Qualche settimana fa avevo comprato il dvd che, immancabilmente, ha fatto di nuovo nascere in me la voglia di vedere questa pellicola.
Film 1369: "Zootropolis" (2016) di Byron Howard, Rich Moore
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Bel film d'animazione dalle molteplici chiavi di lettura che ci ricorda, oggi più che mai, quanto abbracciare le diversità altrui, non dare per scontato e, soprattutto, non giudicare dalle apparenze possa essere un punto di forza, invece che una debolezza. Nella città cosmopolita di Zootropolis (o Zootopia in inglese), infatti, predatori e prede convivono in pace e armonia e persino una piccola coniglietta apparentemente indifesa può decidere di seguire la propria aspirazione di diventare poliziotta e mettere a tacere tutti coloro che, nel tempo, l'hanno derisa o non hanno creduto in lei. Chiaramente la storia affronterà anche un misterioso caso da risolvere, in un gioco a smascherare il furfante che terminerà con una sorpresa a tinte thriller.
Insomma, "Zootropolis" è un prodotto ben riuscito, divertente e simpatico, ma anche educativo - per chi sa leggere tra le righe - e di piacevolissimo intrattenimento. Di visione in visione.
Ps. Vincitore dell'Oscar e del Golden Globe per il Miglior film d'animazione.
Film 1107 - Zootropolis
Cast: Ginnifer Goodwin, Jason Bateman, Idris Elba, Jenny Slate, Nate Torrence, Bonnie Hunt, Don Lake, Tommy Chong, J. K. Simmons, Octavia Spencer, Alan Tudyk, Shakira.
Box Office: $1.024 miliardi
Consigli: Bello, colorato, divertente e dal messaggio inclusivo e moderno, questo prodotto di casa Disney merita la chance di una visione. Ce ne fossero di più di cartoni animati così!
Parola chiave: Fiori.
Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI
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Bengi
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martedì 6 giugno 2017
Film 1369 - Zootropolis
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giovedì 24 marzo 2016
Film 1107 - Zootropolis
Un bel film d'animazione ci sta sempre e questo lo volevo vedere assolutamente!
Film 1107: "Zootropolis" (2016) di Byron Howard, Rich Moore
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Quello che mi è piaciuto di questo film è il messaggio inclusivo. In un momento storico in cui la paura dell'altro è ai massimi livelli, in cui l'integrazione è sempre più una conquista quotidiana, una storia sulla possibilità di vivere bene insieme anche quando si è, per natura, opposti è un bellissimo racconto. Anche solo per questo bisognerebbe vedere - e far vedere ai bambini - l'ultimo cartoon Disney, il 55esimo classico prodotto dalla storica casa di produzione di Topolino.
La trama è apparentemente molto semplice: una coniglietta che vuole fare la polizziotta nella cosmopolita città di Zootropolis (dove prede e predatori vivono pacificamente insieme), conquista il suo sogno, ma rimane incastrata nel pregiudizio della sua condizione di nascita. Finita, così, a fare l'ausiliario del traffico, la nostra protagonista si imbatte nella furfante volpe di cui, col tempo, diventerà amica. Insieme riusciranno a risolvere il mistero che sta scuotendo alla base la città: alcuni predatori impazziti che, inspiegabilmente, prima diventano selvaggi e pericolosi e poi spariscono dalla circolazione. Ovviamente i sospetti ricadranno dove li vorrebbero la paura e i pregiudizi, ma la storia saprà regalare un colpo di scena meno scontato.
Chiaramente, essendo un film per famiglie, la componente giocosa e divertente la fa da padrone pur, appunto, non mancando il sottotesto di cui si parlava. Senza far pesare minimamente il messaggio già più impegnato, "Zootropolis" (titolo originale "Zootopia") riesce a intrattenere in modo egregio tutti i suoi pubblici target, regalando 108 minuti spensierati, visivamente accattivanti e ricchi di idee geniali e simpatiche. Insomma, nel complesso una bella pellicola che regala alla Disney non solo un altro successo commerciale, ma anche di pubblico e critica.
