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domenica 24 gennaio 2021

Film 1786 - A League of Their Own

Intro: Ne avevo sentito parlare, ma non avevo mai avuto l'occasione di vedere questo film. Così una sera ho deciso di recuperare.
Film 1786: "A League of Their Own" (1992) di Penny Marshall
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: nel complesso il film è carino e godibile, anche se c'è un'ombra di machismo e paternalismo che a quasi 30 anni di distanza stride non poco.
In generale "A League of Their Own" funziona grazie a un cast femminile ben assortito e capitanato da una Geena Davis in splendida forma e una Madonna che, pur praticamente interpretando se stessa (o il suo personaggio pubblico), infiamma una sceneggiatura altrimenti troppo preoccupate a veicolare certi cliché datati.
La combo baseball + campionato femminile è un soggetto molto intrigante, specialmente collocato nel contesto storico ritratto qui, ovvero quando, durante la seconda guerra mondiale, si creò una lega femminile che facesse proseguire il campionato di baseball in assenza degli uomini momentaneamente coinvolti nel conflitto bellico. La storia, come si intuisce dalla premessa, è molto interessante (e assolutamente vera) ed è lodevole che il film approfondisca l'argomento, anche se gli elementi narrativi messi in scena sono per lo spettatore moderno antiquati e arrugginiti, il che guasta un po' la visione. Tutto sommato, comunque, la pellicola della Marshall riesce nell'intento di valorizzare questa iniziativa e le sue protagoniste, dando visibilità a quelle donne che, nonostante il contesto maschilista e misogino, non si sono fatte mettere da parte partecipando ad un progetto che, visto con gli occhi di oggi, ha un grandissimo valore simbolico (e non solo).
Cast: Tom Hanks, Geena Davis, Madonna, Lori Petty, Rosie O'Donnell, Jon Lovitz, David Strathairn, Garry Marshall, Bill Pullman.
Box Office: $132.4 milioni
Vale o non vale: Il personaggio interpretato da Tom Hanks è terribile (anche se si redime verso la fine, il che comunque non cancella gli abusi verbali iniziali), ma fortunatamente le ragazze in squadra e la loro determinazione sono sufficienti a trainare tutta la baracca. Geena Davis è magnetica e devo dire che Madonna fa la sua figura. Tutto sommato un tuffo nel passato che, per quanto imperfetto, conserva un certo alone di fascino.
Premi: Candidato a 2 Golden Globes (Miglior attrice protagonista commedia o musical per Geena Davis e Miglior canzone originale "This Used to Be My Playground" di Madonna e Shep Pettibone) e una nomination ai Grammy per Best Song Written Specifically for a Motion Picture or for Television ("Now and Forever" di Carole King).
Parola chiave: Guerra.
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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 2 agosto 2019

Film 1638 - Beaches

Intro: Era letteralmente un'eternità che volevo vedere questo film!
Film 1638: "Beaches" (1988) di Garry Marshall
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non è stato esattamente quello che mi aspettavo, ma "Beaches" alla fine mi è piaciuto. Incarna perfettamente quell'atmosfera anni '80 che tanto mi piace e ricerco, oltre che sfoderare una Bette Midler in formissima. Non sono, invece, un gran fan di Barbara Hershey che, comunque, qui ha la parte più mono-tono, diciamo, difficile da mettere in risalto quando hai di fianco lo scoppiettio costante non solo del personaggio di CC Bloom, ma in generale proprio la verve della Midler. In ogni caso il binomio agli antipodi delle due protagoniste è il succo della storia e ci sta, anche perché sarebbe stato ingestibile dover proporre dei personaggi sopra le righe senza avere un elemento che smorzasse i toni.
Ciò detto, ho trovato tutto l'insieme meno conforme alle mie aspettative e a tratti un po' brusco, quasi poco raffinato; più 'grezzo' nell'inizio, il film riesce comunque a trovare una strada più definita nella seconda parte, quando finalmente le due amiche d'infanzia mettono da parte le loro divergenze e conflittualità per trovare un punto d'incontro - e di (ri)partenza - con la malattia di Hillary. Tutto sommato ho gradito e "Wind Beneath My Wings" è un classicone intramontabile che estende il suo stato di cult anche a questa pellicola.
Cast: Bette Midler, Barbara Hershey, John Heard, Spalding Gray, James Read, Lainie Kazan, Héctor Elizondo, Mayim Bialik.
Box Office: $57 milioni
Vale o non vale: Cult anni '80 con colonna sonora intramontabile: vi serve altro per convincervi a vederlo? Ah, e la protagonista è Bette Midler...
Premi: Candidato all'Oscar per la Migliore scenografia. La canzone "Wind Beneath My Wings" cantata dalla Midler per il film ha vinto 2 Grammy Awards nel 1990 (Record of the Year and Song of the Year).
Parola chiave: Atlantic City.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 20 maggio 2019

Film 1588 - Mother's Day

Intro: Non che lo vorresti rivedere, ma ogni tanto anche i film orrendi ritornano...
Film 1588: "Mother's Day" (2016) di Garry Marshall
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: Film 1186 - Mother's Day
Cast: Jennifer Aniston, Kate Hudson, Shay Mitchell, Julia Roberts, Jason Sudeikis, Britt Robertson, Héctor Elizondo, Timothy Olyphant, Jack Whitehall, Margo Martindale, Sarah Chalke, Jennifer Garner, Aasif Mandvi, Jessi Case.
Box Office: $48.4 milioni
Vale o non vale: Assolutamente dimenticabile.
Premi: Candidato a 2 Razzie Award per Peggior attrice (Roberts) e Peggior attrice non protagonista (Hudson).
Parola chiave: Televendita.

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#HollywoodCiak
Bengi

mercoledì 10 agosto 2016

Film 1186 - Mother's Day

Un sabato sera al cinema in compagnia di un titolo non esattamente raccomandabile. E ho pure pagato!

Film 1186: "Mother's Day" (2016) di Garry Marshall
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Ultimo appuntamento cinematografico con il recentemente scomparso Garry Marshall che lascia come definitivo saluto al mondo una pellicola banale e trita, pur non così pessima come mi immaginavo all'inizio.
Caratterizzato dal solito duo Julia Roberts + Héctor Elizondo post "Pretty Woman" (cui Marshall diresse), questa commedia sulla festa della mamma, le madri, l'amore, la famiglia più o meno tradizionale, il razzismo, l'omofobia, il lutto, la grande nazione americana, i sentimenti, la scoperta di sé, ecc ecc ecc ecc ecc è un mix di cliché tanto prevedibile quanto già visto, anche se nel complesso il risultato finale non è così terrificante. Mi spiego meglio: è una pellicola insulsa, ma meglio di altre boiate viste di recente. Non so se sia un valore di fatto, di sicuro all'uscita dalla sala la cosa mi ha colpito. O, forse, semplicemente mi aspettavo un prodotto talmente brutto, che alla fine mi è parso meno peggio di quanto in realtà non sia.
In ogni caso è evidente che si tratti di un tentativo commerciale fallito, sia perché l'incasso è ridicolo (20 milioni per produrlo), sia perché non ha avuto alcun impatto sull'audience globale. La formula post "Pretty Woman" aveva già cominciato a non pagare più da un pezzo, i film corali di Marshall non hanno certo niente a che vedere con i capolavori di Altman e la Roberts, pur rimanendo la stella internazionale quale è da decenni, dovrebbe valutare meglio a quali pellicole scegliere di prendere parte, anche solo quale favore al regista che l'ha davvero lanciata. "Mother's Day" non è certo un titolo da ricordare, né una commedia vagamente brillante o innovativa. Sarà ricordata per il cast assortito, la smielata banalità e il terribile caschetto imposto alla Roberts senza alcun motivo valido.
Film 1588 - Mother's Day
Cast: Jennifer Aniston, Kate Hudson, Julia Roberts, Jason Sudeikis, Timothy Olyphant, Britt Robertson, Héctor Elizondo, Jack Whitehall, Shay Mitchell, Margo Martindale, Sarah Chalke, Jennifer Garner, Aasif Mandvi, Jessi Case.
Box Office: $43.8 milioni
Consigli: Piatto e prevedibile, ma certamente innoquo. Si può guardare e certamente i fan di uno qualunque degli attori presenti non potranno esimersi dal vederlo, anche se davvero siamo di fronte al niente di che a volte un po' inensato (non si capisce perché un uomo adulto dovrebbe vergognarsi di scrivere la parola 'assorbendi' sulla lista della spesa).
Parola chiave: Affetti.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 14 settembre 2010

Film 136 - Quando meno te lo aspetti

Me against TV: episodio 2. Ovvero quando la tv ti è nemica.


