Intro: Cate Blanchett esce al cinema con un nuovo film e io, da bravo discepolo, corro al volo.
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
Film 2168: "Tár" (2022) di Todd Field
Visto: al cinemaLingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: avevo gigantesceh aspettative per questa pellicola per due semplici moditivi: la pioggia di critiche positive e a tratti entusiaste e, manco a dirlo, Cate Blanchett.
Per quanto riguarda l'inarrivabile attrice australiana, inutile dire che praticamente il film vale anche solo per lei. Dico praticamente perché in realtà gli altri elementi positivi di questo "Tár" ci sono, ovvero una bellissima fotografia, musiche molto interssanti di Hildur Guðnadóttir e una bravissima Nina Hoss che fa la parte della compagna del genio, silenziosa e quasi invisibile, eppure sempre presente anche se solo sullo sfondo, impossibile da dimenticare. Un'interpretazione che sembra scontata, ma è l'opposto.
Dicevamo, Cate Blanchett. Splendida. Camaleontica in maniera impressionante, anche se qui quasi ho faticato a capirne il motivo - sarà questa componente molto mascolina di Lydia Tár, per quando non venga mai a mancare l'elemento femminile. Questa sua ennesima prova cinematografica decisamente non è il suo film che preferisco, eppure ritrovare Blanchett sul grande schermo è stato un vero e proprio piacere, dopo una capatina televisiva molto interessante ("Mrs. America"), un titolo che non sono neanche riuscito a finire ("Nightmare Alley") e un altro simpatico quanto sopra le righe ("Don't Look Up"). Diciamo che per quanto si sia tenuta occupata, nessuno dei titoli in cui è stata coinvolta di recente mi aveva conquistato. Nemmeno "Tár" a dire il vero, però almeno qui la ritroviamo quale vera protagonista di un flm evento come non accadeva dai tempi di "Ocean's Eight" e "Thor: Ragnarok" e, diciamocelo, il talento dell'attrice australiana merita di essere messo al centro della storia. Todd Field fa proprio questo e fa centro.
Ora, l'altro motivo che mi ha spinto a vedere questa pellicola: la critica. Pur sapendo che in odore di Oscar le recensioni che girano sono quantomeno altisonanti, diciamo che pure io mi fossi fatto prendere dall'entusiasmo generale. Tra chi parlava del terzo Oscar di Kate, chi elogiava la sceneggiatura di Field e chi l'opera in generale, diciamo che sono entrato in sala con grandi speranze. Che, alla fine, non si sono rivelate totalmente disilluse, però un po' disattese sì. "Tár" è un film lungo (158 minuti), lento e che regala tutto un preambolo sulla musica classica che a) non ho capito (sia perché di musica classica mi intendo pochissimo, sia perché certi concetti così sèecifici spiegati in inglese proprio non li ho afferrati) e b) ho trovato francamente un po' fine a se stesso, il tutto per una storia che crea perfettamente i fantasmi della sua protagonista, il senso di soffocamento, lo scivolamento verso l'inesorabile caduta, però ci arriva con una lentezza che a volte sa quasi di immobilità, che alla lunga stanca.
Lo ammetto, sono uscito da cinema un po' fiaccato da un'esperienza visivamente stimolante, musicalmente interessante, ma narrativamente a tratti un po' impegnativa.
Cast: Cate Blanchett, Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan Corduner, Mark Strong.
Box Office: $16.8 milioni
Vale o non vale: Film non facile, sicuramente non per il pubblico generico, "Tár" è il ritorno in pompa magna che si meritva Cate Blanchett dopo anni di ottimo lavoro, anche se di recente non esattamente memorabile. Con questa performance l'attrice ci ricorda perché ad oggi sia una delle più grandi attrici in circolazione. Lei meravigliosa, il film non lo rivedrei (anche se presenta spunti interessanti e atmosfere a tratti da horror).
Premi: Candidato a 6 Oscar per Miglior film, regia, attrice protagonista (Blanchett), sceneggiatura originale, fotografia e montaggio. Candidato a 3 Golden Globes per Miglior film drammatico e sceneggiatura, ha vinto quello per la Miglior attrice drammatica (Blanchett). 5 candidature ai BAFTAs tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura, Cate Blanchett ha vinto come Miglior attrice. In concorso a Venezia 2022, il film ha vinto la Coppa Volpi per la Miglior attrice (Blanchett).
