lunedì 30 dicembre 2019

Film 1716 - The Favourite

Intro: Il lavoro di Lanthimos mi intriga molto, anche se l'ultimo "The Killing of a Sacred Deer" non mi aveva particolarmente convinto. Le recensione per questa pellicola erano, però, pazzesche, senza contare che il cast era semplicemente magnifico. Non potevo perdermelo.
Film 1716: "The Favourite" (2018) di Yorgos Lanthimos
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come sempre mi aspettavo qualcos'altro, forse qualcosa di più. Il problema non è il film in sé - come quasi sempre -, ma le aspettative, quello che leggo, le recensioni, ecc. "The Favourite" è un prodotto assolutamente ben realizzato, creativo, che presenta una storia del passato con un piglio totalmente moderno che trasforma il concetto di "storico" e lo ripresenta in forma originale, spoglio di quella pomposità tipico di titoli simili.
Per quanto mi riguarda il fascino di questo film deriva da due fattori principali: la storia, intesa sia come l'originale (quella della regina Anna, monarca del Regno Unito nel '700) che la presentazione fatta da Lanthimos; le tre protagoniste Colman, Stone e Weisz, perfetto trio che mescola potere e sessualità, strategia e vendetta. Questi due elementi valgono da soli la visione. In particolare la performance di Colman è inarrivabile, costruita grazie a una serie di strati di insicurezza, vulnerabilità, solitudine, remissione, desiderio di amore e passione, il tutto per un mix umano straziante, divertente, realistico come poche altre volte si è visto sul grande schermo. Oscar meritatissimo (anche se speravo di cuore fosse la volta di Glenn Close, se non altro come riconoscimento di una carriera pazzesca).
In generale, quindi, "The Favourite" mi ha conquistato, anche se non nella maniera "classica" che mi sarei aspettato. Meglio così, convenzionale è, oggi più che mai, noioso.
Cast: Olivia Colman, Emma Stone, Rachel Weisz, Nicholas Hoult, Joe Alwyn, James Smith, Mark Gatiss.
Box Office: $95.9 milioni
Vale o non vale: Sicuramente una pellicola da vedere. Realizzata benissimo, con un punto di vista estremamente interessante, la descrizione di una vita apparentemente plausibilmente meravigliosa, in realtà difficile, triste, complicata da malattia, debolezze e vizi, forze politiche, desideri di potere e, naturalmente, sentimenti.
Le tre protagoniste sono meravigliose, il punto di vista di Lanthimos sempre tra i più originali oggi sulla piazza.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Miglior attrice protagonista (Coleman) su 10 candidature totali (Miglior fil, regia, sceneggiatura originale, costumi, scenografie, fotografia, montaggio e attrici non protagoniste per Weisz e Stone); 5 nomination ai Golden globe (tra cui Miglior film) e vittoria per Colman come Miglior attrice musical o commedia; 12 nomination (tra cui Miglior film e regia) ai BAFTA e 7 premi vinti (Miglior film britannico, attrice protagonista, attrice non protagonista per Weisz, sceneggiatura originale, trucco, costumi e scenografie); 2 premi al Festival del cinema di Venezia: Leone d'argento e Coppa Volpi per la Miglior attrice (Colman).
Parola chiave: Love.

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venerdì 20 dicembre 2019

Film 1715 - Green Book

Intro: Potevo forse perdermi uno dei film più (positivamente) chiacchierati dell'anno? Mai, soprattutto perché candidato praticamente a qualunque premio che conta.
Film 1715: "Green Book" (2018) di Peter Farrelly
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: un bel film, di quelli che ti rimettono in sesto lo spirito, buonista a livelli estremi, recitato benissimo e, nonostante tutto questo, il miglior film del 2018? Sicuramente non il mio.
Detto questo, nonostante le altissime aspettative, "Green Book" non mi ha deluso, semplicemente mi è parso più semplice di quanto non mi sarei aspettato, quasi lineare. Probabilmente, visto il gigantesco successo ottenuto, mi immaginavo una storia più complessa, più elaborata; il che non vuol dire che si tratti di un prodotto "semplice", ma che nonostante le avversità affrontate dai protagonisti, il lieto fine che fa sentire bene e soddisfatto lo spettatore è inevitabile e la vicenda straordinaria va a parare proprio dove ti immagini. Chiaro, colpisce che sia una storia vera e non è certo mia intenzione sminuire quanto mostrato qui, dico solo che "Green Book" è stata una scelta fin troppo sicura da parte dell'Academy nel momento in cui si è trattato di fare una scelta legata alla qualità della produzione 2018.
In ogni caso ho trovato Viggo Mortensen magnifico e assolutamente meritevole di vittoria nella sua categoria - nonostante fosse più una speranza mia che una possibilità concreta -, più di quel Mahershala Ali già vincitore per un'interpretazione in "Moonlight" che tutt'oggi non mi ha minimamente colpito. Ciò detto, il racconto dell'amicizia tra Frank "Tony Lip" Vallelonga e Don Shirley andava regalata al pubblico, specialmente in un momento storico in cui intolleranza, razzismo e omofobia sono problematiche reali e preoccupanti. Il film di Peter Farrelly, infatti, ci ricorda che al di là di qualsiasi pregiudizio una persona possa nutrire, se dotata di intelligenza saprà superare il suo limite tanto da andare contro ciò in cui fermamente credeva prima, così da abbracciare il nuovo, il diverso, l'inaspettato. E questo, per quanto semplice, non può fare a meno di farci sentire bene. O quantomeno speranzosi.
Cast: Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Sebastian Maniscalco, Dimiter D. Marinov, Mike Hatton, P.J. Byrne.
Box Office: $323.5 milioni
Vale o non vale: Storia vera di un'amicizia che per epoca storica e persone coinvolte sembrerebbe impensabile e, invece, diventa una solida realtà. Seguiamo Tony e Don in giro per la razzista America del sud, siamo testimoni delle ingiustizie e delle cattiverie, prendiamo coscienza dell'esistenza di quel libricino verde (una guida annuale per viaggiatori prettamente afroamericani) e, nonostante tutte le avversità, abbiamo sempre la sensazione che le cose andranno per il meglio.
Un film ben fatto, una storia edificante e sicuramente coinvolgente, un titolo che è un peccato perdere. Non il mio preferito della passata stagione, ma non per questo meno meritevole del raccontare la propria storia.
Premi: Vincitore di 3 premi Oscar per Miglior film, sceneggiatura originale e attore non protagonista (Ali) su 5 nomination (Miglior attore protagonista e montaggio); 3 Golden Globes vinti su 5 nomination (rispettivamente Miglior film commedia o musical, attore non protagonista, sceneggiatura e Miglior attore protagonista e regia); 1 BAFTA vinto per il Miglior attore non protagonista su 4 nomination (film, attore protagonista e sceneggiatura originale). Peter Farrelly è stato candidato al Razzie per il Redeemer Award (categoria che premia chi si è riscattato dopo performance o titoli considerati di bassa qualità).
Parola chiave: Tour.

