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venerdì 20 ottobre 2023

Film 2208 - The Fabelmans

Intro: Secondo titolo scelto nella mia lista di pellicole da recuperare mentre in viaggio verso Città del Messico, questa volta ho optato per uno dei grandi protagonisti agli Oscar di quest'anno.

Film 2208: "The Fabelmans" (2022) di Steven Spielberg
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: lo dico subito, questo film non mi ha particolarmente entusiasmato. Considerate le critiche entusiaste e la valanga di premi e nomination, mi aspettavo davvero un miracolo cinematografico. Invece "The Fabelmans" non mi ha colpito e, anzi, a tratti ho fatto fatica a finirlo.
E' vero che sul piccolo schermo del sedile di un aereo, in una situazione non esattamente fatta per godersi appieno l'esperienza cinematografica, la visione di un titolo come questo tende nettamente a perderci, però ammetto che la mia insoddisfazione rispetto all'ultimo progetto cinematografico di Spielberg non sta tanto nella fruizione, quanto nel prodotto finale in sé. Non ho amato il personaggio principale - e no, non sto parlando di Sammy Fabelman (Gabriel LaBelle), che pure non risulta particolarmente simpatico, ma di sua madre Mitzi (Michelle Williams) - né il tono generale del film che mi è parso volesse a tutti i costi evocare una straordinarietà delle circostanze che finisce per risultare forzata.
C'è da aggiungere che l'uscita più o meno ravvicinata con il "Belfast" di Kenneth Branagh del 2021 non aiuta: l'idea generale è simile (le origini familiari dei due grandi artisti), la dinamica familiare la fa da padrone, l'incasso al box-office è identico ("Belfast" ha incassato $49 milioni, costandone però tra i 10 e i 15, un quarto di "The Fabelmans"), l'apprezzamento della critica unanime, il numero di nomination agli Oscar esattamente lo stesso (Branagh ha però vinto per la Miglior sceneggiatura originale). Insomma, il paragone nasce spontaneo.
Ma dove Branagh riesce con successo a generare emozioni genuine attraverso il suo racconto, qui ho faticato a provare alcuna empatia per qualsivoglia personaggio. Forse solo il padre (Paul Dano), che inizialmente riveste il ruolo di "antagonista", ma di fatto è il più incompreso della famiglia. Non aiuta che Michelle Williams abbia il ruolo più detestabile di tutto l'ensable quando, onestamente, su di lei avevo riposto ogni mia buona speranza per questo film (non fatemi commentare, poi, quell'orrenda accoinciatura e quell'atroce frangetta).
Aggiungo che, forse, ho anche un po' perso interesse nell'opera moderna di Spielberg. Dopo gli evidenti buchi nell'acqua che sono stati titoli come "Indiana Jones and the Kingdom of the Crystal Skull", "War Horse", "The BFG" e "West Side Story" - e, francamente, per quanto mi riguarda anche "The Post" e "The Adventures of Tintin" che non ho trovato particolarmente appassionanti - ammetto che l'urgenza di recuperare l'ultima fatica del regista americano viene, con ogni titolo, sempre meno (tant'è che non ho visto "West Side Story" e ho recuperato per puro caso "Ready Player One", che pure mi è molto piaciuto).
Tutto quanto detto fin qui, condito con il fatto che "The Fabelmans" dura 2 ore e mezza, mi ha fatto gridare a tutto tranne che al capolavoro.
Cast: Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen, Gabriel LaBelle, Judd Hirsch, David Lynch.
Box Office: $45.6 milioni
Vale o non vale: Decisamente non il film di Spielberg che ho amato di più, né che rivedrò più di una volta. Molto lungo, in alcune parti caotico, costellato di personaggi a cui si fa fatica ad affezionarsi. A mio avviso, se si cerca un titolo semi-autobiografico su un regista contemporaneo, allora miglio scegliere "Belfast" di Branagh; mentre se si cerca una pellicola che leghi insieme cinema ed emozioni, allora "Nuovo Cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore.
Premi: Candidato a 7 premi Oscar per Miglior film, regia, sceneggiatura originale, attrice protagonista (Michelle Williams), attore non protagonista (Judd Hirsch), colonna sonora e scenografia. Candidato al BAFTA per la Miglior sceneggiatura originale e vincitore di 2 Golden Globe per Miglior film drammatico e regia su 5 nomination (attrice protagonista, Williams, colonna sonora e sceneggiatura). Vincitore del David di Donatello per il Miglior film straniero.
Parola chiave: Tradimento.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 7 ottobre 2022

Film 2136 - E.T. the Extra-Terrestrial

Intro: Sabato sera al cinema per approfittare della giornata di sconti da Cineworld (tutti gli spettacoli a 3€!), finiamo per andare a rivedere all'IMAX uno dei classiconi della cinematografia americana.

Film 2136: "E.T. the Extra-Terrestrial" (1982) di Steven Spielberg
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Ciarán
In sintesi: non rivedevo "ET" da una vita e, se devo essere onesto, una parte di me rimaneva un po' titubante. Non perché non volessi rivederlo - in realtà erano anni che aspettavo l'occasione giusta - ma perché ricordavo di un tentativo di visione poi abbandonata di qualche tempo fa. All'epoca la pellicola di Spielberg mi era sembrata un po' troppo lenta rispetto a ciò che in quel momento stavo cercando.
La possibilità di rivedere "E.T. the Extra-Terrestrial" - in occasione del 40esimo anniversario dall'uscita in sala - è capitata al momento perfetto. Questa volta ero alla ricerca esattamente di un film come questo, una storia dolce e raccontata con garbo e delicatezza, che ci ricorda quanto la diversità stia solo negli occhi di chi guarda.
Nonostante una certa lentezza narrativa cui oggi siamo meno abituati, il racconto riesce comunque e ancora oggi a conquistare lo spettatore grazie a una serie di personaggi perfetti - forse ancora più che ET stesso, la dolcissima Drew Barrymore - nonché una storia che mixa sapientemente sci-fi, drama e un tocco quasi fantasy, il tutto tenuto insieme dalla visione del regista e una colonna sonora di John Williams a dir poco indimenticabile (non nascondo di essermi più volte commosso, anche trasportato dai ricordi di quando, da ragazzino, ascoltavo l'iconica colonna sonora di questo film).
Insomma, non che ci fossero dubbi, ma "ET" rimane sicuramente una delle pietre miliari del cinema moderno, indimenticato gioiellino che, 40 anni fa, riuscì a mettere insieme talento, creatività e una storia meno banale di quanto possa sembrare inizialmente, il tutto per un risultato finale che ancora oggi sorprende, coinvolge e affascina il pubblico di adulti e bambini.
Cast: Dee Wallace, Henry Thomas, Peter Coyote, Robert MacNaughton, Drew Barrymore.
Box Office: $794.9 milioni
Vale o non vale: Capolavoro indiscusso, meraviglioso esempio di film solo apparentemente destinato ai bambini, "E.T. the Extra-Terrestrial" riesce ancora oggi ad appassionare e stupire lo spettatore, regalando uno spettacolo per gli occhi e il cuore ararmente replicato dal cinema di oggi. Iconico per una moltitudine di aspetti. Sfido chiunque a non ripetere almeno una volta «ET telefono casa» dopo la visione.
Premi: Candidato a 9 premi Oscar tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura originale, ne ha vinti 4: Miglior colonna sonora di John Williams, effetti speciali (tra cui l'italiano Carlo Rambaldi), sonoro e mixaggio sonoro. 12 nomination ai BAFTA tra cui film, regia, sceneggiatura e attrice esordiente (Barrymore), ha vinto quello per la colonna sonora. Nomination ai César per il Miglior film straniero, nomination nella stessa categoria ai David di Donatello e vittoria per il Migliore Regista Straniero a Spielberg. 5 nomination ai Golden Globe e 2 vittorie per Miglior film drammatico e colonna sonora, mentre ai Grammy il film ha vinto 3 premi spalmati su due anni (1983-84): i primi due per Williams che ha vinto per Best Instrumental Arrangement Accompanying Vocal(s) e Best Instrumental Composition, il terzo per Best Recording for Children ("E.T. the Extra-Terrestrial album"), consegnato ai due produttori Quincy Jones e Michael Jackson.
Parola chiave: Piantina.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

martedì 8 febbraio 2022

Oscars 2022: nomination e vincitori

Annunciate le nomination questa mattina all'alba (americana) con non poche difficioltà tecniche da Tracee Ellis Ross e Leslie Jordan, gli Oscar 2022 sono ufficialmente realtà. Tutto più o meno come previsto, anche se ci sono state alcune sorprese: niente nomination per Lady Gaga o Jennifer Hudson nella categoria Miglior attrice protagonista, niente di niente per "Passing" di Rebecca Hall, no cadidatura alla regia per Villeneuve (scandalo) come nemmeno per Maggie Gyllenhaal, anche se sono entrambi candidati alla sceneggiatura.
Belle sorprese quelle di Penélope Cruz e Judi Dench e belle conferme - dopo lo spavento dei BAFTA - di Kristen Stewart e Kirsten Dunst. Italia di nuovo in gara per il film straniero grazie a Sorrentino. Non mi aspettavo, invece, di vedere candidati Nicole Kidman e Javier Bardem per "Being the Ricardos".
Piccola curiosità: Penélope Cruz e Javier Bardem, Kirsten Dunst e Jesse Plemons sono tutti candidati nelle categorie attoriali e, nella vita vera, sono due coppie. Cruz e Bardem sono in lizza per gli attori protagonisti, mentre Dunst e Plemons per i non protagonisti.

