Qualche tempo fa lo avevo iniziato in inglese, ma lo streaming non funzionava, così ho lasciato perdere. Poi è ritornato disponibile (anche se in italiano) e perfettamente funzionante. E non ho saputo resistere!
Film 1339: "Piume di struzzo" (1996) di Mike Nichols
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cult doveva essere e cult è stato!
Caldamente consigliatomi dalla mia amica Gloria, sono davvero felice di aver recuperato questa pellicola che non avevo mai visto prima d'ora. Grave errore, perché "Piume di struzzo" è un gioiellino queer degli anni '90 sulla scia di "Priscilla - La regina del deserto" (1994) e "A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar" (1995), tra l'altro usciti a distanza di un anno l'uno dall'altro, nemmeno fossero una trilogia.
Anche se qui la storia non è niente di mai sentito - due giovani innamorati devono presentarsi le rispettive famiglie (agli antipodi) in occasione dell'imminente matrimonio -, il modo di presentarla, il guizzo fresco e spensierato e le ottime prove attoriali ne garantiscono una valorizzazione che la rende assolutamente godibile. Insomma, questa sì che è una commedia degli equivoci che fa ridere! C'è solo da capire quanta originalità ci sia qui e quanto, invece, sia preso dall'originale "Il vizietto" ("La Cage aux Folles") da cui questo titolo è tratto.
In ogni caso, il cast è perfetto: Nathan Lane è fantastico e fa morire dal ridere, riuscendo a dare dignità ad un personaggio-macchietta per niente facile da portare sullo schermo (si rischiava di fare ancora più danni alla comunità gay). Lui e Williams insieme sono magici, neanche fossero una vera coppia collaudata. Hank Azaria nel ruolo del finto cameriere scemo è una chicca, Gene Hackman è invece è la grande sorpresa per quanto decida di mettersi in gioco. Chi avrebbe mai pensato che si sarebbe concesso un'uscita di scena en travesti (tra l'altro involontariamente come sosia di Glenn Close)? Lui è certamente il colpo di scena più inaspettato.
Infine, ottima colonna sonora con indimenticabili pezzi dance di culto che riscaldano un'atmosfera già particolarmente esplosiva e carica: l'aggiunta perfetta.
Insomma recuperare "Piume di struzzo" è stata la mossa giusta. Colorato, divertente, pazzo quanto basta, sopra le righe e ancora fortemente attuale, 21 anni dopo.
Ps. Candidato all'Oscar per la Miglior scenografia e a 2 Golden Globes per Miglior film - Commedia e Miglior attore - Commedia (Nathan Lane).
Cast: Robin Williams, Gene Hackman, Nathan Lane, Dianne Wiest, Dan Futterman, Calista Flockhart, Hank Azaria, Christine Baranski.
Box Office: $185,260,553
Consigli: Vedere, vedere, vedere! Perfetto per una serata spensierata in compagnia di una storia semplice, eppure tanto diversa quanto ancora plausibile. Insomma, imperdibile.
Parola chiave: Nozze.
Se ti interessa/ti è piaciuto
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#HollywoodCiak
Bengi
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martedì 11 aprile 2017
Film 1339 - Piume di struzzo
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venerdì 8 agosto 2014
Film 756 - La giuria
Ritrovo DVD nascosti, riscopro film dimenticati.
Film 756: "La giuria" (2003) di Gary Fleder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "La giuria" è una di quelle pellicole tratte da un libro (di John Grisham), ambientata in tribunale (a New Orleans) con un supercast (John Cusack, Rachel Weisz, Gene Hackman, Dustin Hoffman), ma che finisce per essere fondamentalmente snobbata. Visto il budget da 60 milioni di dollari e il pedigree dell'autore del romanzo, i produttori si aspettavano certamente qualcosina in più dell'incasso finale che, tra l'altro, non è riuscito nemmeno a sforare i 100 milioni di dollari. Strano.
Dico strano non tanto perché questo film sia un capolavoro e mi aspettassi il contrario, ma perché, per quanto prodotto commerciale per pubblico di massa, il risultato finale è dignitoso e la trama si segue molto volentieri. L'idea di base, infatti, è molto intrigante: ci compriamo la giuria per vincere il processo?
L'ambientazione giuridica sembra molto cara a Grisham, che pubblica il romanzo "The Runaway Jury" nel 1996, esattamente un anno dopo la pubblicazione dei quel "The Rainmaker" - in italiano "L'uomo della pioggia" - da cui Francis Ford Coppola trarrà l'omonimo film con Matt Damon. Quella pellicola è migliore di questa di Fleder, ma non posso dire di non essermi comunque goduto appieno la visione.
Il film, infatti, ha ritmo, sviluppa abbastanza bene la questione del ricatto e, soprattutto, il gioco 'di manovra' della giuria, tema portante di tutta la trama e che, nonostante qualche forzatura per far scena, convince e funziona. I giurati, da parte loro, saranno per la maggior parte ignari di essere mere pedine di uno scenario ben più grande di loro o del processo cui stanno prendendo parte.
