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sabato 11 settembre 2021

Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker

Intro: Tornato a Cordoba per qualche giorno prima di volare definitivamente a Ushuaia, con Karen e Lucas andiamo al cinema a recuperare uno dei film più attesi della stagione!

Film 1816: "Star Wars: The Rise of Skywalker" (2019) di J.J. Abrams
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Karen, Lucas
In sintesi: non mi spenderò troppo su questo titolo conclusivo (?) della terza ondata di trilogie "Star Wars", sia perché ricordo la delusione post visione, sia perché l'ho visto una sola volta ormai due anni fa e il ricordo si è un po' sbiadito.
J.J. Abrams torna al timone dopo il primo "Star Wars: The Force Awakens" e nonostante la sua mano capace, il risultato finale è il solito agglomerato di effetti speciali, spade laser e un turbinio di personaggi a cui si fatica a dare lo spazio sufficiente per uno sviluppo che abbia valore in termini di trama (penso alla quasi mancanza di screentime per Kelly Marie Tran, ma anche al momento romantico totalmente random che coinvolge il suo personaggio e quello di John Boyega). Il tutto per un prodotto che mette in tavola davvero troppe questioni per riuscire a centrare efficacemente il suo obiettivo. Peccato.
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Cast: Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong'o, Keri Russell, Joonas Suotamo, Kelly Marie Tran, Ian McDiarmid, Billy Dee Williams.
Box Office: $1.078 miliardi
Vale o non vale: Non è certo un film terribile, ma nemmeno quel titolo conclusivo che renda giustizia a una saga rinvigorita da nuova linfa, personaggi e botteghino. Dopo la lunga attesa e le premesse epiche, questo (ennesimo) capitolo finale della saga di "Star Wars" lascia meno soddisfatti di quanto non ci si sarebbe aspettato.
Poi, per carità, si lascia guardare senza intoppi, ma con meno soddisfazione di altri capitoli della lunga saga creata da George Lucas.
Premi: Candidato a 3 Oscar (colonna sonora, effetti speciali, montaggio sonoro) e 3 BAFTA (colonna sonora, effetti speciali, sonoro). John Williams candidato al Grammy per Best Score Soundtrack For Visual Media.
Parola chiave: Lightsaber.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 20 luglio 2021

Film 2033 - Peter Rabbit 2: The Runaway

Intro: La prima pellicola la avevo vista in Australia con cuggy e, non so bene come, è diventata la recensione più letta del blog, con oltre 18.000 visualizzazioni. Uscita la seconda mi sentivo un po' "obbligato" a recuperarla...

Film 2033: "In the Heights" (2021) di Will Gluck
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non che il primo "Peter Rabbit" fosse un capolavoro, ma almeno quella dimensione un po' casalinga un po' campestre funzionava. Questo secondo film sul coniglio impertinente è onestamente solo una gran boiata e nemmeno tanto divertente.
A mio avviso sono due le criticità fondamentali di questo film: il protagonista è antipatico e il fatto che la prima parte della storia sia raccontata veramente male. Ma andiamo per gradi.
Il fatto che il protagonista sia l'anello debole di tutta la baracca è un problema non da poco, perché non si crea empatia tra lo spettatore e quello che sarebbe l'elemento trascinante di tutta la storia. Il fatto che Peter Rabbit ci stia sulle scatole ha come conseguenza che di lui non ce ne freghi granché è, più in generale, del (secondo) film incentrato su di lui. E qui arriviamo al secondo problema.
Con una marea infinita di protagonisti umani e non, spalle comiche, nuovi antagonisti, "Peter Rabbit 2: The Runaway" risulta estremamente caotico, tanto da risultare irritante nel primo tempo. La storia nella prima parte, infatti, fatica a trovare un modo effiface per presentare i suoi svariati protanositi, così tutti i vari conigli in trasferta in città vengono degradati da protagonisti/spalle a macchiette buone solo a tenere banco il tempo di una scenetta comica completamente slegata dal resto della trama. Se si tagliassero ed eliminassero le scene che vedono i vari Flopsy, Mopsy e compagnia interagire con il mondo esterno durante il viaggio verso Londra, il resto della trama nemmeno ne risentirebbe. Qual è, quindi, il senso della presenza di queste scene? (Il mio prof di sceneggiatura ci ha sempre detto: ogni scena dovrebbe portare avanti la storia almeno di un poco. Se non lo fa, quella scena non serve.)
Insomma, questo "Peter Rabbit 2" si rivela presto per quello che è: l'occasione facile di spillare qualche soldo ai fan del coniglietto creato da Beatrix Potter. Ma ce lo potevamo risparmiare.
Film 1616 - Peter Rabbit
Film 2033 - Peter Rabbit 2: The Runaway
Cast: Rose Byrne, Domhnall Gleeson, David Oyelowo, Elizabeth Debicki, Lennie James, Margot Robbie, Hayley Atwell, Sia, Sam Neill, David Wenham, James Corden.
Box Office: $145.3 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Primo tempo caotico e mal gestito, protagonista insostenibile e risultato finale assolutamente mediocre. Ci sono film per bambini o in generale tutta la famiglia ben più interessanti e ben riusciti di questo. "Paddington", per esempio.
Premi: /
Parola chiave: Dried fruit.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 17 giugno 2019

Film 1616 - Peter Rabbit

Intro: Scelto un po' a caso, in cerca di una storia facile facile.
Film 1616: "Peter Rabbit" (2018) di Will Gluck
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: lo devo ammettere, "Peter Rabbit" è stato uno spasso inatteso. Simpatico, divertente, frenetico e doppiato magnificamente da un James Corden in formissima, questo film per famiglie riesce davvero a far divertire tutto il suo pubblico, a prescindere dall'età;
l'atmosfera è molto simile a quella di "Paddington", con un protagonista d'animazione e un cast di comprimari in carne ed ossa e, sullo sfondo, una campagna inglese piacevolmente ripulita e particolarmente soleggiata. Non molto realistico, ma sicuramente piacevole da guardare;
il risultato finale è certamente riuscito e nonostante non si tratti certo di un capolavoro, questo film riesce nel suo intento di intrattenere e divertire con non poche occasioni in cui ci si fa una bella risata: non capita spesso e fa piacere.
Film 1616 - Peter Rabbit
Film 2033 - Peter Rabbit 2: The Runaway
Cast: James Corden, Rose Byrne, Domhnall Gleeson, Sam Neill, Daisy Ridley, Elizabeth Debicki, Margot Robbie, Sia, Marianne Jean-Baptiste, David Wenham, Rachel Ward, Bryan Brown.
Box Office: $351.2 milioni
Vale o non vale: Simpatico e dinamico, "Peter Rabbit" è la perfetta scelta scacciapensieri per tutta la famiglia. Da recuperare.
Premi: /
Parola chiave: Esplosivo.

