Intro: Ultimo film visto in aereo prima di atterrare, nuovamente, in Nuova Zelanda. E non poteva che essere una pellicola candidata agli imminenti Oscar!
Film 1726: "Can You Ever Forgive Me?" (2018) di Marielle Heller
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non posso dire di aver amato questa pellicola, anche se bisogna ammettere che presenta una storia piuttosto intrigante. L'amicizia collerosa tra Lee Israel e Jack Hock è un cuore della storia pulsante e ben costruito, i due attori principali regalano performance perfette e la storia (spoiler, da Wiki: Dopo essere caduta in disgrazia, per pagare l'affitto la biografa Lee Israel decide di contraffare delle lettere di alcuni scrittori e di varie celebrità decedute. Quando le falsificazioni cominciano a sollevare dei sospetti, decide di rubare le vere lettere dagli archivi delle biblioteche e di venderle attraverso un ex detenuto incontrato in un bar, mentre l'FBI è in procinto di fermare la truffa) non manca di catturare l'attenzione dello spettatore. Eppure, a pellicola finita, la sensazione non è totalmente positiva, fosse anche solo per la rancorosa attitudine della protagonista o la costante pesantezza della fotografia. Insomma, una storia vera che ha dell'incredibile tradotta in un film che lascia una certa pesantezza.
Cast: Melissa McCarthy, Richard E. Grant, Dolly Wells, Jane Curtin, Ben Falcone, Anna Deavere Smith, Stephen Spinella.
Box Office: $95.9 milioni
Vale o non vale: Onestamente non lo rivedrei. Al di là delle buone interpretazioni del cast e della surreale vicenda raccontata, "Can You Ever Forgive Me?" mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Ho apprezzato che McCarthy si sia messa in gioco con un ruolo così complesso - uscendone vincente -, anche se credo che la vera sorpresa di questo titolo sia la vincente interpretazione di Richard E. Grant.
Premi: Candidato a 3 Oscar e 3 BAFTA per Miglior attrice protagonista (McCarthy), attore non protagonista (Grant) e sceneggiatura non originale; 2 nomination per gli stessi attori ai Golden Globes.
Parola chiave: Hitler’s diary.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
Film 1726: "Can You Ever Forgive Me?" (2018) di Marielle Heller
Visto: dalla tv dell'aereo
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non posso dire di aver amato questa pellicola, anche se bisogna ammettere che presenta una storia piuttosto intrigante. L'amicizia collerosa tra Lee Israel e Jack Hock è un cuore della storia pulsante e ben costruito, i due attori principali regalano performance perfette e la storia (spoiler, da Wiki: Dopo essere caduta in disgrazia, per pagare l'affitto la biografa Lee Israel decide di contraffare delle lettere di alcuni scrittori e di varie celebrità decedute. Quando le falsificazioni cominciano a sollevare dei sospetti, decide di rubare le vere lettere dagli archivi delle biblioteche e di venderle attraverso un ex detenuto incontrato in un bar, mentre l'FBI è in procinto di fermare la truffa) non manca di catturare l'attenzione dello spettatore. Eppure, a pellicola finita, la sensazione non è totalmente positiva, fosse anche solo per la rancorosa attitudine della protagonista o la costante pesantezza della fotografia. Insomma, una storia vera che ha dell'incredibile tradotta in un film che lascia una certa pesantezza.
Cast: Melissa McCarthy, Richard E. Grant, Dolly Wells, Jane Curtin, Ben Falcone, Anna Deavere Smith, Stephen Spinella.
Box Office: $95.9 milioni
Vale o non vale: Onestamente non lo rivedrei. Al di là delle buone interpretazioni del cast e della surreale vicenda raccontata, "Can You Ever Forgive Me?" mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Ho apprezzato che McCarthy si sia messa in gioco con un ruolo così complesso - uscendone vincente -, anche se credo che la vera sorpresa di questo titolo sia la vincente interpretazione di Richard E. Grant.
Premi: Candidato a 3 Oscar e 3 BAFTA per Miglior attrice protagonista (McCarthy), attore non protagonista (Grant) e sceneggiatura non originale; 2 nomination per gli stessi attori ai Golden Globes.
Parola chiave: Hitler’s diary.
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