Per l'ultimo film prima di toccare il traguardo delle 900 recensioni, un titolo già cult, un appuntamento al cinema del 2015 che non potevo assolutamente perdere. Perché per quanto sapessimo già tutti che sarebbe stata una boiata gigantesca, non potevo davvero non farmene un'opinione personale!
Film 899: "Cinquanta sfumature di grigio" (2015) di Sam Taylor-Johnson
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi, Clà
Pensieri: Lui non fa l'amore. Lui scopa. Forte.
Potrei già chiudere qui la mia recensione sul caso cinematografico di quest'anno, ma preferisco sparare ancora un po' sulla croce rossa. Partendo, però, da una verità che non posso nascondere: è stato meno peggio di quanto pensassi.
Innanzitutto trovo azzeccata la scelta di affidare a una donna, Sam Taylor-Johnson, la regia. Il taglio che ha scelto per le inquadrature è molto intimo, ravvicinato e non nasconde nulla allo spettatore. Gli sguardi tra i due attori sono i veri protagonisti di questa storia erotica che lo è, a ben vedere, principalmente sulla carta.
Un po' come un incontro sessuale tanto raccontato quanto atteso, questo menage tra Anastasia Steele e Christian Grey e talmente cerebrale e concordato che si affloscia quasi subito. L'ansia e l'attesa per l'eros che deve sbocciare a tutti i costi, le promesse di una sessualità spinta e un approccio di marketing che ha regalato al mondo intero - anche a chi non voleva - una preview di tutto quanto sarebbe accaduto, tutti questi elementi concorrono al raffreddamento di ogni scena sessualmente esplicita. Che poi chiamarle esplicite è un tantino esagerato. Ma procediamo con ordine.
Come dicevo ho apprezzato la scelta di regia come quella del cast. Nonostante Jamie Dornan sia meno sfacciatamente erotico di quanto mi sarei aspettato, ho trovato comunque particolarmente azzeccata Dakota Johnson (per quanto i miei compagni di visione non condividano la stessa opinione) nella sua semplicità e fresca immediatezza. Un corpo normale e naturale, un faccino alla Rory Gilmore, in un mix che ha funzionato bene a mio avviso. Insieme la coppia è palesemente bella, anche se un po' fatica nel regalare emozioni coinvolgenti sullo schermo. Ma diciamo che con tutto quel contrattare anche a me sarebbe venuta noia... Insomma loro ok, la scelta è giusta. Tutto il resto, invece, non va.
Conformemente a ciò che mi aspettavo, la sceneggiatura è imbarazzante. Anzi, mi correggo, la storia è imbarazzante, la sceneggiatura fa quello che può per riempire un vuoto cosmico che non può certamente essere riempito in vista di una trasposizione cinematografica che a tutto punta tranne che riempire di contenuti il risultato finale. E, per carità, sta anche in questo il suo fascino. Eppure il vuoto intrattenimento, il peccaminoso voyeurismo, la serata un po' spinta che "Cinquanta sfumature di grigio" intende regalare non basta a renderlo sufficientemente gradevole.
Innanzitutto - e devo dire che la cosa mi ha lasciato fortemente perplesso - perché questo titolo punta al target femminile in maniera sfacciata, ma imposta la storia in un'ottica maschilista che è ancora più palese. Uno si aspetterebbe che in un film come questo sia l'uomo l'oggetto dell'attrazione, il corpo da spogliare, il fulcro del desiderio. E, invece, Jamie Dornan è sempre senza maglietta, ma niente più. Forse un lato B, ma ammetto che al momento non ricordo. La cosa più osé che lo riguarda è una sbottonata di pantalone della durata di un millesimo di secondo che fa intravvedere dove finisce il pelo e dove comincia Mr. Grey. Basta.
D'altro canto di Dakota Johnson ora conosco tutto tranne il codice fiscale. Più che "Cinquanta sfumature di grigio" lo ribattezzerei "Cinquanta sfumature di tette", perché ce ne sono davvero tante e in tutte le prospettive e posizioni. Capezzoli, capezzoli ovunque (sempre della Johnson, a onor di cronaca). Non che la cosa mi abbia particolarmente turbato, ma sono rimasto sorpreso da questa impostazione della vicenda. Io se fossi donna e mi fossi appassionata al libro e alla figura chiave del suo protagonista mi sarei sentita francamente presa per il culo (e neanche in senso letterale, il che aggiungerebbe frustrazione). Cioè io pago per vedere Grey e mi sorbisco 2 ore di vuoto narrativo riempito dalle inquadrature total body di Anastasia Steele? Non ci siamo.
