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mercoledì 13 ottobre 2021

Film 1838 - A Cure for Wellness

Intro: Così, all'improvviso, mi era tornata in mente questa pellicola. E perché non recuperarla, dato che Eric non l'aveva mai vista?

Film 1838: "A Cure for Wellness" (2016) di Gore Verbinski
Visto: dalla tv di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Eric
In sintesi: non che questo film sia un capolavoro, ma l'idea su cui la storia si basa è sufficientemente inquietante (per quanto non originale in assoluto) da funzionare.
Onestamente non capisco perché "A Cure for Wellness" non abbia avuto alcun riscontro con il pubblico - l'incasso è imbarazzante considerando che il film è costato 40 milioni di dollari - e ricollego un po' la sua performance deludente a un cast privo di appeal hollywoodiano, ai 146 minuti di durata e, da non sottovalutare, la data di uscita in febbraio, un mese che non è certo sinonimo di orrori e paura.
Detto ciò, e considerati tutti i limiti della storia specialmente nel finale, rimane il fatto che questo non sia un titolo malvagio e che, tutto considerato, il film in sé funzioni. Soprattutto grazie alla visione di Verbinski e a una coesa estetica d'insieme molto particolare. Vedere per credere.
Film 1337 - La cura dal benessere
Film 1838 - A Cure for Wellness
Cast: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Harry Groener, Celia Imrie, Lisa Banes, Godehard Giese.
Box Office: $26.6 milioni
Vale o non vale: Non ricordavo molto la storia, per cui è stato a tratti come vederlo la prima volta (con la differenza che questa volta mi è piaciuto di più). Non un capolavoro e sicuramente nemmeno il classico horror americano, ma certamente un titolo da tenere presente se si fosse in cerca di qualche spavento più psicologico e mentale.
Premi: /
Parola chiave: Water.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 20 agosto 2021

Film 1811 - The Fourth Kind

Intro: Siamo appena arrivati a Santiago del Cile dopo quasi un giorno di viaggio in pullman da Cordoba. Il viaggio di gruppo è ufficialmente finito, Karen e Lucas sono rimasti in Argentina, Sere e Luca partiranno da Santiago verso il Perù, mentre io di lì a qualche giorno tornerò a Cordoba prima di trasferirmi ufficialmente a Ushuaia per qualche mese. E, in vista di tutti questi cambiamenti, che non ce la vuoi mettere un po' di guerriglia urbana?
Già perché nel giorno del nostro arrivo la città è a ferro e fuoco a seguito della rivolta della popolazione per l'aumento dei prezzi della metropolitana. Riusciamo in tempo ad arrivare alla nostra sistemazione in città - dopo un'incosciente camminata dalla stazione dei bus al nostro Airbnb - per poi, di fatto, rimanere intrappolati in casa.
Il giorno dopo Sere e Luca "scapperanno" in taxi verso l'aeroporto mentre io rimarrò, da solo, altre 24 ore di incertezza in Cile. Nel mentre carri armati, lacrimogeni, mezza città in fiamme, mia madre che si mette in contatto con la Farnesina, io che prenoto un volo per rientrare in Argentina a seguito della chiusura delle frontiere e un viaggio in taxi verso l'aeroporto con l'autista fan di Raffaella Carrà.

Film 1811: "The Fourth Kind" (2009) di Olatunde Osunsanmi
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Sere
In sintesi: caldamente raccomandato da Sere, ho infine ceduto alla visione di questa pellicola che, già anche solo per la presenza da protagonista di Milla Jovovich mi lasciava quantomeno perplesso. Inutile dire che il film sia una boiata pazzesca e terribile sotto molteplici apsetti. Recitazione e storia in primis.
Cast: Milla Jovovich, Will Patton, Elias Koteas, Corey Johnson, Hakeem Kae-Kazim, Enzo Cilenti.
Box Office: $47.7 milioni
Vale o non vale: Qualità scarsissima e risultato finale mediocre. Ci sono film sugli alieni ben più riusciti di questo.
Premi: /
Parola chiave: Gufo.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 27 maggio 2021

Film 2010 - Knives Out

Intro: Momento cinema pomeridiano in compagnia di Kate per recuperare una delle sue pellicole preferite, nonché un film che volevo rivedere già da un po'.

