sabato 21 novembre 2020

Film 1948 - Poetic Justice

Intro: Continuiamo a nuotare nelle acque del passato con un film di cui non avevo mai sentito parlare. Grazie iMDB!
Film 1948: "Poetic Justice" (1993) di John Singleton
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: pensavo si trattasse più di un titolo simile a "Dangerous Minds" e, invece, "Poetic Justice" è tutto tranne che una storia su scuola, studenti o un'insegnante ispirata.
Janet Jackson è, infatti, una parrucchiera in lutto dopo che ha assistito all'omicidio del fidanzato. Dopo un lunghissimo periodo di vedovanza dal quale parrebbe non riuscire ad uscire, nel giro (letterale) di due giorni troverà in Tupac ragione sufficiente per abbandonare la tristezza e ricominciare a vivere. Come darle torto, del resto.
"Poetic Justice" si presenta con un suo linguaggio interno molto particolare, non esattamente qualcosa a cui sono abituato, per cui ho faticato a dare un senso all'operazione nel suo complesso. Certi elementi da commedia o da storia romantica sono presenti, poi però vengono inseriti contesti socio-economici non approfonditi e un background di vissuto personale che viene dimenticato nel momento in cui incomincia il viaggio dei quattro protagonisti. Per citare un unico esempio: la figlia di Lucky (Tupac) è componente accessorio del personaggio del padre, sappiamo che c'è all'inizio del film, poi nessuno la cita più fino al termine del racconto, momento in cui riappare per assistere ad un bacio infarcito di moltissima passione (lingua) tra il padre e una perfetta sconosciuta che la bambina non ha mai visto prima... L'ho trovata una scelta narrativa quantomeno bizzarra.
Insomma, per quanto mi sia goduto la presenza di una giovane Regina King quale party girl del ghetto con unghie smaltate lunghe un chilometro (che verrà picchiata dal fidanzato mentre Lucky non ci pensa nemmeno un secondo ad intervenire perché non sono affari suoi), non posso dire che questa pellicola mi abbia lasciato nemmeno lontanamente soddisfatto. Tupac è un piacere da guardare e c'è qualcosa nella giovane Jackson che lascia affascinanti, ma il film nel complesso non consegna al pubblico una storia degna delle aspettative. Quello che fa e che, invece, bisogna riconoscerle, è l'aver raccontato una storia d'amore (in termini hollywoodiani, per quanto indipendenti) mettendo al centro del racconto solo personaggi afroamericani. Che negli anni '90 non era certo scontato.
Cast: Janet Jackson, Tupac Shakur, Tyra Ferrell, Regina King, Joe Torry, Tyra Ferrell, Rose Weaver, Billy Zane, Lori Petty, Clifton Collins Jr..
Box Office: $27 milioni
Vale o non vale: Tupac è una sorpresa (ma quelle unghie sporche che schifo!) e Janet se la cava. La storia non è davvero niente di che e anzi perfino troppo implausibile, ma le poesie fanno il loro dovere. Unico momento cult: la carrellata di "fuck you" più lunga che abbia mai visto!
Premi: Candidato all'Oscar e al Golden Globe per la Miglior canzone originale ("Again" cantata da Janet Jackson). Il film ha ricevuto anche 2 nomination ai Razzie, vincendo quello per Peggior star emergente (Jackson, candidata anche come Peggior attrice).
Parola chiave: Posta.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

1 commento:

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