mercoledì 30 gennaio 2013

Film 500 - The Deep Blue Sea

Ultimo film del 2012 e... 500esimo del blog!!! Per finire un 2012 sostanzialmente andato di merda, con (degli ultimi) quattro giorni inaspettatamente fantastici. E del buon vino rosso siciliano.


Film 500: "The Deep Blue Sea" (2011) di Terence Davies
Visto: dai computer di Leo e mio
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: Toccante e intenso, questo film è, tuttavia, discontinuo.
Nonostante la meravigliosa recitazione della protagonista Rachel Weisz e la buona prova di Tom Hiddleston ("Thor", "War Horse", "The Avengers"), la trama è spesso disfunzionale al prodotto finito.
Non so se per scelte stilistiche del regista (qui anche sceneggiatore) Terence Davies, ma di fatto i flashback e il conseguente montaggio utilizzati per la narrazione sono più un elemento di confusione che un vezzo creativo. Tralasciando lo spaesante inizio che, oltre a faticare a decollare, si ricollega alla vicenda narrata solo nel finale, tutto ciò che viene mostrato è un incastro a puzzle di un insieme narrativo che, trattato in questo modo, finisce per risultare in più passaggi incomprensibile.
Non è certo indicativo, ci mancherebbe, ma subito dopo la visione mi è stato necessario ricercare in internet info e spiegazioni in merito a questo progetto.
Il film si ispira all'omonimo testo teatrale di Terence Rattigan e racconta la storia di storia è Hester Collyer, benestante e sposata, che si innamora perdutamente di un ex-pilota della RAF, Freddie Page, e per lui lascia in marito senza attendere il divorzio trasferendosi a vivere in un appartamentino con l'amante. La passione iniziale li brucia, ma con il passare del tempo incorrono i meccanismi della vita, i problemi con l'alcol di lui, la situazione irrisolta del matrimonio di lei... e tutto finisce per complicarsi. Fino ad arrivare al momento in cui Hester tenta il suicidio, che coincide con l'inizio della narrazione della pellicola, ma in realtà a livello temporale è uno degli ultimi episodi prima della conclusione.
Al di là della non poca confusione riguardo al tempo del racconto, sono rimasto molto colpito dalla profondità emotiva che la Weisz riesce a evocare sullo schermo. Essendo un film basato fondamentalmente su di lei, la scommessa di puntare su di lei per 98 lunghi minuti è risultata vincente. Cosa che non si può dire, invece, per la colonna sonora: chiassosa, inopportuna e frastornante nella prima parte, contribuisce a creare una sensazione di pesantezza ad un evento (il tentato suicidio) già di per sé drammatico. I lunghissimi tempi che il regista si prende, poi, non giustificano un così sovrabbondante utilizzo delle note. Nella seconda parte, come di contrappasso, la colonna sonora quasi sparisce. L'ho trovato insensato.
Tutto sommato, quindi, credo che questo adattamento dell'opera teatrale di Rattigan sia solo parzialmente riuscito perché la prova attoriale di Rachel Weisz (nominata ai Golden Globes per questo ruolo) è veramente potente, ma sprecata da una realizzazione se vogliamo anche un po' pretenziosa. Una linea narrativa pulita e sequenziale, oltre che un tentativo di ritmo più incalzante (per quanto possibile, chiaro), avrebbero sicuramente favorito il risultato finale di questo "The Deep Blue Sea". Insomma, è un ni.
Consigli: Se amate la Weisz questa parte è sicuramente una di quelle da vedere (al contrario di "Dream House" che si può serenzamente saltare).
Lascio a voi la curiosità di scoprire il significato che ha, in inglese, il titolo del film. Giusto un indizio: "The film takes its title from her dilemma of being caught between the Devil and the deep blue sea". [Wikipedia]
Parola chiave: Relazione.

Trailer

Ric

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