin at the End of the World" di Paul G. Tremblay e che, quindi, le scelte narrative siano necessariamente legate al prodotto da cui deriva, sta di fatto che ho trovato questo mix di "famiglia gay + apocalisse + sacrificio umano + sorti dell'umanità + piaghe e disatri" un connubio strano che veicola - vuoi o non vuoi - uno strano messaggio.
Al contempo, il film stesso mi ha dato l'impressione che non sapesse bene quale messaggio volesse portare all'attenzione del suo pubblico: spacciato per un horror, ma di fatto più thriller psicologico con accenni religiosi e un pizzico di famiglia moderna LGBTQIA+, "Knock at the Cabin" funziona in termini estetici (bella fotografia) e di premesse, ma non riesce a trasformare l'intrigo iniziale in qualcosa di innovativo o anche solo elettrizante da guardare.
Cast: Dave Bautista, Jonathan Groff, Ben Aldridge, Nikki Amuka-Bird, Kristen Cui, Abby Quinn, Rupert Grint.
Box Office: $54.1 milioni
Vale o non vale: Francamente mi sento di dire che, rispetto ad altri titoli di Shyamalan, questo non è il più terribile. Rimane il fatto che le premesse iniziali sono disattese e la fregatura della promessa horror non mantenuta sicuramente infastidirà non pochi. L'ennesimo film del regista de "Il sento senso" che mi sento di riassumere come "tanto rumore per nulla".
Premi: /
Parola chiave: Sacrifice.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 15 marzo 2023

Film 2170 - The Whale

Intro: Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo film, ma tutti parlavano in maniera entusiasta della performance del protagonista (e probabilmente un Oscar), per cui ho deciso di recuperarlo.

