Molto, molto curioso di vedere questa pellicola!!!
Film 1473: "Downsizing" (2017) di Alexander Payne
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: La premessa è curiosa ed intrigante: e se riducessimo la nostra dimensione corprorea tanto da diventare microscopici e cominciassimo a vivere in apposite città costruite per le persone che si fossero fatte miniaturizzare?
In una sorta di versione adulta di “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi” Matt Damon si trova a fronteggiare il più grande piccolo cambiamento della sua vita dovendone di fatto riscrivere ogni sua premessa dopo che sua moglie (Kristen Wiig) decide di non prendere parte al procedimento lasciandolo, di fatto, minuscolo e da solo. Comincia così il percorso di formazione di Paul Safranek che, trovandosi totalmente spaesato, inizierà ad andare alla deriva di un’esistenza nuovamente senza scopo, bloccato nella stessa realtà e consuetudine del suo io più grande, incapace di trovare una voce e uno spazio all’interno di una società che sente fatta di regole e consuetudini precise – e che lui segue pedissequamente – ma che lo lasciano infelice. SI stabilisce nuovamente in un appartamento, cerca di nuovo l’anima gemella alla più facile portata, tenda di confondersi ancora una volta ai suoi simili con un risultato medio-borghese che fa accapponare la pelle. A sconvolgerne la disperata routine sarà Dusan Mirkovic (Christoph Waltz) e un’improbabile maestra di vita vietnamita (Hong Chau) che, nell’insieme, contribuiranno a costruire la nuovissima versione del nostro micro protagonista. Fin qui tutto bene. La fregatura?
Il problema di “Downsizing” sta nella grande potenzialità sfruttata, però, nel più piccolo (o banale) dei modi. Payne costruisce un mondo fatto di nuove possibilità sociali in cui la premessa è addirittura la diminuzione del nostro impatto sul paineta – riducendo consumi, produzione di rifiuti e sprechi – per andarsi ad impantanare su sette e nuovi credo religiosi, bontà di cuore dietro a un carattere da duri e la solita morale.
Informandomi su questa pellicola ho scoperto che si tratta di una metafora della nostra società contemporanea, ma anche se ne apprezzo intenti e una certa dose di genuina originalità, non posso fare a meno di pensare che si potesse andare un po’ oltre il già visto culto del nuovo e sconosciuto per esplorare finali meno apocalittici e più fantasiosi cavalcando l’onda dell’ottimo inizio, che qui invece finisce sprecato. Assieme alla premessa, tra l’altro, si spreca un’ironia divertente e spesso pungente che non manca di contraddistinguere il primo tempo della pellicola, in nome dei sani principi e della nuova primavera interiore del protagonista.
Nell’insieme comunque “Downsizing” non manca di stupire lo spettatore e lascia non pochi spunti su cui riflettere anche una volta usciti dalla sala (il che è sempre un bene). Si poteva sfruttare meglio l’idea alla base del progetto, in ogni caso un risultato finale curioso e intrigante, anche se non del tutto soddisfacente.
Ps. Candidato al Golden Globe 2018 per la Miglior attrice non protagonista (Hong Chau).
Cast: Matt Damon, Christoph Waltz, Hong Chau, Kristen Wiig, Udo Kier, Rolf Lassgård, Ingjerd Egeberg, Søren Pilmark.
Box Office: $50 milioni (ad oggi)
Consigli: E’ da un po’ che Matt Damon non riesce a trovare una pellicola che faccia davvero centro ed è così anche questa volta. Il film, infatti, funziona bene per il primo tempo, mancando di centrare l’obiettivo però nel finale. Si spreca un’opportunità ghiotta per finire nel solito tentativo di insegnare qualcosa a chi guarda ed ascolta, quando sarebbe bastato cavalcare l’onda della spietata satira contemporanea. Consapevoli di questo, la pellicola è sufficientemente intrigante da poter essere vista almeno una volta.
Parola chiave: Società.
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