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giovedì 19 dicembre 2019

Film 1712 - Il ritorno di Mary Poppins

Intro: Non sono un grandissimo fan dell'originale e non ero particolarmente rapito all'idea di un sequel, men che meno di vederlo in italiano...
Film 1712: "Il ritorno di Mary Poppins" (2018) di Rob Marshall
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Tommaso
In sintesi: una volta ero pigramente soddisfatto di guardare qualsiasi pellicola doppiata in italiano, nessun problema in proposito; oggi non posso onestamente sopportare l'idea.
Vedere un musical con i numeri musicali riscritti in un'altra lingua funziona poco e nonostante l'evidente sforzo - e buon risultato, per carità -, il risultato finale è inevitabilmente compromesso. Non credo rivedrei comunque questa pellicola un'altra volta (chissà), in ogni caso sono sicuro che in lingua originale sarebbe tutta un'altra storia. Emily Blunt ha l'attitudine giusta, un accento perfetto e quel British charme che la collega perfettamente al personaggio storico di Mary Poppins: funziona ed è stata certamente la scelta giusta come protagonista (il doppiaggio in italiano è meno fermo e più tendente a una punta di dolcezza che mi sembra, vedendo il trailer, mancare all'originale). Il film in sé, però, non so quanto ricalchi i nostri tempi. "Mary Poppins Returns" suona tantissimo come un'operazione nostalgica che aggiunge poco alla magia dell'originale e che, troppo spesso, tenta di ricalcarne stile e twist narrativi. Insomma, tenta di agganciare un nuovo pubblico, ma finisce per rivolgersi principalmente a chi ha apprezzato il primo titolo (e sono in molti, ci mancherebbe). Detto questo, non ho particolarmente amato questo "Mary Poppins" numero 2 e, anzi, devo ammettere, mi sono perfino addormentato per qualche minuto.
Cast: Emily Blunt, Lin-Manuel Miranda, Ben Whishaw, Emily Mortimer, Julie Walters, Dick Van Dyke, Angela Lansbury, Colin Firth, Meryl Streep.
Box Office: $349.5 milioni
Vale o non vale: L'originale è l'originale, ci mancherebbe, e non credo assolutamente questo film tentasse di sostituirsi al primo "Mary Poppins", quanto più che altro fornirne una versione più moderna e contemporanea. Ci riesce in parte, nel senso che spesso rimane bloccato negli stessi meccanismi che 54 anni prima hanno reso tanto popolare il primo film. In questo senso, chi lo ha amato apprezzerà anche questo sequel, ma non sono sicuro che tutto il pubblico apprezzerà questo musical colorato e buonista. Una cosa eccellente, però, sicuramente c'è: "Mary Poppins Returns" ha riportato Angela Lansbury sul grande schermo. E anche solo per questo c'è da ringraziare (ma c'è da aspettare il finale)!
Premi: Candidato a 4 Oscar (Migliori scenografie, costumi, colonna sonora e canzone originale per "The Place Where Lost Things Go"), 4 nomination ai Golden Globes (Miglior film musical o commedia, attrice protagonista, attore protagonista e colonna sonora) e 3 ai BAFTA (costumi, scenografie e colonna sonora); 1 nomination ai Grammy 2020 per Best Score Soundtrack for Visual Media.
Parola chiave: Azioni della banca.

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Film 1701 - The Wife

Intro: La stagione dei premi è alle porte, la maggior parte delle manifestazioni che contano hanno reso pubbliche le nomination per il loro meglio del meglio e, con gli Oscar pronti a fare lo stesso i primi di gennaio, devo veramente mettermi in pari, quantomeno rispetto a quei prodotti che hanno già ricevuto menzioni importanti. Incomincio comunque con la stagione passata, giusto per fare capire quanto io sia ancora indietro (qualcosa come 152 film a oggi...).
Film 1701: "The Wife" (2017) di Björn L. Runge
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: il film nel complesso non è un capolavoro, ma Glenn Close è fenomenale. La storia intrigante della brava moglie che sostiene il marito nel suo viaggio a Stoccolma verso la premiazione del Nobel, segreti annessi, è propulsore di un racconto che parte piano e, sicuramente, si prende il suo tempo per delineare tutti i dettagli, rivelando un colpo di scena forse meno sorprendente di quanto non si sarebbe voluto, ma comunque d'effetto. Chi c'è, infatti, dietro al successo letterario di Joe Castleman (Jonathan Pryce)?
"The Wife" è un buon prodotto di classe che, pur non sconvolgendo lo spettatore, riesce a rimanere impresso e per la buona esecuzione e per il ritratto della coppia protagonista, tra successi letterari, tradimenti, compromessi e quel piccolo, gigantesco segreto rinchiuso tra le pareti di un matrimonio che comincia a scricchiolare. Il risultato finale è buono, non fosse anche solo per l'ennesima, gigantesca prova d'attrice dell'intramontabile Close. Che sì, questa volta meritava l'Oscar più di chiunque altro.
Cast: Glenn Close, Jonathan Pryce, Christian Slater, Max Irons, Annie Starke, Harry Lloyd, Elizabeth McGovern.
Box Office: $18.4 milioni
Vale o non vale: Non certo un prodotto dinamico, questo film tratto dal romanzo di Meg Wolitzer vive principalmente delle ottime interpretazioni dei suoi protagonisti e di quel sorprendente segreto di cui non tarderemo a venire a conoscenza.
Non una pellicola per tutte le occasioni, ma sicuramente un film interessante e ben fatto.
Premi: Candidato all'Oscar, Golden Globe e BAFTA per la Miglior attrice, Close ha vinto il secondo, ma perso contro Olivia Colman alle altre due premiazioni.
Parola chiave: Talento.

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mercoledì 18 dicembre 2019

Film 1692 - She's Out of My League

Intro: Alla ricerca di una pellicola spensierata per una serata di relax sul divano.
Film 1692: "She's Out of My League" (2018) di Jim Field Smith
Visto: dalla tv
Lingua: inglese
Compagnia: Howie
In sintesi: stupidino e semplice semplice, però mi ha fatto (di nuovo) ridere.
Film 127 - Lei è troppo per me
Film 1692 - She's Out of My League
Cast: Jay Baruchel, Alice Eve, Mike Vogel, T.J. Miller, Nate Torrence, Krysten Ritter, Geoff Stults, Lindsay Sloane.
Box Office: $49.8 milioni
Vale o non vale: Certo non un capolavoro, ma fa il suo dovere se si cerca un prodotto semplice che faccia divertire.
Premi: /
Parola chiave: Relationship.

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domenica 15 dicembre 2019

Film 1691 - Bohemian Rhapsody

Intro: Quanti avrebbero scommesso su un cesso così clamoroso per questa pellicola? Io no di sicuro, lo ammetto. E, invece, i fans dei Queen erano all'ascolto...
Film 1691: "Bohemian Rhapsody" (2018) di Bryan Singer
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Raiti
In sintesi: non sono uscito dal cinema soddisfatto. Ho trovato "Bohemian Rhapsody" molto glam e intrigante per quanto riguarda la storia che racconta, ma rispetto alla la realizzazione in sé, mi è sembrato più un buon film per la tv che un prodotto per il cinema. Recentemente ne ho rivisto qualche pezzo e, seppur ancora convinto che la realizzazione potesse essere meno "di plastica", ho parzialmente rivisto la mia opinione. E' innegabile che questa pellicola porti con sé una carica trascinante, il che è principalmente dovuto al mostruoso repertorio dei Queen, e il risultato finale, per quanto semplicistico, porta comunque al pubblico la storia di una delle personalità della musica più influente di tutti i tempi. Avrei gradito un approccio meno naif relativamente all'ascesa verso il successo della band - qui praticamente data per scontata - e un più aperto approccio alla questione omosessuale, detto questo, Rami Malek porta sulle sue spalle tutto il peso di questa operazione e lo fa magnificamente, tanto che a volte ci si chiede se non sia veramente Mercury. A lui il merito di dare al grande artista la profondità e la visibilità che merita.
Rimane il fatto che, una volta dato tutto il merito del caso al protagonista, alle canzoni, al personaggio, di "Bohemian Rhapsody" resta molto poco: i comprimari sono trasparenti e mancano di approfondimento e la sceneggiatura si prende poche responsabilità e pare più si limiti a mettere in fila una serie di eventi che raccontare la vita di un uomo e un artista. Poi, per carità, il film ha funzionato lo stesso, richiamando orde di fan al cinema e spingendo la musica della band nuovamente in cima alle classifiche, per cui commercialmente questo prodotto è stato un trionfo; dal punto di vista della qualità, però, si sarebbe potuto fare di più (non condivido assolutamente la nomination all'Oscar come Miglior film).
In ogni caso "Bohemian Rhapsody" ha funzionato su più livelli, ha stupito tantissimi e ha riavvicinato il pubblico - vecchio e nuovo - al lavoro dei Queen. Anche solo per questo, chapeau.
Cast: Rami Malek, Lucy Boynton, Gwilym Lee, Ben Hardy, Joe Mazzello, Aidan Gillen, Allen Leech, Tom Hollander, Mike Myers.
Box Office: $903.7 milioni
Vale o non vale: Per molteplici motivi, un prodotto da vedere, anche solo per il fatto che si è trattata di una delle pellicole più di successo e chiacchierate della stagione passata. Malek è bravissimo e i fan dei Queen dovrebbero apprezzare. Colonna sonora inevitabilmente fantastica.
Premi: 4 Oscar vinti su 5 nomination per Miglior attore protagonista, montaggio, montaggio sonoro e mixaggio sonoro (la pellicola ha perso solo nella categoria Miglior film); 2 Golden Globe vinti su 2 nomination per Miglior film drammatico e attore protagonista; 2 BAFTA vinti (per attore e sonoro) su 7 nomination (tra cui Miglior film britannico, montaggio e makeup). Candidato al David di Donatello per Miglior film straniero.
Parola chiave: Live Aid.