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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 23 maggio 2019

Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi

Intro: Dopo averlo visto la prima volta al cinema 2 anni fa in Australia, ero rimasto con la voglia di rivederlo per vedere se, con una seconda visione, mi sarei un po' chiarito le idee su questa pellicola.
Film 1595: "Star Wars: The Last Jedi" (2017) di Rian Johnson
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ricordavo che il tono fosse diverso da quello dei precedenti capitoli della saga e che, anche per questo, "Star Wars 8" fosse stato criticato dai fedelissimi George Lucas e i suoi personaggi. Personalmente trovo il risultato ottenuto da Rian Johnson piuttosto godibile e, francamente, un po' di umorismo non mi pare che guasti. Poi, sì, "The Last Jedi" non è il mio preferito di tutta la compagnia dei 100.000 del franchise, ma ciò non vuol dire che il risultato finale non sia buono;
visivamente curatissimo e bellissimo, narrativamente a tratti un po' lento, nel complesso questo ottavo episodio funziona bene e fa da ponte verso quel "The Rise of Skywalker" conclusivo che andrà a porre la parola fine anche a questa terza trilogia dedicata a "Star Wars". Che poi, ce n'era veramente bisogno di un'ulteriore estensione della già ampiamente sfruttata avventura? Apparentemente sì, visti gli incassi e la reazione entusiasta dei fan. Sono sicuro che anche con il prossimo capitolo le cose non mancheranno di andare alla grande, fosse anche solo per il fatto che tornerà J.J. Abrams a regia e sceneggiatura.
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Cast: Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Andy Serkis, Lupita Nyong'o, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie, Kelly Marie Tran, Laura Dern, Benicio del Toro, Billie Lourd.
Box Office: 1.333 miliardi
Vale o non vale: L'avventura è sempre emozionante e il film è bello da vedere e intrattiene alla perfezione, dosando in maniera intelligente azione, colpi di scena e l'inevitabile effetto nostalgia per la scomparsa dell'iconica Carrie Fisher. Un pochino lento qualche passaggio, ma lo si perdona grazie a una dose inaspettata di umorismo bizzarro e stravagante che non manca di fare centro.
Premi: Candidato a 4 Oscar (colonna sonora, effetti speciali, mixaggio e montaggio sonoro) e 2 BAFTA (sonoro ed effetti speciali).
Parola chiave: Supreme leader.

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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 30 aprile 2019

Film 1569 - The Revenant

Intro: Avevamo già provato a rivederlo, ma il dvd che avevamo a disposizione era rovinato e non siamo riusciti. Fortuna che esistono streaming e download.
Film 1569: "The Revenant" (2012) di Alejandro G. Iñárritu
Visto: dal pc portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: avevo un sacco voglia di rivederlo, principalmente per confermare una serie di ricordi che avevo relativamente alla mia prima visione: DiCaprio e Hardy fantastici, atmosfera desolata e destabilizzante, una messa in scena potentissima grazie alla crudezza della realizzazione, una storia (semi-biografica) molto forte. Tutto confermato.
Film 1081 - The Revenant
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Domhnall Gleeson, Will Poulter, Forrest Goodluck, Paul Anderson, Lukas Haas.
Box Office: $533 milioni
Vale o non vale: Potente, agghiacciante, fortissimo. Imperdibile!
Premi: Vincitore di 3 premi Oscar per Miglior regia, attore protagonista e fotografia su 12 nomination (tra cui Miglior film e attore non protagonista), 3 Golden Globes su 4 nomination (Miglior fil, regia, attore protagonista) e 5 BAFTA su 8 candidature (Miglior film, regia, attore protagonista, sonoro e fotografia).
Parola chiave: Hawk.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 1 gennaio 2018

Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi

Secondo appuntamento cinematografico a Townsville e, finalmente, mi concedo il piacere di tornare in una galassia molto, molto lontana...

Film 1469: "Star Wars: The Last Jedi" (2017) di Rian Johnson
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Visto il marketing tanto pressante sarebbe stato difficile ignorare il richiamo della Forza e non accorgersi del ritorno al cinema della terza trilogia legata al franchise di "Guerre Stellari", così devo ammettere che fossi particolarmente curioso e interessato di vedere l'ennesimo capitolo di una saga apparentemente infinita e in grado, nel tempo, di resuscitare dalle proprie ceneri.
Dopo un ottimo inizio innescato da "Il risveglio della Forza", per il secondo episodio si prospettava il non facile compito di traghettare la storia verso un finale nuovamente epico e carico di aspettative (in arrivo nelle sale il 20 dicembre 2019). Cosa era legittimo aspettarsi, quindi, da "The Last Jedi"? Sicuramente lo sviluppo di tutte quelle situazioni precedentemente anticipate - Rey e Luke Skywalker, Kylo Ren e Snoke solo per citarne un paio - oltre che una serie di scene spettacolari e l'ormai abituale effetto nostalgia che questo tipo di prodotti, spalmati su ampi archi temporali e ricchi di una propria mitologia, riescono a portare con sé. E, nel concreto, cosa ha effettivamente aggiunto l'episodio numero 8 all'universo di "Star Wars"?
La cosa che più salta all'occhio è sicuramente una certa dose di umorismo in un formato insolito rispetto ai precedenti titoli, basato su tempi comici e una serie di personaggi-spalla cui è delegato il compito di stemperare un'atmosfera altrimenti sempre molto seria. Tra combattimenti altamente distruttivi e una serie di cattivissimi che si prendono davvero molto sul serio, il temperamento burbero e respingente di Skywalker è sicuramente un espediente simpatico - anche se alla lunga stanca - e le giravolte di BB-8 contribuiscono ad animare la scena esattamente come un tempo spettava a R2-D2. Da questo punto di vista dunque il film riesce a ritagliarsi una nuova forma di umorismo che ne marca distintivamente i contorni e per la maggior parte del tempo risulta una strategia vincente.
Per quanto riguarda l'aspetto tecnico è innegabile, anche in questa occasione, che il prodotto si presenti magnificamente realizzato. Una fotografia brillante e una scelta predominante dell'uso del colore rosso caratterizzano tutto il progetto, andando inoltre a sottolinearne i contorni drammatici ed epici, un'altra delle caratteristiche principali di "The Last Jedi". L'idea che rimane impressa, infatti, è che l'avvicinarsi di uno scontro finale devastante sia inevitabile e che nonostante la situazione disperata - i ribelli sono in netta minoranza - Rey & co. non mancheranno in primis di dare del filo da torcere al Primo Ordine e in secondo luogo, ovviamente, di trionfare in maniera spettacolare.
Sempre legati alla qualità tecnica, gli effetti speciali sono come al solito eccellenti, magnificamente realizzati e credibili soprattutto nelle scene d'azione - il personaggio di Lupita Nyong'o, Maz Kanata, però non mi fa impazzire -; non mi stupirei se si trasformassero in una nomination all'Oscar.
Ho gradito anche la nuova (e molto più evidente rispetto al titolo precedente) contrapposizione fra bene e male, perfettamente reincarnata nel duo Rey/Kylo Ren, qui messi addirittura in comunicazione mentale dalla Forza stessa anche se a volte i che i contatti mente-a-mente risultano un tantino ridicoli, specialmente quando Kylo (Adam Driver) si ritrova a fare la sua "chiamata" a petto nudo... Non a caso è appena nato l'hashtag #KyloRenChallenge. Il colpo di scena legato al figlio di Leia e Han Solo, poi, è ben architettato e giunge perfettamente funzionale quanto inaspettato a rinvigorire la trama, dando certamente una svolta gustosa alla storia altrimenti un po' troppo statica in alcuni punti. Nonostante sia apprezzabile che si siano ulteriormente definiti i confini tra buoni e cattivi e che i personaggi stiano ognuno trovando la propria strada verso il finale, è infatti innegabile una certa mancanza di brio che pervade tutta la storia e va ad intaccare leggermente un risultato finale che, nonostante tutte le buone premesse e quanto detto finora, non riesce comunque a soddisfare del tutto. Lo scontro finale che vede i ribelli messi spalle al muro dall'esercito del Primo Ordine non fatica a ricordare l'infausto destino dei cavalieri di Rohan al fosso di Helm raccontato ne "Le due torri"; la scena con Leia (Carrie Fisher, scomparsa esattamente un anno fa) che resuscita nello spazio non è esattamente indimenticabile e mi rimane un po' misteriosa, per non parlare del leader supremo Snoke (spoiler) che, dopo ore di chiacchiere su potere e sottomissione, finirà per venire ammazzato con uno stupidissimo stratagemma. Aggiungo anche che l'ennesima comparsata di Yodasembra più una marchetta per i fans della prima ora che un'effettiva necessità di sceneggiatura.
Insomma, nonostante tutta una serie di ottimi elementi, quello che mi sento di dire è che "Star Wars: The Last Jedi" a volte non sembra nemmeno un episodio legato alla saga per via del suo umorismo a sé e i toni spesso sopiti, cosicché nonostante l'evidente qualità del prodotto finale, parte del buon lavoro fatto è messo in ombra da quegli aspetti che stridono con il contesto generale. Sicuramente parte di questa dualità nel percepire la pellicola sta nella peculiarità del prodotto stesso, obbligato - come tanti altri - a traghettare la storia da un inizio a una fine che non stanno, però, nei suoi 152minuti di durata. Riguardo a quest'ultimo punto, poi, si può sicuramente dire che si potesse essere un filo più concisi.
Tutto sommato "Star Wars VIII" è un buon secondo capitolo che ha, come è giusto che sia, i suoi pro e i suoi contro. La critica lo ha osannato proponendolo addirittura quale miglior episodio finora realizzato, il che mi pare sia un'esagerata provocazione. Sicuramente si tratta di un buon prodotto il quale, però, non manca di presentare qualche pecca; perfetto il cast anche se non esattamente essenziali i nuovi personaggi (interpretati da Laura Dern e Benicio del Toro), colonna sonora di John Williams come sempre magnifica, regia solida. Forse concentrandosi meno sull'umorismo e più sull'andare al nocciolo della questione si sarebbe ottenuto un risultato più efficace, anche se in definitiva il risultato è soddisfacente.
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Cast: Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Andy Serkis, Lupita Nyong'o, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie, Kelly Marie Tran, Laura Dern, Benicio del Toro, Joonas Suotamo, Billie Lourd, Mike Quinn, Timothy D. Rose.
Box Office: $1.040 miliardi (ad oggi)
Consigli: Sicuramente una delle pellicole più attese della stagione, "The Last Jedi" non fallisce nel consegnare al popolo di fedelissimi della saga di "Star Wars" l'ennesimo buon capitolo da gustare, amare e in definitiva venerare. Per tutti gli altri potrebbero risultare un po' ostiche le 2 ore e 32 minuti di durata complessiva, per una storia che ha sicuramente molto da raccontare, anche se a volte non riesce a risultare esattamente efficace. Tutto sommato comunque un titolo imperdibile, di grande intrattenimento e ben realizzato. La Forza è tornata e ha contagiato già tutto il mondo.
Parola chiave: Localizzatore.

