Devo ammettere che ero già rimasto incuriosito da questo titolo qualche mese fa quando ne avevo visto la locandina fresca di uscita, catturato dallo stile retrò e dal titolo accattivante ma del tutto indecifrabile. La scelta di lasciare del tutto sconosciuta la trama è rimasta valida fino a sabato, quando ho finalmente deciso di recuperare il film.
Film 1089: "Brooklyn" (2015) di John Crowley
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Pellicola delicata, dolce, di grande sentimento, "Brooklyn" è stata un'altra delle piacevoli sorprese di questa stagione, un'altra ottima scelta da parte degli Academy Awards.
Cast giovanissimo, sceneggiatura di Nick Hornby dal romanzo di Colm Tóibín e una storia tratta dal passato che può far riferimento a una miriade di altre storie veramente accadute: cosa succede quando, partendo per cercar fortuna in un altro paese, ti proietti concretamente verso il tuo futuro, ma lasci tutti quelli che ami a casa?
Nel concreto, questa storia parla di Eilis, giovane irlandese che espatria in America, di preciso a Brooklyn, alla ricerca di una vita più fortunata. Nuovo lavoro presso un grande magazzino, all'inizio cominciare è dura: si fa sentire da subito la nostalgia di casa, nuovi amici non ce ne sono e la solitudine gioca brutti scherzi. La sua fortuna saranno il corso serale di contabilità e l'incontro con Tony, idraulico di origine italiana che le daranno, finalmente, un senso e uno scopo nella nuova vita che si è creata.
I problemi - che naturalmente sempre ci sono - arriveranno anche in America e costringeranno Eilis a fare ritorno in Irlanda dove, neanche a dirlo, conoscerà il perfetto ragazzo irlandese adatto a lei e che la farà vacillare: il matrimonio con Tony, sposato in segreto prima di partire, riuscirà a resistere dopo settimane di lontananza e la piacevole e confortante aria di casa?
Al di là della storia che non vive certo di originalità, mi hanno conquistato i toni pacati, educati e signorili di questa pellicola, esplicitati sullo schermo da una Saoirse Ronan che sfodera una classe e una grazia che non mi sarei aspettato. Non so se sia per l'abbigliamento o perché proprio la storia lo richiedesse, in ogni caso l'attrice ventunenne sembra più una giovane signora che la ragazzina che di fatto è e la cosa mi ha particolarmente coplito (in positivo). L'atmosfera generale priva di quell'aggressività tipica del cinema odierno - fatto di rumori assordanti, personaggi isterici, violenti o sopra le righe - mi ha permesso di seguire il film non solo in maniera piacevole, ma anche molto coinvolta. Chi sceglierà Eilis? Rimarrà in America o tornerà in Irlanda?
Questo "Brooklyn", uscito dal Sundance dell'anno scorso, è stato davvero una bella sorpresa, prodotto di altri tempi in grado di incantare e coinvolgere lo spettatore grazie a una narrazione efficace, un'ottima protagonista, una fotografia perfetta e dei costumi belli, non eccessivi e di grande classe (tutti aspetti he avrei considerato per le candidature all'Oscar). Insomma, uno dei recenti film che mi ha lasciato più soddisfatto.
Cast: Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domhnall Gleeson, Jim Broadbent, Julie Walters, Fiona Glascott, Nora-Jane Noone, Jessica Paré.
Box Office: $40 milioni
Consigli: Insieme a "Spotlight" la pellicola in lizza per il Miglior film agli Oscar 2016 che preferisco, "Brooklyn" è un esempio di come si possa raccontare qualcosa di bello e interessante senza il bisogno di strafare. Esteticamente molto bello, emotivamente coinvolgente, scritto bene e recitato perfettamente dalla Ronan, un titolo che mi ha davvero colpito e lasciato un piacevolissimo ricordo. Per gli amanti degli anni '50, delle storie d'amore o delle ricostruzioni storiche un must-see.
Parola chiave: Miss Kelly.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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mercoledì 3 febbraio 2016
Film 1089 - Brooklyn
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tratto da un libro,
USA
martedì 20 maggio 2014
Film 716 - Gigolò per caso
Molto, molto curioso di vedere questa pellicola apparentemente molto alla Woody Allen, ma non del regista/sceneggiatore.
Film 716: "Gigolò per caso" (2013) di John Turturro
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ho letto che il film non ha ottenuto critiche particolarmente entusiaste e non ho potuto che chiedermi il perché. Non che questo film sia rivelazione o capolavoro del suo scrittore/regista/attore John Turturro, ma ricevere addirittura delle critiche negative mi sembra un po' eccessivo...
"Fading Gigolo" è un prodotto sulla falsariga dei soliti di Allen e il fatto che lui ci reciti pure non credo sia una coincidenza. Il duo pacato e stropicciato che si crea tra lui e Turturro è assolutamente godibile e i due artisti risultano davvero affiatati. Inoltre lo spunto narrativo - uno gigolò e relativo pappa alle primissime armi - è certo intrigante sia di per sé, sia se associato ad una coppia tanto improbabile di "addetti" del mestiere. Colpisce come il pretesto per cominciare il sodalizio lavorativo sia tanto veloce quanto privo di contestualizzazione, ma lo svolgimento della trama approfondisce abbastanza bene le situazioni e ci si dimentica in fretta di un inizio tanto sbrigativo.