Film 2010
: "Knives Out" (2019) di Rian Johnson
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: sempre un bel film, ben scritto e con un gran cast che non manca di intrattenere pur conoscendo già la storia.
Anche se il mio cinismo mi spinge a immaginare che i sequel messi in cantiere da Netflix non saranno altrettanto soddisfacenti e gustosi, sono comunque curioso di vedere come Johnson porterà avanti il franchise. Fino ad allora, "Knives Out" è certamente una pellicola ben riuscita e di grande impatto narrativo ed estetico. Ottimo lavoro.
Film 1844 - Knives Out
Film 2010 - Knives Out
Film 2152 - Glass Onion: A Knives Out Mystery
Cast: Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Don Johnson, Toni Collette, Lakeith Stanfield, Katherine Langford, Jaeden Martell, Christopher Plummer.
Box Office: $311.4 milioni
Vale o non vale: Assolutamente da vedere, "Knives Out" è un prodotto di classe ben riuscito e con una solida idea alla base del progetto. Uno di quei (sempre più rari) casi in cui tutti i tasselli che vanno a comporre il puzzle si incastrano perfettamente tra di loro.
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale; candidato a 3 Golden Globe per Miglior film musical o commedia, attore protagonista (Craig) e attrice protagonista (de Armas).
Parola chiave: Slayer rule.

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#HollywoodCiak
Bengi

domenica 4 ottobre 2020

Film 1927 - Enola Holmes

Intro: Me lo ero salvato tra i titoli da guardare una volta in Irlanda. E così ho fatto, la prima sera.
Film 1927: "Enola Holmes" (2020) di Harry Bradbeer
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: tratto da "The Case of the Missing Marquess: An Enola Holmes Mystery" di Nancy Springer, questo nuovo film di Netflix sfoggia un cast notevole e una storia piacevole per un risultato finale che, pur non indimenticabile, è certamente in grado di intrattenere il suo spettatore. Ma andiamo con ordine.
Millie Bobby Brown, Sam Claflin, Henry Cavill, Helena Bonham Carter, Fiona Shaw e Frances de la Tour (praticamente metà cast di "Harry Potter") si scomodano tutti per raccontare la storia della più giovane sorella Holmes, allevata dalla madre eccentrica e progressista (Bonham Carter) la quale, però, improvvisamente scompare nel nulla. Tra indizi da trovare, destinazioni da raggiungere e non pochi diversivi nel mezzo, saremo in grado di scoprire se la minore degli Holmes ha le stesse doti del ben più famoso fratello.
Onestamente ho trovato "Enola Holmes" divertente per la maggior parte del tempo e sicuramente avventuroso, anche se da ciò che avevo intuito dal trailer mi aspettavo che il film avesse un ritmo molto più serrato. La cosa che più mi ha innervosito, però, è certamente l'arco narrativo legato alla madre, filo conduttore di tutta la storia - o almeno il 70% di essa - che verso il terminare del racconto viene abbandonato in nome di un altro mistero da risolvere. Capisco che le avventure di Enola siano spalmate in molteplici romanzi e intuisco che l'intenzione qui sia quella di creare un franchise, ma non si può far reggere tutta la storia su un presupposto che poi non troverà risoluzione nel finale. L'ho trovato estremamente frustrante. Non dico che la dissoluzione del mistero dovesse necessariamente verificarsi in questo primo titolo, semplicemente si poteva fin da subito dare più rilevanza alla questione del marchese scappato di casa (che poi è il titolo del primo libro, ma non è che Netflix lo abbia specificato da alcuna parte in questo adattamento cinematografico) e relegare la sottotrama familiare in secondo piano, così da far intuire che sarebbe poi diventato il filo conduttore dei prossimi capitoli.
A parte questo, comunque, ribadisco che "Enola Holmes" rimane un prodotto carino e spensierato, perfetto per questo cambio di stagione. Millie Bobby Brown è magnifica nel ruolo di protagonista e Helena Bonham Carter, per quanto poco presente, è in grado di lasciare il segno. Meno significativo Henry Cavill nei panni di Sherlock, onestamente più un guru con consigli di vita che un detective scaltro e sempre un passo avanti rispetto agli altri. Probabilmente a suo discapito vanno le ben più riuscite e dinamiche performance di Robert Downey Jr., Benedict Cumberbatch e, perché no, Jonny Lee Miller che hanno contribuito a forgiare l'idea moderna del personaggio di Sherlock Holmes per come lo immaginiamo oggi.
In ogni caso con questa pellicola Netflix non ha sbagliato e, anzi, ha regalato al suo pubblico un prodotto fresco e piacevole che mette in mostra il grande talento della sua protagonista (qui anche produttrice), intrattiene e lascia soddisfatti. Ci sarà un seguito?
Film 1927 - Enola Holmes
Film 2159 - Enola Holmes 2
Cast: Millie Bobby Brown, Sam Claflin, Henry Cavill, Helena Bonham Carter, Louis Partridge, Burn Gorman, Adeel Akhtar, Susan Wokoma, Fiona Shaw, Frances de la Tour.
Box Office: /
Vale o non vale: Fresco, giovane, simpatico ed esteticamente accattivante, "Enola Holmes" è un titolo semplice in grado di accompagnare piacevolmente la serata. Onestamente speravo in qualche momento di deduzione in più, però tutto sommato il risultato finale è riuscito. Si lascia vedere tranquillamente.
Premi: /
Parola chiave: Madre.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 14 aprile 2017