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#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 15 dicembre 2017

Star Wars: Gli ultimi Jedi - Tutto quello che c'è da sapere

Star Wars: The Last Jedi (also known as Star Wars: Episode VIII – The Last Jedi) is a 2017 American epic space opera film written and directed by Rian Johnson. It is the second film in the Star Wars sequel trilogy, following Star Wars: The Force Awakens (2015). The film is produced by Lucasfilm and distributed by Walt Disney Studios Motion Pictures. It stars Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Andy Serkis, Lupita Nyong'o, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, and Gwendoline Christie in returning roles, with Kelly Marie Tran, Laura Dern, and Benicio del Toro joining the cast. It also marks the final performance of Fisher, who died in December 2016, with the film being dedicated in her honor.
A sequel, provisionally titled Star Wars: Episode IX, is scheduled for December 20, 2019.


Star Wars: Gli ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi), noto anche come Star Wars: Episodio VIII - Gli ultimi Jedi, è un film del 2017 scritto e diretto da Rian Johnson.
Prodotto dalla Lucasfilm e distribuito dalla Walt Disney Studios Motion Pictures, è l'ottava pellicola della saga di Guerre stellari e il secondo della cosiddetta Trilogia sequel dopo Star Wars: Il risveglio della Forza, ed è interpretato da Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong'o, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie, Andy Serkis, Benicio del Toro, Laura Dern e Kelly Marie Tran. Il film è ambientato immediatamente dopo gli eventi de Il risveglio della Forza.


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Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
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Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
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Bengi

martedì 24 ottobre 2017

Film 1424 - mother!

Come dicevo, mi sono nuovamente immerso in un macro-genere arrivando così al terzo thriller-horror di fila; da questo in particolare, però, mi devo ancora riprendere. Per la cocente delusione.