Per il resto questo film da il suo meglio nella prima parte, nel susseguirsi di clienti tra cui spicca una Sharon Stone in formissima e una Sofía Vergara davvero ben accessoriata. Finché la storia rimane fresca e concentrata su di loro situazioni buffe e sorrisi non mancano. La seconda parte della pellicola, invece, investe tantissime energie su un paio di personaggi più faticosi interpretati da Vanessa Paradis e Liev Schreiber. Ci si addentra in questioni religiose, amore, famiglia, conoscenza di sé, rispettabilità. Sono temi molto complessi e non sempre, a mio avvsio, trattati qui con chiarezza. Forse c'è troppa carne al fuoco.
Ecco, se proprio devo lamentarmi di qualcosa, posso dire che avrei gradito di più il proseguimento dei toni da commedia, magari con qualche altra facoltosa cliente e qualche altro imbarazzante ingaggio da parte del pappa Allen. Lo spostamento della trama su Avigal, austera - e acerba - vedova di un rabbino e del suo corteggiatore un po' spostato Dovi, oltre che le questioni annesse alla comunità ebraica ortodossa (addirittura un tribunale rabbinico) alla lunga tediano un po' e, soprattutto, sono una vera sorpresa per lo spettatore che, per esempio, era stato incuriosito dal trailer.
Tutto sommato, comunque, "Gigolò per caso" è una pellicola interessante, un lavoro delicato e curato nei dettagli, un buon esempio di come si possa parlare di tematiche "scabrose" con un approccio dissacrante e naturale; il buon cast è un incentivo alla visione.
Box Office: $11,882,488
Consigli: Delicato, molto mentale, dissacrante e inaspettato per quanto riguarda certe parti della trama. Gli appassionati di Allen non possono perderselo, ma anche chi apprezza la bella presenza femminile. New York non è niente male, anche se mette ansia il quartiere ebraico con la sua pretesa di essere comunità nella comunità. Vanessa Paradis affascina e sprigiona tenerezza, ma quando Turturro la definisce bellissima non si può che dissentire (al cinema una signora ha sentenziato: "Insomma"). Non mi è dispiaciuto e alla fine si vede volentieri, ma una volta può bastare.
Parola chiave: Massaggio.
Trailer
Bengi
Film 716: "Gigolò per caso" (2013) di John Turturro
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ho letto che il film non ha ottenuto critiche particolarmente entusiaste e non ho potuto che chiedermi il perché. Non che questo film sia rivelazione o capolavoro del suo scrittore/regista/attore John Turturro, ma ricevere addirittura delle critiche negative mi sembra un po' eccessivo...
"Fading Gigolo" è un prodotto sulla falsariga dei soliti di Allen e il fatto che lui ci reciti pure non credo sia una coincidenza. Il duo pacato e stropicciato che si crea tra lui e Turturro è assolutamente godibile e i due artisti risultano davvero affiatati. Inoltre lo spunto narrativo - uno gigolò e relativo pappa alle primissime armi - è certo intrigante sia di per sé, sia se associato ad una coppia tanto improbabile di "addetti" del mestiere. Colpisce come il pretesto per cominciare il sodalizio lavorativo sia tanto veloce quanto privo di contestualizzazione, ma lo svolgimento della trama approfondisce abbastanza bene le situazioni e ci si dimentica in fretta di un inizio tanto sbrigativo.
Per il resto questo film da il suo meglio nella prima parte, nel susseguirsi di clienti tra cui spicca una Sharon Stone in formissima e una Sofía Vergara davvero ben accessoriata. Finché la storia rimane fresca e concentrata su di loro situazioni buffe e sorrisi non mancano. La seconda parte della pellicola, invece, investe tantissime energie su un paio di personaggi più faticosi interpretati da Vanessa Paradis e Liev Schreiber. Ci si addentra in questioni religiose, amore, famiglia, conoscenza di sé, rispettabilità. Sono temi molto complessi e non sempre, a mio avvsio, trattati qui con chiarezza. Forse c'è troppa carne al fuoco.
Ecco, se proprio devo lamentarmi di qualcosa, posso dire che avrei gradito di più il proseguimento dei toni da commedia, magari con qualche altra facoltosa cliente e qualche altro imbarazzante ingaggio da parte del pappa Allen. Lo spostamento della trama su Avigal, austera - e acerba - vedova di un rabbino e del suo corteggiatore un po' spostato Dovi, oltre che le questioni annesse alla comunità ebraica ortodossa (addirittura un tribunale rabbinico) alla lunga tediano un po' e, soprattutto, sono una vera sorpresa per lo spettatore che, per esempio, era stato incuriosito dal trailer.
Tutto sommato, comunque, "Gigolò per caso" è una pellicola interessante, un lavoro delicato e curato nei dettagli, un buon esempio di come si possa parlare di tematiche "scabrose" con un approccio dissacrante e naturale; il buon cast è un incentivo alla visione.
Box Office: $11,882,488
Consigli: Delicato, molto mentale, dissacrante e inaspettato per quanto riguarda certe parti della trama. Gli appassionati di Allen non possono perderselo, ma anche chi apprezza la bella presenza femminile. New York non è niente male, anche se mette ansia il quartiere ebraico con la sua pretesa di essere comunità nella comunità. Vanessa Paradis affascina e sprigiona tenerezza, ma quando Turturro la definisce bellissima non si può che dissentire (al cinema una signora ha sentenziato: "Insomma"). Non mi è dispiaciuto e alla fine si vede volentieri, ma una volta può bastare.
Parola chiave: Massaggio.
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