Film 1342 - Brigadoon

Ne avevo sentito parlare, senza avere in realtà idea di cosa potesse parlare. Mi ha sempre colpito il titolo misterioso, così appena ne ho avuto la possibilità ho recuperato questo film...

Film 1342: "Brigadoon" (1954) di Vincente Minnelli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano, inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Tratto dall'omonimo musical di Broadway, l'idea alla base della trama, per quanto assurda, è efficace e rimane impressa. Per una volta un po' più di originalità in questo genere nonostante lo step obbligato della storia d'amore tra i due protagonisti. Del resto non si può pretendere troppo da un titolo di 63 anni fa...
Sempre dallo stesso punto di vista, bisogna anche dire che si vede che "Brigadoon" è girato in studio, tutto ricostruito per l'occasione (non c'è una singola inquadratura che non lo testimoni). Del resto è il fascino di queste pellicole che oggi non si producono più: fondali dipinti, un numero spropositato di comparse, costumi fantastici, due protagonisti che si innamorano al primo sguardo, il tutto per un risultato finale da vera Hollywood classica. Se si apprezza il genere siamo di fronte ad un esempio calzante.
Per quanto riguarda le canzoni, che non conoscevo, devo dire che non mi hanno particolarmente colpito. Certo, le ho viste in inglese senza sottotitoli, in ogni caso, anche solo per il ritmo, non mi sono davvero rimaste impresse. I balli sono molto coreografici e plateali nei gesti per via del modo di recitare dell'epoca, caricato e volto a sottolineare mimica e gesti, che qui si traduce in un'impostazione ancora più innaturale del modo di comunicare dei personaggi (ma si sa che fa parte del "pacchetto" quando si decide di vedere un vecchio musical hollywoodiano). Una scena mi ha ricordato "Il curioso caso di Benjamin Button" nel momento in cui la Blanchett balla per Pitt. Qui Fiona (Cyd Charisse), che indossa un abito rosso come quello di Daisy, balla per Tommy (Gene Kelly) e danza come una ballerina mentre si muove con lui per il bosco. Contesti diversi, ma l'impressione è stata forte (e non è l'unica: "Tutti insieme appassionatamente", "7 spose per 7 fratelli", ecc).
Tutto sommato, comunque, il film funziona e adempie adeguatamente alla sua missione di intrattenimento con accompagnamento musicale. La regia di Minelli mi è sembrata moderna nell'approccio a certi numeri cantati (tip tap), ritmata grazie ad un montaggio quasi contemporaneo, classica per quanto riguarda il ricalcare il gusto estetico dell'epoca. Insomma, un prodotto meno scontato di quanto mi sarei aspettato, ma avevo basse attese; non penso lo rivedrei, in ogni caso non mi pento della visione.
Ps. Candidato a 3 premi Oscar: Miglior scenografia, costumi e sonoro.
Cast: Gene Kelly, Van Johnson, Cyd Charisse, Elaine Stewart, Barry Jones, Hugh Laing.
Box Office: $2.25 milioni (solo USA)
Consigli: Un villaggio fermo nel tempo che appare nella campagna scozzese una volta ogni 100 anni è la premessa molto intrigante alla base di "Brigadoon", musical senza tempo dell'età d'oro hollywoodiana. Non è il titolo più rappresentativo del genere, a mio avviso, ma rimane comunque un ottimo intrattenimento per chi apprezza questo tipo di produzioni. Non è per tutti, naturalmente.
Parola chiave: Caccia.