Film 1369 - Zootropolis
Cast: Ginnifer Goodwin, Jason Bateman, Idris Elba, J.K. Simmons, Tommy Chong, Octavia Spencer, Jenny Slate, Shakira, Alan Tudyk, Bonnie Hunt; (versione italiana) Ilaria Latini, Massimo Lopez, Gabriele Patriarca, Leo Gullotta, Frank Matano, Paolo Ruffini, Nicola Savino, Diego Abatantuono, Roberta Greganti, Vittorio Guerrieri, Teresa Mannino, Ilaria Stagni.
Box Office: $604.9 milioni
Consigli: Simpatico, ben fatto, con un bel messaggio di fondo, "Zootropolis" è quel film d'animazione che mancava da un po' nelle sale. Dopo il deludente "Il viaggio di Arlo", un ottimo titolo per tutta la famiglia che utilizza la computer grafica non solo come strumento per gli occhi, ma anche per raccontare una storia interessante, divertente e dalle numerose idee. Insomma, questa pellicola è da non perdere, da vedere e rivedere. Non mi stupirei di un sequel.
Parola chiave: Ululatori notturni.
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Bengi
Film 1107: "Zootropolis" (2016) di Byron Howard, Rich Moore
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Quello che mi è piaciuto di questo film è il messaggio inclusivo. In un momento storico in cui la paura dell'altro è ai massimi livelli, in cui l'integrazione è sempre più una conquista quotidiana, una storia sulla possibilità di vivere bene insieme anche quando si è, per natura, opposti è un bellissimo racconto. Anche solo per questo bisognerebbe vedere - e far vedere ai bambini - l'ultimo cartoon Disney, il 55esimo classico prodotto dalla storica casa di produzione di Topolino.
La trama è apparentemente molto semplice: una coniglietta che vuole fare la polizziotta nella cosmopolita città di Zootropolis (dove prede e predatori vivono pacificamente insieme), conquista il suo sogno, ma rimane incastrata nel pregiudizio della sua condizione di nascita. Finita, così, a fare l'ausiliario del traffico, la nostra protagonista si imbatte nella furfante volpe di cui, col tempo, diventerà amica. Insieme riusciranno a risolvere il mistero che sta scuotendo alla base la città: alcuni predatori impazziti che, inspiegabilmente, prima diventano selvaggi e pericolosi e poi spariscono dalla circolazione. Ovviamente i sospetti ricadranno dove li vorrebbero la paura e i pregiudizi, ma la storia saprà regalare un colpo di scena meno scontato.
Chiaramente, essendo un film per famiglie, la componente giocosa e divertente la fa da padrone pur, appunto, non mancando il sottotesto di cui si parlava. Senza far pesare minimamente il messaggio già più impegnato, "Zootropolis" (titolo originale "Zootopia") riesce a intrattenere in modo egregio tutti i suoi pubblici target, regalando 108 minuti spensierati, visivamente accattivanti e ricchi di idee geniali e simpatiche. Insomma, nel complesso una bella pellicola che regala alla Disney non solo un altro successo commerciale, ma anche di pubblico e critica.
Film 1369 - Zootropolis
Cast: Ginnifer Goodwin, Jason Bateman, Idris Elba, J.K. Simmons, Tommy Chong, Octavia Spencer, Jenny Slate, Shakira, Alan Tudyk, Bonnie Hunt; (versione italiana) Ilaria Latini, Massimo Lopez, Gabriele Patriarca, Leo Gullotta, Frank Matano, Paolo Ruffini, Nicola Savino, Diego Abatantuono, Roberta Greganti, Vittorio Guerrieri, Teresa Mannino, Ilaria Stagni.
Box Office: $604.9 milioni
Consigli: Simpatico, ben fatto, con un bel messaggio di fondo, "Zootropolis" è quel film d'animazione che mancava da un po' nelle sale. Dopo il deludente "Il viaggio di Arlo", un ottimo titolo per tutta la famiglia che utilizza la computer grafica non solo come strumento per gli occhi, ma anche per raccontare una storia interessante, divertente e dalle numerose idee. Insomma, questa pellicola è da non perdere, da vedere e rivedere. Non mi stupirei di un sequel.