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lunedì 9 dicembre 2019

Golden Globes 2020: nomination e vincitori

77th Golden Globe Awards

Best Motion Picture - Drama
1917
The Irishman
Joker
Marriage Story
The Two Popes

Best Motion Picture - Musical or Comedy
Dolemite Is My Name
Jojo Rabbit
Knives Out
Once Upon a Time in...Hollywood
Rocketman

Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Drama
Cynthia Erivo, Harriet
Scarlett Johansson, Marriage Story
Saoirse Ronan, Little Women
Charlize Theron, Bombshell
Renée Zellweger, Judy

Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Drama
Christian Bale, Ford v Ferrari
Antonio Banderas, Pain and Glory
Adam Driver, Marriage Story
Joaquin Phoenix, Joker
Jonathan Pryce, The Two Popes

Best Performance by an Actress in a Motion Picture - Musical or Comedy
Awkwafina, The Farewell
Cate Blanchett, Where'd You Go Bernadette?
Ana de Armas, Knives Out
Beanie Feldstein, Booksmart
Emma Thompson, Late Night

Best Performance by an Actor in a Motion Picture - Musical or Comedy
Daniel Craig, Knives Out
Roman Griffin Davis, Jojo Rabbit
Leonardo DiCaprio, Once Upon a Time in...Hollywood
Taron Egerton, Rocketman
Eddie Murphy, Dolemite Is My Name

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in Any Motion Picture
Kathy Bates, Richard Jewell
Annette Bening, The Report
Laura Dern, Marriage Story
Jennifer Lopez, Hustlers
Margot Robbie, Bombshell

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in Any Motion Picture
Tom Hanks, A Beautiful Day in the Neighborhood
Anthony Hopkins, The Two Popes
Al Pacino, The Irishman
Joe Pesci, The Irishman
Brad Pitt, Once Upon a Time in...Hollywood

Best Director - Motion Picture
Bong Joon-ho, Parasite
Sam Mendes, 1917
Todd Phillips, Joker
Martin Scorsese, The Irishman
Quentin Tarantino, Once Upon a Time in...Hollywood

Best Screenplay - Motion Picture
Noah Baumbach, Marriage Story
Bong Joon-ho and Jin Won Han, Parasite
Anthony McCarten, The Two Popes
Quentin Tarantino, Once Upon a Time in...Hollywood
Steven Zaillian, The Irishman

Best Foreign Language Film
The Farewell
Les Misérables
Pain and Glory
Parasite
Portrait of a Lady on Fire

Best Animated Feature Film
Frozen II
How to Train Your Dragon: The Hidden World
The Lion King
Missing Link
Toy Story 4

Best Original Score - Motion Picture
Alexandre Desplat, Little Women
Hildur Guonadóttir, Joker
Randy Newman, Marriage Story
Thomas Newman, 1917
Daniel Pemberton, Motherless Brooklyn

Best Original Song - Motion Picture
"Beautiful Ghosts" (Cats) — Taylor Swift & Andrew Lloyd Webber
"I'm Gonna Love Me Again" (Rocketman) — Elton John & Bernie Taupin
"Into the Unknown" (Frozen II) — Robert Lopez & Kristen Anderson-Lopez
"Spirit" (The Lion King) — Beyoncé Knowles-Carter, Timothy McKenzie & Ilya Salmanzadeh
"Stand Up" (Harriet) — Joshuah Brian Campbell & Cynthia Erivo

Best Television Series - Drama
Big Little Lies
The Crown
Killing Eve
The Morning Show
Succession

Best Performance by an Actress in a Television Series - Drama
Jennifer Aniston, The Morning Show
Olivia Colman, The Crown
Jodie Comer, Killing Eve
Nicole Kidman, Big Little Lies
Reese Witherspoon, The Morning Show

Best Performance by an Actor in a Television Series - Drama
Brian Cox, Succession
Kit Harington, Game of Thrones
Rami Malek, Mr. Robot
Tobias Menzies, The Crown
Billy Porter, Pose

Best Television Series - Comedy or Musical
Barry
Fleabag
The Kominsky Method
The Marvelous Mrs. Maisel
The Politician

Best Performance by an Actress in a Television Series - Comedy or Musical
Christina Applegate, Dead to Me
Rachel Brosnahan, The Marvelous Mrs. Maisel
Kirsten Dunst, On Becoming a God in Central Florida
Natasha Lyonne, Russian Doll
Phoebe Waller-Bridge, Fleabag

Best Performance by an Actor in a Television Series - Comedy or Musical
Michael Douglas, The Kominsky Method
Bill Hader, Barry
Ben Platt, The Politician
Paul Rudd, Living With Yourself
Ramy Youssef, Ramy

Best Television Limited Series or Motion Picture Made for Television
Catch-22
Chernobyl
Fosse/Verdon
The Loudest Voice
Unbelievable

Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television
Christopher Abbott, Catch-22
Russell Crowe, The Loudest Voice
Jared Harris, Chernobyl
Sam Rockwell, Fosse/Verdon
Sacha Baron Cohen, The Spy

Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television
Kaitlyn Dever, Unbelievable
Joey King, The Act
Helen Mirren, Catherine the Great
Merritt Wever, Unbelievable
Michelle Williams, Fosse/Verdon

Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television
Patricia Arquette, The Act
Toni Collette, Unbelievable
Meryl Streep, Big Little Lies
Emily Watson, Chernobyl
Helena Bonham Carter, The Crown

Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television
Alan Arkin, The Kominsky Method
Kieran Culkin, Succession
Andrew Scott, Fleabag
Stellan Skarsgard, Chernobyl
Henry Winkler, Barry