Unica nota un po' negativa e deludente, la frettolosa conclusione, dopo tutte le premesse/promesse fatte allo spettatore. I misteriosi motivi che spingono la coppia Nicholas-Marlee a tentare il colpaccio erano anche intuibili e fine processo e verdetto arrivano con una rapidità che non concede riflessione o ragionamento. Si chiude in fretta nonostante per tutto il film si costruisca in maniera meticolosa lo scenario tra intrghi, caratterizzazione dei numerosi personaggi e risvolti politici.
Tutto sommato, cumunque, "Runaway Jury" è una pellicola che rivedo sempre volentieri. Non un capolavoro, ma funziona e incuriosisce per l'azzardo un po' provocatorio del tema che propone. Carino.
Box Office: $80,154,140
Consigli: Thriller a tratti adrenalinico che gioca sul tema non convenzionale di una battaglia navale fatta con i giurati, tra segreti da scoprire e intimidazioni per ricattare e pilotare il voto. Le due fazioni - classicamente di buoni e cattivi - si giocheranno il tutto per tutto per portarsi a casa un verdetto favorevole alla propria parte rappresentata. Nel mezzo i personaggi di John Cusack e Rachel Weisz che, inaspettatamente rispetto al quadro inizale, si immischieranno nella vicenda con uno scopo ben preciso. Rivelato solo nel finale. Insomma, chi ama le pellicole a sfondo giuridico con un po' di azione e perfino una morale non può davvero lasciarsi scappare "La giuria"!
Parola chiave: Gardner.
Trailer
Bengi
Film 756: "La giuria" (2003) di Gary Fleder
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: "La giuria" è una di quelle pellicole tratte da un libro (di John Grisham), ambientata in tribunale (a New Orleans) con un supercast (John Cusack, Rachel Weisz, Gene Hackman, Dustin Hoffman), ma che finisce per essere fondamentalmente snobbata. Visto il budget da 60 milioni di dollari e il pedigree dell'autore del romanzo, i produttori si aspettavano certamente qualcosina in più dell'incasso finale che, tra l'altro, non è riuscito nemmeno a sforare i 100 milioni di dollari. Strano.
Dico strano non tanto perché questo film sia un capolavoro e mi aspettassi il contrario, ma perché, per quanto prodotto commerciale per pubblico di massa, il risultato finale è dignitoso e la trama si segue molto volentieri. L'idea di base, infatti, è molto intrigante: ci compriamo la giuria per vincere il processo?
L'ambientazione giuridica sembra molto cara a Grisham, che pubblica il romanzo "The Runaway Jury" nel 1996, esattamente un anno dopo la pubblicazione dei quel "The Rainmaker" - in italiano "L'uomo della pioggia" - da cui Francis Ford Coppola trarrà l'omonimo film con Matt Damon. Quella pellicola è migliore di questa di Fleder, ma non posso dire di non essermi comunque goduto appieno la visione.
Il film, infatti, ha ritmo, sviluppa abbastanza bene la questione del ricatto e, soprattutto, il gioco 'di manovra' della giuria, tema portante di tutta la trama e che, nonostante qualche forzatura per far scena, convince e funziona. I giurati, da parte loro, saranno per la maggior parte ignari di essere mere pedine di uno scenario ben più grande di loro o del processo cui stanno prendendo parte.
Unica nota un po' negativa e deludente, la frettolosa conclusione, dopo tutte le premesse/promesse fatte allo spettatore. I misteriosi motivi che spingono la coppia Nicholas-Marlee a tentare il colpaccio erano anche intuibili e fine processo e verdetto arrivano con una rapidità che non concede riflessione o ragionamento. Si chiude in fretta nonostante per tutto il film si costruisca in maniera meticolosa lo scenario tra intrghi, caratterizzazione dei numerosi personaggi e risvolti politici.
Tutto sommato, cumunque, "Runaway Jury" è una pellicola che rivedo sempre volentieri. Non un capolavoro, ma funziona e incuriosisce per l'azzardo un po' provocatorio del tema che propone. Carino.
Box Office: $80,154,140
Consigli: Thriller a tratti adrenalinico che gioca sul tema non convenzionale di una battaglia navale fatta con i giurati, tra segreti da scoprire e intimidazioni per ricattare e pilotare il voto. Le due fazioni - classicamente di buoni e cattivi - si giocheranno il tutto per tutto per portarsi a casa un verdetto favorevole alla propria parte rappresentata. Nel mezzo i personaggi di John Cusack e Rachel Weisz che, inaspettatamente rispetto al quadro inizale, si immischieranno nella vicenda con uno scopo ben preciso. Rivelato solo nel finale. Insomma, chi ama le pellicole a sfondo giuridico con un po' di azione e perfino una morale non può davvero lasciarsi scappare "La giuria"!
Parola chiave: Gardner.
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Bengi
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tratto da un libro
sabato 12 febbraio 2011
Film 216 - Frankenstein Junior
Mai manifestazione cinematografica fu più gradita (e azzeccata, nel mio caso...).

