Avevo intenzione di rivederlo da quando avevo comprato il dvd qualche tempo fa. L'occasione giusta a metà aprile.
Film 403: "The Social Network" (2010) di David Fincher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Rileggo la mia recensione di qualche anno fa ("Film 201 - The Social Network", quasi esattamente 201 pellicole orsono) e mi rendo conto che questo sia uno di quei film da rivedere almeno una seconda volta. Con la foga delle premiazioni alle porte, era necessario all'epoca stilare una veloce classifica di quello che era il meglio e il peggio della stagione, in un gigantesco rimescolio di idee ed opinioni.
No, "The Social Network" rimane un film che non mi piace, ma questa volta ho chiaro il perchè. Non tanto perchè al prodotto in sé manchi qualcosa - anzi gli aspetti tecnici sono piuttosto buoni -, ma perchè la storia mi mette tristezza. Il Mark Zuckerberg di questo racconto (scritto da Aaron Sorkin) è desolantemente solo, in balia di una costante ricerca affettiva - che siano amici o ragazze - talmente spasmodica da risultare patetica. E questa necessità lo spinge a mettere da parte persone che, effettivamente, gli avevano sempre dimostrato vera fedeltà. Ecco perchè, credo, il suo personaggio durante lo svolgimento della trama risulta così inesorabilmente antipatico.
Rispetto a due anni fa, comunque, posso trarre qualche conclusione in più. Innanzitutto Fincher, oltre ad essere diventato finalmente visibile per l'Academy, è uno che con le sue pellicole riesce sempre ad ottenere un grande impatto sul pubblico. Tra le sue 'creature', infatti, ce n'è solamente una su 9 ("Zodiac")a non aver sfondato il tetto dei 100milioni di dollari di incasso mondiale.
Poi, che alcune scommesse attoriali di "The Social Network" sono state effettivamente vinte. Prima fra tutti Rooney Mara che, sempre con Fincher, ha ricevuto quest'anno la sua prima nomination all'Oscar per "Millennium - Uomini che odiano le donne". Ancora Armie Hammer, appena visto in "Biancaneve" e "J. Edgar" e, infine, il protagonista Jesse Eisenberg che, oltre a ricevere la nomination all'Oscar per questa pellicola, è ora sugli schermi con "To Rome with love" di Allen.
Tutto sommato, comunque, è un film che ho rivisto perchè sentivo la necessità di farlo, fedele al percorso di un regista che da molti anni seguo e apprezzo. Tutto sommato il lavoro è buono, ma inevitabilmente riesce a catapultarmi in una negatività tale da rendermi difficoltosa la visione. E, se come credo, l'intento era quello di rendere sullo schermo la storia di una persona sola e ossessionata dalla necessità di essere popolare, il risultato è decisamente riuscito.
Consigli: 3 Oscar (sceneggiatura, musiche e montaggio) e 4 Gloden Globes sono indicatori su cui vale la pena di riflettere. A suo tempo le recensioni alla pellicola furono piuttosto entusiaste e forse è il caso di farsi una propria opinione sull'ottavo film di Fincher.
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