Gli Oscar 2022 si terranno il 27 marzo 2022. 

94th Academy Awards

Best Picture
Belfast – Laura Berwick, Kenneth Branagh, Becca Kovacik, Tamar Thomas
CODA – Philippe Rousselet, Fabrice Gianfermi and Patrick Wachsberger
Don't Look Up – Adam McKay and Kevin Messick
Drive My Car – Teruhisa Yamamoto
Dune – Mary Parent, Denis Villeneuve and Cale Boyter
King Richard – Tim White, Trevor White and Will Smith
Licorice Pizza – Sara Murphy, Adam Somner and Paul Thomas Anderson
Nightmare Alley – Guillermo del Toro, J. Miles Dale and Bradley Cooper
The Power of the Dog – Jane Campion, Tanya Seghatchian, Emile Sherman, Iain Canning and Roger Frappier
West Side Story – Steven Spielberg and Kristie Macosko Krieger

Best Director
Kenneth Branagh – Belfast
Ryusuke Hamaguchi – Drive My Car
Paul Thomas Anderson – Licorice Pizza
Jane Campion – The Power of the Dog
Steven Spielberg – West Side Story

Best Actress
Jessica Chastain – The Eyes of Tammy Faye as Tammy Faye Bakker
Olivia Colman – The Lost Daughter as Leda Caruso
Penélope Cruz – Parallel Mothers as Janis Martínez Moreno
Nicole Kidman – Being the Ricardos as Lucille Ball
Kristen Stewart – Spencer as Diana, Princess of Wales

Best Actor
Javier Bardem – Being the Ricardos as Desi Arnaz
Benedict Cumberbatch – The Power of the Dog as Phil Burbank
Andrew Garfield – Tick, Tick... Boom! as Jonathan Larson
Will Smith – King Richard as Richard Williams
Denzel Washington – The Tragedy of Macbeth as Lord Macbeth

Best Supporting Actress
Jessie Buckley – The Lost Daughter as Leda Caruso
Ariana DeBose – West Side Story as Anita
Judi Dench – Belfast as "Granny"
Kirsten Dunst – The Power of The Dog as Rose Gordon
Aunjanue Ellis – King Richard as Oracene "Brandy" Price

Best Supporting Actor
Ciarán Hinds – Belfast as "Pop"
Troy Kotsur – CODA as Frank Rossi
Jesse Plemons – The Power of the Dog as George Burbank
J. K. Simmons – Being the Ricardos as William Frawley
Kodi Smit-McPhee – The Power of the Dog as Peter Gordon

Best Original Screenplay
Belfast – Written by Kenneth Branagh
Don't Look Up – Screenplay by Adam McKay; Story by Adam McKay and David Sirota
King Richard – Written by Zach Baylin
Licorice Pizza – Written by Paul Thomas Anderson
The Worst Person in the World – Written by Eskil Vogt and Joachim Trier

Best Adapted Screenplay
CODA – Screenplay by Sian Heder; based on the film La Famille Bélier by Victoria Bedos, Thomas Bidegain, Stanislas Carré de Malberg and Éric Lartigau
Drive My Car – Screenplay by Ryusuke Hamaguchi and Takamasa Oe; based on the short story by Haruki Murakami
Dune – Screenplay by Jon Spaihts and Denis Villeneuve and Eric Roth; based on the novel by Frank Herbert
The Lost Daughter – Screenplay by Maggie Gyllenhaal; based on the novel by Elena Ferrante
The Power of the Dog – Screenplay Jane Campion; based on the novel by Thomas Savage

Best Animated Feature Film
Encanto – Jared Bush, Byron Howard, Yvett Merino and Clark Spencer
Flee – Jonas Poher Rasmussen, Monica Hellström, Signe Byrge Sørensen and Charlotte De La Gournerie
Luca – Enrico Casarosa and Andrea Warren
The Mitchells vs. the Machines – Mike Rianda, Phil Lord, Christopher Miller and Kurt Albrecht
Raya and the Last Dragon – Don Hall, Carlos López Estrada, Osnat Shurer and Peter Del Vecho

Best International Feature Film
Drive My Car (Japan) in Japanese – directed by Ryusuke Hamaguchi
Flee (Denmark) in Danish – directed by Jonas Poher Rasmussen
The Hand of God (Italy) in Italian – directed by Paolo Sorrentino
Lunana: A Yak in the Classroom (Bhutan) in Dzongkha – directed by Pawo Choyning Dorji
The Worst Person in the World (Norway) in Norwegian – directed by Joachim Trier

Best Documentary Feature
Ascension – Jessica Kingdon, Kira Simon-Kennedy and Nathan Truesdell
Attica – Stanley Nelson and Traci A. Curry
Flee – Jonas Poher Rasmussen, Monica Hellström, Signe Byrge Sørensen and Charlotte De La Gournerie
Summer of Soul – Questlove, Joseph Patel, Robert Fyvolent and David Dinerstein
Writing with Fire – Rintu Thomas and Sushmit Ghosh

Best Documentary Short Subject
Audible – Matthew Ogens and Geoff McLean
Lead Me Home – Pedro Kos and Jon Shenk
The Queen of Basketball – Ben Proudfoot
Three Songs for Benazir – Elizabeth Mirzaei and Gulistan Mirzaei
When We Were Bullies – Jay Rosenblatt

Best Live Action Short Film
Ala Kachuu - Take and Run – Maria Brendle and Nadine Lüchinger
The Dress – Tadeusz Łysiak and Maciej Ślesicki
The Long Goodbye – Aneil Karia and Riz Ahmed
On My Mind – Martin Strange-Hansen and Kim Magnusson
Please Hold – K.D. Dávila and Levin Menekse

Best Animated Short Film
Affairs of the Art – Joanna Quinn and Les Mills
Bestia – Hugo Covarrubias and Tevo Díaz
BoxBallet – Anton Dyakov
Robin Robin – Dan Ojari and Mikey Please
The Windshield Wiper – Alberto Mielgo and Leo Sanchez

Best Original Score
Don't Look Up – Nicholas Britell
Dune – Hans Zimmer
Encanto – Germaine Franco
Parallel Mothers – Alberto Iglesias
The Power of the Dog – Jonny Greenwood

Best Original Song
"Be Alive" from King Richard – Music and lyrics by Beyoncé and DIXSON
"Dos Oruguitas" from Encanto – Music and lyrics by Lin-Manuel Miranda
"Down to Joy" from Belfast – Music and lyrics by Van Morrison
"No Time to Die" from No Time to Die – Music and lyrics by Billie Eilish and Finneas O'Connell
"Somehow You Do" from Four Good Days – Music and lyrics by Diane Warren

Best Sound
Belfast – Denise Yarde, Simon Chase, James Mather, Niv Adiri
Dune – Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill, Ron Bartlett
No Time to Die – Simon Hayes, Oliver Tarney, James Harrison, Paul Massey, Mark Taylor
The Power of the Dog – Richard Flynn, Robert Mackenzie, Tara Webb
West Side Story – Tod A. Maitland, Gary Rydstrom, Brian Chumney, Andy Nelson, Shawn Murphy

Best Production Design
Dune – Production Design: Patrice Vermette; Set Decoration: Zsuzsanna Sipos
Nightmare Alley – Production Design: Tamara Deverell; Set Decoration: Shane Vieau
The Power of the Dog – Production Design: Grant Major; Set Decoration: Amber Richards
The Tragedy of Macbeth – Production Design: Stefan Dechant; Set Decoration: Nancy Haigh
West Side Story – Production Design: Adam Stockhausen; Set Decoration: Rena DeAngelo

Best Cinematography
Dune – Greig Fraser
Nightmare Alley – Dan Laustsen
The Power of the Dog – Ari Wegner
The Tragedy of Macbeth – Bruno Delbonnel
West Side Story – Janusz Kaminski

Best Makeup and Hairstyling
Coming 2 America – Mike Marino, Stacey Morris and Carla Farmer
Cruella – Nadia Stacey, Naomi Donne and Julia Vernon
Dune – Donald Mowat, Love Larson and Eva von Bahr
The Eyes of Tammy Faye – Linda Dowds, Stephanie Ingram and Justin Raleigh
House of Gucci – Göran Lundström, Anna Carin Lock and Frederic Aspiras

Best Costume Design
Cruella – Jenny Beavan
Cyrano – Massimo Cantini Parrini
Dune – Jacqueline West and Bob Morgan
Nightmare Alley – Luis Sequeira
West Side Story – Paul Tazewell

Best Film Editing
Don't Look Up – Hank Corwin
Dune – Joe Walker
King Richard – Pamela Martin
The Power of the Dog – Peter Sciberras
Tick, Tick... BOOM! – Myron Kerstein and Andrew Weisblum

Best Visual Effects
Dune – Paul Lambert, Tristen Myles, Brian Connor, and Gerd Nefzer
Free Guy – Swen Gillberg, Bryan Grill, Nikos Kalaitzidis, and Dan Sudick
No Time to Die – Charlie Noble, Joel Green, Jonathan Fawkner, and Chris Corbould
Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings – Christopher Townsend, Joe Farrell, Sean Noel Walker, and Dan Oliver
Spider-Man: No Way Home – Kelly Port, Chris Waegner, Scott Edelstein, and Dan Sudick

#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 20 maggio 2021

Film 2001 - The Adventures of Tintin

Intro: Secondo film dal gigantesco iMac che la DCU mi ha dato in prestito, ho deciso di optare (nuovamente) per un titolo d'animazione.