Film 2170: "The Whale" (2022) di Darren Aronofsky
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non sono necessariamente un fan dei film tratti da opere teatrali, né di quelle storie che vogliono raccontare a tutti i costi il dramma esistenziale di qualcuno. Da questo punto di vista, "The Whale" non si risparmia.
Il protagonista, Charlie (Brendan Fraser) è in fin di vita, recluso e obeso, depresso, sconfitto da un'esistenza che gli ha tolo l'amore della sua vita e lo ha privato, di conseguenza, della voglia di continuare a lottare. Si è rifugiato nel cibo e nel lavoro, che conduce da casa, isolato e nascosto da quegli sguardi altrui che lo metterebbero a disagio. La sua è una vita fatta di poche cose, a malapena riesce a muoversi autonomamente, e la sua unica consolazione parrebbe venire dal cibo e la compagnia dell'infermiera Liz (Hong Chau, vista di recente in "The Menu").
Chiaramente, viste le premesse e l'origine teatrale dell'opera, la storia si svolge interamente nell'appartamento di Charlie, un luogo a tratti naccessibile per il suo protagonista e che noi, come spettatori, scopriamo a poco a poco e man mano che il racconto procede fra racconti e ricordi di ciò che un tempo era la vita felice di Charlie. L'atmosfera cupa - l'appartamento è poco illuminato, dalla finestra vediamo che per la maggior parte del tempo piove - e, in generale, la consapevolezza della morte imminente del protagonista fanno sì che il film prenda una connotazione di pesantezza, un'irrequietudine che si percepisce per tutta la durata del racconto. Ad aggiungere ulteriore senso di malessere ci pensano i vari personaggi e la figlia (sadie Sink) di Charlie in primis.
A tratti ho avuto la sensazione che la storia cercasse volontariamente di infierire sul un protagonista già a terra, quasi un accanimento narrativo che alla lunga stanca e fa sentire impotenti. Mi rendo conto che probabilmente l'intento fosse proprio questo, che raccontare l'ultimo mmomento di riscatto di questo personaggio avesse senso nel momento in cui lo si mettesse di fronte a tutte quelle questioni in sospeso della sua vita che aveva lasciato per troppo tempo da parte, ma allo spettatore, che è unicamente testimone passivo di tutta la vicenda, è richiesto un enorme sforzo emotivo che non necessariamente viene ripagato nel finale.
Personalmente ho trovato "The Whale" - o, meglio, la storia da cui è tratto - un tantino fine a se stesso, un indulgere volontario in un mare di dolore, dialoghi violenti e momenti di disagio soffocante, il tutto per un risultato finale che mi ha lasciato un po' perplesso. Cosa mi sono portato dietro di questa storia e dei suoi protagonisti? Cosa ci vuole raccontare la trama e su cosa ci vuole far riflettere?
Non so, il dramma per il dramma non mi è mai piaciuto e, per quanto certi temi affrontati qui possano far riflette o scaturire discussioni a posteriori, rimane il fatto che, magnifiche interpretazioni a parte, mi è rimasto un po' il dubbio di cosa farmene di un film come questo. Come per tante altre pellicole che lo hanno preceduto, mi è parso che "The Whale" fosse più un mezzo per un fine (premi, festival, Oscar) che un'opera genuinamente capace di emoziare e suscitare un dibattito. Probabilmente, per quanto mi riguarda, questo è anche un momento personale in cui fatico a digerire il genere drammatico puro o gli esercizi di stile un po' fine a se stessi, per cui ho davvero faticato a farmi coinvolgere. Non lo rivedrei.
Cast: Brendan Fraser, Sadie Sink, Hong Chau, Ty Simpkins, Samantha Morton.
Box Office: $36.6 milioni
Vale o non vale: Le interpretazioni la fanno da padrone (al di là di quelle nominate all'Oscar di Freaser e Chau, ho davvero apprezzato quella di Samantha Morton che qui e in "She Said" ha dimostrato ancora una volta di essere una grande attrice) in un film che, di fatto, funziona grazie all'ottimo cast. Un prodotto non facile da digerire e sicuramente non per tutti. Dopo anni di oblio, qui Brendan Fraser ritorna - giustamente - al centro del discorso "cinema" e, questa volta, per un ruolo diametralmente opposto a quelli cui ci aveva abituato.
Premi: Candidato a 3 premi Oscar, ha vinto per il Miglior attore protagonista (Fraser) e il trucco. 4 nomination ai BAFTA per Miglior attore, attrice non protagonista (Chau), sceneggiatura non originale e trucco. Nominato al Golden Globe per il Miglior attore drammatico.
Parola chiave: Essay.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

domenica 12 marzo 2023

Film 2179 - Scream VI

Intro: Recuperato il precedente capitolo per mettere Ciarán in pari e rinfrescare a me la memoria, non abbiamo perso tempo e ci siamo fiondati al cinema per recuperare la nuova aggiunta al catalogo dell'orrore tenuto a battesimo da Wes Craven. (E la sala era piena!)

