La visione di questa pellicola è stata veramente complessa: bruttissima giornata per me, audio dello streaming fuori sincro, impossibile trovare link alternativi e la pazienza ai limiti storici...
Film 1026: "Un disastro di ragazza" (2015) di Judd Apatow
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Anche se devo ammettere che non ricadiamo per un pelo in quei casi in cui il trailer è più efficace di tutta la pellicola, devo dire che in generale questo "Trainwreck" non è stato niente male. Lo dico perché ho appena rivisto il trailer e mi sono fatto un paio di belle risate, nonostante nel complesso la pellicola sia meno totalmente omogenea. A mio avviso, dunque, già il fatto di farsi almeno un paio di sane risate grazie ad un commedia prodotta in un altro paese per un altro pubblico, è un ottimo risultato. Ecco perché alla fine non posso dire di non essere rimasto soddisfatto dell'esordio da protagonista di Amy Schumer sul grande schermo (tra l'altro la sceneggiatura è sua, complimenti).
La trama non è certo innovativa: la classica ragazza incasinata che cambia uomo ogni sera, vive alla giornata e per divertirsi, si gode la sua giovane età senza curarsi troppo del futuro - disillusa a causa di una figura paterna poco incline alla monogamia - finirà per incontrare il suo personale grande amore e dovrà fare i conti tra la novità e l'incapacità di gestire il nuovo sentimento e le vecchie abitudini dure a morire. Nel mezzo c'è il quotidiano newyorkese di vita, famiglia, lavoro, amici, locali e, elemento vincente, una scatenata Schumer veramente in grado di fare la differenza. Mimica perfetta, comicità corporea efficacissima, la ragazza è davvero una da tenere d'occhio per quanto riguarda le nuove leve comiche femminili USA (suo lo show "Inside Amy Schumer", viciniore un paio di mesi fa dell'Emmy per Outstanding Variety Sketch Series). Personalmente per me è stata una sorpresa, non avendola mai troppo considerata fino ad ora.
In definitiva, quindi, una pellicola comico-romantica totalmente contemporanea che ha qualche buona battuta efficace, una perfetta protagonista e un effetto d'insieme che tutto sommato funziona. Da non dimenticare, poi, il buon cast tra cui spiccano un John Cena molto comico e molto nudo e una Tilda Swinton che così bella (e stronza) non avevamo mai visto. Per non parlare dei camei di Marisa Tomei e Daniel Radcliffe in versione dogsitter! Vedere per credere.
Cast: Amy Schumer, Bill Hader, Brie Larson, John Cena, Tilda Swinton, Vanessa Bayer, Colin Quinn, Mike Birbiglia, Ezra Miller, LeBron James, Jon Glaser, Marisa Tomei, Daniel Radcliffe, Matthew Broderick, Chris Evert, Marv Albert.
Box Office: $138.3 milioni
Consigli: In cerca di una commedia divertente, politicamente scorretta e con protagonista una ragazza normale che fa cose normali e vive (più o meno) come un qualunque giovane di oggi? Questa è la pellicola perfetta, un mix tra i migliori film di Apatow e la scorrettezza irriverente de "Le amiche della sposa". Inutile dire che certi snodi della trama potrebbero non piacere a tutti, ma assicuro che tutto sommato si tratta di un prodotto piacevole e spensierato, divertente al punto giusto.
Parola chiave: Cheerleader.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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giovedì 5 novembre 2015
Film 1026 - Un disastro di ragazza
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martedì 28 maggio 2013
Film 553 - Una notte da leoni 2
Da giovedì in sala con il terzo capitolo, ho deciso di recuperare il secondo che avevo serenamente snobbato dato che la visione della prima pellicola non mi aveva per nulla catturato.
Film 553: "Una notte da leoni 2" (2011) di Todd Phillips
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia:
Pensieri: Praticamente fotocopia del primo 'hangover' (ovvero post sbronza), questa parte seconda mi ha divertito più o meno quando il suo predecessore, ovvero un po', ma senza esagerare. Completamente privo di ogni benché minima pretesa culturale, di contenuti o approfondimento, è un circo di disavventure e momenti nonsense a volte molto spassosi, a volte solo volgari, che finisce per lasciare un po' frastornati, ma comunque genericamente divertiti.
Nonostante non mi spieghi bene il motivo della sfacciata fortuna di questo prodotto commerciale (il primo film ha vinto anche un Golden Globe come Miglior film musical o commedia!), ho comunque voluto proseguire con questo "The Hangover Part II" dato che il 30 maggio esce il terzo capitolo finale di questa ennesima trilogia, per completare il cerchio, diciamo.
Questo tipo di film è perfettamente catalogabile alla voce 'inutile, ma piacevole', ovvero tutta una serie di pellicole dallo spessore di un foglio di carta che, però, si finisce per guardare in quei momenti in cui o non si ha nulla da fare o non ci si riesce ad accordare su cosa vedere. Insomma, un perfetto riempitivo che, essendo così sfacciatamente orientato al pubblico generico, finirà per non scontentare nessuno. O accontentare.
In questo episodio il black out da dopo sbronza colossale (condita con droghe varie) si svolge a Bangkok, in Thailandia, che è chiaramente un necessario cambiamento di scenario, ma che, di fatto, non influenza in alcun modo lo svolgersi della trama. Lo avessero girato a Tokyo sarebbe stato lo stesso. Appunto perchè, come si diceva all'inizio, questa pellicola è l'esatta copia della precedente, con un cambio minimo di elementi (lo sfondo, appunto, e necessariamente le clamorose situazioni in cui i tre protagonisti Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis si ritrovano). L'esasperazione assurda dell'intreccio narrativo garantisce al film un ritmo costante e una certa sorpresa nello spettatore, felice di vedere che ad ogni casino ne succede un altro in un meccanismo perverso quasi senza fine che rende il tutto molto dinamico. Di certo, insomma, non ci si annoia.
Nel complesso "Una notte da leoni 2" è un prodotto innocuo e a tratti divertente, un film che si lascia seguire tranquillamente e che non fa rimpiangere la scelta di aver deciso di vederlo.
Ps. $581,464,305 di incasso mondiale, cento in più del primo capitolo.
Consigli: A chi è piaciuto il primo non può sfuggire questo capitolo numero 2, in vista poi del terzo episodio al cinema da giovedì! Una trilogia all'insegna degli eccessi per una pellicola spesso assurda e sboccata, ma che certo funziona bene come intrattenimento per una serata in compagnia.
Parola chiave: Scimmia.
Trailer
Bengi

Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia:
Pensieri: Praticamente fotocopia del primo 'hangover' (ovvero post sbronza), questa parte seconda mi ha divertito più o meno quando il suo predecessore, ovvero un po', ma senza esagerare. Completamente privo di ogni benché minima pretesa culturale, di contenuti o approfondimento, è un circo di disavventure e momenti nonsense a volte molto spassosi, a volte solo volgari, che finisce per lasciare un po' frastornati, ma comunque genericamente divertiti.