Film 2001
: "The Adventures of Tintin" (2011) di Steven Spielberg
Visto: dall'iMac
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: c'era qualcosa rispetto a questa pellicola che non mi aveva mai attirato, motivo per cui mi ci sono di fatto voluti 10 anni per recuperarla... E devo dire che il mio istinto non aveva tutti i torti. (O sarà la classica profezia che si auto avvera?)
"The Adventures of Tintin" non è un prodotto malvagio, ci mancherebbe, però per essere un cartoon - tra l'altro diretto da uno che di avventura e suspense se ne intende - non solo è un film abbastanza violento, ma pure piuttosto noioso. Ho veramente faticato ad appassionarmi a questa storia ed è un vero peccato considerato che da bambino ho passato anche io il mio buon momento da appassionato di Tintin (avevo persino il videogioco).
Detto questo, ribadisco, non è che il film di Spielberg sia terribile, semplicemente mi è parso poco ispirato. O, forse, mi è parso così perché io per primo non ero troppo convinto rispetto a questa esperienza cinematografica. In ogni caso, meh.
Cast: Jamie Bell, Andy Serkis, Daniel Craig, Nick Frost, Simon Pegg, Toby Jones, Mackenzie Crook.
Box Office: $374 milioni
Vale o non vale: Non mi ha fatto impazzire, ma questo non vuole dire che sia una totale perdita di tempo. Sicuramente, però, mi aspettavo molto di più.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior colonna sonora; vincitore del Golden Globe per il Miglior film d'animazione e candidato a 2 BAFTA per film d'animazione ed effetti speciali.
Parola chiave: Isola.

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venerdì 13 novembre 2020

Film 1946 - Ready Player One

Intro: Avevo provato a vedere questo film già altre due volte senza mai andare oltre ai primi 10 mintui. Al terzo tentativo ce l'ho fatta!
Film 1946: "Ready Player One" (2018) di Steven Spielberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: era una vita che non vedevo un film di Spielberg che mi lasciasse pienamente, spensieratamente soddisfatto. E' vero che "Bridge of Spies" non è male, ma nemmeno una di quelle pellicole per cui mi strappo i capelli dalla voglia di rivedere. "Ready Player One", invece, è una perfetta avventura tutta effetti speciali e azione, vero e proprio videogioco che, specialmente nella prima parte di storia, non manca di lasciare colpiti. Già perché, diciamocelo, quando Spielberg vuole sa perfettamente come imbastire la narrazione perfetta.
In generale questo film potrebbe anche non avere una trama, tanto il punto della storia è godersi la realtà parallela del videogioco, le corse, le meraviglie date dalle infinite possibilità della realtà virtuale, comunque la sceneggiatura fa il suo dovere e intrattiene degnamente per le 2 ore e passa di durata. Diciamo che, pur non essendo il titolo perfetto (una marea di product placement e rimandi pop), "Ready Player One" è spassoso, colorato e vivace e mantiene le promesse del trailer. Il che non capita spesso, specialmente ultimamente.
Forse la produzione di "Doctor Sleep" si sarebbe dovuta ripassare "The Shining" da qui, quantomeno dal punto di vista del ritmo della narrazione...
Cast: Tye Sheridan, Olivia Cooke, Ben Mendelsohn, T.J. Miller, Lena Waithe, Simon Pegg, Mark Rylance, Philip Zhao, Win Morisaki, Hannah John-Kamen, Ralph Ineson, Susan Lynch.
Box Office: $582.9 milioni
Vale o non vale: Godibilissimo e spettacolare da vedere, questa pellicola punta tutto sulle immagini e fa centro. Titolo perfetto per tutta la famiglia per un momento di spensierata leggerezza che richiede divertimento facile. Vale la pena di giocare con "Ready Player One".
Premi: Candidato all'Oscar e al BAFTA per i Migliori effetti speciali.
Parola chiave: Easter Egg.
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#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 22 luglio 2019

Film 1632 - Schindler's List

Intro: L'ho visto una sola volta alle medie, non l'ho mai più voluto rivedere. Poi qualcosa dentro di me mi ha fatto capire che fosse venuto il momento di rivedere questo film.
Film 1632: "Schindler's List" (1993) di Steven Spielberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: Fre
In sintesi: in poco più di 6 mesi mi sono (volontariamente) immerso di nuovo nella questione olocausto. Per tanti anni ho fuggito l'argomento per paura, per pudore e, probabilmente, molto anche per vigliaccheria. 

Parte del mio viaggio al di fuori dei confini italiani voleva essere dedicato allo scoperchiamento di certi tratti del mio carattere che, negli anni, non ho mai voluto affrontare in maniera matura; uno di questi era ed è tuttora la mia incapacità di affrontare il dolore altrui. Non che non riesca a mettermi nei panni delle altre persone, semplicemente ho paura di comportarmi nella maniera sbagliata rispetto a ciò che ci si aspetterebbe da me. 
Questa mia caratteristica si è sempre estesa anche alle grandi tragedie, motivo per cui nel tempo ho spesso cercato di scansare tematiche che richiedessero un'espressione concreta del mio punto di vista. Il tempo, l'Australia, mia cugina, il mio desiderio di aprirmi mi hanno spinto a quantomeno tentare un nuovo approccio nei confronti di quelle cose che mi spaventano. 
So che può sembrare sciocco pensare che, guardando un film, qualcosa in noi possa cambiare, eppure per me è stato un momento importante che, successivamente, mi ha convinto ad andare a visitare la Fabbrica di Schindler e il campo di concentramento di Auschwitz e Birkenau quando, all'inizio di gennaio, sono stato a visitare Cracovia. 
Era importante per me trovare il coraggio di affrontare la paura e il disagio profondo conseguente al vedere e toccare con mano l'orrore che ha portato con sé la seconda guerra mondiale. Impossibile tradurre in parole cosa si possa provare anche solo visitando quei luoghi, mi troverei nella posizione di provare a parlare di qualcosa talmente più grande di me che finirei per sconfinare nella banalità più assoluta, offendendo il ricordo di chi ha dato la vita per quella bestialità che è l'intolleranza della diversità, in qualsiasi forma essa si possa manifestare. 
La potenza e la forza di "Schindler's List" stanno nella sua capacità di immergere lo spettatore in quello spettacolo di violenza ed atrocità, scuotendolo fin nel profondo. E' impossibile rimanere indifferenti alla freddezza e crudeltà scellerata di Amon Goeth (Fiennes), all'insensatezza, all'odio, al dolore che la storia ritrae in maniera cruda e realistica. In mezzo a tutto quanto di più orribile si possa immaginare, la figura di Oskar Schindler (Neeson) e il ricordo, nonché la celebrazione, di quanto anche una sola persona possa fare la differenza. Oggi come allora.
Cast: Liam Neeson, Ben Kingsley, Ralph Fiennes, Caroline Goodall, Jonathan Sagall, Embeth Davidtz.
Box Office: $322.1 milioni
Vale o non vale: Una pellicola difficilissima, una storia atroce che va a toccare lo spettatore nel profondo. Non si tratta certo di un film che si possa vedere e rivedere, bisogna essere davvero preparati (Spielberg usa anche materiale di repertorio insieme a quello da lui girato, il che rende l'effetto finale ancora più realistico e sconvolgente). E' un viaggio nel baratro, l'immersione totale in uno dei capitoli più atroci della storia dell'umanità e non se ne esce indenni (15-17 milioni di vittime tra il '33 e il '45); ma "Schindler's List" va visto, fosse anche solo per onorare la memoria di tutti coloro che lo hanno vissuto.
Premi: Vincitore di 7 premi Oscar, su 12 nomination, tra cui Miglior film, regia, sceneggiatura non originale, fotografia e colonna sonora. 3 Golden Globe vinti (film, regia, sceneggiatura) su 6 nomination e 7 BAFTA (tra cui film, regia, sceneggiatura e attore non protagonista per Ralph Fiennes) su 13 candidature; 1 Grammy vinto per la colonna sonora di John Williams. Candidato al César e al David di Donatello per il Miglior film straniero.
Parola chiave: Fabbrica.

