Avevo letto che questo film era praticamente passato inosservato al cinema, nonostante il buon cast e la vicenda a cui si ispira sia decisamente nota in Italia. Volevo capire perchè.
Film 329: "Il gioiellino" (2011) di Andrea Molaioli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Interessante rappresentazione (chissà quanto veritiera) ispirata alla vicenda Parlmalat che, qualche anno fa, ha sconvolto la realtà italiana.
Buona la capacità recitativa del cast ed effettivamente appropriata la scelta degli attori (anche se il modo di parlare della Felberbaum mi rimane antipatico. L’essere madrelingua inglese, comunque, le fa fare un figurone) per ruoli nella maggior parte di un’innata antipatia.
Ricordare, ripercorrere o venire a contatto per la prima volta con la vicenda ispirante lascia di stucco per l’ingenuità con cui viene gestita dai protagonisti (si parla ancora di falsisificare cancellando con il bianchetto o di fare copia-incolla con forbici e vera colla, il che nell’ottica di oggi rende tutto ancora più ridicolo, quasi giocoso). Incompetenza, mala gestione e problematiche sottovalutate, a braccetto con la strizzatina d’occhio tanto peculiarmente nostrana, conduce all’autogol che porterà al crollo di un impero che si pensava invincibile.
Sconvolgono i momenti prima degli arresti: tutti uniti nella distruzione della documentazione probante il rigonfio dei bilanci. Il disgusto è inevitabile.
Atmosfere cupe per un prodotto filmico di qualità che vale la pena di guardare, se non altro per farsi ulteriormente un’idea di ciò che è o potrebbe essere accaduto tra le mura del colosso di Collecchio.
In generale la pellicola offre un quadro chiaro della vicenda e, nell’insieme, rappresenta uno scandalo interessante da analizzare dal punto di vista psicologico e sociale. Le dinamiche interne sono trattate con intelligenza e ordine, tese a dare un’idea completa degli avvenimenti che hanno portato al famosissimo ‘crac’.
Consigli: Interessante e ben costruito. Bravo, come sempre, Toni Servillo. Da vedere.
Parola chiave: Valori.
Trailer
Ric
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martedì 22 novembre 2011
Film 329 - Il gioiellino
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martedì 20 aprile 2010
Film 106 - La ragazza del lago
Ne avevo sentito parlare alcuni anni fa e mi ero perso il film al cinema. Finalmente, acquistato il dvd, mi sono deciso a vederlo.

Film 106: "La ragazza del lago" (2007) di Andrea Molaioli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Comincia facendoci credere di essere talmente scontato che già abbiamo indovinato come andrà. Ma no, per carità, non è una fiction Rai, è un film e, per una volta, un film italiano che racconta una bella storia. Non un omicidio alla 'Carabinieri', ma un giallo da risolvere addentrandosi nei meandri di una comunità del Friuli.
Interessante esperimento del nostro cinema, "La ragazza del lago" propone un bravo Toni Servillo nella parte del Commissario Sanzio, uomo duro fuori, ma con sentimenti dentro. Una figlia difficile e una moglie dalla malattia degenerativa sapranno sciogliere il guscio creatosi durante i tanti anni di servizio. Sarà proprio Sanzio/Servillo per tutto il film l'unico grande protagonista, con interrogatori e deduzioni, ricerca di indizi e conclusioni che porteranno a rintracciare il colpevole dell'omicidio della bella Anna Nadal/Alessia Piovan.
Non brilla al 100% di originalità questa pellicola, ma sicuramente risulta ben realizzata, specialmente se si considera che rappresenta l'esordio del suo regista. Oltre a location suggestive (il lago ricorda un po' "Brokeback Mountain") e la buona sceneggiatura, anche il cast sembra essere azzeccato, Golino in primis. Nonostante la piccolissima parte quasi cameo, rimane impressa la sua interpretazione posata, quasi soffocata da un dolore che non si può nominare. Bravissima, davvero. Ovviamente lei e Servillo insieme fanno scintille.
Uniche pecche il dialetto di alcuni (ma caratterizza meglio i personaggi, solo che a volte non si capisce bene...) e la solita tendenza di molti attori italiani a recitare come nelle soap. Non mi associo ad un luogo comune, trovo solo che parlare ansimando non sia naturale né verosimile.
Sicuramente una buona prova di cinema made in Italy, giustamente premiato con 10 David di Donatello, il premio più inutile che c'è. Se poteva servire una prova a dimostrarlo, anche qui ci è servita su un piatto d'argento: due dei dieci premi sono andati a Molaioli, Migliore Regista Esordiente e Migliore Regista. Del resto, in una delle edizioni, pioveva sul palco dal soffitto...
Consigli: Raro esempio di cinema italiano che mi è piaciuto e che consiglio caldamente. Bellissime le musiche di Teho Teardo.
Parola chiave: Bambino.
Ric

Film 106: "La ragazza del lago" (2007) di Andrea Molaioli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Comincia facendoci credere di essere talmente scontato che già abbiamo indovinato come andrà. Ma no, per carità, non è una fiction Rai, è un film e, per una volta, un film italiano che racconta una bella storia. Non un omicidio alla 'Carabinieri', ma un giallo da risolvere addentrandosi nei meandri di una comunità del Friuli.
Interessante esperimento del nostro cinema, "La ragazza del lago" propone un bravo Toni Servillo nella parte del Commissario Sanzio, uomo duro fuori, ma con sentimenti dentro. Una figlia difficile e una moglie dalla malattia degenerativa sapranno sciogliere il guscio creatosi durante i tanti anni di servizio. Sarà proprio Sanzio/Servillo per tutto il film l'unico grande protagonista, con interrogatori e deduzioni, ricerca di indizi e conclusioni che porteranno a rintracciare il colpevole dell'omicidio della bella Anna Nadal/Alessia Piovan.
Non brilla al 100% di originalità questa pellicola, ma sicuramente risulta ben realizzata, specialmente se si considera che rappresenta l'esordio del suo regista. Oltre a location suggestive (il lago ricorda un po' "Brokeback Mountain") e la buona sceneggiatura, anche il cast sembra essere azzeccato, Golino in primis. Nonostante la piccolissima parte quasi cameo, rimane impressa la sua interpretazione posata, quasi soffocata da un dolore che non si può nominare. Bravissima, davvero. Ovviamente lei e Servillo insieme fanno scintille.
Uniche pecche il dialetto di alcuni (ma caratterizza meglio i personaggi, solo che a volte non si capisce bene...) e la solita tendenza di molti attori italiani a recitare come nelle soap. Non mi associo ad un luogo comune, trovo solo che parlare ansimando non sia naturale né verosimile.
Sicuramente una buona prova di cinema made in Italy, giustamente premiato con 10 David di Donatello, il premio più inutile che c'è. Se poteva servire una prova a dimostrarlo, anche qui ci è servita su un piatto d'argento: due dei dieci premi sono andati a Molaioli, Migliore Regista Esordiente e Migliore Regista. Del resto, in una delle edizioni, pioveva sul palco dal soffitto...
Consigli: Raro esempio di cinema italiano che mi è piaciuto e che consiglio caldamente. Bellissime le musiche di Teho Teardo.
Parola chiave: Bambino.
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