Ma poi nel 2015 non è neanche tanto l'approccio sessista a darmi più fastidio (che pure me ne dà, sia chiaro). La cosa che mi atterrisce maggiormente in questo caso è la rappresentazione dell'amore contemporaneo. Christian Grey è uno che è talmente ricco che ti viene a prendere all'Università in elicottero e poi fa a scazzottate perché è geloso, dopo che ti ha detto che non vuole una relazione perché lui è in una situazione troppo complessa, troppo marcia, troppo... troppo. Ma di cosa stiamo parlando, scusate? Io se voglio stare con qualcuno ci sto, non ci stipulo un contratto. E ok che il Signor Grey ha delle fantasie particolari, ma non ci vuole un'ora e mezza di film per dire che gli piace il sadomaso, lo si dice e pace. Anastasia è pur carina, ma non è l'unica donna di questo pianeta e se non gradisce l'articolo grazie e arrivederci. E invece no, perché per 125 minuti si parla minuziosamente di ogni "scabroso" dettaglio, di tecniche per lo sculacciamento, di dildo, di penetrazioni e cose così, senza che si avverta mai per davvero il desiderio sessuale tra questi due, senza che si percepisca l'affetto genuino che dovrebbe stare alla base del loro rapporto e far superare al pubblico le azioni bambocce da ragazzini come fare a pugni per la propria donna (ma poi, ancora? Davvero?). Io, personalmente, sono rimasto avvilito nel vedere che l'amore ai tempi dell'iPhone 6 passa attraverso una minuziosa contrattazione che vuole lui a dormire fuori dalla camera da letto di lei, che la obbliga a passare i suoi weekend presso la sua residenza a fare ciò che lui vuole fare, che le ricorda a quanti incontri sessuali dovrà partecipare e quanti orgasmi gli dovrà procurare, in che maniera e con che tecniche. Lei dice "Sì, signore", io direi vai a cagare (e scusate il francesismo).
Poi a parte le prepotenze da bulletto e gli occhi a cuore di lei perché dopo che gli regala la verginità non ci capisce più niente, mi rendo conto anch'io che questa è una storia inventata, che la situazione è più che peculiare e che grazie a Dio c'è ancora gente che per vivere una storia d'amore non ha bisogno di trascriverla in un contratto, però rimane il fatto che constatare i milioni di lettori e di spettatori che il franchise ha avuto emette una sentenza innegabile, ovvero che questa storia, proprio questa qui, è piaciuta e anche molto. Non so, a me spaventa. Perché è vero che io per primo, pagante, sono andato a vedere questo film, ma non so dire in quanti troveranno questa storia idiota, volgare, sciocca, divertente, bella, stupenda o il modello a cui protendere quando si parla di relazione amorosa. Se - di nuovo - fossi una donna, non vorrei mai un fidanzato come Christian Grey, e non certo perché ha quel segretuccio del bondage, ma per quell'idea becera di uomo che ti possiede, che ti ha e ti detiene come bene prezioso da proteggere e custodire, che ti dimostra il suo amore attraverso tanti di quei cliché che non sai più nemmeno come farglielo capire che se invece di regalarti una macchina ti regalasse una relazione sentimentale e sessuale normale tu saresti più felice. E per sessualmente normale intendo vissuta con normalità e serenità, senza tutta la farsa che montano in questo film.
Film che, come sappiamo, avrà altri due sequel che mi spiegheranno come diavolo pensano di portare avanti sta boiata, visto che dall'orrendo finale tronco di questo primo episodio ho capito che lei è rimasta sconvolta perché lui l'ha sculacciata. Mi scuso per lo spoiler, ma bisogna dirlo a voce alta che lei è una cretina, se lo lascia per questo. Cioè ma allora di cosa abbiamo parlato per due ore, di raccolta differenziata? Lo lasci perché mette in pratica le 2.000.000 di regole che avete deciso insieme e non perché è un bamboccio maschilista? Rimango perplesso.
Insomma, come è evidente "Fifty Shades of Grey" non è certo un prodotto cinematografico che mi ha colpito in positivo; depurato da ogni visione in chiave socio-antropologica (forse comincio a delirare) è perfino divertente perché regala momenti comici involontari a iosa (non potrete più fare a meno di mordervi il labbro). Però davvero tutto ciò non basta a renderlo anche solo passabile. E' un film vuoto, carico solo di un'immagine patina e glam di come Hollywood e E.L. James hanno rivestito l'erotismo spiccio. Non c'è molto da vedere qui, nonostante le promesse e dubito che i prossimi due titoli miglioreranno anche se rimango fiducioso e con la speranza che, più di questo, possano colpirmi. Forte.
Film 1373 - Cinquanta sfumature di nero
Box Office: $567.7 milioni
Consigli: Attesissimo, chiacchieratissimo e di gran successo. Insomma, uno di quei titoli che bisognerebbe vedere per capire perché tutti ne parlino. Va detto subito che è brutto e privo di una storia, ma sono sicuro che nella vita ci siano modi ben peggiori di passare il proprio tempo. Cast abbastanza buono (nonostante la scelta di scritturare Rita Ora, di cui ancora ignoro la professione), regia migliore del previsto, bella colonna sonora. E' un po' come "Twilight", anche se manca il triangolo e la perversione della figlia che si innamorerà dell'uomo con cui la madre ha avuto un'affaire. Che poi, chi può dirlo? Magari in "Cinquanta sfumature di nero" o "Cinquanta sfumature di rosso" ci sarà anche questa bella sorpresa! Nell'attesa, il grigio sta bene su tutto, tanto vale dargli una chance. Almeno ci si fa una risata.
Parola chiave: Controllo.
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Trailer
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Bengi
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