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sabato 30 luglio 2022

Film 2120 - The Devil Wears Prada

Intro: E' il film preferito di Ciarán - e sicuramente uno di quelli che preferisco - per cui era inevitabile che prima o poi finissimo per vederlo...

Film 2120: "The Devil Wears Prada" (2006) di David Frankel
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: continuo a pensare che il tono della prima parte del film sia immensamente diverso da quello della seconda, quasi come fossero due storie diverse, in ogni caso "The Devil Wears Prada" è un piccolo capolavoro del suo genere, con una Meryl Streep in formissima, iconica, magnifica e un gruppo di comprimari capitanato da Anne Hathaway che insieme fa faville (è con questo titolo che Emily Blunt ha fatto il botto).
Insomma, un film che non mi stancherò mai di vedere, nonostante quel frustrato di Nate (Adrian Grenier) e un gruppo di amici che definire antipatici è dire poco. Ma del resto non gliene frega niente a nessuno di loro quando Miranda Priestly è in scena. E' tutto.
Film 204 - Il diavolo veste Prada
Film 741 - Il diavolo veste Prada
Film 2120 - The Devil Wears Prada
Cast: Meryl Streep, Anne Hathaway, Emily Blunt, Stanley Tucci, Simon Baker, Adrian Grenier, Gisele Bündchen, Tracie Thoms, Rich Sommer.
Box Office: $326.7 milioni
Vale o non vale:
Premi: Candidato a 2 premi Oscar per la Migliore attrice protagonista (Meryl Streep) e i Migliori costumi; 1 Golden Globe vinto (Streep) su 3 nomination (Miglior film, musical o commedia e attrice non protagonista per Emily Blunt) e 5 nomination ai BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale, attrice (Streep), attrice non protagonista (Blunt), costumi e trucco e parrucco.
Parola chiave: "Everybody wants this. Everybody wants to be us."
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 15 luglio 2014

Film 741 - Il diavolo veste Prada

Ormai un classico.

Film 741: "Il diavolo veste Prada" (2006) di David Frankel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Ammetto che il finale mi lascia sempre un po' deluso rispetto all'inizio scoppiettante, fresco e irriverente, ma rimane il fatto che "The Devil Wears Prada" sia tra i più iconici film moderni sul mondo della moda. Ormai cult, grazie alla performance di Meryl Streep nei panni della str***a Miranda Priestly, guru della moda e responsabile della bibbia del fashion Runway, incapace di palesare sentimenti che non siano di costante disappunto. Inutile dire che la visione della pellicola valga anche solo per lei.
Spalle - perché di spalle si tratta - della divina Meryl sono gli occhi da cerbiatto di Anne Hathaway e la fantastica Emily Blunt che di questo ruolo fa il migliore di tutta la sua carriera. Il trio tutto al femminile funziona che è una bellezza e la storia fila liscia e senza intoppi fino a quasi la fine del secondo tempo dove, però, la trama si discosta dal libro e, francamente, fallisce in un girone di buonismo comprensibile, ma un po' bollito.
In ogni caso "Il diavolo veste Prada" è sempre un piacere per gli occhi e la performance della Streep merita una standing ovattino. E' tutto.
Film 204 - Il diavolo veste Prada
Box Office: $326,551,094
Consigli: Meryl fa Miranda che in realtà sarebbe Anna (Wintour) che poco gradisce e si fa immortalare in un documentario su di lei ed il suo numero di settembre, il più importante dell'anno. Confrontare i due modi di proporre la vera 'comandante in capo' di Vogue America potrebbe essere uno spunto per gli appassionati di moda. In ogni caso entrambe le pellicole, questa tratta dal best-seller di Aline Brosh McKenna e il docu "The September Issue", sono per motivi differenti molto interessanti. Qui due nomination all'Oscar, un Golden Globe vinto e un titolo oggi ancora famosissimo.
Parola chiave: James Holt.

Trailer

Bengi

martedì 4 dicembre 2012

Film 487 - Il matrimonio che vorrei

Un duo insolito per il grande schermo e una storia che si presentava interessante!