Film 1424: "mother!" (2017) di Darren Aronofsky
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho iniziato la visione davvero ben disposto perché amo Jennifer Lawrence e Aronofsky mi sembra un regista con delle idee, per cui nessuno più di me era preparato a una reazione entusiasta. In realtà, man mano che procedeva, non faceva altro che aumentare la confusione e la frustrazione, fino al climax dell'epilogo che è tutto tranne che comprensibile. Ma di che diavolo stiamo parlando?!
E' questo ciò che mi sono chiesto uscendo dalla sala, confuso da una trama che mette tanta carne sul fuoco per poi, con una virata improvvisa, cancellare ogni riferimento al racconto narrato fino a quel momento e rimescolando totalmente tutte le carte in tavola alla volta di un finale chiassoso e claustrofobico tanto da far star male, ma che c'entra poco e niente con tutto ciò che era stato mostrato prima.
In questo regime di totale confusione, dopo aver metabolizzato il tutto per qualche ora, sono andato su Wikipedia per ricercare il senso di un'opera a me oscura e, come tramite epifania, scopro che un senso c'è, anche se non lo avevo per nulla percepito. Lawrence è la madre terra, il nostro pianeta, Bardem è una sorta di divinità, Pfeiffer è Eva che tenta Ed Harris qui in versione Adamo; i loro due figli non sono altro che Caino e Abele, tanto che non mancherà l'inevitabile spargimento di sangue. E allora ok, "mother!" è un'allegoria e Aronofsky si diletta a rappresentare il nostro complicato rapporto con la terra e il risaputo abuso che ne facciamo, dunque ora tutto torna e prenda una sorta di senso. Dico 'una sorta' perché in realtà mi chiedo quale sia lo scopo di questa pellicola e questa sceneggiatura, cosa si voglia raccontare in ultima analisi. Perché non è con questa rappresentazione che si sensibilizza il pubblico né è in questi termini, a mio avviso, che si cerca di fare il punto di una situazione che ci sta a cuore. O forse io fatico ad andare oltre la visione materiale della cosa, oltre la rappresentazione in carne ed ossa, probabilmente poiché ancora turbato da un prodotto che mi ha lasciato con una cattiva sensazione addosso (che fosse lo scopo?). Dopo ore di agonia passate ad immedesimarmi in una protagonista incapace di imporsi, succube di situazioni al limite del sopportabile e, anzi, spesso più che surreali, anche io braccato da personaggi invadenti, inappropriati e irrispettosi - sarà che la storia mi ha ricordato l'esperienza in ostello affrontata fino a qualche settimana fa -, costretto a spintonare e farmi largo tra una folla soffocante, strattonato da una videocamera a spalla che non di rado induce il mal di mare, ho davvero subìto l'esperienza cinematografica di "mother!" uscendone provato. Senza contare che, una volta compreso il senso, ho ancora più profondamente percepito la frattura fra la prima e la seconda parte del racconto, una così realistica e l'altra che è, di fatto, tutta di natura simbolica e artificiosa. Ho trovato disturbante e poco poetica questa dissonanza, tanto da rovinarmi ulteriormente il ricordo del film. Che, a rischio di risultare ridondante, mi tocca dire non essermi piaciuto.
Passando a ciò che ho gradito, ho trovato molto coinvolgenti i primi piani degli attori che aiutano lo spettatore a mettersi in contatto con la trama (o quello che che riescono a comprenderne). La bravura di Lawrence e Pfeiffer rende questa scelta artistica particolarmente felice ed efficace. Il costante inseguimento della protagonista all'interno dell'enorme casa da parte della videocamera produce un effetto di smarrimento in chi guarda, una disorientante sensazione di essere costantemente alla mercé del regista. Sono sicuro che sia un effetto voluto, in ogni caso ho trovato anche questa scelta particolarmente debilitante, tanto che mi sono spesso chiesto se esistesse una mappa per orientarsi all'interno di un edificio tanto intricato.
Il cast è ricco di grandi interpreti e la recitazione di alto, altissimo livello - il che strideva non poco con la cattiva resa della qualità dell'immagine che, almeno durante la mia visione, ho riscontrato per la maggior parte della pellicola -; fotografia intrigante del sempre bravo Matthew Libatique.
Dunque un film tecnicamente ben fatto, ma per il resto totalmente insoddisfacente.
Ps. In concorso alla 74esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
Cast: Jennifer Lawrence, Javier Bardem, Ed Harris, Michelle Pfeiffer, Domhnall Gleeson, Brian Gleeson, Kristen Wiig.
Box Office: $42.6 milioni (ad oggi)
Consigli: Sono sempre meno rari, mi pare, i casi di sperimentazioni cinematografiche al posto di veri e propri film. Qui siamo di fronte all'ennesimo caso di prodotto che si presenta in un modo, ma in realtà ricade proprio nella "nuova" categoria. Ci sono tutti gli elementi classici dei racconti, eppure nel finale la narrazione devia completamente, cambia tono e ritmo e si lancia in una nuova crociata che prescinde totalmente dalla storia proposta fino a quel momento e tenta di metterci in contatto con un significato più alto, di spingerci verso un'interpretazione, forse addirittura un dialogo.
Non so perché Aronofsky abbia sentito il bisogno di affrontare queste tematiche attraverso il percorso fatto in "mother!", francamente per come sono fatto la cosa è stata più fastidiosa che interessante, soprattutto per il repentino cambio di registro e l'alterazione dei toni della narrazione. Come tutti gli esperimenti che teoricamente vorrebbero spingersi oltre quel limite socialmente accettato, probabilmente anche in questo caso ha senso farsi una propria opinione, vedere coi propri occhi e decidere per sé quale possa essere il valore di un'opera come questa, che sfrutta il racconto di finzione come preambolo solo per trarre in inganno lo spettatore e poi lanciargli addosso, improvvisamente, il vero senso di tutta la messa in scena: la consegna del messaggio finale. A mio avviso si sarebbe potuta giocare una partita migliore, scegliendo per un registro più unitario e compatto anche se non per questo meno efficace. Quindi vederlo o non vederlo? A voi la scelta.
Parola chiave: Cristallo.

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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 6 giugno 2016

Film 1150 - Anna Karenina

Ogni tanto mi manca e lo riguardo. Questa volta in inglese e senza sottotitoli.

Film 1150: "Anna Karenina" (2012) di Joe Wright
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La glaciale Russia è riscaldata dall'amore passionale e bruciante di Anna e il suo Vronsky grazie al capolavoro di Tolstoj qui trasposto dal regista inglese Joe Wright. Meno capolavoro rispetto al libro, eppure capace di suscitare non poche positive impressioni, il contemporaneo fratello cinematografico pecca di una certa mancanza di fuoco, è vero, ma è di una bellezza stilistica innegabile. Raffinato, geniale nella messa in scena - la vita è un teatro -, sontuoso nei costumi e ben presentato dagli attori, questo film compensa quel mancante cuore pulsante indomito che si riscontra nel libro, grazie a un lavoro d'insieme che appaga gli occhi e può lasciare soddisfatti. Basta dimenticarsi del classico e lasciarsi trasportare in quest'alternativa avventura fatta di suggestioni e corsetti, amore puro e amore scabroso. E la magia non tarda ad arrivare.
Ps. Oscar per i Migliori costumi.
Film 511 - Anna Karenina
Film 517 - Anna Karenina

Cast: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Olivia Williams, Emily Watson, Michelle Dockery, Raphaël Personnaz, Cara Delevingne.
Box Office: $68,929,150
Consigli: Affascinante, teatrale nelle scenografia e nelle movenze degli attori, sontuoso nella realizzazione e, certamente, ambizioso. Una suggestione di immagini e suoni ben architettata, per un risultato finale piacevole e che fa quello che può per accostarsi ad un originale che è capolavoro. Cast delle grandi occasioni (tra cui una già promettente Vikander, quest'anno premio Oscar) e regia che parrebbe ispirata. Insomma, un titolo non solo per chi ama i film in costume.
Parola chiave: Treno.

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martedì 1 marzo 2016

Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza

Dopo averlo visto in 3D, ero curioso di vederlo senza la terza dimensione e soprattutto lasciando a casa gli scomodi occhialini. E, magari, questa volta non perdendomi l'inizio.
Film 1080: "Star Wars - Il risveglio della Forza" (2015) di J.J. Abrams
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Non solo clamoroso successo commerciale, attesissimo reboot o operazione nostalgica, questo "Star Wars 7" è una pellicola davvero ben fatta. Una bella sopresa non scontata.
Gli effetti speciali magnifici, il cast nuovo e originale, le atmosfere di un tempo, i giri nello spazio, la Forza, le famosissime note di John Williams... Tutto concorre a ricreare ciò che di buono di questa saga avevamo lasciato ormai 10 anni fa, pur trasformandolo in qualcosa di originale in grado di distinguersi dai precedenti titoli del prolifico franchise. La mano esperta di J.J. Abrams accompagna sapientemente lo spettatore per 2 di pellicola tra inseguimenti e battaglie, fughe per il rotto della cuffia e "nascondini" in mezzo al bosco, tra nuove avventure e vecchi snodi che qui prendono nuove forme. La vita continua anche nella galassia, non importa quanto lontano essa sia.
Al di là di alcune scaramucce di George Lucas che ha tentato di dirsi risentito poiché la Disney non lo avrebbe minimamente considerato nella produzione di questo num. 7 (poi subito rientrate), è evidente che i toni di "Star Wars" sono finalmente quelli apprezzabili di un tempo. Dopo la trilogia moderna che aveva decisamente abbassato la qualità generale, qui ritroviamo una storia interessante e una produzione in grado di gestire sceneggiatura, cast, scenografie ed effetti speciali: finalmente. Questa pellicola non poteva essere solo un prodotto per aficionados, ma doveva diventare un nuovo capitolo traino che portasse il franchise verso una ritrovata fama e un rinnovato interesse del pubblico, anche quello che nel 1977 non era ancora nato.
A mio avviso la missione è più che compiuta, anzi, egregiamente portata a termine. Il prossimo capitolo, "Star Wars: Episode VIII" è previsto in America per il 15 dicembre 2017: sarà di nuovo un bel Natale.
Ps. Il film è stato candidato a 5 Oscar e a 4 BAFTA, di cui ne ha vinto 1 per gli effetti speciali.
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Cast: Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong'o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Peter Mayhew, Max von Sydow, Gwendoline Christie, Simon Pegg, Greg Grunberg.
Box Office: $2.048 miliardi
Consigli: Inutile girarci intorno: se si è fan delle saghe spaziali, delle avventure a cardiopalma, degli effetti speciali in grande stile, dei cambi di pelle o semplicemente se vi mancava la Forza, questo titolo è imperdibile. E, in tutta onestà, in quanto vero grande ritorno del 2015 insieme all'altra saga ("Jurassic World"), forse si tratta di un must-see anche per gli altri. Un blockbuster ben fatto e piacevolissimo da seguire, abbastanza divertente, colorato e chiassoso, con un cast veramente ben assortito e una storia ben confezionata rendono "Star Wars: The Force Awakens" un ottimo esempio contemporaneo di cinema d'intrattenimento.
Parola chiave: Primo Ordine.

