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giovedì 25 novembre 2010

Film 188 - Ricky - Una storia d'amore e libertà

Un film che avevo cercato tempo fa e messo in attesa dell'occasione giusta. Qualche giorno fa si è presentata...


Film 188: "Ricky - Una storia d'amore e libertà" (2009) di François Ozon
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo è un film francese molto delicato che racconta con tranquillo garbo l'improbabile storia del neonato Ricky.
Figlio di una coppia di operai non sposata, il piccolo nasce e, ben presto, rivela alla famiglia - o, meglio, a parte di essa - la sua straordinaria peculiarità: gli spuntano le ali.
Ne conseguono le problematiche connesse al volo in appartamento e la necessità di evitare che il piccolo si faccia del male oltre che non voli via, non conscio della sua straordinaria quanto pericolosa caratteristica.
Il finale lascerà alcuni delusi, ma il sottotitolo del film (presente solo nella versione italiana, ovviamente) non è totalmente fuori luogo e, anzi, se vogliamo risulta piuttosto anticipatore.
Il film comunque è piacevole e narra con occhio più oggettivo possibile - evitando la lacrima facile - una storia che, altrimenti, senza i giusti elementi (sceneggiatura e regia) avrebbe finito per sconfinare nella banalità. Il rischio che Ricky fosse accostato semplicemente ad un angelo era alto, ma, fortunatamente, la produzione ha preferito una contestualizzazione più scientifica per il caso del bambino volante.
Insomma, non è stato certo il film caso del 2009, però, a mio avviso, merita di essere visto sia per la qualità della recitazione (brave Alexandra Lamy nel ruolo della mamma e Mélusine Mayance in quello della sorellina) che del prodotto finale in sé. Tra l'altro mi ha un po' ricordato le atmosfere della pellicola di Philippe Lioret "Welcome" che avevo visto qualche tempo fa... Bello.
Consigli: Quando non avete voglia di banalità, questo è sicuramente un film da tenere in considerazione. Di qualità e ben scritto.
Parola chiave: Famiglia.



#HollywoodCiak
Bengi

martedì 2 febbraio 2010

Film 70 - Welcome

Dopo aver visto il trailer di questa pellicola, ho capito subito che avrei dovuto vederla!


Film 70: "Welcome" (2009) di Philippe Lioret
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo è il classico film che piacerebbe alla mia amica Alice. Anche lei è un'appassionata di cinema e di solito mi consiglia sempre ottimi film! Questa volta, però, voglio consigliarne io uno a lei.
"Welcome" parla in maniera molto semplice della capacità dell'uomo di amare sé stesso e gli altri. Sul sé stesso è facile, ma è sugli altri che scivola un po'. In questo caso particolare, poi, non ci siamo proprio. Bilal/Firat Ayverdi è un ragazzino curdo che, dalla Francia, vuole arrivare nel Regno Unito per ritrovare la sua innamorata. E' clandestino e tenta di passare una prima volta la frontiera in un camion, costretto ad indossare un sacchetto di plastica in testa al momento del controllo doganale per non far avvertire la sua presenza dai sofisticati marchingegni scova-clandestino: non resiste e beccano lui e tutti gli altri sul camion. Ma il ragazzo non si arrende e decide che nuoterà fino all'altro Stato. La piscina sarà la sua evasione e il contatto più vicino ad una realtà umanamente accettabile che avrà fino all'incontro con Simon/Vincent Lindon, istruttore di nuoto della piscina. Prima le lezioni di nuoto, poi un'amicizia che porterà a entrambi un sacco di guai.
Sì perchè se non fosse chiaro, il 'benvenuto' del titolo è decisamente ironico. Perfino Simon sulle prime non accetta il ragazzo. Già la vita da clandestino non è per niente facile, se poi aggiungiamo l'accanimento di una città, Calais, che ha tolleranza zero su chi tenti di espatriare senza permesso e una nazionalità d'origine che al giorno d'oggi è reputata pericolosa, penso che chiunque sarebbe scoraggiato! E invece Bilal è determinato a non cedere, ad affrontare la sua prova e tutto solo per amore. La tenerezza di un ragazzino come lui fa sciogliere il cuore anche a chi non ce l'ha, davvero!
Insomma, questo è davvero un bel film, perchè tocca tantissimi pulsantini delicati dell'analisi 'uomo' (razzismo, accettazione del diverso, famiglia, solitudine, disperazione, motivazione) e lo fa con leggerezza e delicatezza, senza toni accesi (e qui il merito va soprattutto ai due azzeccatissimi e pacatissimi protagonisti, in particolare Simon/Philippe Lioret che più stropiacciato non si può!) e senza voler dimostrare niente a nessuno. Non c'è buonismo, non c'è l'happy end e, grazie al cielo!, non ci si piange addosso. Si racconta una storia, punto.
Per chi ha voglia di non spegnere per forza il cervello dopo una lunga giornata, "Welcome" è un bellissimo film che vale davvero la pena di vedere e far vedere!
Consigli: Pronti, commossi, via!
Parola chiave: Mina.


Ric