Nonostante non mi spieghi bene il motivo della sfacciata fortuna di questo prodotto commerciale (il primo film ha vinto anche un Golden Globe come Miglior film musical o commedia!), ho comunque voluto proseguire con questo "The Hangover Part II" dato che il 30 maggio esce il terzo capitolo finale di questa ennesima trilogia, per completare il cerchio, diciamo.
Questo tipo di film è perfettamente catalogabile alla voce 'inutile, ma piacevole', ovvero tutta una serie di pellicole dallo spessore di un foglio di carta che, però, si finisce per guardare in quei momenti in cui o non si ha nulla da fare o non ci si riesce ad accordare su cosa vedere. Insomma, un perfetto riempitivo che, essendo così sfacciatamente orientato al pubblico generico, finirà per non scontentare nessuno. O accontentare.
In questo episodio il black out da dopo sbronza colossale (condita con droghe varie) si svolge a Bangkok, in Thailandia, che è chiaramente un necessario cambiamento di scenario, ma che, di fatto, non influenza in alcun modo lo svolgersi della trama. Lo avessero girato a Tokyo sarebbe stato lo stesso. Appunto perchè, come si diceva all'inizio, questa pellicola è l'esatta copia della precedente, con un cambio minimo di elementi (lo sfondo, appunto, e necessariamente le clamorose situazioni in cui i tre protagonisti Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis si ritrovano). L'esasperazione assurda dell'intreccio narrativo garantisce al film un ritmo costante e una certa sorpresa nello spettatore, felice di vedere che ad ogni casino ne succede un altro in un meccanismo perverso quasi senza fine che rende il tutto molto dinamico. Di certo, insomma, non ci si annoia.
Nel complesso "Una notte da leoni 2" è un prodotto innocuo e a tratti divertente, un film che si lascia seguire tranquillamente e che non fa rimpiangere la scelta di aver deciso di vederlo.
Ps. $581,464,305 di incasso mondiale, cento in più del primo capitolo.
Consigli: A chi è piaciuto il primo non può sfuggire questo capitolo numero 2, in vista poi del terzo episodio al cinema da giovedì! Una trilogia all'insegna degli eccessi per una pellicola spesso assurda e sboccata, ma che certo funziona bene come intrattenimento per una serata in compagnia.
Parola chiave: Scimmia.
Trailer
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martedì 12 marzo 2013
Film 518 - Re della terra selvaggia
Ero curioso di vederlo solo perchè candidato agli Oscar.
Film 518: "Re della terra selvaggia" (2012) di Benh Zeitlin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: Qualcuno mi dica cos'ha fatto di buono questo film per meritarsi 4 nomination all'Oscar, tra cui quella per il Miglior film. Pensavo che peggio de "Il lato positivo - Silver linings playbook" non ci potessere essere nulla a questi ultimi Academy Awards e invece mi sbagliavo alla grande.
Già perchè non è che mi aspettassi nulla da questa pellicola, ma da lì a spingermi a pormi la domanda 'Perchè questa orrendità sì e "Skyfall" no?', per esempio, ce ne vuole. La domanda può tranquillamente riferirsi anche ad altre pellicole come "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato", "Quartet" o "Il cavaliere oscuro - Il ritorno", giusto per citarne alcuni decisamente migliori e quasi totalmente ignorati agli Oscar 2013.
La storia dei due spiantati Wink e la figlia Hushpuppy (Quvenzhané Wallis, candidata all'Oscar) che vivono in un comunità bayou chiamata 'Bathtub' nelle paludi nel profondo sud della Louisiana (in una zona denominata la 'grande vasca' a causa delle alluvione che avvengono nella zona per via dei cicloni) non è minimamente interessante. E' priva di poesia, di qualcosa da raccontare e a volte di un senso vero e proprio. La disperazione che mi hanno trasmesso le immagini, l'infinita tristezza e comunque l'incomprensibile direzione della narrazione mi hanno fatto detestare questa pellicola, di cui tuttora non afferro il significato e la necessità di portarla sul grande schermo.
La figura del padre mi ha infastidito dall'inizio alla fine - sì, lo so che vuole rendere sua figlia indipendente in vista della sua imminente morte che non vuole confidare ad anima viva per via di un orgoglio e uno stordimento da alcolici indecente, ma comunque mi ha disgustato -, mentre la ragazzina, per quanto posso immaginare il perchè delle tante lodi legate alla sua interpretazione, mi è rimasta antipatica. A pelle, a sensazioni e, suppongo, anche influenzato dalla figura paterna che l'ha cresciuta.
Insomma, ho trovato "Beasts of the Southern Wild" privo di alcuna lode, non degno delle menzioni ottenute e deludente su qualunque fronte, oltre che angosciante, duro e in una certa misura ruffiano. Di sicuro il limite di non aver compreso alcun messaggio all'interno della storia è solo mio, ma veramente il film non ha destato in me alcun tipo di interesse. Estremamente deludente.
Consigli: Lo sconsiglio vivamente.
Parola chiave: Aurochs.
Trailer
Bengi

Film 518: "Re della terra selvaggia" (2012) di Benh Zeitlin
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Marco (Mi)
Pensieri: Qualcuno mi dica cos'ha fatto di buono questo film per meritarsi 4 nomination all'Oscar, tra cui quella per il Miglior film. Pensavo che peggio de "Il lato positivo - Silver linings playbook" non ci potessere essere nulla a questi ultimi Academy Awards e invece mi sbagliavo alla grande.
Già perchè non è che mi aspettassi nulla da questa pellicola, ma da lì a spingermi a pormi la domanda 'Perchè questa orrendità sì e "Skyfall" no?', per esempio, ce ne vuole. La domanda può tranquillamente riferirsi anche ad altre pellicole come "Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato", "Quartet" o "Il cavaliere oscuro - Il ritorno", giusto per citarne alcuni decisamente migliori e quasi totalmente ignorati agli Oscar 2013.
La storia dei due spiantati Wink e la figlia Hushpuppy (Quvenzhané Wallis, candidata all'Oscar) che vivono in un comunità bayou chiamata 'Bathtub' nelle paludi nel profondo sud della Louisiana (in una zona denominata la 'grande vasca' a causa delle alluvione che avvengono nella zona per via dei cicloni) non è minimamente interessante. E' priva di poesia, di qualcosa da raccontare e a volte di un senso vero e proprio. La disperazione che mi hanno trasmesso le immagini, l'infinita tristezza e comunque l'incomprensibile direzione della narrazione mi hanno fatto detestare questa pellicola, di cui tuttora non afferro il significato e la necessità di portarla sul grande schermo.
La figura del padre mi ha infastidito dall'inizio alla fine - sì, lo so che vuole rendere sua figlia indipendente in vista della sua imminente morte che non vuole confidare ad anima viva per via di un orgoglio e uno stordimento da alcolici indecente, ma comunque mi ha disgustato -, mentre la ragazzina, per quanto posso immaginare il perchè delle tante lodi legate alla sua interpretazione, mi è rimasta antipatica. A pelle, a sensazioni e, suppongo, anche influenzato dalla figura paterna che l'ha cresciuta.