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domenica 8 dicembre 2019

Film 1690 - First Man

Intro: Una storia incredibile, un regista e un attore che insieme hanno già fatto un miracolo cinematografico, la luna, lo spazio e un pezzo di storia dell'umanità. Vogliamo altro da una sola pellicola?
Film 1690: "First Man" (2018) di Damien Chazelle
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: Damien Chazelle e Ryan Gosling si ritrovano dopo i fasti e gli onori di "La La Land" in una pellicola che più distante dal precedente musical non si può e, nonostante tutti i buoni propositi, vanno meno a segno di quanto non ci si sarebbe aspettato.
Non perché "First Man" sia un prodotto non valido, per carità, ma sicuramente manca di una certa freschezza e leggerezza che avrebbero giovato ad un film la cui storia è sicuramente elettrizzante: Neil Armstrong è il primo uomo (first man, appunto) a sbarcare sulla luna.
Lo spettatore si trova di fronte ad una storia meno glam e sfarzosa del previsto e, anzi, si scava nel profondo dei personaggi fin da subito, mettendo da parte per troppo tempo quello che è il motore principale del racconto, ovvero come sia stata organizzata e messa in pratica la missione. E' chiaro che contesto e mise-en-scène giocano due ruoli fondamentali enlla narrativa cinematografica, il punto è che qua si tende un po' troppo al dettaglio e il risultato è che la storia ingrana - finalmente - dopo troppo tempo.
Per il resto "First Man" giova di un bravo protagonista (Gosling, ingiustamente lasciato da parte da qualsiasi premio che conti) e una Claire Foy sulla cresta dell'onda dopo le fortune di "The Crown", nonché di una regia capace e una storia che ha sicuramente dell'incredibile e riesce ancora oggi ad affascinare e lasciare senza parole (sì che ci siamo atterrati sulla luna, dai). Colonna sonora particolarmente intensa, effetti speciali credibili, ma a cui non avrei consegnato alcun Oscar.
Cast: Ryan Gosling, Claire Foy, Jason Clarke, Kyle Chandler, Corey Stoll, Christopher Abbott, Ciarán Hinds, Lukas Haas, Pablo Schreiber, Shea Whigham, Ethan Embry, Brian d'Arcy James, Olivia Hamilton.
Box Office: $105.7 milioni
Vale o non vale: Toni molto drammatici e una durata eccessiva ammazzano un po' un progetto altrimenti certamente interessante. La storia la conosciamo tutti, qui ci forniscono i dettagli.
Interessante e ben recitato, ma sicuramente non una pellicola per qualunque serata.
Premi: Candidato a 4 Oscar per Miglior scenografia, montaggio e missaggio sonoro ed effetti speciali, il film ha vinto per questi ultimi; 2 nomination ai Golden Globe per Miglior attrice non protagonista e colonna sonora, ha vinto per quest'ultima; 7 nomination ai BAFTA tra cui Miglior attrice non protagonista, sceneggiatura non originale, montaggio e fotografia. In competizione per il Leone d'Oro a Venezia.
Parola chiave: Braccialetto.

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Film 1689 - Halloween

Intro: Conosco la saga e, in parte, l'ho anche vista; rimane il fatto che non sono un conoscitore fedele, ma solo un frequentatore casuale, diciamo. Però sono rimasto molto incuriosito quando, in America, questo ennesimo titolo del franchise non solo ha sbancato il botteghino, ma anche raccolto buone critiche. Insomma, un horror di buona qualità non si trova facilmente, per cui non potevo non precipitarmi al cinema!
Film 1689: "Halloween" (2018) di David Gordon Green
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: inutile girarci intorno: "Halloween" 40 anni dopo funziona molto bene e lascia soddisfatti. Teso al punto giusto, spaventoso, violento, con una Jamie Lee Curtis perfetta nel ruolo di paladina di una giustizia privata che sa principalmente di vendetta, il film centra l'obiettivo di ridare linfa alla saga e proporre al contempo qualcosa di nuovo e vecchio combinato insieme, dando ulteriore popolarità a Laurie Strode e a quel sadico serial killer di Michael Myers. Insieme i due personaggi agli antipodi formano una coppia da horror perfetta e straordinariamente oliata se si pensa a quanto tempo sia passato dal primo, iconico capitolo.
La storia è abbastanza semplice: Myers scappa dalla struttura in cui è da decenni imprigionato e sorvegliato e, per onorare l'anniversario, si ripresenta alla porta di Laurie. Non prima di aver sterminato metà della gente sul suo cammino, ovviamente. Lo scontro tanto atteso tra vittima - ormai non più tale - e carnefice rappresenta il picco della storia, nonché il momento certamente più appagante in termini di resa dei conti. Che poi, neanche a dirlo, non è finita qui: "Halloween Kills" e "Halloween Ends" sono i due sequel in preparazione che arriveranno al cinema rispettivamente il 16 ottobre 2020 e il 15 ottobre 2021.
Film 1042 - Halloween - La notte delle streghe
Film 1835 - Halloween H20: 20 Years Later
Film 1689 - Halloween
Film 2062 - Halloween Kills
Film 2145 - Halloween Ends
Cast: Jamie Lee Curtis, Judy Greer, Andi Matichak, Will Patton, Virginia Gardner, Rhian Rees, Jefferson Hall, Virginia Gardner, Dylan Arnold, Miles Robbins, Drew Scheid.
Box Office: $255.5 milioni
Vale o non vale: Cercate una pellicola che vi faccia rannicchiare nella poltrona per la paura di ciò che succederà nella scena successiva? Bene, "Halloween" fa sicuramente per voi. Spaventoso, violento e ben concepito nel suo insieme, il sequel dell'originale del 1978 è un buon prodotto di terrore che lascerà soddisfatti non solo i fan della saga, ma anche chi fosse solo alla ricerca di qualche spavento cinematografico.
Premi: /
Parola chiave: Revenge.

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sabato 7 dicembre 2019

Film 1688 - Venom

Intro: Tutti ne parlavano, tutti andavano a vederlo: non ce lo siamo lasciati scappare neanche noi. Anche perché andare al cinema era la nostra attività preferita durante l'unico giorno libero del lunedì.
Film 1688: "Venom" (2018) di Ruben Fleischer
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: ai critici non sarà piaciuto per niente, ma di sicuro il pubblico ha gradito. Poi no, il risultato finale di questo primo titolo su Eddie Brock non è risultato il solito capolavoro Marvel - che qui condivide gli sforzi insieme a Sony e Columbia -, ma devo dire che mi aspettassi decisamente di peggio. Davvero da quello che avevo letto sembrava ci si dovesse preparare a un disastro su tutti i fronti, mentre "Venom" è una chiassosissima pellicola ripiena di effetti speciali e di twist della trama non particolarmente ispirati, eppure nel complesso il risultato finale è ok, certamente di intrattenimento quanto basta per portare la gente al cinema.
Non ci vedo niente di male nel portare al pubblico quel mix di cazzeggio e cazzata, specialmente quando si ha alla mano un protagonista così evidentemente diviso tra un'umanità e una disumanità tanto agli antipodi: Eddie muta per caso, non vuole e non sa come combattere il se stesso malvagio; Venom prende il sopravvento e fornisce una soluzione estrema e violentissima ai problemi del corpo di cui si è impadronito. Insomma, si poteva forse cercare di lanciarsi un tantino di più sull'introspezione e meno sull'esplosione, ma rimane il fatto che esistono pellicole ben più confuse o mal riuscite. Senza contare che si tratta di una combo Sony + Marvel i cui precedenti "The Amazing Spider-Man" 1 e 2 sono risultati in due gigantesche boiate. Insomma, secondo me si poteva fare molto, molto di peggio.
Ps. "Venom 2" arriva il 2 ottobre 2020.
Film 1688 - Venom
Film 2063 - Venom: Let There Be Carnage
Cast: Tom Hardy, Michelle Williams, Riz Ahmed, Scott Haze, Reid Scott, Jenny Slate, Melora Walters, Woody Harrelson, Peggy Lu.
Box Office: $856.1 milioni
Vale o non vale: Non sarà la migliore pellicola di sempre tratta da un fumetto, ma rimane comunque un titolo d'intrattenimento che giova di un grandissimo protagonista e un personaggio cattivo che, nonostante il suo operato totalmente fuori controllo, rimane piuttosto intrigante.
Premi: /
Parola chiave: Parassite.