Film 2179: "Scream VI" (2022) di Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: se il 1° è ormai un cult, il 4° ha quasi affossato il franchise e il 5° lo ha resuscitato con successo, cosa ci si poteva aspettare dal 6° capitolo di "Scream"? Beh, gli scenari potevano essere due: o un miracolo dell'horror oppure, più probabilmente, l'ennesima delusione (alla "Halloween Kills" e "Halloween Ends", per capirci). E, sorpresa sorpresa, il miracolo c'è stato!
Onestamente poteva essere l'ennesimo disastro, del resto questa saga aveva già dimostrato a più riprese di aver perso le "redini narrative" della storia, spesso perdendo di vista l'obbiettivo di un film di questo genere (ovvero spaventare) rispetto a tutta la meccanica che il franchise si porta dietro (#meta). "Scream VI", invece, riesce a bilanciare bene tutti gli elementi caratteristici della saga di Ghostface: c'è il film di genere che presenta e mette in discussione gli stessi elementi di cui è composto, c'è il mistero dietro l'ennesimo assassino, c'è la lunga serie di omicidi violenti e "creativi", c'è l'elemento surreale/irreale che si abbraccia con pacifica indifferenza (300 pugnalate dopo, la vittima di turno è ancora viva; l'assassino uccide qualcuno sullo sfondo senza far alcun rumore e il suo prossimo obiettivo nemmeno se ne accorge; Ghostface ha la stessa agilità e forza di un supereroe, nonché una certa dose di chiaroveggenza sapendo esattamente cosa sta per accadere, materializzandosi in appartamenti, case, teatri abbandonati... insomma, sempre un passo ai protagonisti). Il tutto per un risultato finale sorprendentemente coeso, consapevole e spassoso (chiaro, per chi apprezza il genere).
Senza dimenticare che, nel riportare in auge la saga, i nuovi due capitoli - questo in particolare - sono riusciti a stabilire le connessioni giuste con la storia originale, pur portando avanti una trama che si lascia finalmente alle spalle buona parte del bagaglio narrativo precedente. Capisco che Sidney Prescott (Neve Campbell) per tanti anni sia stata l'anima del progetto, però per quante volte ancora si poteva rendere interessante lo scontro tra lei e l'ennesimo fanatico di Ghostface? Diversamente da "Halloween", infatti, dove lo scontro è sempre e solo tra Laurie Strode e Michael Myers, qui la protagonista si vede perseguitata da una nemesi che non è mai la stessa, di fatto depotenziando l'epicità del franchise progetto dopo progetto. Con le premesse stabilite dalla nuova storia, invece, è la protagonista ad essere in controllo del suo destino, dovendo scegliere se abbracciare o meno la discutibile "eredità" paterna per trasformarsi lei stessa da vittima a carnefice, da Sidney Prescott a Ghostface.
La scelta viene praticamente fatta nel terzo atto di questa pellicola, il cambiamento si compie e la speranza di noi spettatori è che il prossimo episodio sappia gestire questo territorio narrativo inesplorato per la saga in maniera intelligente e sensata dal punto di vista della trama, portando avanti l'egregio lavoro fatto sin qui ed evitando di trasformare la nostra nuova eroina in una copia dell'ennesimo fan del serial killer mascherato.
Per ora, però, limitiamoci a dire che "Scream VI" è un'ottima aggiunta al catalogo del franchise, che il cast è variegato e interessante, che la mancanza di Sidney Prescott non si sente per niente e che, come sottolinea Ghostaface stesso, è assurdo che Gale Weathers (Courteney Cox) non avesse ancora ricevuto una telefonata dall'ennesimo psicopatico di turno. Si chiude il cerchio, la nuova strada è tracciata e, speriamo, il prossimo capitolo sarà altrettanto capace di rinvigorire l'eredità di "Scream".
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Cast: Melissa Barrera, Jasmin Savoy Brown, Jack Champion, Henry Czerny, Mason Gooding, Liana Liberato, Dermot Mulroney, Devyn Nekoda, Jenna Ortega, Tony Revolori, Josh Segarra, Skeet Ulrich, Samara Weaving, Hayden Panettiere, Courteney Cox.
Box Office: $67.1 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Ciao ciao Woodsboro, benvenuti a New York. La saga continua nella grande mela, si lascia Sidney Prescott alle spalle (io spero per sempre) e ritrova un vigore che non si vedeva da anni. La trama è ben architettata, tiene bene la suspence e alterna i vari omicidi col ritmo giusto, ribadendo le regole fisse del genere (e di conseguenza del franchise), pur aggiungendone alcune nuove che fanno pregustare un interessante futuro a venire.
Certamente non un film per tutti - non si sono certo risparmiati dal mostrare le scene più violente - ma un'ottima aggiunta ad un franchise che, 10 anni fa, sembrava morto e sepolto. Ma se c'è una cosa che gli horror ci hanno insegnato è che non bisogna mai dare per scontato che l'omicida sia morto per davvero... Premi: /
Parola chiave: Richie Kirsch.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 10 marzo 2023

Film 2178 - Scream

Intro: Con il sequel in arrivo al cinema nel giro di pochi giorni, ho voluto testare la reticenza di Ciarán per il genere e vedere se, alla fine, anche lui sarebbe diventato un fan di questa saga.