Insomma, ho trovato "Beasts of the Southern Wild" privo di alcuna lode, non degno delle menzioni ottenute e deludente su qualunque fronte, oltre che angosciante, duro e in una certa misura ruffiano. Di sicuro il limite di non aver compreso alcun messaggio all'interno della storia è solo mio, ma veramente il film non ha destato in me alcun tipo di interesse. Estremamente deludente.
Consigli: Lo sconsiglio vivamente.
Parola chiave: Aurochs.
Trailer
Bengi
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venerdì 1 marzo 2013
Film 513 - Flight
Un'altra pellicola candidata agli Oscar 2013. Questa volta ero stato incuriosito da un trailer piuttosto accattivante...
Film 513: "Flight" (2012) di Robert Zemeckis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non mi piace Denzel Washington, ma mi è piaciuto "Flight". Non avrei dato nomination all'Oscar, in effetti, ma devo ammettere che questa pellicola ha un suo appeal ed è piuttosto godibile.
La storia del pilota che, ubriaco e drogato, riesce a salvare dal disastro totale il volo 277 per Atlanta è certamente affascinante, più che altro perchè accende subito la curiosità di capire come diavolo ciò sia possibile, presentato nel film, giustificato e successivamente analizzato nella trama ("Flight" ha avuto anche la nomination per la sceneggitura originale).
Al di là del fatto che quello di Washington sia un personaggio disprezzabile fino alla fine (con sorpresa), Whip Whitaker è comunque ben sviluppato e articolato: vive una solitudine fatta di alcolici del minibar e strisce di cocaina tentando di colmare un vuoto che non vuole affrontare, procrastinando alla ricerca di una soluzione che però non arriva. Quest'ultima c'è, ma arriva solo nel finale.
Anche qui abbiamo il classico percorso di formazione con storia d'amore annessa, ma non ci si interessa a questo film tanto per la liaison tra Whip e Nicole (Kelly Reilly), ma appunto è il personaggio principale a tenere bene banco con una sorta di magnetismo del degrado umano trasposto bene da Washington sullo schermo. Si prova pena per lui, quasi lo scuseresti per aver volato fumato e sbronzo perchè, in fin dei conti, è l'unico riuscito a portare in salvo quasi tutti i suoi passeggeri quando un'altra decina di piloti (sobri) nei simulatori hanno di fatto fallito ogni tentativo di emularlo. Qundi Whip cos'è? Eroe o cattivo? O forse più un eroe moderno, fatto delle classiche luci ed ombre? Di fatto non credo si possa dire altro se non che Whip è una persona, fatta di tante contraddizzioni e che, bene o male, pagherà per le sue colpe. Quindi no, non è eroe, ma nemmeno il cattivo della situazione. A ognuno di noi il giudizio su questo controverso personaggio. Ma è difficile scegliere da che "parte" stare.
Molto ben realizzata, poi, la parte in volo. Gli effetti speciali incollano alla sedia e, personalmente, sono rimasto concentrantissimo a seguire tutta la scena dell'aereo che precipita senza battere ciglio: veramente adrenalinica!
Altro punto a favore è la parte finale del processo, con un (quasi definibile) cameo di Melissa Leo che sbuca a sorpresa nel ruolo-chiave della seconda parte del film, che riesce a carpire l'attenzione dello spettatore quasi al pari della scena dell'aereo che precipita. Fino all'ultimo attendi di sapere cosa Whip riuscirà a tirare fuori.
In generale, quindi, ho trovato "Flight" un prodotto piacevole, i cui principali grandi difetti sono la lunghezza (138 minuti), un uso smodato di parolacce un po' stancante e un ruolo interessante (quello di John Goodman) ma poco approfondito. Il resto ho trovato filasse abbastanza bene.
Insomma, inaspettatamente anche "Flight" mi è piaciuto, nonostante Denzel Washington.
Ps. Buon incasso al botteghino mondiale con $146,872,375 di incasso a fronte di una spesa di 31 milioni: Robert Zemeckis è tornato!
Consigli: CHi ha paura di volare è meglio che eviti.
La storia dell'eroe americano creata ad arte dai media per poi essere precipitosamente smontata dagli stessi è interessante e da un'idea abbastanza veritiera, a mio avviso, di quanto solitamente tendiamo a dare giudizi veloci e in sole due direzioni: o massimamente buona, o massimamente cattiva. In mezzo, come dimostra questa pellicola, ci sta un mondo (e le persone). Il film avrà i suoi difetti, ma da questo punto di vista ha uno spunto buono.
Parola chiave: Katerina Marquez.
Trailer
Ric

Film 513: "Flight" (2012) di Robert Zemeckis
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non mi piace Denzel Washington, ma mi è piaciuto "Flight". Non avrei dato nomination all'Oscar, in effetti, ma devo ammettere che questa pellicola ha un suo appeal ed è piuttosto godibile.
La storia del pilota che, ubriaco e drogato, riesce a salvare dal disastro totale il volo 277 per Atlanta è certamente affascinante, più che altro perchè accende subito la curiosità di capire come diavolo ciò sia possibile, presentato nel film, giustificato e successivamente analizzato nella trama ("Flight" ha avuto anche la nomination per la sceneggitura originale).
Al di là del fatto che quello di Washington sia un personaggio disprezzabile fino alla fine (con sorpresa), Whip Whitaker è comunque ben sviluppato e articolato: vive una solitudine fatta di alcolici del minibar e strisce di cocaina tentando di colmare un vuoto che non vuole affrontare, procrastinando alla ricerca di una soluzione che però non arriva. Quest'ultima c'è, ma arriva solo nel finale.
Anche qui abbiamo il classico percorso di formazione con storia d'amore annessa, ma non ci si interessa a questo film tanto per la liaison tra Whip e Nicole (Kelly Reilly), ma appunto è il personaggio principale a tenere bene banco con una sorta di magnetismo del degrado umano trasposto bene da Washington sullo schermo. Si prova pena per lui, quasi lo scuseresti per aver volato fumato e sbronzo perchè, in fin dei conti, è l'unico riuscito a portare in salvo quasi tutti i suoi passeggeri quando un'altra decina di piloti (sobri) nei simulatori hanno di fatto fallito ogni tentativo di emularlo. Qundi Whip cos'è? Eroe o cattivo? O forse più un eroe moderno, fatto delle classiche luci ed ombre? Di fatto non credo si possa dire altro se non che Whip è una persona, fatta di tante contraddizzioni e che, bene o male, pagherà per le sue colpe. Quindi no, non è eroe, ma nemmeno il cattivo della situazione. A ognuno di noi il giudizio su questo controverso personaggio. Ma è difficile scegliere da che "parte" stare.
Molto ben realizzata, poi, la parte in volo. Gli effetti speciali incollano alla sedia e, personalmente, sono rimasto concentrantissimo a seguire tutta la scena dell'aereo che precipita senza battere ciglio: veramente adrenalinica!
Altro punto a favore è la parte finale del processo, con un (quasi definibile) cameo di Melissa Leo che sbuca a sorpresa nel ruolo-chiave della seconda parte del film, che riesce a carpire l'attenzione dello spettatore quasi al pari della scena dell'aereo che precipita. Fino all'ultimo attendi di sapere cosa Whip riuscirà a tirare fuori.