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Bengi

giovedì 6 aprile 2017

Film 1337 - La cura dal benessere

Ero deciso a non perdermelo già da quando avevo visto il trailer in inglese. Poi, finalmente uscito in Italia, anche Poe si è incuriosito e ci siamo fiondati a vederlo.

Film 1337: "La cura dal benessere" (2016) di Gore Verbinski
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Jessica
Pensieri: Questo film sembra un horror, ma non lo è nemmeno tanto. Ne ha qualche caratteristica venata di un paio di scene splatter o (semplicemente) disgustose ma, in generale, mi è sembrato più un mistery-thriller in cui la suspense e l'ansia causata dall'elemento ignoto la fanno da padrone. Il buon gioco di pathos creato, però, si perde molto a causa di un finale che scivola nel già visto, per una conclusione francamente meno all'altezza della premessa.
In ogni caso rimangono dei buchi: (spolier) come fa la ragazza a sopravvivere per 200 anni e, soprattutto, a scampare alla morte nel momento in cui viene gettata in acqua appena nata? E da cosa derivano le "maschere" che il padre indossa per nascondere la sua vera identità ed età?
Questi pochi elementi lasciati indietro dalla sceneggiatura già compromettono un risultato globale che vede nella conclusione l'elemento più debole del prodotto nel suo insieme.
L'aspetto certamente più riuscito di tutta questa operazione è certamente quello tecnico: fotografia efficace - così plumbea e salmastra, spesso pesante e "umida" -, ottima colonna sonora in grado di sottolineare con maestria i momenti più disturbanti e spaventosi; ho gradito anche la regia di Verbinski che, in questo genere, mi pare a suo agio. Lo dico soprattutto perché il regista è lo stesso del primo remake americano di "The Ring", mio personalissimo cult adolescenziale. Per tutto il primo tempo ho continuato a pensare che le due pellicole si somigliassero per certi versi, non tanto per le storie, che sono differenti, quanto per l'impatto visivo che entrambi i titoli possiedono: stesse atmosfere, stessi colori, certe inquadrature molto simili(*), e una generale sensazione di "solitudine fra la moltitudine" che mi ha davvero suggestionato, tanto che più volte mi sono trovato a fare il confronto fra i due film.
Per quanto riguarda il cast, invece, sicuramente Dane DeHaan qui dimostra di essere un capace protagonista anche disposto a mettersi non poco in gioco - solo una cosa non mi ha convinto: ti infilano a forza un tubo in gola, costringendoti ad ingerire acqua e pesci (?), e tu non versi nemmeno una lacrima per la sensazione di soffocamento?! - e certamente la scelta di affidargli il ruolo di protagonista funziona. Mia Goth è particolarmente inquietante e non so se funzionerebbe al di fuori di un contesto disturbante come questo; Jason Isaacs sembra nato per fare il cattivo sotto mentite spoglie, gli riusciva bene in Harry Potter, gli riesce bene qui. Per quanto riguarda la parte attoriale, comunque, è tutto sotto controllo.
Purtroppo, come dicevo, il vero problema sta in una conclusione scema, banalmente al sapore di soap opera, troppo incompleta per tornare del tutto. Ed è un peccato, perché di base "A Cure for Wellness" poteva essere un'agghiacciante (dis)avventura.
(*) macchine solitarie riprese dall'alto che attraversano boschi impossibili da identificare, grattacieli ammassati dai quali è riconoscibile un'unica finestra che è poi quella del protagonista, l'inquadratura attraverso lo sguardo di un animale (in "The Ring" un cavallo, qui la testa di un alce).
Film 1337 - La cura dal benessere
Film 1838 - A Cure for Wellness
Cast: Dane DeHaan, Jason Isaacs, Mia Goth, Ivo Nandi, Adrian Schiller, Celia Imrie, Harry Groener.
Box Office: $24.2 milioni
Consigli: Clamorosamente flop al botteghino (costato 40 milioni), eppure si lascia vedere e intriga per quasi tutta la sua durata, toppando nel finale. Le atmosfere giuste ci sono, il protagonista adatto pure e la storia funziona finché non decide di virare per la boiata. Si poteva fare decisamente meglio, anche se va detto che per una serata di disimpegno al sapore di mistero e qualche scena un po' cruda, questo film è una buona scelta.
Parola chiave: Vitamine.

