Continua la corsa al recupero dei titoli da Oscar, questa volta al cinema dopo un piacevole aperitivo in centro.
Film 1322: "Lion - La strada verso casa" (2016) di Garth Davis
Visto: al cinema
Lingua: italiano, hindi
Compagnia: Poe
Pensieri: Tra quelli in corsa per il Miglior film, "Lion" è stato la mia personale sorpresa. Non tanto per il prodotto in sé, quanto in origine proprio per il fatto di trovarlo presente in così tante categorie fra cui, appunto, quella principale. Francamente mai mi sarei aspettato di trovare questa pellicola, dopo il già ragguardevole traguardo di 4 candidature ai Golden Globes, così tanto presa in considerazione dall'Academy. Il che, naturalmente, è stato decisivo quando si è trattato di recuperarla o meno.
Sulla scia dell'entusiasmo americano, quindi, la mia chance al film di Garth Davis, qui alla sua prima esperienza nel lungometraggio. Il che di per sé è già ragguardevole, visto il risultato ottenuto, per quanto "Lion", vuoi o non vuoi, ricordi moltissimo "The Millionaire": le storie sono molto differenti, ma la presenza in entrambi di Dev Patel, la storia di smarrimento e povertà, l'India, il protagonista bambino, sono tutti elementi che accomunano le due storie e le avvicinano non poco. Con la differenza che qui si tratta di fatti realmente accaduti e raccontati nel libro di memorie "La lunga strada per tornare a casa" di Saroo Brierley.
Credo che, del prodotto finale, sia proprio la storia il cuore di tutto. Tecnicamente il film funziona, gli attori sono bravi, ma è con il racconto che lo spettatore si relaziona davvero, perché ha dell'incredibile. Il piccolo Saroo un giorno prega il fratello maggiore di portarlo con sé alla ricerca del carbone che la sua famiglia scambia con viveri, ma il bambino, troppo stanco per sostenere viaggio e giornata di lavoro, viene lasciato alla stazione di Khandwa da Guddu che gli promette di tornarlo a prendere qualche ora più tardi a lavoro finito. Il bambino, risvegliatosi da solo su una panchina tra un binario e l'altro, si sente smarrito e, per il freddo, si rifugia all'interno di un treno vuoto dove si addormenta. Al suo risveglio scoprirà di essere in viaggio verso una città a lui ignota (Calcutta), incapace di spiegare da dove provenga, chi sia la sua famiglia e come fare per rintracciarli.
Questa è la premessa di "Lion - La strada verso casa", pellicola non sempre facile, eppure a lieto fine. Forse la scelta di di tante candidature da parte dei membri degli Oscar sta anche nel tentativo di segnare una sorta di nuova direzione, di riconoscere il valore di storie ad altro tasso di "rilevanza sociale"; certamente il risultato finale non mi ha sconvolto. Non quanto le parrucche cui è stata costretta Nicole Kidman.
In generale si tratta di un buon prodotto, perfetto per la commercializzazione su ampia scala - il box-office parla da solo, il film è costato 12 milioni - grazie non solo ad una valanga di premi e candidature, ma anche un appeal che vive di un dolcissimo protagonista bambino (vedi gif sotto), il richiamo della storia vera potenzialmente tragica ma finita bene, il valore della vita e la bontà delle persone. Le sfide impossibili vinte piacciono a tanti e questo è un ottimo esempio di storia che racconta riscatto, ricerca di se stessi, amore. In mezzo c'è molto dolore e lo sconvolgente ritratto di una povertà per noi inimmaginabile, eppure il chiudere il cerchio con la possibilità di un happy ending addirittura proposto attraverso le immagini originali, lascia quella piacevole sensazione di "tutto bene" che smorza non poco il dolore e l'ansia per quanto mostrato dalla storia fino a quel momento. Forse è qui che sta il problema di "Lion", una chiave troppo evidentemente ottimistica e costruttiva, quasi uno spot pro-qualcosa (adozione, umanità, impegno sociale) che si traduce in una sorta di "tanto sappiamo che finirà tutto bene" che rovina l'atmosfera e influenza l'opinione generale. Ricordo distintamente un paio di cose della mia visione del film: la Kidman è brava, ma non poi così tanto da giustificare nomination attoriali e il film funziona, ma non è riuscito a commuovermi.
Ps. 6 candidature all'Oscar (Miglior film, sceneggiatura non originale, attore non protagonista, attrice non protagonista, colonna sonora, fotografia), 4 ai Golden Globes e 5 ai BAFTA, di cui 2 vinti per il Miglior attore non protagonista (Patel) e sceneggiatura non originale.
via GIPHY
Film 1322 - Lion - La strada verso casa
Film 1662 - Lion
Cast: Sunny Pawar, Dev Patel, Rooney Mara, David Wenham, Nicole Kidman, Priyanka Bose, Deepti Naval.
Box Office: $114.4 milioni
Consigli: Pellicola dai toni edificanti, percorso di formazione di un uomo alla ricerca di sé, delle proprie origini e della propria famiglia, "Lion" è prodotto che riesce a parlare di tutte quelle sensazioni che vuole suscitare, pur non riuscendo del tutto a veicolarle efficacemente. Non un film per ogni occasione, meglio sceglierlo consapevoli che saranno due lunghe ore lontano da casa.