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Bengi

mercoledì 3 febbraio 2016

Film 1089 - Brooklyn

Devo ammettere che ero già rimasto incuriosito da questo titolo qualche mese fa quando ne avevo visto la locandina fresca di uscita, catturato dallo stile retrò e dal titolo accattivante ma del tutto indecifrabile. La scelta di lasciare del tutto sconosciuta la trama è rimasta valida fino a sabato, quando ho finalmente deciso di recuperare il film.
Film 1089: "Brooklyn" (2015) di John Crowley
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Pellicola delicata, dolce, di grande sentimento, "Brooklyn" è stata un'altra delle piacevoli sorprese di questa stagione, un'altra ottima scelta da parte degli Academy Awards.
Cast giovanissimo, sceneggiatura di Nick Hornby dal romanzo di Colm Tóibín e una storia tratta dal passato che può far riferimento a una miriade di altre storie veramente accadute: cosa succede quando, partendo per cercar fortuna in un altro paese, ti proietti concretamente verso il tuo futuro, ma lasci tutti quelli che ami a casa?
Nel concreto, questa storia parla di Eilis, giovane irlandese che espatria in America, di preciso a Brooklyn, alla ricerca di una vita più fortunata. Nuovo lavoro presso un grande magazzino, all'inizio cominciare è dura: si fa sentire da subito la nostalgia di casa, nuovi amici non ce ne sono e la solitudine gioca brutti scherzi. La sua fortuna saranno il corso serale di contabilità e l'incontro con Tony, idraulico di origine italiana che le daranno, finalmente, un senso e uno scopo nella nuova vita che si è creata.
I problemi - che naturalmente sempre ci sono - arriveranno anche in America e costringeranno Eilis a fare ritorno in Irlanda dove, neanche a dirlo, conoscerà il perfetto ragazzo irlandese adatto a lei e che la farà vacillare: il matrimonio con Tony, sposato in segreto prima di partire, riuscirà a resistere dopo settimane di lontananza e la piacevole e confortante aria di casa?
Al di là della storia che non vive certo di originalità, mi hanno conquistato i toni pacati, educati e signorili di questa pellicola, esplicitati sullo schermo da una Saoirse Ronan che sfodera una classe e una grazia che non mi sarei aspettato. Non so se sia per l'abbigliamento o perché proprio la storia lo richiedesse, in ogni caso l'attrice ventunenne sembra più una giovane signora che la ragazzina che di fatto è e la cosa mi ha particolarmente coplito (in positivo). L'atmosfera generale priva di quell'aggressività tipica del cinema odierno - fatto di rumori assordanti, personaggi isterici, violenti o sopra le righe - mi ha permesso di seguire il film non solo in maniera piacevole, ma anche molto coinvolta. Chi sceglierà Eilis? Rimarrà in America o tornerà in Irlanda?
Questo "Brooklyn", uscito dal Sundance dell'anno scorso, è stato davvero una bella sorpresa, prodotto di altri tempi in grado di incantare e coinvolgere lo spettatore grazie a una narrazione efficace, un'ottima protagonista, una fotografia perfetta e dei costumi belli, non eccessivi e di grande classe (tutti aspetti he avrei considerato per le candidature all'Oscar). Insomma, uno dei recenti film che mi ha lasciato più soddisfatto.
Cast: Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domhnall Gleeson, Jim Broadbent, Julie Walters, Fiona Glascott, Nora-Jane Noone, Jessica Paré.
Box Office: $40 milioni
Consigli: Insieme a "Spotlight" la pellicola in lizza per il Miglior film agli Oscar 2016 che preferisco, "Brooklyn" è un esempio di come si possa raccontare qualcosa di bello e interessante senza il bisogno di strafare. Esteticamente molto bello, emotivamente coinvolgente, scritto bene e recitato perfettamente dalla Ronan, un titolo che mi ha davvero colpito e lasciato un piacevolissimo ricordo. Per gli amanti degli anni '50, delle storie d'amore o delle ricostruzioni storiche un must-see.
Parola chiave: Miss Kelly.