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martedì 30 aprile 2019

Film 1567 - The Post

Intro: E con questa pellicola siamo arrivati alla fine della nostra personale corsa agli Oscar. Non che si sia riusciti a coprire tutti i titoli in competizione per l'edizione 2018, ci mancherebbe, ma per quanto riguarda noi, questo è stato l'ultimo titolo guardato da me e mia cugina per metterci in pari con la situazione Academy Awards ormai agli sgoccioli (ricordo che stiamo sempre parlando di oltre un anno fa).
Film 1567: "The Post" (2017) di Steven Spielberg
Visto: dal pc portatile
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: la sensazione è che si tratti di un grande film, il risultato finale lascia meno convinti. Non che "The Post" non sia in grado di mantenere le proprie promesse, il punto è che lo fa in termini meno entusiasmanti del previsto. Il racconto è lento, lentissimo e si fa un riferimento quasi disperato alle due performance di Streep e Hanks, mancando a volte di centrare il bersaglio: la storia vera che sta dietro questo film. Le incertezze di Kay Graham (Streep) costruiscono il personaggio, ma affaticano lo spettatore, che non vede l'ora di sapere che ne sarà di Times e Post rispetto all'ostruzionismo messo in pratica dalla Casa Bianca per insabbiare certi scandali (si comincia dalla Guerra in Vietnam); si arriverà alla resa dei conti, ma per farlo ci vorranno quasi due ore;
Hanks mi sembra che giochi troppo sicuro con la sua interpretazione, mentre Streep mixa insieme una serie di suoi ultimi personaggi (Thatcher, Child e quella stravaganza alla Foster Jenkins) che la rendono sì, riconoscibile, ma forse qui non memorabile. Speravo in qualcosa di più;
ultimamente, va detto, Spielberg non sta dando il meglio di sé. Con "The Post" ha finalmente risollevato il tiro, ma ammetto che la grandezza e l'epicità che mi aspettavo da questa pellicola non ha trovato totale riscontro durante la visione. Storia interessante, tecnicamente ben realizzato, nell'insieme riuscito, ma non indimenticabile.
Cast: Meryl Streep, Tom Hanks, Sarah Paulson, Bob Odenkirk, Tracy Letts, Bradley Whitford, Bruce Greenwood, Matthew Rhys, Alison Brie, Carrie Coon, David Cross, Zach Woods.
Box Office: $179.8 milioni
Vale o non vale: Spielberg, Streep ed Hanks insieme mi facevano talmente ben sperare che forse ho, come al solito, indugiato in troppe aspettative. Forse vale più la storia vera che il film, ma non si può certo dire che nel complesso non si tratti di un titolo di valore.
Premi: Candidato a 2 premi Oscar (Miglior film e attrice protagonista) e 6 Golden Globes (Miglior film, attrice e attore protagonisti, regia, sceneggiatura e colonna sonora).
Parola chiave: Pubblicare.

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Bengi

venerdì 17 febbraio 2017

Film 1308 - Prova a prendermi

Da molti anni volevo rivedere questo film. Ricordavo solo di averlo visto al cinema e nient'altro, per cui alla prima occasione ho rimediato.

Film 1308: "Prova a prendermi" (2002) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Steven Spielberg è un grande narratore, non c'è niente da fare. Come le racconta lui le storie, anche quelle brutte, non ci riescono in molti. Prima dei tanti passi falsi recenti,
15 anni fa il regista regalò al mondo questa pellicola sull'assurda storia di Frank Abagnale Jr. che, non fosse vera, sarebbe semplicemente una delle tante americanate simpatiche e un po' furbette. Non fosse che, appunto, questi fatti sono realmente accaduti.
Così la storia di Spielberg assume anche quella connotazione eclatante, roboante e quasi magica che tutte le imprese del protagonista le assicurano man mano, in un crescendo di assurdità che rimane  saldamente ancorato a fatti concreti tanto assurdi e pazzeschi da lasciare storditi. Ovvero: può un ragazzino minorenne spacciarsi efficacemente per un pilota, un dottore, un agente dei servizi segreti e un avvocato (superando anche l'esame di abilitazione)? A quanto pare Frank Abagnale Jr. c'è riuscito e pure con successo. Chapeau.
Al di là delle sue clamorose "avventure" però, per come la sua storia è raccontata qui ne esce il ritratto di una persona sofferente e insicura, un giovane adulto incapace di distinguere realtà e fantasia, giusto e sbagliato a causa di una coppia di genitori alla soglia dell'omertà e con già problemi personali pregressi (il padre con la giustizia, la madre attenta a badare solo a se e quando ci sono i soldi). Frank vuole solo rivedere unita la sua famiglia e farà quello che crede essere il suo dovere per ricomporre i cocci del matrimonio finito dei suoi. Certo in una maniera davvero molto personale e fantasiosa. E illegale.
Andando oltre le follie di questa storia, "Prova a prendermi" risulta meno il racconto compatto della vita di un uomo e più l'insieme di tutta una serie di sketch e momenti tragicomici in cui entrano in scena le numerose comparse che, presto o tardi, spariranno di nuovo. A tratti sembra quasi più una carrellata di ruoli, oltre che oggi quasi un gioco a trovare le star che ce l'hanno fatta (tra le tante: Amy Adams, Jennifer Garner, Ellen Pompeo, Elizabeth Banks). In quest'ottica mi è parso mancasse un senso unitario finale, anche se naturalmente parte di questa sensazione dipende dal materiale originale da cui è tratto il film.
Per quanto riguarda il cast, DiCaprio con questa performance comincia a dimostrare davvero il suo talento camaleontico. Oscillando esteticamente tra il periodo "Titanic" e quello de "La maschera di ferro", il ragazzo si produce in una performance solo apparentemente facile, andando finalmente oltre il bel visino d'angelo e i ruoli da sex symbol romantico. Hanks, invece, ha un personaggio strano che oscilla tra il tenero-simpatico e l'imbecille arrogante. Gli riesce bene. Infine non posso dire che l'interpretazione di Christopher Walken mi abbia così convinto e sbalordito da meritare addirittura una nomination all'Oscar (ed ha vinto addirittura un BAFTA come attore non protagonista!). E' bravo, ma DiCaprio qui mette tutti in ombra.
In definitiva, comunque, la ritrovata visione di "Catch Me If You Can" mi ha lasciato soddisfatto, andando a confermare i pochi ricordi che avevo relativamente a questa pellicola. Si tratta di un buon prodotto, spesso divertente e certamente interessante per le vicende e i fatti che racconta. Manca, appunto, di una certa compattezza d'insieme, ma la peculiarità della storia e l'ottimo cast, oltre che la spassosa caccia al ladro rendono il tutto piacevolmente godibile.
Ps. 2 candidature all'Oscar: Miglior attore non protagonista (Walken) e colonna sonora.
Cast: Leonardo DiCaprio, Tom Hanks, Christopher Walken, Martin Sheen, Nathalie Baye, Amy Adams, James Brolin, Jennifer Garner, Ellen Pompeo, Elizabeth Banks.
Box Office: $352.1 milioni
Consigli: Pellicola piacevole e sufficientemente spensierata (soprattutto la prima parte), perfetta per un disimpegno di qualità che ricalca le pazzesce vicissitudini di un giovane Frank Abagnale Jr. ai suoi esordi criminali. Ora l'uomo è un rispettabile cittadino, nonché consulente per l'FBI, per cui il lietofine è assicurato. Insomma, una pellicola perfetta per godersi qualche ora di intrattenimento tanto assurdo da essere persino vero.
Parola chiave: Identità false.

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venerdì 13 gennaio 2017

Film 1281 - Indiana Jones e l'ultima crociata

Si prosegue con la serie grazie al mio amore Netflix.

