Uno dei film che avevo messo in attesa (per mancanza di tempo, tematica complessa) è quello che ho deciso di vedere ieri sera.
Film 26: "Ti amerò sempre" (2008) di Philippe Claudel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Quello che mi è piaciuto di questo film francese (ancora?!) è la protagonista: Kristin Scott Thomas, fantastica attrice inglese versatile e ricca di sfumature, che trasporta nel personaggio di Juliette Fontaine una dignità, una riservatezza, una classe che poche altre sarebbero state in grado di eguagliare. Il film in sé è ben strutturato, considerando poi che è un'opera prima. Si parte dall'uscita dal carcere di Juliette che adesso deve riprendere i rapporti col mondo dopo anni di reclusione. Ritrova la sorella, che nel frattempo si è creata la sua vita (sono passati 15anni) e vive in una famiglia multietnica che accoglie Juliette a braccia aperte. Ma non c'è felicità per lei, all'inizio. C'è solo la tristezza di sapersi sola, di non appartenere più al mondo, di dover ricominciare da zero con una pesantissima eredità alle spalle. Man mano che la storia evolve si scopre che una condanna così lunga era stata la conseguenza di un omicidio, ma fino all'ultimo non se ne sa il motivo. Non spiego tutto, perchè credo che questo film debba essere scoperto. O riscoperto (visto che in pochi in Italia l'hanno visto). Non voglio togliere, a chi ne ha piacere, la possibilità di lasciarsi trasportare da una storia difficilissima raccontata, però, con garbo, mai calcando la mano o sfruttando l'ondata di sentimenti (e assicuro che qui ce ne sono in abbondanza!).
A differenza di altri film francesi che ho visto, questo ha un'impronta più europea, si potrebbe dire 'da esportazione'. La Scott Thomas è attrice affermatissima (nomination all'Oscar per "Il paziente inglese", poi altri film come "Un matrimonio all'inglese", "L'altra donna del re", "La famiglia omicidi", "I love shopping", "Gosford Park", "L'uomo che sussurava ai cavalli", ...) che aiuta a far riconoscere un buon prodotto rispetto alla moltitudine di titoli che ormai settimanalmente il cinema ci propone. La pellicola, infatti, per essere una produzione franco-tedesca è riuscita a racimolare circa 5 milioni di dollari di incasso mondiale che, considerando la complessità di un film come questo, è davvero piuttosto atipico.
Oltre all'attrice protagonista, comunque, devo dire che mi è piaciuta molto Elsa Zylberstein, sorella di Juliette, molto francese (anche qui sempre ballerine ai piedi) e molto brava, mai fuori luogo nell'interpretare le emozioni sicuramente difficili e contrastanti di chi ritrova qualcuno dopo tantissimo tempo, sapendo di dover fare i conti con delle verità scomode che prima o poi verranno a galla.
Insomma, non è per niente un film facile, ma nonostante questo, non passano lentamente i 117 minuti di "Ti amerò per sempre". Anzi, devo dire che sono rimasto sempre più rapito dalla storia, volevo sapere perchè, come poteva essere successo, che cosa aveva scatenato il tutto. Sembra una morbosità da gossip odierno, è vero, ma ero un po' stranito dal fatto che non provassi nessuna antipatia per Juliette, nonostante sapessi cosa aveva fatto. Ovviamente la realtà è sempre relativa, e nel finale si capisce il perchè di un gesto, sicuramente gravissimo, ma pur sempre scaturito da qualcosa di più grande. Un po' me l'ero aspettato un finale del genere, non volevo arrendermi all'idea che la protagonista potesse essere semplicemente un involucro di cattiveria finto e senza alcun sentimento.
Inoltre ho apprezzato tantissimo il bel rapporto che si ricrea tra le due sorelle e la tenerezza della nipotina che adora Juliette e l'aiuta ad aprirsi di nuovo, a ricominciare ad amare. Insomma, la ragazzina è la terapia della zia!
Infine, due note curiose. 1. Non è certo un film sull'arte, ma nelle scene al museo la passione per ciò che si mostra è tale da essere trasmessa allo spettatore. Questo film è riuscito dove una pellicola teoricamente centrata sulla cultura artistica come "Mona Lisa smile" ha fallito miseramente. Ispirante! 2. Il marito di Leà, sorella di Juliette, è ricercatore presso il CNR. Coincidenza divertente (per me)!
Consigli: Non giudicare finchè non si sa tutta la storia.
Parola chiave: "Il dolore" di Émile Friant
Ric
#HollywoodCiak 26 #Ilyalongtempsquejetaime #IveLovedYouSoLong #Tiamerosempre #PhilippeClaudel #KristinScottThomas #ElsaZylberstein #SergeHazanavicius #prison #family #GoldenGlobes #BAFTAs #César #child #kid #past #jail #disease #injection #pain #illness #followme
RispondiElimina