Il percorso che mi ha portato a scegliere di vedere questa pellicola è stato lungo (a livello temporale). Tra le varie esercitazioni del master, alcune hanno previsto la redazione di una serie di elaborati relativi al film in questione, un lavoro non facile in quanto fino a poco tempo fa non era reperibile praticamente alcuna informazione utile a costruire un piano di comunicazione esaustivo, anche perché per quasi tutti si trattava delal prima esperienza a riguardo. Nel tempo le prime recensioni - non particolarmente entusiaste - sono uscite e, una volta consegnati tutti i materiali, sono rimasto con la curiosità di recuperare un titolo diventato particolarmente significativo, nonostante fosse plausibile aspettarsi un film non esattamente indimenticabile. Così qualche tempo fa, con la mia compagna di corso, abbiamo deciso di recarci al cinema (uno degli ultimi spettacoli del cinema Capitol) per recuperare il primo film su cui abbiamo redatto un piano editoriale.
Film 1368: "Song to Song" (2017) di Terrence Malick
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Alessandra
Pensieri: Questo era il mio primo Malick per intero (dopo un inconcludente tentativo di vedere "La sottile linea rossa" da ragazzo) e devo ammettere che è stato una gran delusione. Mi aspettavo grandezza, forse addirittura epicità e, invece, ho trovato il tutto particolarmente caotico e confuso, privo di una direzione. Ed è proprio questo il principale problema del film: che cosa ci vuole raccontare? A questa domanda non sono riuscito ancora a trovare risposta. La storia mi è parsa un susseguirsi casuale di situazioni slegate, un miscuglio di scene assemblate insieme e legate fra loro da un racconto fuori campo cui è affidato il compito di tirare le somme, tenere le fila di un discorso altrimenti disomogeneo, fatto di sensazioni personali (dei personaggi) difficile da trasmettere allo spettatore, passivamente costretto ad immaginarsi il mondo nella testa dei protagonisti solo attraverso soliloqui che invadono la narrazione dall'inizio alla fine.
Anche perché per il resto "Song to Song" si compone di sguardi nel vuoto, mani che si sfiorano, persone che si appoggiano alle pareti, piscine, case vuote e cucine asettiche, palchi di concerti (ma quali?), vetrate e camei di star del mondo della musica. Dopo due ore di visione, il film si riduce solo a questo.
La sceneggiatura a tratti è imbarazzante. Sono sicuro che la versione in lingua originale possa risultare meno banale, ma quella in italiano ha il grande svantaggio del confronto con il panorama nostrano costellato di fiction banali e recitazioni improvvisate. L'effeto qui - e la sensazione che personalmente ho avuto - è che certi passaggi somigliassero addirittura a situazioni e dialoghi di "The Lady", la webserie di Lory Del Santo. Il che la dice lunga.
Il cast, particolarmente ricco di star e talenti indiscussi, non riesce a salvare il risultato finale e, alla fine, della decima pellicola di Terrence Malick rimangono solo i bei volti noti dei quattro protagonisti e la confusione di una trama difficile da seguire. Peccato.
Cast: Ryan Gosling, Rooney Mara, Michael Fassbender, Natalie Portman, Cate Blanchett, Lykke Li, Val Kilmer, Bérénice Marlohe, Holly Hunter, Tom Sturridge; (cameo) Florence Welch, Patti Smith, Iggy Pop, The Black Lips, Alan Palomo, John Lydon, Flea, Spank Rock, Tegan Quin, Sara Quin, Anthony Kiedis, Chad Smith, Josh Klinghoffer, Erik Sprague and Big Freedia.
Box Office: $973,255
Consigli: In tutta onestà si tratta di un prodotto di non facilissima digestione. E' lungo, narrativamente difficile da seguire, ricco di sugggestioni e dialoghi inesistenti, soppiantati da flussi di coscienza interminabili. Sicuramente, dovessi saccheggiare la filmografia di Malick, non comincerei da questo titolo.
Parola chiave: Amore.
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