Film 487: "Il matrimonio che vorrei" (2012) di David Frankel
Visto: dalla tv della Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Jé, Mery, Fra, Andrea Margherita
Pensieri: Delicata e piacevole commedia sull'amore di coppia passato il traguardo dei 30 anni di matrimonio. Sì, amore inteso anche come sesso.
Fosse anche solo per la presenza di sua maestà Meryl Streep, non avevo dubbi sulla tipologia di pellicola che mi accingevo a vedere; non di meno la dirige David Frankel, già suo compagno nell'avventura per "Il diavolo veste Prada". Comprimari nella storia sono il sempre bravo Tommy Lee Jones e Steve Carell che rende tanto bene quando evita le sue facce idiote.
"Hope Springs" è proprio un film garbato, educato, non volgare. Nonostante il tema della sessualità sia centrale - e spesso comicamente affrontato per dar ritmo alla vicenda - non si scade mai in eccessi o peccati di banalità, mantenendo alto lo standard di qualità per un prodotto sì meno riuscito della precedente collaborazione Streep-Frankel, ma comunque di piacevole effetto.
Chiaramente - e lo so che poi sembro di parte - la Streep è strepitosa, calata alla perfezione in un personaggio che vive una rivoluzione interiore e combatte per ottenere un'emancipazione e un'evoluzione matrimoniale. Sebbene inizialmente Kay sia la classica casalinga sottomessa al volere del marito e frustrata nel riduttivo ruolo casalingo, si intuisce subito grazie all'espressivo sguardo tutto pepe della grande attrice che, presa la decisione di ritrovare le scintille in un'unione ormai solo di fatto, nulla potrà fermare il processo di (necessario) cambiamento che il matrimonio con Arnold richiede.
Dal canto suo Lee Jones, stropicciato e sottotono per necessità di copione, da una grande prova in un genere, la commedia (molto femminile), che certamente gli è poco familiare.
Senza la pretesa di essere un prodotto eccellente, si gusta comunque volentieri la visione, insolitamente votata alla pacatezza e alla ricerca introspettiva dentro sé stessi. Dove, infatti, solitamente siamo abituati a cambiamenti necessari implicati dall'esterno o per migliorare qualcosa di sé che non si accetta, qui si ha la - rara, al cinema - rappresentazione di una coppia di una certa età che decide di rimettersi in gioco e cambiare per ritrovare sé stessi l'uno nell'altra.
Carino, ben recitato e fedele all'idea che trailer e poster propongono. L'ho davvero apprezzato.
Ps. Box office felice: 30 milioni di dollari per produrlo e $107,315,019 di incasso mondiale.
Consigli: Se, per una serata, non avete voglia di azione, chiasso, volgarità o la solita storia d'amore, date una chance a "Il matrimonio che vorrei".
Parola chiave: Terapia di coppia.

Trailer

Ric

domenica 9 gennaio 2011

Film 204 - Il diavolo veste Prada

Ultimo film del 2010, perfettamente in linea con quello che è stato il primo del 2011.


Film 204: "Il diavolo veste Prada" (2006) di David Frankel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non è che Meryl Streep sia un'attrice principalmente commerciale. Non recita in film facili, non vive una mondanità sfrenata, non dice stupidaggini in giro per interviste, non è bellissima. Chi la conosce e l'ammira lo fa perchè è notoriamente bravissima, garanzia di interpretazioni grandiose e, di conseguenza, di film quatomeno decenti (grazie a lei).
Un film come "Il diavolo veste Prada", invece, è classicamente commerciale. Tratto da un libro (vendutissimo), ripropone la storia - molto vera - di un'arpia della moda (Anna Wintour) e della sua assistente cambiando solo nomi e cognomi dei personaggi. Il film, per rendersi universalmente appetibile, si accaparra una giovane attrice che già la sa lunga (Anne Hathaway, qualche anno dopo nominata all'Oscar); una spalla di classe capace di reggere ogni ruolo - visto con la Streep anche in "Julie & Julia", film ispiratore di questo blog - rendendolo credibile (Stanley Tucci); un affascinante attore di serie B, Simon Backer, poi promosso alla serie A ("The mentalist") anche grazie alla popolarità di questo film; un'esordiente bella e capace (Emily Blunt), in un ruolo tanto divertente da strappare più consensi di quello della protagonista - e anche qui la carriera s'invola-.
A rendere il tutto magnifico, ovviamente, è la presenza di Meryl che, con la sua interpretazione di Miranda Priestly, regala al mondo del cinema uno dei suoi migliori personaggi cult. Miranda/Meryl è il film.
Tutto questo non può che portare a consensi della critica (un Golden Globe alla Streep, più la nomination all'Oscar a lei e ai costumi di Patricia Field, la stessa di "Sex & the City") e ad un incasso di botteghino col botto ($ $324,432,962) che, per una non commerciale, è decisamente un grande risultato.
Non c'è da stupirsene, in effetti. Il film è ben realizzato, i tempi comici sono giusti, gli attori bravi, capaci ognuno di dare quel tocco personale a chi stanno interpretando. Anche se manca la malignità pura presente nel libro (il finale è diverso, come la rottura tra Andrea e Miranda) la pellicola rimane spassosa, godibile, piacevole già alla prima visione. Il guardaroba acceca (ma con classe, non come nei recenti film con Sarah Jessica Parker), le musiche scelte sono perfette (Madonna fece aspettare l'uscita del singolo "Jump" per attendere che il film, dove la canzone accompagnava alcune scene, arrivasse nelle sale) e il tutto, alla fine, risulta davvero ben riuscito.
Ad arricchire il tutto una serie di camei-omaggio (alla moda) che rendono il 'gioco' ancora più divertente: Valentino (Garavani) che impersona sé stesso, Gisele Bündchen e qualche nome famoso citato tra una battuta e l'altra (Dolce & Gabbana, Demarchelier, ...).
Tra gli attori 'già visti', il fidanzato di Andrea (Adrian Grenier, visto in "Entourage") e Rebecca Mader (la Charlotte Lewis di "Lost").
Insomma, davvero un classico dei film su fashione stile, divertente e non banale, che illumina, talvolta, punti di vista inaspettati (la spiegazione di Miranda sul colore ceruleo la dice lunga), apripista di una serie ormai sconfinata di produzioni ("I love shopping", "Sex & the city" 1 & 2, "Ugly Betty", "Lipstick Jungle", ...) che vedono la moda quale compagna d'avventura delle vicende proposte.
Consigli: Preparatevi ad amarla! Dopo Miranda Priestly nessun capo redattore di una rivista sarà mai altrettando crudele e ben riuscito.
Parola chiave: Parigi.




Ric