Era il giorno del compleanno di Bette Midler ed ero intenzionato a vedere un suo film, possibilmente che non avessi già visto. E, con stupore, ho scoperto che non è per nulla facile riuscire ad usufruire della filmografia dell'attrice tramite lo streaming. Non restava che questo...
Film 843: "Parental Guidance" (2012) di Andy Fickman
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Viaggio attraverso le nevrosi delle moderne famiglie (americane), questo "Parental Guidance" è un esempio piuttosto insipido di film per famiglie che dovrebbe far ridere, tenerezza e intrattenere un vasto pubblico che si aspetta non solo il lieto fine, ma il piacevole e rassicurante sapore di zucchero per tutta la durata dello spettacolo. Spettacolo terribile, sia chiaro.
Considerato che non sopporto granché Billy Crystal e che tendenzialmente questi prodotti preconfezionati per famiglie sulle famiglie non mi garbano, è stata una sfida la visione del film che, di fatto, risulta più che altro essere un maldestro tentativo di riprodurre una comicità politically correct in grado di soddisfare ogni tipo di spettatore ed essere felicemente riproducibile ad ogni festività, momento di ritrovo o comunque quando si ricerchi svago ed assenza di contenuti. Unica a salvare la faccia - e non lo dico perché cercassi qualcosa di suo da vedere - è Bette Midler, in grado di risultare simpatica e strampalata quanto basta per finire tra ciò che di piacevole c'è in questo prodotto. E, badate bene, non c'è molto altro. Un peccato anche per la presenza di Marisa Tomei, tra le mie preferite di sempre, eppure qui macchietta strangolata da una necessità di sceneggiatura che la vuole oca e provinciale, goffa e sciocchina madre di famiglia incapace di lasciare i suoi figli per qualche giorno insieme ai nonni. I figli, tra l'altro, sono maledettamente antipatici.
Insomma, diciamo che il tentativo di celebrare la mitica Bette, per quanto fosse carico di buoni propositi, è finito con un buco nell'acqua. Lei è sempre mitica, ma è meglio ricordarla per altri ruoli e in altre vesti (tra ciò che ho visto sicuramente "Il club delle prime mogli", "Affari d'oro", "Hocus Pocus") piuttosto che per questo titoletto carico di cliché e brutte gag sulle fatiche quotidiane di una famiglia media americana.
Box Office: $119,772,232
Consigli: Se siete in cerca di qualcosa che vada bene per i bambini e che riesca, magari, a tenere occupati un po' tutti, senza richiedere alcuno sforzo, questo titolo potrebbe essere un buon candidato. Totalmente privo di richieste di attenzione (mancando di fatto una storia interessante), "Parental Guidance" è l'esempio perfetto di come si possa produrre un film da una sceneggiatura insulsa, dandola in mano ad un incapace regista, piazzarci qualche star (perfino un premio Oscar!) ed ottenere un risultato totalmente privo di appeal, ma facendoci una barca di soldi sopra. Chiaramente la collocazione natalizia nelle sale è stata provvidenziale, quindi che dire, se non: un film adatto a tutti, da vedere per le feste e dimenticare subito dopo.
Parola chiave: Famiglia.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi
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sabato 27 dicembre 2014
sabato 7 aprile 2012
Film 375 - Non avere paura del buio
Un horror per una seratina in compagnia.
Film 375: "Non avere paura del buio" (2011) di Troy Nixey
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri:
Consigli: Evitabile e tendenzialmente poco innovativo. Interessante giusto perchè propone una visione dell'horror diversa dal classico standard americano che ormai produce pellicole di genere con lo stampino.
Parola chiave: Cantina.
Trailer
Ric
Film 375: "Non avere paura del buio" (2011) di Troy Nixey
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Licia
Pensieri:
Consigli: Evitabile e tendenzialmente poco innovativo. Interessante giusto perchè propone una visione dell'horror diversa dal classico standard americano che ormai produce pellicole di genere con lo stampino.
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domenica 30 maggio 2010
Film 116 - Brothers
Volevo vederlo al cinema, ma non ero riuscito. Così, tra una pausa e un momento libero, sono finalmente riuscito a vederlo.

Film 116: "Brothers" (2009) di Jim Sheridan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Spiderman + Regina Amidala + Prince of Persia. Se fosse un comix sarebbe l'evento dell'anno. E, invece, è semplicemente un remake (Hollywood ci prova sempre) di un film danese del 2004.
Non fosse che ogni tanto i risultati sono buoni, ci si domanderebbe il perchè di certe scelte (il remake de "L'ultimo bacio" chi l'ha visto?!) e come venga in mente a certi produttori di realizzare certe cagate.