Film 216: "Frankenstein Junior" (1974) di Mel Brooks
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: mamma
Pensieri: No, non ho scritto male, l'ho proprio visto al cinema. Ottima idea quella di riproporlo in questo periodo, più che altro - per quanto mi riguarda - perchè è stato fatto uscire il 2 e il 3 febbraio, a una settimana dal compleanno mio e di mia madre. Siccome entrambi siamo sempre stati grandissimi appassionati di questa pellicola di Mel Broos, non ho potuto fare a meno di sfruttare l'occasione per un festeggiamento anticipato più intimo. Erano anni, poi, che non andavo al cinema da solo con lei (l'ultima volta a vedere "Le verità nascoste" nel 2000...) e mi ero dimenticato quanto le piacesse chiacchierare durante la proiezione... Ma del resto, sapendo ogni battuta a memoria, era piuttosto inevitabile che qualche commento ci scappasse. A lei, a me e, a dirla tutta, a molte altre persone in sala.
Inutile elogiare questo capolavoro, cosa si può dire di nuovo che non sia già stato detto? Ha battute esilaranti, trovate comiche pazzesche (gobba, lupo ululì, Frau Blücher, ...), personaggi veramente ben scritti e magistralmente interpretati da grandissimi attori (Dr. Frankenstein/Gene Wilder, Igor/Marty Feldman, Frau Blücher/Cloris Leachman, Inga/Teri Garr, Elizabeth/Madeline Kahn e The Monster/Peter Boyle), una storia rivisitata in maniera geniale e, ammettiamolo, un non sottovalutabile bagaglio di tenera nostalgia.
Bello, bello, bello! Al cinema, ritrovatisi tutti gli appassionati di questa mitica pellicola, sembrava di stare in una grande famiglia. E, mi viene da dire, è un'esperienza assolutamente da rifare!
Ps. Due nomination agli Oscar del '75: miglior sceneggiatura non originale (Gene Wilder, Mel Brooks) e miglior sonoro.
Consigli: Con mia madre ci guardavamo la VHS almeno una volta all'anno quando ero bambino. Questo per dire: va visto almeno una volta nella vita. Sarebbe meglio almeno due o tre, ma intanto sarebbe già un inizio. E' geniale!
Parola chiave: Si può fare!
#HollywoodCiak
Bengi

Film 216: "Frankenstein Junior" (1974) di Mel Brooks
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: mamma
Pensieri: No, non ho scritto male, l'ho proprio visto al cinema. Ottima idea quella di riproporlo in questo periodo, più che altro - per quanto mi riguarda - perchè è stato fatto uscire il 2 e il 3 febbraio, a una settimana dal compleanno mio e di mia madre. Siccome entrambi siamo sempre stati grandissimi appassionati di questa pellicola di Mel Broos, non ho potuto fare a meno di sfruttare l'occasione per un festeggiamento anticipato più intimo. Erano anni, poi, che non andavo al cinema da solo con lei (l'ultima volta a vedere "Le verità nascoste" nel 2000...) e mi ero dimenticato quanto le piacesse chiacchierare durante la proiezione... Ma del resto, sapendo ogni battuta a memoria, era piuttosto inevitabile che qualche commento ci scappasse. A lei, a me e, a dirla tutta, a molte altre persone in sala.
Inutile elogiare questo capolavoro, cosa si può dire di nuovo che non sia già stato detto? Ha battute esilaranti, trovate comiche pazzesche (gobba, lupo ululì, Frau Blücher, ...), personaggi veramente ben scritti e magistralmente interpretati da grandissimi attori (Dr. Frankenstein/Gene Wilder, Igor/Marty Feldman, Frau Blücher/Cloris Leachman, Inga/Teri Garr, Elizabeth/Madeline Kahn e The Monster/Peter Boyle), una storia rivisitata in maniera geniale e, ammettiamolo, un non sottovalutabile bagaglio di tenera nostalgia.
Bello, bello, bello! Al cinema, ritrovatisi tutti gli appassionati di questa mitica pellicola, sembrava di stare in una grande famiglia. E, mi viene da dire, è un'esperienza assolutamente da rifare!
Ps. Due nomination agli Oscar del '75: miglior sceneggiatura non originale (Gene Wilder, Mel Brooks) e miglior sonoro.
Consigli: Con mia madre ci guardavamo la VHS almeno una volta all'anno quando ero bambino. Questo per dire: va visto almeno una volta nella vita. Sarebbe meglio almeno due o tre, ma intanto sarebbe già un inizio. E' geniale!
Parola chiave: Si può fare!
#HollywoodCiak
Bengi
Etichette:
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Cloris Leachman,
comicità,
cult,
Frankenstein Junior,
Frau Blücher,
Gene Hackman,
Gene Wilder,
Madeline Kahn,
Marty Feldman,
Mel Brooks,
Oscars,
Peter Boyle,
Teri Garr,
Young Frankenstein
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