Film 2178: "Scream" (2022) di Matt Bettinelli, OlpinTyler Gillett
Visto: dal portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: sarò onesto, ricordavo poco di questo reboot-nonché-quinto-capitolo-della-saga al di là di chi si nascondesse questa volta dietro la maschera, chi morisse e quelo strano caso delle allucinazioni familiari. E, ad essere ancora più onesto, nemmeno mi ero reso conto che tra le protagoniste di questo capitolo ci fosse nientemeno che la futura Wednesday Adams della famosissima serie Netflix, Jenna Ortega. Quindi, in effetti, rivedere "Scream" mi ha fatto sicuramente bene in previsione dell'uscita di "Scream VI" (che, per carità, la trama si sarebbe seguita lo stesso, ma sicuro ha aiutato avere un'idea più generale dell'accaduto).
In generale devo dire che questo nuovo "Scream" modernizzato ha fatto assolutamente colpo, il casting è azzeccato, la trama funziona, l'ossessione cinematografica continua a gonfie vele e, tutto sommato, il ritorno di Ghostface fa giustizia a quel primo capitolo che nel 1996 conquistò il mondo e in parte riscrisse le regole dell'horror (l'unico nome famoso del cast fatto fuori dopo la prima scena di apertura? Iconico).
Mi pare che questa nuova era del franchise sia cominciata con il piede giusto, rinvigorendo i principi cardine del prodotto originale, pur riuscendo a proporre elementi e personaggi nuovi in grado di dare nuova vita a un progetto che, dopo il quarto capitolo, sembrava avere esaurito le cartucce a disposizione. Sidney Prescott, di fatto, passa il testimone (per ora) e, tutto sommato, il film funziona benissimo lo stesso.
Film 1123 - Scream
Film 2057 - Scream
Film 2184 - Scream
Film 1249 - Scream 3
Film 326 - Scream 4
Film 2091 - Scream
Film 2178 - Scream
Film 2179 - Scream VI
Cast: Melissa Barrera, Mason Gooding, Jenna Ortega, Jack Quaid, Marley Shelton, Courteney Cox, David Arquette, Neve Campbell.
Box Office: $140 milioni
Vale o non vale: Gli spaventi, come sempre, sono praticamente inesistenti, eppure lo spettatore non rimane deluso. Il punto di "Scream" non è spaventare, la storia è sempre stata più interessata a un commento sociale e generazionale, oltre che mettere alla berlina certi cliché del genere horror. Qui è tutto ancora più enfatizzato dal fatto che questo film fa il verso al film fittizio che si ispira alla vicenda di Sidney ("Stab") che, ovviamente, non è altra che la storia raccontata nel primo "Scream". #meta
Chi cerca un film dell'orrore che faccia meno paura e più intrattenimento - inevitabile continuare a chiedersi chi sia l'assassino - ha trovato pane per i suoi denti (questo titolo quanto gli altri episodi della saga). Non importa quante volte un personaggio venga pugnalato, se qualcuno fosse creduto morto o in che modo Ghostface riesca a mettere a segno tutti i suoi delitti nelle maniere o situazioni più assurde... tutto passa in secondo piano perché in realtà la saga di "Scream" è godibile per quello che è: un prodotto del genere horror che non si prende troppo sul serio e trova sempre un modo per sorprendere lo spettatore. Premi: /
Parola chiave: Requel.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 7 marzo 2023

Film 2177 - Cocaine Bear

Intro: Per me, un film arrivato un po' dal nulla e che mi ha convinto a vederlo semplicemente grazie a titolo e poster. Ieri, quindi, subito al cinema.