Questo "Brothers" di per sé non è un capolavoro, ma ha una certa sincerità di fondo, un'onestà che piace. Prima tra tutte, quella degli attori. Giovani ex promesse del cinema made in USA, confermano capacità e talento (la Portman rimane sempre una delle più brave della sua generazione) in performances che rubano l'attenzione una da quella dell'altro.
Bravi, davvero, capaci di rendere tensioni e malesseri, paure e dolori con una realisticità da brivido. Perfino il solitamente inespressivo Maguire regala brividi e lacrime per la sua interpretazione del capitano che, in missione, rapito, torturato e ritornato distrugge sé e chi lo circonda per il sospetto di un affaire che non c'è (ma poteva benissimo esserci).
Occhi a palla sgranati, espressione da matto, carico di odio, Maguire/Sam Cahill fa paura negli scatti di ira, cova rancore incapace di affrontare la sua più grande colpa (uccidere e sopravvivere) e quindi di rapportarsi in modo sano con la famiglia. Per distogliere lo sguardo dal suo dolore si concentra su moglie e fratello minore e su un bacio che poteva essere tutto e, invece, non è niente se non un momento di debolezza dopo mesi di dolore.
Ovviamente ognuno è colpevole, chi più chi meno, ma è necessario toccare il fondo (e una pistola) per cominciare a risalire e riprendere le redini della propria vita.
Un film non facile, sicuramente una sfida sotto molti punti di vista (remake, pellicola di e sulla guerra, attori giovani, tematiche pesanti, budget limitato), ma comunque una pellicola forte e riuscita, da vedere e, forse, valorizzare un po' di più.
Solo la performance di Maguire ha ricevuto una nomination ai Golden Globes di gennaio, ma non si è trasformata in quella per l'Oscar (si dice che, nonostante il ruolo toccante, non fosse il suo 'momento'...). In un'edizione in cui ha spopolato "The Hurt Locker", non c'era spazio per altri film di guerra?
Consigli: Da guardare per pensare e interrogarsi, anche se fa male.
Parola chiave: Rapimento.
Ric

Film 116: "Brothers" (2009) di Jim Sheridan
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Spiderman + Regina Amidala + Prince of Persia. Se fosse un comix sarebbe l'evento dell'anno. E, invece, è semplicemente un remake (Hollywood ci prova sempre) di un film danese del 2004.
Non fosse che ogni tanto i risultati sono buoni, ci si domanderebbe il perchè di certe scelte (il remake de "L'ultimo bacio" chi l'ha visto?!) e come venga in mente a certi produttori di realizzare certe cagate.
Questo "Brothers" di per sé non è un capolavoro, ma ha una certa sincerità di fondo, un'onestà che piace. Prima tra tutte, quella degli attori. Giovani ex promesse del cinema made in USA, confermano capacità e talento (la Portman rimane sempre una delle più brave della sua generazione) in performances che rubano l'attenzione una da quella dell'altro.
Bravi, davvero, capaci di rendere tensioni e malesseri, paure e dolori con una realisticità da brivido. Perfino il solitamente inespressivo Maguire regala brividi e lacrime per la sua interpretazione del capitano che, in missione, rapito, torturato e ritornato distrugge sé e chi lo circonda per il sospetto di un affaire che non c'è (ma poteva benissimo esserci).
Occhi a palla sgranati, espressione da matto, carico di odio, Maguire/Sam Cahill fa paura negli scatti di ira, cova rancore incapace di affrontare la sua più grande colpa (uccidere e sopravvivere) e quindi di rapportarsi in modo sano con la famiglia. Per distogliere lo sguardo dal suo dolore si concentra su moglie e fratello minore e su un bacio che poteva essere tutto e, invece, non è niente se non un momento di debolezza dopo mesi di dolore.
Ovviamente ognuno è colpevole, chi più chi meno, ma è necessario toccare il fondo (e una pistola) per cominciare a risalire e riprendere le redini della propria vita.
Un film non facile, sicuramente una sfida sotto molti punti di vista (remake, pellicola di e sulla guerra, attori giovani, tematiche pesanti, budget limitato), ma comunque una pellicola forte e riuscita, da vedere e, forse, valorizzare un po' di più.
Solo la performance di Maguire ha ricevuto una nomination ai Golden Globes di gennaio, ma non si è trasformata in quella per l'Oscar (si dice che, nonostante il ruolo toccante, non fosse il suo 'momento'...). In un'edizione in cui ha spopolato "The Hurt Locker", non c'era spazio per altri film di guerra?
Consigli: Da guardare per pensare e interrogarsi, anche se fa male.
Parola chiave: Rapimento.
Ric
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