Parola chiave: Krista.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Per quanto riguarda l'inarrivabile attrice australiana, inutile dire che praticamente il film vale anche solo per lei. Dico praticamente perché in realtà gli altri elementi positivi di questo "Tár" ci sono, ovvero una bellissima fotografia, musiche molto interssanti di Hildur Guðnadóttir e una bravissima Nina Hoss che fa la parte della compagna del genio, silenziosa e quasi invisibile, eppure sempre presente anche se solo sullo sfondo, impossibile da dimenticare. Un'interpretazione che sembra scontata, ma è l'opposto.
Dicevamo, Cate Blanchett. Splendida. Camaleontica in maniera impressionante, anche se qui quasi ho faticato a capirne il motivo - sarà questa componente molto mascolina di Lydia Tár, per quando non venga mai a mancare l'elemento femminile. Questa sua ennesima prova cinematografica decisamente non è il suo film che preferisco, eppure ritrovare Blanchett sul grande schermo è stato un vero e proprio piacere, dopo una capatina televisiva molto interessante ("Mrs. America"), un titolo che non sono neanche riuscito a finire ("Nightmare Alley") e un altro simpatico quanto sopra le righe ("Don't Look Up"). Diciamo che per quanto si sia tenuta occupata, nessuno dei titoli in cui è stata coinvolta di recente mi aveva conquistato. Nemmeno "Tár" a dire il vero, però almeno qui la ritroviamo quale vera protagonista di un flm evento come non accadeva dai tempi di "Ocean's Eight" e "Thor: Ragnarok" e, diciamocelo, il talento dell'attrice australiana merita di essere messo al centro della storia. Todd Field fa proprio questo e fa centro.
Ora, l'altro motivo che mi ha spinto a vedere questa pellicola: la critica. Pur sapendo che in odore di Oscar le recensioni che girano sono quantomeno altisonanti, diciamo che pure io mi fossi fatto prendere dall'entusiasmo generale. Tra chi parlava del terzo Oscar di Kate, chi elogiava la sceneggiatura di Field e chi l'opera in generale, diciamo che sono entrato in sala con grandi speranze. Che, alla fine, non si sono rivelate totalmente disilluse, però un po' disattese sì. "Tár" è un film lungo (158 minuti), lento e che regala tutto un preambolo sulla musica classica che a) non ho capito (sia perché di musica classica mi intendo pochissimo, sia perché certi concetti così sèecifici spiegati in inglese proprio non li ho afferrati) e b) ho trovato francamente un po' fine a se stesso, il tutto per una storia che crea perfettamente i fantasmi della sua protagonista, il senso di soffocamento, lo scivolamento verso l'inesorabile caduta, però ci arriva con una lentezza che a volte sa quasi di immobilità, che alla lunga stanca.
Lo ammetto, sono uscito da cinema un po' fiaccato da un'esperienza visivamente stimolante, musicalmente interessante, ma narrativamente a tratti un po' impegnativa.
Cast: Cate Blanchett, Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan Corduner, Mark Strong.
Box Office: $16.8 milioni
Vale o non vale: Film non facile, sicuramente non per il pubblico generico, "Tár" è il ritorno in pompa magna che si meritva Cate Blanchett dopo anni di ottimo lavoro, anche se di recente non esattamente memorabile. Con questa performance l'attrice ci ricorda perché ad oggi sia una delle più grandi attrici in circolazione. Lei meravigliosa, il film non lo rivedrei (anche se presenta spunti interessanti e atmosfere a tratti da horror).
Premi: Candidato a 6 Oscar per Miglior film, regia, attrice protagonista (Blanchett), sceneggiatura originale, fotografia e montaggio. Candidato a 3 Golden Globes per Miglior film drammatico e sceneggiatura, ha vinto quello per la Miglior attrice drammatica (Blanchett). 5 candidature ai BAFTAs tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura, Cate Blanchett ha vinto come Miglior attrice. In concorso a Venezia 2022, il film ha vinto la Coppa Volpi per la Miglior attrice (Blanchett).
Parola chiave: Krista.
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RispondiEliminaAl di là della Blanchett, ha convinto poco anche me, nonostante riconosca che sia un gran film.
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