Ultimo titolo (per ora) recuperato in vista della notte degli Oscar. Al momento non ho in programma di vedere altro, anche se non escludo di lasciarmi convincere da qualche pellicola lasciata indietro. Dopo questo film, ritornato dal master, mi sono lanciato finalmente nella serata più attesa, lunga e bella dell'anno! And the Oscar goes to...
Film 1323: "Moonlight" (2016) di Barry Jenkins
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: La vittoria di "Moonlight" come Miglior film mi ha fatto ampiamente rivedere la mia posizione di incertezza rispetto a "La La Land". I vincitori annunciati mi danno sempre un po' fastidio anche se a posteriori devo dire che, bagarre di buste sbagliate a parte, probabilmente si tratta di uno scippo bello e buono. Non voglio dire che la pellicola di Barry Jenkins non meritasse di stare in categoria, assolutamente, ma non so se quello che sta dietro alla lavorazione del musical di Chazelle sia paragonabile a ciò che si vede qui. Tutto per dire che "Moonlight" non mi ha convinto, probabilmente perché mi aspettavo qualcosa di diverso. L'ho trovato lento e non poetico, con un buon cast e una certa capacità evocativa del suo regista; non un brutto film, sicuramente non tra i miei migliori dell'anno.
Dicevo: lento. Una pellicola che si prende il suo tempo per raccontare la storia di Chiron, ragazzino di colore che vive una situazione difficile sia a casa che a scuola. Bullizzato dai compagni e non considerato dalla madre drogata, nel tempo troverà conforto in alcune figure chiave che influenzeranno il suo percorso. Una di queste è certamente Teresa, interpretata da una Janelle Monáe nuovamente presente (e nuovamente in un film con Mahershala Ali, dopo "Hidden Figures") che, nonostante il piccolo ruolo, mi è rimasta molto impressa. Brava Naomie Harris, per quanto il suo ruolo mi abbia molto ricordato quello di Mo'Nique in "Precious". Ali, invece, non mi ha lasciato esattamente senza fiato. Per carità, nessuno dice che non sia bravo, ma mi aspettavo davvero molto di più, nonché una presenza incisiva e determinante che di fatto non c'è. Bravissimi, invece, tutti e tre gli attori che interpretano Chiron in età diverse (Alex Hibbert, Ashton Sanders, Trevante Rhodes).
Insomma, di base il film non mi è piaciuto, anche se ci sono state certe scene che mi hanno colpito. Per esempio quella alla spiaggia, dove Chiron e Kevin, ancora adolescenti, hanno il loro primo rapporto e la scena al diner, quando dopo anni si incontrano di nuovo. Qui in particolare mi è piaciuto il fatto che la storia sia meno convenzionale del solito. Chiron è gay e ne è tutto il contrario. o meglio, è diverso dalla classica idea che se ne potrebbe avere. E nonostante il suo aspetto da duro, il suo essere così chiuso in se stesso e l'idea che dal di fuori uno potrebbe farsi, la storia ci racconta che il ragazzo può essere esattamente qualunque persona egli voglia e che le convenzioni, nei momenti personali o di intimità, non valgono niente. Anche lo spettatore, come Kevin, si chiede più volte cosa ne sia stato del piccolo ed insicuro Chiron delle scene iniziali, eppure subito la storia ci ricorda che, a prescindere dall'idea stereotipata che ognuno di noi ha, niente vieta a nessuno di essere quello che veramente è nella forma che più gli aggrada. Poi, va detto, lo stesso Chiron ricade nello stereotipo del ragazzo di strada il cui unico destino è quello di finire a spacciare, ma questa è un'altra storia...
Chiaramente la tematica omosessuale mi ha necessariamente riportato alla mente il capolavoro di Ang Lee "Brokeback Mountain" - scandalosamente snobbato dall'Academy nella categoria Miglior film (scippo degli scippi) - e mi sono ritrovato a pensare, a tratti, che questo film ne fosse una sorta di versione afroamericana e contemporanea. Qui però, nonostante i tempi così diversi, non c'è amore. Che è un po' quello che ho sentito mancante in tutta la storia. La fatica dell'accettarsi, il rifiuto del genitore, il background sociale sono tutti elementi che certamente determinando la persona di Chiron, ma quel primo episodio al chiaro di luna, la gentilezza della coppia che da bambino lo ha accolto, la consapevolezza di sé dovrebbero quantomeno aiutare una ricerca di affetto anche verso la propria stessa persona. Questo mi è parso mancante praticamente sempre mentre seguivo la storia, un vuoto non indifferente che tutta la qualità tecnica e non del prodotto finale non riesce a colmare e, a mio avviso, si fa ampiamente sentire.
Cuore a parte, ho trovato sensata la scelta di assegnare l'Oscar alla sceneggiatura (e mi sarei limitato a quello), nell'ottica di un trionfo epocale di "La La Land" e in mancanza di titoli prettamente competitivi. Fatico a immaginarmi "Arrival" o "Hidden Figures" vincitori in quella categoria, quindi era abbastanza intuibile che sarebbe stata favorita questa storia - ribadiamolo: neri, gay, droga - anche e se non di più in vista di un trionfo come miglior pellicola dell'anno al revival del musical. Che non c'è stato, come sappiamo.
In ogni caso, una cosa che certamente mi ha colpito di "Moonlight" è stata quella legata al montaggio. Si tagliano quasi in anticipo le scene in maniera molto netta: le musiche sembrano sempre sottolineare una sorta di continuazione, di proseguimento di ciò che si sta guardando, eppure, non importa quale canzone stia suonando, tutto viene tagliato a metà, interrotto in favore della scena successiva. E' una scelta curiosa, a volte un po' fastidiosa, che certamente rimane impressa.
Per concludere, questo migliore dell'anno non lo condivido. Storia difficile, cast in parte, risultato finale a tratti disomogeneo. Non lo considero nemmeno tra quelli che mi hanno colpito della stagione passata. Un film come ne ho visti molti, anche se l'importanza della sua vittoria ha un significato storico che va oltre i gusti personali (primo titolo a tematica LGBT e dal cast unicamente di colore a trionfare nella categoria più importante dell'Academy). Ciò detto, "Moonlight" non mi ha convinto.
Ps. 8 candidature agli Oscar 2017 e 3 premi vinti (Miglior film, sceneggiatura e attore non protagonista), 6 candidature ai Golden Globe e una vittoria (Miglior film drammatico) e 4 nomination ai BAFTA.
Cast: Trevante Rhodes, André Holland, Janelle Monáe, Ashton Sanders, Jharrel Jerome, Naomie Harris, Mahershala Ali, Alex Hibbert.
Box Office: $50 milioni
Consigli: Un film tosto, non facile da digerire e certamente impegnativo anche per come è consegnato allo spettatore. Lento, con un protagonista silenzioso e tanti momenti fatti di soli sguardi, "Moonlight" è uno dei film della passata stagione di cui farsi un'opinione, anche se sono sicuro non piacerà a tutti. Io avevo determinate aspettative personali, disattese. Non è un titolo per ogni occasione e sicuramente è bene approcciarcisi preparati sia per quanto riguarda la tematica che per quanto concerne le modalità di realizzazione. Per il resto... fatevene un'idea.
Parola chiave: Blu.
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