In generale, quindi, ho trovato "Flight" un prodotto piacevole, i cui principali grandi difetti sono la lunghezza (138 minuti), un uso smodato di parolacce un po' stancante e un ruolo interessante (quello di John Goodman) ma poco approfondito. Il resto ho trovato filasse abbastanza bene.
Insomma, inaspettatamente anche "Flight" mi è piaciuto, nonostante Denzel Washington.
Ps. Buon incasso al botteghino mondiale con $146,872,375 di incasso a fronte di una spesa di 31 milioni: Robert Zemeckis è tornato!
Consigli: CHi ha paura di volare è meglio che eviti.
La storia dell'eroe americano creata ad arte dai media per poi essere precipitosamente smontata dagli stessi è interessante e da un'idea abbastanza veritiera, a mio avviso, di quanto solitamente tendiamo a dare giudizi veloci e in sole due direzioni: o massimamente buona, o massimamente cattiva. In mezzo, come dimostra questa pellicola, ci sta un mondo (e le persone). Il film avrà i suoi difetti, ma da questo punto di vista ha uno spunto buono.
Parola chiave: Katerina Marquez.
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mercoledì 30 gennaio 2013
Film 500 - The Deep Blue Sea
Ultimo film del 2012 e... 500esimo del blog!!! Per finire un 2012 sostanzialmente andato di merda, con (degli ultimi) quattro giorni inaspettatamente fantastici. E del buon vino rosso siciliano.
Film 500: "The Deep Blue Sea" (2011) di Terence Davies
Visto: dai computer di Leo e mio
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: Toccante e intenso, questo film è, tuttavia, discontinuo.
Nonostante la meravigliosa recitazione della protagonista Rachel Weisz e la buona prova di Tom Hiddleston ("Thor", "War Horse", "The Avengers"), la trama è spesso disfunzionale al prodotto finito.
Non so se per scelte stilistiche del regista (qui anche sceneggiatore) Terence Davies, ma di fatto i flashback e il conseguente montaggio utilizzati per la narrazione sono più un elemento di confusione che un vezzo creativo. Tralasciando lo spaesante inizio che, oltre a faticare a decollare, si ricollega alla vicenda narrata solo nel finale, tutto ciò che viene mostrato è un incastro a puzzle di un insieme narrativo che, trattato in questo modo, finisce per risultare in più passaggi incomprensibile.
Non è certo indicativo, ci mancherebbe, ma subito dopo la visione mi è stato necessario ricercare in internet info e spiegazioni in merito a questo progetto.
Il film si ispira all'omonimo testo teatrale di Terence Rattigan e racconta la storia di storia è Hester Collyer, benestante e sposata, che si innamora perdutamente di un ex-pilota della RAF, Freddie Page, e per lui lascia in marito senza attendere il divorzio trasferendosi a vivere in un appartamentino con l'amante. La passione iniziale li brucia, ma con il passare del tempo incorrono i meccanismi della vita, i problemi con l'alcol di lui, la situazione irrisolta del matrimonio di lei... e tutto finisce per complicarsi. Fino ad arrivare al momento in cui Hester tenta il suicidio, che coincide con l'inizio della narrazione della pellicola, ma in realtà a livello temporale è uno degli ultimi episodi prima della conclusione.
Al di là della non poca confusione riguardo al tempo del racconto, sono rimasto molto colpito dalla profondità emotiva che la Weisz riesce a evocare sullo schermo. Essendo un film basato fondamentalmente su di lei, la scommessa di puntare su di lei per 98 lunghi minuti è risultata vincente. Cosa che non si può dire, invece, per la colonna sonora: chiassosa, inopportuna e frastornante nella prima parte, contribuisce a creare una sensazione di pesantezza ad un evento (il tentato suicidio) già di per sé drammatico. I lunghissimi tempi che il regista si prende, poi, non giustificano un così sovrabbondante utilizzo delle note. Nella seconda parte, come di contrappasso, la colonna sonora quasi sparisce. L'ho trovato insensato.
Tutto sommato, quindi, credo che questo adattamento dell'opera teatrale di Rattigan sia solo parzialmente riuscito perché la prova attoriale di Rachel Weisz (nominata ai Golden Globes per questo ruolo) è veramente potente, ma sprecata da una realizzazione se vogliamo anche un po' pretenziosa. Una linea narrativa pulita e sequenziale, oltre che un tentativo di ritmo più incalzante (per quanto possibile, chiaro), avrebbero sicuramente favorito il risultato finale di questo "The Deep Blue Sea". Insomma, è un ni.
Consigli: Se amate la Weisz questa parte è sicuramente una di quelle da vedere (al contrario di "Dream House" che si può serenzamente saltare).
Lascio a voi la curiosità di scoprire il significato che ha, in inglese, il titolo del film. Giusto un indizio: "The film takes its title from her dilemma of being caught between the Devil and the deep blue sea". [Wikipedia]
Parola chiave: Relazione.
Trailer
Ric
Film 500: "The Deep Blue Sea" (2011) di Terence Davies
Visto: dai computer di Leo e mio
Lingua: inglese
Compagnia: Leoo
Pensieri: Toccante e intenso, questo film è, tuttavia, discontinuo.
Nonostante la meravigliosa recitazione della protagonista Rachel Weisz e la buona prova di Tom Hiddleston ("Thor", "War Horse", "The Avengers"), la trama è spesso disfunzionale al prodotto finito.
Non so se per scelte stilistiche del regista (qui anche sceneggiatore) Terence Davies, ma di fatto i flashback e il conseguente montaggio utilizzati per la narrazione sono più un elemento di confusione che un vezzo creativo. Tralasciando lo spaesante inizio che, oltre a faticare a decollare, si ricollega alla vicenda narrata solo nel finale, tutto ciò che viene mostrato è un incastro a puzzle di un insieme narrativo che, trattato in questo modo, finisce per risultare in più passaggi incomprensibile.
Non è certo indicativo, ci mancherebbe, ma subito dopo la visione mi è stato necessario ricercare in internet info e spiegazioni in merito a questo progetto.
Il film si ispira all'omonimo testo teatrale di Terence Rattigan e racconta la storia di storia è Hester Collyer, benestante e sposata, che si innamora perdutamente di un ex-pilota della RAF, Freddie Page, e per lui lascia in marito senza attendere il divorzio trasferendosi a vivere in un appartamentino con l'amante. La passione iniziale li brucia, ma con il passare del tempo incorrono i meccanismi della vita, i problemi con l'alcol di lui, la situazione irrisolta del matrimonio di lei... e tutto finisce per complicarsi. Fino ad arrivare al momento in cui Hester tenta il suicidio, che coincide con l'inizio della narrazione della pellicola, ma in realtà a livello temporale è uno degli ultimi episodi prima della conclusione.