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Bengi

sabato 9 gennaio 2016

Film 1081 - The Revenant

Per la prima recensione del 2016 faccio un salto in avanti e anticipo una pellicola che ho appena finito di vedere. Insieme ad altre due che la precedono e che ho visto nei giorni scorsi, è una delle candidate favorite alla stagione dei premi di quest'anno e che, a mio avviso, potrebbe essere l'Oscar come Miglior attore per Leonardo DiCaprio. Finalmente.
Film 1081: "The Revenant" (2015) di Alejandro G. Iñárritu
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Come dicevo nell'introduzione, "The Revenant" è uno dei film legati all'imminente stagione di premi (che comincia proprio domani con i Golden Globes) che ho visto più di recente. Insieme a "The Big Short" e "Il ponte delle spie" fa parte di quel gruppo di film che sto cercando di recuperare in modo da arrivare preparato agli Oscar di fine febbraio. Più degli altri due, però, questo mi ha colpito, motivo per il quale sto anticipando la recensione per averne un ricordo che sia fresco. Eccoci, quindi.
Più che un film, un corso di sopravvivenza. Più che una storia, un pugno nello stomaco. "The Revenant" è il titolo di Iñárritu che avrei voluto vedere l'anno scorso, un'avventura che mi ha sorpreso molto di più che il tanto acclamato "Birdman". Quest'ultimo, pur meritevole di lode, ha mancato comunque di interessarmi pienamente, mentre qui tutto si può fare tranne che distrarsi. Violentissimo, crudo, in un certo senso cattivo e maledettamente freddo, il racconto di vendetta che si ispira alla vera storia di Hugh Glass (che Wikipedia descrive come frontiersman, fur trapper, and explorer) è un magnetico diario che sfoglia pagine della storia americana tra paesaggi mozzafiato e la disperata necessità di sopravvivere.
Vero e proprio scontro tra razze, culture e uomini, lo scenario dipinto qui è desolante e spaventoso tanto quanto i boschi in cui siamo costretti ad inoltrarci senza la dovuta preparazione. Già perché fin dalla prima, interminabile scena, Iñárritu non ci risparmia nulla: scalpi, frecce, sparatorie, sgozzamenti, agguati, accoltellamenti, il tutto per una rappresentazione tanto realistica che, a pensarci, fa venire la pelle d'oca. Il drammatico incontro con l'orso sarà qualcosa di straziante, ma niente paragonato al confronto finale fra i due antagonisti, stremati dal freddo e dal dolore eppure incessantemente decisi a braccarsi l'un l'altro.
Per quanto non possa dire che questo sia il mio personale miglior film dell'anno, non posso negare di aver subito il magnetismo di "The Revenant". Molto del merito - se non la maggior parte - va ad un grandissimo DiCaprio: non lo dico tanto per dire, la sua immersione nella parte è totale e evidente, il suo talento non si può discutere perché è sotto gli occhi di chi guarda. Dolorante, ferito non solo nella carne, abbattuto eppure inarrestabile, il suo Glass è uno di quegli uomini che, motivati da una causa, non molleranno fino al suo raggiungimento. E' solo così che l'uomo sopravvive ad una serie surreale di eventi sfortunati di cui mamma orsa è solo l'inizio.
Da questo particolare punto di vista, la storia raccontata qui mi ha ricordato quella di un'altra pellicola votata al martirio del suo protagonista: "Unbroken". Anche lì dopo mille soprusi, violenze, sfortune e vere e proprie torture, lo spettatore si trova disarmato di fronte all'accanimento della vita che, quando vuole, riesce veramente ad essere bastarda (anche il film della Jolie è tratto da fatti accaduti realmente). "The Revenant", inevitabilmente, mi ha riportato alla mente anche altri ricordi legati a pellicole del passato, come "Il Grinta" dei Coen (o il prossimo "The Hateful Eight" di Tarantino) o "Into the Wild". E, voluto o no, la totale assenza di tagli del montaggio (qui solo nella prima parte), ha fatto da ponte col precedente "Birdman", al quale il regista ha regalato una finta assenza di intervento del montaggio. Il confronto fra i due ultimi titoli del regista messicano è quindi inevitabile e anche se il soggetto è totalmente diverso, non si può fare a meno di chiedersi durante la visione quale dei due la spunterà. Personalmente scelgo "The Revenant", che ho trovato narrativamente molto forte e visivamente potentissimo. Sarà il fascino della terra sconosciuta e desolata, la grande performance di DiCaprio, una buona dose di oniricità, la naturalezza di una regia che sembra voler scomparire, eppure rimane sempre ben presente (come quando il fiato di Glass appanna lo schermo o quanto il sangue di Fitzgerald (Tom Hardy) macchia la videocamera a sancire la presenza del vetro). Tutti insieme questi elementi - a cui aggiungo una speciale menzione per Hardy, veramente bravo a proporre un accento così marcatamente yankee per lui che è inglese di Londra - producono un risultato finale compatto e solido, un film che non manca di lasciare il proprio segno e per il quale mi auguro DiCaprio ottenga finalmente il suo meritato riconoscimento. Ha dormito nudo nella carcassa di un cavallo... Cosa deve fare di più?
Film 1569 - The Revenant
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Will Poulter, Domhnall Gleeson, Lukas Haas, Forrest Goodluck, Paul Anderson, Kristoffer Joner, Melaw Nakehk'o.
Box Office: $16 milioni ad oggi (la pellicola è uscita ieri in tutta America dopo una distribuzione limitata cominciata il giorno di Natale)
Consigli: 4 candidature ai Golden Globes (Miglior film drammatico, regia, attore protagonista e colonna sonora del grandissimo Ryuichi Sakamoto) e 8 ai BAFTA, a cui sicuramente si aggiungeranno quelle degli Oscar (spero anche per Hardy), "The Revenant" è il film con cui il Miglior regista del mondo in carica ritorna al cinema per raccontare la sua nuova storia. Tratto dalla vita dell'esploratore e uomo di frontiera Hugh Glass, e più precisamente dal libro di Michael Punke, questo film è un viaggio serrato e violento in una sorta di terra di nessuno nella quale, per sopravvivere, bisogna uccidere il proprio vicino. Niente infiocchettature o abbellimenti, qui si va dritti al punto: o si sa come sopravvivere o si muore. Lo stesso, per trasposizione, vale per lo spettatore che, se vuole uscire sano e salvo da questa narrazione, deve essere certo di avere stomaco forte e un'imperitura convinzione che, alla fine, anche qualcosa di buono potrebbe succedere. O no?
Parola chiave: Vendetta.