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Film 1687 - The House

Intro: Non sono un fan di Will Ferrell, ma amo Amy Poehler, quindi volevo assolutamente vedere questa commedia.
Film 1687: "The House" (2017) di Andrew Jay Cohen
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: me lo aspettavo più divertente? Sì. Mi ha divertito? Sì.
Diciamo che questo "The House" aveva del potenziale intrattenitivo evidente, sia per la storia sia per il cast, che però rimane per la maggior parte non sfruttato, preferendo un cammino più convenzionale, forse una comicità più basica di quanto non si sarebbe voluto. Poi a me personalmente Ferrell non piace, ma Amy Poehler è una grandissima comica e professionista e, devo ammettere, tra di loro la chimica è evidente. Però il film non decolla mai veramente del tutto e rimane bloccato in quella bolla di scemenze surreali che un tempo potevano anche essere abbastanza per sostenere un'intera operazione cinematografica, ma al giorno d'oggi non sono più sufficienti. Insomma, lo spunto è interessante, la realizzazione scade troppo spesso nel banale.
Cast: Will Ferrell, Amy Poehler, Jason Mantzoukas, Nick Kroll, Allison Tolman, Michaela Watkins, Jeremy Renner, Alexandra Daddario.
Box Office: $34.2 milioni
Vale o non vale: Cosa fa una coppia di genitori senza soldi sufficienti per pagare le rate del college alla figlia quando la borsa di studio vinta da quest'ultima viene destituita? Mettono insieme un piano alternativo che prevede il trasformare una proprietà privata in un casinò illegale. I presupposti per un divertimento spensierato ci sono tutti, ma il film non convince del tutto. E' una trovata simpatica, ma ci si ferma a questo.
Premi: /
Parola chiave: Accetta.

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lunedì 2 dicembre 2019

Film 1686 - Call Me by Your Name

Intro: Dovevo decisamente rivederlo.
Film 1686: "Call Me by Your Name" (2017) di Luca Guadagnino
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: lo volevo rivedere principalmente perché la prima volta - erroneamente - mi aspettavo "Brokeback Mountain", per cui in parte avevo aspettative irrealistiche. La realtà è che "Call Me by Your Name" è un bel film ben fatto, che dà voce a un ragazzino alle prime esperienze con il sesso e la sessualità, in un Paese durante un certo momento storico non esattamente progressista.
Personalmente ho sentito, di nuovo, una forte connessione con il protagonista Elio (Chalamet) e la sua storia amorosa giovanile, un primo impatto con l'omosessualità che sa molto di qualcosa che vuoi e vorresti abbracciare, ma che risulta al contempo proibita e irraggiungibile. Come la love story con lo studente straniero Oliver (Hammer), un sogno che, seppur si realizzi, rimane comunque tale. Non a caso il finale è struggente, come lo sono i primi amori che ci colgono alla sprovvista.
Film 1530 - Call Me by Your Name
Film 1686 - Call Me by Your Name
Cast: Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois.
Box Office: $41.9 milioni
Vale o non vale: Il libro da cui è tratto è bellissimo e il film ne è una ben fatta trasposizione. I sentimenti e la profondità ci sono, la colonna sonora è spettacolare, Timothée Chalamet fa innamorare, Armie Hammer fa sognare. Poi io un nudo femminile non ce lo avrei messo (o lo avrei bilanciato con un maschile), detto questo, da vedere.
Premi: Candidato a 4 premi Oscar, tra cui Miglior film e attore protagonista (Chalamet), ha vinto per la Miglior sceneggiatura; il film ha vinto anche il BAFTA nella stessa categoria. 3 nomination ai Golden Globes (film, attore protagonista, attore non protagonista) e 2 ai Grammy (Best Compilation Soundtrack for Visual Media e Best Song Written for Visual Media). 2 David di Donatello vinti per Migliro sceneggiatura e canzone originale su 12 nomination (tra cui Miglior film e regia, ma niente per gli attori).
Parola chiave: Pesca.

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sabato 30 novembre 2019

Film 1685 - A Star Is Born

Intro: Il caso cinematografico e pop del 2018, ovvero imperdibile!
Film 1685: "A Star Is Born" (2018) di Bradley Cooper
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: onestamente ero molto, molto scettico. Sia perché non trovavo necessario il terzo remake di uno stesso film, sia perché la scelta di Lady Gaga come protagonista mi pareva discutibile. Col passare del tempo e considerato il successo globale riscontrato, una parte di me era assurdamente curiosa di capire come potesse essere successo che un titolo a cui avevo dato così poco credito potesse aver trovato un riscontro tanto sensazionale.
Ora diciamocelo, "A Star Is Born" non è un capolavoro, ma sicuramente ha il grande pregio di combinare intelligentemente una storia vecchia come il mondo - lui famoso e su una strada difficile, lei sconosciuta e talvolta indifesa, ma estremamente talentuosa: si innamorano e collaborano - con una colonna sonora molto contemporanea e ben riuscita grazie a una Lady Gaga in formissima e un Bradley Cooper sorprendentemente dotato. Detto questo, a mio avviso i grandi prodigi di questa pellicola terminano qui. Gaga è brava a fare Gaga, ovvero una cantante non convenzionalmente bella, ma dalla voce e il talento pazzeschi, il che non sminuisce la sua performance, ma di certo non la eleva a indimenticabile. E fino ad ora l'ho sempre vista vestire i panni dell'eccentrica o della dotata, che sia qui, in "Sin City: A Dame to Kill For" o "American Horror Story: Hotel". Insomma, mi pare giocasse un po' in casa. Mentre ho trovato eccessiva la fine riservata al personaggio di Cooper, Jack, a tratti quasi scontata;
"A Star Is Born" mi ha lasciato una buona impressione generale, anche se non ho stabilito una connessione con i suoi personaggi protagonisti o la storia in generale. Mi aspettavo il finale drammatico visto il rimando quasi didascalico di una scena iniziale e nonostante tutte le mie buone intenzioni non mi sono innamorato della coppia Ally + Jack come, invece, ha fatto il resto del globo. Col tempo, però, ho imparato ad apprezzare "Shallow" che, ammetto, avevo inizialmente ignorato e anche con un certo stupido snobismo.
A un anno di distanza da quando ho visto la pellicola al cinema, comunque, sento di poter dire di aver in parte rivalutato la mia prima impressione su questo remake che no, non è un capolavoro, ma è certamente meglio di quello che sarebbe potuto essere stato (ovvero un disastro. Tra i tanti considerati anche Beyoncé, Tom Cruise, Will Smith e Jennifer Lopez...).
Cast: Lady Gaga, Bradley Cooper, Andrew Dice Clay, Dave Chappelle, Sam Elliott, Greg Grunberg, Shangela, Willam, Ron Rifkin, Michael Harney, Halsey, Alec Baldwin.
Box Office: $435 milioni
Vale o non vale: Fan di Gaga buttatecivi come se non ci fosse un domani; fan dei musical qui c'è pane per i vostri denti; fan di Cooper non rimarrete indifferenti al suo fascino da bello e dannato (e pure un po' abbrustolito visto il livello di pigmentazione cutanea facciale). Per tutti gli altri questo "A Star Is Born" è un esperimento che può piacere per innumerevoli ragioni, come non. Io mi aspettavo di meglio sicuramente, ma col tempo ho imparato a riconsiderarne certi aspetti sicuramente ben riusciti e realizzati.
Premi: Candidato a 8 Oscar - tra cui Miglior film, sceneggiatura, attrice protagonista (Gaga), attore protagonista e non protagonista (Cooper e Elliott) - la pellicola ha vinto per "Shallow" come Miglior canzone originale (Lady Gaga, Mark Ronson, Anthony Rossomando, Andrew Wyatt). 5 nomination ai Golden Globe (anche Miglior film e attori protagonisti) e premio per la Miglior canzone. Ai BAFTA il film ha vinto per la Migliore musica su 7 nomination (anche qui Miglior film e attori). Ai Grammy di quest'anno la pellicola - candidata anche per Record of the Year e Song of the Year - ha vinto 2 premi per Best Pop Duo/Group Performance e Best Song Written for Visual Media per "Shallow"; ai Grammy 2020 il film ha ricevuto 3 ulteriori menzioni: Best Compilation Soundtrack for Visual Media e Song of the Year e Best Song Written for Visual Media per la canzone "I'll Never Love Again".
Parola chiave: Musica.