Parola chiave: Ginestlay.
Se ti interessa/ti è piaciuto
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1322: "Lion - La strada verso casa" (2016) di Garth Davis
Visto: al cinema
Lingua: italiano, hindi
Compagnia: Poe
Pensieri: Tra quelli in corsa per il Miglior film, "Lion" è stato la mia personale sorpresa. Non tanto per il prodotto in sé, quanto in origine proprio per il fatto di trovarlo presente in così tante categorie fra cui, appunto, quella principale. Francamente mai mi sarei aspettato di trovare questa pellicola, dopo il già ragguardevole traguardo di 4 candidature ai Golden Globes, così tanto presa in considerazione dall'Academy. Il che, naturalmente, è stato decisivo quando si è trattato di recuperarla o meno.
Sulla scia dell'entusiasmo americano, quindi, la mia chance al film di Garth Davis, qui alla sua prima esperienza nel lungometraggio. Il che di per sé è già ragguardevole, visto il risultato ottenuto, per quanto "Lion", vuoi o non vuoi, ricordi moltissimo "The Millionaire": le storie sono molto differenti, ma la presenza in entrambi di Dev Patel, la storia di smarrimento e povertà, l'India, il protagonista bambino, sono tutti elementi che accomunano le due storie e le avvicinano non poco. Con la differenza che qui si tratta di fatti realmente accaduti e raccontati nel libro di memorie "La lunga strada per tornare a casa" di Saroo Brierley.
Credo che, del prodotto finale, sia proprio la storia il cuore di tutto. Tecnicamente il film funziona, gli attori sono bravi, ma è con il racconto che lo spettatore si relaziona davvero, perché ha dell'incredibile. Il piccolo Saroo un giorno prega il fratello maggiore di portarlo con sé alla ricerca del carbone che la sua famiglia scambia con viveri, ma il bambino, troppo stanco per sostenere viaggio e giornata di lavoro, viene lasciato alla stazione di Khandwa da Guddu che gli promette di tornarlo a prendere qualche ora più tardi a lavoro finito. Il bambino, risvegliatosi da solo su una panchina tra un binario e l'altro, si sente smarrito e, per il freddo, si rifugia all'interno di un treno vuoto dove si addormenta. Al suo risveglio scoprirà di essere in viaggio verso una città a lui ignota (Calcutta), incapace di spiegare da dove provenga, chi sia la sua famiglia e come fare per rintracciarli.
Questa è la premessa di "Lion - La strada verso casa", pellicola non sempre facile, eppure a lieto fine. Forse la scelta di di tante candidature da parte dei membri degli Oscar sta anche nel tentativo di segnare una sorta di nuova direzione, di riconoscere il valore di storie ad altro tasso di "rilevanza sociale"; certamente il risultato finale non mi ha sconvolto. Non quanto le parrucche cui è stata costretta Nicole Kidman.
In generale si tratta di un buon prodotto, perfetto per la commercializzazione su ampia scala - il box-office parla da solo, il film è costato 12 milioni - grazie non solo ad una valanga di premi e candidature, ma anche un appeal che vive di un dolcissimo protagonista bambino (vedi gif sotto), il richiamo della storia vera potenzialmente tragica ma finita bene, il valore della vita e la bontà delle persone. Le sfide impossibili vinte piacciono a tanti e questo è un ottimo esempio di storia che racconta riscatto, ricerca di se stessi, amore. In mezzo c'è molto dolore e lo sconvolgente ritratto di una povertà per noi inimmaginabile, eppure il chiudere il cerchio con la possibilità di un happy ending addirittura proposto attraverso le immagini originali, lascia quella piacevole sensazione di "tutto bene" che smorza non poco il dolore e l'ansia per quanto mostrato dalla storia fino a quel momento. Forse è qui che sta il problema di "Lion", una chiave troppo evidentemente ottimistica e costruttiva, quasi uno spot pro-qualcosa (adozione, umanità, impegno sociale) che si traduce in una sorta di "tanto sappiamo che finirà tutto bene" che rovina l'atmosfera e influenza l'opinione generale. Ricordo distintamente un paio di cose della mia visione del film: la Kidman è brava, ma non poi così tanto da giustificare nomination attoriali e il film funziona, ma non è riuscito a commuovermi.
Ps. 6 candidature all'Oscar (Miglior film, sceneggiatura non originale, attore non protagonista, attrice non protagonista, colonna sonora, fotografia), 4 ai Golden Globes e 5 ai BAFTA, di cui 2 vinti per il Miglior attore non protagonista (Patel) e sceneggiatura non originale.
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Film 1322 - Lion - La strada verso casa
Film 1662 - Lion
Cast: Sunny Pawar, Dev Patel, Rooney Mara, David Wenham, Nicole Kidman, Priyanka Bose, Deepti Naval.
Box Office: $114.4 milioni
Consigli: Pellicola dai toni edificanti, percorso di formazione di un uomo alla ricerca di sé, delle proprie origini e della propria famiglia, "Lion" è prodotto che riesce a parlare di tutte quelle sensazioni che vuole suscitare, pur non riuscendo del tutto a veicolarle efficacemente. Non un film per ogni occasione, meglio sceglierlo consapevoli che saranno due lunghe ore lontano da casa.
Parola chiave: Ginestlay.
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