E' tempo di mettersi avanti con gli Oscar. Meno di un mese fa ero in Lussemburgo e, durante un freddo pomeriggio libero, ho deciso di andare al cinema per cominciare a documentarmi personalmente a proposito di questi Academy Awards 2013. Partendo dal film con più nomination.
Film 506: "Lincoln" (2012) di Steven Spielberg
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Vanno chiariti subito alcuni punti: a) "Lincoln" mi è piaciuto, b) vederlo in inglese ha reso ardua la comprensione di alcuni passaggi, c) lo rivedrei, anche solo per capire tutto al 100%.
Chiaro che la storia è nota, gli avvenimenti che si susseguono pure, quindi il basic è stato più che compreso. Mi sono perso, invece, per quanto riguarda la terminologia bellica e spesso durante i dibattiti riguardo la costituzione, sue parti o comunque argomenti di legge e diritto il cui linguaggio preciso è perlopiù a me sconosciuto. Detto ciò, questa pellicola rimane certamente un prodotto di qualità non fosse anche solo per il cast magnifico e la regia oculata di un grande narratore.
Dopo aver palesemente toppato con la questione "War Horse", Spielberg ritrova tocco e ispirazione e dirige magistralmente attori perfettamente adatti alla loro parte. O, diciamo, capaci di essere nella parte. Dico così solo ed esclusivamente in riferimento al fatto che Sally Field, qui moglie di Lincoln, più che la compagna sembra la madre (per non dire la nonna). Di fatto la Field e Daniel Day-Lewis, che qui interpreta il 16esimo presidente degli Stati Uniti, hanno 11 anni di differenza, però l'effetto sembra suggerire un divario d'età maggiore. Nella realtà, poi, la coppia presidenziale aveva 9 anni di differenza in favore di Mary Todd Lincoln. Accettato questo ' compromesso' comunque, è inutile dire che la coppia di attori è particolarmente dotata. L'interpretazione della Field tocca punti drammatici davvero commoventi; Day-Lewis regge sulle sue sole spalle un intero film con capacità camaleontiche impressionanti (di sicuro sull'aspetto, come parlasse Lincoln non è dato sapere) e una certa verve recitativa in crescendo man mano che la trama (leggere questione degli schiavi) si fa più intensa.
Nel duo di attori si inserisce, ad un certo punto della storia, una figura all'inizio ambigua e che lascia insospettiti. Tommy Lee Jones interpreta Thaddeus Stevens, personaggio con sorpresa finale non da poco (il buonismo spielberghiano a volte però è eccessivo). A conti fatti, se devo essere onesto, è però l'interpretazione di Jones quella che mi ha colpito e soddisfatto di più di questo "Lincoln". Sarà perchè quella del protagonista era già stata tanto pubblicizzata come fantastica che ho finito per dare per scontato che fosse così, comunque di fatto, uscito dalla sala, è il personaggio non protagonista Stevens che mi è rimasto fortemente impresso. A Tommy Lee Jones darei sinceramente l'Oscar (a lui o, dopo aver visto "Django Unchained" di Tarantino ieri sera, a Christoph Waltz).
Per quanto riguarda il resto di questo prodotto cinematografico, direi che vale certamente la pena di vederlo. I film storici sono sempre interessanti da guardare, aprono la mente a situazioni lontane dalle nostre e riescono a raccontare i fatti - quando il tutto è ben riuscito - in maniera più diretta e comprensibile di molti altri prodotti di consumo. "Lincoln", in particolare, è un buon blockbuster forte di una tecnica precisa e puntuale, un cast magnifico e di uno stato di grazia che ultimamente comincia ad essere intermittente anche per il geniale Spielberg. 150 minuti di pellicola sono lunghi, eppure passano, volano, emozionano, lasciano col fiato sospeso: verrà abolita la schiavitù? Come riusciranno ad ottenere i voti necessari? Verrà mostrata la scena dell'assassinio del Presidente?
Insomma, inutile dire che la storia dell'uomo Abraham Lincoln sia interessante di per sé. Per un Paese come il nostro, poi, dove la classe politica è cialtrona e confusa, una figura politica del genere, tanto proiettata verso il futuro e illuminata è davvero una ventata d'aria fresca. Ed erano gli anni '60 del 1800. Facciamoci qualche domanda.
Ps. Oltre ai tre attori citati, nel film è composto da un cast di altri grandi nomi: David Strathairn (candidato all'Oscar per "Good Night, and Good Luck."), Joseph Gordon-Levitt ("Il cavaliere oscuro - Il ritorno"), James Spader (3 Emmy Awards per "Boston Legal"), Hal Holbrook (candidato all'Oscar per "Into the Wild - Nelle terre selvagge"), John Hawkes (candidato all'Oscar per "Un gelido inverno"), Jackie Earle Haley (candidato all'Oscar per "Little Children"), Lee Pace ("Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato") e Gloria Reuben ("E.R. - Medici in prima linea").
Pps. La pellicola ha incassato $220,977,006 a fronte di una spesa di 65milioni.
Ppps. 12 candidature agli Oscar 2013 tra cui Miglior film, regia, attore protagonista (Day-Lewis), non protagonista (Jones), attrice non protagonista (Field), sceneggiatura non originale, colonna sonora, fotografia.
Consigli: Una pellicola potente, forte di una bellissima colonna sonora di John Williams, di una bella fotografia e, chiaramente, di un cast di attori di altissima qualità (bentornata al cinema Sally Field!). Inutile dire che i momenti intensi sono molti e anche se Spielberg tende spesso ad essere un po' stucchevole, devo ammettere che qui non ho trovato grandi stonature in proposito. Il film è solito e si vede senza mai guardare l'orologio. Va visto.
Parola chiave: Schiavitù.
Trailer
Ric
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