Parola chiave: Ululatori notturni.
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martedì 12 maggio 2015
Film 916 - Something Borrowed
Ok, la prima scelta del viaggio di ritorno non era stato malaccio, ma nemmeno un capolavoro. Ora, cosa potevo scegliere per migliorare la situazione se non una commedia romantica?! #TokyoDays: film 5.
Film 916: "Something Borrowed" (2011) di Luke Greenfield
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ed eccomi incappato in una delle commedie romantiche più brutte di sempre. Non mediocre, proprio brutta. Senza alcunché da dire, senza protagonisti interessanti, men che meno attori capaci di rendere quantomeno apprezzabile l'esperienza. La storia è intricata senza motivo, la protagonista tutta cuori e remore monacali di un'insostenibilità unica, al pari della sua migliore amica disinibita che è antipatica. Che poi mi viene spontaneo chiedermi come cavolo possano essere migliori amiche due così. Comunque si salva solo John Krasinski, l'unico ad avere un personaggio meno detestabile degli altri, l'unico a risultare saltuariamente simpatico.
Per il resto questa pellicola è una girandola nonsense: la suorina Rachel (Ginnifer Goodwin) è segretamente innamorata di Dex (Colin Egglesfield) che però è in procinto di sposarsi con la sua migliore amica Darcy (che spero non voglia essere l'ennesimo riferimento a Jane Austen), ma da ubriaca una sera ci finisce a letto. E cosa succede? Mette su una tresca con l'uomo che ha sempre amato, vivendoci la storia d'amore che ha sempre desiderato... tutto alle spalle di Darcy (Kate Hudson), la quale a sua volta si scoprirà fedifraga. In tutta questa girandola di baggianate, chiunque racconta bugie a chiunque e nessuno ha il coraggio di dire la verità lampante, non solo allo spettatore. Quest'ultimo deve, dunque, subirsi la mancanza di trovate interessanti da parte di una sceneggiatura che annaspa, impantanata nel gioco perverso che sembra non avere mai fine: peccato che tutto il mare di falsità e correlate situazioni imbarazzanti non faccia mai ridere. Una commedia romantica, oltre che essere sdolcinata e rassicurante, si suppone intenda anche intrattenere con qualche scena divertente, qualche trovata simpatica, qualche battuta. E "Something Borrowed" (letteralmente qualcosa di prestato, il titolo fa riferimento a ciò che si dice porti fortuna a una novella sposina insieme a qualcosa di blu, qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo) fallisce su tutta la linea. Non diverte, non ispira romanticismo, non coinvolge lo spettatore. Insomma, che ne parliamo ancora a fare?
Ps. Non paghi di aver prodotto un film del genere, pare che il sequel dal titolo "Something Blue" sia in cantiere.
Box Office: $60.1 milioni
Consigli: Un esempio di commedia romantica leggermente fuori tema. A farla da padrone è il tradimento, correlato da bugie e gravidanze la cui paternità è sconosciuta. Un prodotto atipico, il che non va necessariamente a braccetto con l'originalità. Oltre a risultare banale e scontato, questo film finisce per risultare inaspettatamente antipatico, anche perché nessuno dei suoi protagonisti riesce veramente a conquistare lo spettatore. Un'occasione sprecata, anche se devo dire che la maggior parte delle pellicole romantiche con protagonista Kate Hudson solitamente sono più brutte del normale. Il che mi porta a dire che, tra la miriade di scelte possibili vicine al genere (o generi) cui appartiene questo titolo, "Something Borrowed" non è la pellicola sbagliata.
Parola chiave: Giacca.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 916: "Something Borrowed" (2011) di Luke Greenfield
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ed eccomi incappato in una delle commedie romantiche più brutte di sempre. Non mediocre, proprio brutta. Senza alcunché da dire, senza protagonisti interessanti, men che meno attori capaci di rendere quantomeno apprezzabile l'esperienza. La storia è intricata senza motivo, la protagonista tutta cuori e remore monacali di un'insostenibilità unica, al pari della sua migliore amica disinibita che è antipatica. Che poi mi viene spontaneo chiedermi come cavolo possano essere migliori amiche due così. Comunque si salva solo John Krasinski, l'unico ad avere un personaggio meno detestabile degli altri, l'unico a risultare saltuariamente simpatico.
Per il resto questa pellicola è una girandola nonsense: la suorina Rachel (Ginnifer Goodwin) è segretamente innamorata di Dex (Colin Egglesfield) che però è in procinto di sposarsi con la sua migliore amica Darcy (che spero non voglia essere l'ennesimo riferimento a Jane Austen), ma da ubriaca una sera ci finisce a letto. E cosa succede? Mette su una tresca con l'uomo che ha sempre amato, vivendoci la storia d'amore che ha sempre desiderato... tutto alle spalle di Darcy (Kate Hudson), la quale a sua volta si scoprirà fedifraga. In tutta questa girandola di baggianate, chiunque racconta bugie a chiunque e nessuno ha il coraggio di dire la verità lampante, non solo allo spettatore. Quest'ultimo deve, dunque, subirsi la mancanza di trovate interessanti da parte di una sceneggiatura che annaspa, impantanata nel gioco perverso che sembra non avere mai fine: peccato che tutto il mare di falsità e correlate situazioni imbarazzanti non faccia mai ridere. Una commedia romantica, oltre che essere sdolcinata e rassicurante, si suppone intenda anche intrattenere con qualche scena divertente, qualche trovata simpatica, qualche battuta. E "Something Borrowed" (letteralmente qualcosa di prestato, il titolo fa riferimento a ciò che si dice porti fortuna a una novella sposina insieme a qualcosa di blu, qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo) fallisce su tutta la linea. Non diverte, non ispira romanticismo, non coinvolge lo spettatore. Insomma, che ne parliamo ancora a fare?
Ps. Non paghi di aver prodotto un film del genere, pare che il sequel dal titolo "Something Blue" sia in cantiere.
Box Office: $60.1 milioni
Consigli: Un esempio di commedia romantica leggermente fuori tema. A farla da padrone è il tradimento, correlato da bugie e gravidanze la cui paternità è sconosciuta. Un prodotto atipico, il che non va necessariamente a braccetto con l'originalità. Oltre a risultare banale e scontato, questo film finisce per risultare inaspettatamente antipatico, anche perché nessuno dei suoi protagonisti riesce veramente a conquistare lo spettatore. Un'occasione sprecata, anche se devo dire che la maggior parte delle pellicole romantiche con protagonista Kate Hudson solitamente sono più brutte del normale. Il che mi porta a dire che, tra la miriade di scelte possibili vicine al genere (o generi) cui appartiene questo titolo, "Something Borrowed" non è la pellicola sbagliata.
Parola chiave: Giacca.
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sabato 30 gennaio 2010
Film 69 - A Single Man
Il mercoledì sera è sempre un ottimo giorno per andare al cinema! Specialmente se vai a vederti un bel dramma super glam!
Film 69: "A Single Man" (2009) di Tom Ford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Che ci fa Tom Ford alla regia? Credo se lo siano chiesto in molti, ma a quanto pare c'è del buono. Questo suo esordio comprende non solo la regia, ma anche quello alla sceneggiatura e quindi ero davvero curioso di vedere se le aspettative sarebbero state mantenute. Ebbene sì, mi è piaciuto, soprattutto perchè c'è un grandissimo Colin Firth, una - finalmente tornata - stupenda Julianne Moore e un - o mio dio è il bambino brutto e cicciotto di "About a Boy" - sorprendentemente cambiato Nicholas Hoult. Ma anche le comparsate sono degne di nota: primo fra tutti colui che adoro sopra ogni altro, il Ned dell'ex "Pushing Daisies", Lee Pace. Poi ancora Ginnifer Goodwin - ormai volto conosciuto per il tv show "Big Love", ma anche per "Mona Lisa Smile" e "La verità è che non gli piaci abbastanza" - e il modello - già di Tom Ford - Jon Kortajarena (consiglio un'occhiata).
Il signor Ford, dunque, ha pensato (bene!) che per avere successo con un film il primo passo debba essere un ottimo cast. Meno male che se ne è ricordato, ultimamente sembra che conti di più chi 'recita' fuori, nella vita. Scegliendo un attore vero, che non ama esporsi al gossip e si preoccupa solo di far bene il suo mestiere, Ford si è assicurato una certezza per la sua prima fatica.
Altra ottima mossa quella di non delegare. Ha scelto un'opera, se l'è riscritta e poi diretta. Tutto come voleva lui. Ovviamente se sei totalmente negato non puoi che fare fiasco, ma se sei effettivamente dal buonino al bravo, allora questo è sicuramente un valore aggiunto. Il bel Ford, quindi, ha saputo giocare bene le sue carte, anche scegliendo una storia che richiami un attimo l'attenzione. Professore gay della Los Angeles anni '60 perde compagno e tenta un'esistenza fatta di dolore straziante e ricordi dei bei momenti con il compagno. Vuole il suicidio e lo prepara, ma la vita lo sorprenderà, più di una volta. Il tutto in un'unica giornata.
I flashback aiutano lo spettatore a farsi un'idea della vita precedente di George/Colin Firth, una vita felice e colorata (notare i cambi di colore durante il film, che dal grigiore della vita quotidiana diventano intensi sprazzi quando qualcuno o qualcosa riporta George a pensieri positivi), ora spezzata da un dolore che gli rende faticoso perfino respirare. Se la vita continua, lui è sicuramente rimasto fermo e legato al suo passato, incapace di sopportare, rinchiudere e conservare un dolore che evidentemente l'ha sopraffatto.
In questa cornice piuttosto pesante si inserisce uno studentello (Hoult) del professore, decisamente carino e arrapato, che si approccia a George completamente in calore. Non c'è un vero contatto fisico, ma c'è un sacco di contatto visivo, specialmente perchè la maggior parte delle volte non hanno le mutande... (Ma Hoult c'è abituato dopo l'esperienza del tv show inglese "Skin")
Insomma, questo film mi è piaciuto per molte ragioni, sia visive che emotive. Ha una regia ricercata, con certe inquadrature molto interessanti (gli occhi come specchio dell'anima? Perfino il cartellone di "Psycho" ce lo ricorda!) che colgono bene gli stati psicologici del personaggio; una bellissima fotografia; delle scenografie davvero ben ricostruite e un montaggio veramente singolare, rapido, veloce che forse vuole riprendere quello scorrere repentino del tempo che, anche qui, pesa sull'esistenza umana (non a caso il trailer è scandito per intero da un ticchettio di orologio).
Solo una nota stonerà nel mio commento e riguarda un aspetto tecnico: la colonna sonora. Non è brutta, anzi, ha un motivo trainante che affascina e si lascia ricordare, ma nel complesso del film la musica è davvero troppa. Non sono sicuro al 100% che ci sia anche un solo minuto di puro silenzio. E' una continua cascata di note che, invece di accompagnare, sovrastano le immagini fino addirittura a coprire il suono delle parole in alcuni casi. Spero che il problema fosse solo del pessimo audio del così-così cinema a cui siamo stati io e Ale. Altrimenti... non ci siamo! Ps. Martedì finalmente le nomination all'Oscar: quante ne arriveranno? Almeno una sicuro!
Consigli: Da vedere pronti e già consapevoli che ci sarà del dramma. Altrimenti ci si deprime.
Parola chiave: Jim.
Ric
Film 69: "A Single Man" (2009) di Tom Ford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Che ci fa Tom Ford alla regia? Credo se lo siano chiesto in molti, ma a quanto pare c'è del buono. Questo suo esordio comprende non solo la regia, ma anche quello alla sceneggiatura e quindi ero davvero curioso di vedere se le aspettative sarebbero state mantenute. Ebbene sì, mi è piaciuto, soprattutto perchè c'è un grandissimo Colin Firth, una - finalmente tornata - stupenda Julianne Moore e un - o mio dio è il bambino brutto e cicciotto di "About a Boy" - sorprendentemente cambiato Nicholas Hoult. Ma anche le comparsate sono degne di nota: primo fra tutti colui che adoro sopra ogni altro, il Ned dell'ex "Pushing Daisies", Lee Pace. Poi ancora Ginnifer Goodwin - ormai volto conosciuto per il tv show "Big Love", ma anche per "Mona Lisa Smile" e "La verità è che non gli piaci abbastanza" - e il modello - già di Tom Ford - Jon Kortajarena (consiglio un'occhiata).
Il signor Ford, dunque, ha pensato (bene!) che per avere successo con un film il primo passo debba essere un ottimo cast. Meno male che se ne è ricordato, ultimamente sembra che conti di più chi 'recita' fuori, nella vita. Scegliendo un attore vero, che non ama esporsi al gossip e si preoccupa solo di far bene il suo mestiere, Ford si è assicurato una certezza per la sua prima fatica.
Altra ottima mossa quella di non delegare. Ha scelto un'opera, se l'è riscritta e poi diretta. Tutto come voleva lui. Ovviamente se sei totalmente negato non puoi che fare fiasco, ma se sei effettivamente dal buonino al bravo, allora questo è sicuramente un valore aggiunto. Il bel Ford, quindi, ha saputo giocare bene le sue carte, anche scegliendo una storia che richiami un attimo l'attenzione. Professore gay della Los Angeles anni '60 perde compagno e tenta un'esistenza fatta di dolore straziante e ricordi dei bei momenti con il compagno. Vuole il suicidio e lo prepara, ma la vita lo sorprenderà, più di una volta. Il tutto in un'unica giornata.
I flashback aiutano lo spettatore a farsi un'idea della vita precedente di George/Colin Firth, una vita felice e colorata (notare i cambi di colore durante il film, che dal grigiore della vita quotidiana diventano intensi sprazzi quando qualcuno o qualcosa riporta George a pensieri positivi), ora spezzata da un dolore che gli rende faticoso perfino respirare. Se la vita continua, lui è sicuramente rimasto fermo e legato al suo passato, incapace di sopportare, rinchiudere e conservare un dolore che evidentemente l'ha sopraffatto.
In questa cornice piuttosto pesante si inserisce uno studentello (Hoult) del professore, decisamente carino e arrapato, che si approccia a George completamente in calore. Non c'è un vero contatto fisico, ma c'è un sacco di contatto visivo, specialmente perchè la maggior parte delle volte non hanno le mutande... (Ma Hoult c'è abituato dopo l'esperienza del tv show inglese "Skin")
Insomma, questo film mi è piaciuto per molte ragioni, sia visive che emotive. Ha una regia ricercata, con certe inquadrature molto interessanti (gli occhi come specchio dell'anima? Perfino il cartellone di "Psycho" ce lo ricorda!) che colgono bene gli stati psicologici del personaggio; una bellissima fotografia; delle scenografie davvero ben ricostruite e un montaggio veramente singolare, rapido, veloce che forse vuole riprendere quello scorrere repentino del tempo che, anche qui, pesa sull'esistenza umana (non a caso il trailer è scandito per intero da un ticchettio di orologio).
Solo una nota stonerà nel mio commento e riguarda un aspetto tecnico: la colonna sonora. Non è brutta, anzi, ha un motivo trainante che affascina e si lascia ricordare, ma nel complesso del film la musica è davvero troppa. Non sono sicuro al 100% che ci sia anche un solo minuto di puro silenzio. E' una continua cascata di note che, invece di accompagnare, sovrastano le immagini fino addirittura a coprire il suono delle parole in alcuni casi. Spero che il problema fosse solo del pessimo audio del così-così cinema a cui siamo stati io e Ale. Altrimenti... non ci siamo! Ps. Martedì finalmente le nomination all'Oscar: quante ne arriveranno? Almeno una sicuro!
Consigli: Da vedere pronti e già consapevoli che ci sarà del dramma. Altrimenti ci si deprime.
Parola chiave: Jim.
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