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Bengi

mercoledì 23 dicembre 2015

Film 1073 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D

Uscito dalla sala qualche ora fa, non potevo non commentare a caldo!
Film 1073: "Star Wars - Il risveglio della Forza" (2015) di J.J. Abrams
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: padre
Pensieri: J.J. Abrams torna a risollevare le sorti di un franchise e, neanche a dirlo, fa subito centro. Dopo "Mission: Impossible" e "Star Trek" ora anche "Star Wars" (pure ironico), del quale risveglia la forza e pure l'azione nonché già il box-office, praticamente frantumatore di ogni record finora stabilito al debutto (ma a "Jurassic World" è rimasto qualcosa). Nuovo Re Mida di Hollywood, il regista e sceneggiatore e produttore siede qui in cabina di pilotaggio di un'astronave che avrebbe senza alcun dubbio intrapreso un viaggio galattico, ma non si sarebbe potuto dire quanto lontano visto i predecessori cinematografici.
Dopo aver abbandonato i sequel originali degli anni '80, infatti, George Lucas era tornato negli anni '00 al timone del suo gioiellino per finire di cominciare una delle storie più famose di sempre... rovinandola. Sappiamo tutti che "Star Wars: Episodio II - L'attacco dei cloni" è un film terribile e solo grazie al successivo "La vendetta dei Sith" la saga ha ritrovato una degna conclusione, dunque era ovvio che questo settimo episodio sarebbe stato accolto da un esordio col botto, ma ciò non avrebbe garantito un vero e proprio successo, che però c'è stato. La critica ha subito acclamato la storia, i fans sono accorsi a fiumi e sembrano tutti estremamente soddisfatti di questo revival intergalattico dal sapore nostalgico. Quindi?
Quindi sì, "Star Wars - Il risveglio della Forza" funziona, soprattutto nel secondo tempo. Il nuovo trio di personaggi molto eterogeneo porta una ventata d'aria fresca e svecchia le mummie del passato, che pure reggono benissimo il confronto. Daisy Ridley sembra più un maschio, bisogna dirlo, ma attendo che la forza sia con lei per vedere se la cosa poi la cambiasse; John Boyega ha un personaggio che ancora non ho inquadrato del tutto, al di là del suo coraggio per aver voltato le spalle al Primo Ordine, ma sicuramente con i prossimi film se ne saprà di più; Oscar Isaac potrebbe essere il nuovo Harrison Ford per simpatia e senso dell'avventura se non ce lo uccidono prima. Insieme, comunque, sembrano una buona squadra. Assieme a loro tornano, come si diceva, le vecchie guardie: Ford, Carrie Fisher e Mark Hamill, per non parlare delle varie spalle pelose o robotiche. L'effetto finale è un po' nostalgico, un po' simpatico, un po' buffo e, alla fine, il gruppo funziona (BB-8 è il migliore), anche se all'inizio le battute non mi pare siano sempre giocate al meglio.
La trama è come sempre abbastanza intricata, spezzata dai soliti tagli del montaggio che ci rimbalzano da una situazione all'altra in maniera piuttosto rapida. Ammetto che non ricordassi praticamente niente della fine di "Il ritorno dello Jedi", quindi partivo svantaggiato; in ogni caso dopo essermi ritrovato non ho fatto alcuna fatica a seguire - va detto che ho perso praticamente tutta la canonica scritta riepilogativa a scorrimento a causa del ritardo con cui sono arrivato -. Questa storia è sufficientemente chiara una volta che si arriva al punto, anche se per giungerci, come è solito per Abrams, ci vuole tutto un preambolo che dura non poco. Forse avrei preferito meno storia di Rey (Ridley) e più storia direttamente gettata nell'azione, ma mi rendo perfettamente conto che costruire un solido contesto fosse vitale per un primo capitolo che arriva con così tanta distanza temporale rispetto al suo predecessore e con un bagaglio tanto carico di sacralità e riverenze. In ogni caso la grande differenza tra primo e secondo tempo sta negli schieramenti: se all'inizio seguiamo più il lato oscuro, conosciamo i nuovi cattivi, ci addentriamo nelle loro gigantesche navi spaziali, è solo con la seconda parte che ci ricordiamo che, teoricamente, stiamo dalla parte che la Forza la usa per fare del bene. Così conosciamo meglio la Resistenza e, finalmente, voliamo tra i suoi ranghi. E' una trovata che mi è piaciuta, dato che permette di approfondire meglio una parte di storia altrimenti sempre lasciata sullo sfondo: chi sono gli stormtrooper.
Le sequenze d'azione sono molte e gli effetti speciali, uniti al 3D, riescono a valorizzare egregiamente l'effetto finale. Pur non snaturando gli stupendi inseguimenti spaziali cui già eravamo abituati con la trilogia originale, con "Star Wars: The Force Awakens" si entra davvero nella scena, si vive l'ansia dell'attacco e la paura del colpo sferrato, oltre che del brivido degli inseguimenti a bordo delle varie navi spaziali. Io, sarò anche limitato, ma trovo che questa sia la vera forza della saga di "Star Wars", capace di discostarsi da tutte le altre già 40 anni fa per potenza delle immagini e della loro narrazione. In questo senso non si rimane per niente delusi dal nuovo capitolo che, anzi, una volta che ingrana la marcia non lascia tempo nemmeno per respirare. La scena finale a sole spade laser, poi, sarà decisamente emozionante.
E il tanto pubblicizzato supercattivo Kylo Ren? Premesso che ormai lo si dice per ogni antagonista che si approcci al grande schermo, credo che non lo si possa ritenere poi così "super", ma certamente cattivo sì. Adam Driver mi sembra una buona scelta di cast che spero saprà regalare qualche memorabile momento dark (che pure qui già ce n'è uno, ma spoilerare non si può!). Forse meno efficace il personaggio del Generale Hux (Domhnall Gleeson) che a tratti ho trovato un po' troppo sopra le righe, per non dire ridicolo.
Ma concludiamo. "Il risveglio della Forza" è un buonissimo titolo, intrigante, accattivante, ben girato e molto dinamico, con momenti simpatici e sequenze d'azione degne del loro nome. A quelli che hanno parlato di possibilità di nomination all'Oscar come Miglior film francamente chiedo se stiano scherzando, anche se è innegabile che il risultato finale qui sia assolutamente di valore. J.J. Abrams riesce ad equilibrare bene passato, presente e le promesse di un futuro che, per questo franchise, sembra più roseo che mai. Riuscirà "Star Wars" a cavalcare costantemente quest'ondata di successo? Io credo sinceramente di sì. Conferme o smentite non proprio a breve, ma molto attese: Episodio VIII e Episodio IX sono previsti, rispettivamente, nel 2017 e il 2019.
Ps. Per la serie c'è, ma non si vede: Lupita Nyong'o (Oscar per "12 anni schiavo") è l'aliena Maz Kanata, Andy Serkis è il Leader Supremo Snoke e Gwendoline Christie ("Il Trono di Spade") è il capitano Phasma.
Film 15 - Star wars: Episodio I - La minaccia fantasma
Film 23 - Star wars: Episodio II - L'attacco dei cloni
Film 30 - Star wars: Episodio III - La vendetta dei sith
Film 37 - Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza
Film 41 - Star Wars: Episodio V - L'impero colpisce ancora
Film 50 - Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi
Film 1072 - Star Wars - Il risveglio della Forza 3D
Film 1080 - Star Wars - Il risveglio della Forza
Film 1469 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1595 - Star Wars: The Last Jedi
Film 1816 - Star Wars: The Rise of Skywalker
Film 1290 - Rogue One
Film 1679 - Solo: A Star Wars Story
Cast: Harrison Ford, Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong'o, Andy Serkis, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Peter Mayhew, Max von Sydow, Gwendoline Christie, Simon Pegg, Greg Grunberg.
Box Office: $610.8 milioni (ad oggi)
Consigli: Ok, ammetto che forse rivedere i precedenti 6 film prima di gustarsi questo potrebbe essere una mossa più sensata del semplice approccio pigro del andiamo e vediamo come va. poi è vero che si capisce benissimo lo stesso, però si perde un po' del senso d'insieme nel mentre che si cerca nella memoria di ricordare cosa ha fatto chi in quale episodio e perché. In generale, comunque, è impossibile esimersi dal farsi un'opinione su "The Force Awakens", altro caso eclatante di fenomeno pop dell'ultimo periodo. Dopo la pubblicità martellante, il costante parlarne, l'attesa e un solleticante senso nostalgico, non è davvero il caso di lasciarsi scappare l'occasione di vedere al cinema un titolo d'intrattenimento valido come questo. E, se non ve la sentite, che la forza sia con voi.
Parola chiave: Luke Skywalker.

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mercoledì 24 giugno 2015

Film 943 - Ex Machina

In Italia in arrivo il 30 luglio, un nuovo film sull'opposizione di umani e macchine. Non vedevo l'ora di poterlo vedere e lo streaming in inglese è stato un bel regalo.

