lunedì 11 gennaio 2021

Film 1770 - I Feel Pretty

Intro: Ho sempre tempo per un po' di svago da commedia sciocchina e maistream. Specialmente se la protagonista è un'attrice che apprezzo e seguo con piacere. Saranno tradite le mie aspettative?
Film 1770: "I Feel Pretty" (2018) di Abby Kohn, Marc Silverstein
Visto: dal computer portatile
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: l'idea in sé non è neanche male e da un punto di vista culturale capisco anche il senso di questo "I Feel Pretty", però bisgona dire che l'esecuzione vanifica gli sforzi di un progetto che, proposto così com'è, predilige l'approccio comico superficiale nei confronti di una questione che avrebbe meritato una maggiore sensibilità.
Di base questa è la storia: Renee (Amy Schumer) è una normale ragazza americana che fatica a coniugare l'essere se stessa con l'idea standardizzata di bellezza imposta dalla società. La pressione sociale rispetto ai canoni estetici della donna moderna è altissima e la ragazza non riesce a credere nelle proprie capacità e potenzialità proprio a causa di come gli altri la vedono e percepiscono. Tutto cambia quando, a seguito di un incidente in palestra, Renee comincia a vedersi in maniera totalmente diversa o, per come la mette il film, una specie di bomba sexy. Nonostante sia l'unica testimone di questo cambiamento (che è tutto nella sua testa), di fatto questo metterà in moto uno stravolgimento in termini di autostima e sicurezza, finendo per influenzare il modo di porsi e vedersi nella ragaza che, finalmente, troverà il coraggio di realizzare quelle ambizioni messe in disparte a causa delle precedenti insicurezze. E fino a qui "I Feel Pretty" sulla carta funziona.
Il vero problema di questa storia, però, risiede nel suo svolgimento. Pur rendendomi conto che si tratti di una commedia mainstream che mira a raccimolare quanto più pubblico possibile - da non sottovalutare che si tratti di una pellicola con protagonista un'attrice famosa per la sua comicità fisica - di fatto il film si perde nella miriada di scnette stupide e imbarazzanti, nonché nella reiterazione di quegli stessi stereotipi che ambirebbe a mettere in ridicolo. Sembrerebbe, infatti, che una donna, per ottenere qualsivoglia successo nella vita, sia obbligata a trovare una motivazione plausibile unicamente nel suo aspetto fisico: Renee è costantemente messa in ridicolo da una sceneggiatura che la dipinge, sì, come finalmente priva di quelle inibizioni che ne avevano contenuto autostima e intraprendenza, ma di fatto veicola il messaggio che per poter appropriarsi di quella confidenza che le spetta, l'unico modo sia di vedersi bella in quell'unico termine plaubile concepito proprio dagli stereotipi che la nostra società basata sull'aspetto fisico e l'apparenza hanno contribuito a costruire. Ed è un peccato perché Renee quanto Amy Schumer non avrebbero alcun motivo di sentirsi condizionate da questo tipo di pressione sociale: sono entrambe donne intelligenti e con un proprio punto di vista, qualità che da sole basterebbero a mettere a tacere qualsiasi ansia da "prestazione fisica".
Insomma, capisco che possa risultare pure esagerato voler vedere troppe cose che non ci sono (o stanno) in un prodotto cinematografico come questo, però sento che le aspettative generate da questa pellicola siano state ampiamente tradite in nome di una banale comicità facile facile che non solo non aggiunge niente al genere della commedia cinematografica, ma nemmeno alla carriera di Amy Schumer (o se è per questo di Michelle Williams, qui sorta di Miranda Priestly all'acqua di rose). Occasione totalmente sprecata.
Cast: Amy Schumer, Michelle Williams, Rory Scovel, Emily Ratajkowski, Aidy Bryant, Tom Hopper, Naomi Campbell, Busy Philipps, Lauren Hutton.
Box Office: $94.5 milioni
Vale o non vale: La premessa è vagamente similare a quella di "Isn't It Romantic" che, come qui, mette al centro della sua storia una ragazza che non rispetta i canoni di bellezza mainstream e presenta se stessa in termini di comicità e goffaccine in un'avventura che vorrebbe mettere in ridicolo quell'ossessione hollywoodiana per certi canoni culturali e che, invece, finisce per reiterarli nella maniera più scontata. Poi, per carità, "I Feel Pretty" non è certamente il film più tremendo della storia, ma non rende particolare giustizia al talento della sua protagonista.
Premi: /
Parola chiave: Commozione cerebrale.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

1 commento:

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