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Bengi

martedì 10 maggio 2016

Film 1136 - The Boy

Per una volta Poe ha voglia di vedere un horror e non potevo non acconsentire! Col senno di poi, non lo asseconderò mai più.
Film 1136: "The Boy" (2016) di William Brent Bell
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Poe
Pensieri: Paura non ne fa. Bello da vedere non è. E' recitato da fare imbarazzo. Insomma, un successone!
Storia assurda di un ragazzino che vive nei muri e i genitori attempati sublimano la sua assenza attraverso l'uso di un pupazzo che vorrebbe essere inquietante e invece è solo brutto. Nella follia generale si inserisce la futura baby-sitter del bambino-fantoccio che prima deriderà l'anziana coppia (ma sto bambino l'avranno adottato?), poi andrà giù di testa peggio di loro.
Ci fosse un solo momento spaventoso (e non solo noioso), almeno si potrebbe cercare di andare oltre alla totale mancanza di fantasia di una trama imbarazzante che non sa gestire non solo la ridicola premessa che propone, ma nemmeno il supposto genere in cui intende collocarla. Insomma, un disastro su tutti i fronti.
Cast: Lauren Cohan, Rupert Evans, Jim Norton, Diana Hardcastle, James Russell, Ben Robson.
Box Office: $64 milioni
Consigli: E' talmente brutto che lo si può tranquillamente definire trash. Senza senso, senza mistero, senza fantasia. Mi ha ricordato un altro brutto horror: "The Intruders". Vedere per credere (ma, davvero, meglio lasciar perdere).
Parola chiave: Passato.

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Bengi

martedì 30 giugno 2015

Film 945 - The Intruders

Cercando un film per la cena, ci siamo imbattuti in questo titolo che prometteva intrattenimento facile facile. Aria di gran boiata in vista? Eccome!

Film 945: "The Intruders" (2015) di Adam Massey
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri: Horror sciapo senza un'idea che sia una, "The Intruders" è certamente tra i film più brutti, banali e malfatti che abbia mai visto.
La colpa è certamente di una sceneggiatura banale e incapace di personalizzare la storia, concentrata a prodursi in imbarazzanti sottotrame per distrarre lo spettatore dalla spaventosissima verità dietro tutte quelle porte che sbattono da sole. Il risultato, invece, non fa altro che palesare l'incapacità dello sceneggiatore e la natura prettamente lucrosa di questa operazione. O, almeno, il suo tentativo.
Nel cast qualche volto conosciuto: Miranda Cosgrove, Donal Logue, Austin Butler, Tom Sizemore.
Risultato finale da dimenticare.
Box Office: /
Consigli: Questo film non è nemmeno buono per essere direttamente distribuito in dvd talmente è brutto e insignificante, un vero passo falso per la carriera della Cosgrove. Che sì, non avrà all'attivo ancora niente di particolarmente rilevante a parte "STchool of Rock", ma certo anche scegliendo questa robaccia non si aiuta. Un titolo assolutamente da evitare, sciocco e privo di idee.
Parola chiave: Banalità.

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Bengi

sabato 27 dicembre 2014

Film 842 - Passengers - Mistero ad alta quota

Io non ero per nulla convinto, ma non si trovava altro e la cena era già pronta...

Film 842: "Passengers - Mistero ad alta quota" (2008) di Rodrigo García
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Francamente una pellicola deludente, sconclusionata, banale e ricca di cliché. Non mi aspettavo che Anne Hathaway potesse scegliere di partecipare ad un progetto così scarso e mal fatto.
Dopo un incidente aereo i sopravvissuti verrano "aiutati" da Claire/Anne Hathaway che li seguirà nell'esternazione ed elaborazione psicologica di ciò che è loro successo. Quando il misterioso e sempre sorridente Eric/Patrick Wilson comincia ad entrare in confidenza con Claire e, soprattutto, i pazienti di questa cominciano a sparire, la cosa si farà misteriosa.
Misteriosa più che altro perché lo dice il poster, di fatto ciò che è accaduto e si sta narrando è abbastanza intuibile e privo di alcuna aura di mistero. Peccato, si poteva tentare di fare un po' meglio sinceramente.
Box Office: $5,494,715
Consigli: 25 milioni di dollari di budget, un cast abbastanza ricco (Anne Hathaway, Patrick Wilson, Clea DuVall, Andre Braugher, Chelah Horsdal, David Morse, Dianne Wiest) e la promessa di un mistero dietro lo schianto di un aereo di linea sono le premesse di questo "Passengers". Di fatto, però, le premesse non si tramutano in promesse e il film rimane una storielle drammatico romantica sulla vita dopo la morte e spreca ogni possibilità di risultare interessante scegliendo di far passare la maggior parte del film in una specie di limbo in cui non cacate praticamente mai nulla e tutti sbucano all'improvviso da non si sa dove. Evitabile. Anzi, da evitare.
Parola chiave: Morte.