Film 2177: "Cocaine Bear" (2023) di Elizabeth Banks
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: non sapevo davvero cosa aspettarmi da questo film. L'idea generale che mi ero fatto prima di entrare in sala è che si trattasse di uno di quei B-movies sgangherati trainati al cinema solamente grazie all'idea alla base del progetto (in questo caso la storia di un orso che, accidentalmente, sniffa e ingurgita cocaina e incomincia una sorta di strage tra i boschi). La verità è che, per quanto assurdo e fuori di testa, "Cocaine Bear" funziona alla grande.
Basato sulla vera storia di un orso nero che, nel 1985, venne trovato morto in Georgia con in corpo 34kg di cocaina - valore all'epoca: 20 milioni di dollari - il film riprende solamente l'idea di base della vicenda reale, per poi riproporla in chiave horror/pulp (e a tratti comica), per un risultato finale che spazia tra assurdo e geniale, passando per macabro e splatter. Del resto cosa potevamo aspettarci da un titolo su un orso cocainomane?
Nonostante l'orso originale non avesse fatto alcuna vittima, qui i personaggi cadono inesorabilmente uno dopo l'altro. Non da subito, però, perchè la narrazione si prende il giusto tempo per descrivere premessa e protagonisti. Sorprendentemente, infatti, la storia non si risparmia un intreccio complesso e ingarbugliato, oltre che un numero considerevole di personaggi che finirà prima o poi per incontrarsi (o incontrare l'orso, ovviamente). Questo aspetto del film, in particolare, mi ha sorpreso, dato che davvero non mi aspettavo che la sceneggiatura si sarebbe presa la briga di andare oltre il minimo sindacale per un prodotto che inizialmente parrebbe agganciare lo spettatore solo grazie al titolo accattivante e la premessa originale. Cosa succede se un orso si facesse di coca in mezzo ai boschi? Beh, qui la risposta e meno scontata del previsto.
Divertente (a modo suo), sopra le righe e meno banale di tanti film visti al cinema di recente, "Cocaine Bear" è stata l'avventura più selvaggia che abbia visto al cinema di recente.
Cast: Keri Russell, O'Shea Jackson Jr., Christian Convery, Alden Ehrenreich, Brooklynn Prince, Isiah Whitlock Jr., Margo Martindale, Kristofer Hivju, Matthew Rhys, Ray Liotta.
Box Office: $53.2 milioni
Vale o non vale: Certamente non un prodotto per tutti - o per tutti gli stomaci - "Cocaine Bear" non risparmia davvero niente al suo spettatore. Per chi apprezza il genere, un titolo imperdibile. La premessa dell'orso sotto l'effetto di stupefacenti, poi, è troppo ghiotta per essere persa. Effetti speciali gredibili a sufficienza e un ottimo cast capitanato da Keri Russell, con Ray Liotta in una delle sue ultime apparizioni cinematografiche prima della scomparsa meno di un anno fa. Premi: /
Parola chiave: Cocaina.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 6 marzo 2023

Film 2176 - Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Intro: La saga Marvel di Ant-Man mi è piaciuta fin da subito, quindi appena ho potuto mi sono fiondato al cinema a recuperare il nuoco capitolo.

