martedì 29 dicembre 2020

Film 1764 - King Arthur

Intro: Volevo rivederlo perché non mi ricordavo bene il livello di boiata di questa pellicola. Sentivo il bisogno di un ripasso.
Film 1764: "King Arthur" (2004) di Antoine Fuqua
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ritorno ai bei tempi in cui per attirare gente al cinema si aumenava la grandezza delle tette della protagonista nel poster (qui come in Harry Potter, ma anche i capezzoli rimossi di Angelina Jolie perché la gente distratta causava incidenti per le strade), pure questo "King Arthur" non si sottrae alla (teorica?) regola della protagonista femminile che deve risultare sexy e attraente a tutti i costi per convincere il maschio medio a vedere un prodotto cinematografico teoricamente (?) costruito sulla base delle sue aspettative. O almeno quelle che gli studios ritengono esserlo. Già perché, diciamocelo, la gente non si è esattamente presentata in massa per vedere questa ennesima versione della storia di Re Artù e la sua famosa tavola rotonda.
Antoine Fuqua - che dopo il successo di "Training Day" ha deciso di buttare tutto alle ortiche con questa pellicola, il remake di "The Magnificent Seven" e quella che oso solo immaginare essere una meravigliosa saga action-thriller che porta il titolo di "The Equalizer" (1 e 2) - dirige un action movie ricolmo di violenza e nebbia che si propone come rivisitazione moderna del mitico personaggio medioevale e la sua storia, pur concedendosi non poche licenze rispetto a (e qui cito Wikipedia) figure storiche, popolazioni, eventi, religione, vestiario e tipologia di armi usate nel'era qui descritta. Poi, per carità, penso in pochi abbiano deciso di vedere questa pellicola alla ricerca di qualsivoglia verosimiglianza rispetto ai fatti descritti. Nondimeno, "King Arthur" e il suo piglio più moderno (leggi rappresentazione molto realistica della violenza da campo di battaglia) non hanno impressionato nessuno o quasi.
Alcuni dettagli tecnici, poi, non hanno giocato a suo favore. Innanzitutto la sensazione che ci sia una generale mancanza di star-power: Clive Owen stava cominciando ad essere abbastanza conosciuto all'epoca, ma questo titolo non lo ha certo aiutato a sbarcare nel mondo degli attori di serie A; Keira Knightley era sicuramente nel suo boom da "Pirati dei Caraibi", ma forse non sufficientemente famosa da risultare motivo di traino commerciale per tutta l'operazione; Ioan Gruffudd sarebbe approdato solo l'anno successivo nei cinema nel ruolo di Mr Fantastic nel deludente-ma-comunque-accettabile "Fantastic 4" con Jessica Alba (in ogni caso diciamocelo: ma chi è che sa chi sia Ioan Gruffudd?!); tutto il resto del cast all'epoca era un generale "chi?!" difficilmente vendibile al pubblico mainstream (anche se non mancano volti noti: Stellan Skarsgård, Hugh Dancy, Mads Mikkelsen e Joel Edgerton).
Continuando con gli elementi sfavorevoli, credo che la smania da "dobbiamo rendere questa storia sufficientemente sexy" abbia un po' confuso: il film si chiama "King Arthur", il protagonista è Re Artù e il primo nome sul poster è il suo e, nonostante questo, nella locandina l'attore è a malapena visibile, relegato a sinistra sullo sfondo per fare spazio all'immagine centrale di Keira Knightley che, equipaggiata di tette e arco, ammicca leggermente a chi guarda. Scusate, chi è il protagonista, quindi?
Infine qualche aspetto più marginale o tecnico: credo che questo titolo volesse cavalcare l'onda remunerat...ehm... positiva del successo globale de "Il gladiatore" (un altro titolo non particolarmente interessato ai dettagli storici, ma sicuramente molto descrittivo a livello di scene di battaglia e dotato di una buona dose di mascolina epicità), il tutto shakerato assieme alla formula vincente Disney targata "Pirati dei Caraibi" - franchise non a caso citato anche nella locandina di questo film e dal quale hanno preso in prestito il compositore delle musiche Hans Zimmer (che, hey!, ha scritto anche le musiche per "Il gladiatore"! Coincidenza?) - che probabilmente voleva suggerire una certa dose di divertimento e leggerezza applicata ad un racconto "storico" altrimenti forse potenzialmente nocivo in termini di successo al botteghino. Che poi vedi quanto abbia funzionato...
In ogni caso, a prescindere da tutto questo insieme di elementi confusi e malamente assemblati insieme, il film di Antoine Fuqua risulta comunque megliore del noiosissimo "King Arthur: Legend of the Sword" di Guy Ritchie e, tutto sommato, un passatempo persino godibile una volta che si sia fatta pace col fatto che non sarebbe servito scomodare Re Artù per raccontare una storia di guerre sanguinarie e sottotrame politiche facili facili per propinare al pubblico generalista un racconto ambientato in tempi antichi in cui la legge della spada era l'unica accettata per governare. Ma, immagino, Hollywood fatica ad imparare la lezione.
Cast: Clive Owen, Keira Knightley, Stellan Skarsgård, Stephen Dillane, Ray Winstone, Hugh Dancy, Til Schweiger, Ioan Gruffudd, Mads Mikkelsen, Joel Edgerton, Ivano Marescotti.
Box Office: $203.6 milioni
Vale o non vale: Per niente ispirato, decisamente troppo lungo (dura solo 2 ore?! What?!) e molto confuso a livello di trama, "King Arthur" può funzionare come riempitivo da cervello spento, senza alcun bisogno di prendere la storia troppo seriamente. Si è visto sicuramente di peggio, per carità, ma per un film che quasi 20 anni fa è costato 120 milioni di dollari, si doveva fare molto, molto di più.
Premi: /
Parola chiave: Freedom.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

1 commento:

  1. #HollywoodCiak 1764 #KingArthur #AntoineFuqua #CliveOwen #KeiraKnightley #StellanSkarsgard #StephenDillane #RayWinstone #HughDancy #TilSchweiger #IoanGruffudd #MadsMikkelsen #JoelEdgerton #IvanoMarescotti #Arthur #Lancelot #Tristan #Guinevere #Merlin #RoundTable #RomanEmpire #Britannia #Woads #war #Sarmatian #knights #love #action #adventure #past #violence #myth #Saxons #HadriansWall #history #Celtic #army #medieval #flop #followme

    RispondiElimina