Film 1281: "Indiana Jones e l'ultima crociata" (1989) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il mio preferito tra i vari "Indiana Jones" e quello che ricordo con maggior affetto. Per dirla con Accorsi: 2 Jones is megl che 1.
Di nuovo imbattutosi nei Nazisti, questa volta alla ricerca del Santo Graal dopo aver salvato suo padre dalle grinfie tedesche, l'archeologo più James Bond del mondo in questa terza avventura compie perfino un miracolo, non solo al botteghino!
In un misto di avventura, culto e mito religioso, ambientazione storica (c'è perfino Hitler!), approfondimento del protagonista con un prologo della sua infanzia interpretato nientemeno che dal compianto River Phoenix, questo "Indiana Jones and the Last Crusade" è davvero un gran film ricco di numerosissimi snodi narrativi interessanti, idee ben congeniate e colpi di scena niente male, per un risultato finale particolarmente strabiliante anche grazie a degli effetti speciali sempre all'avanguardia. Solo la scena del ponte invisibile è da 30 e lode.
Poi non si può non amare il confronto tra due opposti Harrison Ford e Sean Connery, un duo padre-figlio che più agli antipodi non si può e, pure, funziona. Sono loro il vero carburante di "Indiana Jones 3", tra battibecchi, confronti e intuizioni geniali, il tutto per oltre 2 ore di pieno divertimento e intrattenimento in grande stile. Che, fino a qualche anno fa, era anche la perfetta conclusione di una trilogia senza tempo.
Ps. Candidato a 3 Oscar, il film ha vinto per i Migliori effetti sonori.
Film 1265 - I predatori dell'arca perduta
Film 1271 - Indiana Jones e il tempio maledetto
Film 1281 - Indiana Jones e l'ultima crociata
Film 1288 - Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
Film 2200 - Indiana Jones and the Dial of Destiny
Cast: Harrison Ford, Denholm Elliott, Alison Doody, John Rhys-Davies, Julian Glover, Sean Connery, River Phoenix.
Box Office: $474.2 milioni
Consigli: Tra i quattro Jones, questo terzo secondo me è il migliore. Condensa tutto il senso di avventura, simpatia irriverente e faccia da schiaffi, paradossi storici e scenari alternativi, misticismi religiosi e tecnologie avanguardistiche che la saga è riuscita a consegnare al suo pubblico, in un unico film. Ci sono le location esotiche, spostamenti su scala globale, gli amori passionali, i doppiogiochisti, le interpretazioni da indovinelli, i conflittuali rapporti padre-figlio, rivisitazioni storiche, fruste che schioccano e persino un dirigibile! Insomma, non so cosa si potrebbe chiedere di più da un singolo film. Ah sì, che sia anche bello. Beh, "Indiana Jones e l'ultima crociata" non è solo bello, è proprio un gran film. Da vedere.
Parola chiave: Cavaliere.

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mercoledì 4 gennaio 2017

Film 1271 - Indiana Jones e il tempio maledetto

Ormai lanciato nel mio proposito di recuperarli tutti, torno su Netflix a godermi il secondo appuntamento con l'archeologo più atletico di sempre...

Film 1271: "Indiana Jones e il tempio maledetto" (1984) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Sequel del fantasioso e avventuroso "I predatori dell'arca perduta", questo secondo appuntamento cinematografico con la saga di Indiana Jones è un buon seguito capace di riportare gli appassionati alle atmosfere e i toni dell'originale, anche se il risultato finale è meno efficace.
Geograficamente spostato in India al cospetto di una crudele dea Kali, rituali che richiedono sacrifici umani e santoni che ne eseguono i dettami, "Indiana Jones and the Temple of Doom" è una pellicola d'azione dal sapore contemporaneo, particolarmente strabiliante dal punto di vista degli effetti speciali e per qualche aspetto vicina a "I Goonies" non solo per la presenza del simpatico Jonathan Ke Quan (all'epoca ancora Ke Huy Quan). 

Forse il più grande difetto di tutta l'operazione è il continuo urlare della protagonista femminile e una certa incapacità recitativa dell'attrice che la interpreta, Kate Capshaw, per un mix letale e continuo di strane smorfie e grida, che alla lunga rende un po' pesante la visione; certamente simpatico, invece, il ragazzino-troppo-maturo/spalla di Indi, vero mattatore della storia capace di rubare la scena ad Harrison Ford e rimanere particolarmente impresso nella mente dello spettatore. I tre personaggi principali, insieme, formano un trio dinamico certamente non innovativo - ognuno ha il suo ruolo predefinito: Indiana è l'eroe alla James Bond che ha una donna in ogni porto, non sbaglia mai una mossa, ha sempre la risposta pronta e risolve necessariamente la situazione; Willie è la bionda sciocca costretta a partecipare ad un'avventura per cui non è minimamente preparata, il che la porterà a causa qualche imprevisto al protagonista, pur riuscendo a innamorarsene/farlo innamorare; Shorty è la spalla simpatica a cui sono affidate le battute migliori e meno conformi alla "morfologia" del personaggio che, in questo caso, è solamente un ragazzino - ma in ogni caso efficace e sufficiente a far dimenticare il cast precedente, qui completamente abbandonato se non contiamo naturalmente il protagonista.
Insomma, il secondo "Indiana Jones" non è bello come il primo, anche se non manca della stessa anima carica d'azione, qualche tocco naïf e di un protagonista magnetico e carismatico. Per non dire iconico.
Ps. 2 nomination all'Oscar per Miglior colonna sonora ed effetti speciali (vinto).
Film 1265 - I predatori dell'arca perduta
Film 1271 - Indiana Jones e il tempio maledetto
Film 1281 - Indiana Jones e l'ultima crociata
Film 1288 - Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
Film 2200 - Indiana Jones and the Dial of Destiny
Cast: Harrison Ford, Kate Capshaw, Amrish Puri, Roshan Seth, Philip Stone, Jonathan Ke Quan, Dan Aykroyd.
Box Office: $333.1 milioni
Consigli: Bella scena d'apertura, veramente adrenalinica quella sul carrello della miniera e indimenticabile quella finale del ponte sospeso sopra a un branco di famelici coccodrilli...! Jones non abbandona l'avventura nemmeno in questa seconda occasione e lo spettatore non può che esserne felice, anche se la fresca novità del primo film fatica un po' ad essere ritrovata. Tutto sommato un buon sequel e certamente una pellicola che si lascia guardare piacevolmente, per una serata spensierata e un po' vintage che sa anche di grande classico.
Parola chiave: Pietra sacra.

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martedì 27 dicembre 2016

Film 1265 - I predatori dell'arca perduta

Erano anni ormai che volevo rivedere tutta la saga. Volevo anche comprarne i dvd, ma non so perché non ho mai concretizzato il mio intento. Così quando Netflix ne ha messo a disposizione ogni capitolo, non ho perso tempo e ho cominciato a recuperarne uno alla volta.

Film 1265: "I predatori dell'arca perduta" (1981) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: A qualche minuto dall'inizio della pellicola mi sono accorto che il film, oltre ad essere stato esteticamente restaurato (con immagini di fatto paragonabili a quelle di un titolo appena uscito in sala) era anche stato ridoppiato. Il che non solo è fastidioso di per sé, ma lo è ancor di più perché la nuova voce scelta è quella di Pino Insegno. Tremenda, tremenda scelta, a maggior ragione se si pensa che le altre pellicole su Jones non hanno subito lo stesso trattamento, per fortuna. Dunque l'unica via praticabile era l'ascolto in originale.
Al di là di questo piccolo inconveniente - che di fatto mi ha portato a scoprire in chiave del tutto nuova una pellicola che conoscevo sotto un "aspetto" diverso -, ho goduto nuovamente del primo, magnifico film su Indiana Jones gustandomi ogni singola scena. Anche perché la maggior parte non me le ricordavo e mi ha fatto alquanto piacere accorgermi che nonostante i suoi 35 anni di età, "I predatori dell'arca perduta" è un evergreen capace di intrattenere e appassionare lo spettatore oggi come un tempo. Inutile dire quanto mi sia sentito nuovamente bambino a rivivere questa storia, ancor di più perché, tra i vari miti personali che accompagnano la saga, sicuramente la morte finale dei nazisti sta al secondo posto delle scene più inquietanti che Spielberg e i grandiosi effetti speciali sono riusciti a confezionare, meno spaventosa solo degli effetti "collaterali" del bere dal Santo Graal sbagliato...
"Raiders of the Lost Ark" è veramente un bel film, un grande primo capitolo di una serie di titoli quasi sempre all'altezza della fama globale che il personaggio creato da George Lucas è riuscito nel tempo a guadagnarsi. Se Indiana Jones è oggi ancora così conosciuto ed apprezzato è sicuramente per merito delle magnifiche ed audaci avventure create per i 4 film realizzati e, indubbiamente grazie al perfetto Harrison Ford, mitico eroe dalla doppia veste di rinomato studioso e sgangherato avventuriero, sempre in bilico tra uno sguardo sexy e un'espressione da schiaffi, la soluzione di un caso e un colpo di fortuna che salva tutta la situazione. Grazie alla sua capacità di rappresentare così efficacemente il protagonista, l'irriverenza sfacciata con cui ci si beffa di certi elementi "intoccabili", un ritmo capace di trasportare all'avventura e una colonna sonora che è leggenda, questo film (e il suo franchise) è riuscito nel tempo non solo a consolidarsi quale classico della cinematografia americana, ma certamente come uno dei titoli più iconici di sempre.
Ps. Vincitore di 4 premi Oscar (Scenografie, sonoro, montaggio ed effetti speciali) su un totale di 8 nomination tra cui Miglior film e regia. Inoltre la pellicola ha vinto un Oscar speciale per il montaggio sonoro.
Film 1265 - I predatori dell'arca perduta
Film 1271 - Indiana Jones e il tempio maledetto
Film 1281 - Indiana Jones e l'ultima crociata
Film 1288 - Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
Film 2200 - Indiana Jones and the Dial of Destiny
Cast: Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, Ronald Lacey, John Rhys-Davies, Denholm Elliott, Alfred Molina.
Box Office: $389.9 milioni
Consigli: Bello, divertente e di grande intrattenimento, un vero e proprio classico del cinema moderno, "I predatori dell'arca perduta" è la scelta più ovvia per cominciare la riscoperta della quadrilogia su Indiana Jones (secondo nella mia personale classifica dei 4 titoli). Regia fantastica, colonna sonora cult, Harrison Ford perfetto e risultato finale che indimenticabile per un film che si può vedere e rivedere senza mai stancarsene. Davvero intramontabile Indi!
Parola chiave: Amuleto di Ra.