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Film 1684 - Swimming with Men

Intro: Non sapevo nemmeno dell'esistenza di questo film. Poi per caso ci sono capitato su IMDb e ho deciso di recuperarlo quanto prima perché dal trailer mi sembrava un prodotto valido.
Film 1684: "Swimming with Men" (2018) di Oliver Parker
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: l'ho trovata una pellicola molto carina, simpatica e ben realizzata. La storia, tratta da un fatto realmente accaduto, racconta di un gruppo di uomini di mezza età (se non terza) che si appassionano e praticano il nuoto sincronizzato, finendo per rappresentare il Regno Unito ai Campionati mondiali che si vanno a tenere a Milano;
il film parte un po' lento, ritrae perfettamente la monotona vita del suo protagonista Eric (Rob Brydon). Una volta che la storia ingrana, non mancano i momenti divertenti e quelli commoventi, nonché quelli tra il i ridicolo/surreale e il tenero, come nella scena finale.
Risulta comunque un prodotto piacevole, privo di schiamazzi o toni concitati, per un risultato finale che è una commedia delicata e molto leggera.
Cast: Rob Brydon, Jane Horrocks, Rupert Graves, Daniel Mays, Adeel Akhtar, Thomas Turgoose, Jim Carter, Charlotte Riley, Christian Rubeck.
Box Office: /
Vale o non vale: Recentemente è uscito in Italia il film "Le grand bain" che pensavo essere il remake francese di (o l'originale francese da cui fosse tratta) questa pellicola; in realtà scopro ora che la sceneggiatura di "Swimming with Men" si ispira al documentario svedese del 2010 "Men Who Swim" di Dylan Williams. In ogni caso questo film è simpatico e piacevole e vale la pena di dargli una chance.
Premi: /
Parola chiave: Amicizia.

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mercoledì 27 novembre 2019

Film 1683 - Anastasia

Intro: Erano molti anni che volevo vedere questo film, sia per la storia intrigante che per la presenza di Ingrid Bergman, qui alla sua seconda performance da Oscar.
Film 1682: "Anastasia" (1956) di Anatole Litvak
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una bella pellicola, prodotto d'altri tempi per modi garbati e tempistiche più dilatate. 

La storia è intrigante e mescola bene realtà e finzione, con l'happy ending qui inevitabile che si discosta dall'attuale fine sicuramente meno idilliaca, con la famiglia imperiale dei Romanov completamente sterminata dai bolscevichi, Anastasia (Anastasija Nikolaevna Romanova) compresa. Nel tempo, come si sa, numerose ragazze si sono spacciate per Anastasia miracolosamente scappata al suo destino, quando nella realtà si sa che la ragazza - 17enne all'epoca - è di fatto deceduta durante il massacro avvenuto a Ekaterinburg.
Chiaramente questo film né la sua storia (tratta dall'opera teatrale di Marcelle Maurette) avevano intenzione di mettere in scena un ritratto veritiero della faccenda, tanto più che solo recentemente - grazie a DNA e ulteriori indagini - si è venuti a conoscenza del fato che ha colpito tutti i membri della famiglia imperiale. Qui siamo di fronte al racconto romantico e ottimistico di quella casualità della vita che vede una ragazza qualunque, inconsapevole del suo passato nonché ricoverata in un istituto di salute mentale, ritrovare non solo le proprie origini, ma la fiducia in se stessa e, nel mentre, incontrare il vero amore. Quello tanto grande e soddisfacente da farti decidere di abbandonare tutto il resto. Come nelle favole.
Cast: Ingrid Bergman, Yul Brynner, Helen Hayes, Akim Tamiroff, Martita Hunt, Felix Aylmer, Sacha Pitoëff.
Box Office: $4.3 milioni (noleggio della pellicola in America e Canada).
Vale o non vale: Intrigante e affascinante, recitato benissimo. Un classico da recuperare.
Premi: Vincitore dell'Oscar per la Migliore attrice protagonista su 2 candidature (Migliore colonna sonora); candidato a 2 Golden Globes per la Migliore attrice per Bergman e Hayes, ha vinto la prima. Nominato al BAFTA per la Miglior sceneggiatura. La Bergman ha vinto anche il David di Donatello come Miglior attrice straniera.
Parola chiave: Identità.

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Film 1682 - Fantastic Beasts and Where to Find Them

Intro: La scelta più facile per una serata in compagnia.
Film 1682: "Fantastic Beasts and Where to Find Them" (2016) di David Yates
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Julian
In sintesi:
Film 1266 - Animali fantastici e dove trovarli
Film 1412 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1583 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1682 - Fantastic Beasts and Where to Find Them
Film 1695 - Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald
Film 1754 - Fantastic Beasts: The Crimes of Grindelwald
Film 2103 - Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore
Cast: Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller, Samantha Morton, Jon Voight, Carmen Ejogo, Colin Farrell, Ron Perlman, Johnny Depp, Zoë Kravitz.
Box Office: $814 milioni
Vale o non vale: Harry Potter è Harry Potter, anche se Newt Scamander ha i suoi buoni momenti. a volte servirebbe un po' di brio, ma visto cos'hanno fatto con il secondo episodio, qui è tutta vita.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar, ha vinto quello per i Migliori costumi (il primo Academy Award per un film ispirato alla saga della Rowling); 5 nomination ai BAFTA (tra cui Miglior film britannico) e un premio per le scenografie.
Parola chiave: Beasts.

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lunedì 25 novembre 2019

Grammy Awards 2020: nomination e vincitori

62nd Annual Grammy Awards

Music for Visual Media
Best Compilation Soundtrack for Visual Media
The Lion King: The Songs – (Various Artists)
Quentin Tarantino's Once Upon a Time in Hollywood – (Various Artists)
Rocketman – Taron Egerton
Spider-Man: Into the Spider-Verse – (Various Artists)
A Star Is Born – Lady Gaga & Bradley Cooper

Best Score Soundtrack For Visual Media
Avengers: Endgame – Alan Silvestri, composer
Chernobyl – Hildur Guðnadóttir, composer
Game of Thrones: Season 8 – Ramin Djawadi, composer
The Lion King – Hans Zimmer, composer
Mary Poppins Returns – Marc Shaiman, composer

Best Song Written for Visual Media
"The Ballad of the Lonesome Cowboy" (from Toy Story 4)
Randy Newman, songwriter (Chris Stapleton)
"Girl in the Movies" (from Dumplin')
Dolly Parton & Linda Perry, songwriters (Dolly Parton)
"I'll Never Love Again (Film Version)" (from A Star Is Born)
Natalie Hemby, Lady Gaga, Hillary Lindsey & Aaron Raitiere, songwriters (Lady Gaga & Bradley Cooper)
"Spirit" (from The Lion King)
Beyoncé Knowles-Carter, Timothy McKenzie & Ilya Salmanzadeh, songwriters (Beyoncé)
"Suspirium" (from Suspiria)
Thom Yorke, songwriter (Thom Yorke)

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Film 1681 - Mike and Dave Need Wedding Dates

Intro: Una commedia scema con un cast interessante... Mi sono lasciato convincere.
Film 1681: "Mike and Dave Need Wedding Dates" (2016) di Jake Szymanski
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: questo film è oggettivamente orrendo. Brutto, stupido, volgare e per niente divertente. Non basta dire due parolacce per sembrare irriverenti.
Cast: Zac Efron, Anna Kendrick, Adam DeVine, Aubrey Plaza, Stephen Root, Sugar Lyn Beard, Sam Richardson, Kumail Nanjiani, Jake Johnson, Wendy Williams.
Box Office: $77.1 milioni
Vale o non vale: Terribile e perdibile.
Premi: /
Parola chiave: Ecstasy.

