Intro: Potevo forse perdermi uno dei film più (positivamente) chiacchierati dell'anno? Mai, soprattutto perché candidato praticamente a qualunque premio che conta.
Film 1715: "Green Book" (2018) di Peter Farrelly
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: un bel film, di quelli che ti rimettono in sesto lo spirito, buonista a livelli estremi, recitato benissimo e, nonostante tutto questo, il miglior film del 2018? Sicuramente non il mio.
Detto questo, nonostante le altissime aspettative, "Green Book" non mi ha deluso, semplicemente mi è parso più semplice di quanto non mi sarei aspettato, quasi lineare. Probabilmente, visto il gigantesco successo ottenuto, mi immaginavo una storia più complessa, più elaborata; il che non vuol dire che si tratti di un prodotto "semplice", ma che nonostante le avversità affrontate dai protagonisti, il lieto fine che fa sentire bene e soddisfatto lo spettatore è inevitabile e la vicenda straordinaria va a parare proprio dove ti immagini. Chiaro, colpisce che sia una storia vera e non è certo mia intenzione sminuire quanto mostrato qui, dico solo che "Green Book" è stata una scelta fin troppo sicura da parte dell'Academy nel momento in cui si è trattato di fare una scelta legata alla qualità della produzione 2018.
In ogni caso ho trovato Viggo Mortensen magnifico e assolutamente meritevole di vittoria nella sua categoria - nonostante fosse più una speranza mia che una possibilità concreta -, più di quel Mahershala Ali già vincitore per un'interpretazione in "Moonlight" che tutt'oggi non mi ha minimamente colpito. Ciò detto, il racconto dell'amicizia tra Frank "Tony Lip" Vallelonga e Don Shirley andava regalata al pubblico, specialmente in un momento storico in cui intolleranza, razzismo e omofobia sono problematiche reali e preoccupanti. Il film di Peter Farrelly, infatti, ci ricorda che al di là di qualsiasi pregiudizio una persona possa nutrire, se dotata di intelligenza saprà superare il suo limite tanto da andare contro ciò in cui fermamente credeva prima, così da abbracciare il nuovo, il diverso, l'inaspettato. E questo, per quanto semplice, non può fare a meno di farci sentire bene. O quantomeno speranzosi.
Cast: Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Sebastian Maniscalco, Dimiter D. Marinov, Mike Hatton, P.J. Byrne.
Box Office: $323.5 milioni
Vale o non vale: Storia vera di un'amicizia che per epoca storica e persone coinvolte sembrerebbe impensabile e, invece, diventa una solida realtà. Seguiamo Tony e Don in giro per la razzista America del sud, siamo testimoni delle ingiustizie e delle cattiverie, prendiamo coscienza dell'esistenza di quel libricino verde (una guida annuale per viaggiatori prettamente afroamericani) e, nonostante tutte le avversità, abbiamo sempre la sensazione che le cose andranno per il meglio.
Un film ben fatto, una storia edificante e sicuramente coinvolgente, un titolo che è un peccato perdere. Non il mio preferito della passata stagione, ma non per questo meno meritevole del raccontare la propria storia.
Premi: Vincitore di 3 premi Oscar per Miglior film, sceneggiatura originale e attore non protagonista (Ali) su 5 nomination (Miglior attore protagonista e montaggio); 3 Golden Globes vinti su 5 nomination (rispettivamente Miglior film commedia o musical, attore non protagonista, sceneggiatura e Miglior attore protagonista e regia); 1 BAFTA vinto per il Miglior attore non protagonista su 4 nomination (film, attore protagonista e sceneggiatura originale). Peter Farrelly è stato candidato al Razzie per il Redeemer Award (categoria che premia chi si è riscattato dopo performance o titoli considerati di bassa qualità).
Parola chiave: Tour.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1715: "Green Book" (2018) di Peter Farrelly
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: un bel film, di quelli che ti rimettono in sesto lo spirito, buonista a livelli estremi, recitato benissimo e, nonostante tutto questo, il miglior film del 2018? Sicuramente non il mio.
Detto questo, nonostante le altissime aspettative, "Green Book" non mi ha deluso, semplicemente mi è parso più semplice di quanto non mi sarei aspettato, quasi lineare. Probabilmente, visto il gigantesco successo ottenuto, mi immaginavo una storia più complessa, più elaborata; il che non vuol dire che si tratti di un prodotto "semplice", ma che nonostante le avversità affrontate dai protagonisti, il lieto fine che fa sentire bene e soddisfatto lo spettatore è inevitabile e la vicenda straordinaria va a parare proprio dove ti immagini. Chiaro, colpisce che sia una storia vera e non è certo mia intenzione sminuire quanto mostrato qui, dico solo che "Green Book" è stata una scelta fin troppo sicura da parte dell'Academy nel momento in cui si è trattato di fare una scelta legata alla qualità della produzione 2018.
In ogni caso ho trovato Viggo Mortensen magnifico e assolutamente meritevole di vittoria nella sua categoria - nonostante fosse più una speranza mia che una possibilità concreta -, più di quel Mahershala Ali già vincitore per un'interpretazione in "Moonlight" che tutt'oggi non mi ha minimamente colpito. Ciò detto, il racconto dell'amicizia tra Frank "Tony Lip" Vallelonga e Don Shirley andava regalata al pubblico, specialmente in un momento storico in cui intolleranza, razzismo e omofobia sono problematiche reali e preoccupanti. Il film di Peter Farrelly, infatti, ci ricorda che al di là di qualsiasi pregiudizio una persona possa nutrire, se dotata di intelligenza saprà superare il suo limite tanto da andare contro ciò in cui fermamente credeva prima, così da abbracciare il nuovo, il diverso, l'inaspettato. E questo, per quanto semplice, non può fare a meno di farci sentire bene. O quantomeno speranzosi.
Cast: Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini, Sebastian Maniscalco, Dimiter D. Marinov, Mike Hatton, P.J. Byrne.
Box Office: $323.5 milioni
Vale o non vale: Storia vera di un'amicizia che per epoca storica e persone coinvolte sembrerebbe impensabile e, invece, diventa una solida realtà. Seguiamo Tony e Don in giro per la razzista America del sud, siamo testimoni delle ingiustizie e delle cattiverie, prendiamo coscienza dell'esistenza di quel libricino verde (una guida annuale per viaggiatori prettamente afroamericani) e, nonostante tutte le avversità, abbiamo sempre la sensazione che le cose andranno per il meglio.
Un film ben fatto, una storia edificante e sicuramente coinvolgente, un titolo che è un peccato perdere. Non il mio preferito della passata stagione, ma non per questo meno meritevole del raccontare la propria storia.
Premi: Vincitore di 3 premi Oscar per Miglior film, sceneggiatura originale e attore non protagonista (Ali) su 5 nomination (Miglior attore protagonista e montaggio); 3 Golden Globes vinti su 5 nomination (rispettivamente Miglior film commedia o musical, attore non protagonista, sceneggiatura e Miglior attore protagonista e regia); 1 BAFTA vinto per il Miglior attore non protagonista su 4 nomination (film, attore protagonista e sceneggiatura originale). Peter Farrelly è stato candidato al Razzie per il Redeemer Award (categoria che premia chi si è riscattato dopo performance o titoli considerati di bassa qualità).
Parola chiave: Tour.
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RispondiEliminaNon è neanche per me il migliore dell'anno, di quest'anno quando l'ho visto, però sì, uno di quei film (belli) che ti rasserenano il cuore ;)
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