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martedì 12 gennaio 2016

Film 1076 - Il ponte delle spie

Doveva essere la serata della seconda visione di "Star Wars", mentre la sala piena ci ha costretto a ripiegare su quest'altro titolo.
Film 1076: "Il ponte delle spie" (2015) di Steven Spielberg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Scelta di ripiego, eppure ottima scelta. Un po' inaspettatamente "Il ponte delle spie" mi ha convinto e mi è molto piaciuto. Interessante, ben argomentato e narrato, con un buon cast e la regia del sempreverde Spielberg, questa pellicola centra il suo obiettivo e racconta - senza esagerare troppo con i fronzoli all'americana - una delle tante storie riguardo alla Guerra Fredda. E, bisogna dirlo, che la storia l'abbiano scritta i Coen si capisce e si apprezza.
La trama parla di James B. Donovan (Tom Hanks), un avvocato newyorkese che, incaricato dalla CIA, deve negoziare il rilascio di Francis Gary Powers (Austin Stowell), pilota il cui aereo spia U-2 è stato abbattuto in Unione Sovietica, e scambiarlo con la spia filocomunista catturata a New York di nome Rudolf Abel (Mark Rylance). Oltre a lui l'avvocato cercherà di riportare a casa anche lo studente di economia Frederic Pryor (Will Rogers), arrestato per spionaggio dalla Volkspolizei, la polizia della Germania Democratica.
Incastrato tra sovietici e tedeschi in piena erezione del muro, il povero Donovan dovrà, con le sue sole forze, gestire il rilascio dei prigionieri senza giovare di consulenze esterne e, soprattutto, dopo aver rappresentato legalmente la spia comunista Abel di fronte al tribunale americano. Diviso tra due (e poi tre) fuochi, dovrà saper gestire diplomaticamente una situazione tanto tesa quanto drammatica, cercando di portare a casa un risultato, ottenere lo scambio anche dello studente, che alla CIA non sta a cuore.
L'atmosfera cupa, l'ambientazione gelida e la rappresentazione spietata di un'epoca che ha segnato la storia recente, sono tutti elementi che concorrono al buon risultato finale del film. Che Spielberg sia un gran narratore lo sappiamo, ma al contempo sappiamo che non sempre porta a casa un film degno di nota - dite quel che volete, ma "War Horse" è un brutto film -. Qui la macchina è ben oliata e funziona bene, anche grazie alla solida interpretazione di Hanks, capace da solo di tirare le redini di tutta la storia. Qui è affiancato da uno stropicciatissimo Rylance (forse candidato all'Oscar) che giova di tutti gli assurdi personaggi fino ad ora portati sullo schermo dai Coen e gioca benissimo le sue carte, rimanendo ampiamente impresso nella mente del pubblico.
Dunque un buon film, compatto e tecnicamente eccellente, che racconta una bella e interessante storia di cui altrimenti in molti non sarebbero venuti a conoscenza. Il personaggio di Donovan, per quanto romanzato, porta un messaggio positivo non solo di professionalità e dedizione, ma anche di speranza e umanità. Ho apprezzato.
Ps. Candidato a 1 Golden Globe (Miglior attore non protagonista) e 9 BAFTA (tra cui Miglior film, regia, sceneggiatura e attore non protagonista).
Cast: Tom Hanks, Mark Rylance, Scott Shepherd, Amy Ryan, Alan Alda, Austin Stowell, Billy Magnussen, Eve Hewson, Dakin Matthews.
Box Office: $151.9 milioni
Consigli: Buon cast, tecnicamente ineccepibile, storia interessante, il tutto per un film che funziona senza strafare. Hanks in parte, i Coen distillano una dose di loro inconfondibile stile pur non travalicando l'interesse storico della vicenda e, di fatto, si passano 141 minuti di tesa suspense che non mancheranno di lasciare soddisfatto lo spettatore. Il risultato finale è riuscito e, forse, merita più considerazione di quanta non ne abbia ottenuta fino ad ora. Vedremo con gli Oscar.
Parola chiave: Ponte di Glienicke.

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lunedì 22 giugno 2015

Film 955 - Il mondo perduto - Jurassic Park

Preparativi per "Jurassic World" parte 2: continuo verso il mio obiettivo!

Film 955: "Il mondo perduto - Jurassic Park" (1997) di Steven Spielberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Spielberg non molla la regia del sequel del suo fortunatissimo "Jurassic Park" e 4 anni dopo torna al cinema riportando qualcuno sull'isola più pericolosa di sempre (Jeff Goldblum), ma lasciano a casa tutti gli altri (fatta eccezione per i velocissimi cameo di Joseph Mazzello, Ariana Richards e soprattutto Richard Attenborough). Probabilmente il romanzo di Crichton prende questo percorso, anche se certamente un cambio di cast all'epoca sarà sembrato una sorta di nuovo inizio, una tabula rasa utile alla creazione di nuove, emozionanti avventure.
Il risultato finale, però, non è esaltante quanto il primo, magnifico film. Spielberg è sempre in grado di far tenere i suoi spettatori con il fiato sospeso - vedi la scena del pullman nel dirupo -, anche se certamente questo "The Lost World: Jurassic Park" è meno incisivo del precedente.
Qui la storia si concentra di più sullo stravagante personaggio del Dottor Ian Malcolm, alle prese con la sua fidanzata già sull'isola (una giovanissima Julianne Moore prima che scoprisse l'estetista) e la giovane pargoletta rompiscatole (Vanessa Lee Chester) che lo segue di nascosto. Il nuovo protagonista qui sembra più addomesticato che nella prima pellicola e ciò, forse, gli fa perdere parte del fascino. Ma senza essere troppo preoccupati, ci pensano naturalmente i dinosauri a tener desta l'attenzione. In questo secondo episodio si sono moltiplicati, liberi su tutta Isla Sorna, la stessa dove, scopriamo, venivano 'fabbricati' i dinosauri che si trovavano nel parco di Isla Nublar; inoltre ci sono alcune nuove specie, anche se chiaramente il T.rex, anzi i T.rex, non mancano. Avranno molto di cui nutrirsi, considerato che hanno ben due squadre sbarcate sull'isola a disposizione per la caccia: la prima è quella di Malcom, inviata da John Hammond che vuole proteggere l'ecosistema dell'isola; la seconda è quella del nipote, ora a capo della InGen che, per risollevarne le sorti, vuole catturare i dinosauri per sfruttarli e mostrarli al mondo. Dato che dagli errori non si impara sempre, è inutile dire che anche questa gita al tempo dei dinosauri sarà una vera strage che, in più, arriverà perfino a toccare San Diego.
Insomma, come ogni sequel che si rispetti, anche "Il mondo perduto - Jurassic Park" mette in scena il suo secondo spettacolo pigiando al massimo sull'acceleratore. E' tutto pompato al quadrato rispetto a quando avevamo visto prima: più animali e di più specie, il doppio delle squadre e dunque più possibilità di "banchettare", perfino un approdo sulla terraferma con T.rex a spargere paura e morte per le strade di una grande città. Diciamo che la spettacolarizzazione non manca, anche se riesce a coprire solo in parte la mancanza di quel qualcosa che aveva reso "Jurassic Park" indimenticabile. Sarà che ormai le meraviglie fatte da Spielberg & co. per portare i dinosauri sullo schermo ormai non ci sono nuove, sarà l'inaspettata piega pseudo horror che il secondo film prende, di fatto il risultato è comunque meno riuscito. Sembra davvero che il turbinio di morti da mettere in scena sia più importante della storia da raccontare e che, in fin dei conti, un buon momento di paura debba sempre trovare il suo spazio. Anche se, è ovvio, fa tutto parte del gioco e ci sta, la sensazione che stessi guardando un film dell'orrore non mi ha quasi mai abbandonato e, a mio parare, tradisce un po' l'anima del franchise (e con il terzo film è pure peggio).
Quindi sì, è bello ritornare a trovare il pazzo, famelico mondo dei dinosauri, anche se la nuova visita è meno riuscita della prima.
Ps. Una nomination all'Oscar per i Migliori effetti speciali.
Pps. Cast ricchissimo: Jeff Goldblum, Julianne Moore, Pete Postlethwaite, Vince Vaughn, Arliss Howard, Richard Attenborough, Peter Stormare, Richard Schiff, Vanessa Lee Chester, Ariana Richards, Joseph Mazzello, Camilla Belle.
Film 953 - Jurassic Park
Film 955 - Il mondo perduto - Jurassic Park
Film 957 - Jurassic Park III
Film 961 - Jurassic World
Film 965 - Jurassic World
Film 1079 - Jurassic World
Film 1361 - Jurassic World
Film 1668 - Jurassic World: Fallen Kingdom
Box Office: $618.6 milioni
Consigli: Spielberg (regia), David Koepp (sceneggiatura), Jeff Goldblum (recitazione) e John Williams (colonna sonora) tornano tutti per riportarci sulla pericolosa terra dei dinosauri, nuovamente impazienti di mangiarsi qualsiasi cosa si muova. Gli effetti speciali sono sempre straordinari e, anche se questo secondo titolo è meno riuscito del precedente, rimane comunque molto piacevole da guardare e seguire. I fan non possono che apprezzare un ritorno al parco giurassico e anche se tra tutte le pellicole del franchise questa non è la prima di cui caldeggerei la visione, rimane comunque un prodotto di intrattenimento che funziona, nonostante i suoi 18 anni.
Parola chiave: Nave.

