Intro: L'esperienza del cinema all'aperto mi mancava da un po', così quando si è presentata l'occasione di vedere alla'arena estiva del cinema Tivoli questa pellicola, l'ho colta al volo. Anche perché avevo un ospite speciale.
Film 1912: "Papicha" (2019) di Mounia Meddour
Visto: al cinema
Lingua: algerino, francese
Compagnia: Andrea
In sintesi: mi sfugge un attimo a cosa si riferisca il titolo italiano "Non conosci Papicha", in ogni caso il film di Mounia Meddour è un bellissimo pugno nello stomaco. Ricordo che dopo la visione ho pensato che la storia riuscisse sempre e con efficacia a raccontare le sue vicende accompagnando una carezza a uno schiaffo, come se non ci fosse mai davvero il tempo di assaporare un bel momento, quell'attimo di pace, che subito la dura realtà della situazione reclama il suo spazio.
Trovo che la grande forza di "Papicha" stia principalmente nel fatto che non cerchi di impietosire, abituando velocemente lo spettatore ad aspettarsi note molto dolorose, pur riuscendo a veicolare il messaggio che ogni momento positivo guadagnato vada assaporato appieno. Non c'è tempo per cantare vittoria, la tensione è continua, eppure ogni conquista è un piccolo passo avanti che si custodisce gelosamente.
E' così che Nedjma,'Papicha' (Lyna Khoudri), vive la sua vita di studentessa universitaria, tra lo studio per diventare fashion designer e uno scenario culturale che, da mero sfondo, si insinua sempre più violentemente nel suo quotidiano: siamo nell'Algeri degli anni '90 e, dopo anni di occidentalizzazione più o meno accettata, la situazione cambia rapidamente quando si affaccia la realtà della guerra civile. Nedjma e le sue amiche non vogliono arrendersi ai nuovi diktat culturali e a modo loro combattono per le cause in cui credono, non senza perdite notevoli.
Ed è così per tutto il film che, da spettatori occidentali degli anni 2000 (belli inoltrati), tifiamo per le quattro protagoniste e auguriamo loro di affacciarsi ad un futuro migliore e più libero, pur sapendo che terrorismo ed estremismo non lasciano spazio a quel lieto fine cui ci hanno troppo spesso abituato. "Papicha" non racconta una storia per farci sentire bene o meglio con noi stessi, invece mette lucidamente a fuoco una realtà molto lontana dalla nostra, inevitabilmente ricordandoci quanto siamo stati fortunati a crescere in un clima di accettazione e determinazione della propria identità - per quanto oggi più che mai siano valori messi ampiamente in discussione a favore di populismo e superficialità - che ci ha permesso e ci permettere di vivere le nostre vite con un'ampissima dose di autonomia. E' un bene, dunque, che esistano pellicole come questa, storie che ci ricordino quanto sia facile scivolare indietro nel tempo, quanto sia semplice cadere nell'odio e con quanta naturalezza siamo capaci di imporre agli altri un'unica visione del mondo che segua la massima della moralità soffocando ogni altra prospettiva sulle cose. Provare a chiedersi "Cosa avrei fatto se fossi stato/a Nedjma?" è un esercizio mentale che, al giorno d'oggi, fa sicuramente bene.
Cast: Lyna Khoudri, Shirine Boutella, Amira Hilda Douaouda, Yasin Houicha, Zahra Doumandji, Nadia Kaci.
Box Office: $2 milioni
Vale o non vale: Potente e spesso straziante, "Papicha" trova il suo modo di veicolare una poeticità rinfrescante. Perfetto il cast, il film funziona grazie soprattutto alle performance delle quattro protagoniste, così diverse eppure interconnesse tra loro dal bisogno di determinare il loro percorso attraverso le proprie scelte.
Un titolo per niente facile che sicuramente non convincerà tutti ad essere visto ma, per tutti quelli che fossero nel dubbio, "Papicha" è assolutamente una storia su cui puntare.
Premi: In concorso a Cannes 2019 per la categoria Un Certain Regard. 2 vittorie su 2 candidature ai César di quest'anno per Miglior opera prima e Miglior attrice esordiente (Lyna Khoudri).