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domenica 24 novembre 2019

Film 1680 - Crazy Rich Asians

Intro: Un vero e proprio fenomeno al box-office americano, non potevo perdermi il film sorpresa del 2018!
Film 1680: "Crazy Rich Asians" (2018) di Jon M. Chu
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jenny
In sintesi: diciamoci la verità, non avesse generato tanto scalpore, probabilmente non lo avrei visto al cinema. Ma, va detto, considerato tutto il clamore attorno ad una pellicola così di sorprendente successo per un'America non abituata ad un cast all-Asian (per quanto Asian-American), non potevo davvero esimermi dal farmi un'opinione personale su "Crazy Rich Asians", apparentemente così speciale.
E insomma, tanto speciale poi non è. Nel senso che è un prodotto ben confezionato e curatissimo a livello di messa in scena e sicuramente l'aspetto etnico ha giocato una parte importante nella partita della pubblicità diretta e indiretta, ma rimane il fatto che siamo di fronte ad una commedia romantica come le altre, né più bella né più brutta. Ci sono attrici e attori che ci hanno costruito sopra carriere attorno a prodotti come questo - a volte ricevendo anche non poche critiche -, eppure in questo caso pareva di stare di fronte al miracolo. Il punto è che quando ci si stupisce che il pubblico reagisca positivamente a un titolo che proponga attori asiatici nel ruolo di personaggi asiatici, si sposta l'attenzione su un altro aspetto non molto felice, come sottintendendo che un prodotto che non sia al 100% white, American and pround non possa trovare un proprio spazio all'interno della proposta cinematografica non solo USA, ma anche globale (che poi, in realtà, è stata proprio l'America a risultare il mercato più interessato a questo prodototto, con un incasso complessivo di $174.5 milioni contro i $64 incassati nel mondo).
Insomma, senza voler togliere niente al successo ottenuto qui, mi limito a dire che mi aspettassi di più, visto e considerato quanto chiacchierare si è fatto attorno a questo successo commerciale. Credevo che fosse merito della qualità della sceneggiatura e, invece, mi sono trovato di fronte al solito prodotto romantico e a tratti divertente - sicuramente godibile -, anche se per nulla innovativo.
Ps. Due sequel sono già in lavorazione, tratti dagli omonimi romanzi: "China Rich Girlfriend" e "Rich People Problems".
Cast: Constance Wu, Henry Golding, Gemma Chan, Lisa Lu, Awkwafina, Ken Jeong, Michelle Yeoh, Harry Shum Jr., Nico Santos.
Box Office: $238.5 milioni
Vale o non vale: Tratto dal romanzo omonimo di Kevin Kwan, una storia d'amore tra lui che è ricco e bono e lei che è carina ma di basso ceto sociale. Niente di nuovo, ma sicuramente godibile. Bei costumi (già in esposizione ai Warner Bros. Studios, Burbank, Los Angeles).
Premi: Candidato a 2 Golden Globe per Miglior film commedia o musical e Miglior attrice protagonista (Wu).
Parola chiave: Tradizioni.

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martedì 19 novembre 2019

Film 1679 - Solo: A Star Wars Story

Intro: Sono un fan della saga originale e non mi dispiace che la si porti avanti con nuovi titoli collaterali per approfondire le storie di altri personaggi, per cui ero molto motivato all'idea di recuperare questo film che, purtroppo, non ero riuscito a vedere al cinema.
Film 1679: "Solo: A Star Wars Story" (2018) di Ron Howard
Visto: dal computer di Greg
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente questa pellicola mi ha un po' deluso. Non ero rimasto particolarmente impressionato nemmeno da "Rogue One", ma con questo (ennesimo) episodio della saga di "Star Wars" mi pare si sia persa un po' la bussola. Più ce altro perché rimane la domanda: ce n'era veramente bisogno?;
non che c'entri alcunché con il risultato finale, ma ho la sensazione che ultimamente i titoli che vedono coinvolti Ron Howarde ed Emilia Clarke non vadano così bene come sperato al botteghino. E' come se, nonostante l'indiscutibile successo delle due star, ultimamente si stia un po' sopravvalutando la loro capacità di portare interesse, appeal ai progetti in cui sono coinvolti. E anche se questo "Solo" teoricamente non avrebbe avuto bisogno di una promozione anche a livello di star coinvolte, a posteriori parrebbe il contrario (l'Hollywood Reporter quantifica le perdite di questo prodotto per la Disney intorno ai 50-80 milioni di dollari);
tutto sommato "Solo: A Star Wars Story" non è una pellicola tremenda, ci mancherebbe, ma mi pare manchi di quello spirito divertito e spensierato che caratterizza gli altri titoli. Nonostante i toni dark e maturi facciano parte del franchise, qui mi è sembrato ci si sia concentrati troppo su intrighi e colpi di scena, lasciando fuori per troppo tempo l'aspetto ludico. Insomma, risultato finale così così.
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Cast: Alden Ehrenreich, Woody Harrelson, Emilia Clarke, Donald Glover, Thandie Newton, Phoebe Waller-Bridge, Joonas Suotamo, Paul Bettany, Jon Favreau.
Box Office: $393.2 milioni
Vale o non vale: Non il miglior episodio di "Star Wars", ma i fan dovrebbero apprezzare. L'avventura poteva essere più divertente, ma sicuramente rimane un film d'intrattenimento ben fatto.
Premi: Candidato all'Oscar per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Coaxium.

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lunedì 18 novembre 2019

Film 1678 - The House with a Clock in Its Walls

Intro: Non che questa pellicola mi attirasse particolarmente, ma il fatto che ci fosse Cate Blanchett mi ha convinto.
Film 1678: "The House with a Clock in Its Walls" (2018) di Eli Roth
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: pellicola piacevole e innocua che combina divertimento familiare ed atmosfere cupe per un risultato finale ok, anche se non eccellente. Peccato perché con due comprimari come Jack Black e Cate Blanchett si poteva sicuramente provare ad ottenere un prodotto più scoppiettante o avventuroso. In generale la sensazione è che "The House with a Clock in Its Walls" abbia qualcosa da dire, anche se non è in grado di sfruttare appieno il suo potenziale.
Ps. Ma vogliamo parlare di quanto hanno photoshoppato la Blanchett nel poster?!
Cast: Jack Black, Cate Blanchett, Owen Vaccaro, Renée Elise Goldsberry, Sunny Suljic, Kyle MacLachlan, Lorenza Izzo.
Box Office: $131.5 milioni
Vale o non vale: Dal romanzo di John Bellairs, un film per tutta la famiglia intrattiene in maniera spensierata, anche se non fa totalmente centro. Sufficiente a distrarre per una serata di disimpegno e qualche trucchetto di magia.
Premi: /
Parola chiave: Libro.