Al di là della non poca confusione riguardo al tempo del racconto, sono rimasto molto colpito dalla profondità emotiva che la Weisz riesce a evocare sullo schermo. Essendo un film basato fondamentalmente su di lei, la scommessa di puntare su di lei per 98 lunghi minuti è risultata vincente. Cosa che non si può dire, invece, per la colonna sonora: chiassosa, inopportuna e frastornante nella prima parte, contribuisce a creare una sensazione di pesantezza ad un evento (il tentato suicidio) già di per sé drammatico. I lunghissimi tempi che il regista si prende, poi, non giustificano un così sovrabbondante utilizzo delle note. Nella seconda parte, come di contrappasso, la colonna sonora quasi sparisce. L'ho trovato insensato.
Tutto sommato, quindi, credo che questo adattamento dell'opera teatrale di Rattigan sia solo parzialmente riuscito perché la prova attoriale di Rachel Weisz (nominata ai Golden Globes per questo ruolo) è veramente potente, ma sprecata da una realizzazione se vogliamo anche un po' pretenziosa. Una linea narrativa pulita e sequenziale, oltre che un tentativo di ritmo più incalzante (per quanto possibile, chiaro), avrebbero sicuramente favorito il risultato finale di questo "The Deep Blue Sea". Insomma, è un ni.
Consigli: Se amate la Weisz questa parte è sicuramente una di quelle da vedere (al contrario di "Dream House" che si può serenzamente saltare).
Lascio a voi la curiosità di scoprire il significato che ha, in inglese, il titolo del film. Giusto un indizio: "The film takes its title from her dilemma of being caught between the Devil and the deep blue sea". [Wikipedia]
Parola chiave: Relazione.
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martedì 20 novembre 2012
Film 482 - The Wedding Party
In uno dei nostri raduni sentimentali abbiamo deciso di provare con la visione di questa pellicola teoricamente commedia che eravamo tutti curiosi di vedere per svagarci un po'.
Film 482: "The Wedding Party" (2012) di Leslye Headland
Visto: dalla tv della Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Jessica, Mery, Francesco
Pensieri: Prego chiunque fosse intenzionato di vedere "The Wedding Party" di desistere. No, non è come "Le amiche della sposa" e non ci si avvicina nemmeno lontanamente. Non è neanche la classica commedia america degli stupidi equivoci. E' solo un'accozzaglia insensata di luoghi comuni - sia negativi che positivi - delle peggiori produzioni di serie B made in USA. Tra l'altro spacciata come produzione di serie A.
Già, perchè nel cast abbiamo niente meno che la brava Kirsten Dunst ("Intervista col vampiro - Cronache di vampiri", "Mona Lisa smile", "Melancholia", "On the Road"), Isla Fisher ("I Love Shopping", "2 single a nozze"), Lizzy Caplan (che era più in carne in "Mean Girls"), James Marsden (Cyclope nella trilogia di "X-Men"), Adam Scott ("Piranha 3D", "Una proposta per dire sì", "Quel mostro di suocera") e la molto strana Rebel Wilson ("Che cosa aspettarsi quando si aspetta" e proprio "Le amiche della sposa"). Insomma, una serie di nomi che, all'interno del circuito cinema easy dovrebbe essere quantomeno sinonimo di garanzia.
Invece questo "Bachelorette" non solo non ha alcun ritmo e gag trite e ritrite - si intuisce già come finisce. Ma va?! -, ma si lancia in una costante campagna contro l'amica "cicciona" che, se all'inizio potrebbe anche essere divertente, è talmente portata all'esasperazione che non funziona più. Perchè mai, in fin dei conti, dovrebbe essere un problema se il personaggio di Becky, evidentemente in sovrappeso, si sposa prima delle altre secche e alla moda 'amiche' di adolescenza?
Altrettanto fuoriluogo la serie di battute sessuali di uno spinto che - e ce ne vuole! - hanno imbarazzato perfino me. Siamo ai livelli della scena del sapone bianco in faccia di "Ted".
E, per finire, c'è un'acidità di fondo che non credo sia salutare rappresentare. Ok lo stress, ok il carattere, ma a volte è gratuita e ingiustificata. Probabilmente essendo un prodotto di così infimo livello, ha instaurato in me un meccanismo di repulsione totale anche verso aspetti che normalmente considero accettabili.
Insomma, direi che è una pellicola che non ha ragione di essere vista, come non aveva ragione di essere prodotta. Uno spreco in tutti i sensi.
Consigli: Inutile vederlo. E' brutto e insensato.
Parola chiave: Vestito da sposa.
Trailer
Ric
Film 482: "The Wedding Party" (2012) di Leslye Headland
Visto: dalla tv della Mery
Lingua: italiano
Compagnia: Jessica, Mery, Francesco
Pensieri: Prego chiunque fosse intenzionato di vedere "The Wedding Party" di desistere. No, non è come "Le amiche della sposa" e non ci si avvicina nemmeno lontanamente. Non è neanche la classica commedia america degli stupidi equivoci. E' solo un'accozzaglia insensata di luoghi comuni - sia negativi che positivi - delle peggiori produzioni di serie B made in USA. Tra l'altro spacciata come produzione di serie A.
Già, perchè nel cast abbiamo niente meno che la brava Kirsten Dunst ("Intervista col vampiro - Cronache di vampiri", "Mona Lisa smile", "Melancholia", "On the Road"), Isla Fisher ("I Love Shopping", "2 single a nozze"), Lizzy Caplan (che era più in carne in "Mean Girls"), James Marsden (Cyclope nella trilogia di "X-Men"), Adam Scott ("Piranha 3D", "Una proposta per dire sì", "Quel mostro di suocera") e la molto strana Rebel Wilson ("Che cosa aspettarsi quando si aspetta" e proprio "Le amiche della sposa"). Insomma, una serie di nomi che, all'interno del circuito cinema easy dovrebbe essere quantomeno sinonimo di garanzia.
Invece questo "Bachelorette" non solo non ha alcun ritmo e gag trite e ritrite - si intuisce già come finisce. Ma va?! -, ma si lancia in una costante campagna contro l'amica "cicciona" che, se all'inizio potrebbe anche essere divertente, è talmente portata all'esasperazione che non funziona più. Perchè mai, in fin dei conti, dovrebbe essere un problema se il personaggio di Becky, evidentemente in sovrappeso, si sposa prima delle altre secche e alla moda 'amiche' di adolescenza?
Altrettanto fuoriluogo la serie di battute sessuali di uno spinto che - e ce ne vuole! - hanno imbarazzato perfino me. Siamo ai livelli della scena del sapone bianco in faccia di "Ted".
E, per finire, c'è un'acidità di fondo che non credo sia salutare rappresentare. Ok lo stress, ok il carattere, ma a volte è gratuita e ingiustificata. Probabilmente essendo un prodotto di così infimo livello, ha instaurato in me un meccanismo di repulsione totale anche verso aspetti che normalmente considero accettabili.
Insomma, direi che è una pellicola che non ha ragione di essere vista, come non aveva ragione di essere prodotta. Uno spreco in tutti i sensi.
Consigli: Inutile vederlo. E' brutto e insensato.
Parola chiave: Vestito da sposa.