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sabato 20 giugno 2015

Film 953 - Jurassic Park

"Jurassic World" era alle porte e non potevo andarlo a vedere al cinema senza recuperare la precedente trilogia, della quale tra l'altro mi mancava ancora il terzo capitolo. Dunque mi sono messo subito all'opera per rimediare!

Film 953: "Jurassic Park" (1993) di Steven Spielberg
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Niente da fare, capolavoro. Fantastico anche a 22 anni di distanza, ugualmente di intrattenimento nonostante le innumerevoli volte in cui l'ho visto e rivisto. Senza contare l'effetto nostalgia che questa visione mi ha scatenato.
Bei tempi, bei ricordi, ma soprattutto bei dinosauri che Spielberg riesce a portare sullo schermo con l'aiuto di ricostruzioni meccaniche e, per niente scontato, di effetti speciali digitali che sono qualcosa di pazzesco. Come i tre dottori Grant, Sattler e Malcolm (Sam Neill, Laura Dern, Jeff Goldblum) anche noi spettatori rimaniamo pietrificati di fronte allo spettacolo che il parco di Hammond (Richard Attenborough) riesce ad offrirci, tra meraviglie gigantesche e pericolosissime, ma soprattutto spettacolari da vedere nel '93 come nel 2015 (chapeau!). Francamente ancora oggi guardo "Jurassic park" non solo con ammirazione, ma con rinnovato stupore per la qualità di quanto è riuscito a mettere in scena Spielberg, all'epoca ormai lanciassimo nell'olimpo della cinematografia mondiale (oggi, tra le alte cose, è il 40esimo anniversario dell'uscita nelle sale americane de "Lo squalo", un altro suo capolavoro).
E' vero, la saga verrà un po' rovinata dai successivi due episodi, eppure grazie a questo primo eccellente titolo, il 'parco giurassico' è riuscito ad entrare nell'immaginario collettivo in maniera così potente e radicata da suscitare interesse anche vent'anni dopo la sua uscita, con un ritorno nelle sale nel 2013 delle riedizione della pellicola in 3D, espediente (pro nostalgici, ma anche pro portafoglio) che ha fatto incassare altri 95 milioni di dollari, da aggiungere ad un bottino già ricco e, così, lievitato oltre il miliardo di incasso. Cifre mostruose, forse non a caso.
Tra l'altro, curioso, il gioco a specchio tra realtà e finzione, parco di divertimenti e franchise, un mix di elementi che spazia tra il cinematografico e il reale, dato che le attrazioni su "Jurassic Park" esistono davvero (per esempio agli Universal Studios di Osaka, in Giappone), come esiste un merchandise ufficiale legato al film e al logo di quest'ultimo sia nella realtà che all'interno del film. Una sorta di marketing nel marketing, forse più efficace perfino del product placement. Interessante.
Comunque, al di là di possibili approfondimenti di studio, "Jurassic Park" rimane una delle pietre miliari dei blockbuster, uno dei titoli più conosciuti e riconoscibili di sempre, una delle pellicole più iconiche della filmografia di Spielberg. Per me, davvero, un capolavoro.
Ps. 3 Oscar: Miglio sonoro, effetti sonori ed effetti speciali.
Pss. Nel cast Sam Neill, Laura Dern, Jeff Goldblum, Richard Attenborough, Bob Peck, Martin Ferrero, B.D. Wong, Samuel L. Jackson, Wayne Knight, Ariana Richards, Joseph Mazzello.



Film 953 - Jurassic Park
Film 955 - Il mondo perduto - Jurassic Park
Film 957 - Jurassic Park III
Film 961 - Jurassic World
Film 965 - Jurassic World
Film 1079 - Jurassic World
Film 1361 - Jurassic World
Film 1668 - Jurassic World: Fallen Kingdom
Box Office: $1,029,939,903
Consigli: Effetti speciali da urlo, colonna sonora di John Williams stupenda e indimenticabile (tanto che la replicheranno praticamente in ogni film successivo della saga), un cast che con questa pellicola ha certamente trovato un suo spazio all'interno del mondo cinematografico. Spielberg porta al cinema Michael Crichton e lo rende indimenticabile grazie ad un'esperienza visiva da ammirare e da cui essere spaventati. Oltre che, perché no, un'idea dalle implicazioni su cui riflettere bene (ancora oggi). Insomma, un film da vedere e rivedere, da cui lasciarsi inquietare e divertire. Un tuffo nel passato che, a più di vent'anni di distanza, fa ancora la sua eccelsa figura.
Parola chiave: DNA.

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venerdì 16 gennaio 2015

Film 859 - Lincoln

Filmografia natalizia atto secondo.

Film 859: "Lincoln" (2012) di Steven Spielberg
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Ho comprato il dvd di questo film poco prima delle feste sia perché era in offerta (così ho preso anche quello di "Blue Jasmine", sia mai che non ho la filmografia completa di Cate Blanchett), sia perché avevo voglia di rivederlo. Il primo assaggio di "Lincoln", infatti, era stato al cinema in Lussemburgo, visione chiaramente in inglese, ma soprattutto senza sottotitoli, motivo per il quale non ero riuscito ad afferrare proprio tutte tutte le battute (soprattutto quelle relativamente alle leggi e al codice giuridico). Una seconda visione in italiano mi sembrava più alla mia portata, soprattutto considerate le fatiche delle feste.
Nonostante non si può certo dire che sia un film leggero per tutte le occasioni, ho rivisto volentieri l'ultima fatica registica di Spielberg, misto drammatico-biografico che tocca delicate questione come schiavitù, Guerra Civile americana e omicidio del presidente Lincoln. Il buon cast di attori Daniel Day-Lewis, Sally Field, David Strathairn, Joseph Gordon-Levitt, James Spader, Hal Holbrook, Tommy Lee Jones, John Hawkes, Lee Pace, Gloria Reuben, l'interessante e ben realizzata storia e una certa curiosità relativamente al sistema giuridico in generale mi hanno ben disposto nei confronti di questo titolo che, all'epoca, mi era piaciuto ma fatto un po' innervosire per lo scippato Oscar a Hugh Jackman (per "Les Misérables") e il mancato riconoscimento a Tommy Lee Jones. E' evidente che l'interpretazione di Daniel Day-Lewis sia una di quelle che sarà ricordata nel contesto del cinema mainstream anche se, ripeto, avrei preferito vedere Jackman finalmente celebrato per il suo buon lavoro.
Comunque la sensazione che mi ha lasciato questa pellicola mi ha ricordato quella che quando ero piccolo mi rimaneva di certi film(oni) che ciclicamente rivedvi - in tv, in videocassetta - e che, anche se straconosciuti, per qualche motivo guardavi sempre volentieri. Non c'è bisogno che siano titoli 'preferiti', semplicemente sono film che, per un motivo o per un altro, ti rimango impressi, ti danno questa sensazione di sicurezza: li vedi e non ci sarà delusione, perché anche se il tempo passa continueranno a piacerti. Ora, non so se effettivamente anche per "Lincoln" sarà così, ma, ripeto, la sensazione, l'impressione è stata quella. O forse è solo che Steven Spielberg è ancora in grado di fare la sua magia...
Ps. 2 Oscar: Miglior attore protagonista e Migliori scenografie su 12 nomination.
Film 506 - Lincoln
Box Office: $275.3 milioni
Consigli: 150 minuti di pellicola sotirco-biografica su vita, morte e miracoli del Presidente Lincoln non sono, mi rendo conto, cosa per tutti. Se ci aggiungiamo che, oltre al ritratto (minuzioso) del 16esimo presidente degli Stati Uniti, in mezzo ci sono una Guerra Civile (sudisti vs nordisti) e la questione dell'abolizione della schiavitù, diciamo che le cose non si fanno più semplici. Day-Lewis e Lee Jones sono i due per i quali davvero vale la pena dare una chance a questo prodotto cinematografico, per non parlare del fatto che la direzione di Spielberg è, in questo caso, riuscita e sensata ("War Horse" è stato uno scivolone imbarazzante). Io consiglio "Lincoln" anche solo per farsi un'idea storica o non dimenticare che la questione dell'uguaglianza è un tema ancora oggi molto attuale.
Parola chiave: Confederati.