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venerdì 15 novembre 2019

Film 1677 - A Quiet Place

Intro: Un horror dal successo globale con, come protagonisti, la coppia (anche nella vita reale) Emily Blunt e John Krasinski: non vedevo l'ora di vederlo!
Film 1677: "A Quiet Place" (2018) di John Krasinski
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: diciamo che, come al solito, dopo tanto sentirne parlare in positivo, quando poi ho visto il film le mie alte aspettative non sono state rispettate. "A Quiet Place" è un buon prodotto, un horror che funziona, ma non il capolavoro di cui in tanti avevano parlato. Funziona? Assolutamente, ma come tantissime altre pellicole. Probabilmente la grande attenzione mediatica è derivata dal fatto che, nonostante i molti fattori possibilmente sfavorevoli della pellicola (quasi assenza di dialoghi, debutto alla regia di un attore, genere horror che non spesso garantisce incassi stratosferici), il risultato al box-office mondiale è stato sorprendentemente buono (il film è costato tra i 17 e i 21 milioni di dollari, generando un incasso netto di $93 milioni considerate anche le spese di marketing), il che ha portato in molti a gridare al miracolo;
la scena più potente e che rimane più impressa è sicuramente quella in cui la madre - una sempre grandissima Emily Blunt - deve partorire senza poter emettere un suono: sconvolgente, drammatica e, allo stesso tempo magnetica, non si può distogliere lo sguardo!
Ps. Visto il grande successo nessuna sorpresa che sia in produzione un sequel previsto per il 20 marzo 2020.
Film 1677 - A Quiet Place
Film 2031 - A Quiet Place Part II
Cast: Emily Blunt, John Krasinski, Millicent Simmonds, Noah Jupe, Cade Woodward, Leon Russom.
Box Office: $340.9 milioni
Vale o non vale: nonostante le critiche eccelse e le alte aspettative che crea, "A Quiet Place" è meno indimenticabile di quanto non ci abbiano far voluto credere. Ciò detto, rimane un prodotto ben fatto, un horror con i suoi momenti che vive soprattutto delle grandi interpretazioni di suoi protagonisti. Ed è sicuramente meglio riuscito di "Bird Box" con Sandra Bullock. Premi: Candidato all'Oscar per il Migliore montaggio sonoro, al Golden Globe per la Migliore colonna sonora e al BAFTA per il Migliore sonoro.
Parola chiave: Weakness.

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martedì 12 novembre 2019

Film 1676 - Love, Simon

Intro: Non ero riuscito a vederlo al cinema, ma ero davvero interessato a recuperare questo film, quindi appena lo streaming è stato disponibile ne ho approfittato.
Film 1676: "Love, Simon" (2018) di Greg Berlanti
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: una pellicola non perfetta, ma a cui non mancano i buoni momenti e le migliori intenzioni, "Love, Simon" porta sul grande schermo elementi complessi - omosessualità, adolescenza, amicizia, scuola, popolarità, insicurezza, coming out - e li mescola tutti insieme attraverso quell'escamotage che un tempo sarebbe stato del romanzo epistolare, qui in versione email: Simon comincia una conversazione del tutto onesta sulla sua omosessualità con uno sconosciuto amico di penna del suo liceo, Blue, e finisce per innamorarsene. Scoperto da un altro compagno di scuola, Simon viene ricattato affinché il suo secreto rimanga tale. Nel mezzo ci sono famiglia e amici, inconsapevoli dell'orientamento sessuale del ragazzo, e un mondo esterno che, alla sua età, fa più paura di quanto non dovrebbe;
dicevo, questo film presenta tutte le migliori intenzioni, anche se a mio avviso non fa completamente centro principalmente a causa finale. Non che tutte le storie debbano terminare con un epilogo drammatico per risultare credibili, ma l'ending proposto qui sa tantissimo di pellicola romantica e pochissimo di un qualsiasi tentativo di approccio realistico. Poi, per carità, è ovvio che ci si trovi di fronte a un prodotto costruito per attrarre un certo tipo di pubblico e che il finale sia imbastito nel tentativo di compiacerne le aspettative, ma da persona omosessuale che ha faticato a costruirsi un'adolescenza tranquilla e qualunque, posso assicurare che raramente nella vita (SPOILER) il tuo misterioso amico di penna di cui ti innamori email dopo email non solo risulti essere proprio la persona che speravi che fosse, ma per giunta ti ricambia. Mi rendo conto che "Love, Simon" sia un titolo di finzione e presenti il pregio di portare un positivo messaggio sull'omosessualità a un pubblico vasto, per cui, espressa la mia perplessità, lascio correre: tutto sommato si tratta di un prodotto ben fatto che ha un bravissimo protagonista in Nick Robinson e che, a fine visione, non lascia scontenti della scelta di averlo visto.
Cast: Nick Robinson, Josh Duhamel, Jennifer Garner, Katherine Langford, Alexandra Shipp, Jorge Lendeborg Jr., Keiynan Lonsdale, Miles Heizer, Logan Miller, Tony Hale, Talitha Bateman.
Box Office: $66.3 milioni
Vale o non vale: per chi apprezza le pellicole pulite e politically correct in cui i teenager si confrontano con tematiche complesse della vita, sicuramente "Love, Simon" è da vedere; ma anche per tutti gli altri che, nel caso, volessero farsi un'idea di quanta pressione la società riesca ad esercitare al giorno d'oggi sulla gioventù. Molto bravo Nick Robinson mentre Katherine Langford si sforza parecchio e ce ne accorgiamo. 
Tratto dal romanzo di Becky Albertalli
Premi: /
Parola chiave: Ferris wheel.

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sabato 9 novembre 2019

Film 1675 - A Simple Favor

Intro: Prima volta la cinema in Nuova Zelanda!
La scelta di titoli non era il massimo, per cui si è optato per questo, che francamente mi attirava il giusto... Anche perché era stato venduto da alcuni critici come un "Gone Girl" tutto al femminile. Non solo amo particolarmente questo tipo di comparazioni, ma creare un tipo di aspettativa del genere di solito non giova alla pellicola "fotocopia".
Film 1674: "A Simple Favor" (2018) di Paul Feig
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Greg
In sintesi: le premesse sono intriganti, il cast è in parte, la mise-en-scène ha il suo perché grazie allo stile sofisticato e glam, ma "A Simple Favor" non mantiene le promesse e si risolve in un finale francamente facile da indovinare. Non che questo riduca la possibilità di godersi la storia - nessuno si aspettava certo che fossimo di fronte ad un capolavoro -, però è un peccato che dopo un buon primo tempo, la seconda parte del film opti per una risoluzione che non aggiunge niente di nuovo a quanto già proposto da titoli simili;
Anna Kendrick, Blake Lively e Henry Golding formano un ottimo trio: giovani, belli e desiderosi di mettersi in gioco. La Lively ha qui probabilmente uno dei ruoli più creativi della sua carriera, mentre la Kendrick torna sui toni rigidini di "Up in the Air". Insieme le due si spartiscono bene lo screentime da protagoniste;
insomma, "A Simple Favor" poteva essere più eccitante, eccentrico o addirittura selvaggio? Definitivamente. Il risultato finale però non è male, molto fresco e porta sul grande schermo un gruppo di attori giovani che, inevitabilmente, conferisce alla pellicola un'anima più vitale e frizzante: la storia non sarà troppo originale, ma nell'insieme questo film si merita la sufficienza.
Cast: Anna Kendrick, Blake Lively, Henry Golding, Andrew Rannells, Linda Cardellini, Jean Smart, Rupert Friend, Eric Johnson.
Box Office: $97.6 milioni
Vale o non vale: Tratta dall'omonimo romanzo di Darcey Bell, questa pellicola non sarà indimenticabile, ma funziona in termini di personalizzazione del progetto, cast e ritmo. C'è sicuramente di meglio, ma è comunque in titolo godibile.
Premi: /
Parola chiave: Twins.

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