A Rimini per qualche giorno di relax a giugno, ovviamente il tempo non poteva minimamente risultare clemente. Motivo per cui la sera ci siamo recati al cinema alla ricerca di un po' di sciocco svago vacanziero...saga
Film 1173: "Warcraft: L'inizio" (2016) di Duncan Jones
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Il caso "Warcraft" è particolare non tanto per il prodotto in sé, derivato dal videogioco omonimo, quanto per le modalità che hanno caratterizzato il suo impatto al box-office internazionale.
Curiosamente, infatti, nonostante il pochissimo successo in patria e in generale nei mercati occidentali, questa pellicola ha avuto una clamorosa performance al botteghino cinese, che è stato capace di generare qualcosa come 156 milioni di dollari in 5 giorni a fronte di un'apertura americana imbarazzantemente ferma a $24.2 milioni di incasso d'esordio. Di conseguenza non in pochi si sono interrogati sul valore dei differenti mercati cinematografici mondiali - ridiscutendo il primato americano - oltre che sulle diverse potenzialità che ogni contesto locale è in grado di offrire per uno stesso prodotto.
"Warcraft: L'inizio" è il classico prodotto USA da esportazione, ricolmo di effetti speciali, dalla trama ricca di mitologia da saga - e quindi adatta alla proliferazione di sequel -, con un cast più o meno riconoscibile e una regia che comincia a farsi conoscere (Duncan Jones è il figlio di David Bowie, nonché regista di titoli di discreto successo quali "Moon" e "Source Code"). Dunque gli elementi da colossale blockbuster c'erano tutti ed erano perfettamente allineati. Cosa ha generato il problema?
Diciamoci subito la verità: "Warcraft" è un film tremendo. La grafica e gli effetti speciali fanno schifo, trucco e parrucco neanche sufficienti per una scadente serie tv, la trama è scioccamente prevedibile. Non bastano, quindi, i presupposti teorici a creare quello che si può considerare un caso cinematografico di successo. Va notato, tra l'altro, che ultimamente le trasposizioni dal video game al grande schermo non hanno ottenuto particolare fortuna per quanto riguarda gli incassi: "Max Payne" (2008) ha incassato $85.8 milioni, "Doom" (2005) $56 milioni, "Tomb Raider 2" (2003) $156.5 milioni, "Silent Hill 2" (2012) $52.3 milioni, "Alone in the Dark" (2005) $10.4 milioni, "Prince of Persia - Le sabbie del tempo" (2010) $336.4 milioni su un budget che aggirava intorno ai $200 milioni. Insomma, il connubio ludico-intrattenitivo non sembra riuscire a spiccare il volo.
In questo quadro si inserisce a metà strada "Warcraft: L'inizio" che, pur presentando una perdita rispetto al budget stanziato per la produzione e promozione, si differenzia l'anomalia del mercato cinese.
Al di là dell'aspetto economico, in ogni caso rimane l'evidente mancanza di fantasia dei moleplici piani che riguardano il film e si sganciano dai punti fermi già delineati dal videogioco. Oltre all'universo creato dal prodotto originale, infatti, "Warcraft: L'inizio" non presenta alcun elemento in grado di colpire lo spettatore in modo così incisivo o peculiare ed realizzato in una maniera troppo "economica" per riuscire a rivestire il ruolo della saga cinematografica di qualità.
In definitiva, quindi, si rimane un po' con l'amaro in bocca perché invece di una bella avventura fantasy, si assiste ad uno spettacolo mediocre e nemmeno particolarmente interessante. Peccato.
Cast: Travis Fimmel, Paula Patton, Ben Foster, Dominic Cooper, Toby Kebbell, Ben Schnetzer, Robert Kazinsky, Daniel Wu, Ruth Negga.
Box Office: $430.2 milioni
Consigli: Solitamente ritengo che le scelte di casting che coinvolgono Paula Patton siano indice di scarsa qualità del prodotto e anche in questo caso il mio essere naturalmente prevenuto nei suoi confronti si è rivelato un modo di vedere le cose vicente.
Scemenze a parte, "Warcraft" è un prodotto bruttino e mal riuscito, versione di seconda categoria delle saghe fantasy che negli ultimi anni hanno tanto preso piede. Nonostante la collocazione estiva, gli effetti speciali e la promozione monster, il film non è riuscito nel suo intento di portare in sala non solo i fan del video gioco, ma anche chi in un prodotto del genere ricerca semplice svago e divertimento. Si può vedere e di fatto si tratta di una pellicola innoqua, ma il risultato finale non è sufficiente.
Parola chiave: Vil.
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#HollywoodCiak
Bengi
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