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sabato 16 febbraio 2013

Film 506 - Lincoln

E' tempo di mettersi avanti con gli Oscar. Meno di un mese fa ero in Lussemburgo e, durante un freddo pomeriggio libero, ho deciso di andare al cinema per cominciare a documentarmi personalmente a proposito di questi Academy Awards 2013. Partendo dal film con più nomination.


Film 506: "Lincoln" (2012) di Steven Spielberg
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Vanno chiariti subito alcuni punti: a) "Lincoln" mi è piaciuto, b) vederlo in inglese ha reso ardua la comprensione di alcuni passaggi, c) lo rivedrei, anche solo per capire tutto al 100%.
Chiaro che la storia è nota, gli avvenimenti che si susseguono pure, quindi il basic è stato più che compreso. Mi sono perso, invece, per quanto riguarda la terminologia bellica e spesso durante i dibattiti riguardo la costituzione, sue parti o comunque argomenti di legge e diritto il cui linguaggio preciso è perlopiù a me sconosciuto. Detto ciò, questa pellicola rimane certamente un prodotto di qualità non fosse anche solo per il cast magnifico e la regia oculata di un grande narratore.
Dopo aver palesemente toppato con la questione "War Horse", Spielberg ritrova tocco e ispirazione e dirige magistralmente attori perfettamente adatti alla loro parte. O, diciamo, capaci di essere nella parte. Dico così solo ed esclusivamente in riferimento al fatto che Sally Field, qui moglie di Lincoln, più che la compagna sembra la madre (per non dire la nonna). Di fatto la Field e Daniel Day-Lewis, che qui interpreta il 16esimo presidente degli Stati Uniti, hanno 11 anni di differenza, però l'effetto sembra suggerire un divario d'età maggiore. Nella realtà, poi, la coppia presidenziale aveva 9 anni di differenza in favore di Mary Todd Lincoln. Accettato questo ' compromesso' comunque, è inutile dire che la coppia di attori è particolarmente dotata. L'interpretazione della Field tocca punti drammatici davvero commoventi; Day-Lewis regge sulle sue sole spalle un intero film con capacità camaleontiche impressionanti (di sicuro sull'aspetto, come parlasse Lincoln non è dato sapere) e una certa verve recitativa in crescendo man mano che la trama (leggere questione degli schiavi) si fa più intensa.
Nel duo di attori si inserisce, ad un certo punto della storia, una figura all'inizio ambigua e che lascia insospettiti. Tommy Lee Jones interpreta Thaddeus Stevens, personaggio con sorpresa finale non da poco (il buonismo spielberghiano a volte però è eccessivo). A conti fatti, se devo essere onesto, è però l'interpretazione di Jones quella che mi ha colpito e soddisfatto di più di questo "Lincoln". Sarà perchè quella del protagonista era già stata tanto pubblicizzata come fantastica che ho finito per dare per scontato che fosse così, comunque di fatto, uscito dalla sala, è il personaggio non protagonista Stevens che mi è rimasto fortemente impresso. A Tommy Lee Jones darei sinceramente l'Oscar (a lui o, dopo aver visto "Django Unchained" di Tarantino ieri sera, a Christoph Waltz).
Per quanto riguarda il resto di questo prodotto cinematografico, direi che vale certamente la pena di vederlo. I film storici sono sempre interessanti da guardare, aprono la mente a situazioni lontane dalle nostre e riescono a raccontare i fatti - quando il tutto è ben riuscito - in maniera più diretta e comprensibile di molti altri prodotti di consumo. "Lincoln", in particolare, è un buon blockbuster forte di una tecnica precisa e puntuale, un cast magnifico e di uno stato di grazia che ultimamente comincia ad essere intermittente anche per il geniale Spielberg. 150 minuti di pellicola sono lunghi, eppure passano, volano, emozionano, lasciano col fiato sospeso: verrà abolita la schiavitù? Come riusciranno ad ottenere i voti necessari? Verrà mostrata la scena dell'assassinio del Presidente?
Insomma, inutile dire che la storia dell'uomo Abraham Lincoln sia interessante di per sé. Per un Paese come il nostro, poi, dove la classe politica è cialtrona e confusa, una figura politica del genere, tanto proiettata verso il futuro e illuminata è davvero una ventata d'aria fresca. Ed erano gli anni '60 del 1800. Facciamoci qualche domanda.
Ps. Oltre ai tre attori citati, nel film è composto da un cast di altri grandi nomi: David Strathairn (candidato all'Oscar per "Good Night, and Good Luck."), Joseph Gordon-Levitt ("Il cavaliere oscuro - Il ritorno"), James Spader (3 Emmy Awards per "Boston Legal"), Hal Holbrook (candidato all'Oscar per "Into the Wild - Nelle terre selvagge"), John Hawkes (candidato all'Oscar per "Un gelido inverno"), Jackie Earle Haley (candidato all'Oscar per "Little Children"), Lee Pace ("Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato") e Gloria Reuben ("E.R. - Medici in prima linea").
Pps. La pellicola ha incassato $220,977,006 a fronte di una spesa di 65milioni.
Ppps. 12 candidature agli Oscar 2013 tra cui Miglior film, regia, attore protagonista (Day-Lewis), non protagonista (Jones), attrice non protagonista (Field), sceneggiatura non originale, colonna sonora, fotografia.
Consigli: Una pellicola potente, forte di una bellissima colonna sonora di John Williams, di una bella fotografia e, chiaramente, di un cast di attori di altissima qualità (bentornata al cinema Sally Field!). Inutile dire che i momenti intensi sono molti e anche se Spielberg tende spesso ad essere un po' stucchevole, devo ammettere che qui non ho trovato grandi stonature in proposito. Il film è solito e si vede senza mai guardare l'orologio. Va visto.
Parola chiave: Schiavitù.

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Ric

mercoledì 14 novembre 2012

Film 479 - I Goonies

Un'altra pellicola all'insegna degli anni '80, ma questa volta sconfiniamo nel cult!


Film 479: "I Goonies" (1985) di Richard Donner
Visto: dal computer di Paola
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: Da un'idea di Steven Spielberg, sceneggiato da Chris Columbus. Credo basti questo preambolo per far capire già la situazione: non poteva che venirne fuori una pellicola cult!
E "I Goonies" non si smentisce: per quanto possa essere quello che banalmente si può definire un film per ragazzi, rimane un prodotto che ha incantato una generazione prima, e quelle successive poi, grazie ad un bel racconto semplice e divertente.
Cosa c'è, infatti, di più classico di una storia di pirati e tesoro, una mappa e una caccia alla ricerca di un bottino che nessun'altro è mai riuscito a trovare? Una classica avventura tra ragazzini amici che finiscono per diventare eroi della comunità in quanto, grazie al tesoro del pirata (o almeno una parte di esso), riusciranno ad evitare che le loro case vengano abbattute a causa di un progetto che vorrebbe destinare quello spazio ad un campo da golf.
Non c'è bisogno di aggiungere molto altro sulla trama, conosciuta praticamente a tutti, ma ci tengo a sottolineare che "The Goonies" è veramente un bel prodotto fatto bene, adatto ad ogni età e sempre piacevole da rivedere!
Tra gli attori del cast che hanno fatto carriera ritroviamo Sean Astin (candidato all'Oscar nel '95 nella categoria Best Short Film, Live Action, ma decisamente conosciuto globalmente per il ruolo di Sam nella saga de "Il signore degli anelli"), Josh Brolin ("Non è un paese per vecchi", "Il Grinta", " Wall Street - Il denaro non dorme mai", "Men in Black 3" e candidato all'Oscar per "Milk"), Corey Feldman ("Stand by me - Ricordo di un'estate", "Ragazzi perduti"), Martha Plimpton (che proprio quest'anno ha vinto l'Emmy come Guest Star nella serie tv "The Good Wife").
Ps. $61,389,680 di incasso mondiale.
Consigli: Per chi non l'avesse mai visto o chi, come me, non ricordasse bene tutti i passaggi, è davvero un'ottima pellicola adatta a tutti che non accenna a dimostrare i suoi 27 anni di età. Evergreen!
Parola chiave: Willy l'Orbo.

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BB