Parola chiave: Défilé.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1912: "Papicha" (2019) di Mounia Meddour
Visto: al cinema
Lingua: algerino, francese
Compagnia: Andrea
In sintesi: mi sfugge un attimo a cosa si riferisca il titolo italiano "Non conosci Papicha", in ogni caso il film di Mounia Meddour è un bellissimo pugno nello stomaco. Ricordo che dopo la visione ho pensato che la storia riuscisse sempre e con efficacia a raccontare le sue vicende accompagnando una carezza a uno schiaffo, come se non ci fosse mai davvero il tempo di assaporare un bel momento, quell'attimo di pace, che subito la dura realtà della situazione reclama il suo spazio.
Trovo che la grande forza di "Papicha" stia principalmente nel fatto che non cerchi di impietosire, abituando velocemente lo spettatore ad aspettarsi note molto dolorose, pur riuscendo a veicolare il messaggio che ogni momento positivo guadagnato vada assaporato appieno. Non c'è tempo per cantare vittoria, la tensione è continua, eppure ogni conquista è un piccolo passo avanti che si custodisce gelosamente.
E' così che Nedjma,'Papicha' (Lyna Khoudri), vive la sua vita di studentessa universitaria, tra lo studio per diventare fashion designer e uno scenario culturale che, da mero sfondo, si insinua sempre più violentemente nel suo quotidiano: siamo nell'Algeri degli anni '90 e, dopo anni di occidentalizzazione più o meno accettata, la situazione cambia rapidamente quando si affaccia la realtà della guerra civile. Nedjma e le sue amiche non vogliono arrendersi ai nuovi diktat culturali e a modo loro combattono per le cause in cui credono, non senza perdite notevoli.
Ed è così per tutto il film che, da spettatori occidentali degli anni 2000 (belli inoltrati), tifiamo per le quattro protagoniste e auguriamo loro di affacciarsi ad un futuro migliore e più libero, pur sapendo che terrorismo ed estremismo non lasciano spazio a quel lieto fine cui ci hanno troppo spesso abituato. "Papicha" non racconta una storia per farci sentire bene o meglio con noi stessi, invece mette lucidamente a fuoco una realtà molto lontana dalla nostra, inevitabilmente ricordandoci quanto siamo stati fortunati a crescere in un clima di accettazione e determinazione della propria identità - per quanto oggi più che mai siano valori messi ampiamente in discussione a favore di populismo e superficialità - che ci ha permesso e ci permettere di vivere le nostre vite con un'ampissima dose di autonomia. E' un bene, dunque, che esistano pellicole come questa, storie che ci ricordino quanto sia facile scivolare indietro nel tempo, quanto sia semplice cadere nell'odio e con quanta naturalezza siamo capaci di imporre agli altri un'unica visione del mondo che segua la massima della moralità soffocando ogni altra prospettiva sulle cose. Provare a chiedersi "Cosa avrei fatto se fossi stato/a Nedjma?" è un esercizio mentale che, al giorno d'oggi, fa sicuramente bene.
Cast: Lyna Khoudri, Shirine Boutella, Amira Hilda Douaouda, Yasin Houicha, Zahra Doumandji, Nadia Kaci.
Box Office: $2 milioni
Vale o non vale: Potente e spesso straziante, "Papicha" trova il suo modo di veicolare una poeticità rinfrescante. Perfetto il cast, il film funziona grazie soprattutto alle performance delle quattro protagoniste, così diverse eppure interconnesse tra loro dal bisogno di determinare il loro percorso attraverso le proprie scelte.
Un titolo per niente facile che sicuramente non convincerà tutti ad essere visto ma, per tutti quelli che fossero nel dubbio, "Papicha" è assolutamente una storia su cui puntare.
Premi: In concorso a Cannes 2019 per la categoria Un Certain Regard. 2 vittorie su 2 candidature ai César di quest'anno per Miglior opera prima e Miglior attrice esordiente (Lyna Khoudri).
Parola chiave: Défilé.
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