Film 2176: "Ant-Man and the Wasp: Quantumania" (2023) di Peyton Reed
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: così comincia la fase 5 dell'universo Marvel e, diciamocelo fin da subito, le cose non promettono benissimo. Questo terzo "Ant-Man" manca di molte cose, a partire dalla personalità: non si ride granché, il tono è tutto sbagliato (non abbastanza serio e allo stesso non divertente a sufficienza), ci sono una marea di nuovi personaggi con cui non si ha il tempo di familiarizzare, Michelle Pfeiffer è più fondamentale per la trama di Ant-Man (Paul Rudd) stesso e la sensazine finale è che si sia perso lo spirito giocoso del personaggio che, fino ad ora, non si era mai preso troppo sul serio.
Questo nuova mania della Marvel di buttarci addosso una marea infinita di universi e mondi paralleli mi pare stia perdendo un po' il suo focus. Con il sequel di "Doctor Strange" sono riusciti a malapena a dare un senso alla location multidimensionale e anche qui mi pare si riproponga lo stesso problema. Siamo passati dall'incommensurabilmente grande al microscopico, eppure le premesse sono le stesse: un'infinità di possibilità e variabili, di mondi inesplorati, galassie popolate di civiltà mai sentite prima (sì perchè adesso anche nel sub-atomico dobbiamo per forza trovarci forme di vita simili a noi). Ce n'era bisogno? Visto il risultato finale, non credo. Ed è un peccato, perchè fino ad ora "Ant-Man" era rimasto uno dei personaggi che ancora si proponevano con una certa originalità e stile personale (soprattutto nel primo film).
La verità è che questo "Ant-Man and the Wasp: Quantumania" sembra una copia mal riuscita di "Endgame", con la differenza che per ottenere quel risultato in termini di pathos e interesse del pubblico, ci sono voluti anni e una buona manciata di film. Senza offesa, ma come si può pretendere che il pubblico si interessi alla storia dei popoli braccati da Kang se non li abbiamo mai visti prima d'ora?A meno di un'ora dall'inizio del film siamo già stati catapultati in anni di guerre pregresse, passati di conquiste, la storia di Janet (Pfeiffer) e il racconto di Scott Lang (Rudd) post "Endgame". Ed è tutto TROPPO veloce, quasi artificiale.
Per non parlare del fatto che, nel mezzo, c'è la storia familiare di Scott, qui alle prese con la figlia ribelle che, all'inizio del film, ha perso un po' del rispetto che aveva per il padre. E come già è successo per altri eori della Marvel (Thro in primis), anche Ant-Man si è tramutato in una sorta di barzelletta, un po' preso in giro da tutti quelli che gli stanno intorno. E non che Scott Lang fosse mai stato uno da prendere troppo sul serio, per carità, però la linea si assottiglia man mano che ti fai beffa del tuo protagonista.
Onestamente sono rimasto deluso da questo film. Non che sia un prodotto terribile, per carità, si lascia guardare e fa quello per cui si è pagato - ovvero intrattenere lo spettatore il giusto indispensabile - ma non è più sufficiente lo spettacolo visivo, c'è davvero bisogno più che mai di sostanza e, forse ancora di più, di una direzione. "Ant-Man and the Wasp: Quantumania" sarebbe tranquillamente potuto essere uno speciale per la tv in termini di qualità della storia perché manca dei tempi giusti e delle capacità di creare quel senso di attesa e pathos nello spettatore a causa di una certa fretta narrativa (anche dettata dai troppi personaggi in scena e dagli innumerevoli accadimenti durante a malapena 2 ore di film). C'è troppa carne al fuoco e il risultato finale è veramente tiepidino. Peccato.
Ps. Il numero delle volte in cui viene nominato il personaggio di Janet per nome durante i 124 minuti di pellicola è insensato.
Pps. Orrore, orrore, orrore per l'inutile personaggio demenziale di Corey Stoll che qui torna nei panni di Darren Cross nel nuovo formato M.O.D.O.K. Tremendo.
Film 1004 - Ant-Man
Film 1195 - Ant-Man
Film 1975 - Ant-Man and the Wasp
Film 2176 - Ant-Man and the Wasp: Quantumania
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Jonathan Majors, Kathryn Newton, David Dastmalchian, Katy O'Brian, William Jackson Harper, Bill Murray, Michelle Pfeiffer, Corey Stoll, Michael Douglas.
Box Office: $419.6 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Marvel ultimamente ha prodotto sicuramente di peggio, ma questo "Ant-Man 3" è un grande passo indietro rispetto ai precedenti capitoli della serie. Se si lascia guardare è principalmente grazie alla magnifica performance di Jonathan Majors nei panni del nuovo cattivo Kang, veramente fantastica. Il resto è abbastanza dimenticabile. Premi: /
Parola chiave: Janet.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi