venerdì 24 novembre 2023

Film 2234 - Saltburn

Intro: Saltino in avanti per parlare di una delle pellicole del momento, nonché una grande sorpresa cinematografica che, a suo modo, ha mantenuto le aspettative.

Film 2234: "Saltburn" (2023) di Emerald Fennell
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: (***SPOILER***) "Saltburn" è stato tutto tranne quello che mi aspettavo e, a suo modo, mi ha convinto. Non tanto perché la storia sia particolarmente originale o innovativa, ma perché Fennell riesce a creare un mondo che funziona secondo i propri parametri e, per quanto assurdo e poco plausibile - Oliver/Barry Keoghan uccide tutti ma nessuno sospetta di lui? - il risultato finale è coerente e di grande intrattenimento.
Come per il precedente "Promising Young Woman", anche in questo film la colonna sonora gioca un ruolo fondamentale, rispolverando iconici motivi pop dal sapore nostalgico (qui è "Murder on the Dancefloor" di Sophie-Ellis Bextor, nel precedente era "Stars Are Blind" di Paris Hilton), il tutto in combinazione con una forte coesione stilistica - che qui caso contrappone lusso e povertà, moderno e antico - e un'evidente predisposizione di Fennell per la scrittura dei dialoghi, che in "Saltburn" si manifesta nel più classico degli humor britannici (e con che meravigliosi risultati!).
Questa seconda pellicola di Fennell ha, però, un elemento estraneo al precedente: una componente sessuale estremamente marcata. E non è tanto per quella scena finale di nudo integrale, la tensione sessuale pervade tutto il film e il finale non rappresenta che l'happy ending di due ore di continua eccitazione visiva: la bromance tra Oliver e Felix/Jacob Elordi, la "storia" tra Oliver e Farleigh/Archie Madekwe, Elordi praticamente sempre mezzo nudo, Keoghan letteralmente e completamente nudo, una calda estate passata sempre a prendere il sole, il voyerismo per l'intimità altrui, il bagno condiviso da Oliver e Felix... E potrei andare ancora avanti. "Saltburn" stuzzica costantemente lo spettatore e lo fa inizialmente di soppiatto, per poi rivelare un'anima inizialmente curiosa, poi morbosa che conferisce al film un'inaspettata connotazione erotica9. Fennell, però, dosa con intelligenza questo aspetto della sua storia, così che ce ne si accorge durante la visione sì, ma la sessualità non finisce per farla da padrone in maniera sfrontata, anzi, rimane semplicemente un altro degli aspetti della storia. Nel mio caso questa è la componente che sicuramente mi è rimasta più impressa perché la più inaspettata.
In una sorta di mix improbabile - ma che funziona - tra "The Talented Mr. Ripley" e "Call Me by Your Name", la seconda uscita al cinema da scneggiatrice/regista/produttrice di Emerald Fennell è prodotto sicuramente meno di impatto e controverso del suo film d'esordio, ma non per questo a suo modo meno riuscito. "Saltburn" è un film che funziona, assurdo per certi elementi sopra alle righe, sconvolgente a tratti e con qualche momento di humor sublime, per un risultato finale che soprende. Non perfetto, ma sicuramente tra i titoli più interessanti della stagione.
Cast: Barry Keoghan, Jacob Elordi, Rosamund Pike, Richard E. Grant, Alison Oliver, Archie Madekwe, Carey Mulligan.
Box Office: $1.7 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: In un oceano di contenuti tutti uguali, di blockbuster che fanno flop al botteghino e di franchise che vengono riesumati nella speranza di laudi guadagni, "Saltburn" è una ventata d'aria fresca per la mente e per gli occhi, un film sicuramente non per tutti, ma da vedere. Fennell non ci vincerà un altro Oscar, ma ci ricorda per quale motivo è una da tenere assolutamente d'occhio.
Premi: /
Parola chiave: Ruota bucata.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

Film 2221 - Crossroads

Intro: Interrotto il lungo momento dell'horror, mi sono lasciato coinvolgere dalla Britney-mania alla vigilia dell'imperdibile debutto in libreria di "The Woman in Me" che, per l'occasione, ha trainato al cinema il ritorno del debutto attoriale della principessa del pop. Siccome non pensavo che il film sarebbe stato distribuito anche qui a Dublino, ho scelto di rivedere il film in casa, scoprendo poi che, effettivamente, la pellicola è passata anche dalle sale irlandesi...

Film 2221: "Crossroads" (2002) di Tamra Davis
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: avevo visto questo film una sola volta (non al cinema) e ricordo mi avesse lasciato piuttosto deluso, quindi mi sono approcciato a questa seconda visione con una certa diffidenza.
La verità è che "Crossroads", preso per quello che è - ovvero un prodotto figlio del suo tempo, nonché un film senza un finale, o quantomeno il finale più insoddisfacente della storia - è un titolo decente e se paragonato ad altri tentativi di star della musica di affacciarsi al mondo del cinema (vedi "Glitter" con Mariah Carey).
Ci tengo a sottolineare, poi, che a differenza di quanto a gran voce professato dalla critica, Britney Spears non è affatto terribile a recitare e, anzi, mi ha più volte sorpreso. Considerato che la trama non rifugge tematiche impegnative come l'abbandono di un genitore e la gravidanza di una minorenne (additata da tutti come la poco di buono), sono rimasto colpito dalla scelta di Spears di cimentarsi con del materiale che non le richiedesse semplicemente di recitare la parte della giovane e ingenua ragazza di provincia dall'immenso talento che qualcuno inevitabilmente finirà per scoprire. Per quanto anche questa tematiche siano presenti qui, la verità è che sono solo in parte il focus della storia, che invece si concentra più volentieri sui temi dell'amicizia, dell'emancipazione femminile e del credere nel proprio talento per forgiare il proprio destino.
Poi, va detto, il film è incapace di quella profondità emotiva necessaria a portare veramente alla luca questi temi così importanti, però rimane lodevole che l'esordio cinematografico di quella che già all'epoca era un'icona della musica pop si sia manifestato in un film on the road così volutamente diverso rispetto ai tanti altri tentativi delle dive della musica che hanno provato questa strada (la Carey, appunto, ma anche Christina Aguilera e Whitney Houston).
Ribadisco, il risultato finale è tutt'altro che perfetto: il finale, incapace di mantenere le aspettative, finisce per risultare sottotono rispetto al resto della pellicola, la regia è inesperta e la trama in alcuni passaggi è troppo frettolosa e, a volte, palesemente a servizio di quell'immagine di candore e innocenza imposta alla Spears dal suo managment, però tutto sommato "Crossroads" non è quel disastro cinematografico che alla critica è piaciuto descrivere ai tempi dell'uscita nelle sale. Anche perché, con gli occhi di oggi, questo film è a tutti gli effetti un gioiellino di cultura pop: non solo Britney in veste di attrice, ma Shonda Rhimes ("Grey's Anatomy", "Scandal", "How to Get Away with Murder", "Bridgerton") alla sceneggiatura, Zoe Saldaña ("Avatar", "Star Trek", "Guardians of the Galaxy", "Avengers"), Taryn Manning ("Orange Is the New Black") e Kim Cattrall ("Sex and the City", "Big Trouble in Little China", "Mannequin", "Queer as Folk", "Glamorous") tra le protagoniste e nientemeno che Dido tra gli autori della canzone portante della colonna sonora del film, "I'm Not a Girl, Not Yet a Woman".
Cast: Britney Spears, Anson Mount, Zoe Saldaña, Taryn Manning, Justin Long, Kim Cattrall, Dan Aykroyd.
Box Office: $61.1 milioni
Vale o non vale: Sicuramente non un titolo da recuperare a tutti i costi, ma i fan della Spears dovrebbero apprezzare anche a distanza di 20 anni.
Premi: 2 nomination agli MTV Movie & TV Awards per Miglior attrice esordiente e Miglior abbigliamento per la Spears. Nominato a 8 ai Razzie tra cui per Peggior film, regia, sceneggiatura e canzone originale ("Overprotected"), il film ha vinto per la Peggior attrice protagonista (Spears) e la Peggior canzone originale ("I'm Not a Girl, Not Yet a Woman").
Parola chiave: Audition.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 novembre 2023

Film 2220 - The Descent

Intro: Seconda pellicola casalinga con Kate, altro film horror, altro piccolo gioiellino.

Film 2220: "The Descent" (2005) di Neil Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: avrò visto questo film già 4 o 5 volte (di cui la prima addirittura al cinema, quando scelsi di vedere il film un po' per caso e ne rimasi affascinato) e non smette mai di piacermi. Questa volta devo ammettere che i ricordi fossero più offuscati e, sepppure non è stato come rivedere il film daccapo, sicuramente qualche momento di riscoperta di alcuni passaggi che non ricordavo precisamente c'è stato (come il passaggio con la corda appesa alla parete per poter passare il dirupo).
"The Descent" è un grandissimo film dell'orrore che combina magnificamente le sue due anime di horror e film claustrofobico che gioca sull'ansia che la storia e l'ambientazione riescono a giocare sullo spettatore.
Questo film ha quasi 20 anni, ma non smette di spaventare e lo fa ancora meglio di certa roba che è uscita di recente.
Film 332 - The descent - Discesa nelle tenebre
Film 2220 - The Descent
Cast: Shauna Macdonald, Natalie Mendoza, Alex Reid, Saskia Mulder, Nora-Jane Noone, MyAnna Buring.
Box Office: $57.1 milioni
Vale o non vale: Titolo non particolarmente famoso, eppure gioiellino dell'horror da scoprire e riscoprire. Vale davvero la pena: claustrofobico, teso e spaventoso. Perfetta scelta per una serata all'insegna della paura.
Premi: /
Parola chiave: Incidente.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 21 novembre 2023

Film 2219 - The Ring

Intro: Ormai completamente immerso in una "bolla" di paura da suggestione halloweeniana, ho convinto Kate a guardare insieme a me questo (e il prossimo) film in due pomeriggi casalinghi all'insegna di alcune vecchie guardie - ormai si può dire - del cinema dell'orrore.

Film 2219: "The Ring" (2002) di Gore Verbinski
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: ho sempre adorato questo film che, nell'ormai lontano 2002, non mancai di vedere al cinema.
Non importa quante volte abbia già visto "The Ring", a ogni visione rimango sempre soddisfatto dalla storia, la fotografia bluastra e super malinconica e dalla magnifica performance di un'allora sconosciuta Naomi Watts. Il dvd che ho a casa a Bologna è sicuramente consumato a causa di tutte le volte che ho rivisto questo film. A questo, però, punto mi sorge una domanda: avrei dovuto farne una copia?
Film 1272 - The Ring
Film 2219 - The Ring
Film 1333 - The Ring 3
Cast: Naomi Watts, Martin Henderson, Brian Cox, David Dorfman, Daveigh Chase, Jane Alexander, Amber Tamblyn, Pauley Perrette, Sara Rue, Adam Brody.
Box Office: $249.3 milioni
Vale o non vale: Premesso che non ho mai visto l'originale giapponese, questo remake americano a me a convinto dalla prima visione. La storia è assurda quanto basta, spaventosa più per i vari traumi psicologici che secondo i canoni del genere horror, adoro che la storia sembri finita dopo la scena nel pozzo ma in realtà continui e regali un finale molto più soddisfacente del previsto e, in generale, trovo che "The Ring" funzioni su tutta la linea. Poi con tutti i vari sequel si sono giocati la qualità generale del franchise (del resto Gore Verbinski lascia la regia dopo questo primo film), ma questo primo episodio è una bomba. Anche a 20 anni di distanza.
Premi: 2 candidature agli MTV Movie + TV Awards per Miglior film e Miglior cattivo (Daveigh Chase).
Parola chiave: Copy.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

Film 2218 - The Exorcist: Believer

Intro: Altro giro altro regalo, continua la saga degli orrori.

Film 2218: "The Exorcist: Believer" (2023) di David Gordon Green
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: premesso che non penso ci fosse bisogno di resuscitare questo franchise, specialmente in questi termini, diciamo che se il risultato finale fosse stato buono sarei stato il primo ad abbracciare il progetto con entusiasmo. Di fatto, però, "The Exorcist: Believer" - che, a 50 anni dall'uscita in sala, tenta di riportare in auge la saga nata con il capolavoro di William Friedkin - non riesce minimamente a rievocare le atmosfere dell'originale, di cui può solamente scimmiottare qualche aspetto legato alla possessione. Per il resto, non c'è paragone. Ah no, un altro parallelo con il primo film c'è: sono riusciti a far tornare Ellen Burstyn regalandole uno dei comeback cinematografici più inutili della storia.
La verità è che questo film arriva 50 anni troppo tardi: niente di ciò che rese così sconvolgente e scioccante "The Exorcist" nel 1973 oggi ha più presa sul pubblico e non bastano un milione di volgarità e qualche effetto speciale da spavento veloce a far rivivere quell'iconica esperienza cinematografica che fu il primo titolo di questa saga. Poi, per carità, non è certo colpa di questa pellicola in particolare se, da audience, siamo abituati ormai a ben di peggio; resta il fatto che la produzione potesse immaginare di doversi giocare altre carte per riportare in auge una proprietà come questa. Ed è proprio qui che non ci siamo.
David Gordon Green ripropone gli stessi errori commessi nella saga di "Halloween": il racconto si riempe di personaggi di cui si sa poco e niente o non ci importa (la famiglia di Katherine, per esempio, un nucleo completamente accessorio), la storia vagabonda intrecciando questioni poco rilevanti o non approfondite (per esempio come avviene la possessione: le ragazzine spariscono per tre giorni e riappaiono dal nulla dopo essersi avventurate nel bosco. Fine) e, peggio di tutto, l'esorcismo del titolo non è nemmeno un vero esorcismo (il prete inizialmente si rifiuta di compiere il rito e chi decide di cimentarcisi? La vicina di casa!). In aggiunta, tutto il preambolo iniziale della madre della ragazzina protaginsta... perché, quando poi non ci si prende nemmeno il tempo per mostrare come Angela e Katherine entrino in contatto con il demone, ovvero la ragione fondante alla base di tutta questa storia?
Davvero mi sfugge come si possa essere stati così superficiali nell'imbastire un progetto del genere che sì, si suppone essere un'altra trilogia, eppure fallisce miseramente nell'imbastire i giusti preamboli per le storie a venire. Katherine, tra l'altro, rimane all'inferno... e ce la dimentichiamo lì? Capisco che probabilmente nei prossimi capitoli si proverà a salvarne l'anima, però mi ha colpito con quanta nonchalance ci si sia disinteressati del suo personaggio una volta che la trama ha raggiunto l'atto conclusivo del suo racconto. Mah.
In defintiva, primo nuovo capitolo e già primo passo falso. Non che mi aspettassi niente di che, lo ammetto, però è un peccato vedere come la saga de "L'esorcista" continui a venire sfruttata nella maniera sbagliata. A volte certe cose presiziose bisognerebbe lasciarle stare.
Cast: Leslie Odom Jr., Lidya Jewett, Olivia O’Neill, Jennifer Nettles, Norbert Leo Butz, Ann Dowd, Linda Blair, Ellen Burstyn.
Box Office: $134.1 milioni
Vale o non vale: Nella grande mischia dei film dell'orrore non è sicuramente un titolo che mi sento di raccomandare caldamente: non racconta niente di nuovo, né lo fa in maniera originale. Diciamo che "The Exorcist: Believer" aveva del potenziale, ma il risultato finale è insufficiente. Forse i fan dell'originale potrebbero giovare della presenza di ben due delle attrici presenti nella pellicola originale.
Premi: /
Parola chiave: Sciarpa.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

sabato 18 novembre 2023

Film 2217 - Saw X

Intro: Nuovo film visto al cinema, nuovo horror (nonostante sia la decima uscita della saga) e nuova esperienza cinematografica: il film in 4D!

Film 2217: "Saw X" (2023) di Michael Chaves
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Paul
In sintesi: chi l'avrebbe mai detto che avrei incontrato nuovamente la saga di Jigsaw? Io di certo non me lo aspettavo, per me l'interesse per questo franchise si era spento già ai tempi del terzo capitolo.
Di conseguenza mi sono affacciato a questa storia con un po' di esitazione, contando che, a parte il primo film, degli altri ricordassi davvero poco e niente. Chiaro che, una volta capito il meccanismo alla base di ognuna delle pellicole della saga, di fatto non c'è bisogno di sapere altro. Senza contare che questo "Saw X" si inserisce narrativamente tra il 1° e il 2° film, per cui non ho fatto alcuna fatica a seguire la trama (tra l'altro Paul è un grande fan di tutti i titoli, quindi mi ha fatto un breve recap su chi fosse, per esempio, il personaggio di Amanda Young/Shawnee Smith).
Premesso, come dicevo, che il meccanismo è sempre lo stesso - una tortura per il corpo e per la mente per espiare le colpe dei malcapitati e renderli persone migliori se sopravvivono - c'è da dire che questo "Saw X", come il primo film, presenta davvero una trama che valga la pena di essere seguita. I vari smembramenti cominciano solo dopo una buona mezz'ora di premessa che contestualizza bene dinamiche e personaggi, mentre il finale a sorpresa lascia ampiamente soddisfatto lo spettatore. Certo, poi bisogna subirsi gli arti amputati, gli intestini esposti e compagnia bella, comunque niente che non possa essere evitato semplicemente coprendosi gli occhi (io l'ho fatto più volte).
A parte questo, "Saw X" è un horror-splatter che funziona benissimo e, anzi, sorprende in quanto decimo capitolo di una saga che pareva avesse esaurito creatività e rilevanza, specialmente dopo la mossa disperata dello spin-off ("Spiral") interpretato e prodotto da un Chris Rock in cerca di nuove sfide recitative. Invece, sorpresa, il 10° film della saga di Jigsaw ci ricorda che questo franchise parrebbe avere ancora qualche asso nella manica.
Film 153 - Saw - L'enigmista
Film 2217 - Saw X
Cast: Tobin Bell, Shawnee Smith, Synnøve Macody Lund, Steven Brand, Renata Vaca, Joshua Okamoto, Octavio Hinojosa, Paulette Hernández, Costas Mandylor, Michael Beach.
Box Office: $104.9 milioni
Vale o non vale: Non per tutti i palati, me ne rendo conto, ma per quelli che apprezzano è certamente una boccata d'aria fresca dopo un periodo stagnante per l'horror in generale e questo franchise in particolare. Unico consiglio: 4D assolutamente da evitare!
Premi: /
Parola chiave: Cancro.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 15 novembre 2023

Film 2216 - The Nun II

Intro: Continua la saga dell'horror in vista dell'imminente notte delle streghe.

Film 2216: "The Nun II" (2023) di Michael Chaves
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: già il primo "The Nun" non è che sia un capolavoro e certamente questo sequel non è migliore in termini di qualità, però per quello che vale, ammetto di non aver odiato questo secondo capitolo. Probabilmente anche perché, dopo la cocente delusione del primo film, per questa nuova uscita del franchise le aspettative erano decisamente molto, molto più basse.
La verità è che la saga di "The Nun" ha poco da dire in termini di storia e vive in buona sostanza delle atmosfere inquietanti che la pellicola è in grado di creare. Visivamente, infatti, il risultato finale è particolarmente ben riuscito, soprprendentemente interessante a volte (penso alla scena delle riviste che si sfogliano da sole), anche se ciò non basta a salvare una trama troppo sconnessa e generica, in particolar modo quando si tratta di approfondire l'antagonista, nonché personaggio princiale, del demone-suora. In questo secondo titolo, in particolare, si fatica a comprendere le modivazioni del personaggio, non vi è alcun approfondimento del suo passato - immagino che il tutto sia rimandato al primo film, o origin story in questo caso - che fornisca allo spettatore qualche indizio che vada oltre la mera assunzione che il demone sia malvagio e quindi tenti di uccidere chiunque (che poi non succede sempre, ma solo quando fa comodo alla trama, il che rende il tutto ancora più confuso). In aggiunta a questa generale superficialità, gli altri personaggi che compongono la storia (alcuni ripresi dal primo film) non hanno granché da dire in quanto, per la maggior parte del racconto, sono a servizio del sadico giochino che preme raccontare alla trama. Per capirsi, lo scopo di "The Nun II" non è tanto raccontare una storia, quanto spaventare il pubblico.
Detto ciò, ribadisco che non ho dedestato questo sequel e, anzi, mi sono sorpreso ad apprezzarlo molto più di quanto mi sarei immaginato. Semplicemente bisogna tenere presente che "The Nun II" è un horror che ha ragione di esistere nel contesto di quest 3 assunzioni: a) è il sequel di un franchise famoso e particolarmente lucrativo, b) è uscito in tempo per il periodo di Halloween e c) ha come unica vocazione quello del facile spavento.
Film 1673 - The Nun
Film 2216 - The Nun II
Cast: Taissa Farmiga, Jonas Bloquet, Storm Reid, Anna Popplewell, Bonnie Aarons, Patrick Wilson, Vera Farmiga.
Box Office: $268.1 milioni
Vale o non vale: Non imprescindibile, ma tutto sommato nemmeno terribile. Il finale non è all'altezza di tutta la premessa, però di per sé il film ha un'estetica coesa e spaventa quanto basta. In più, cameo finale con la possibile promessa di un ritorno dei coniugi Ed e Lorraine Warren (rispettivamente Patrick Wilson e Vera Farmiga).
Premi: /
Parola chiave: Occhi.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 10 novembre 2023

Grammys 2024: nominations e vincitori

66th Annual Grammy Awards

Best Compilation Soundtrack for Visual Media
Aurora – Daisy Jones & The Six
Barbie: The Album – Various Artists
Black Panther: Wakanda Forever – Various Artists
Guardians of the Galaxy, Vol. 3: Awesome Mix, Vol. 3 – Various Artists
Weird: The Al Yankovic Story – Weird Al Yankovic

Best Score Soundtrack Album for Visual Media
The Fabelmans – John Williams
Indiana Jones and the Dial of Destiny – John Williams
Black Panther: Wakanda Forever – Ludwig Göransson
Oppenheimer – Ludwig Göransson
Barbie – Mark Ronson & Andrew Wyatt

Best Song Written for Visual Media
"What Was I Made For?" (from Barbie)
Billie Eilish O'Connell & Finneas O'Connell, songwriters (Billie Eilish)

"Dance the Night" (from Barbie)
Caroline Ailin, Dua Lipa, Mark Ronson & Andrew Wyatt, songwriters (Dua Lipa)
"Barbie World" (from Barbie)
Naija Gaston, Ephrem Louis Lopez Jr. & Onika Maraj, songwriters (Nicki Minaj & Ice Spice featuring Aqua)
"Lift Me Up" (from Black Panther: Wakanda Forever)
Ryan Coogler, Ludwig Göransson, Robyn Fenty & Temilade Openiyi, songwriters (Rihanna)
"I'm Just Ken" (from Barbie)
Mark Ronson & Andrew Wyatt, songwriters (Ryan Gosling)

#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 9 novembre 2023

Film 2215 - The Exorcist

Intro: A parte qualche rara eccezzione, praticamente a ottobre ho visto solo horror. Si parte da qui, con la versione estesa di questo classico dell'orrore ritornato nelle sale in occasione del 50esimo anniversario dall'uscita nelle sale.

Film 2215: "The Exorcist" (1973) di William Friedkin
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: John
In sintesi: ho avuto due problemi con la visione di questo film. Il primo, tecnico, è legato al fatto che per qualche motivo la sfiga vuole che la maggior parte delle volte che vado da Cineworld a Dublino finisco nella sala 11 che ha la qualità audio peggiore che io abbia mai sentito. E' talmente pessima che si sente respirare le persone che si hanno sedute accanto. Considerato che "The Exorcist" è un film degli anni '70 e la qualità della traccia audio è quella che è, ho fatto estrema fatica a sentire i dialoghi (per non parlare della necessità di rimanere costantemente concentrato per non rischiare di perdermi qualcosa al minimo rumore). Il secondo problema è, invece, legato alla pellicola in sé o, in questo caso specifico, alla versione che ho visto, ovvero quella estesa, più lunga dell'originale di circa 20 minuti. Non che mi sia risultata pesante l'aggiunta di tempo, semplicemente ho trovato alcune scene un po' fini a se stesse, che non aggiungessero granché al risultato finale generale.
A parte questo, "The Exorcist" è sempre un classico meraviglioso, un gioiellino dell'horror che, per quanto datato per certi aspetti, funziona ancora benissimo al giorno d'oggi. La storia si conosce, ma non smette mai di affascinare.
Cast: Ellen Burstyn, Max von Sydow, Lee J. Cobb, Kitty Winn, Jack MacGowran, Jason Miller, Linda Blair.
Box Office: $441.3 milioni
Vale o non vale: Gli amanti dell'horror non possono assolutamente perdersi questo cult, precursore di tutti i recenti film su esorcismi vari e possessioni. Imperdibile, specialmente in vista di Halloween.
Premi: 2 premi Oscar vinti per Miglior sceneggiatura non originale e sonoro su 10 nomination (tra cui Miglior film, regia, attrice protagonista per Burstyn, attrice non protagonista per Blair, attore non protagonista per Miller e fotografia). 1 nomination ai BAFTA per Miglior colonna sonora e 4 vittorie ai Golden Globe per Miglior film drammatico, regia, attrice non protagonista (Blair) e sceneggiatura su 7 nomination (attrice protagonista per Burstyn, attore non protagonista per von Sydow e attrice esordiente per Blair)
Parola chiave: Medaglietta.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 6 novembre 2023

Film 2214 - The Lord of the Rings: The Return of the King

Intro: Eventone che non mi potevo perdere: la riedizione al cinema di uno dei miei film preferiti in assoluto in occasione dei 20 anni di anniversario dall'uscita.

Film 2214: "The Lord of the Rings: The Return of the King" (2003) di Peter Jackson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: anche se ero consapevole che si trattasse della versione estesa del film - quella che avevo visto solo una volta nel comfort di casa mia dopo aver comprato i dvd - non avevo considerato che la versione estesa di un film di per sé già lungo 201 minuti avrebbe significato l'uscita dalla sala ad un'ora assurda... Di fatti "The Lord of the Rings: The Return of the King" in versione estesa dura nientemeno che 251 minuti, ovvero più di 4 ore. Però poi va detta la verità: il film non mi ha stancato neanche per un minuto.
Come sempre, infatti, la storia mi ha tenuto letteralmente incollato allo schermo e, anzi, mi ha fatto estremamente piacere rivedere quelle scene eliminate che quasi non ricordavo nemmeno più (a parte quelle con Saruman/Christopher Lee, che avrei preferito fosse inclusa anche nella versione originale della pellicola per dare un senso di chiusura all'arco narrativo del personaggio).
Insomma, per me è sempre bello trovare un momento per tornare nella Terra di Mezzo e, in particolare in questo caso, ho davvero apprezzato tantissimo la possibilità di recuperare nuovamente questo meraviglioso pezzo della storia del cinema moderno che, anche a 20 anni di distanza, funziona ancora meravigliosamente. Ormai un classico.
Film 159 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 313 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1270 - Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello
Film 1515 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 1803 - The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring
Film 2079 - Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello
Film 314 - Il signore degli anelli - Le due torri
Film 1279 - Il Signore degli Anelli - Le due torri
Film 1295 - Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re
Film 2214 - The Lord of the Rings: The Return of the King
Cast: Elijah Wood, Ian McKellen, Liv Tyler, Viggo Mortensen, Sean Astin, Cate Blanchett, John Rhys-Davies, Bernard Hill, Billy Boyd, Dominic Monaghan, Orlando Bloom, Hugo Weaving, Miranda Otto, David Wenham, Karl Urban, John Noble, Andy Serkis, Ian Holm, Christopher Lee, Brad Dourif, Sean Bean.
Box Office: $1.148 miliardi
Vale o non vale: Non per tutti, me ne rendo conto, specialmente la versione estesa. Senza contare che questo è il terzo capitolo di una trilogia, quindi se non si hanno visto le pellicole precedenti, praticamente nulla avrà senso.
Detto questo, se c'è un film per cui valga la pena dare una chance alla versione estesa, questo è sicuramente "The Lord of the Rings: The Return of the King".
Premi: 11 premi Oscar vinti su 11 nomination per Miglior film, regia, sceneggiatura non originale, colonna sonora, montaggio, costumi, make-up, scenografie, mixaggio sonoro, effetti speciali e canzone originale ("Into the West" cantata da Annie Lennox). 4 Golden Globe vinti su 4 nomination per film, regia, colonna sonora e canzone originale; 12 nomination ai BAFTA - tra cui regia, attore non protagonista (Ian McKellen), montaggio e colonna sonora - e 4 vittorie per Miglior film, sceneggiatura non originale, fotografia ed effetti speciali. 2 vittorie ai Grammy per Best Score Soundtrack Album for a Motion Picture, Television or Other Visual Media e Best Song Written for a Motion Picture, Television or Other Visual Media. 2 vittorie agli MTV Movie + TV Awards per Miglior film e sequenza d'azione (per la battaglia di Gondor).
Parola chiave: Mount Doom.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 2 novembre 2023

Film 2213 - Bottoms

Intro: Avevo voglia di un film leggero e spensierato e che possibilmente mi facesse ridere. Il grande successo di una commedia americana a tinte queer sembrava il titolo che facesse al caso mio.

Film 2213: "Bottoms" (2023) di Emma Seligman
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: come al solito, aver letto critiche entusiaste prima della visione del film mi ha creato delle aspettative che poi la visione non è stata in grado di uguagliare.
In tutta onestà, se solitamente questa discrepanza tra l'hype della critica e il mio gusto personale non inficia troppo la mia opinione finale sulla pellicola di turno, in questo caso devo dire che "Bottoms" non mi ha per niente convinto. L'ho trovato caotico e poco divertente, strambo in una maniera non di mio gusto, per un risultato finale che mi ha lasciato più perplesso che soddisfatto della visione. Senza contare che il film è estremamente violento, il che non è certo un problema in generale, ma considerato che mi aspettavo di vedere una commedia queer, diciamo che mi aspettassi tutto tranne che ci si prendesse a botte, si tentasse di assassinare le gente e ***SPOILER*** il tutto finisse in un bagno di sangue.
Probabilmente parte del mio disappunto è derivato dal fatto che o non ho capito le battute o mi mancasse il contesto o i riferimenti culturali per abbracciare appieno un prodotto così profondamente "made in the USA", di fatto "Bottoms" è stato tutto il contrario di quello che mi aspettassi, non mi ha fatto ridere e non è stato per niente quello che cercavo da questa visione.
Cast: Rachel Sennott, Ayo Edebiri, Ruby Cruz, Havana Rose Liu, Kaia Gerber, Nicholas Galitzine, Miles Fowler, Dagmara Domińczyk, Marshawn Lynch.
Box Office: $12 milioni
Vale o non vale: Personalmente non mi ha convinto. Sarà che cercavo (e di conseguenza mi aspettavo) qualcos'altro, forse non ne ho capito lo humor, di fatto "Bottoms" non mi ha fatto ridere e, invece, mi ha colpito per una certa deliberata violenza un po' troppo gratuita e spavalda. Come si dice in inglese, not my cup of tea.
Premi: /
Parola chiave: Pineapple.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi