Visualizzazione post con etichetta Luc Besson. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Luc Besson. Mostra tutti i post

martedì 14 maggio 2019

Film 1582 - The Fifth Element

Intro: Non lo avevo mai visto ed ero sempre stato curioso di recuperarlo. Ricordo che da bambino ero rimasto particolarmente colpito da uno degli outfit di un personaggio di questa pellicola...
Film 1582: "The Fifth Element" (1997) di Luc Besson
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non è la prima volta che Besson delude un po' le mie aspettative e nonostante i numerosi titoli a suo favore ("Léon" in primis), da "Il quinto elemento" mi aspettavo molto, molto di più. Avventura, sci-fi, una tonnellata di effetti speciali, qualche elemento comico ed esplosioni in ogni dove per un'ambientazione futuristica che convince solo a metà, il tutto per un caotico risultato finale che rimane impresso per due soli motivi: il traffico volante della New York 2263 e il "vestito" carta igienica-fetish di Milla Jovovich. Il resto non è nulla che non si sia già visto e anche qui - nemmeno a dirlo - si scomodano geroglifici e antiche profezie (esempi similissimi dal passato e presente: "Mannequin", 1987, e "X-Men: Apocalisse", 2016). Intrattiene, ma non convince.
Cast: Bruce Willis, Gary Oldman, Ian Holm, Chris Tucker, Milla Jovovich, Luke Perry.
Box Office: $263.9 milioni
Vale o non vale: Fa del suo meglio per consegnare un'avventura sorprendente e divertente, ma non ci riesce del tutto. Gli effetti speciali sono quelli che sono e nonostante la presenza di un cast internazionale e la regia lungimirante di uno come Besson, la storia non riesce ad elevarsi oltre lo status di tentativo non americano di produrre un film ad alto budget. Comunque si fa guardare.
Premi: Candidato a 1 premio Oscar per i Migliori effetti sonori e vincitore di 1 BAFTA per gli effetti speciali; ai César 1998 la pellicola era candidata a 8 premi (tra cui Miglior film) e ne ha vinti 3: Miglior regia, fotografia e scenografia. Nominato a 2 Razzie per Peggior attrice non protagonista (Jovovich) e Peggior nuova star (Tucker).
Parola chiave: Diva.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 27 agosto 2018

Film 1506 - Valerian e la città dei mille pianeti

Intro: quando si parla in termini di gigantesco flop al botteghino e pessime critiche sono sempre piuttosto interessato a recuperare il titolo sfortunato, soprattutto quando non mi sarei mai aspettato le cose potessero mettersi così male...
Film 1506: "Valerian e la città dei mille pianeti" (2017) di Luc Besson
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: in realtà non è così terribile come tutti hanno detto. Non so dire se rifletta o meno il lavoro dei creatori del fumetto francesce ("Valérian and Laureline" scritto da Pierre Christin e illustrato da Jean-Claude Mézières), di sicuro quello che ho visto per quanto riguarda la versione cinematografica non mi ha negativamente colpito come non mi ha positivamente stupito. Un prodotto fatto per essere spettacolare, colorato, veloce. Manca sicuramente di originalità, un taglio più personale, ma per il resto siamo nella media;
non credo che portare Rihanna ancora sullo schermo aiuti. Non c'è un suo film che sia stato un vero successo, sempre messi flop. Penso sia erroneo ritenere che sia in grado di richiamare gente al cinema come, invece, riesce a fare negli stadi;
uno dei più grandi problemi di "Valerian and the City of a Thousand Planets" è la mancanza di star. Né DeHaan né Delevigne sono protagonisti sufficientemente famosi e il contorno di protagonisti non aiuta particolarmente. In ogni caso il cast non è un vero problema a livello di risultato finale, anche Delevigne riesce a cavarsela nonostante la derivazione fashion, piuttosto che attoriale. Forse il problema generale di questa operazione è che ha sbagliato le tempistiche e i modi (non c'è nulla che non abbiamo già visto in "Star Wars", "Guardiani della galassia", "Star Trek" e compagnia); Besson pensa sempre in grande, vede in grande e realizza in grande. Gli va dato certamente questo credito, uno dei pochi fuori dalla cerchia degli studios hollywoodiani che rischia con film del genere. Non sempre può andare bene.
Cast: Dane DeHaan, Cara Delevingne, Clive Owen, Rihanna, Ethan Hawke, Herbie Hancock, Kris Wu, Rutger Hauer, John Goodman, Elizabeth Debicki, Ola Rapace, Mathieu Kassovitz.
Box Office: $225.9 milioni
Vale o non vale: non è una brutta pellicola, sicuramente un risultato sufficiente a intrattenere lo spettatore tramite effetti speciali che producono immagini coloratissime e portano in vita universi multiformi davvero particolari. Detto ciò, il film non aggiunge nulla alla filmografia di fantascienza.
Premi: /
Parola chiave: Wicked.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 11 dicembre 2017

Film 1455 - Léon

Me ne hanno sempre parlato tutti benissimo, ma non avevo mai trovato la scusa giusta per vederlo. L'ho trovata una sera a Melbourne, alla ricerca di un film da vedere per una serata casalinga.

Film 1455: "Léon" (1994) di Luc Besson
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Nonostante ci sarebbero tutti gli elementi per ritenere questa storia scabrosa e sbagliata, di fatto "Léon" risulta un meraviglioso, piccolo capolavoro, un misto fra un gangster movie anni '70 di Scorsese e un "Lolita" moderno, per un risultato finale coinvolgente e maledettamente intrigante.
Metà del lavoro lo fanno l'improbabile coppia Reno - Portman, un tuo talmente agli antipodi da risultare assolutamente perfetto; Reno è l'italiano (il che fa un po' ridere) immigrato e spietato assassino su commissione, Portman è la sua giovanissima vicina di casa a cui sterminano la famiglia. In questo universo parallelo di violenza e carneficina i due troveranno il modo di connettersi e parlarsi, di creare un proprio microcosmo surreale quanto paradossalmente divertente in cui una versione degenerata del rapporto padre-figlia (e qualche tinta da amante da parte della bambina) diventa l'unico universo umanamente sostenibile per due persone sole e dalla visione molto personale delle cose della vita. Così l'assassino si trasforma in mentore e figura paterna per una ragazzina che fuma sigarette, vorrebbe baciarlo ed è in cerca di vendetta su chi le ha fatto fuori gli unici parenti che aveva, soprattutto il fratellino di 4 anni. La combinazione di questi due esseri umani ai poli opposti è micidiale, fortemente provocatoria, eppure assolutamente riuscita. Il merito nel complesso va certamente a un Luc Besson qui davvero in formissima e ancora fuori da quella fantascienza che oggi sembra averlo risucchiato. Con "Léon" ha creato davvero un piccolo capolavoro lanciando, inoltre, la carriera di una giovanissima Natalie Portman già allora palesemente star.
Insomma, una pellicola davvero riuscita, da vedere almeno una volta nella vita.
Ps. Candidato a 7 César nel 1995 tra cui Miglior film, regia e attore protagonista.
Cast: Jean Reno, Gary Oldman, Natalie Portman, Danny Aiello, Michael Badalucco, Ellen Greene, Jean-Hugues Anglade.
Box Office: $46.1 milioni
Consigli: Una storia folgorante, un film bellissimo e per nulla convenzionale, un racconto assurdo eppure qui estremamente credibile di un'amicizia nata tra carneficine e sparatorie. Il sacrificio la fa da padrone quanto la vendetta e, nel mezzo, c'è il bellissimo rapporto tra Léon e Mathilda, un duo difficilmente dimenticabile. E imperdibile.
Parola chiave: Droga.

Ti è piaciuto? ACQUISTALO QUI

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 24 aprile 2015

Film 905 - Taken 3 - L'ora della verità

Visto l'1 e visto il 2... Potevo perdermi il 3?

Film 905: "Taken 3 - L'ora della verità" (2015) di Olivier Megaton
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Tra i tre episodi della saga di "Taken" questo è sicuramente quello più irrilevante, meno riuscito e che più si discosta dai canoni di riferimento dei precedenti due titoli. Meno puramente d'azione, infatti, "Taken 3 - L'ora della verità" si concentra maggiormente su trame e sottotrame, cattivi palesi e cattivi celati al disperato tentativo di dare una conclusione ad un franchise che più della storia ha sempre privilegiato la parte "pratica". Diciamo che se di una conclusione poteva esserci bisogno, di questa specifica conclusione magari no, considerato il buon servizio reso fino a qui a chi apprezza il genere d'azione o il sempre granitico Liam Neeson.
Quindi, per quanto il ritorno al cinema dell'iperprotettivo papà Bryan Mills e rispettiva famiglia potesse essere lieta novella, nel concreto il risultato finale di questa pellicola tutta sparatorie, incidenti automobilistici e aereoplani bloccati al decollo, ma a parte il clamore per delle scene d'azione certamente d'effetto e il colpo di scena - subito bruciato - che coinvolge la sempre un po' sfigata Lenore (Famke Janssen), questo film non ha molto altro da offrire. Un'ultima occasione bruciata.
Film 63 - Io vi troverò
Film 574 - Taken - La vendetta
Box Office: $325.7 milioni
Consigli: L'incasso è sembre ottimo, ma il risultato di questo terzo e ultimo episodio della saga ideata da Luc Besson è assolutamente l'anello debole della trilogia. Liam Neeson funziona sempre benissimo in questi ruoli fisici e non delude anche qui, nonostante la trama sia decisamente inferiore alle aspettative. Se si è fan dell'attore o del franchise è certamente un titolo imperdibile, considerando l'esplicitata conclusione legata a questa storia. Tutti gli altri possono decisamente sopravvivere anche senza vederlo, anche perché ci sono film d'azione decisamente più riusciti.
Parola chiave: Assicurazione.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 25 settembre 2014

Film 791 - Lucy

In Italia esce oggi, quindi ho pensato di anticipare il post su questo film che ho visto a Nizza al Cinéma des Variétés questa domenica.

Film 791: "Lucy" (2014) di Luc Besson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Nonostante una critica divisa tra chi ne parla bene e chi lo trova assurdo, devo dire che questo nuovo film di Luc Besson mi è piaciuto.
Molto veloce, di grande effetto e assolutamente d'intrattenimento, "Lucy" conduce lo spettatore direttamente al centro dell'azione, con un inizio tanto violento quanto inquietante in grado di catturare subito l'attenzione dello spettatore. Scarlett Johansson, la sfortunata protagonista del titolo, si trova infatti immischiata in una faccenda di corrieri di droga a Taipei, Taiwan, finendo lei stessa per diventare cavia condannata al trasporto oltre confine di un nuovo tipo di sostanza chiamata CPH4 che le viene chirurgicamente "adagiata" tra un organo e l'altro dell'addome. Inutile dire che il sacchetto che contiene la strana polvere blu finirà per rompersi, compiendo l'impensabile trasformazione di Lucy da spaventata vittima degli aggressori a bionica eroina che punirà tutti coloro che l'hanno seviziata. Ma c'è di più.
In parallelo, infatti, la storia ci presenta lo scenziato Morgan Freeman che tiene conferenze sul cervello e la nostra capacità di usarlo, sfruttata solamente al 10% delle sue potenzialità. Cosa accadrebbe se questa nostra capacità passasse, per esempio, al 20%? Al 30, 40... o 100%? Progredendo, le ipotesi si fanno sempre più incerte e fantascientifiche e dove lo scienziato non si spingerà, lo farà Besson con la sua trama.
Qui la critica si è espressa con maggior accanimento e posso anche capirne il motivo, essendo le scelte narrative estremamente azzardate (controllo della mente, degli oggetti, della materia fino alla fusione dell'uomo con il tutto, che diventa onniscente), eppure non posso dire di trovarmi d'accordo. Besson scrive e dirige un prodotto di fiction che sfrutta, sì, teorie scientifiche, ma le rielabora con fini differenti da quelli del metodo scientifico, quindi troppe pretese di realismo mi sembrano fuori luogo. Il film ha ritmo, intrattiene dal primo all'ultimo minuto, la Johansson è inaspettatamente molto in parte e traina da sola tutta la (dis)avventura della protagonista con carisma e credibilità. Ho trovato curioso, tra l'altro, questa sua ennesima sparizione nel "tutto", già accaduta cinematograficamente, nella bellissima pellicola dell'anno scorso "Her", dove la sua Samantha era la voce cosciente di un nuovo sistema operativo di cui Joaquin Phoenix finisce per innamorarsi. Comunque, per tornare a questo esempio, direi che l'esplorazione delle possibili implicazioni del pieno sfruttamento delle possibilità offerte dal nostro cervello siano, per quanto assurde e fantascientifiche, funzionali al procedere della storia e quantomeno abbastaza originali da rendere il risultato finale piacevole e godibile.
"Lucy" è un ottimo esempio di cinema d'azione fantascientifico made in France, il che rende la cosa anche più di valore a mio avviso. Besson nel tempo è riuscito a costruirsi una carriera internazionale e colpire l'immaginario cinematografico mondiale con le sue pellicole esportate in tutti i mercati e tutte di grande successo commerciale (tra gli esempi recenti più eclatanti "Io vi troverò" e sequel), successo impossibile da non riconoscergli e per il quale, secondo me, merita molta stima. Combattere l'onnipresenza americana dei generi d'azione, thriller o sci-fi e portarsi a casa numerosi #1 al box-office americano (l'ultimo proprio con questo film) sono goal molto difficili da mettere a segno. Piacciano o meno, lui con i suoi film ci riesce. A me "Lucy" è piaciuto e in inglese, senza sottotitoli, è perfino abbastanza facile da comprendere. Besson tifo per te (e aspetto "Taken 3").
Box Office: $378.000.000
Consigli: Violentissimo, inquietante, crudo, veloce e con sequenze d'azione tanto assurde quanto adrenaliniche, un'eroina priva di scrupoli che si trasforma in esperimento scientifico che evolve da umano a... Non lo rivelo, sarebbe svelare il finale! "Lucy" vale la pena di essere visto, non annoia e lascia soddisfatti, oltre che con le piacevoli domandine sciocche di chi non ne capisce niente: ma potrà succedere davvero? E se accadesse, il film propone uno scenario plausibile?
Ipotizzare non uccide nessuno e, anzi, alimenta un discorso che la sceneggiatura descrive con estrema naturalezza, motivo per il quale queste tesi risultano così accattivanti. Nel complesso divertente, un giro in giostra che non ti aspetteresti: all'uscita si è esaltati e confusi. Un sequel (speriamo) sembra fuori discussione.
Parola chiave: Tempo.

Trailer

Bengi

lunedì 26 agosto 2013

Film 574 - Taken - La vendetta

Avevo visto il primo episodio e ne ero rimasto sinceramente colpito (più per la trama in sé, per il fatto che una produzione francese riuscisse nel creare un prodotto così filo-americano da risultare fotocopia di una qualunque operazione commerciale cinematografica made in USA). Ero curioso di verificare se anche questa volta la magia da copia-carbone fosse riuscita...


Film 574: "Taken - La vendetta" (2012) di Olivier Megaton
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sinceramente continuo a non sapermi spiegare il perché dell'enorme successo della prima pellicola, considerando che la produzione è francese e, Liam Neeson a parte, Famke Janssen e Maggie Grace non sono certo attrici di enorme appeal mondiale. Evidentemente il genere funziona, considerando il solo incasso americano di $139,854,287...
Va detto che non ho disprezzato il primo film e, anzi, l'ho trovato anche divertente nel suo essere pura, sola adrenalina. Questo secondo capitolo è esattamente identico e differisce solo per location e trama che, questa volta, porta avanti la narrazione da dove il primo "Taken" (in italiano "Io vi troverò") l'aveva lasciata. Per farla breve, in questo episodio vengono rapiti praticamente un po' tutti i protagonisti. Inutile dire come potrà andarà l'imprevedibile finale...
Insomma, "Taken 2" non è nulla di che, inferiore al suo predecessore, ma ai fini di una serata spensierata e concentrata sull'azione fa egregiamente il suo dovere. Non ci si annoia mai, Neeson è certamente un carismatico, granitico protagonista e - per me personalmente - è sempre un piacere rivedere Famke Janssen in qualche produzione (che dagli X-Men in poi mi è un po' sparita...).
Niente di trascendentale, quindi, ma comunque certamente perfettamente incasellato nel suo genere. Non avrà deluso i fans del primo capitolo.
Ps. $376,141,306 di incasso al botteghino mondiale.
Consigli: Non sconvolgerò nessuno dicendo che che non è proprio nulla di che. Evitabile o godibile a seconda che piaccia o meno l'adrenalina da inseguimenti in macchina, sparatorie, scazzottate e tecnologia ultramoderna. La trama è un'intercambiabile cornice, ma di sicuro Luc Besson ha dimostrato di saper mettere in piedi una grande produzione commerciale al pari di una qualunque produzione americana. Chapeau.
Parola chiave: Rapimento.

Trailer

Bengi

lunedì 30 aprile 2012

Film 399 - The Lady

Avevo voglia di vederlo e, approfittando di una serata che sarebbe cominciata tardi, dopo l'ufficio sono 'scappato' al cinema.


Film 399: "The Lady" (2011) di Luc Besson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Approcciarsi ad una storia interessante tramite un film mi sembra sempre un ottimo modo di cominciarne la scoperta. Di Aung San Suu Kyi non sapevo quasi nulla al di là del Nobel per la Pace e la reclusione, quindi ho approfittato del racconto di Luc Besson per un approfondimento, anche se romanzato, della vicenda personale di questa donna tenace.
Inutile dire che la storia è straordinaria e certamente meritava di essere raccontata. Penso che chiunque converrà che la fermezza e la determinazione di questa donna e della sua famiglia, la fiducia incondizionata e la consapevolezza che esite una causa superiore per cui combattere pacificamente, sono argomenti che valgono la pena di essere affrontati a prescindere. Sapendo, poi, che il tutto è ispirato da una storia vera non fa che aumentare la necessità di portare al grande pubblico una vicenda drammatica e commovente, ispirante e ispirata tanto quanto il "Gandhi" di Attenborough.
Ma, al di là della vita di questa donna, c'è la pellicola di Besson. Devo dire che non ho mai seguito troppo la produzione di questo artista e, a parte "Il quinto elemento" e "Io vi troverò", non ho visto altri suoi lavori (che siano diretti o solo sceneggiati da lui). In questo caso, come dicevo, non sono andato tanto perché attirato dalla firma del regista, ma per la storia e, soprattutto, per seguire l'interpretazione di un'attrice che apprezzo moltissimo, Michelle Yeoh.
Trovo che la scelta di affidare a lei la parte di Aung San Suu Kyi sia più che azzeccata e, anzi, l'attrice avrebbe meritato ben più riconoscimenti importanti della sola nomination ai Satellite 2011 come Miglior attrice protagonista. Eppure pare non essersi accorto nessuno del talentuoso trasformisto di questa donna che, in silenzio e pace come la persona a cui si ispira, plasma sé stessa in funzione di un personaggio che richiede rigida vocazione. Conta l'espressività delicata, il solo accenno all'emozione tradita attraverso uno sguardo che può permettersi poche lacrime. Ma è una vita, oltre che di grandi sacrifici, anche di importantissime soddisfazioni quella della politica birmana e non si può non rimanere affascinati dalla calma potenza di questa donna attraverso l'interpretazione davvero ispirata della Yeoh.
Il messaggio, oltre che forte, è potenziato dalla veridicità della storia che si sta raccontando e lo spettatore non può non rimanere quantomeno incuriosito dalla figura di una Lady che è di ferro, ma solo perchè impossibile da piegare o spezzare. Per il resto è la nonviolenza ad ispirare le gesta e le scelte politiche di questo leader che, fino al 13 novembre 2010 è rimasta reclusa, prigioniera nella sua stessa casa per anni, a causa di un governo militare che si rifiutava di riconoscerle la vittoria schiacciante alle elezioni popolari del 1990.
Vincente per molti aspetti, questa pellicola presenta a mio avviso una buona ricostruzione storica, chiara perchè, fortunatamente, si concede il lusso di trattare senza fretta l'intero svolgersi della vicenda (sono 132 minuti di proiezione). Bellissima la scena della consegna del Nobel e, sicuramente d'impatto, quella dell'episodio in cui, disarmata, Aung affronta andandogli incontro un militare che le punta contro una pistola. Bene anche la scelta del comprimario David Thewlis che interpreta il devoto marito. Ho trovato, invece, meno efficace la figura del dittatore, quasi macchietta piuttosto che sanguinario generale. Forse anche la sua stessa natura di fervido credente di superstizioni e mistiche arti me lo ha reso più ridicolo che spaventoso. Eppure uccide a sangue freddo senza alcun ripensamento.
Per il resto l'ho trovato un bel film. Chiaramente la tematica richiede concentrazione e, soprattutto, di essere uno spettatore motivato. Ma chi è interessato alle biografie delle grandi figure del nostro tempo, troverà sicuramente questo "The Lady" (il cui titolo è molto vicino al "The Iron Lady" della Lloyd, pellicola molto meno riuscita eppure molto più considerata dalla critica) molto interessante e capace di lasciare in chi guarda la voglia di informarsi riguardo alle vicende di una donna che ha davvero consacrato sé stessa per la sua Nazione. Oltre a lanciare un messaggio politico fortissimo, regala allo spettatore numerosi spunti su cui interrogarsi. In una società violenta e intollerante, evidentemente la possibilità di procedere pacificamente c'è, seppure con grandi sacrifici. Sta al singolo decidere se vale davvero la pena di compierli.
Consigli: Lo consiglio. Il tema è complesso e sicuramente pesante, ma vale la pena di conoscere più a fondo la storia di una donna che, negli ultimi anni, è stata capace di influenzare concretamente la brutta realtà del suo Paese nonostante la reclusione forzata durata decenni. Per una volta conta il messagio. Potente.
Parola chiave: Cancro.

Trailer

Ric

venerdì 22 gennaio 2010

Film 63 - Io vi troverò

Dopo l'adrenalina di "Avatar" avevo bisogno di rimanere carico lunedì, perchè il giorno dopo sarebbe cominciata la mia nuova carriera lavorativa...!


Film 63: "Io vi troverò" (2008) di Pierre Morel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cosa dicono sempre i genitori? Che la violenza non serve a nulla. Sarà vero nella vita, ma al cinema, con Liam Neeson, questo discorso non vale!
Per tutta la durata del film si spara. A chiunque. Anche senza motivo. Evvai!
Ora, senza voler scherzare, per tutto il film c'è davvero una sparatoria continua! E' impressionante quanto ogni scusa sia buona per mirare e sparare. Certo, a Liam hanno rapito la figlia 17enne (che sarebbe poi la Maggie Grace alias Shannon di "Lost" - prima e seconda stagione - che 17 anni li aveva nel 2000...), ma non è che la carneficina è d'obbligo, qualche anima risparmiata non danneggerebbe certo il testosterone! No, qui no. O son buoni o muoiono. Tra l'altro, caso strano, i cattivi sono albanesi e altri dell'est (scusate, non ricordo esattamente, ma di sicuro la maggioranza è albanese!), quindi mi sono chiesto: ma gli albanesi fanno film dove i cattivi sono gli americani?! E gli americani cosa spaccerebbero... Britney Spears?! Comunque, luoghi comuni a parte, non posso proprio dire che sia un brutto film, anzi, il contrario. Mi è piaciuto perchè fa bene il suo dovere, come del resto fa Liam/Bryan Mills, che per trovare la figlioletta pseudo 17enne vola fino a Parigi e la rintraccia in una rete complicatissima di prostituzione e schiavitù di ragazze rapite. Non c'è un errore nella serie di azioni di Bryan, fa quello che deve e sapendone conseguenze e complicanze, quindi è già preparato al da farsi successivo. Una specie di robot sfascia tutto. Tra l'altro quando la figlia lo chiama e gli dice che la stanno venendo a prendere sembra quasi che lui se lo aspettasse e le dice per filo e per segno cosa deve fare e cosa accadrà! Ma che padre è?!
Tra l'altro questo film, che ha sbancato il botteghino americano, è stato scritto dal regista e scrittore francese Luc Besson e interpretato, oltre che dai già citati, anche dalla bellissima Famke Janssen, la Jean Grey della trilogia di X-Men, e dalla prima ex attrice, poi ex cantante e adesso (boh) di nuovo attrice(?) Holly Valance, quella che, per intenderci, cantava "Kiss Kiss" nuda senza alcuna ragione di esserlo.
Consigli: Per chi ama il genere d'azione è una vera boccata d'ossigeno!
Parola chiave: "Possiedo delle capacità molto particolari..."



#HollywoodCiak
Bengi