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martedì 6 novembre 2012
Film 476 - Ted
Ultimo spettacolo dell'ultimo giorno di programmazione. E, all'uscita, perfino il poster del film regalato.
Ed è subito Ted-mania.
Film 476: "Ted" (2012) di Seth MacFarlane
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Mery, Francesco
Pensieri: In effetti la curiosità c'era. Come trasformare la favola del bambino che esprime il classico desiderio natalizio (che poi si avvera) in qualcosa che perdura fino all'età adulta? Già perché qui il bambino in questione (John Bennett/Mark Wahlberg) desidera avere un amichetto per la vita, un compagno fedele che possa condividere con lui l'esperienza della crescita. E a chi affida questo fondamentale sogno? All'orso di peluche che i suoi genitori gli hanno appena regalato per Natale.
A mio avviso l'incipit è già di per sé interessante. Era quindi doveroso cercare di capire come Seth MacFarlane (qui regista, sceneggiatore e doppiatore dell'orsetto, nonché creatore de "I Griffin") avrebbe proseguito con la trama.
Ne è venuto fuori che Ted e John sono una coppia comica sb(r)occata e fuori di testa, un duo esplosivo che funziona davvero nonostante il binomio adulto-ragazzino/orsetto di peluche potrebbe non sembrare dei più entusiasmanti.
E invece questa pellicola è divertente e solo apparentemente frivola, con una serie di critiche anche percepibili (John eterno ragazzo che non si decide mai a prendere sul serio la propria vita e relazione; la natura morbosa di certi rapporti di amicizia; i contenuti scadenti di certi prodotti televisivi/musicali/cinematografici; la sovraesposizione mediatica che regala fama inconsistente e non duratura;...) e uno svolgimento che, ne sono sicuro, il pubblico giovane apprezzerà senza riserve.
Dall'altra parte, però, devo ammettere che sono rimasto piuttosto sorpreso dall'abbondanza di volgarità: che sia una specie di contrappasso? Al pupazzo solitamente associato a un'immagine di dolcezza e tenerezza si affida, invece, un carattere privo di pudore e spesso legato a situazioni inappropriate. La scena del sapone alla cassa del supermercato, diciamo, si poteva evitare.
Detto ciò, preso dunque come assodato che "Ted" non può essere una pellicola per palati raffinati, ci si può godere lo spassoso orsetto far scintille con la coppia Wahlberg-Mila Kunis (di una bellezza folgorante) per 106minuti di spassoso e disimpegnato divertimento.
Penso di poter dire che sia una delle commedie sbroccate più piacevoli che abbia visto quest'anno assieme a "Le amiche della sposa". Ogni tanto un po' di spassosa volgarità ci sta!
Ps. Tra i volti noti anche Joel McHale ("The Informant!", "(S)ex list", "Un anno da leoni"), Giovanni Ribisi ("Avatar", "Ritorno a Cold Mountain"), Tom Skerritt ("Alien", "Top Gun", "Brothers & Sisters") e la cantante Norah Jones ("Un bacio romantico").
Consigli: Spasso e divertente, pieno di volgarità (va detto) e vietato ai minori, eppure uno dei successi commerciali più grandi dell'anno con $496,165,740 di incasso mondiale. "Ted" può piacere o può infastidire, m è bene porni con un'attitudine ben disposta a scurrilità e gag surreali. Preso nel verso giusto - nessuno si offenda! - è davvero carino. Che ci piova una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, come è successo l'annoscorso per “Bridesmaids”?
Parola chiave: Desiderio.
Trailer
BB
Ed è subito Ted-mania.
Film 476: "Ted" (2012) di Seth MacFarlane
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Mery, Francesco
Pensieri: In effetti la curiosità c'era. Come trasformare la favola del bambino che esprime il classico desiderio natalizio (che poi si avvera) in qualcosa che perdura fino all'età adulta? Già perché qui il bambino in questione (John Bennett/Mark Wahlberg) desidera avere un amichetto per la vita, un compagno fedele che possa condividere con lui l'esperienza della crescita. E a chi affida questo fondamentale sogno? All'orso di peluche che i suoi genitori gli hanno appena regalato per Natale.
A mio avviso l'incipit è già di per sé interessante. Era quindi doveroso cercare di capire come Seth MacFarlane (qui regista, sceneggiatore e doppiatore dell'orsetto, nonché creatore de "I Griffin") avrebbe proseguito con la trama.
Ne è venuto fuori che Ted e John sono una coppia comica sb(r)occata e fuori di testa, un duo esplosivo che funziona davvero nonostante il binomio adulto-ragazzino/orsetto di peluche potrebbe non sembrare dei più entusiasmanti.
E invece questa pellicola è divertente e solo apparentemente frivola, con una serie di critiche anche percepibili (John eterno ragazzo che non si decide mai a prendere sul serio la propria vita e relazione; la natura morbosa di certi rapporti di amicizia; i contenuti scadenti di certi prodotti televisivi/musicali/cinematografici; la sovraesposizione mediatica che regala fama inconsistente e non duratura;...) e uno svolgimento che, ne sono sicuro, il pubblico giovane apprezzerà senza riserve.
Dall'altra parte, però, devo ammettere che sono rimasto piuttosto sorpreso dall'abbondanza di volgarità: che sia una specie di contrappasso? Al pupazzo solitamente associato a un'immagine di dolcezza e tenerezza si affida, invece, un carattere privo di pudore e spesso legato a situazioni inappropriate. La scena del sapone alla cassa del supermercato, diciamo, si poteva evitare.
Detto ciò, preso dunque come assodato che "Ted" non può essere una pellicola per palati raffinati, ci si può godere lo spassoso orsetto far scintille con la coppia Wahlberg-Mila Kunis (di una bellezza folgorante) per 106minuti di spassoso e disimpegnato divertimento.
Penso di poter dire che sia una delle commedie sbroccate più piacevoli che abbia visto quest'anno assieme a "Le amiche della sposa". Ogni tanto un po' di spassosa volgarità ci sta!
Ps. Tra i volti noti anche Joel McHale ("The Informant!", "(S)ex list", "Un anno da leoni"), Giovanni Ribisi ("Avatar", "Ritorno a Cold Mountain"), Tom Skerritt ("Alien", "Top Gun", "Brothers & Sisters") e la cantante Norah Jones ("Un bacio romantico").
Consigli: Spasso e divertente, pieno di volgarità (va detto) e vietato ai minori, eppure uno dei successi commerciali più grandi dell'anno con $496,165,740 di incasso mondiale. "Ted" può piacere o può infastidire, m è bene porni con un'attitudine ben disposta a scurrilità e gag surreali. Preso nel verso giusto - nessuno si offenda! - è davvero carino. Che ci piova una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, come è successo l'annoscorso per “Bridesmaids”?
Parola chiave: Desiderio.
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mercoledì 19 settembre 2012
Film 452 - Project X - Una festa che spacca
Sulla falsa riga di "Finalmente Maggiorenni" e "Suxbad - Tre menti sopra il pelo"...
Film 452: "Project X - Una festa che spacca" (2012) di Nima Nourizadeh
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Già dal trailer si capisce che le tematiche principali di questo film sono il riscatto sociale, fare casino ad ogni costo - vedi sfasciarsi -, sesso e tutto ciò che ne deriva. Con questi presupposti è bene ricordare che approcciandosi a questo tipo di film i contenuti non potranno essere di alto livello.
Detto ciò "Project X" è divertente soprattutto nel finale e, anzi, per una buona parte delle riprese della festa in atto ci si annoia abbastanza. Inutile guardare la festa, più che altro ci si vorrebbe essere, diciamo.
Il tutto ruota, chiaramente, attorno ai tre nerd protagonisti che vogliono assolutamente cambiare la loro condizione per tramutarla in quella di cool attraverso l'organizzazione della festa del secolo. Un party di compleanno che sfocia in guerriglia urbana si può certamente definire epico. Di conseguenza, oltre a doversi trovare dei buoni avvocati, i ragazzi riusciranno nel loro intento. La pellicola come prodotto in sé è fedele a quello che promette, ma in fin dei conti forse mi aspettavo qualcosa di più. Meno festeggiamenti - si insiste troppo a proporre immagini di ragazzi che ballano o bevono, vista una viste tutte - e più colpi di scena sarebbero stati certamente più graditi. Capisco, comunque, che puntando su un pubblico giovanile definibile come 'casinaro', il lusso di concedersi una trama praticamente nulla giocando tutto sull'appeal del divertirsi-distruggendosi-è-figo si poteva rischiare. Del resto anche io l'ho visto solo per quello...
Risultato più che sbalorditivo al botteghino (l'idea ha funzionato!): 12 milioni per produrlo, $100.9 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo.
Consigli: E' solo un film su una festa che tramuta in in anarchia. Se la serata è all'insegna del vuoto cosmico, questo è il film che fa per voi.
Parola chiave: Nano.
Trailer
BB
Film 452: "Project X - Una festa che spacca" (2012) di Nima Nourizadeh
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Già dal trailer si capisce che le tematiche principali di questo film sono il riscatto sociale, fare casino ad ogni costo - vedi sfasciarsi -, sesso e tutto ciò che ne deriva. Con questi presupposti è bene ricordare che approcciandosi a questo tipo di film i contenuti non potranno essere di alto livello.
Detto ciò "Project X" è divertente soprattutto nel finale e, anzi, per una buona parte delle riprese della festa in atto ci si annoia abbastanza. Inutile guardare la festa, più che altro ci si vorrebbe essere, diciamo.
Il tutto ruota, chiaramente, attorno ai tre nerd protagonisti che vogliono assolutamente cambiare la loro condizione per tramutarla in quella di cool attraverso l'organizzazione della festa del secolo. Un party di compleanno che sfocia in guerriglia urbana si può certamente definire epico. Di conseguenza, oltre a doversi trovare dei buoni avvocati, i ragazzi riusciranno nel loro intento. La pellicola come prodotto in sé è fedele a quello che promette, ma in fin dei conti forse mi aspettavo qualcosa di più. Meno festeggiamenti - si insiste troppo a proporre immagini di ragazzi che ballano o bevono, vista una viste tutte - e più colpi di scena sarebbero stati certamente più graditi. Capisco, comunque, che puntando su un pubblico giovanile definibile come 'casinaro', il lusso di concedersi una trama praticamente nulla giocando tutto sull'appeal del divertirsi-distruggendosi-è-figo si poteva rischiare. Del resto anche io l'ho visto solo per quello...
Risultato più che sbalorditivo al botteghino (l'idea ha funzionato!): 12 milioni per produrlo, $100.9 milioni di dollari di incasso in tutto il mondo.
Consigli: E' solo un film su una festa che tramuta in in anarchia. Se la serata è all'insegna del vuoto cosmico, questo è il film che fa per voi.
Parola chiave: Nano.
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lunedì 26 marzo 2012
Film 372 - Bad Teacher - Una cattiva maestra
Ed ecco un film che mi ero perso al cinema ma che volevo assolutamente recuperare!
Film 372: "Bad Teacher - Una cattiva maestra" (2011) di Jake Kasdan
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Marco
Pensieri: Divertente e sbroccato, "Bad Teacher" è una di quelle classiche commedie americane che passano negli ultimi tempi. Molto fisica e poco 'filosofica', gioca tutto sull'appeal dei suoi attori (aggiungiamoci pure che qui ci sono gli ex per davvero Diaz e Timberlake) e su un certo gusto dell'irriverenza che tanto piace al pubblico medio contemporaneo. Io mi inserisco volentieri in questa categoria sociale in quanto, non ne faccio mistero, fruisco spesso e volentieri di prodotti come questo.
Sì, mi è piaciuto e trovo che, in una stagione filmica in cui non ci sono stati grandi scossoni, in effetti questo possa essere un film comico-commerciale capace di essere all'altezza del nome che porta. Chiaramente non è nulla di speciale, ma decidere di trattare l'argomento assolutamente scorretto della prof. ammiccante, sexy e assolutamente svogliata nonché cacciatrice di dote ha saputo carpire la mia attenzione. La Diaz è ottima in questa parte e, alla veneranda età di 40 anni (il 30 agosto), ha l'invidiabile physique du rôle adatto alla parte.
Imbalsamato - per necessità di copione - è, invece, Justine Timberlake, sempre più lanciato nel mondo della recitazione (ha quattro Emmy al suo attivo grazie alle apparizioni al Saturday Night Live) e, in particolare, in quello della commedia dal sesso esplicito facile. A questa pellicola, infatti, è seguita quella con la Kunis dall'esplicativo titolo "Amici di letto".
Cicciottello e impacciato, ma dal cuore d'oro - contrapposto al belloccio Timberlake - è Jason Segel, uno che di commediole americane se ne intende ("Molto incinta", "Non mi scaricare", "I Love You, Man"), oltre che di tv show di gran successo ("E alla fine arriva mamma!").
Insomma il cast è azzeccato e gioca a favore di un prodotto popolare, sì, ma che fa ridere e intrattiene. Inutile dire che bisogna essere di idee aperte ed evitare certi moralismi che renderebbero difficoltosa la visione di un film come questo, però se si è fan del genere è di sicuro un prodotto che vale la pena di essere visto.
Ps. $216,197,492 di incasso mondiale.
Consigli: Per una serata tra amici è il diversivo perfetto perchè è divertente e non impegnato, oltre che abbastanza azzardato da risultare perfetto per qualche battuta post visione.
Parola chiave: Bonus.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 372: "Bad Teacher - Una cattiva maestra" (2011) di Jake Kasdan
Visto: dalla tv del Puffo
Lingua: italiano
Compagnia: Andrea Puffo, Marco
Pensieri: Divertente e sbroccato, "Bad Teacher" è una di quelle classiche commedie americane che passano negli ultimi tempi. Molto fisica e poco 'filosofica', gioca tutto sull'appeal dei suoi attori (aggiungiamoci pure che qui ci sono gli ex per davvero Diaz e Timberlake) e su un certo gusto dell'irriverenza che tanto piace al pubblico medio contemporaneo. Io mi inserisco volentieri in questa categoria sociale in quanto, non ne faccio mistero, fruisco spesso e volentieri di prodotti come questo.
Sì, mi è piaciuto e trovo che, in una stagione filmica in cui non ci sono stati grandi scossoni, in effetti questo possa essere un film comico-commerciale capace di essere all'altezza del nome che porta. Chiaramente non è nulla di speciale, ma decidere di trattare l'argomento assolutamente scorretto della prof. ammiccante, sexy e assolutamente svogliata nonché cacciatrice di dote ha saputo carpire la mia attenzione. La Diaz è ottima in questa parte e, alla veneranda età di 40 anni (il 30 agosto), ha l'invidiabile physique du rôle adatto alla parte.
Imbalsamato - per necessità di copione - è, invece, Justine Timberlake, sempre più lanciato nel mondo della recitazione (ha quattro Emmy al suo attivo grazie alle apparizioni al Saturday Night Live) e, in particolare, in quello della commedia dal sesso esplicito facile. A questa pellicola, infatti, è seguita quella con la Kunis dall'esplicativo titolo "Amici di letto".
Cicciottello e impacciato, ma dal cuore d'oro - contrapposto al belloccio Timberlake - è Jason Segel, uno che di commediole americane se ne intende ("Molto incinta", "Non mi scaricare", "I Love You, Man"), oltre che di tv show di gran successo ("E alla fine arriva mamma!").
Insomma il cast è azzeccato e gioca a favore di un prodotto popolare, sì, ma che fa ridere e intrattiene. Inutile dire che bisogna essere di idee aperte ed evitare certi moralismi che renderebbero difficoltosa la visione di un film come questo, però se si è fan del genere è di sicuro un prodotto che vale la pena di essere visto.
Ps. $216,197,492 di incasso mondiale.
Consigli: Per una serata tra amici è il diversivo perfetto perchè è divertente e non impegnato, oltre che abbastanza azzardato da risultare perfetto per qualche battuta post visione.
Parola chiave: Bonus.
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martedì 5 aprile 2011
Film 238 - Una notte con Beth Cooper
Che le commedie americane mi piacciano non è certo una novità. Da questa, però, non sapevo cosa aspettarvi. Vuoi per il basso richiamo mediatico o per il poco incasso commerciale, insomma, temevo nella fregatura. E invece...

Film 238: "Una notte con Beth Cooper" (2009) di Chris Columbus
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Hayden Panettiere è, di primo acchito, piuttosto carina. Bionda dallo sguardo un po' misto pazzo-fatale, giovane e curata, bellissimi occhi.
Peccato che, a ben guardare, risultino una serie di elementi meno armonici del previsto. Testa gigante (sicuramente anche dovuta all'acconciatura cotonato-voluminosa) e corpo piccolo, braccia tozze, un'idea di insieme che ricorda qualche tracca di nanismo.
Sorvolato l'effetto - un po' deludente all'inizio - della bambolina sexy in realtà a volte vagamente impacciata (guardarla guidare un Hammer fa uno strano effetto), ci si ritrova davanti ad una commedia a basso budget (neanche 20ml di $) piuttosto divertente e fuori dagli schemi.
La regia di Chris Columbus ("Mamma, ho perso l'aereo", "Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre", "Harry Potter" 1 e 2, "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini") è piuttosto impersonale, a dire il vero, ed è il connubio trama-attori a farla da padrone.
Molto fisico nella sua interpretazione lo sconosciuto (e drammaticamente divertente-sfigato) Paul Rust; la Panettiere stessa, a sorpresa, ha negli occhi quella scintilla folle che il suo personaggio richiede; i personaggi spalla molto divertenti anche se sicuramente convenzionali.
Come si diceva, sceneggiatura azzeccata e scoppiettante - che naturalmente ricade nell'happy end di categoria - che ingrana soprattutto nelle situazioni più estreme e fuori dagli schemi.
La notte di Mr. Nerd Denis Cooverman/Rust con Miss Beth Cooper/Panettiere non sarà per niente una passeggiata, ma valrà sicuramente il 'prezzo del biglietto'. Ovviamente viene iserita anche una parte più ponderata e tendente-introspettiva (omosessualità, vita dopo il college, università, futuro), ma non rovina troppo il sapore spensierato di un prodotto easy come questo.
Di fatto un mix divertente per una leggerissima commedia generazionale (a tratti grottesca) dei maldestri equivoci che, fortunatamente, lascia con un sorriso (spensierato) sulle labbra.
Ps. Questo film ricorda molto "Easy A" con Emma Stone!
Consigli: Assolutamente un film da vedere in compagnia per farsi quattro risate!
Parola chiave: Beth Cooper.
Trailer
Ric

Film 238: "Una notte con Beth Cooper" (2009) di Chris Columbus
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Hayden Panettiere è, di primo acchito, piuttosto carina. Bionda dallo sguardo un po' misto pazzo-fatale, giovane e curata, bellissimi occhi.
Peccato che, a ben guardare, risultino una serie di elementi meno armonici del previsto. Testa gigante (sicuramente anche dovuta all'acconciatura cotonato-voluminosa) e corpo piccolo, braccia tozze, un'idea di insieme che ricorda qualche tracca di nanismo.
Sorvolato l'effetto - un po' deludente all'inizio - della bambolina sexy in realtà a volte vagamente impacciata (guardarla guidare un Hammer fa uno strano effetto), ci si ritrova davanti ad una commedia a basso budget (neanche 20ml di $) piuttosto divertente e fuori dagli schemi.
La regia di Chris Columbus ("Mamma, ho perso l'aereo", "Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre", "Harry Potter" 1 e 2, "Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini") è piuttosto impersonale, a dire il vero, ed è il connubio trama-attori a farla da padrone.
Molto fisico nella sua interpretazione lo sconosciuto (e drammaticamente divertente-sfigato) Paul Rust; la Panettiere stessa, a sorpresa, ha negli occhi quella scintilla folle che il suo personaggio richiede; i personaggi spalla molto divertenti anche se sicuramente convenzionali.
Come si diceva, sceneggiatura azzeccata e scoppiettante - che naturalmente ricade nell'happy end di categoria - che ingrana soprattutto nelle situazioni più estreme e fuori dagli schemi.
La notte di Mr. Nerd Denis Cooverman/Rust con Miss Beth Cooper/Panettiere non sarà per niente una passeggiata, ma valrà sicuramente il 'prezzo del biglietto'. Ovviamente viene iserita anche una parte più ponderata e tendente-introspettiva (omosessualità, vita dopo il college, università, futuro), ma non rovina troppo il sapore spensierato di un prodotto easy come questo.
Di fatto un mix divertente per una leggerissima commedia generazionale (a tratti grottesca) dei maldestri equivoci che, fortunatamente, lascia con un sorriso (spensierato) sulle labbra.
Ps. Questo film ricorda molto "Easy A" con Emma Stone!
Consigli: Assolutamente un film da vedere in compagnia per farsi quattro risate!
Parola chiave: Beth Cooper.
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Ric
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