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Bengi

martedì 28 ottobre 2014

Film 803 - 7500

Alla ricerca di un horror facile facile abbiamo trovato questo titolo che puzza di boiata già solo dalla locandina...

Film 803: "7500" (2014) di Takashi Shimizu
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Una produzione talmente becera che pensavo fosse un film per la tv e, invece, a quanto pare questo "7500" dall'orrendo titolo è proprio un film a tutti gli effetti.
Non che ci si aspettasse alcunché da una pellicola che nel suo cast annovera star del calibro di Leslie Bibb ("Popular", "GCB"), Ryan Kwanten ("True Blood") e Amy Smart (i cui picchi interpretativi comprendono 'capolavori' del calibro di "Road Trip" e "The Butterfly Effect"), però bisogna proprio dire che la nuova fatica registica Takashi Shimizu (l'artefice dei vari "The Grudge" originali e americani) è proprio brutta. Scritta male, girata con poca convinzione e data in mano ad un cast per la maggior parte imbarazzante, senza considerare la banalità della trama pari solo a quella degli effetti speciali.
Eppure il volo "7500" da Los Angeles destinazione Tokyo (che per due in procinto di partire per il Giappone nel 2015 è proprio il film giusto da guardare) decolla e per un po' sembra pure interessante, un misto di un sacco di altre cose già viste ("Final Destination", "Red Eye", "Flightplan - Mistero in volo", "Non-Stop" e perfino "Snakes on a Plane") che però negli altri casi ha funzionato. Qui è la componente horror a fare la differenza, suo malgrado in negativo. Già perché è proprio questa a degradare tutta l'operazione poiché è talmente brutta che fa a pezzi tutto quel poco che la trama era riuscita a farti digerire. A metà strada tra "Lost" e il primo "Final Destination", "7500" è però una brutta fotocopia insipida e priva di alcunché di innovativo, figuriamoci un'idea geniale. Niente, ma davvero niente giustifica la realizzazione di questo prodotto, anche perché come mero richiamo per l'incasso (come si vede fallito) è palesemente un progetto fallimentare (a mio avviso fin dall'inizio, ma si sa che ormai si produce praticamente ogni cosa).
Box Office: $997,000
Consigli: Lo consiglio solo nell'ottica di uno svago divertente. Lo so che è paradossale considerando che parliamo di un horror, ma è talmente fatto male che a tratti fa sorridere. Io in generale sono sempre attirato dai film ambientati sugli aerei, soprattutto se a farla da padrone è qualche mistero apparentemente irrisolvibile che accade a bordo. Chiaramente se condividete questo interesse "7500" attirerà anche voi, ma meglio sapere fin da subito che questo prodotto è veramente una stupidata.
Parola chiave: Shinigami.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 1 ottobre 2010

Film 143 - Mulholland Drive

Primo film di una lunga serie di 'lunedì a cena dal Puffo', tra insalata e chiacchiere, ci siamo concessi uno dei film più popolari di un certo Sig. Lynch...