Film 943: "Ex Machina" (2015) di Alex Garland
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Luigi
Pensieri: Un bel film fantascientifico che usa l'intelligenza artificiale come accattivante attrattiva, ma non risparmia colpi di scena a tinte thriller. Una sceneggiatura apparentemente fatta di pochi elementi che, combinati, funzionano bene e costruiscono una storia che non vuole solo mostrare qualcosa, ma anche lasciare con qualche domanda.
Il punto di partenza è questo: giunti al momento in cui l'intelligenza artificiale sembra possibile, bisgona testare la macchina (qui nelle forme molto umane e provocanti di Alicia Vikander) per verificarne le caratteristiche. E' veramente capace di pensare in autonomia? A questo serve Caleb (Domhnall Gleeson), incaricato dal suo solitario capo Nathan (Oscar Isaac) di capire se l'umanoide Ava sia effettivamente capace di generare pensieri autonomi attraverso il test di Turing.
Inizialmente la novità è strabiliante e talmente inaspettata che tutto sembra essere magnifico, grandioso. A ben vedere già dall'inizio ci sono indizi relativamente al fatto che non si esaurisca tutto alla facciata sapientemente costruita e mantenuta da Nathan. Insomma, cosa c'è dietro? Che cosa vuole nascondere o proteggere? I misteri di "Ex Machina" non sono pochi e man mano che il racconto evolve lo spettatore viene o lasciato a prodursi in coggeture o spiazzato dagli eventi, specialmente nel finale, vero e proprio exploit spiazzante dopo un crescendo di avvenimenti che ribaltano totalmente la situazione.
Trama a parte, che funziona bene e si percepisce quale magnetico vortice in grado di inglobare non solo i protagonisti ma anche chi guarda, questa pellicola ha un suo specifico fascino derivante anche da ciò che sceglie di analizzare. Il tema dell'intelligenza artificale, che oggi pare di moda al cinema, resta un derritorio che, seppure battuto, non smette di lasciare domande e dubbi. Cosa succede quando una macchina comincia a pensare? Cosa può accadere quando non ci è più possibile distinguere tra umani e macchine? Cosa accadrà quando le macchine capiranno di essere la nostra naturale, imperitura evoluzione?
Queste sono alcune delle domande che in effetti sono affrontate anche qui - pur in relazione con quanto si sta raccontato - ed è inevitabile che il pensiero di chi guarda finisca per soffermarcisi suo malgrado. La prospettiva di una macchina umanoide emancipata e cosciente è intrigante e per certi versi allettante, eppure non si può evitare di rimanere con numerosi dubbi in proposito, primo fra tutti quello dell'incolumità delle persone.
"Ex Machina", insomma, riesce nel certamente non facile intento di rimanere impresso. Piaccia o meno, ha comunque il pregio di risultare meno scontato dei tanti prodotti cinematografici realizzati ultimamente sull'argomento (il più brutto certamente "Humandroid", il più fiacco, forse, "Autómata"). La storia ha la giusta dose di scienza, thriller, malizia e mistero, tutto mixato in un cocktail che personalemte ho trovato equilibrato e molto ben riuscito. I tre protagonisti sono perfetti nei loro ruoli e la Vikander riesce perfino a risultare sexy (e inquietante) nonostante le manchi una forma corporea umana tradizionale; bellissima fotografia, scenografie ultramoderne negli interni, magnificamente incontaminati gli esterni (i paesaggi sono norvegesi). Sicuramente un film d'impatto.
Ps. Proprio su Turing di recente è stato realizzato il film "The Imitation Game", vincitore dell'Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale agli Academy Awards di quest'anno.
Box Office: $36.4 milioni
Consigli: Una delle pellicole sull'intelligenza artificiale più interessante degli ultimi anni, capace di generare interesse per ciò di cui parla, tensione e suspense per quello che mostra. Un thriller fantascientifico ben costruito e recitato, privo di fronzoli visivi e capace di andare dritto al punto: cosa succede quando la macchina può pensare come l'uomo?
Se siete interessati a scoprire la risposta questo film è ciò che fa per voi, un titolo magnetico e visivamente bello da vedere a cui vale la pena dare una possibilità.
Parola chiave: Blackout.

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martedì 3 marzo 2015

Film 885 - Unbroken

L'esordio bomba al botteghino, il nome della regista, il fatto che sia tratto da una storia vera... Troppi elementi intriganti!

Film 885: "Unbroken" (2014) di Angelina Jolie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Alcune precisazioni in prima battuta: il film mi è piaciuto, la regia mi è sembrata in linea con il prodotto finale, la storia è troppo pesante. Queste, a caldo, le prime impressioni.
In generale buon cast, le scelte mi sono sembrate tutte appropriate, giuste per i ruoli per niente facili da interpretare, in particolare i due veri protagonisti di tutta la vicenda, Jack O'Connell e Takamasa Ishihara: praticamente mi erano entrambi sconosciuti, ma di certo hanno saputo come lasciare il segno. Inutile dire, poi, che parte del merito va a una storia vera che ha a dir poco dell'incredibile.
Quest'ultima è, man mano che si sviluppa il racconto, una sorta di gioco al rincaro, dove il prezzo della sopravvivenza e
della salvezza diventa così alto che penso chiunque si sarebbe arreso all'evidenza di una morte inevitabile, per non dire auspicabile. E, invece, l'ex campione olimpico Louis Zamperini supera ogni prova che il destino gli impone, in un costante faccia a faccia con la violenza e la crudeltà della guerra e del mondo.
Curiosamente anche in questa pellicola il tema dell'alterità ricopre uno spazio importante, considerato che Zamperini e il suo compagno Phil/Domhnall Gleeson, dopo un ammaraggio in mezzo all'oceano (e agli squali) e 47 giorni passati su una scialuppa di salvataggio - alla "Vita di Pi", ma molto meno onirico -, vengono recuperati dai giapponesi (nemici degli americani durante la Seconda Guerra Mondiale) e finiscono nei loro campi per i prigionieri di guerra. L'incontro/scontro sarà durissimo, un pungo nello stomaco veramente molto letterale, una specie di campo di concentramento nipponico dove il crudele Mutsuhiro Watanabe prenderà fin da subito in antipatia Zamparelli, tanto da vessarlo continuamente per i motivi più disparati. Insomma, un confronto culturale che passa per il rifiuto dell'altro e la sua mortificazione, il vincitore che tiene sotto scacco il vinto, seppure quest'ultimo non farà altro che tenere testa al suo carceriere.
Va sottolineato che la successione di sfighe - perché sfighe sono - che il povero protagonista dovrà affrontare sarà una violenza visiva ed emotiva anche per lo spettatore che, come Zamperini, è costretto ad un crescendo di eventi sciagurati che nella guerra, l'ammaraggio, gli squali e i quasi 50 giorni di scialuppa in mezzo al nulla, vedranno solo un incipit ancora all'acqua di rose. Ciò che viene dopo sarà molto, molto più duro.
Onore al merito, dunque, e soprattutto onore alla persona che questa storia l'ha vissuta giorno dopo giorno, supplizio dopo supplizio. Fino a dove può spingersi la volontà umana? Fino a quanto la forza del singolo individuo gli può bastare come fede incrollabile per attaccarsi alla vita? Zamperini in questo diventerà maestro, esempio impressionante di quanto si possa resistere, nonostante tutto. Il suo animo testardo certamente influisce, ma non si può pensare che il tutto sia stato
semplicemente vissuto come sfida.
Quindi è chiaro che la figura umana - anzi le figure - qui rappresentata è il valore aggiunto di una storia che, altrimenti, sarebbe il semplice elenco di una serie di sfortunati eventi in fila uno dietro l'altro. Nei due personaggi chiave della vicenda sta lo specchio di due società agli antipodi e in guerra tra loro, incarnate in corpi pensanti che riflettono nelle proprie azioni le convinzioni che la vita e il Paese di appartenenza ha loro lasciato in eredità. Il rapporto tra i due è un micromondo speculare a quello gigantesco in cui, al di fuori del campo, infuria la guerra.
Ma, come sappiamo, anche la guerra finirà e perfino Zamperini incontrerà il suo lieto fine, sancito per noi da qualche video originale prima dei titoli di coda che ci svelerà brevemente cosa è successo alle figure chiave della vicenda: curiosamente Louis Zamperini muore proprio nel 2014, anno di uscita del film che proprio di lui tratta.
Insomma, in definitiva mi sento di dire che "Unbroken" è stato un viaggio difficile e spesso complesso da gestire, ma sicuramente ne è valsa la pena. Angelina Jolie ha fatto un buon lavoro, meno scontato di quanto mi sarei aspettato. Sorpresa.
Ps. 3 candidature agli Oscar 2015: Miglior fotografia (francamente molto bella), montaggio sonoro e missaggio sonoro.
Box Office: $161.1 milioni
Consigli: Di certo non una pellicola leggera, va vista consci che il viaggio che racconta questa storia è tanto violento e straziante quanto commovente e non risparmierà nulla allo spettatore. E', dunque, una scelta non per tutti, non per tutte le occasioni. Se si è preparati e predisposti può essere un buon titolo da tenere in considerazione, la prova tangibile che Angelina Jolie sia effettivamente capace anche a dirigere. Lo consiglio soprattutto per lo spunto inedito (i campi di reclusione per prigionieri di guerra in Giappone), un episodio della storia umana che certamente merita lo spazio di un racconto approfondito. Scuote e fa male "Unbroken", eppure alla fine non ti penti di averlo visto.
Parola chiave: Trave di legno.

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