Film 136: "Quando meno te lo aspetti" (2004) di Garry Marshall
Visto: dalla TV
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Come si possa pensare di affidare un intero film sulle uniche spalle di Kate Hudson questo mi rimane un mistero. Come si possa credere che sarà un successo un film del genere, poi, è ancora più inspiegabile. Personaggi famosi in ruoli di contorno insignificanti (Joan Cusack, Felicity Huffman, Helen Mirren, Abigail Breslin), personaggini che ora un po' emergono (Hayden Panettiere), altri che ci riprovano per l'ennesima volta (John Corbett).
Non c'è un'idea che sia originale, non un passagio che non sia scontato o maledettamente prevedibile. Dov'era il regista di "Pretty Woman" mentre si girava questo film infangando il suo nome? Che Garry Marshall si fosse un po' perso per strada lo sapevamo, ma qui bisognava essere non vedenti per non capire l'inutilità del progetto...
Insomma non c'è ritmo, non c'è humor, non c'è alcuna magia coinvolgente, né capacità da parte dei protagonisti di creare qualcosa che non sia mera recitazione di battute prive del benché minimo guizzo. Non per forza si rende necessario il capolavoro, a volte il puro intrattenimento ben confezionato basta e avanza, ma qui non c'è nemmeno quello. Gag infantili, passaggi facili facili e dialoghi scontati tanto da far passare "Sex & The City 2" un sequel ben riuscito.
Peccato in generale perchè una bella commedia americana mi mette sempre di buon umore, anche quando non sia per forza una lavoro riuscito al 100%, mentre qui la piattezza, l'irrealtà (3 ragazzini tra l'infanzia e l'adolescena superano il lutto per la perdita dai due genitori in due settimane...) e l'assoluta assenza di inventiva lasciano insoddisfatti anche lo spettatore con meno pretese...
Consigli: Un passaggio assolutamente trascurabile della carriera della Hudson, che ha fatto decisamente di meglio, e del regista Marshall che, dopo alcuni successi mondiali, qui tenta la vincita facile con un prodotto davvero scadente. Ma non si può sempre vivere di rendita...
Parola chiave: Rapporti di famiglia.


Ric

domenica 24 gennaio 2010

Film 64 - Donne, regole... e tanti guai!

Lo sappiamo tutti che mi piace dare una speranza a qualsiasi film. Bene, martedì, dopo la mia prima giornata di lavoro come commesso-magazziniere (ah, che fatica!), ho deciso che un bel film avrebbe potuto risollevarmi! Anche se con 'bel' intendevo proprio che volevo fosse bello...


Film 64: "Donne, regole... e tanti guai!" (2007) di Garry Marshall
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cosa hanno in comune "Pretty Woman", il prossimo "Valentine's Day" e "Se scappi ti sposo" a parte Julia Roberts? Il regista, Garry Marshall. Che, guarda caso, è regista anche di questa pellicola ambientata in Idaho. Siamo in una piccola cittadina, classico luogo dove tutti conoscono tutti. Georgia/Jane Fonda vive lì e, quando la storia comincia, sta aspettando l'arrivo di sua figlia Lilly/Felicity Huffman alias Lynette Scavo di "Desperate Housewives" che, a sua volta, sta portando il suo disastro di figlia Rachel/Lindsay Lohan da sua nonna.
Immagino che il film volesse portare ad esempio quello di un confronto generazionale tra donne in uno snodo particolarmente difficoltoso e sofferto della loro vita. Peccato che il risultato sia decisamente mediocre e che il film faccia un po' un buco nell'acqua. Se l'idea era quella di accostare vita vera e finzione, non ci siamo proprio. Anche perchè, se al Lohan sniffa anche gli acari della polvere, non vuol dire che sia la più indicata a fare una ragazzina viziata e selvaggia. Ovviamente, se è antipatica e troietta ci dev'essere qualcosa sotto, e quindi - zac! - il colpo di scena: molestata dal patrigno! Sarà vero oppure no?! Nessuno lo capisce fino alla fine del film, perchè la ragazza tende a ritrattare e la madre non è esattamente un asso di genitore con cui possa confrontarsi.
Ecco, il film è tutto qui, non ha guizzi né spessore, racconta solo in modo abbastanza superficiale la storia di diversi deragliamenti personali tenendo sempre bene in evidenza l'aspetto amoroso. Se Rachel ci prova anche con i 50enni (a proposito: Dermot Mulroney non sa recitare ed è piuttosto evidente. Volessero accorgersene anche gli addetti ai casting, per favore...) e con i giovani mormoni in attesa di matrimonio per la vita, rimane sempre e comunque nell'aria un qualcosa di morboso e torbido, l'idea di una ragazzina e un uomo adulto che se ne approfitta, anche se in realtà il film non mostra nulla.
Perfettamente inutile, comunque, il personaggio di Jane Fonda che, non fosse per il titolo originale ("Georgia rule", regola di Georgia; anche qui ringraziamo chi cambia i titoli per la programmazione in Italia) potrebbe benissimo anche non esserci. Sorprendentemente, invece, un passo falso e pure molto evidente, per Felicity Huffman, che con questo ruolo di madre incapace e alcolizzata non solo non ha aggiunto niente al suo curriculum, ma ha pure dovuto portare orribili parrucche stoppose e indossare tutite alla Simona Ventura che farebbero imbarazzare perfino una 20enne. Il fisico c'è, il viso un po' meno.
In definitiva? Assolutamente trascurabile.
Consigli: Evitate di guardarlo con vostra madre, potreste farvi venire la voglia di rispolverare vecchie faccende in sospeso...
Parola chiave: Regola di Georgia.



#HollywoodCiak
Bengi