Film 143: "Mulholland Drive" (2001) di David Lynch
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Marco, Andrea Puffo, Diego
Pensieri: Al mio primo approccio ufficiale con questo regista ne esco pienamente soddisfatto! Sicuramente la buona compagnia ha influito positivamente: non si può non tenere presente che contano anche atmosfera e approccio con cui ci avviciniamo a qualsiasi film. Per mia fortuna la 'prima visione' di un film di Lynch è stata decisamente positiva anche grazie a questi elementi perchè forse, da solo, i 147 mininuti di pellicola li avrei un po' sofferti. E, invece, ne sono uscito piacevolmente affascinato e invogliato a scoprire meglio il mondo di un regista sicuramente non convenzionale.
In ogni caso non avrei potuto non amare Naomi Watts, una delle attrici più belle e BRAVE nella sfera hollywoodiana e che, grazie a questo film sicuramente ha dato un vero slancio alla sua carriera, seguito l'anno dopo dalla consacrazione al grande pubblico con un enorme successo commerciale quale "The Ring". In questa pellicola rende davvero bene il suo personaggio anche in scene non facili come quella del provino o nel momento in cui si rivela il grande mistero del suo personaggio.
Proprio questo mistero sarà perno e fulcro della vicenda e condizionerà l'intero andamento della storia. Storia assurda in certi tratti, ma affascinante già dal punto di partenza: bellissima donna (Laura Harring) in una limousine viene minacciata con una pistola da uno dei due in macchina con lei, ma un incidente stradale la lascia unica superstite illesa. Con un'amnesia... Come farà a ritrovarsi, a capire da dove arrivano tutti quei soldi nella borsetta, perchè fosse su una limousine in Mulholland Drive? Solo l'evolversi della storia lo farà capire.
Giochetti della mente, inganni, effusioni, stranissimi personaggi, cadaveri, film da girare e un po' di visione Freudiana della personalità. Ce n'è davvero per tutti i gusti. Vedere e capire non andranno sempre a braccetto in questa pellicola, ma abbandonarsi a un mondo non sempre logicamente proprio è alquanto affascinante e piacevolmente disorientante. Spegnete il vostro cervello e lasciate che sia quello di Lynch a condurvi nel suo intricato labirinto.
Consigli: Ci vuole un po' di pazienza, poi il film prende il via. E, soprattutto, una mente bella sgombra: pare ci siano 10 indizi chiave per la comprensione della storia sparsi per le scene. Buona ricerca!
Parola chiave: Scatola blu.




Ric

martedì 20 aprile 2010

Film 106 - La ragazza del lago

Ne avevo sentito parlare alcuni anni fa e mi ero perso il film al cinema. Finalmente, acquistato il dvd, mi sono deciso a vederlo.


Film 106: "La ragazza del lago" (2007) di Andrea Molaioli
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Comincia facendoci credere di essere talmente scontato che già abbiamo indovinato come andrà. Ma no, per carità, non è una fiction Rai, è un film e, per una volta, un film italiano che racconta una bella storia. Non un omicidio alla 'Carabinieri', ma un giallo da risolvere addentrandosi nei meandri di una comunità del Friuli.
Interessante esperimento del nostro cinema, "La ragazza del lago" propone un bravo Toni Servillo nella parte del Commissario Sanzio, uomo duro fuori, ma con sentimenti dentro. Una figlia difficile e una moglie dalla malattia degenerativa sapranno sciogliere il guscio creatosi durante i tanti anni di servizio. Sarà proprio Sanzio/Servillo per tutto il film l'unico grande protagonista, con interrogatori e deduzioni, ricerca di indizi e conclusioni che porteranno a rintracciare il colpevole dell'omicidio della bella Anna Nadal/Alessia Piovan.
Non brilla al 100% di originalità questa pellicola, ma sicuramente risulta ben realizzata, specialmente se si considera che rappresenta l'esordio del suo regista. Oltre a location suggestive (il lago ricorda un po' "Brokeback Mountain") e la buona sceneggiatura, anche il cast sembra essere azzeccato, Golino in primis. Nonostante la piccolissima parte quasi cameo, rimane impressa la sua interpretazione posata, quasi soffocata da un dolore che non si può nominare. Bravissima, davvero. Ovviamente lei e Servillo insieme fanno scintille.
Uniche pecche il dialetto di alcuni (ma caratterizza meglio i personaggi, solo che a volte non si capisce bene...) e la solita tendenza di molti attori italiani a recitare come nelle soap. Non mi associo ad un luogo comune, trovo solo che parlare ansimando non sia naturale né verosimile.
Sicuramente una buona prova di cinema made in Italy, giustamente premiato con 10 David di Donatello, il premio più inutile che c'è. Se poteva servire una prova a dimostrarlo, anche qui ci è servita su un piatto d'argento: due dei dieci premi sono andati a Molaioli, Migliore Regista Esordiente e Migliore Regista. Del resto, in una delle edizioni, pioveva sul palco dal soffitto...
Consigli: Raro esempio di cinema italiano che mi è piaciuto e che consiglio caldamente. Bellissime le musiche di Teho Teardo.
Parola chiave: Bambino.




Ric